1 minute read
DIARIO DI SOPRAVVIVENZA PER IL LICEO
Discriminazioni
di Alessia Oreti
Advertisement
La scuola dovrebbe essere un posto in cui sentirci liberi di essere ciò che siamo, ma perché in molti casi non è così? Quando si parla di "discriminazioni" si aprono molte parentesi, poiché purtroppo, ancora oggi, sono molto frequenti in vari ambiti. Mi vorrei soffermare adesso su una cosa che ci accomuna tutti: i vestiti. Ognuno di noi ha i propri gusti e vorrebbe sentirsi libero di indossare ciò che vuole senza essere guardato male, o peggio ancora, insultato e deriso per un gusto personale. La scuola ha stabilito un regolamento che ci impone di non indossare certi capi, dal momento che potrebbero apparire irrispettosi. Certo, la scuola non è una discoteca, ma esclusi i top troppo corti o le minigonne, come mai ancora oggi veniamo classificati in base a ciò che indossiamo? Sentiamo spesso dire: "Felpe larghe, dread, e Globe... di sicuro va all'artistico!" o altrimenti "Giacca e cravatta? Classico, ovviamente". Ci battiamo per eliminare le etichette, ma anche questi luoghi comuni possono essere dannosi! La scuola è il nostro lavoro, ma è anche la nostra seconda casa. È un luogo dove dovrebbero insegnarci che non c'è niente di male nell'essere se stessi, senza omologarsi necessariamente alla moda del momento o agli standard del posto. Se metto una felpa larga e "sformata", non sono meno classicista di chi mette una camicia. Se indosso la cravatta, non appartengo meno degli altri al liceo musicale. Io sono chi voglio essere e metto ciò che più mi aggrada, nei limiti del rispetto. Questo problema è radicato sia tra i professori, che forse inconsciamente etichettano i ragazzi, sia tra gli studenti stessi. Rispettiamo se vogliamo essere rispettati e ricordiamo che non si giudica un libro dalla copertina. La libertà di espressione è meravigliosa e avere il coraggio di essere noi stessi lo è ancora di più! D'ora in poi potremmo provare a non giudicare gli altri, potremmo sentirci liberi di dire la mattina: "Okay, oggi niente camicia, mi metto la tshirt della mia band preferita”. Per essere più liberi assecondiamo le libertà altrui. È un grande passo per demolire finalmente i pregiudizi.