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EVA CONTRO EVA
EVA CONTRO
di Giovanni G. Gori
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EVA
“Eva contro Eva” (“All about Eve”, 1950) è un film del 1950 diretto da Joseph L. Mankiewicz e interpretato da Bette Davis e Anne Baxter.
TRAMA
La famosa attrice teatrale Margo Channing (Bette Davis) riceve la visita di una ragazza di nome Eva Harrington (Anne Baxter), che le viene presentata dalla sua amica Karen (Celeste Holm). Eva afferma di essere una fan sfegatata di Margo e di aver assistito a tutti i suoi spettacoli. Margo la assume come segretaria, ma ben presto Eva, che inizialmente appare come una ragazza dolce, timida e insicura, si rivela un’arrampicatrice, piena di arrivismo e doppiezza, che non esiterà a creare scompiglio nella vita di Margo, sia amorosa (cercando di sedurre il suo fidanzato, il regista Bill Sampson, interpretato da Gary Merrill, compagno della Davis anche nella vita reale!!!) sia, soprattutto, professionale: il vero obiettivo di Eva infatti è quello di conquistarsi la fiducia di Margo Channing per soffiarle il suo ruolo più importante e affermarsi come attrice. Soltanto il cinico critico teatrale Addison DeWitt (George Sanders) riesce a intuire le manovre di Eva, ammirandone al contempo l’audacia e la doppiezza…
Un pezzo forte della cinematografia mondiale, che vanta punte di assoluta genialità, a partire dal titolo, sia in originale sia in italiano. Se nel primo si vuole far riferimento alla premessa originale che la vicenda narrata verte tutta su Eva, ovvero sulla sua storia e sulla sua complessa e ambigua personalità, da noi il titolo fa riferimento al concetto di “donna contro donna”, alludendo allo scontro tra Margo ed Eva che domina tutto il film e dal quale risultano entrambe vincitrici ed entrambe perdenti: Eva riuscirà a scalzare Margo e affermarsi come attrice ma finirà ricattata da DeWitt, che ha scoperto le sue menzogne e potrebbe rovinarla, mentre Margo, dal canto suo, pur avendo perso il suo ruolo più importante, riesce a conservare i suoi affetti e il suo amore. Nel film vengono messi a nudo la competizione, l’ambizione sfrenata e le scorrettezze del mondo dello spettacolo e nonostante si parli di teatro, vi è una chiara allusione anche al mondo del cinema hollywoodiano. Dal punto di vista psicologico il film è anche una riflessione sull’invidia, su come una persona possa odiare e fare di tutto per distruggere un’altra persona perché possiede ciò che egli non ha, ma che brama di avere a qualunque costo, o perché quella persona incarna proprio ciò chi la invidia vorrebbe essere, ma non è. Questa invidia porta la persona che la vive a non esitare a farsi avanti senza scrupoli, pervasa dall’orgoglio frustrato e dal bisogno di riconoscimento. La sceneggiatura e la regia di Mankiewicz (che già aveva vinto l’Oscar in entrambe le categorie l’anno precedente con “Lettera a tre mogli”) è sofisticata, soprattutto per il costrutto narrativo: tutto (tutta la verità) su Eva viene sviluppata da tre narratori (Karen, Margo e DeWitt), i quali offrono ciascuno il loro punto di vista. Tale stile narrativo verrà ripreso dal regista quattro anni dopo ne “La contessa scalza”(“The barefoot contessa”, 1954). Gli attori sono tutti perfettamente in
parte, ognuno in questo film dà il meglio di sé, anche se per una grandissima attrice del calibro di Bette Davis è sicuramente arduo stabilire quale sia la migliore interpretazione, e i dialoghi sono delle vere e proprie perle. Celebre è soprattutto la battuta di Margo: “Prendete il salvagente! Stasera c’è aria di burrasca”.
CURIOSITÀ
La pellicola vanta il record delle candidature agli Oscar (ben quattordici nominations!), che condivide con “Titanic” (1997) e “La La Land” (2016) e ne vinse ben sei: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale, miglior attore non protagonista (George Sanders), migliori costumi e miglior sonoro. Inoltre è l’unico film con quattro candidature femminili in due categorie diverse, anche se nessuna delle quattro candidate ha ottenuto la vittoria: Bette Davis e Anne Baxter furono candidate come miglior attrice protagonista, ma a vincere fu Judy Holliday in “Nata ieri” (“Born yesterday”), mentre Celeste Holm e Thelma Ritter (che interpreta la cinica e disincantata governante di Margo, Birdie Coonan) ricevettero la candidatura nella categoria della miglior attrice non protagonista, premio che andò invece a Josephine Hull in “Harvey”. Bette Davis considerò questo ruolo come il migliore della sua carriera. Pare che inizialmente la parte dovesse andare a Claudette Colbert, la quale però dette forfait. Nel film, nel ruolo della giovane aspirante attricetta che accompagna DeWitt alla festa per il compleanno di Bill troviamo una giovanissima Marilyn Monroe in quello che è il primo titolo importante della sua carriera.