Il Corriere della Città - Settembre 2021

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Anno 13 Numero 9

SETTEMBRE 2021

libertà informazione politica cronaca cultura sport ATTESO IL PRONUNCIAMENTO DEL TAR SULLA DISCARICA DI RONCIGLIANO

SPO C O L F I AT O S O S P E S O IL PUNTO SU RONCIGLIANO Intervista a Mario Savarese, Sindaco di Ardea, e Luca Andreassi, Vicesindaco di Albano Laziale (pp. 6-7)

STIPENDI “D’ORO” AI DIRIGENTI Gli aumenti erano illegittimi. Il Comune di Pomezia deve riavere milioni di euro (da p.8) BORGO MEDIEVALE

Pratica di Mare, le barriere sono state ‘solo’ rimodulate LE INCHIESTE (da p.12) BANDO SPIAGGE 2021

Alcuni dei “presidi anti Covid” sul litorale di Ardea sono rimasti inutilizzati: ecco perché

USURA SUL TERRITORIO Imprenditore vessato da più strozzini contemporaneamente

PENDOLARI CONTRO IL PROGETTO DEL COMUNE A S. PALOMBA

DISCARICHE ABUSIVE Non c’è pace ad Ardea, è ancora emergenza (da p.18)

SCUOLA: SI RIPARTE MA COL GREEN PASS CICLISMO ‘ESTREMO’ Oltre 4.000 km fino a Capo Nord, l’impresa di Mattia Rifino

(da p.28)

Editoriale LA BATTAGLIA CONTRO LA DISCARICA è grande attesa per capire la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio chiamato ad esprimersi sui ricorsi presentati dal Comune di Albano e da quello di Ardea contro la riattivazione di Roncigliano. Due giorni cruciali, il 6 e il 7 settembre, per conoscere il futuro di questa enorme discarica riaperta all'improvviso da Roma poco più di un mese fa per risolvere i (propri) problemi con la spazzatura. Ma come finirà? Difficile azzardare previsioni. I forti dubbi sull'intera operazione erano stati evidenziati del resto dallo stesso Giudice che aveva sì negato la sospensione delle (scellerate) ordinanze della Raggi in sede di presentazione del ricorso da parte di Albano, ma allo stesso tempo aveva chiesto alla stessa Raggi di produrre ulteriore documentazione in merito. Basterà per tenere in piedi l'immondezzaio? Vedremo. Adesso col fiato sospeso ci sono tutti, dai cittadini, alle associazioni, i comitati, passando per i Sindaci di bacino fino allo stesso Comune di Albano dove è situato geograficamente il sito. Tutti che chiedono a gran voce, anche se talvolta con modalità differenti, la stessa cosa: chiudere quella maledetta discarica. (continua a pag. 4)

C’

All’interno

ESCLUSIVO! Ecco come si compra (facilmente) la cocaina a Torvaianica L’INCHIESTA A PAG.14



SETTEMBRE 2021 NUMERO 9

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L’INCHIESTA: ‘SPACCIO TORVAIANICA’

Editoriale La battaglia dei cittadini POLITICA Doppia intervista su Roncigliano.................pp.6-7 Il caso: stipendi “d’oro” ai Dirigenti.............da p.8 INCHIESTE Usura, imprenditore vessato da più strozzini...da p.12 Bando spiagge da rivedere..............................pp.16-17

CRONACA Discariche abusive, è emergenza..............pp.18-19 Si torna in classe col Green Pass.................da p.20 Stazione, arrivano i parcheggi custoditi (a pagamento)..p.24

LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 32

Ecco come si compra (facilmente) la cocaina sul litorale. E c’è pure il servizio di consegna a domicilio (p. 14)

SPORT VIRTUS BASKET POMEZIA IN

SERIE C SILVER! (p.31)

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EDITORIALE

Il Corriere della Città settembre 2021

La lotta dei cittadini contro la Discarica non si ferma (segue dalla copertina) Ad agosto, intanto, la protesta e il presidio davanti ai cancelli del sito non è arretrato di un millimetro. E questo è già un enorme successo perché la posta in gioco è troppo alta. Qualche obiettivo è già stato centrato: grazie alla presenza costante del “picchetto” di protesta l'andirivieni verso la discarica di Roncigliano ha subito pesanti ritardi. Ogni Tir viene scortato dalle forze dell'ordine presenti sul posto per garantire la sicurezza di tutti mentre la Via Ardeatina continua ad essere bloccata. Alcuni camion sono stati perfino rimandati indietro a causa del loro contenuto “sospetto” e rispediti al mittente. prioritaria perché, come ha ribadito ARPA Lazio in ritardo il Sindaco di Albano Borelli, in La grande assente di tutta queI RITARDI sta storia è semmai, almeno ARPA Lazio ha effettuato i assenza di “dati aggiornati, ufper il momento, Arpa campionamenti sui rifiuti il 3 e ficiali e incontrovertibili di cui oggi non disponiamo, Lazio che sebbene abbia il 16 agosto mentre quelli sui effettuato i campiona- pozzi spia per le falde tra il 19 e il non si può firmare un'ordinanza di chiusura anche se menti nel sito nel mese di 20 agosto. Lunghissimi i tempi agosto, sia sponda rifiuti però per avere i risultati: al mo- quelli precedenti siano pubblici, e in mano anche che per le acque, al momento di andare in stampa ad altri organi dello Stato”. I mento di andare in stampa (29/08) non erano ancora rilievi, chiesti a gran voce ancora non ha reso noti i ristati resi noti sempre da Albano che ha inolsultati: si tratta di una questione

trato più di un sollecito lanciando inoltre l'allarme sulla natura dei rifiuti che continuavano ad arrivare in discarica, sono stati infine effettuati il 3 e il 16 agosto sui rifiuti mentre tra il 19 e il 20 i tecnici hanno rivolto la loro attenzione ai cosiddetti pozzi spia. Ma perché tutto questo tempo? Le ultime indiscrezioni parlavano di fine agosto per le risultanze sui rifiuti, riferiti ai prelievi dei primi del mese, e addirittura la prima settimana di settembre per quelli sulle falde (per gli aggiornamenti www.ilcorrieredellacittà.com). Nel frattempo, a completare il quadro di questa estate bollente, sono partiti due esposti in Procura, uno da parte nuovamente di Massimiliano Borelli, l'altro, di pochi giorni fa, del Primo Cittadino di Ardea Mario Savarese; destinataria Virginia Raggi che ha firmato le famose ordinanze ritenendo i problemi della “sua” Roma prioritari rispetto a quelli di chi, purtroppo, ha già pagato un conto salatissimo vivendo nell'hinterland di Roncigliano. Luca Mugnaioli

Grazie al presidio costante dei cittadini il flusso dei camion è stato fortemente rallentato. Alcuni Tir sono anche stati rimandati indietro a causa del loro contenuto “sospetto”



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POLITICA

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Roncigliano, attesa per il pronunciamento del TAR I Giudici sono chiamati ad esprimersi sui ricorsi presentati dai Comuni di Ardea e Albano e parliamo con il Sindaco di Ardea Mario Savarese e il Vicesindaco di Albano Luca Andreassi. Sindaco Savarese, il 7 settembre è atteso il pronunciamento del Tar sul ricorso presentato contro la riapertura della discarica di Roncigliano. Quali sono le ragioni che avete avanzato e quali sono le sensazioni a pochi giorni dalla sentenza? «Anche se nel nostro ricorso ci sono motivi specifici aggiunti, purtroppo mi aspetto un rigetto della richiesta come è già avvenuto per quella di Albano. Spero tuttavia che questa volta il giudice entri nel merito della questione e ne valuti attentamente gli effetti. Anche una sua nota a latere della sentenza potrebbe essere utile alla causa» Se il ricorso sarà respinto come proseguirà la battaglia contro la discarica? «Sia io che il sindaco di Albano abbiamo presentato una denuncia contro ignoti perché la magistratura indaghi su ipotesi concrete di reati ambientali che con la riapertura della discarica di Roncigliano si stanno perpetrando. Spostando l’attenzione dalle procedure al danno ambientale contiamo di portare i giudici a ragionare su danni alla popolazione che si stanno creando». Tra i temi caldi attorno a Roncigliano c'è la questione di cosa effettivamente si stia buttando nel sito – alcuni camion sono stati respinti ad esempio – e le analisi Arpa che procedono a rilento: che idea si è fatto su tali aspetti? «Inaspettatamente ARPA ritarda a dare risultati e anche i prelievi che sono stati fatti non ritengo siano sufficienti ad una valutazione reale di quanto la discarica sta procurando al territorio. Poco importa di ciò che sta arrivando in questi giorni rispetto al danno che è già evidente. L’invaso VII proNelle foto: gettato per mezzo (dall’alto) il milione di tonnellate Sindaco di di rifiuti, solo sulla carta Ardea Mario definiti non pericolosi perSavarese (sotto) Virginia ché nessuno sa come questi Raggi, Sindaco si trasformano ad anni di distanza dal loro deposito, di Roma

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è ormai prossimo al 90% della sua capienza quindi non risolverà i problemi di Roma, ma di certo aggraverà quelli del nostro territorio. Per questo deve restare chiuso». Se fosse stato al posto del Sindaco di Albano, avrebbe tentato comunque la strada dell'ordinanza di chiusura anche a costo di vedersela impugnare (e magari revocare)? «Il problema di un’ordinanza sindacale non è quella di vedersela respingere. Se fosse così semplice le ordinanze fioccherebbero. Purtroppo i fatti spesso ci dimostrano che l’ordinanza non è risolutiva e che, se respinta, ha ripercussioni gravi su chi la emette. Mi comporterei come il collega: senza un’evidenza documentata che testimoni il danno e il rischio per la salute, non firmerei. Purtroppo è proprio questa evidenza che gridiamo a gran voce venga perseguita che tarda ad arrivare. Il tempo scorre e ogni giorno arrivano inesorabili i camion.. e i dati non arrivano». Lei ha presentato un esposto-denuncia contro la Raggi: vuole aggiungere qualcosa? «L'ho fatto perché si indaghi nell’individuazione delle responsabilità. Non era possibile farne a meno». Più volte lei ha lamentato l'esclusione di Ardea dai tavoli Istituzionali quando si è trattato di parlare di Roncigliano. Si è dato una spiegazione? «No. Capisco la prefettura e perfino la Regione perché ragionano in termini territoriali

e quindi escludono Ardea in quanto la discarica si trova nel comune di Albano, ma Virginia Raggi non poteva non sapere». (continua)

La lettera SAVARESE SCRIVE ALLA REGIONE «Di concerto e in concomitanza con i sindaci dei comuni limitrofi, ho inviato al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e al Sindaco Metropolitano Virginia Raggi, una nota con la quale è stato chiesto un procedimento di caratterizzazione dell’area della discarica, soprattutto per fare chiarezza sulla contaminazione dell’acqua e del suolo, già evidenziata in passato dalle analisi di Arpa Lazio. In caso di conferma della presenza di sostanze contaminanti superiore ai valori di concentrazione della soglia di rischio, chiediamo che si proceda a un progetto operativo per la bonifica o la messa in sicurezza dell’area. In più, siamo pronti a partecipare alle Conferenze dei Servizi che dovranno essere indette proprio nel procedimento di verifica e bonifica dell’area contaminata per difendere le ragioni e gli interessi della comunità di Ardea, come abbiamo già fatto con il ricorso al Tar avverso la riapertura della discarica e con la presentazione dell’esposto alla Procura della Repubblica per ottenere accertamenti e indagini su tutta la vicenda riguardante la riapertura del VII invaso».

«Sensazioni? Temo che il Tar rigetti la nostra richiesta. Cosa sta arrivando effettivamente in discarica? Poco importa, il danno era già evidente prima, per questo il sito deve restare chiuso. Ordinanza? Avrei fatto come il mio collega di Albano»


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settembre 2021 (segue) Vicesindaco, ci risentiamo a distanza di un mese: qual è la situazione ad oggi a Roncigliano? “Non molto diversa da quella che abbiamo raccontato un mese fa. Dal 3 agosto, al netto di alcune sospensioni legate a disposizioni della ASL in merito alla sicurezza del lavoro, si verificano conferimenti continui da parte degli impianti, sia di trattamento meccanico che di trattamento meccanico e biologico, a cui la Raggi ha ordinato di trattare il rifiuto di Roma e di abbancare gli scarti a Roncigliano. Conferimenti che sono comunque largamente inferiori rispetto ai quantitativi ordinati (300 tonnellate al giorno circa contro le 1100 previste). Insomma, oltre il danno anche la beffa visto. Era evidente sin da subito che la riapertura di Albano non avrebbe risolto alcun problema di Roma. In queste condizioni diventa è di una plastica evidenza. Nel frattempo, il Sindaco di Albano ha proceduto a depositare un esposto per raccontare a chi di competenza l’intera vicenda per valutazione di eventuale esistenza di reati. Mi pare un atto passato un po’ in sordina ma estremamente importante”. In questi giorni sono stati rispediti indietro diversi Tir carichi di rifiuti: è possibile sapere con certezza cosa sia entrato e cosa si stia effettivamente conferendo in discarica? “Nel momento in cui le rispondo ARPA Lazio non ha ancora comunicato l’esito dei controlli effettuati sul materiale in ingresso. Controlli, tra l’altro, fortemente richiesti dal Comune di Albano Laziale, preoccupato, in particolare, del fatto che gli impianti di tipo TM non sono in grado, per loro stessa natura, di produrre uno scarto stabilizzato e coerente con l’autorizzazione della discarica. A meno che il rifiuto in ingresso agli impianti medesimi non provenga da raccolta differenziata spinta. Non mi pare sia il caso di Roma”. Si è dato una spiegazione su questi ritardi da parte di Arpa nel fornire dati aggiornati in tempi stretti? “No. Raggi e Zingaretti, fingendo di battibeccare, hanno sottoscritto un cospicuo numero di ordinanze che sembrano incastrarsi perfettamente l’una con l’altra. Come in un grande puzzle. Mi spiego. L’ordinanza della Raggi su Albano trasforma, di fatto, la discarica di Roncigliano nella discarica di Roma, liberando contestualmente quella di Viterbo dagli scarti romani. A sua volta, l’ordinanza di Zingaretti su Latina individua proprio Vi«Il Sindaco di Albano ha depositato un esposto per raccontare a chi di competenza l’intera vicenda per valutazione di eventuale esistenza di reati. Mi pare un atto passato un po’ in sordina ma è estremamente importante»

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Roncigliano, parla il Vicesindaco di Albano Andreassi: «Riaprire Albano non ha risolto nulla dei problemi di Roma. Tar? Temo che si vorrà prendere altro tempo» terbo, liberata dalla Raggi, come discarica della Città pontina. In questo modo la Città di Latina, in crisi per l’assenza di siti di discarica fino a qualche settimana fa, chiude il proprio ciclo dei rifiuti. A dirla tutta, l’incastro è ancora più raffinato. Il ciclo di Latina, infatti, si chiude anche grazie alla disponibilità di AMA di liberare spazi al termovalorizzatore di San Vittore, cosicché possa essere bruciato anche il CDR prodotto da Latina. Quello di AMA chissà dove andrà. E a che prezzi. Nel frattempo, a testimonianza che la riapertura di Albano non risolve un bel niente, come facilmente prevedibile, emerge la carenza di spazio negli impianti di Trattamento Meccanico e Biologico e, dunque, la questua alle altre Regioni, dalla Campania alla Toscana. Insomma, stiamo peggio di un mese fa con molte più domande senza risposta. Però sembra non importare a nessuno. Ma solo di mettere una toppa alla situazione di Latina e Roma. Dove, ad ottobre, come noto, si vota”. In tanti hanno chiesto al Sindaco di firmare l'ordinanza di chiusura tanto che lo stesso Borelli è dovuto intervenire a più riprese per spiegare che, allo stato attuale delle cose, non è possibile procedere in tal senso. Qual è la sua opinione in merito? “Problemi che necessitano di programmazione e progettazione non si risolvono a botte di ordinanze. Tanto che stiamo discutendo di ricorsi fatti contro le ordinanze di Raggi e di Zingaretti”. Il 6 settembre è la data cerchiata in rosso perché arriverà il responso del Tar sul ricorso e il giorno seguente ci sarà il pronunciamento anche sull'istanza avanzata dal Comune di Ardea: che sensazioni ci sono? “In realtà l’attenzione va posta, forse anche di più, su un’altra data. L’8 settembre, infatti, il TAR si pronuncerà sul ricorso della Raggi contro la delibera di Giunta Regionale che

prevedeva il suo commissariamento se non avesse presentato un piano impiantistico E la Raggi, anziché presentare un piano impiantistico, ha presentato un ricorso. Che avrebbe dovuto lasciare Zingaretti e la sua Giunta indifferenti. Insomma, quando si emana un atto lo si fa nella certezza della correttezza dello stesso. E dunque mi sarei aspettato che procedesse comunque al commissariamento. Invece, il ricorso ha avuto l’effetto di trasformare tutti in statue di sale. E l’8 settembre cosa accadrà? Il Giudice accoglierà l’istanza della Raggi ritenendo illegittima la delibera regionale? A quel punto, credo, la Sindaca si sentirà autorizzata ad ordinare la riapertura di altri siti di discarica e trattamento in provincia. Anche in quei Comuni che oggi si sentono così sicuri e protetti dagli equilibri politici regionali. Anche perché la riapertura di Albano, come detto, non ha spostato di una virgola la situazione romana. Anzi, se possibile, l’ha peggiorata.Oppure, il Giudice respingerà, il ricorso della Raggi e affermerà la legittimità della delibera Regionale di Zingaretti? A quel punto il Presidente della Regione di quale mostro misterioso avrà ancora paura per evitare ancora di commissariare Virginia Raggi? E anche qui, a quel punto, la partita cambierà radicalmente. Per tutti. Scenari che dimostrano che il problema va ben oltre Albano, che risulta, agli occhi dei vari protagonisti, niente più che un incidente di percorso. Purtroppo. Ma non voglio sottrarmi alla domanda. Onestamente non ho sensazioni specifiche relativamente al nostro ricorso. Temo che il giudice potrà voler ulteriori chiarimenti, stavolta dalla Regione Lazio, vista la risposta della Raggi, circa le autorizzazioni ed il complessivo quadro ambientale. Magari richiedendo una consulenza tecnica d’ufficio. Prendendo, dunque, altro tempo”. Luca Mugnaioli


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Stipendi “d’oro” ai Dirigenti: gli aumenti erano illegittimi tipendi d’oro ai dirigenti del Comune di Pomezia, che fine hanno fatto i (tantissimi) soldi che l’amministrazione avrebbe dovuto recuperare? Parliamo di milioni di euro che il Comune, secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha pagato in più e che avrebbe dovuto già farsi restituire. Nel luglio del 2018 il Mef, attraverso una nota, ha sollecitato l’amministrazione comunale nel recupero delle somme. Noi abbiamo voluto ricostruire la vicenda che parte da lontano. Sembrerebbe che nel maggio 2006, dopo un incontro tra strutture sindacali, dirigenti e commissario prefettizio, venne sottoscritto un accordo per aumentare l’indennità di posizione dei dirigenti oltre il limite previsto. La motivazione data era quella delle caratteristiche del territorio, particolarmente polivalente. I malumori su quegli stipendi così alti iniziarono a farsi sentire, tanto che nel 2011 si iniziò un percorso di

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ché? Ci sono quindi responsabilità da parte di tutte le amministrazioni, a partire dal commissario prefettizio che ha siglato l’accordo con i sindacati e i dirigenti, per poi passare alla giunta De Fusco, fino a quelle

mente alla retribuzione di risultato e per violazione del principio di onnicomprensività nel periodo dal 2007 al 2012. Ecco cosa dice la relazione del 2013. Premettiamo che non siamo riusciti a fare l’accesso agli atti del Co-

Ad oggi neanche il Comune di Pomezia sa quanto deve recuperare: tra archiviazioni, riassorbimenti e somme contestate, parliamo di una cifra compresa tra uno e tre milioni di euro “ricognizione”, sospendendo l’indennità di risultato, che corrispondeva all’incirca all’indennità di posizione dei dirigenti. L’indennità di posizione frutto dell’accordo del maggio 2006 era giustificabile? Perché non si parla mai di questo accordo tra i sindacati, i dirigenti e il commissario? Perché la Giunta De Fusco non è immediatamente intervenuta per ridimensionare questa indennità? E perché l’amministrazione Zuccalà solo nel novembre 2020, ovvero quasi due anni e mezzo dopo il sollecito del Mef, mette in mora i lavoratori come richiesto dal ministero? Facciamo un passo indietro: nel 2013, attraverso una delibera di Giunta, il sindaco Fucci decise di ridurre drasticamente l’indennità di posizione dei dirigenti da circa 65 mila euro a 13 mila e 500 euro, ovvero alla tariffa minima prevista per legge (il massimo è 45 mila). Dopo che il sindaco dà mandato al dirigente del settore personale di provvedere ad adeguare le indennità di posizione, i dirigenti fanno ricorso al Tar contro la delibera. Ma il Tar dà torto ai dirigenti e ragione al Comune e quindi alla scelta del sindaco ma, non si capisce perché, nonostante la vittoria, viene raggiunto un accordo con i dirigenti per cui l’indennità resta a 45 mila euro. PerSembrerebbe che nel 2006 venne sottoscritto un accordo tra Sindacati, Commissario Prefettizio e Dirigenti per aumentare l’indennità di posizione dei Dirigenti oltre il limite previsto

pentastellate di Fucci e Zuccalà, seppur in modo diverso. È infatti vero che, se Fucci avesse portato avanti la delibera del 2013, per la quale il Tar gli aveva dato ragione, il Comune di Pomezia avrebbe risparmiato centinaia di migliaia di euro (che non si sa se saranno mai recuperati). Adesso, come dicevamo, il Comune si è finalmente attivato per cercare di recuperare quanto pagato in più. Ma, visto che i dirigenti già per la delibera si sono rivolti al Tar, temendo di dover affrontare lunghe cause legali, l’Ente ha deciso di rivolgersi all’avvocato Donato D’Angelo per una consulenza legale (costo 23 mila euro). Lo stesso legale seguirà le azioni di recupero e gli eventuali contenziosi che dovessero sorgere. Gli stipendi d’oro: cosa dice il Mef nella relazione La verifica amministrativo-contabile effettuata dal Mef tra il 22 novembre 2012 e il 15 gennaio 2013 riporta contestazioni pesanti nei confronti dei dirigenti, oltre che del personale di staff. Troppo alti i loro stipendi, con l’illegittima erogazione dei compensi ai dirigenti in violazione del principio di onnicomprensività della retribuzione dirigenziale dal 2007 al 2012. Ma c’è anche l’illegittimo affidamento di incarichi dirigenziali ex art. 110, comma 2, del TUEL con indebito pagamento dei relativi corrispettivi nel periodo dal 2007 al 2012, e l’illegittima corresponsione dei compensi al segretario comunale relativa-

mune, che ci sono stati negati per tutela della privacy dei dirigenti. Siamo comunque riusciti ad avere da altre fonti la relazione del 2013, ma non la nota originale del 2018, di cui conosciamo solo il contenuto per sommi capi. Retribuzione accessoria Per “tutela della privacy”, a cui dobbiamo attenerci in quanto ancora c’è un procedimento in corso, non possiamo mostrare i nomi dei dirigenti, ma le cifre sì. Ecco quanto avrebbero preso in più, oltre alle altre cifre già contestate dagli ispettori del MEF, i 12 dirigenti, per un totale di quasi 300 mila euro, solo per: la partecipazione a commissioni di concorso; la copertura ad interim di posizioni dirigenziali vacanti (attività per la quale e’ stata esclusa la possibilità di erogare uno specifico compenso dalla Corte dei conti, Sezione giurisdizionale per la Campania, con sentenza n. 1307/2011); la partecipazione a progetti di produttività variamente denominati, (istituto contrattuale del quale non possono beneficiare i dirigenti, fatte salve le fattispecie espressamente indicate dall'art. 20 del CCNL del 22.02.10). (continua)

Il Comune ci ha negato l’accesso agli atti per questioni di “privacy”. Abbiamo ottenuto, da altre fonti, la relazione del MEF del 2013 ma non quella originale del 2018 di cui conosciamo per sommi capi i contenuti


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i. Il Comune deve riavere milioni di euro: ecco il punto (segue) Altri soldi contestati dagli ispettori sono quelli degli incarichi con relativi costi, sia a personale interno che esterno. Un capitolo a parte viene dedicato alla cosiddetta “clausola di galleggiamento”, ovvero la maggiorazione dello stipendio per la posizione di una specifica figura professionale. “Nel complesso, a titolo di retribuzione di posizione, al xxx è stata corrisposta illegittimamente la somma di € 192.210,00, se calcolata in base all'interpretazione più favorevole al dipendente, che diviene pari ad € 252.728,51 in base all'interpretazione meno favorevole allo stesso”, si legge nella relazione. “Inoltre – proseguono gli ispettori - sempre dall'esame dei cedolini stipendiali, è emersa la corresponsione di somme in violazione del principio di onnicomprensività della retribuzione. Nella tabella 1 vengono riepilogate le somme illegittimamente liquidate. Ma le cifre “importanti” sono inserite nelle retribuzioni di posizione, frutto appunto dell’accordo. Per poter reperire i soldi per pagarle, fu deciso di aumentare l’apposito fondo, quadruplicandone le risorse secondo il MEF in maniera illegittima. Queste le conclusioni degli ispettori nella relazione del febbraio 2013, come scritto nella relazione: “La verifica ha evidenziato che il valore del fondo per il trattamento accessorio del personale dirigente del Comune di Pomezia ha assunto nel corso degli anni un valore superiore a quello che avrebbe dovuto avere in base ad un'applicazione corretta e rigorosa delle norme contrattuali e legislative. Ciò è dipeso dalla mancanza dei presupposti per poter operare gli incrementi previsti dai contratti collettivi e dalla mancata decurtazione del fondo nell'anno 2002. Nella “tabella 2” che segue sono riportati sinteticamente i valori delle risorse indebitamente inserite nel fondo”. Ovviamente la relazione è stata contestata, ma il Mef non ha mollato. Da quello che emerge, dei 5 milioni di euro iniziali che i dirigenti e il segretario avrebbero dovuto restituire, dopo le contestazioni fatte sembrerebbe che la cifra che l’Ente potrà incassare sarà di gran lunga inferiore, oscillante tra 1 e 3 milioni di euro: i conteggi non sono ancora stati effettuati e pertanto non vi è alcuna precisioni in merito, soprattutto se si calcola che alcune cifre potranno essere recuperate interamente, altre al netto delle tasse, altre ancora per nulla in quanto archiviate o assorbite dal cosiddetto decreto “Salva Roma”. Stipendi d’oro ai dirigenti e soldi da recuperare: cosa dice il sindaco Zuccalà “Relativamente ai rilievi del MEF sollevati nei confronti del Comune di Pomezia a Febbraio 2013, che ha interessato gli anni dal 2007 al 2012, si sottolinea che già nel 2014 fu

Tabella 1: le somme riportate dal MEF come illegittimamente percepite

Tabella 2: I valori delle risorse inserite nel fondo per consentire i pagamenti inviato tutto alla Procura della Corte dei Conti e fu dato indirizzo di recupero delle somme nei confronti del personale interessato – ha spiegato il sindaco Adriano Zuccalà - I rilievi interessavano sia il funzionamento dell’Ente, sia le retribuzioni del personale. Nei casi relativi alla prima fattispecie, le controdeduzioni dell’Ente sono state in gran parte accolte, quelle non condivise da parte del MEF sono state inviate alla Magistratura Contabile per le valutazioni del caso di cui si è ancora in attesa dell’esito”. “Sulle retribuzioni del personale, la questione risulta ancora aperta e quantomeno complessa, questo perché negli anni c’è stata una corrispondenza di controdeduzioni tra il MEF e il Comune che ha portato a rilevare la conferma o l’archiviazione di alcune posizioni. Al fine di concludere in maniera definitiva i rilievi effettuati, l’Ente ha proceduto ad affidare a professionisti esterni il calcolo delle somme spettanti e le modalità di recupero delle

somme che, nonostante non siano state ancora quantificate in maniera definitiva, si può ipotizzare già da ora che dovranno riguardare il recupero delle sole somme nette e non delle somme lorde riportate nella relazione del 2013. Il Comune di Pomezia, nel 2016 prima e successivamente nel 2021, ha inviato le note di contestazione e diffida di restituzione delle somme (lorde) al personale interessato. Per le posizioni già definite, alcuni dipendenti si sono già proposti per restituire le somme in forma rateale, per le altre posizioni ancora incerte, si è in attesa della quantificazione definitiva del dovuto nei confronti dell’Ente che, nel momento in cui verrà a conoscenza degli importi, promuoverà tutte le azioni previste per il recupero delle stesse”, ha concluso il Primo Cittadino. Maria Corrao

Così il Sindaco Zuccalà: «Abbiamo inoltrato le contestazioni ai Dirigenti. Alcuni dipendenti si sono già proposti per restituire le somme in forma rateale, per le altre attendiamo la quantificazione definitiva»


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Borghetto, le transenne sono ancora lì A Pratica di Mare aperte (parzialmente) solo alcune strade mentre molte aree sono rimaste interdette scaduto lo scorso 18 agosto il termine ultimo fissato dall'ordinanza, l'ennesima, firmata dal Comune di Pomezia per rimuovere, alla luce del pronunciamento del Tar di luglio, le transenne che impedivano il libero transito sulle strade del Borgo di Pratica di Mare. Quello che però i cittadini hanno trovato quella mattina è stata una semplice rimodulazione delle barriere le quali in alcuni casi sono state arretrate di un paio di metri, in altri hanno parzialmente aperto dei corridoi - comprese due strade su quattro - in aree prima inaccessibili. Dopodiché però la gran parte degli spazi, come ad esempio le aree verdi, Palazzo Borghese e la Chiesa di San Pietro Apostolo, sono rimasti comunque interdetti. Esulta il Comune: «Il Borgo torna accessibile» L'Amministrazione Comunale, alla luce di quanto avvenuto, ha ritenuto evidentemente valide le osservazioni avanzate dalla Nova Lavinium nel rispondere all'ultimo documento del Dirigente all'Urbanistica Curci. Ricordiamo però che il testo prevedeva la “rimozione di tutti i dispositivi che impediscono il libero accesso alla viabilità interna al Borgo di Pratica di Mare” anche se dava al Privato la possibilità di presentare “eventuali memorie e/o istanze, che l’Ufficio avrebbe valutato debitamente”. Ebbene, il tecnico Comunale presente la mattina del 18 agosto, ci aveva subito riferito in effetti che i lavori fatti rispondevano al progetto, per ora non noto, presentato dalla Proprietà. Il Comune ha così spiegato: «Torna accessibile a tutti il Borgo di Pratica di Mare perché sono stati rimossi cancello e transenne (che però sono ancora lì seppur in forma diversa, ndr) che impedivano l’accesso completo al Borgo di Pratica di Mare e creati dei percorsi interni a distanza di sicurezza Nelle foto: dagli edifici. Ora, (dall’alto) il dunque, l’area Sindaco di torna alla pubPomezia Adriano Zuc- blica fruizione e all’interno delle calà; (sotto) attuali transenne Giacomo sorgeranno i nuovi Castro, Pres. ponteggi per la riLatium Vetus strutturazione degli edi-

E’

Quale futuro per il Borgo di Pratica di Mare? L’apertura delle barriere è stata solo parziale La domanda è la seguente: se si è arrivati il ripristino della pubblica fruizione, sulle a questo punto perché allora il Borgo è strade di Pratica di Mare. Peccato che, invece rimasto chiuso tutto questo tempo? di far rispettare - finalmente - le ordinanze comunali, emesse invano da oltre un anno e fici». «Si tratta di risultato importante – ha mezzo, le nuove transenne siano tutte lì, a aggiunto il Sindaco Adriano Zuccalà – Rivincolare la fruizione dei cittadini e ad inipercorrere le strade del Borgo di Pratica di bire il libero transito su porzioni cospicue Mare è una vittoria di tutti i cittadini che, fidelle strade stesse del Borgo medievale», atnalmente, avranno la possibilità di visitare taccano dall'Associazione. «Quali scuse acuno dei siti più importanti della nostra città. camperanno adesso? La riqualificazione In questi tre anni, la documentazione prodegli edifici? Falso. Si è dibattuto tanto, dal dotta in giudizio dal Comune ci ha dato ralontano 2016, di una riqualificazione che non gione, segno della bontà del nostro operato. arriva mai. La realtà è che sono trascorsi cinNonostante molti parlino a sproposito sulla que anni dall'inizio dei lavori. Dov'è la vovicenda, come Ente continueremo in tutte le lontà di riqualificare? La volontà, semmai, sedi preposte a far valere i diritti della nostra era quella di chiudere le strade. La realtà è comunità. Oggi si apre una nuova prospetche moltissimi edifici sono all'abbandono. Il tiva, adesso bisogna procedere rapidamente resto sono chiacchiere. La pubblica incolucon la valorizzazione e la riqualificazione demità? Falso. Tra le aree inibite dalle nuove finitiva dell’intero Borgo, integrandolo a transenne rientrano gli spazi limitrofi al Papieno nell’offerta culturale di Pomezia». lazzo Borghese e alla chiesa di San Pietro Latium Vetus all'attacco: «Solo fumo Apostolo che non sono nemmeno a rischio negli occhi dei cittadini» di crolli! Che dire poi delle nuove transenne Di certo, c'è da dire, i toni entusiaapposte perfino ad impedire l'avvicinamento stici del Comune stridono in realtà alle due aree a giardino prospicienti la con quanto è possibile vedere nel chiesa? Anche le aree verdi inedificate sono Borgo sebbene, ripensando a un a rischio di crolli?». «Una novità però c'è, anno fa, passi in avanti siano stati malgrado il continuo tentar di gettare fumo effettivamente fatti. Dopodiché, la negli occhi dei cittadini negando la realtà: le domanda è la seguente: se si è arrivati a transenne continuano incessantemente ad questo punto perché allora il Borgo è riarretrare. La legalità continua la sua marcia masto chiuso tutto questo tempo? per la quale continueremo incessanti ad opeMa andiamo avanti. Ecco ad esemrare. Ai cittadini il compito di sostenere la lepio il commento dell'Associazione galità e di saper distinguere coloro i quali Latium Vetus sui recenti sviluppi a tentano di ostacolarla». Pratica di Mare: «Il Sindaco ha annunciato, quella che - a suo dire - saLuca Mugnaioli rebbe l'avvenuta 'rimozione' delle transenne, ovvero la vittoria dei cittadini ed

Transenne rimodulate a Pratica di Mare: per il Comune il Borgo è tornato “finalmente accessibile a tutti” ma la realtà stride con quanto è possibile vedere nell’area. Sono stati fatti passi avanti, è vero, ma molte zone sono ancora ‘off limits’



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Usura a Pomezia, incubo senza fine: imprenditore ‘t aglieggiato contemporaneamente da più strozzini. Telefonate a tutte le ore. Intimidazioni. Pressioni. La voce amichevole che improvvisamente cambia tono e si fa minacciosa, incutendo terrore e ansia per la sorte dei propri familiari. Succede a Pomezia, dove l’usura è una piaga sanguinante che si nasconde sotto il velo di un’apparente normalità. Questa è la storia di un imprenditore pometino costretto a pagare anche 55 mila euro al mese per poter pagare i suoi usurai. Un incubo senza fine, almeno fino a quando Fabrizio (nome di fantasia) prende coraggio e denuncia il primo strozzino. Del primo arresto hanno parlato tutti i giornali: l’usuraio era un ex pugile, Francesco Lomasto. A seguito di alcuni problemi finanziari dovuti a un debito milionario con Equitalia, l’imprenditore si era rivolto all’ex pugile per avere dei soldi in prestito, 250 mila euro. Lomasto, vedendo in lui un ottimo “affare”, La storia è quella dell’imprenditore gli fa la sua offerta: i soldi gli verranno dati pometino costretto a pagare anche 55 in 5 tranche da 50 mila euro, mentre la restimila euro al mese per poter pagare i suoi tuzione deve avvenire con un tasso mensile usurai. Un incubo senza fine, almeno fino del 10%, ovvero il 120% annuo. In più, ima quando trova il coraggio di denunciare mediatamente, l’imprenditore deve ricomprarsi un appartamentino che aveva appena nell’ottobre del 2018, uno dei suoi appartavenduto a 55 mila euro a Lomasto, ma a 80 menti, comprensivo di box auto, ad un certo mila euro, facendogli così guadagnare ben 25 Sergio C. Ed è proprio lui che, quando ‘Fabrizio’, nel dicembre 2019, si trova nell’impelmila euro netti in pochi mesi. Inizia così lente bisogno di avere a un incubo che lo porta a pagare disposizione soldi per pagare i 350 mila euro nel giro di 3 anni, I DEBITI suoi debiti, si offre di aiutarlo con un residuo di 140 mila Lomasto presta euro di debito, destinato a all’imprenditore 250mila euro con un prestito “a fermo” di 50 mila euro. Ma, ovvianon essere mai estinto. E da restituire con un tasso poi favori, orologi e gioielli mensile del 10%. In più l’uomo è mente, come per tutti i prestiti usurari, non si quando non c’è la possibicostretto a ricomprarsi un lità di avere accesso ai soldi appartamento che aveva appena tratta di soldi suoi: l’uomo sottolinea che dietro ci contanti. Ad oggi sono venduto all’ex pugile, sono “quelli del campo rom state sei le udienze presso la pagandodolo 25mila euro di via Pontina” per far capire X Sezione Penale di Roma. in più che potranno esserci brutte conQuesta è la “storia vecchia” e coseguenze in caso di mancato paganosciuta. Ma ce n’è un’altra, che nesmento delle rate. suno ancora sa. Il prestito a tassi usurari: 120% annuo L’imprenditore, infatti, non era Il prestito offerto da Sergio ha condizioni ben taglieggiato solo da Lomasto Per poter pagare il fisco - con cui ha un de- precise: dei 50 mila euro offerti, con tasso bito di un milione e 700 mila euro - e nel al 10% mensile, gli interessi del primo mese contempo far fronte al debito contratto pro- vengono scalati subito. I due si incontrano prio con l’ex pugile, ‘Fabrizio’ aveva bisogno il 13 dicembre del 2019 presso un bar di via di altri soldi. Grazie all’intermediazione di un Pontina, all’entrata nord di Pomezia, e da lì si comune conoscente, aveva dato in affitto, allontanano di circa un chilometro per rag-

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giungere un edificio dove avviene la consegna del denaro già decurtato degli interessi del primo mese: all’imprenditore vengono quindi consegnati solo 45 mila euro. Sergio specifica che il 13 di ogni mese dovranno essere consegnati 5 mila euro di interessi, cosa che l’imprenditore riesce a fare puntualmente fino a marzo. Poi, a causa del Covid (ricordiamo che l’uomo stava nel frattempo pagando anche Lomasto), il 13 aprile porta a Sergio solo 2500 euro, consegnandogli l’altra metà 4 giorni dopo. Maggio viene pagato puntualmente, ma a giugno ‘Fabrizio’ chiede di poter dilazionare i pagamenti all’interno del mese con frazioni da 1000 euro ogni 6 giorni, mantenendo comunque la cifra originaria dei 5000 euro mensili. Ma l’usuraio si indispettisce e da quel momento inizia a minacciare sia verbalmente che tramite messaggi l’imprenditore, oltre a fare pressioni e a sottrargli merce di vario tipo. (continua)

Del primo arresto, quello di Francesco Lomasto, hanno parlato tutti. Ma c’è un’altra storia, che nessuno ancora sa: l’imprenditore infatti non era vessato solo dall’ex pugile pometino

Dietro l’incubo dell’imprenditore non c’era solo Lomasto: per pagare il fisco - un debito da oltre 1 milione e mezzo - e i tassi del 120% annui all’ex pugile, l’uomo si rivolge ad un altro usuraio: e così i soldi da restituire crescono vertiginosamente


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taglieggiato’ contemporaneamente da più strozzini ‘Fabrizio’ non riesce più a pagare la rata in un’unica soluzione ma comunque rispetta l’importo mensile. Ma l’usuraio non lo accetta e scattano le ritorsioni (segue) La casa, l’automobile, i mobili L’usuraio, anche se l’imprenditore riesce sempre a saldare il suo debito entro il mese, infastidito dal fatto che i 5000 euro non fossero in una sola soluzione, inizia a pretendere (e ottenere) mobili gratis per la sua casa in affitto e per quella della figlia. Ma non solo: minaccia anche di impossessarsi dell’appartamento di ‘Fabrizio’ chiudendolo e non pagando più il canone di locazione. Poi, non contento, gli chiede anche un’auto di lusso. “Ma scusa un attimo – gli chiede in modo ostile – una macchina da darmi tu ce l’hai, qualche macchina?”. “Io con la gente ci ho parlato, adesso il 13 dicembre rivogliono tutti i soldi, non vogliono più andare avanti a queste condizioni”, minaccia Sergio il 19 novembre del 2020. L’imprenditore ribadisce che in 11 mesi ha pagato 55 mila euro di interessi, senza mai saltare alcuna rata: “Mi sembra di essere corretto”, prova a difendersi. Ma il carnefice qualche giorno dopo insiste: “Qua sta degenerando questa cosa, io te lo dico! La gente vuole venire a casa! Vuole che adesso gli lascio la casa, vedi a che punto siamo arrivati? Io te faccio le cortesie, ma questi sono pezzi de m…, mi chiamano ogni due giorni”. L’arresto È proprio dopo queste minacce che ‘Fabrizio’ non ce la fa più. È psicologicamente distrutto. Anche se non paga più l’ex pugile, arrestato a

La vicenda ha messo in luce la presenza nel territorio di Pomezia di una fitta rete di usurai appartenenti alla criminalità organizzata

nisti personaggi di Pomezia e portandolo, nel novembre 2020, a denunciare anche questa vicenda, che ha messo in luce la presenza nel territorio pometino di una fitta rete di usurai appartenenti alla criminalità organizzata i maggio, la pandemia ha rallentato i suoi afquali vessano a vario titolo imprenditori, fari e capisce che non riuscirà mai a saldare commercianti e artigiani del territorio. I cail debito con l’usurario. Dopo 11 mesi, infatti, rabinieri hanno quindi concordato con la vitla quota capitale è ancora intatta, nonostante tima un appuntamento con l’estorsore abbia pagato già 55 mila euro, più i per il 29 dicembre 2020, giorno in 5 mila iniziali. Deve decidere se cui doveva essere effettuata la crollare o andare avanti. AlLA TRAPPOLA consegna di una delle rate. l’arresto di Sergio si è arri- I Carabinieri concordano con Non appena Sergio ha vati grazie alla tenacia dei la vittima un appuntamento con preso in mano il denaro, i carabinieri di viale Asia l’estorsore il 29 dicembre 2020 con militari dell’arma sono inche, dopo la vicenda Lo- la scusa del pagamento di una rata: tervenuti e hanno arremasto, hanno approfonma non appena l’uomo riceve i stato il 41enne, nato a dito le indagini, soldi scatta il blitz dei militari Roma, ma di origini dell’est realizzando che ‘Fabrizio’ che lo arrestano in flagranza Europa, arrestandolo in flaera coinvolto anche in altri di reato granza di reato. Il 22 giugno si contesti che vedevano protagoè svolto, presso il Tribunale di Roma, il processo, che ha visto la condanna di Sergio a 3 anni di reclusione e 6000 euro di multa e l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. L’uomo, in sede processuale, ha confessato ogni sua colpa, ammettendo di essere l’unico autore del reato (i fantomatici uomini del campo rom erano stati inventati per mettere ansia e paura alla vittima), ha restituito il denaro preso come interesse, oltre alla chiave dell’appartamento ed ha accettato di risarcire la Federazione italiana Antiracket a cui la vittima si è appoggiata durante tutto il percorso. In questo modo non ha avuto aggravanti della pena. Da ulteriori indagini non si esclude che ‘Fabrizio’ possa essere vittima di altri usurai pometini, oltre a Francesco Lomasto e a Sergio, pertanto le indagini dei carabinieri continuano alacremente.

Per l’altro prestito ‘Fabrizio’ restituisce 5 mila euro solo di interessi ogni mese: dopo 11 mesi ha già pagato 55 mila euro ma la quota capitale è ancora intatta. Sfinito, decide nuovamente di denunciare

Maria Corrao L’estorsore, Sergio, si era inventato perfino l’amicizia “con quelli del campo rom” per spaventare la vittima. Dopo la confessione è stato condannato a 3 anni di reclusione


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‘Spaccio Torvaianica’: la droga (facile) sul litorale Ecco come si rimedia la cocaina: e con un sovraprezzo viene consegnata anche a domicilio ammene una, fratè”. Comprare la cocaina, a Torvaianica, è semplicissimo. Basta decidere quanto si vuole spendere. Le dosi sono da 30, 40 o 50 euro: dipende dalla purezza e dal quantitativo di sostanza contenuta all’interno dell’involucro di sottile carta che avvolge la polvere bianca. I posti per acquistarla sono ovunque, così come i pusher. Per renderci meglio conto di questa realtà, abbiamo trascorso una serata con una persona che ci ha guidato nel mondo sommerso della droga del litorale pometino, alla ricerca di “una dose”. Una delle maggiori piazze di spaccio è piazza Kennedy, dove il martedì si svolge il mercato, che con Tra le maggiori piazze di spaccio c’è il buio si trasforma in un via vai di traffici ilPiazzale Kennedy oppure un minimarket legali, ma qui lo smercio di sostanze stupefasempre della zona. Ma la droga centi avviene solo su appuntamento o se si non è per tutti, viene consegnata conosce il pusher. Basta appostarsi per rensolo a persone “fidate” dersi conto di quanto accade, anche – seppur meno frequentemente – in pieno giorno. I sotto agli occhi di tutti e proprio per questo clienti a volte sono persone insospettabili: passano inosservati. Tra una battuta, uno quarantenni e cinquantenni in giacca e cra- scherzo e una cosa da bere, tra questi piccoli vatta, magari appena usciti dall’ufficio, che gruppetti di giovani che sostano nelle pannon trovano di meglio che rilassarsi facendo chine in marmo o a ridosso della vegetazione qualche “tirata”. Ovviamente ci sono anche i ci sono in realtà dei punti di riferimento per ragazzi, che acquistano però perlopiù mari- i tossicodipendenti della zona. Basta uno juana e hashish. I pusher che frequentano sguardo, un gesto e il pusher capisce. Cliente questa piazza sono di solito molto giovani, e spacciatore si allontanano un po’ dal resto intorno ai 20/25 anni, prevalentedel gruppo per evitare di essere visti mente italiani, anche se a volte durante lo scambio. “Da quanto capitano degli stranieri “over la vuoi?”, gli chiede il pusher. I PREZZI quota”. Qualora qui non si Le dosi sono da 30,40 o 50 “Dammela da 40”. “Ce l’ho trovasse nulla, basta fare euro. E per chi non vuole fare da 30”. Il tutto dura meno pochi metri: in un minidi due minuti. La nostra fatica c’è un metodo anche più market a poca distanza, ricerca su quanto sia facile semplice: la consegna a domicilio. oltre a birre e specialità exacquistare la droga a Tortraeuropee, si trovano dosi Costo del servizio, con consegne vaianica non finisce qui. entro mezzora, 50 euro. di cocaina. Ovviamente Sempre in centro, la sera non per tutti: la merce viene altri pusher frequentano i consegnata solo a clienti fidati giardinetti di piazza Italia, nei o accompagnati da persone conopressi della fermata dei pullman. sciute, per paura di essere scoperti. Il Qui “girano” soprattutto stranieri. Così “lato negativo” di questo minimarket è che la come sono stranieri, specialmente albanesi e cocaina non si trova a tutte le ore, ma solo a sudamericani, sono gli spacciatori, stavolta tarda serata, per evitare i controlli, quindi se di un livello superiore, che frequentano un si prova durante il giorno difficilmente si bar del lungomare: sono loro che rifornipotrà ottenere qualcosa, a meno che non ci scono i trans della zona e che vendono la sosi accordi diversamente. Il giro prosegue: sul stanza stupefacente ai piccoli pusher. Ma per lungomare, lato spiaggia, lo spaccio è camuf- chi non vuole fare fatica c’è un metodo molto fato dalle comitive di ragazze e ragazzi, anche più semplice di acquistare droga, oltretutto minorenni. Si trovano proprio al centro, di ottima qualità: il servizio a domicilio.

“D

Basta mandare un messaggio a un certo numero telefonico, fare l’ordinativo - ovviamente senza mai fare riferimento alla cocaina, che viene chiamata con altri nomi, solitamente di frutti o cibi in genere - e dopo circa 20/25 minuti arriva un’auto che effettua la consegna. Costo del servizio? 50 euro. Questo è solo una parte di ciò che accade, che coinvolge i piccoli spacciatori e qualcuno un po’ più elevato rispetto al giro dei pusher di strada. Ma, dietro questa “crosta” c’è molto di più. C’è chi tira le redini, chi vende i grossi quantitativi e fa arrivare fiumi di droga sul litorale. Da Campo Ascolano a Torvaianica Nord, passando dai Tre Grattacieli, tutta la zona è stata conquistata da tempo e la morte di Selavdi Shehaj, Simone il “Passerotto”, non ha certo fatto cambiare le cose. Lo dimostra l’arresto, avvenuto nel mese di agosto, di N.Z., 48enne gestore di uno stabilimento balneare a Torvaianica, trovato insieme a un altro uomo, M.D.S., in possesso di ben 11 chili di droga tra hashish, marijuana e cocaina, così come l’arresto di un 53enne, colto sul fatto una settimana dopo sulla stessa strada con un chilo di sostanza stupefacente. Come veniva gestita tutta questa droga? Da chi era stata acquistata? Chi ha in mano adesso il “giro grosso” della droga a Torvaianica e sul litorale fino a Tor San Lorenzo? Sono tutte domande a cui gli inquirenti stanno cercando in tutti i modi di dare risposte, ma che sembrano avere davvero dei veli oscuri che le avvolgono. Come il volto del killer di Simone il Passerotto. Maria Corrao

I clienti a volte sono persone insospettabili: quarantenni e cinquantenni in giacca e cravatta, magari appena usciti dall’ufficio, che non trovano di meglio che rilassarsi facendo qualche “tirata”



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Bando spiagge: niente scorrimento in graduatoria per i pre rima la scoperta di non essere rientrati nel bando, poi l'amara scoperta di vedere inutilizzato lo spazio per il quale era stata avanzata la propria candidatura. E' questo, in sintesi, lo scenario che ha visto protagonista suo malgrado l'Associazione Impegno Donna che aveva fatto richiesta per la stagione estiva 2021 ad Ardea di uno spazio per dar seguito al progetto del “Beach Village”, meglio conosciuta come la “spiaggia dell'inclusione”. E così, dopo tre anni, nei quali Impegno Donna aveva creato un vero e proprio punto di riferimento per il mare accessibile (davvero) a tutti nella zona sud di Roma e ai Castelli, il progetto ha subito brusco stop. Ma oltre alla notizia di per sé negativa, che ha comunque scatenato numerose polemiche tra le associazioni che lottano per i diritti delle persone con disabilità, a metà agosto si è aggiunta pure la “beffa”: la vincitrice del lotto che aveva battuto al 'fotofinish' (per soli 0,16 punti, ndr) l'Associazione Impegno Donna, ha infatti rinunciato all'assegnazione lasciando di fatto “scoperto” il

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Il lotto numero 2, tra Via Caltanissetta e Via Cagliari, è rimasto inutilizzato e Via Cagliari, ce ne sono stati altri. Lo stesso scenario si è presentato con l'area numero “6” sul lungomare dei Troiani, rimasta anch'essa scoperta. Anche al primo lotto (tra Via Caserta e Via Campobasso), a dir la verità, pur essendo pervenuta un'offerta e fatta la relativa assegnazione, a fine agosto non abbiamo trovato nulla sulla spiaggia. In altri tre non siamo riusciti ad accedere in quanto le vie corrispondenti ai lotti assegnati si tro-

Cosa è successo Messo così il bando sembrerebbe essere stato allora un mezzo “flop”. In realtà è stato esattamente il contrario dato che sono pervenute all'Ente un numero perfino maggiore di offerte rispetto ai 10 lotti a gara e in alcuni casi per una singola area, come nel caso di Impegno Donna, ci sono state fino a tre offerte. Alla chiusura dei termini inoltre per 9 lotti su 10 era stata fatta una regolare assegna-

Il caso emblematico è stato quello di Impegno Donna: in uno dei lotti in cui è arrivata seconda - peraltro non senza perplessità - la persona vincitrice ha rinunciato all’assegnazione (ad agosto) lasciando inutilizzata l’area tratto di spiaggia che non ospiterà così alcun tipo di stabilimento. Un paradosso insomma. Il nostro viaggio è iniziato proprio da qui dato che, da quanto abbiamo appurato, non si è trattato di un caso isolato. Bando spiagge, almeno 3 stabilimenti su 10 non sono operativi Insieme al “lotto 2”, ovvero una delle aree per la quale l'Associazione Impegno Donna aveva fatto richiesta, sita tra Via Caltanissetta

vano all'interno di Consorzi. L'area numero 10 invece non ha ricevuto alcuna domanda perché a pesare è stata la difficoltà di accesso al mare – raggiungibile solo attraverso o un sentiero 'angusto', peraltro nemmeno in diretta corrispondenza del lotto, o passando per un camping privato (?), per non parlare della distanza della spiaggia dalla la via principale – che ha di fatto scoraggiato i potenziali offerenti.

zione. E allora cosa è successo? E' proprio qui infatti che qualcosa, sulla base dell'avviso di gara pubblicato, si è “inceppato”. Alcuni assegnatari infatti avrebbero semplicemente rinunciato come peraltro sarebbe già accaduto altre volte con i bandi degli anni scorsi. Eppure un passaggio del bando precisava: “Nel caso di motivi di impedimento alla stipula della concessione col soggetto assegnatario l'amministrazione procederà all'assegnazione del servizio al concorrente che segue in graduatoria, fatta salva ogni azione di risarcimento danni. Ugualmente si procederà alla chiamata del concorrente che segue in graduatoria nei casi previsti dalla normativa vigente”. Ma per il caso di una successiva ed evenutale rinuncia invece - e in alcuni casi ciò è avvenuto a distanza di diversi giorni dalla chiusura del bando - sembrebbe non essere stato previsto, o comunque attuato, nulla. (continua)

Dopo tre anni stop al “Beach Village”: la spiaggia (veramente) accessibile a tutti quest’anno non ha aperto. Era diventata un punto di riferimento per tutte le persone con disabilità a Roma sud

Nel lotto 1, 2 e 6 non abbiamo trovato nulla. Il 10 non ha ricevuto invece alcuna offerta a causa delle difficoltà per accedervi. Altri sono situati dentro ai Consorzi


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sidi “anti Covid” sull'arenile, alcuni lotti restano inutilizzati' (segue) Ad ogni modo perché qualcuno dovrebbe partecipare ad un bando, vincerlo, e poi non dar seguito all'attività che si voleva intraprendere (salvo motivazioni serie chiaramente)? Che c'entri in qualche modo la (pur legittima) partecipazione al bando di soggetti che gestivano già stabilimenti o attività poi risultati vincitori di lotti magari confinanti? Non lo sappiamo. Ma in ogni caso, in ottica futura, non sarebbe opportuno penalizzare chi rinuncia - dopo un certo numero di giorni e senza valido motivo - magari impedendogli future partecipazioni a bandi analoghi? Precisiamo che non stiamo parlando di pratiche “scorrette”, anche perché l'avviso di gara non prevedeva paletti di questo tipo, quanto piuttosto pensare ad una rimodulazione del bando differente e più “stringente”, affinché l'Amministrazione possa raggiungere lo scopo prefissato che era quello, ricordiamo, di “presidiare al meglio gli arenili liberi per monitorare e vigilare maggiormente sulle misure di contenimento del COVID-19”. Altrimenti tutti gli sforzi vengono vanificati. Nessun scorrimento di graduatoria Il risultato finale dunque, per questa estate, non è stato proprio dei migliori. Il problema principale è stato comunque il non aver proceduto con lo scorrimento di graduatoria laddove ci fosse stato un secondo offerente. Chiaramente in tempi brevi, altrimenti sarebbe impensabile anche per chi è arrivato secondo preparare la propria attività a stagione ormai inoltrata. Il caso di “Impegno Donna”, soprattutto in virtù dei servizi offerti prevalentemente orientati alle persone con disabilità, è stato emblematico ma una situazione analoga si è verificata nel “lotto 6” anche se verosimilmente per una causa differente: la persona che si era aggiudicata l'area infatti è risultata vincitrice anche della “4” ma l'avviso, pur dando la possibilità di presentare un'offerta per più lotti, concedeva la possibilità in caso di assegnazione multipla, comunque di poterne gestire soltanto una. Un ostacolo a cui si sarebbe potuto rimediare, anche qui, con un semplice scorrimento di graduatoria ma non è stato fatto. Anche perché, considerando la vicinanza di molti lotti tra di loro come previsto dal bando, se uno stesso soggetto dovesse aggiudicarsi due o tre punti consecutivi sull'arenile l'Amministrazione si ritroverebbe con lunghi tratti di spiaggia inutilizzati facendo venir meno così l'essenza stessa delIl bando era nato con l’obiettivo di presidiare il litorale e far rispettare le norme “anti Covid”: ma alcuni lotti sono rimasti inutilizzati anche a causa del mancato scorrimento della graduatoria

Impegno Donna: «Punteggio del bando 2021 assegnato con ‘decimali’, ma non era previsto nei criteri». E lo schema di assegnazione dei punti non è stato reso ancora noto l'iniziativa. L'attribuzione dei punteggi Ma non è finita qui. Del resto che qualcosa non tornasse nell'avviso di gara per le spiagge 2021 lo avevamo già sottolineato ad agosto con un servizio sulla nostra testata online. «La prima osservazione che vorrei porre alla attenzione di tutti è che l’assegnazione dei punteggi nel 2021 ha seguito una logica e un metodo non previsto nel disciplinare e che non è mai stato applicato nei bandi precedenti del 2020 e del 2018», ci aveva spiegato ai nostri microfoni a questo proposito Massimo Campanelli, segretario dell’associazione “Impegno Donna”, che alla resa dei conti è stata quella più penalizzata. «Stranamente il punteggio è stato assegnato secondo decimali che non erano assolutamente previsti nei criteri di assegnazione degli arenili nel disciplinare di gara. Il bando prevedeva che a parità di punteggio avrebbe vinto chi avesse presentato la propria offerta prima cronologicamente. Stranamente, ribadisco, all’associazione Impegno Donna sono stati assegnati 0,16 punti in meno di un’altra concorrente con una attività commerciale, la quale ha inviato via PEC la propria offerta ben 8 giorni dopo l’associazione Impegno Donna, come ben evidenziato nei verbali della commissione giudicatrice». La stessa che poi, i primi di agosto, sempre via PEC, ha rinunciato all'Assegnazione. Inoltre, fino a questo momento, non è noto lo schema dell’Assegnazione del punteggio in relazione alla documentazione presentata, come era stato fatto invece, ad esempio, nel 2020. Ma Campanelli prosegue: «Ci risulta inadeguata anche l’assegnazione di punteggi legati alla dichiarazione in sede di bando di gara in merito alla presenza di servizi e attrezzature per persone con disabilità, allorché tutti i partecipanti dichiarano che provvederanno entro un massimo di 15 giorni dall’assegnazione dell’arenile a dotarsi di una sedia JOB e di un deambulatore per l’accesso al mare e alla spiaggia di persone con disabilità, oltre ad altri ausili per agevolare la fruibilità delle spiagge ai disabili, quando invece per oltre un mese dall’assegnazione degli arenili non solo non si sono viste né sedie JOB e né deambulatori, ma neppure un pattino e un bagnino di salvataggio, almeno fino al 24 luglio 2021, in alcuni dei lotti andati a gara». Quindi, un passaggio sui depositi cauzionali: «Come Associazione stiamo aspettando ancora la restituzione

del deposito cauzionale di 1.000 € versato per la partecipazione al bando del 2018 (almeno per noi ed altri due assegnatari di spiagge attrezzate). Abbiamo chiesto anche la restituzione immediata del deposito cauzionale di 1.500 € versato per la partecipazione al bando del 2021, dato che nel modello 2 al punto 9) era chiaramente chiesto il versamento, pena l'esclusione dal bando stesso, ma ancora non abbiamo alcun riscontro su entrambi i depositi». «Il risultato di questo bando, che presenta diverse “anomalie” e “discrepanze”, è che dopo mesi di chiusura e grandi difficoltà per le persone con disabilità, aggravate dalla pandemia Covid19, non è consentito andare al mare con pari opportunità alle persone con disabilità – chiosa infine il Segretario dell’Associazione – In questi tre anni di gestione della ‘Spiaggia della Solidarietà e dell’Inclusione’, Impegno Donna Beach Village, abbiamo creato una comunità di persone solidali che credono nell’inclusione sociale e che ora chiedono di ritrovarsi e di riunirsi, affinché un progetto che ha avuto un grande successo, proprio perché corrispondente a bisogni ampiamente disattesi altrove, possa tornare operativo». Comune consapevole dei problemi Il Sindaco Mario Savarese, da noi interpellato a proposito, ha riferito che, ad esempio, l'eventualità di prevedere lo scorrimento di graduatoria era nelle intenzioni dell’Amministrazione ma che a causa “di gravi ritardi” - dovuti anche ad un caso di “malattia di chi si occupa del demanio” - non è stato possibile, altrimenti“uno scorrimento ci sarebbe stato“. Speriamo dunque che per il prossimo anno, se si vorrà riproporre nuovamente il progetto, vengano fatti i dovuti accorgimenti ed evitare gli ostacoli che hanno limitato, purtroppo, il successo dell'iniziativa per quest'anno. Luca Mugnaioli

L’Ass. Impegno Donna è stata la più penalizzata: «Il risultato di questo bando, che presenta diverse “anomalie” e “discrepanze”, è che dopo mesi di chiusura e grandi difficoltà per le persone con disabilità, aggravate dalla pandemia Covid19, non è consentito andare al mare con pari opportunità per tutti»


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Discariche abusive, emergenza ad Ardea Ancora tantissimi gli abbandoni di rifiuti sul territorio, i cittadini tornano a chiedere interventi on c'è davvero pace ad Ardea sul fronte delle discariche a cielo aperto presenti sul territorio, nemmeno durante le vacanze. Anzi, semmai è il contrario: è proprio nei mesi estivi che si concentrano i maggiori abbandoni i quali, c'è da dire, sono per la maggior parte circoscritti più o meno nelle stesse zone. Non mancano però anche le “new entry”, come ad esempio Via Piacenza, alla Nuova Florida: basta infatti l'accumulo di uno o due sacchetti che improvvisamente lo 'zozzone' di turno si sente autorizzato a buttarci anche i propri rifiuti. E così le discariche abusive crescono e si diffondono a macchia d'olio. La strada sbarrata dai rifiuti C'è il caso ad esempio di Via Pisa, sempre alla Nuova Florida. Qui i rifiuti hanno creato un vero e proprio sbarramento impedendo addirittura il transito dei veicoli. Passandoci a piedi è possibile trovare di tutto: elettrodoVia Pisa: un’intera strada bloccata dalla spazzatura, le auto non possono passare mestici, una collezione completa di già riempita di rifiuti d’ogni sorta, tra VHS, mobili di vario genere, comsacchi di indifferenziato, resti di ponenti elettroniche, vernici. A lavori edilizi e perfino sanitari. GLI INCIVILI bordo strada ci sono anche i Giorni fa inoltre, anche qui, STANNO VINCENDO resti bruciacchiati di sacchi un incendio ha mandato in Il Comune sta perdendo la della spazzatura che ovviafumo parte della spazzatura battaglia contro gli ‘zozzoni’ mente non si sa cosa contepresente sprigionando fumi che infischiandosene di ogni nevano. tossici. Lo zozzone col...reddito di regola usano le strade come (continua) le proprie discariche cittadinanza personali Poco distante c'è la discarica di Via Piacenza, menzionata in apertura, diventata “famosa” ad agosto perché tra i sacchi della spazzatura lanciati in strada è stato rinvenuto un modulo del reddito di cittadinanza con tutti i dati del proprietario. La strada scelta dallo 'zozzone' distratto, si è

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Nelle foto: (a sx) uno ‘zozzone’ distratto ha lasciato dentro i sacchi un suo documento in Via Piacenza

Le situazioni più critiche (ma non le uniche): Via Pisa, Via delle Salzare e Via Pavia. Segnalazioni anche da Via Lecce e Via Piacenza. Ma in tanti punti del territorio è possibile vedere sacchi abbandonati lungo strade e fossi


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settembre 2021 (segue) Via Pavia e Via delle Salzare Nella famigerata area dove dovrebbe sorgere l'isola ecologica, questione che si trascina da anni, l'abbandono dei rifiuti non si è mai fermato nonostante gli interventi di pulizia nel tempo da parte del Comune. Accanto al new jersey che indica la chiusura della strada (che invece è aperta) campeggiano scarti di ogni tipologia e genere compreso resti di quello che un tempo era un divano. Continuando il nostro “tour” situazione invariata in Via delle Salzare, dove invece l'isola ecologica c'è ed è operativa, dove i rifiuti continuano ad essere presenti a bordo strada costituendo un grave pericolo per chi deve transitarvi. Via Lecce e Via Reggio Emilia Un lettore ci scrive infine per “segnalare l'accumulo, sempre più consistente, di rifiuti abbandonati all'incrocio tra Via Lecce e Via Reggio Emilia in prossimità del boschetto della Chiesa”. «Si tratta di materiale facilmente infiammabile (foglie, arbusti, stralci, plastica, cemento, carta etc) che oltre a rap-

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presentare un grave rischio igienico sanitario per le case in prossimità (alcune delle quali hanno già avuto dei topi in giardino), comporta anche un potenziale pericolo di incendio, vista la prossimità con il bosco e le abitazioni», aggiunge il cittadino. La richiesta, ma vale per tutte le altre segnalazioni, è

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sempre la stessa: un duplice intervento del Comune che consenta da un lato di bonificare in fretta tutte queste discariche abusive, dall'altro prevedere interventi di prevenzione come ad esempio l'installazione di foto-trappole.

Cinque anni fa il terremoto ad Amatrice LA STRAGE - Era il 26 agosto del 2016, sarebbe dovuta essere una giornata estiva come tante altre, ma ad Amatrice quella notte, alle 3.36, la terra ha tremato e si è portata con sé tante, troppe persone, rimaste vittime di quel terremoto di magnitudo 6.0. Un terremoto che ha distrutto il borgo di Amatrice e ha devastato altri 140 comuni limitrofi, arrivando a coinvolgere fino a 600.000 cittadini. 303 i morti, 299 di loro hanno perso la vita sotto le macerie, in quelle case senza più un ricordo. Vite distrutte in pochi attimi, sacrifici vanificati in pochi istanti. IL RICORDO A POMEZIA - Sotto le macerie, tra i corpi ritrovati quel maledetto 26 agosto di 5 anni fa, molti abitavano lungo il litorale romano, 12 di loro erano di Pomezia. E’ ancora vivo, nonostante siano passati anni, il ricordo della quattordicenne Elisa Cafini, del cuginetto Gabriele Pratesi di ap-

pena 8 anni e delle nonne Irma Rendina e Rita Colaceci. A perdere la vita a causa del terremoto anche i pometini Andrea Cossu e Arianna Masciarelli, i coniugi Valentini, Wilma Piciacchi e Paolo dell’Otto. Erano di Torvaianica, invece, Federico Ascani, 60 anni, e sua moglie Giuliana Cellini di 64. “Una ferita ancora aperta – commenta il

Sindaco Adriano Zuccalà – Oggi ricordiamo le tante vittime che persero la vita ad Amatrice cinque anni fa, tra loro anche alcuni concittadini di Pomezia. L’amministrazione comunale e la città tutta si stringono attorno ai loro familiari e all’intera comunità di Amatrice in questa triste ricorrenza”.


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Rientro a scuola col Green Pass Il Ministro Bianchi: “Personale scolastico vaccinato al 90%”. Ma restano diversi nodi da sciogliere li studenti di tutta Italia si preparano a tornare tra i banchi di scuola dopo la pausa estiva. Nel Lazio gli Istituti riapriranno il 13 settembre e c'è attesa per capire che tipo di anno scolastico li aspetterà: l'emergenza Covid ancora non è stata superata ma l'obiettivo di tutti è quello di evitare altri mesi di chiusura o in DAD. Il Governo, proprio per questo, ha puntato tutto sul Green Pass: è questa la vera novità per la scuola e tutto il personale dovrà esibirlo altrimenti non si potrà accedere negli Istituti. Saranno esclusi soltanto i soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con la circolare del Ministero della Rientro tra i banchi di scuola: nel Lazio lezioni al via il 13 settembre salute. Gli studenti rere dal quinto giorno di assenza il rapporto vuto la prima dose di vaccino anti Covid19 Al momento l'obbligo vaccinale si applica di lavoro e' sospeso e non sono dovuti la re- (l’84,21%) e 1.190.932 hanno completato la soltanto agli studenti Universitari. Tutti gli tribuzione ne' altro compenso o emolu- vaccinazione, pari all’81,83%. Per gli altri, alunni dovranno però osservare le dimento, comunque denominato”. In spiega ancora Bianchi, “ci sarà l'invito a fare sposizioni per limitare la diffumolti si sono schierati contro il il tampone”. Ma non gratuitamente come si GREEN PASS sione del Covid-19: dall'uso provvedimento (è stato avan- era pensato all'inizio: in una nota esplicativa I NUMERI DELLA delle mascherine, fatta eccezato anche un ricorso) e infatti il Ministero dell'istruzione ha puntuaSCUOLA zione per i bambini di eta' hanno chiesto al Governo lizzato che le scuole “potranno utilizzare inferiore ai sei anni, per i Su 1.455.308 lavoratori 1.225.586 di modificare tali disposi- parte delle risorse assegnate, e in corso di ashanno ricevuto la prima dose di soggetti con patologie o zioni. Ma il ministro del- segnazione, per l’effettuazione tramite le ASL vaccino anti Covid19 (l’84,21%) disabilita' incompatibili, l'Istruzione Bianchi ha o strutture diagnostiche convenzionate di il rispetto della distanza e 1.190.932 hanno completato la precisato che queste mi- tamponi nei confronti del solo personale scointerpersonale di almeno vaccinazione, pari all’81,83%. E sure non sono “punitive” lastico fragile” e “dunque esentato dalla vacper il Ministro Bianchi un metro, fino al divieto di bensì sono state prese a “tu- cinazione”. Nel Lazio, al 6 agosto, l'80% del sarebbero anche di più accedere alla scuola con una tela dei soggetti più deboli” e di personale scolastico aveva completato il ciclo temperatura corporea superiore a “certo non vogliono rappresentare vaccinale mentre il 99,49% aveva ricevuto al37,5°. uno schiaffo a chi lavora a scuola”. meno una dose (terza Regione in Italia, Personale scolastico: a casa e senza stipen- I numeri: 90% personale scolandr). Le risorse dio chi rifiuta il Green Pass stico vaccinato Il tema dei fondi è l'altro Ma il vero punto centrale del Decreto scuola, Guardando i numeri il Migrande argomento che fa diLAZIO “VIRTUOSO” firmato ad inizio agosto, riguarda docenti e nistro ha inoltre reso noto Al 6 agosto, l'80% del personale scutere. Dopo le polemiche personale ATA. Per loro infatti sarà obbliga- che “il personale della scoppiate lo scorso anno torio esibire la certificazione verde, ovvero scuola al 90% ha aderito scolastico aveva completato il ciclo per i famigerati “banchi a dimostrare l'avvenuta vaccinazione, essere alla vaccinazione su base vaccinale mentre il 99,49% aveva rotelle” quest'anno i rifletricevuto almeno una dose. La guariti dal Covid oppure mostrare un tam- volontaria”. Resta quindi tori sono tutti puntati sul Regione è la pima in Italia per pone negativo riferito al massimo alle 48 ore un 10%”. Ricordiamo che, nodo dei controlli e delle precedenti. In caso contrario, si legge nel all'inizio della campagna copertura della popolazione eventuali sostituzioni del testo, il mancato possesso del green pass “e' vaccinale, docenti e personale personale scolastico. considerato assenza ingiustificata e a decor- scolastico erano stati tra le prime (continua) categorie a poter accedere ai vaccini e Obbligo Green Pass solo per gli studenti Scuola, i tamponi al personale non dunque si poteva già contare su uno “zoccolo Universitari: per tutti gli altri restano in saranno gratuiti : le risorse messe a duro” dal quale ripartire. Ad ogni modo, vigore tutte le misure pracauzionali disposizione del Governo potranno essere stando ad alcune stime, su 1.455.308 lavorapredisposte dopo lo scoppio della usate solo per il personale scolastico fratori della scuola, ben 1.225.586 hanno ricepandemia gile, cioè quello esantato dalla vaccinazione

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La mancata esibizione della certificazione verde è “considerata assenza ingiustificata e a decorrere dal quinto giorno di assenza il rapporto di lavoro è sospeso così come la retribuzione”. Ma in molti non sono d’accordo


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settembre 2021 (segue) “Sono stati assegnati 300 milioni di euro per l’acquisto, da parte dei dirigenti scolastici, di beni e servizi per la sicurezza e per il potenziamento degli apprendimenti”, ha dichiarato ancora il Ministro Bianchi. Con il decreto Sostegni bis “abbiamo assicurato Come , per interventi di edilizia leggera o per noleggiare spazi sostitutivi per la didattica”, ha aggiunto. I nodi da sciogliere Ma a pochi giorni dal suono della prima campanella le questioni non chiarite sono molteplici. In una nota l'Associazione Nazionale Presidi sottolinea sei punti a cui il Governo dovrà dare risposte in fretta: come controllare innanzitutto quotidianamente, “attraverso la App dedicata, il possesso della certificazione verde da parte di tutti i lavoratori in tutti i plessi in cui gli stessi prestano servizio se non con evidente ed evitabile aggravio organizzativo, data l’insufficiente disponibilità di risorse umane già contemporaneamente impegnate nello svolgimento di altri compiti?”. Il secondo punto riguarda la gestione in modo efficace, garantendo il diritto allo studio degli alunni, della sostituzione del personale dichiarato assente per mancato possesso della certificazione verde? “Difatti, da una parte si dispone che l’incarico di supplenza sia conferito al quinto

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Nonostante manchino pochi giorni alla prima campanella restano ancora diverse le questioni da risolvere giorno di assenza del titolare anche nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria, mettendo così a serio rischio il servizio e le condizioni di sicurezza degli alunni; dall’altra, non si è in possesso di indicazioni certe sul termine di durata del contratto di supplenza a causa dei presupposti stessi del rilascio della certificazione verde”. Terzo: come gestire il personale con certificazione verde avente scadenza in prossimità dell’inizio dell’anno scolastico, ad esempio in caso di certificazione verde rilasciata in seguito a guarigione? Inoltre, proseguono i Presidi, “in base alla Nota del Ministero dell’istruzione n. 900 del 18 agosto 2021 e in difformità rispetto a quanto riportato nel Protocollo di Intesa Mi-OOSS del 14 agosto 2021, le scuole utilizzeranno le risorse per effettuare tamponi al solo personale “fragile”. A quale indicazione dovranno attenersi i dirigenti scolastici, a quella contenuta nel Protocollo o a quella riportata nella citata Nota?”. Quinto. “Se le scuole devono effettuare una simile attività di screening, chi ne decide la

cadenza e i destinatari? In altri termini, lo screening sarà effettuato su richiesta del dipendente o sarà il dirigente scolastico, d’accordo con le autorità sanitarie, a determinarne cadenza e possibili beneficiari?”. Infine “quando le scuole potranno disporre di indicazioni chiare sulla gestione del coinvolgimento degli alunni fragili nelle attività didattiche, atteso che il Decreto sostegni bis rimanda a una apposita ordinanza ad oggi non ancora emanata”. “Occorre dunque che l’Amministrazione fornisca tempestivamente risposte chiare che impediscano alle scuole e ai loro dirigenti di esporsi a difficoltà che appaiono al momento ingestibili e insuperabili nonché a contenziosi certi”, concludono i Presidi.

I Presidi: “Chi controllerà i green pass? Come verrà gestito il personale docente in caso di assenze per la mancata certificazione verde? Come funzionerà per i tamponi date le disposizioni contrastanti?»


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Vaccini efficaci contro i ricoveri al 95% Gli ultimi dati dell'ISS confermano il ruolo importante della vaccinazioni nella lotta al Covid entre la campagna vaccinale raggiunge livelli sempre più alti in Italia, siamo al 67% della popolazione raggiunta dal ciclo completo, il vero tema è capire se i vaccini si stiano rivelando efficaci nel ridurre contagi, ospedalizzazioni, terapie intensive e sopratutto decessi. Questo perché se ci soffermiamo sui dati assoluti l'Estate 2021 sembrerebbe essere peggiore di quella dello scorso anno. Innanzitutto va precisato che il confronto non può essere effettuato sullo stesso piano e questo per almeno due motivi: il primo è che nel 2020 l'Italia arrivava ai mesi estivi con un lockdown totale (e reale) andato avanti per 70 giorni; nulla a che vedere con quanto vissuto nella seconda ondata del Covid dato che, se si escludono i provvedimenti delle Regioni a colori, la gran parte delle attività è rimasta aperta. In secondo luogo la variante Delta divenuta prevalente nel nostro Paese. Da considerare, infine, che la maggior parte dei nuovi casi registrata in questi ultimi mesi si riferisce a persone non vaccinate. Cos'è l'effetto paradosso Ma guardiamo ai numeri diffusi dall'ISS a fine a agosto. Negli ultimi 30 giorni, “si rileva

serva che il numero di ospedalizzazioni fra vaccinati con ciclo completo è pari a 456 e mentre nei non vaccinati è più basso, pari a 331. Tuttavia, calcolando a partire da questi dati il tasso di ospedalizzazione negli ultimi 30 giorni, si riscontra come questo per i non vaccinati sia oltre nove volte più alto rispetto come il 26,6% delle diagnosi di SARS-COVai vaccinati con ciclo completo (103,3 2, il 40,4% delle ospedalizzazioni, il vs 11,1 ricoveri per 100.000 abi55,8% dei ricoveri in terapia intentanti). Analizzando allo siva e il 59,1% dei decessi negli COS’E’ L’EFFETTO stesso modo il numero dei over 80 siano avvenuti tra coPARADOSSO ricoveri in terapia intenloro che non hanno ricevuto Quando i vaccini raggiungono siva e dei decessi negli alcuna dose di vaccino”. Si una % elevata di popolazione si over 80, si osserva che evidenzia che, nel momento verifica che il numero assoluto di negli ultimi 30 giorni il in cui le vaccinazioni nella infezioni, ricoveri e decessi sia sitasso di ricoveri in terapopolazione raggiungono alti mile tra i vaccinati e i non vaccipia intensiva dei vaccilivelli di copertura, si verifica nati per via della progressiva nati con ciclo completo è il cosiddetto effetto paradosso dimunizione di questi ben diciassette volte più per cui il numero assoluto di infeultimi basso dei non vaccinati (0,4 vs zioni, ospedalizzazioni e decessi può 7,5 per 100.000 abitanti) mentre il essere simile tra vaccinati e non vaccinati, tasso di decesso è otto volte più alto nei non per via della progressiva diminuzione nel nuvaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo commero di questi ultimi. In pratica, il confronto pleto (12,5 vs 1,6 per 100.000 abitanti). va rapportato alla platea di riferimento dato L'efficacia dei vaccini che i vaccinati crescono sempre di più e i non L’efficacia complessiva della vaccinazione invaccinati diminuiscono. completa nel prevenire l’infezione è pari al Il caso degli over 80 65,1% (95% IC, ovvero Intervallo di ConfiPer esempio, nella fascia di età 80+, dove la denza: 64,8%-65,5%), mentre quella della copertura vaccinale è intorno al 90%, si osvaccinazione completa è pari all’82,5% (95%IC: 82,4%-82,7%). Questo risultato inNei vaccinati con ciclo completo il rischio di dica che nel gruppo dei vaccinati con ciclo completo il rischio di contrarre l’infezione si contrarre l’infezione si riduce dell’83% rispetto riduce dell’83% rispetto a quello tra i non ai non vaccinati. L’ospedalizzazione cala vaccinati. Siccome è una stima basata su un modello statistico, questa implica un livello invece del 95% e la terapia intensiva del 97% di incertezza che è espresso dall’intervallo di confidenza, il quale indica che verosimilmente (con il 95% di probabilità) il valore reale dell’efficacia è compreso tra 82,4% e 82,7%. L’efficacia nel prevenire l’ospedalizzazione, sale all’84,2% (95%IC: 83,7%- 84,8%) per la vaccinazione con ciclo incompleto e al 94,9% (95IC%: 94,7%-95,1%) per quella con ciclo completo. L’efficacia nel prevenire i ricoveri in terapia intensiva è pari all’90,8% (95%IC: 89,5%-91,9%) per la vaccinazione con ciclo incompleto e pari al 97,0% (95%IC: 96,4%-97,6%) per quella con ciclo completo. Infine, l’efficacia nel prevenire il decesso è pari all’84,0% (95%IC: 82,7-85,1%) per la vaccinazione con ciclo incompleto e pari al 97,2% (95%IC: 96,8%-97,5%) per la vaccinazione con ciclo completo.

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Estate 2021 peggio di quella passata? Confronto impossibile: lo scorso anno venivamo da un lockdown totale (reale) di 70 giorni e in più non c’era la variante Delta. E la maggior parte dei contagi (e ricoveri) attuali sono tra i non vaccinati

Negli ultimi 30 giorni il tasso di ricoveri in terapia intensiva dei vaccinati con ciclo completo è ben diciassette volte più basso dei non vaccinati mentre il tasso di decesso è otto volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati conciclo completo»



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Stazione, la sosta sicura...ma a pagamento I pendolari contro il progetto del Comune: «Non può risolversi “tutto” con un balzello ai nostri danni» on sono soddisfatti, almeno per il momento, i pendolari della Stazione di Pomezia dopo l'annuncio, ad agosto, da parte del Comune circa il progetto che porterà due parcheggi a pagamento nelle vicinanze dello scalo ferroviario. Il Comitato che li riunisce ha già provveduto ad inoltrare all'Ente una lettera sollevando tutte le perplessità in merito all'iniziativa giudicata soltanto come l'ennesima “tassa che ricadrà sui cittadini”. Santa Palomba e i suoi problemi mai risolti La stazione di Pomezia rappresenta uno snodo cruciale non solo per la città ma anche per i Comuni limitrofi. Eppure, da anni, versa in uno stato di profondo abbandono e degrado con una miriade di problemi mai risolti né affrontati seriamente. Dopo aver “perso” la sala d'attesa e perfino i servizi igienici la circolazione ferroviaria è stata ridotta tagliando in modo drastico le corse a servizio di Santa Palomba. In ultimo, ma non per importanza, la questione sicurezza, con i furti e gli atti vandalici sulle auto in sosta ancora all'ordine del giorno malgrado le miriadi di denunce e segnalazioni. Il progetto del Comune A tutto questo l'Amministrazione di Pomezia, che condivide le sopracitate responsabilità con RFI, ha deciso di rispondere con un progetto che porterà un doppio parcheggio a pagamento nella zona. La “riqualificazione delle aree di sosta in via della Siderurgia e in via dell'Ecologia ” - ha spiegato il Comune – porterà alla creazione di due parcheggi custoditi e videosorvegliati a pagamento, con contestuale installazione di 5 varchi dotati di sbarre automatiche, servizio di biglietteria diurna e servizio di vigilanza specializzato”. Sul fronte dei costi l'Ente ha fatto sapere che saranno previsti “abbonamenti agevolati per i pendolari”. Ma di cifre per il momento non

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Gli utenti: «Invece di scoraggiare l’uso di mezzi privati potenziando il trasporto pubblico si introduce una nuova tassa sulla sosta» se ne è ancora parlato. tando agli altri un aggravio delle spese di La lettera dei pendolari viaggio, di cui probabilmente si conoscerà Il progetto, come detto, è stato duramente l’entità solo ad intervento realizzato, visto che criticato dal Comitato dei Pendolari si fa riferimento molto laconicamente ad abdella Stazione di Pomezia che al- bonamenti agevolati. L’assenza di sicurezza l'indomani della notizia ha su- in stazione più volte denunciata negli anni ed bito scritto al Comune. i frequenti atti vandalici quasi ignorati sino «Abbiamo appreso dell’im- ad oggi dall’amministrazione comunale, non minente realizzazione, a possono “risolversi” con un nuovo balzello ai cura di privati, di parcheggi danni dei pendolari. In extrema ratio propocustoditi a pagamento nelle niamo un ridimensionamento dell’interaree adibite alla sosta delle vento, destinando alla sosta a pagamento la auto nella stazione di Pomezia», sola area ubicata lungo via della Siderurgia, esordisce il testo. «Come noto la stazione che maggiormente necessiterebbe di lavori di è servita da un servizio pubblico di trasporto riqualificazione, per consentire un uso in silocale discontinuo nel corso della giornata, curezza e più ampio, rispetto a quello attuale, poco rispondente alle esigenze di un’ingente da parte dei viaggiatori». percentuale di pendolari provenienti da Pomezia, costretta all’uso del mezzo privato per Luca Mugnaioli raggiungerla. Non parliamo poi dei viaggiatori in arrivo dai comuni limitrofi, per lo più sprovvisti di collegamenti pubblici con il principale scalo ferroviario della zona. Ebbene, invece di potenziare il servizio di trasporto pubblico e scoraggiare l’uso di mezzi privati, si introduce una nuova tassa per la loro sosta». E ancora: «Esprimiamo la nostra assoluta contrarietà alla realizzazione del servizio così come presentato, di fatto consentirà il parcheggio gratuito ad un esiguo numero di viaggiatori ogni giorno, comporDue parcheggi a pagamento custoditi, in arrivo a S. Palomba



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Festival Tognazzi, appuntamento al 2022 Terminato “Trentugo”, la rassegna estiva dedicata all’attore giunta alla seconda edizione i è concluso “TrentUgo Tognazzi”, l’appuntamento che omaggia UgoTognazzi per ricordare la ricorrenza dei 31 anni dalla sua morte. L’evento, che si è tenuto dal 20 al 22 agosto in piazza Ungheria a Torvaianica, in collaborazione con il Comune di Pomezia, ha avuto la direzione artistica a cura dei quattro figli di Ugo: Gianmarco, Ricky, Maria Sole eThomas Robsahm. I premi e i libri Tra i momenti più applauditi del festival, l'assegnazione di quattro premi,omaggiati da Ettore Costa, a Marco Risi, Elena Sofia Ricci, Laura Delli Colli e Antonella Attili. Presentati durantele prime due serate della kermesse i libri "Ugo. La vita, gli amori egli scherzi di un papà di salvataggio" (Edizioni Rai Libri), scritto dai figli di Ugo, e “L'anno che a Roma fu due volte Natale”(Edizioni-

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SEM) ,di Roberto Venturini, incluso tra i dodici candidati al Premio Strega 2021 e ambientato proprio a Villaggio Tognazzi. I film Durante le serate,al termine dei talk e della consegna dei premi, sono stati proiettati i film“In nome delpopolo italiano”, con la regia di Dino Risi ,“Ultimo minuto” di Pupi Avati e “Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno” di Mario Monicelli. Da lunedì 23 a sabato 28, il festival proseguecon la proiezione di un film ogni sera, partenza ore 22. Saranno proiettati in ordine “La terrazza” di Ettore Scola, “La voglia matta” di Luciano Salce, “Io la conoscevo bene” di Antonio Pietrangeli, “Il gatto” di Luigi Comencini, “La califfa” di Alberto Bevilacquae “La donna scimmia” di Marco Ferreri. Le mostre e le iniziative in corso Sono proseguite invece in parallelo le altre attività organizzate per questo mese di festeggiamenti. Sino a lunedì 30 agosto è stato possibile visitare la mostra fotografica diffusa, con 31 foto su 11 totem sparsi per le vie di Torvaianica, con gli scatti dell’attore al fianco di grandi personaggi dello spettacolo. E’ stato possibile ammirare anche la mostra “Storia del Torneo Tognazzi”, in viale Spagna n°5, realizzata dal gioielliere Ettore Costa, creatore del Trofeo Scolapasta d’oro: una raccolta con oltre cinquecento foto che racconta la storia dello storico Torneo Tognazzi, dal 1966 al 1994. Si conclu-

derà a fine agosto anche l'iniziativa culinaria “Il mese dell’Abbuffone”, a cura dei ristoranti della città di Pomezia e del litorale di Torvaianica, che hanno proposto alcune delle ricette dell’“inventore della supercazzola”, dal Babà al kiwi alle Farfalle fuxia, tratte dai suoi numerosi libri di cucina. Il prossimo appuntamento Il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà e la ViceSindaco Simona Morcellini, ma anche i figli dello stesso Ugo, hanno confermato dal palco l'interesse per lo svolgimento di una terza edizione: una grande festa, magari anche di natura sportiva, per il 2022, in occasione dei 100 anni dalla nascita dell'attore.

Terminato il Festival sul palco è stata ribadita l’intenzione di una terza edizione: una grande festa, magari anche un evento sportivo, per i 100 anni dalla nascita dell’attore


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Nuovo asfalto ok: «Ma ora attenzione all'alta velocità» L’appello dei cittadini di Marina di Ardea. Intanto nella zona previsti interventi anche sul fronte allagamenti inalmente ad agosto sono stati completati i lavori di rifacimento del manto stradale sul Lungomare del Comune di Ardea. Un intervento atteso da tempo e che ha portato alla sistemazione di circa 9km di strada fino al Comune di Pomezia partendo dal bivio di Lido dei Pini. Ma quelli sull'asfalto non sono gli unici interventi previsti sulla litoranea: l'Amministrazione, in questo caso per Marina di Ardea, ha annunciato interventi per contrastare l'annosa questione degli allagamenti che ogni anno tiene in scacco gli abitanti della zona. Non solo strade Inizieranno infatti nel tardo autunno i lavori necessari alla mitigazione del rischio idrogeologico a Marina di Ardea. Per una spesa prevista di 950.000 euro, le acque meteoriche di via Bologna e di via Bolzano saranno raccolte e convogliate in modo da impedire gli allagamenti che nella stagione delle piogge trasformano ampi tratti del litorale di Marina di Ardea in una impercorribile palude. «La nostra Amministrazione – spiega il Sindaco

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Mario Savarese – con questo intervento completerà in questo tratto di lungomare il progetto di riqualificazione che non poteva essere limitato alla sola litoranea dove, proprio in questi giorni, sono stati completati i lavori di stesura del nuovo manto. La sistemazione delle strade che corrono parallele al Lungomare degli Ardeatini è un’opera importante volta a rivalutare l’intero quartiere di Marina di Ardea». Nuovo asfalto: «Attenzione all'alta velocità» Tornando alle strade c'è chi però, oltre chia-

ramente a manifestare soddisfazione per i recenti interventi del Comune, lancia un campanello d'allarme. «Come cittadino che vive da 42 anni a Marina di Ardea non posso che essere contento e soddisfatto. Ora la strada non presenta più il pericolo di danni ai pneumatici e di incidenti stradali causati dalle numerose buche su tutta la carreggiata per circa 9 Km da Rio Torto a Lido dei Pini». A parlare è l'ex Presidente dell'Associazione RivaluTiamo Marina di Ardea. «Ora però sorge il pericolo dell’alta velocità incontrollata dei veicoli sul Lungomare degli Ardeatini. A tutela dell’incolumità delle persone, si dovrà mettere in sicurezza il Lungomare degli Ardeatini. L’Associazione RivalutiAmo Marina di Ardea, già da anni, ha inoltrato numerose istanze all'uff. Protocollo, proponendo più sorveglianza della Polizia Locale munita di Autovelox mobile, realizzazione di dissuasori di velocità di fronte ad ogni passo a mare, con le strisce pedonali verniciate sopra di essi muniti di segnaletica luminosa in prossimità delle strisce pedonali stesse».


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Fino a Capo Nord in bici sfidando ogni limite Mattia Rifino, di Pomezia, ha preso parte all’emozionante IV edizione della “North Cape 4000” na cifra che spaventa solo ad immaginarla: 4.000 km. E' questa la distanza di una delle competizioni di Ultracycling più emozionanti al mondo che ha previsto quest'anno un percorso che ha tagliato in due l'Europa fino a raggiungere il traguardo (da sogno) a Capo Nord. Parliamo della “North Cape 4.000” una sfida ai limiti dell'uomo che catapulta ciclisti provenienti da ogni parte del mondo lungo un percorso lungo per l'appunto 4.000 km e per di più in totale autosufficienza. Sì avete capito bene: senza alcun tipo di supporto logistico. Si chiama “Ultra Cycing” ed è uno sport estremo e francamente davvero per pochi. Ebbene Mattia, di Pomezia, 25 anni, si è lanciato in questa avventura partendo con gli

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La “folle” impresa del 25enne: era alla sua prima esperienza in una gara del genere altri concorrenti da Rovereto alla volta di Capo Nord con 4 ceck point dislocati obbligatori lungo il percorso. Unica condizione per essere considerati “finisher” della quarta edizione raggiungere il traguardo entro 22 giorni. L’intervista Mattia partiamo dalla fine: il tempo limite per essere considerati “finisher” era fissato in 22 giorni, tu ne hai impiegati 14. Già questo di per sé è uno straordinario risultato al quale dobbiamo aggiungere la posizione finale, 30esimo su 197. Sei soddisfatto? «Devo essere sincero, no. Il programma che ci eravamo dati prevedeva un risultato di gran lunga migliore. Purtroppo pronti-via e ho accusato un problema fisico che mi ha costretto a pedalare a potenze molto più basse nei primi 4-5 giorni. Problema che non si è risolto e con cui ho dovuto convivere per tutta la gara. A questo si è sommata una deviazione in Finlandia a causa di una strada troppo pericolosa che si è tradotta in 50km in più rispetto alla traccia prevista. Alla fine ho fatto in tutto circa 4,600 km. Ad ogni modo quando si gareggia in eventi così lungo già arrivare in fondo è un gran risultato. Sicuramente, essendo la mia prima volta, ho

pagato errori di inesperienza di cui sicuramente farò tesoro per il futuro». Da dove parte l'amore per questo tipo di competizioni e sopratutto cosa ti passa per la testa quando decidi di affrontare una “follia” del genere? “La mia è una passione scoperta quasi per caso. Tutto è iniziato con dei viaggi in bici ma per vacanza. Avevo un mezzo che pesava intorno ai 50kg con cui ho girato Capo Nord, la Spagna, il Marocco e altri paesi compresa gran parte dell'Italia. Una volta sono finito in Islanda in un viaggio sempre per vacanza e ho scoperto che non era possibile dormire in tenda in determinati luoghi, come i parchi nazionali ad esempio; mi sono ritrovato così a fare lunghe giornate a pedalare fino a 200km ininterrottamente con la bici peraltro estremamente carica; ho scoperto così che mi piaceva, perché era divertente andare a cercare il limite della “sopportazione”. Da qui ho contatto un allenatore (Massimiliano Sellini, ndr) e mi sono tuffato in questo sport. Certo, di solito si parte con gare con una distanza minore invece noi siamo partiti direttamente con una 4.000!” (continua)


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«Si dorme pochissimo, a volte per niente, e dove capita. L’alimentazione ha un ruolo centrale ma non sempre si trova il cibo adatto. Il fisico viene messo costantamente a dura prova» (segue) Come funziona per il cibo e il pernottamento? «Anche qui viene data massima libertà agli atleti. Generalmente lo si compra durante la giornata. La maggior parte del cibo viene acquistato presso i distributori di benzina: durante il giorno è quasi tutto cibo “spazzatura” che però ti dà energie da bruciare senza appesantirti troppo; a pranzo e cena si cerca di mangiare un qualcosa di più sostanzioso magari fermandosi in un Bar o in un supermercato. E' importante chiaramente consumare anche verdura e frutta, qualcosa di salutare, altrimenti il fisico non regge. In molti si ritirano proprio a causa di disturbi alimentari, è una cosa abbastanza frequente. Per dormire invece avevo con me un sacco da bivacco e un materassino: i luoghi più “gettonati” erano le pensiline degli autobus o una tettoia di un supermercato. Più raro, salvo problemi fisici come è capitato a me per esempio, pernottare in strutture al chiuso perché comporta troppi ritardi. Di solito, comunque, non si dorme mai più di trequattro ore, a volte è capitato perfino di non dormire per niente, come quando ho fatto praticamente tutta una tirata prima di prendere il traghetto Tallin-Helsinki. A bordo poi mi sono riposato per due ore prima di ripartire”. Non c'è paura di subire aggressioni o furti specie durante la notte? “Teoricamente sì. In pratica no perché sei talmente stanco e provato che passa tutto in secondo piano. Mi è capitato di lasciare la bici, che pure è costosa e potrebbe far gola, fuori da un supermercato senza nemmeno legarla. Devo dire che in competizioni del genere non è mai successo nulla come furti o cose del genere. Avevo con me un lucchetto ma non l'ho mai usato”. Ci racconti qual è stata la tua giornata tipo? Quanti km hai percorso al giorno? “Il programma che mi ero fatto prevedeva di pedalare 380km al giorno. Partire cioè verso «Ricordi particolari del viaggio? Ho incontrato dei veri e propri “zombie” in Polonia, persone sotto effetto di droghe ‘pesanti’. Era notte, in una strada buia di campagna in Polonia: è stato inquietante!»

Panorami mozzafiato: Finlandia, sopra al circolo polare artico, 110 km dal confine norvegese Nella foto: le 5,30/6 del mattino e fermarsi a mezzanotte e Mattia Rifino mezza l'una. La (25), di Pomegara e qualche zia; (sotto) il imprevisto a percorso della volte hanno “North Cape 4000” imposto una tabella di marcia differente”. Cosa ti porti dentro di questa esperienza e se c'è un momento, un episodio, al quale sei rimasto particolarmente legato... “Il primo episodio che mi viene in mente è anche divertente per così dire. Si riferisce a quando sono arrivato in Norvegia e rispondere alla domanda sul Covid 'quanti Paesi hai visitato negli ultimi 14 giorni?'. Non erano proprio felicissimi, ecco. Poi c'è sicuramente la notte in cui non ho dormito, che era la settima o l'ottava e dunque con già un bel carico di fatica alle spalle. Confesso che ho avuto anche allucinazioni e non è stato bello. Avevo già fatto tirate simili ma sempre fresco e non così affaticato. Poi ho incontrato personaggi inquietanti in Polonia di cui avevo sentito parlare ma che non avevo mai visto dal vivo...». Del tipo...? “Sì ecco ci avevano avvisato durante il briefing prima della gara di queste persone che si prendono degli stupefacenti che vengono dalla Russia e che li trasformano in veri e propri zombie. Vagano di notte per le strade, e io ed un altro ragazzo che era con me li abbiamo incrociati in una zona di campagna completamente buia. E' stato davvero inquie-

tante”. Tornando al bagaglio di esperienze che porterai con te? “Uso un termine che va di moda ma che ben mi rappresenta: la resilienza. In Ungheria, a causa di un problema, ho dovuto pedalare undici ore in piedi, cosa che non auguro mai a nessuno. Lì ho pensato seriamente di ritirarmi invece poi mi sono detto 'peggio di così non potrà andare' e sono andato avanti” Cosa hai pensato quando hai visto la scritta “Capo Nord”? “La prima cosa che mi è passata per la testa è stata quella di poter finalmente mangiare e dormire tranquillamente senza fretta il giorno successivo. E' stato come lasciarsi alle spalle un enorme peso” Ultima domanda: progetti per il futuro? “Sicuramente ci saranno gare più brevi. Penso di partecipare alla Race Across Italy, in cui è previsto anche il supporto e dunque non è totalmente in autosufficienza, poi una gara da 2,200 km in Austria e poi sto cercando uno step per ottobre novembre senza per una gara di nuovo in autosufficienza. Per quest'anno però basta 4,000km! Il sogno nel cassetto resta la trans America di oltre 6,700km ma non c'è fretta”. Luca Mugnaioli «Il futuro? Gare più brevi. Penso di partecipare alla ‘Race Across Italy’. Il sogno nel cassetto resta però la trans America di oltre 6,700km. Ma non c'è fretta»

Mattia ha percorso oltre 4.000 km partendo da Rovereto fino a Capo Nord: un percorso in totale autosufficienza con transito obbligatorio in 4 ceckpoint. Ha impiegato 14 giorni percorrendo una media di 380 km al giorno


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SPORT

Il Corriere della Città settembre 2021

Calcio: stagione 2021-2022 ai nastri di partenza Tutto pronto per la ripresa dei campionati: come si sono preparate le squadre del territorio estate è ormai alle battute quanto di buono fatto fino ad ora per finali. Si fa sempre più vi- fare un ulteriore salto di qualità. Pocino l’inizio dei campionati mezia Calcio e Indomita Pomezia. Le dilettantistici e della pas- due società parteciperanno entrambe, sione, parzialmente messa seppur in due diversi gironi al prosda parte nei mesi scorsi a simo campionato di Eccellenza. La causa dell’emergenza sanitaria, dei vari ap- LND Lazio ha infatti diramato la passionati ma anche dei protagonisti del composizione dei gironi che vedrà la mondo dello sport e del calcio dilettantistico. società di patron Bizzaglia nel girone UniPomezia. Grande protagonista dello A mentre l’Indomita militerà nel giscorso mini-campionato di Eccellenza, ha rone B. Grande colpo del Pomezia cominciato la sua stagione ormai dal 26 lu- Calcio è stato sicuramente il ritorno glio, data in cui ha dato inizio alla prepara- di bomber Massella, il quale ha trascizione ma soprattutto ha dato il via al nato nell’ultima stagione l’UniPomerinforzamento della propria già rispettabile zia in Serie D a suon di gol. Sono stati rosa. Sono approdati a Pomezia diversi gio- ufficializzati inoltre diversi nuovi accatori di calibro: il difensore Del Duca, con quisti come Passiatore, Doumbia, un passato tra Serie C e D in cui ha collezio- Troncone e gli spagnoli Cano e Otero. nato ben 300 presenze con le maglie di Va- Sponda Indomita Pomezia il direttore stese, Latina e Atletico Terme Fiuggi. Altro Ricci si è rivelato ancora una volta innesto importante è stato quello dell’esterno scatenato confermando le rocce difendi fascia Ribeiro, il quale ha militato nelle sive Gentili, Mastrogiovanni e Ugogiovanili del Flamengo per poi passare al Bel- lini, l’estroso attaccante Seferi, il linzona ed infine al Coimbra, società di Serie duttile centrocampista Oliva ma soB portoghese. La società di Patron Valle ha prattutto annunciando pezzi da 90 avuto un occhio di riguardo anche per come il portiere Mastella, il centroquanto riguarda i giovani, sono arrivati alla campista ex Anzio e Real Pomezia corte di mister Foglia-Manzillo il difensore Marco Marino ed infine l’attaccante classe 2002 Giorgio Consonni che può van- Luca Italiano, che si è sempre distinto tare già diverse presenze in Serie D con il Fa- per dinamismo e scaltrezza in questa sano ed il portiere, anch’egli nato nel 2002, categoria. È sicuramente un’Indomita Federico Siani che ha già acquisito una note- Pomezia che può sognare, o meglio vole esperienza tra i grandi con Picerno e pensare in grande con la rosa che sarà Turris. Diversi rumors danno l’Unipomezia a disposizione di mister Leonardo come probabile appartenente al girone G di Aiello. Serie D con società campane, sarde e altre laziali come Nuova Florida, Cassino, Insieme Formia L’INIZIATIVA - Outdoor Serious Play Edue Montespaccato. Nuova Florida. cation è il titolo del progetto innovativo sviIn una recente intervista al “Corluppato da Virtus Pomezia Basket e Azimuth riere dello Sport”, mister Bussone Strategic Consulting, con il contributo della si è sbilanciato a favore della sua Regione Lazio, che coniuga metodologie insquadra - Abbiamo qualità sopra novative in ambito formativo ed il basket.Atla media – ha dichiarato Bussone. traverso degli incontri settimanali, bambini In effetti, i biancorossi hanno agdai 6 agli 11 anni saranno coinvolti in giochi giunto alle proprie fila gente come che, attraverso la creatività e l’immaginazione, Santiago Malano (con esperienza li aiuteranno ad esprimere il loro pensiero in anche nelle qualificazioni di merito a quattro elementi fondamentali della Champions ed Europa League con leadership educativa: (1) giocare sela squadra maltese Valletta FC), il riamente; (2) il rispetto; (3) la diversità; (4) il giovane attaccante Lorenzo Persigioco di squadra. Ciò consente ai bambini di chini e l’under scuola Milan Gacondividere le loro idee ed esperienze contribriele Galardi. Tuttavia Bussone buendo a vivere un ambiente ideale per la soha anche ammesso che la società cializzazione e per l'apprendimento del gioco si stia adoperando – per cercare del basket. un altro esterno di fascia nato tra LE DATE - Gli incontri, totalmente gratuiti, il ’97 ed il ’99 -. Alla terza stagione sono previsti per il 4-11-18-25 settembre 2021 in Serie D, la società ardeatina dalle ore 9:30 alle ore 13:00, presso la palestra potrà sicuramente far fruttare Margherita Hack, via Singen 99, Pomezia. È l’esperienza acquisita che ha pornecessaria la prenotazione Per informazioni e tato in cascina due salvezze tranprenotazioni contattare il seguente nuquille, cercando di capitalizzare mero:+39 388 8223570 Segreteria VPB.

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Bacchiocchi lascia il calcio IL RITIRO - Ha dato l’addio al calcio giocato il centrocampista ardeatino Gianluca Bacchiocchi, il quale dopo essere cresciuto nelle giovanili della Lazio ha avuto un’importante carriera sui campi di Serie C con Cavese, Barletta e Melfi. Negli ultimi anni ha vestito le maglie di Real Pomezia, Racing Club, Airone Ardea ed infine Indomita Pomezia. Si è congedato così: “Avrei potuto continuare per vivere ancora quelle emozioni e quelle sensazioni e che soltanto questo sport può dare e che mi accompagnano da ormai 25 anni…ma prima o poi arriva quel momento della vita dove bisogna fermarsi per dare spazio a nuove priorità. Lascio lo sport che mi ha dato tanto e al quale credo di aver dato altrettanto in termini di sacrificio, cuore e passione. Il calcio mi ha fatto crescere, diventare uomo e nel mio piccolo sono orgoglioso di quello che sono riuscito a fare, avendo collezionato quasi 400 presenze dalla serie C alla prima categoria. Grazie a tutti coloro che mi hanno accompagnato in questo splendido viaggio: compagni di squadra, allenatori, dirigenti, presidenti e tutti coloro che vivono per questo sport!” Bacchiocchi lascia dopo aver trascinato in Eccellenza, con il suo carisma e la sua esperienza, anche da capitano, l’Indomita Pomezia nel quale era approdato nel 2018 in Prima Categoria, lasciando il segno soprattutto come uomo. Certo è, che in futuro sarebbe una favolosa notizia, se Bacchiocchi decidesse di mettere a disposizione, in qualunque veste, il suo bagaglio per i giovani del territorio. Grazie a te per quanto hai dato questo territorio, e sicuramente darai, Bacchio! Manuel Ferrara

Quattro incontri gratuiti al PalaMargherita Hack


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Pomezia, il basket ritorna in Serie C La Virtus Pomezia Basket riporta, dopo oltre due decenni, il basket maschile pometino in serie C silver esteggia la Virtus Pomezia Basket dopo l'annuncio del ripescaggio in Serie C silver. La delusione per aver perso lo spareggio contro il Sora in finale lascia così spazio alla gioia e ad un ritrovato entusiasmo, con la squadra del Presidente Fabrizio Monni che riporterà la città di Pomezia in un palcoscenico dal quale era assente da quasi vent'anni. «Siamo passati dall'euforia di aver dominato il campionato della scorsa stagione alla la grande delusione per la sconfitta in finale», ci racconta il Presidente Fabrizio Monni intervistato ai nostri microfoni. «Ora però è tutto alle spalle, stiamo gioendo per questa promozione per la quale abbiamo tanto lavorato e che, da due anni, era fra i nostri principali obbiettivi». «Siamo una società organizzata e con uno Staff competente e questo risultato è il frutto del lavoro di tutti. E' una soddisfazione ancora più grande continua il Presidente Monni - se penso che sono passati solo pochissimi anni da quando io ed Il Vice Presidente Mario Lemme abbiamo iniziato a condividere i nostri progetti ed i nostri obbiettivi, venendo considerati da molti dei visionari. Ora possiamo finalmente

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dire di aver centrato uno dei nostri obbiettivi ma non ci fermiamo di certo qui, il lavoro da fare è ancora tanto». Ma la Virtus Pomezia Basket non è solo la “prima squadra”. «Assolutamente no – spiega il Vice Presidente Lemme - la nostra è focalizzata su tutto il settore giovanile, a partire dal minibasket, che rappresenta il nostro futuro». Ma cosa riserverà il futuro? «Intanto annunciamo la conferma alla guida della prima squadra del Coach Pancrazi. Anche nella prossima stagione ripartiremo poi da Andrea Cirulli, il nostro punto fermo. Dopodiché il nostro Direttore sportivo Mario Cardella è già al la-

voro da diverso tempo per formare un roster competitivo in grado di disputare un campionato da protagonisti. Fra qualche giorno potremo già dare i nomi di almeno 4 nuovi arrivi», chiosa il Presidente Monni. Tanto entusiasmo dunque con cui affrontare questa nuova stagione, entusiasmo che la VPB ha sempre dimostrato in questi anni portando avanti con caparbietà il suo progetto principale, quello di ridare alla città di Pomezia il basket che per troppo tempo è mancato. La strada sembra quella giusta…


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L’arte del fumetto l fumetto nasce nel lontano 1895 dall'illustratore americano Richard Felton Outcalt che riportò simpaticamente i dialoghi dei suoi personaggi in una nuvoletta di fumo (da qui il nome fumetto) con lo scopo di intrattenere visivamente i lettori. Con l'evoluzione sia delle storie che della tecniche utilizzate al giorno d'oggi è ritenuto una forma di arte. L'idea sta alla base della creazione artistica ed in questo caso è supportata dalla costruzione del racconto poi trasformato, dalle mani abili del disegnatore, in disegni che verranno rappresentati su carta con delle vignette che seguono la sequenza logica del racconto. Sarà il lettore poi che, tramite un processo visivo istintivo ed automatico, ricostruirà la storiella che legge. Il fumetto è composto nella sua struttura oltre che dai disegni incasellati nei riquadri delle vignette, anche dai segni cinetici che sono quegli elementi che indicano un movimento, uno sforzo o una tensione e dalle onomatopee che invece riproducono i rumori o i suoni durante lo svolgimento di un'azione. La maggior parte delle volte derivano dai verbi inglesi come Slurp (bere rumorosamente) Slam (sbattere) Crash (scontrarsi) e così via. Va menzionato anche l'utilizzo degli ideogrammi che sono una sorta di metafora espressa tramite un disegno, classico ne è l'esempio della lampadina accesa che indica l'arrivo di un'idea o dei

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cuori disegnati che esprimono amore! Nelle nuvolette invece si leggeranno i dialoghi che costituiscono per l'appunto la parte scritta denominata lettering- Tra i fumetti più conosciuti ricordiamo Tarzan, Flash Gordon e l'Uomo mascherato che nascono nel 1929. Nel 1930 l'esordio di Topolino della Disney, nel 1932 la famosa produzione western con Tex Willer; mentre poco prima della seconda guerra mondiale nascono le figure tipiche della cultura americana "I Supereroi" tra cui Superman, Batman e Capitan America. Nel 1950 viene invece realizzata una serie più raffinata con i Peanuts grazie alla mano di Charles Schulz.L'invenzione geniale arrivò con le sorelle Angela e Luciana Giussani che creano nel 1962 Diabolik il fumetto nero italiano, che diventò famoso non solo perché tra le righe scorreva amore, avventura, macchine da sogno, diamanti e azione ma anche perché per la prima volta si vede parteggiare il lettore per il personaggio negativo, stravolgendo

così tutti i canoni morali. I Fantastici 4 nel 1961, nel 1964 la mitica Mafalda, nel 1967 Corto Maltese, nel 1968 Sturmtruppen fumetto comico satirico ideato dall'italiano Bonvicini, Lupo Alberto dell'italiano Guido Silvestri. Nel più vicino 1982 Martin Myster dell'italiano Alfredo Castelli e tra i fumetti di genere horror italiani più venduti va menzionato Dylan Dog creato nel 1986 dall'italiano Tiziano Sclavi e graficamente prodotto dal fumettista Claudio Villa. Nel 1990 grazie all'idea dei tre fumettisti italiani Michele Medda, Antonio Serra e Bepi arriva il fumetto di fantascienza Nathan Never. Laura Piacentini

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31/08/2021

Numero 9 Anno 13

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settembre 2021

IN REDAZIONE: Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Luca Mugnaioli, Alessia Achille, Federica Rosato, Anna Di rocco, Irene Tozzi

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009

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Frenulo linguale alterato e siete delle neomamme, o mamme più esperte, alle prese con l’allattamento e coinvolte in qualche gruppo social sull’argomento, sicuramente avrete sentito parlare di frenulo linguale corto o alterato e avrete scoperto l’importanza di questa piccola malformazione, per fortuna facilmente correggibile, che se però non riconosciuta e risolta precocemente può avere conseguenze sia immediate sullo stesso allattamento che a lungo termine coinvolgendo diverse strutture e funzioni del corpo. Proprio la riscoperta attenzione per l’allattamento al seno ha riportato alla luce un problema noto già dai tempi dei tempi, ma un po' dimenticato a causa del grande boom dell’allattamento artificiale degli anni 70, infatti sono proprio le mamme che vogliono allattare al seno a tutti i costi e che non si arrendono di fonte a insuccessi e dolori che si pongono domande e cercano soluzioni ad aver risollevato la questione. Il frenulo linguale è una piccola porzione di tessuto mucoso che ha il compito di ancorare la base della lingua al pavimento della cavità orale, per capirci meglio si tratta di quel filamento bianco che si vede allo specchio quando aprite la bocca e sollevate la lingua fino al palato.Nei casi di frenulo alterato questo filamento risulta essere più corto e spesso rispetto al normale e determina limitazioni del movimento della lingua. Questo piccolo difetto può interferire con l’allattamento nelle primissime fasi di vita, ma crescendo può causare anche disturbi del linguaggio e della dentizione. Il fenomeno interessa dall’1 al 10% dei neonati, ma di fatto non esistono dei criteri diagnostici standard per cui non conosciamo la reale dimensione del problema. Sappiamo solo che in genere colpisce più frequentemente i maschi che le femmine e che deve esserci per certo un coinvolgimento genetico nella sua determinazione. In molti casi non ha alcuna conseguenza evidente, ma quando è estremamente corto può avere effetti negativi sull’allattamento impedendo un corretto attacco del bambino al seno. In questo caso il bimbo non riesce ad afferrare tutta l’areola, ma tende a stringere solo il capezzolo con le gengive. Il risultato è un’esperienza poco piacevole per la mamma, la poppata infatti risulta essere particolarmente dolorosa e si associa alla comparsa ricorrente di ragadi del capezzolo. Dall’altro lato il bimbo non riesce a nutrirsi adeguatamente e quindi nonostante poppate lunghe e ravvicinate ha difficoltà a prendere peso. Detto ciò occorre fare una precisazione per non cadere nell’errore di generalizzare in quanto non sempre questi sintomi sono strettamente correlati al frenulo

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corto nonostante la sua presenza: bisogna sempre chiedere il parere di un esperto. Più avanti si possono presentare problemi nella pronuncia delle lettere l,r,t,d,n,z, tutte quelle insomma in cui la punta della lingua deve toccare gli incisivi superiori, deve cioè avvicinarsi al palato. Pensate a quante attività potrebbero essere difficili da compiere o impossibili da compiere come suonare uno strumento a fiato, leccare un gelato o baciare qualcuno (a questo per lo meno non dovete pensarci ora, ma i bimbi crescono in fretta!!) I denti superiori e inferiori possono presentare ampi spazi e si potrebbero avere problemi di malocclusione. Addirittura il tutto potrebbe avere delle ripercussioni di carattere psicologico con conseguente bassa autostima. Come accorgersi se il frenulo è corto? Se la faccenda è molto evidente in genere le ostetriche o i neonatologi se ne accorgono già al momento del primo pianto. A bocca aperta la lingua non riesce a protrudere oltre il labbro inferiore e non arriva a toccare il palato, ma si ferma a metà, è schiacciata sul pavimento della cavità orale con solo i bordi arricciati, se si passa con un dito lungo il margine estero della gengiva, la lingua segue il dito torcendosi, infine il segno più evidente di “ancoraggio forzato” è un aspetto a cuoricino della lingua quando il bambino cerca di allungarla verso l’esterno. La diagnosi può tuttavia essere anche più tardiva e avviene dopo la comparsa di alcuni segni e sintomi che possono indurre il sospetto nella mamma del bimbo come appunto difetti di pronuncia di alcune lettere. Nel neonato allattato al seno si può intervenire precocissimamente e il problema si risolve facilmente con una

piccola incisione che libera la lingua dal suo ancoraggio, che non richiede anestesia e che comporta una minima perdita di sangue. Ovviamente il nanetto non sarà tanto felice dell’accaduto, ma basterà attaccarlo al seno e si consolerà dimenticando in fretta la spiacevole esperienza e la mamma già da questa prima poppata post operatoria avvertirà un notevole sollievo rispetto al dolore. Se invece il bimbo è nutrito artificialmente al biberon, potremmo aspettare l’evoluzione del fenomeno in quanto non avremo problemi di nutrizione, ma dovremo valutare la comparsa di problematiche successive. Il frenulo potrebbe “allentarsi” con la crescita e non costituire un problema, oppure il bambino potrebbe mettere in atto una serie di strategie di compensazione per cui non avere grosse limitazioni nonostante la presenza del frenulo corto. Se fosse invece necessario intervenire in questa fase, occorrerà un’anestesia generale e poi una piccola incisione con bisturi laser, seguita da sedute di logopedia con esercizi volti a mantenere elastica la cicatrice. Quando si partoriva ancora a casa, l’ostetrica che assisteva al parto controllava tra le altre cose la presenza di un frenulo corto e nel caso interveniva immediatamente dopo il parto prima di attaccare il bimbo per la prima volta al seno. Oggi non siamo certo a questi livelli di attenzione, ma stiamo riprendendo confidenza anche con questa realtà e quello che mi disegna un sorriso sulle labbra mentre scrivo è la sensazione che il tutto nasce dalla forza delle donne, dalla riscoperta consapevolezza della loro femminilità che le spinge a riappropriarsi del loro corpo, dal desiderio di riscoprire la fisiologia di un momento unico qual e’ l’allattamento senza lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà o distrarre da strade più facili da percorrere! Dott. Ost. Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it


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Il singhiozzo, un silenzioso “no” l singhiozzo (singulto parossistico antiperistaltico) appare una cosa banale ma ha significati molto profondi. E’ un sintomo molto diffuso e fastidioso, si manifesta all’improvviso senza essere collegato, almeno in apparenza, a cause precise. Ha un’origine psicosomatica - la scienza che studia la complessa connessione mente -corpo - o gastrointestinale ed è strettamente connesso all’emotività, forti disagi, stress, paura, gioia, etc. Il suo messaggio implicito è correlato al rapporto con l’autorità e al sentirsi amati. Il singhiozzo occasionale e transitorio può non destare preoccupazioni ma in forma cronica è una patologia molto invalidante. Il primato del singhiozzo più lungo lo detiene uno statunitense, Charles Osborne, con 68 anni di singhiozzo ininterrotto, 40 al minuto poi ridottisi a 20. Era un ragazzo nato nell’Iowa nel 1894 che visse normalmente fino al 1922 quando dopo aver sollevato un maiale per ucciderlo iniziò ad avere il singhiozzo ( la forma cronica del sintomo ne svela la componente psicologica, altrimenti il singhiozzo sarebbe svanito in poco tempo). Una storia tragicomica, morì a 98 anni per un’ulcera, dopo un anno che non singhiozzava più. Fu costretto a sopportare un peso più grande di lui, uccidere oltre che sollevare il suo maiale, un comando al quale non si poteva sottrarre, neanche pensarlo, la mente pensa solo quello che può, al suo posto parla il corpo. Il singhiozzo è legato a limiti o divieti presenti a livello inconscio (è una risposta involontaria già presente nel feto di otto settimane), rappresenta il rifiuto della madre invadente, troppo latte, troppo tutto, anche il troppo è mancanza, di libertà. Per il neonato il padre è compreso nella madre, una figura combinata, e la madre è il primo volto che riconosce ed è ritenuta la responsabile di tutto. Anche nella vita adulta di fronte ad una imposizione (non solo di cibo) alla quale non ci si è potuti sottrarre, un boccone difficile da ingoiare (che sull’inconscio pesa come un maiale), risponde il corpo con un sintomo espulsivo tipo il singhiozzo, un rigurgito, la tosse, uno starnuto, il vomito, l’inappetenza, ci sono persone costrette a finire tutto il cibo nel piatto come se la madre stesse sempre lì presente a sgridarle. Una finestra temporale che si apre subito dopo la nascita quando il cervello è geneticamente predisposto a stabilire un attaccamento dalla quale entra troppa luce, e i battenti tornano ogni volta a sbattere, a singhiozzi, nell’arco di tutta la vita. Le persone hanno bisogno degli altri per essere aiutati ad elaborare ciò che è troppo pesante per le singole menti, per i bambini, ove la coesione del Sé non è abbastanza forte, ciò vale

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ancor di più. Una delle cause moderne che impedisce lo sviluppo della sicurezza dei bambini e della loro fiducia in sé, è la cultura dell’individualismo al posto del bene collettivo, è un peso eccessivo da sopportare, un’altra è l’eccessiva attenzione e importanza di cui sono oggetto rispetto al passato. In un recente passato i bambini venivano considerati poco più che oggetti, braccia lavoro, fastidi necessari, Socrate in punto di morte ai suoi carcerieri che gli annunciarono la moglie Santippe e i figli, disse: “Portate via quella donna e quei rumori”. Si è passati da un eccesso all’altro, il bambino si affeziona anche ai genitori cattivi che danno troppo o troppo poco, sono comunque meglio di niente, poi continuerà da adulto a prediligere pappe emozionali negative, semmai con qualche singhiozzo. Forse erano più felici quando, al posto dei tanti regali, avevano qualcuno intorno da osservare mentre lavorava, cucinava, spettegolava con i vicini, dai quali apprendere i comportamenti della vita sociale senza essere visti, senza stare tropo al centro dell’attenzione. Oggi si crea troppo spesso il caso del bambino difficile, iperattivo, con disturbi dell’apprendimento o alimentari, senza considerare che c’è una cosa peggiore dei bambini che danno fastidio, quelli che non lo danno più, gli apatici e indifferenti emotivi, la piaga sociale attuale. L’ educazione deve riguardare le

nozioni elementari sui modi di comunicare e di intendersi sul gioco, sul lavoro in comune, sulle abitudini della vita sociale; deve preoccuparsi di far fare loro anche quello che non vogliono (certo non sollevare un maiale tutto d’un fiato), lasciarli fare solo quel che vogliono è la causa più comune di instabilità mentale ed emotiva e del senso di incapacità e di inferiorità. L’eccessiva indulgenza è uno dei peggiori servizi resi all’educazione così come la paghetta concessa senza che abbiano fatto nulla per guadagnarsela, cedere a moine e capricci ( imparano presto il tempo di resistenza dei genitori fino a sfiancarli) che li educa a non rispettare le regole. Piccoli lavoretti riordinare i giochi, buttare la carta nella differenziata, apparecchiare la tavola, li aiuteranno a sviluppare personalità più forti, l’importanza non sta nel denaro che guadagnano ma nelle abitudini e nelle capacità che acquisiscono, da grandi prenderanno l’iniziativa per cercarsi un lavoro, accetteranno occupazioni sgradevoli per procurarsi altri piaceri, impareranno a fare attenzione ai desideri e ai gusti degli altri e di loro stessi. Il mondo deve tornare ad essere interessante, non è un dato esistente in sé da ingoiare come un maiale intero tipo la cultura passivizzante via Internet o Tv, il bambino lo scopre utilizzando l’apporto di altre menti, grazie anche ai sentimenti, intenzioni e progetti condivisi, se ciò avviene in relazioni dall’attaccamento sicuro si genera un rapporto col mondo con un senso duraturo di significato e piacere. Dott.ssa Francesca Tomasino Psicologa – Psicoterapeuta Incontri di psicologia dal 6/10 h.17 Ass.Culturale Gli amici di Singen Via Cicinnato, 4 Pomezia 3271363539


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Pillole di diritto: Green Pass, profili di incostituzionalità apevate che...“E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (comma II°, art. 3, della Cost. Italiana). Questo corollario non è altro che la cosiddetta uguaglianza sostanziale, ovvero l’esplicazione del principio formale dell’uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge (I° c. art. 3 Cost.) a prescindere dalle loro diversità e condizioni di partenza e quindi: da razza, sesso, religione, opinioni politiche ed a prescindere dalle proprie condizioni personali (tra cui rientra sicuramente la salute) e sociali (tra cui rientra la situazione economica e culturale). E’ questo il principio in base al quale discriminare tra cittadini vaccinati e non vaccinati, e quindi diversi tra loro per una condizione personale di salute, al fine di consentire solo ai primi alcune attività attraverso le quali si esplica la propria personalità (art. 2 Cost.), è incostituzionale. E lo è ancor di più se le attività in questione rientrano tra i diritti essenziali (lavoro, libera circolazione, istruzione, accesso a luoghi pubblici o aperti al pubblico). Le attività essenziali possono essere limitate solo per ragioni di sicurezza nazionale, attraverso una legge, e per il tempo limitato in cui sussiste il pericolo per l’incolumità nazionale.Ad oggi, vista la scarsa incidenza mondiale della mortalità da Covid-19 (il tasso di mortalità mondiale è dello 0,021, tasso che cala nei Paesi che hanno una adeguata risposta sanitaria di terapie intensive), e vista la ripresa graduale di molte attività economiche con costante ed obbligatoria adozione di misure restrittive (mascherina e protocolli di igienizzazione), questa situazione di pericolo per l’incolumità nazionale non sussiste. Il D. legge n. 105 del 23/07/21, che ha introdotto la “carta verde” in

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vigore dal 06/08/21, oltre a non essere una legge ma, appunto un DL, passibile di caducazione ove non venisse convertito entro 60 gg. dal Parlamento in legge (ed in quella sede sono ipotizzabili modifiche ed emendamenti, se non la sua totale revoca), ha quindi normato in chiave di emergenza una situazione che - di fatto - emergenza non è più (fortunatamente) ed ha inoltre introdotto misure talmente restrittive da esorbitare persino l’ambito di legiferazione che la nostra Costituzione affida al Parlamento (non al Governo con DL) rispetto ai diritti essenziali incomprimibili. Il green pass, così come strutturato, risulta anche in contrasto con la normativa europea, in particolare, con il Reg. UE n. 953/2021 all’interno del quale, al Cons. 36, si legge: “E’ necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio, per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anticovid è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o (perché) hanno scelto di non essere vaccinate”. I regolamenti comunitari sono self-executing cioè trovano applicazione diretta in tutti gli Stati membri dell’UE senza necessità di essere inseriti in ogni singolo Stato con una legge apposita, e difatti vanno solo tradotti (possibilmente in maniera corretta); tale caratteristica fa si che tali reg. UE possano essere invocati dinanzi ad un giudice italiano il quale non potrà disapplicarli. In questo quadro normativo ben delineato va detto che, per contro, lo stato dell’arte dal punto di vista puramente medico/scientifico sui vaccini, purtroppo ed almeno per ora, non è altrettanto chiaro: i vaccini Covid-19 in commercio, attualmente somministrati anche in luoghi e condizioni che nes-

sun medico dovrebbe autorizzare (addirittura in spiaggia sotto il sole di agosto – sic!) e con un totale abbandono a se stesso del vaccinato nella fase di post somministrazione - andrebbe prescritto un periodo di totale cautela di almeno 1 mese con controlli successivi, costanti e gratuiti da parte del SSN -, stanno producendo effetti collaterali anche letali in un numero sempre maggiore di persone, nei confronti delle quali dovrebbe almeno seguire, in automatico, Costituzione e norme europee alla mano, un adeguato risarcimento del danno ove la correlazione vaccino-decesso fosse accertata dal punto di vista medico legale. Ma v’è di più: nessun vaccino attualmente in commercio assicura di non essere contagiati e/o di non contagiare; tant’è che anche i vaccinati restano obbligati al rispetto delle misure restrittive. L’unica misura veramente equa, al fine di contenere i contagi, ed in ossequio al principio costituzionale citato in epigrafe - onere di rimozione in capo allo Stato degli ostacoli che limitano di fatto le libertà individuali - sarebbe l’introduzione del tampone gratuito a carico del SSN (almeno per i percettori di reddito sotto certe soglie) ove si dovesse o volesse accedere a luoghi pubblici o aperti al pubblico nei quali il distanziamento non può di fatto essere applicato; non è un caso che in alcuni musei italiani (Museo di Pompei), che sono luoghi pubblici ove viene maggiormente avvertito, o così dovrebbe essere, il dovere sociale di inclusione delle diversità e rispetto di tutte le culture, razze, religioni e “condizioni personali”, tale soluzione inclusiva sia stata già messa in atto. Anziché costringere indirettamente i cittadini al vaccino limitando di fatto dei diritti costituzionalmente garantiti ed imponendo un trattamento sanitario i cui effetti, per alcuni, possono essere anche letali, per incentivare la popolazione ad effettuare una vaccinazione che può comportare dei rischi diretti sulla propria salute a fronte di una malattia per la quale la mortalità (diretta ed accertata) è veramente bassa, si può e si deve solo investire sul perfezionamento dei vaccini (che se efficaci al 100%% possono, anzi, debbono essere resi obbligatori e somministrati gratuitamente a tutta la popolazione), ovvero affidarsi ad una libera scelta consapevole del singolo cittadino più propenso a vaccinarsi (magari previo parere positivo del proprio medico curante), fermo restando il diritto al risarcimento del danno in caso di effetti collaterali gravi, siano essi prevedibili o imprevedibili, e quindi siano essi inseriti o meno nel “bugiardino”, come di recente sancito anche dalla Corte di Cassazione con una sentenza di pochi mesi fa. Avvocato Ida Nazzaro Patrocinante in Cassazione Sede studio di Pomezia Via F. Domenico Guerrazzi n. 2 CAP 00071 Tel.: 06.60674482 – Cell.: 3383616295 E-mail: avvocatoidanazzaro@alice.it PEC: idanazzaro@ordineavvocatiroma.org


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settembre 2021

“Siamo dei geni incompresi?” iciamocelo subito, senza tanti fronzoli, ad ognuno di noi piacerebbe essere definito un “genio”. Quale migliore complimento potremmo sognare di ricevere? In assoluto risulta essere il più seducente! Essere un genio significa essere più intelligente degli altri; essere chiamato genio significa che gli altri riconoscono la nostra superiorità. Ma come si fa dunque a riconoscere un genio? In realtà non è cosi facile, giudicare gli altri e la loro competenza è più difficile di quanto si pensi, soprattutto per quelli più bravi. Spesso non riusciamo a fare su noi stessi un’autovalutazione e di conseguenza forse potremmo avere dei problemi anche a valutare gli altri, a riconoscere ed apprezzare abilità che vanno al di là della nostra comprensione. Quindi la prima riflessione da fare è: siamo in grado di capire quando un’idea è migliore rispetto alla nostra? Curioso il fatto che, in generale, noi siamo molto abili quando dobbiamo valutare gli altri e ne individuiamo subito i loro difetti e le loro carenze, un po’ meno bravi quando dobbiamo riconoscere i nostri limiti. A meno che le persone che stiamo valutando non siano molto più brave e, guarda caso, in questa circostanza tenderemo a sottovalutare la loro competenza. Questo succede perché l’unico metro di giudizio che abbiamo per valutare gli altri è la nostra stessa competenza. Supponiamo di essere una persona abbastanza preparata in un determinato settore e, qualora dovessimo valutare la performance di un’altra persona, tenderemo a valutare ogni cosa che non conosciamo come possibile errore. Questo ci permette di riconoscere facilmente chi sa meno di noi, ma ci fa compiere un grave errore quando dobbiamo valutare chi sa più di noi. Quindi le differenze che percepiamo, rispetto alle nostre conoscenze, sono il frutto di una competenza maggiore, che però non siamo in grado di riconoscere e di conseguenza il risultato è che li consideriamo un errore. E questo vale per tutti i livelli di competenza. Siamo quindi sempre in errore quando giudichiamo gli altri? Dipende dal nostro livello di bravura e di abilità. Ora sarebbe interessante chiedersi se l’errore che commettiamo nel valutare chi è più preparato di noi può valere anche per le idee? Siamo in grado di capire quando un’idea è migliore rispetto a quelle che avremmo potuto pensare noi? Purtroppo il più delle volte, meno siamo competenti e

La domanda che spesso un responsabile si pone è: che cosa succede se formo dei collaboratori e questi se ne vanno? Io risponderei con un’altra domanda: “e cosa succede invece se non li formi e rimangono?”

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Qualora dovessimo valutare la performance di un’altra persona, tenderemo a valutare ogni cosa che non conosciamo come possibile errore

Siamo in grado di capire quando un’idea è migliore rispetto a quelle che avremmo potuto pensare noi? meno siamo disposti a riconoscere idee migliori delle nostre. E questo riguarda anche il modo in cui cerchiamo aiuto quando non riusciamo a risolvere un problema, per questo limite che abbiamo ci rivolgiamo spesso alle persone meno adatte, in quanto non siamo in grado di riconoscere la loro bravura. Questo è il motivo per cui è quasi “obbligatorio” oltreché naturale cercare di avere le persone migliori nei posti di maggiori responsabilità, in quanto loro riescono ad essere da traino per coloro i quali sono particolarmente demotivati. Infatti in qualsiasi settore saper gestire dei collaboratori significa anche motivarli a sviluppare la loro competenza e la loro professionalità nell’interesse dell’ambito in cui prestano la loro attività.Tra quelli che mi conoscono sanno che io opero da molti anni nel settore turistico alberghiero, un mondo che si evolve continuamente e che necessita di personale sempre più preparato ad affrontare problematiche di un cliente sempre più esigente, soprattutto alla luce degli ultimi periodi dove ci si sente più timorosi per i motivi che sappiamo. Ebbene, la domanda che spesso un responsabile si pone è: che cosa succede se formo dei collaboratori e questi se ne vanno? Io risponderei con un’altra domanda: “ e cosa succede invece se non li formi e rimangono?” Motivare non significa solo esporre e spiegare i motivi di qualcosa, ma anche stimolare una persona o un gruppo in modo che avverta in se il bisogno di assumere autonomamente un

certo comportamento. Si dice spesso, infatti, che un manager non può da solo motivare i suoi collaboratori, ma questi si devono motivare da sé avendo il pieno controllo di se stessi, mentre il manager può invece creare e controllare che ci siano le condizioni ideali ed il clima giusto perché ciò possa verificarsi, costruendo un ambiente di fiducia e di sostegno ad ognuno di loro, in maniera tale che i collaboratori siano ispirati a produrre il massimo con il loro operato. Ricordiamoci che le persone migliori non sono loro a cercare di nascondersi ma sono i nostri occhi che hanno difficoltà a riconoscerle. Quindi bisogna essere consapevoli che la formazione rappresenta oggi per molte aziende un’attività irrinunciabile, nella quale è necessario investire per guidare i dipendenti dal concetto di “mansione” verso quello di “professione”. Ora più di prima le aziende, infatti, ricercano profili professionali che abbiano elevate capacità comunicative ed abilità nel risolvere i problemi.Ciò presuppone un coinvolgimento diretto del collaboratore, ecco perché bisogna pretendere che lui sviluppi maggiori conoscenze. E questo si ottiene proprio con la formazione costante, che può rappresentare la chiave per valorizzare le risorse umane e creare un ambiente organizzato in costante evoluzione, che richiede continui aggiornamenti, grande professionalità, ampliamento di competenze, conoscenza di nuove tecnologie ecc., in altri termini, un sistema organizzativo in cui non sono più sufficienti solo la buona volontà e la passiva esecuzione di direttive, ma la capacità di considerare che la formazione è un investimento da parte dell’azienda e quindi, perché risulti proficua ed efficace, deve essere presentata ai collaboratori come un’opportunità di arricchimento e accrescimento personale della loro professionalità e non come una punizione o un obbligo da subire con un atteggiamento passivo, poiché “chi tratta le persone come se fossero quello che dovrebbero essere, le aiuterà a diventare quello che sono in grado di essere” (cit). Antonio Guido

Ricordiamoci che le persone migliori non sono loro a cercare di nascondersi ma sono i nostri occhi che hanno difficoltà a riconoscerle


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L’alimentazione per bambini ed adolescenti ome tutti gli anni con il mese di settembre ci si prepara al ritorno a scuola dei nostri figli e nipoti, con la speranza che la pandemia COVID19 si sia finalmente attenuata e che si possano riprendere le attività in presenza. Dopo due anni di didattica a distanza palestre chiuse ed attività sportive e sociali ridotte al minimo, anche i più giovani iniziano a mostrare segni di sovrappeso o di obesità; quindi, ora più che mai è necessario prestare attenzione alla loro alimentazione. Infatti, soprattutto in età evolutiva, i principi nutritivi che introduciamo con gli alimenti non svolgono solo una funzione energetica, ma anche un’importante funzione plastica e regolatrice. Una dieta varia ed equilibrata è quindi fondamentale per consentire il ricambio di tutte le sostanze organiche e inorganiche che vengono continuamente utilizzate o eliminate dall’organismo e che devono perciò essere sostituite per consentire una crescita armonica. Una dieta equilibrata, uno stile di vita “sano”, un adeguato numero di ore di sonno ed una regolare attività fisica sono fondamentali per assicurare lo sviluppo dei nostri ragazzi ed un loro rendimento ottimale anche nelle attività scolastiche o agonistiche. Purtroppo, quando i bambini crescono e non vengono più regolarmente seguiti dal pediatra, Il principale errore che si commette è quello di pensare solo ed esclusivamente all’introito energetico sottovalutando i primi segnali di sovrappeso e obesità infantile ed illudendosi un loro aspetto “grassottello” o “paffutello” sia “segno di buona salute”. Un secondo grande errore è la dannosissima abitudine di compiacere i bambini con “premi alimentari”, pratica in generale diseducativa che diviene dannosa se la scelta dei “premi” ricade su cibi o bevande non idonei: “cibi spazzatura”, merendine ipercaloriche, bibite gassate, dolciumi ecc. Al contrario i cibi per i bambini ed adolescenti dovrebbero essere adeguati nelle quantità e il più possibile “naturali” ovvero semplici e preparati al momento. Occorre quindi scegliere alimenti freschi, di elevata qualità e possibilmente biologici: legumi, cerali, frutta e verdura di stagione non dovrebbero mai mancare sulle nostre tavole, per gli altri alimenti consiglio di seguire l’ordine e la frequenza della cosiddetta “piramide alimentare mediterranea” di cui spesso vi ho parlato nella mia rubrica. I figli si educano non solo a tavola ma anche insegnando loro a fare la spesa, a riconoscere dal colore e dall’odore i cibi naturali più freschi e genuini o a leggere le etichette di quelli confezionati. Ci sono mamme ossessionate dagli effetti a lunga sca-

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La colazione, sana, andrebbe consumata insieme seduti con tranquillità svegliandosi per tempo. Per lo spuntino niente cibo spazzatuta, meglio un panino fatto in casa, uno yogurt e una bottiglietta d’acqua denza dei vaccini ed informatissime su qualsiasi presunto possibile effetto collaterale che essi possano provocare che tuttavia non si preoccupano minimamente di imparare a leggere le etichette degli alimenti, o dei possibili effetti della grande quantità di conservanti, coloranti, grassi saturi ed altri additivi chimici in essi presenti e che i loro figli consumano regolarmente. Per non parlare delle dannosissime dipendenze dal fumo e dal consumo di bevande alcoliche, sempre più diffuse anche tra i giovanissimi. Un sano stile di vita ed alimentare si acquisisce nell’infanzia e nell’adolescenza ed il miglior modo per educare bambini e ragazzi è quello dell’esempio. Prima di preoccuparsi a torto o a ragione dei vaccini sarebbe bene, per coerenza, evitare anche di fumare o bere, in modo eccessivo davanti a loro, ma è diseducativo anche rimpinzarsi di cibo o al contrario saltare i pasti o sostituirli con preparati artificiali o assumere integratori di dubbia provenienza. Migliorare la qualità dei cibi, diminuire la quantità, curarne la varietà, fare con attenzione la spesa e stare molto attenti alla distribuzione dei pasti, sono le prime semplici regole che possono aiutarci nella “educazione alimentare” dei nostri figli. In molte famiglie purtroppo i ritmi del lavoro o i contrasti tra i genitori portano sempre di più a trascurare le nostre sane abitudini “mediterranee”. I pasti principali che “tradizionalmente” rappresentavano un momento di incontro, di dialogo e di educazione con i figli, spesso si saltano o diventano un terreno di scontro più che di incontro. La prima colazione, ad

esempio, per i ragazzi dovrebbe essere il principale pasto della giornata. Svegliarsi presto la mattina e preparare una sana colazione per tutta la famiglia da consumare insieme seduti a tavola, con tranquillità è un importante atto di amore e di attenzione che migliora non solo l’alimentazione dei nostri figli ma anche la qualità complessiva della nostra vita. Preparare una merenda di metà mattinata ed uno spuntino di meta pomeriggio “casalingo” mettendo nello zainetto dei nostri figli frutta di stagione, uno yogurt o un bel panino ed una bottiglietta di acqua, rappresenta il miglior modo per evitare che i ragazzi si vadano a comprare, con i soldi dati in alternativa, una colazione fatta da cibi spazzatura accompagnata da bibite gassate e zuccherate. Se si ha la fortuna di poter pranzare insieme con i figli o i nipoti attenzione a quello che portiamo in tavole. Nelle mense scolastiche in genere la qualità e la quantità dei cibi dovrebbe essere garantita, ma questo paradossalmente non sempre accade per i ragazzi che pranzano in casa che spesso vengono sollecitati a mangiare troppo. L’obesità infantile sta diventando sempre più diffusa e porta a grandi problemi sanitari da adulti, quindi attenzione, fate controllare regolarmente bambini e ragazzi dal pediatra e nel caso di sovrappeso correte immediatamente ai ripari. Analoga attenzione andrebbe rivolta a problemi di bulimia o di anoressia che colpiscono soprattutto le giovani adolescenti, con effetti ancor più devastanti per la loro salute. Infine, l’ultimo pasto della giornata, la cena, dovrebbe rappresentare un momento di riflessione durante il quale tutta la famiglia si riunisce e tira le somme. Meglio concentrarsi meno sul cibo e più sui nostri figli, mangiare di meno e parlare di più, informandosi su come hanno passato la giornata, guardandoli in faccia per cercare segni di problemi…gli anni della infanzia e della adolescenza passano in un attimo e se i genitori si concentrano troppo sul loro piatto e sui loro problemi rischiano di perdere di vista i loro figli nell’unica fase della loro vita in cui ancora possono fare la differenza. Monica Grosso - Biologo nutrizionista Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 monicagrosso1@tiscali.it

Meglio concentrarsi meno sul cibo e più sui nostri figli, mangiare di meno e parlare di più, informandosi su come hanno passato la giornata, guardandoli in faccia per cercare segni di problemi


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INFORMAZIONE

Il Corriere della Città settembre 2021

Onoriamo la memoria di Domenico Cappelli Nel 2022 ricorrerà il decennale dalla morte del poeta-operaio di Pomezia, appello per recuperarne la memoria icordare, anche da parte dell'Amministrazione Comunale, Domenico Cappelli ovvero il poeta operaio di Pomezia. Il prossimo marzo ricorrerà infatti il decennale dalla sua scomparsa, avvenuta nel 2012 ed è partito l'appello alle Istituzioni affinché la sua memoria, e i suoi lavori, non vadano perduti. Nato a San Casciano nel '46 Cappelli si era trasferito nel territorio pometino nel 1969. Di professione faceva il saldocarpentiere – per lavoro ha davvero girato l'Italia giungendo infine anche alla FEAL di Pomezia – ma le sue grandi passioni erano la musica e la poesia. A tal proposito ha fatto parte della Banda cittadina di Santa Cecilia mentre con carta e penna imprimeva i suoi pensieri spesso incentrati su tematiche sociali e civili. Cappelli infatti ha sempre partecipato alle lotte operaie per la conquista dei lavoratori militando nella sinistra e nel Sindacato della CGIL. Tra i suoi lavori più importanti troviamo "Sonetti d'Italia", "Poesie scelte e Vita dell'ultimo operaio", ma anche componimenti dedicati alla città come "Pomezia ha 73 anni" o “Torvaianica”. Ne parliamo con Domenico Defelice Di Cappelli e di ciò che ha rappresentato per il territorio discutiamo con un altro poeta del luogo, Domenico Defelice. Anch'egli poeta, scrittore, saggista, ha fatto di Pomezia non solo il luogo della sua vita, ma anche il centro

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Pomezia, 20/10/’84, Istituto d’Arte Picasso, V Edizione Premio Letterario Internazionale Città di Pomezia. D.Mugnaini, Ass.alla Cultura, premia il poeta Domenico Cappelli; al microfono, il corrispondente del quotidiano Il Tempo, Dott. Franco Di Filippo

della sua fervente attività di pubblicista e di uomo di cultura. Lunghissima la sua produzione letteraria tra raccolte poetiche, drammi prosastici e monografie che coprono, in un arco di sessantanni, gli eventi e le fasi più controverse dei mutamenti storici della nostra società. Ne citiamo alcune: Con le mani in croce (1962); La mania del coltello (1963); Un paese e una ragazza (1964); 12 mesi con la ragazza (1964); La morte e il Sud (1971); Dialoghi all’esca (1989); To erase, please? (1990); L’orto del poeta (1991); Alpomo (2000); Resurrectio (2004); A Riccardo (e agli altri che verranno) (2015). Dal 1973 dirige inoltre il mensile letterario Pomezia-Notizie oltre che aver fondato, organizzato e diretto il Premio Internazionale Città di Pomezia, coinvolgendo esponenti di spicco della cultura italiana e straniera. «La città deve onorare il poeta operaio» DOPO 38 ANNI DI SERVIZIO Ebbene oggi, Defelice si Francesco Milone, Capo sede dei è rivolto alla nostra ReVigili del Fuoco di Pomezia, dal 1 dazione per lanciare un settembre lascerà il suo incarico. appello affinché il suo Una vita passata al servizio del collega venga debitaCorpo dal lontano 1981 nei vari mente ricordato anche Comandi di Avellino, Brescia, e sopratutto al livello Roma e Fiumicino. Quindi Anzio, istituzionale. «Cappelli prima di approdare a Pomezia dove ancora risiede.Tanti gli interventi a servizio della popolazione tra i quali menzioniamo ad esempio il salvataggio di un operaio rimasto intrappolato a Santa Palomba all'interno di una ferrocisterna. Ha partecipato inoltre a tanti interventi di emergenza come nei terremoti in Umbria e nelle Marche, ma anche a L'Aquila e Arquata. Nel corso della sua lunga carriera Milone era diventato capo sede del distaccamento di Anzio mentre nel 2018, a Pomezia, aveva assunto il ruolo di capo reparto del distaccamento. Dal 1 settembre dunque, dopo ben 38 anni di onorato servizio, arriverà la meritata pensione.

Grazie Comandante Milone!

ha iniziato a lavorare giovanissimo, a 16 anni, e le sue più grandi passioni erano la musica, suonava diversi strumenti, ma soprattutto la scrittura», ci racconta Defelice. «Era di una sensibilità straordinaria, operaio per lavoro ma uomo di profonda cultura. I contenuti delle sue poesie, penso a quelle dedicate al mondo del lavoro e alla lotta operaia, sono straordinari. Purtroppo ha pubblicato poco, per questo c'è necessità di non disperdere il ricordo di un autore così importante anche per la stessa città di Pomezia». Defelice ricorda poi qualche aneddoto riferito a Cappelli: «A volte veniva da me per chiedermi di aiutarlo ad “aggiustare” qualche rima o metrica, 'mi aiuti con questo verso zoppicante?', mi diceva. Non che ce ne fosse bisogno, le sue opere parlavano da sé. Mi è davvero dispiaciuto quando è scomparso all'improvviso, era anche un amico chiaramente». Cosa si potrebbe fare? Chiediamo. «E' doveroso approfondire il suo lavoro, glielo dobbiamo, se lo merita. Va ricordato e recuperato, tanto più ora alla vigilia del decennale della sua scomparsa». Tra le proposte potrebbe esserci quella, magari, dell'intitolazione di una strada oppure la realizzazione di un piccolo monumento in sua memoria, eventualmente nella zona dove ha vissuto, la “167”. La palla passa ora al Comune. Luca Mugnaioli




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