NO. 22 SPECIALE TEATRO

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FARE O NON

FARE TEATRO? 10 effetti benefici della recitazione di Letizia Chiostri Già gli antichi Greci avevano appreso il grandioso potere del teatro. Ritenevano, infatti, che la tragedia avesse una funzione catartica, purificatrice. Attraverso la visione dello spettacolo, il pubblico era in grado di tirar fuori le proprie emozioni, avere modelli con i quali confrontarsi e, dunque, imparare. Per questo, tutti dovevano andare a teatro: era lo Stato stesso a pagare il biglietto per chi non se lo poteva permettere, mentre il pagamento della liturgia – una tassa particolare imposta ai tre cittadini ritenuti più ricchi per finanziare l’allestimento e, soprattutto, per sostenere le spese del coro – era ritenuto un grande privilegio. Con il tempo, il modo di fare teatro si è modificato ed evoluto. Tuttavia, ha sempre mantenuto questa sua capacità di guarigione, non solo per lo spettatore, ma anche – e oserei dire soprattutto – per l’attore stesso. Purtroppo, spesso sottovalutiamo questo aspetto: è luogo comune pensare che un attore pratichi questo mestiere solamente per la ricerca della fama o per una sorta di esagerata megalomania. Invece, ignoriamo tutti i benefici, fisici e psicologici, che esso produce. Proverò a indicarli in dieci punti principali. Uso corretto della voce e della respirazione Questo è un punto estremamente importante, ma troppo sottovalutato. Uno dei primi esercizi che si svolge in un corso di teatro è quello della respirazione. Spesso, infatti, presi dalla frenesia di una vita sempre di corsa, ci dimentichiamo di respirare, o comunque di farlo correttamente. L'esercizio che si propone, in genere all'inizio della lezione, è respirare profondamente e lentamente, con gli occhi chiusi, per un minuto. Oltre che essere utile per il sistema respiratorio, questa attività riduce l'ansia e lo stress e rilassa i muscoli. Per quanto riguarda l'uso della voce, la questione si fa più interessante. Tutti coloro che cantano sicuramente lo sapranno meglio di me. Ognuno di noi possiede diversi tipi di voce, a seconda di dove si spinga l'aria quando si parla (per esempio esiste la voce di petto o di naso); ma le più importanti sono tre: la voce di testa - quella acuta, in falsetto -, di diaframma - banalizzando, è quella che utilizziamo anche per fare il verso a Babbo Natale - e di gola, cioè quella che usiamo normalmente. In teatro - e in realtà anche nella vita di tutti i giorni - bisogna utilizzare la voce del diaframma: questa ci permette di aumentare il volume della voce senza sforzarsi. Se usassimo quella di 4


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