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FAKE NEWS

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EVA CONTRO EVA

EVA CONTRO EVA

di Elisa Ciabatti

In un periodo storico in cui tutti sanno tutto di tutti, i social sono ormai il miglior modo per comunicare qualsiasi tipo di notizia, ma bisogna prestare attenzione a ciò che si legge e condivide.

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Circa l'86% delle notizie su internet è falsa. L'oggettività, la credibilità del tema e il contesto contribuiscono ad accrescere la tendenza di alcune persone a credere a qualsiasi cosa venga loro detta. Di solito ci si affida alla presunta cultura del declamatore di fake news, altre alla fatica di comparare diverse fonti, altre ancora esclusivamente alla fiducia, ma è proprio a causa di questi piccoli comportamenti che poi una semplice notizia nata dal nulla, senza basi concrete, si diffonde in modo smisurato, girovagando a volte per tutto il globo. Già in tempi lontani, con i cantastorie medievali, i cosiddetti "affabulatori", circolavano tantissime storie totalmente inventate, raccontate però in un modo talmente veritiero che riuscivano ad assumere l'identità di racconti reali. È il caso di un famoso nobile fiorentino, il quale, a causa di una presunta relazione incestuosa, fu escluso dalla vita sociale di tutta la città e poi decapitato per ordine della Chiesa davanti a tutto il popolo; successivamente fu provato dagli storici che era tutto totalmente falso, messo in scena da un altro nobile, geloso dell'ingente ricchezza del malcapitato. L'inclinazione a credere a molte delle cose che ci vengono raccontate non è quindi un problema solo delle generazioni tecnologiche, ma è forse propria di molte persone, qualsiasi secolo esse vivano. Certo, ad oggi subiamo un bombardamento mediatico, molto più abbondante di quello che potevano avere nei secoli precedenti, che aumenta ancora di più il rischio di diffusione di vere e proprie fesserie. Un'azienda statunitense ha condotto un'indagine prendendo ad esempio i maggiori social utilizzati (Facebook, Youtube, Instagram, Twitter e Tumblr) ed ha dedotto che almeno una notizia su 3, tra quelle che ci appaiono sui nostri schermi, è falsa. Se ci soffermiamo a pensare è un numero esorbitante, che ci mette davanti a come sia semplice ormai far circolare un qualsiasi tipo di notizia. La psicologa sociale Serena Ferrinetti ha affermato in un'intervista che "la società ormai è più legata a condividere che a vivere", spiegando come ad oggi le persone si soffermino a malapena a leggere ciò che condividono perché troppo concentrate a postare, a mostrarsi al mondo, ad essere integrati in un ambiente sociale che si declama sempre più acculturato. C'è infatti la necessità di far vedere ad altri che siamo in grado di avere le informazioni prima di tutti, che siamo il motivo per cui altre persone sono messe al corrente di una specifica notizia, che siamo più intelligenti di altri perché sappiamo, tramite l'utente Facebook @peppe261168, cosa succede nel mondo. La spasmodica voglia di condividere pensieri personali facendoli passare per verità assolute è un'altra delle cause della diffusa moda delle notizie false, che contribuisce ancora una volta a dare uno spaccato di una società senza basi culturali forti, manipolabile ed ingenua. Le fake news sono ormai entrate nella quotidianità di ognuno di noi, creandoci spesso allarmismi o preoccupazioni inutili su argomenti che meriterebbero solo una ricerca in più o una verifica delle fonti per smentire o confermare i nostri pensieri. Per questo è importante informarsi tramite più siti o documenti riguardo una determinata notizia, non lasciarsi ingannare dai grandi titoli, che da sempre sono i più comuni specchietti per le allodole delle testate giornalistiche, e soprattutto leggere attentamente e fino alla fine un qualsiasi documento prima di condividerlo o anche solo parlarne a sproposito. Perché ci si può sempre imbattere in un articolo menzognero come questo, fatto di dati inventati, persone inesistenti, aziende fantasma e pensieri estremamente soggettivi.

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