DIARIO DI SOPRAVVIVENZA PER IL LICEO
Discriminazioni di Alessia Oreti
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a scuola dovrebbe essere un posto in cui sentirci liberi di essere ciò che siamo, ma perché in molti casi non è così? Quando si parla di "discriminazioni" si aprono molte parentesi, poiché purtroppo, ancora oggi, sono molto frequenti in vari ambiti. Mi vorrei soffermare adesso su una cosa che ci accomuna tutti: i vestiti. Ognuno di noi ha i propri gusti e vorrebbe sentirsi libero di indossare ciò che vuole senza essere guardato male, o peggio ancora, insultato e deriso per un gusto personale. La scuola ha stabilito un regolamento che ci impone di non indossare certi capi, dal momento che potrebbero apparire irrispettosi. Certo, la scuola non è una discoteca, ma esclusi i top troppo corti o le minigonne, come mai ancora oggi veniamo classificati in base a ciò che indossiamo? Sentiamo spesso dire: "Felpe larghe, dread, e Globe... di sicuro va all'artistico!" o altrimenti "Giacca e cravatta? Classico, ovviamente". Ci battiamo per eliminare le etichette, ma anche questi luoghi comuni possono essere dannosi!
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La scuola è il nostro lavoro, ma è anche la nostra seconda casa. È un luogo dove dovrebbero insegnarci che non c'è niente di male nell'essere se stessi, senza omologarsi necessariamente alla moda del momento o agli standard del posto. Se metto una felpa larga e "sformata", non sono meno classicista di chi mette una camicia. Se indosso la cravatta, non appartengo meno degli altri al liceo musicale. Io sono chi voglio essere e metto ciò che più mi aggrada, nei limiti del rispetto. Questo problema è radicato sia tra i professori, che forse inconsciamente etichettano i ragazzi, sia tra gli studenti stessi. Rispettiamo se vogliamo essere rispettati e ricordiamo che non si giudica un libro dalla copertina. La libertà di espressione è meravigliosa e avere il coraggio di essere noi stessi lo è ancora di più! D'ora in poi potremmo provare a non giudicare gli altri, potremmo sentirci liberi di dire la mattina: "Okay, oggi niente camicia, mi metto la tshirt della mia band preferita”. Per essere più liberi assecondiamo le libertà altrui. È un grande passo per demolire finalmente i pregiudizi.