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IL RAZZISMO NELLO SPORT
di Niccolò Bettini
Il razzismo è una bestia che procedendo per la sua strada spazza via tutto ciò che si trova davanti. Questa piaga si manifesta non solo nella vita sociale di tutti i giorni, ma va anche a macchiare una valvola di sfogo e di espressione che esiste da moltissimo tempo: lo sport. Ora vedremo come e in che occasioni il razzismo si è presentato e soprattutto come lo sport lo ha saputo combattere.
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MARIO BALOTELLI
Mario Balotelli, noto calciatore italiano che ha giocato in Inter, Milan, Brescia e tutt'ora giocatore del Monza, anche conosciuto per il suo piccante carattere, è stato oggetto di molti episodi razzisti, vediamo il più importante e recente. Verona-Brescia una "pallonata al razzismo". Accade tutto il 03/11/2019 nel match Verona-Brescia al 54' minuto. Balotelli protegge palla vicino alla bandierina quando il numero nove bresciano prende il pallone con le mani e lo calcia verso la curva veronese con tutto il dolore e la rabbia provata in quel momento a causa di pesanti cori razzisti da parte dei Butei. In seguito Balotelli minaccia di abbandonare il campo poiché affranto dai cori subiti ma l'arbitro forza la sua sostituzione. La Serie A e la FIGC hanno condannato a seguito della partita a 3 giornate di D.A.SPO. (misura prevista al fine di impedire aggressioni violente nei luoghi degli avvenimenti sportivi) per la tifoseria veronese a causa di questo orrido comportamento che per pochi minuti ha sotterrato l'immagine stupenda che questo sport può dare.
KALIDOU KOULIBALY
Kalidou Koulibaly, difensore titolare del Napoli, ha subito provocazioni razziste durante una partita di calcio. Durante Inter-Napoli i tifosi interisti nel corso della partita hanno simulato il verso della scimmia per prendere in giro il difensore senegalese. Kalidou ha replicato: «Fa male, li ho presi come un attacco personale». Dopo la partita Koulibaly ha ricevuto un supporto sociale e mediatico spaventoso, tutte le tifoserie italiane si sono schierate con lui grazie all'hashtag #Siamo tutti Kalidou nella lotta al razzismo. Dalla sua parte si è schierato anche Didier Drogba, campione ivoriano dicendo: «La cosa più bella del calcio è che è una cosa per tutti, non importa da dove uno venga o che aspetto abbia. Il calcio riunisce persone di tutto il mondo ma alcuni non lo capiscono e se la prendono con i giocatori di colore. Ho avuto problemi con questa cosa in passato e credo sia sbagliato: dobbiamo pensare a come far capire a queste persone che il loro comportamente non è giusto. Non è un problema che riguarda solo l’Italia e il calcio, ma è qualcosa a cui ognuno di noi deve contribuire a trovare un rimedio».
JESSE OWENS
Jesse Owens, atleta afroamericano ha gareggiato nelle olimpiadi del 1936 a Berlino proprio quando a governare c'era Hitler. Quest'ultimo ha usato le olimpiadi proprio per definire e sottolineare la superiorità della razza ariana anche negli sport: non aveva però fatto i conti con Jesse Owens. L'atleta afroamericano infatti ha combattuto onorevolmente contro il razzismo del tempo conquistando tutte e 4 le medaglie d'oro portando l'America al trionfo davanti al dittatore tedesco. La vittoria di Jesse per molti è
stata così importante da essere degna di nota: così nel 2016 esce "Race, il colore della vittoria" diretto da Stephen Hopkins, un film interamente dedicato alle qualità tecniche di Owens, le quali hanno annichilito la supremazia tedesca. Il Black Lives Matter, movimento contro le discriminazioni razziali, ha agito anche nello sport. Andiamo a scoprire in quali casi.
ROMELU LUKAKU E NICOLAS NKOLOU
Lukaku, attaccante interista, si è spesso espresso contro il razzismo anche ultimamente, a seguito dello scontro avuto con Ibrahimovic in coppa Italia, il quale disse lui: «Torna a fare i riti vodoo con tua mamma». Durante la partita InterBenevento, Romelu Lukaku si procura il rigore e segna il gol della vittoria ma esultando in un modo particolare. Dopo l'abbraccio coi compagni decide di inginocchiarsi e di puntare il pugno verso l'alto, tipico gesto del movimento americano. Il numero 9 belga dopo il match ha voluto ribadire il concetto postando una foto che ritraeva la sua esultanza commentando: "Questo gol è per tutti quelli che stanno combattendo contro l'ingiustizia. Sono con voi". Anche Nicolas Nkolou ha voluto dare il proprio contributo a questa battaglia contro l'ingiustizia mondiale: il centrale difensivo del Torino, ha dedicato il suo primo gol in Serie A della stagione 2020/21, trovato all'89' minuto con un colpo di testa, al Black Lives Matter esultando proprio come Lukaku. Pure Nkolou ha voluto reincarare la dose postando una foto su Instagram scrivendo: "È da quando sono in Italia che combatto tutto questo, e mi sento in dovere di dimostrare il supporto che voglio dare alle persone che ci mettono la faccia, grazie".
PREMIER LEAGUE E ROMA
La federazione inglese del calcio ha deciso di aggiungersi alla protesta. Per una giornata di campionato ha deciso di stampare la scritta "BLACK LIVES MATTER" su tutte le maglie da gara al posto del nome dei giocatori proprio per sottolineare il fatto che non conta chi siamo, nello sport siamo tutti uguali, uniti per un unico scopo. Anche la Roma si è ben espressa sull'argomento stampando anch'essa "BLACK LIVES MATTER" sopra il logo della squadra, a simboleggiare la loro personale vicinanza a chi combatte contro tutto questo.
NBA: LEBRON JAMES E MICHAEL JORDAN
Il basket, essendo quasi lo sport nazionale americano, è stato lo sport che ha sentito maggiormente questa situazione che ha sconvolto tutti i cestisti del campionato NBA. Ma come ha reagito il basket? L'NBA ha, come gli altri, creato magliette col proprio logo assieme alla scritta "BLACK LIVES MATTER" per i giocatori in panchina, ma ha anche scritto direttamente lo slogan del movimento nato in America sul campo da gioco di ogni squadra presente nel campionato. La squadra dei Milwaukee Bucks ha deciso qualche mese fa di non presentarsi alla partita contro i Los Angeles Lakers in segno di protesta e tutte le squadre hanno aderito allo sciopero creando un'unità sociale potentissima. Parlando di Lakers non si può non parlare della loro stella Lebron James il quale disse riguardo a tutto questo: «Per me non è un movimento ma uno stile di vita. Il razzismo farà sempre parte della storia, credo, ma penso anche che noi, le persone che hanno l’opportunità di avere una voce e tutti coloro che hanno la possibilità di influenzare la gioventù che verrà, dobbiamo guidarli come meglio possiamo». Concludo con le parole di Michael Jordan, da molti creduto il cestista più forte di tutti i tempi, alla festa in ricordo di Kobe Bryant: «Sono vicino alle famiglie che hanno perso le persone amate. I nostri figli dovranno crescere lontani da tutto questo e ognuno di noi ha il dovere di educarli in modo tale che disprezzino questi eventi. Il razzismo non deve esistere facciamolo arrivare anche a Kobe, che da lassù sarebbe d’accordo con me».