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MOBY DICK

MOBY DICK

THE MOST IMPORTANT ELECTION IN OUR LIFETIME

di Francesca Oriti

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Perché noi europei dovremmo preoccuparci di chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti d’America?

È inevitabile osservare che dal 1989 a oggi gli Stati Uniti sono rimasti una delle poche superpotenze incontrastate, quindi le decisioni prese dai politici statunitensi, specialmente quelle di politica estera, sono destinate a condizionare tutto il mondo Occidentale. Come tutte le elezioni, anche quelle del 2020 sono state argomento di discussione per un anno intero, ma l’attenzione verso questo evento di primo piano si è intensificata con lo scoppio della pandemia da Covid-19, che negli Stati Uniti ha colpito undici milioni di persone (dati aggiornati al 18 novembre 2020) e ha influenzato il voto sia a livello logistico che a livello politico. Per evitare assembramenti ai seggi, con regolamenti diversi da stato a stato, è stato concesso agli elettori o di richiedere il voto per posta (mail-in voting) o di recarsi in modo scaglionato al seggio in un periodo precedente al giorno delle elezioni (early voting). Il voto per posta si è rivelato un tasto dolente per entrambi i partiti: il presidente uscente Donald Trump ha infatti dichiarato più volte che questa modalità di voto avrebbe aumentato la possibilità di brogli elettorali, mentre varie associazioni che si occupano della libertà di voto, collegate al partito Democratico, hanno riconosciuto un punto critico nelle modalità di controllo delle schede, diverse da stato a stato, con il timore che molte fossero invalidate. Inoltre persisteva il problema oggettivo, che fortunatamente si è poi rivelato affrontabile, del numero insufficiente di scrutatori e l’impreparazione delle amministrazioni locali rispetto alle procedure del voto per posta. È stata infatti lasciata agli Stati la responsabilità di normare molti aspetti del voto per posta: se esistessero e quali fossero i requisiti necessari per richiedere le schede per posta, la scadenza entro cui i voti potessero essere considerati validi, i metodi di convalida delle schede e le possibili ragioni di invalidamento del voto. Il dibattito politico è stato invece particolarmente acceso riguardo alla risposta dell’amministrazione Trump all’emergenza sanitaria: nella sua testimonianza al Congresso, Stephen M. Hahn, il commissario della FDA (Food and Drug Administration), ha dichiarato che la Casa Bianca ha fatto interventi proficui sulle operazioni di tracciamento, permettendo così di incrementare vertiginosamente e in poco tempo il numero di tamponi effettuati; il New Work Times invece, in un articolo del 2 ottobre 2020, scrive che il presidente, nonostante fosse stato informato, ha ignorato la presenza del virus per tutto il mese di gennaio per non danneggiare l’economia, in quanto elemento base della sua campagna elettorale. Indipendentemente dalle opinioni politiche, i dati scientifici affermano che gli Stati Uniti sono stati il Paese più colpito dalla pandemia, persino più della Cina dove il virus si è trasferito per la prima volta dagli animali all’uomo. La crisi di un Paese prima ritenuto invincibile ha prodotto quindi una pressione senza precedenti sulle elezioni del 2020, che si è concretizzata ad esempio nella ad war, cioè nella battaglia pubblicitaria che ha sommerso i cittadini americani. La bilancia politica degli Stati Uniti ha fondamentalmente solo due bracci, il Partito Democratico da una parte e il Partito Repubblicano dall’altra, sebbene vengano catalogati sotto il nome di Indepent un componente della House of Representatives (Libertarian) e due senatori. Come fanno 12

notare gli analisti del Pew Research Center, il Paese risulta quindi diviso in due fazioni che oggi più che mai sono reticenti a venirsi incontro e frequentemente non concordano né su misure politiche né sul riconoscimento di svariati problemi nel tessuto sociale. L’ultima manifestazione di questo è che sebbene le elezioni presidenziali siano state vinte da Biden con più di 270 grandi elettori (il loro numero per singolo stato è proporzionale ai voti ricevuti dal candidato), ancora non è certo quale partito si sia guadagnato la maggioranza al Senato, che dipende da due ballottaggi in Georgia in programma per il 5 gennaio. Nonostante i Democratici abbiano riconfermato il loro dominio sulla House of Representatives, per qualsiasi amministrazione è difficile governare senza l’appoggio del Senato. Ad ogni modo le elezioni del 2020 hanno segnato una svolta storica: per la prima volta gli Stati Uniti avranno una vicepresidente donna, la senatrice californiana Kamala Harris, che viene eletta proprio nell’anno in cui si celebra il centenario del diritto al voto delle cittadine americane. Impegnata nella lotta contro il razzismo e nelle campagne per i diritti delle donne, Kamala Harris ha avuto una brillante carriera, prima procuratrice distrettuale di San Francisco, poi procuratrice generale della California, in seguito al Senato e infine alla Casa Bianca, tutto grazie agli insegnamenti di sua madre, di cui lei stessa ricorda la frase:

Fonti congress.gov, covid.cdc.gov, nbcnews.com, usa.gov, theguardian.com, fda.gov, nytimes.com, pewresearch.org

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