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VERNICE GIALLA, FELICITÀ QUOTIDIANA
Vernice
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felicità
di Rachele Monaco
Chi di noi non ha mai sentito parlare del grande Vincent van Gogh? Nessuno, presumo. È un artista che mi sta particolarmente a cuore, probabilmente per la sua lucida follia, che ha sempre trovato spazio su di una tela bianca, che dipingeva con i colori il suo mondo interiore, che nessuno era mai riuscito a comprendere. Tra le tante follie di questo artista, oggi sappiamo che adorava mangiare vernice gialla, poiché la associava alla gioia. Era convinto così di farsi del bene, si auto imponeva questa pratica quotidiana, certo che, una volta deglutito, i migliori pensieri e sentimenti lo avrebbero accompagnato per un po’ di tempo. Ora, la vernice non è fatta per essere mangiata, non è un vero toccasana per l’intestino! E allora perché l’artista si ostinava a mangiarla, nonostante le lamentele del suo stomaco qualche ora dopo? Noi umani siamo fatti così. Crederemmo a qualunque cosa pur di farci sentire meglio, ci illudiamo da soli molto spesso.
gia⊃a, quotidiana
Che voi ci crediate o no, dopo aver ingerito quella strana poltiglia gialla, Van Gogh stava davvero meglio, si sentiva davvero più felice, era davvero più gioioso. È un semplice trucchetto che la nostra mente usa: una volta che si convince di una cosa, quella, per quanto bizzarra, accade sempre. Per questo siamo tutti registi pluri premiati di film mentali, perché è la testa a decidere come ci sentiamo. Una volta mangiata quella vernice, il cervello di Van Gogh magari davvero rilasciava della serotonina (ormone della felicità). È stato anche dimostrato che semplicemente sorridendo, anche senza motivo, possiamo ingannare il nostro cervello, fargli pensare che siamo davvero felici, che davvero ci siamo divertendo, dandogli così motivo di rilasciare le sostanze che ci fanno stare bene. La verità è che abbiamo tutti bisogno di costruirci castelli di carte, di illuderci di qualcosa, anche se poi ci verrà un'intossicazione alimentare!