VINCENT LE OPERE VAN GOGH DISPERSE Oltre 1000 disegni e dipinti citati dall’artista e introvabili ANTONIO DE ROBERTIS MATTEO SMOLIZZA
Grafica Aurelio Candido Stampa Lito Terrazzi, Firenze Le immagini riprodotte nel presente volume appartengono all’Archivio Fotografico e Biblioteca De Robertis, Milano. La qualità delle immagini, non sempre perfetta, dipende dagli originali utilizzati, nella quasi totalità precedenti al 1930 e non di rado ottocenteschi. L’Archivio Fotografico e Biblioteca De Robertis è il principale Archivio in Italia sull’opera di Van Gogh. Si ringraziano: Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam Rijksmuseum Kröller-Müller, Otterlo Biblioteca del Castello Sforzesco, Milano Biblioteca Sormani, Milano Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma Polo Museale Romano, Roma Università La Sapienza, Roma Accademia Raffaello, Urbino Direction des Musées de France, Paris Institut National d’Histoire de l’Art - INHA, Paris Metropolitan Museum of Arts, New York Princeton University, Princeton
Il presente volume è realizzato nell’ambito della programmazione editoriale 2005-2007 della campagna nazionale attivata da RB a favore dei siti culturali pubblici finanziabili dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
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© Copyright 2005 Ilisso Edizioni - Nuoro www.ilisso.it - e-mail ilisso@ilisso.it ISBN 88-89188-41-3
INDICE
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Prefazione Rossana Bossaglia
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Introduzione Claudio Strinati
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Sulle tracce di Van Gogh Antonio De Robertis e Matteo Smolizza
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Catalogo Appendici iconografiche 123 125 127 137
Spruner/Menke Stieler Bargue Marshall
145
Silloge
177
Indice per soggetti
207
Bibliografia
VINCENT VAN GOGH LE OPERE DISPERSE 13
SULLE TRACCE DI VAN GOGH Antonio De Robertis e Matteo Smolizza
Il volume è frutto ad un tempo delle ricerche trentennali di Antonio De Robertis sulla vita e l’opera di Van Gogh, segnatamente in ambito documentario, e della collaborazione con un giovane studioso, Matteo Smolizza, principiata nel 1997 con la redazione di alcuni saggi apparsi sulla rivista Quadri & Sculture e divenuta via via più solida nelle polemiche che hanno opposto – sul tema della autenticità di alcuni fondamentali dipinti – i maggiori specialisti, in particolare nei Simposii di Londra, 1998, ed Amsterdam, 2002. Dal 1993, De Robertis ha condotto uno strettissimo riscontro tra le opere note di Van Gogh e quelle effettivamente menzionate nella corrispondenza dell’artista. Questo lavoro, inizialmente intrapreso per chiarire spinosi problemi di autografia e datazione, ebbe un primo resoconto pubblico in un saggio apparso nel 1998, che portava all’evidenza degli studi la mancanza di almeno 100 dipinti e 222 disegni dalle catalogazioni ufficiali1. Da allora, ed in particolare negli ultimi tre anni, gli Autori hanno intrapreso il riesame dell’intero catalogo di Van Gogh, alla luce di tutta la bibliografia utile e di ogni evidenza scientifica e documentaria disponibile, anche inedita, – a partire dagli esami radiografici e dei supporti. Il sorprendente risultato è di oltre 1000 opere certamente realizzate dall’artista, nell’intero arco della sua carriera, ma ad oggi disperse. Va detto che la fama assoluta di Van Gogh non corrisponde ad una eguale profondità degli studi sulle provenienze ed i materiali, por-
tati avanti da poche benemerite istituzioni internazionali, a partire dal Rijksmuseum Vincent van Gogh in Amsterdam, e da alcuni studiosi indipendenti o in ambito universitario. In questo senso, gli Autori sono consci di aver affrontato per la prima volta un campo di ricerca completamente nuovo, il quale nondimeno richiede la somma dei dati biografici, documentari e tecnici sino a qui indagati, la cui vastità è tale da non permettere a nessuno di considerarsi un completo conoscitore. Questo volume è dunque solo un primo resoconto di studio, cui seguiranno altre e più approfondite catalogazioni: esso viene offerto con la consapevolezza di portare all’evidenza materiale su cui l’aiuto di tutti è necessario per farne uno strumento scientifico di primo peso. Per parte loro, gli Autori stanno creando sul sito www.vangauguin.da.ru2 un catalogo completo dell’opera dell’artista, in cui ogni lavoro, noto o disperso, è corredato da una ricostruzione quanto più completa di tutte le menzioni nella corrispondenza, della provenienza, dell’evidenza scientifica e della bibliografia. Gli Autori sono anche attivi nel promuovere la più vasta ricerca scientifica sull’opera musealizzata, mentre rimandano per i problemi attributivi al patrimonio umano e di conoscenze del Rijksmuseum Vincent van Gogh. Infatti, a fronte di tante opere disperse solo pochissimi lavori, tra oltre ottanta proposti alla critica ed al pubblico negli ultimi dieci anni, possono aspirare ad una patente di autenticità3, mentre, nello stesso arco di tempo,
1 De Robertis 1998II. 2 Primo riferimento anche per una traccia della attività scientifica degli Autori in ambito vangoghiano e per le nuove loro linee di ricerca. 3 Dal caso dei pastiches francesi in Collezione Plateroti, Aosta, emersi nel 1992 (per i quali vedi De Robertis 1992) alle proposte in Dirven 2003 e Landais 2003, bisogna spesso ripetere molto rumore per nulla. Più lontano negli anni, e con riscontro positivo in vasta bibliografia scientifica, ricordiamo: De la Faille 1927II, De Sablonière 1955II, Gans 1961, Szyman ska 1967, Van Crimpen 1975 e Wilkie 1990. Nel 1994, è apparso un dipinto di sicura autografia: una natura morta
almeno trenta opere da sempre ritenute autografe si sono dimostrate aperte falsificazioni. Responsabilità e contributi Nel corpo catalogico prevale la responsabilità di De Robertis, mentre le appendici sono da ricondurre a Smolizza. Nondimeno gli Autori hanno ripreso l’uno il lavoro dell’altro per revisione e con interventi di peso: se la individuazione delle opere nella rete complessa della documentazione antica è stata condotta da De Robertis, la verifica testuale è stata svolta da Smolizza; d’altra parte l’impianto cronologico delineato da Smolizza è stato potentemente rivisto e integrato da De Robertis. L’introduzione, invece, è opera di entrambi, nella stessa misura. Gli Autori hanno sottoposto, nel gennaio 2004, il proprio lavoro a studiosi e istituzioni non impegnati nella stesura di questo catalogo ma attivi in diversa maniera in materie necessarie alla sua migliore definizione: Annet Tellegen, decano degli studi su Van Gogh, ha puntato l’attenzione sui problemi di corrispondenza fra le diverse cronologie dell’opera; Martha Op de Coul ha provvisto gli autori di bibliografia indispensabile; gli staff del Rijksmuseum Vincent van Gogh, in Amsterdam, e del Rijksmuseum Kröller-Müller, in Otterlo, che possiedono i maggiori fondi dell’artista, anche grazie ai risultati delle ricerche di archivio e delle indagini radiografiche sulle loro collezioni, hanno offerto chiarimenti circa la storia e la provenienza delle opere; infine lo
esposta nel dicembre al Rijksmuseum Vincent van Gogh, scoperta da Walter Feilchenfeldt e Roland Dorn e catalogata da Hulsker 1996 sotto add. 20. Nello stesso anno Antonio De Robertis ha identificato una tela raffigurante Due capanne a Saintes-Maries, sottoposta al Rijksmuseum Vincent van Gogh, in relazione con cat. 297 (Fiorentino 1994II e qui nota 26). Una segnalazione di un nuovo paesaggio di simile soggetto ma da riferire alla Drenthe è in Tellegen 2003. Mentre il libro va in stampa, infine, il Rijksmuseum Vincent van Gogh ha comunicato il proprio sostegno alla ricerca del ritratto del dr. Cavenaille, cat. 286bis, impresa da Wilkie (Bucci 2004).
16 SULLE TRACCE DI VAN GOGH
che è quello della difficoltà dei suoi rapporti umani, del non detto e del differente dire nelle diverse fasi della sua vita e, alla fine, della sua malattia: in una parola, della interpretazione dei testi, talvolta distanti anche quando riferibili ad una stessa opera. Bibliografia Nella sterminata bibliografia vangoghiana non esiste alcun resoconto di ricerca sistematica condotta sulle opere disperse, fatto salvo un intervento di Antonio De Robertis apparso nel 1998. Naturalmente in corso di stesura di catalogo si è prestata una particolare attenzione ai tentativi di ricostruzione delle dispersioni antiche – da Anfray 1953 alla mostra che ha aperto ai Musei di Breda il 2004 – alla congerie di proposte attributive più o meno attendibili. Un peso determinante hanno avuto gli studi sull’epistolario ed ogni altra documentazione antica anche eterogenea – dalle pubblicazioni di carattere religioso, storico e turistico apparentemente praticate dall’artista14, ai corsi tecnici15, alle raccolte di riviste di illustrazione, prevalentemente inglesi, come Graphic, da cui egli prese spesso spunto16.
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Un punto importante è stata la disamina di tutte le catalogazioni, scientifiche ed anche prevalentemente illustrative, per riscontro di ogni possibile informazione e riferimento17. Gli Autori hanno valutato anche le più diverse ricostruzioni della biografia (con la difficoltà di rifiutare o accogliere dettagli non suffragati da fonti)18, sino all’esame di
14 Da Spruner/Menke 1862 a Stieler 1870-1875, alle Guide Sejffardt. 15 Tra gli altri, segnatamente Cassagne 1868, Bargue 1868-1870, Bargue 1871, Cassagne 1873, Allongé 1873, Karl-Robert 1874, Cassagne 1879, Cassagne 1880, Cassagne 1881, Herkomer 1882. 16 Werness et al. 1979. 17 Di taglio scientifico. Steenhoff s.d., De la Faille 1927, De la Faille 1928, De la Faille 1928II, Scherjon 1932, Scherjon/De Gruyter 1937, Vanbeselaere 1937, De la Faille 1939, Elgar 1947, Hammacher 1949, Elgar 1958, Van Gelder 1959, De Gruyter 1961, De la Faille 1970 (su cui importante Pickvance 1973), Lecaldano 1971, Van Uitert 1979, Van der Wolk 1986, Van Uitert 1987, Van Uitert/Hoyle 1987, Van der Wolk 1990, Van Tilborgh/Van der Wolk/Van Uitert 1990 (pur se nato per una esposizione), De la Faille 1992, Hulsker 1996 (con molteplici edizioni a partire dal 1977), Van Heugten 1996, Van Tilborgh/Vellekoop 1999, Berge/Meedendorp/Vergeest/Verhoogt 2003. Di interesse critico. Kuroda 1921, Meier-Graefe 1921, Tietze 1922, Pfister 1922, Colin 1925, George 1927, Knapp 1930, Vitali 1936, Huyghe 1937, Goldscheider 1939, Grappe 1941, Goldscheider 1947, Parronchi 1947, Leymarie 1951, De Sablonière 1954, Nordenfalk 1954, Cooper 1955, De Sablonière 1958, Longstreet 1963, Wadley 1969. Di riferimento iconografico. Van Gogh 1905, Roberts 1920, Seemann 1924, Streicher 1928, Uhde 1937, Briner 1947, Buchmann 1948, Badt 1961, Marks 1972, Descargues 1975, Leymarie 1977, Boone 1980, Pallavisini 1980, Nonne 1989, Bumpus 1990, Testori/Arrigoni 1990, Walther/Metzger 1990, Crepaldi 1992, Charles 1997, Castria Marchetti 1999, Crispino 2003. 18 Studi generali. Meier-Graefe 1910, Roessler 1911, Havelaar 1915, Duret 1916, Havelaar 1920, Hagen 1920, Glaser 1921, Meier-Graefe 1921II, Colin 1922, Hartlaub 1922, Coquiot 1923, Fels 1924, Grey 1924, Piérard 1924, Siderova 1926, Grunewald 1929, Douwes 1930, Huebner 1930, Burra 1934, Earp 1934, Piérard 1936, Uhde 1936, Florisoone 1937, Rewald 1937, Vanbeselaere
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Van Gogh spesso ritoccava o anche ridipingeva le sue tele. Per questo sono importanti gli esami radiografici: ecco la prima impostazione (a) di H521/F25 (b), un dipinto del 1884 raffigurante la Cappella di Nuenen. In altri casi le radiografie hanno svelato, sotto la superficie pittorica, soggetti completamente diversi: H925/F51 (c), H603/F194 (d), H1089/F208a (e) hanno come soggetti visibili rispettivamente una natura morta, un cimitero in inverno ed un autoritratto con cappello.
1937II, De Beucken 1938, Gachet Jr. 1940, Nigg 1942, Frankfurter/De Batz 1943, Nordenfalk 1943, Hautecoeur 1946, Jewell 1946, Sabile 1946, Schmidt 1947, Münsterberger 1948, Hammacher 1948, Weisbach 1949-1951, Rewald 1950, Combe 1951, De Laprade 1951, Guastalla 1952, Valsecchi 1952, Cogniat 1953, Tralbaut 1953, Estienne 1953, Estienne/Sibert 1953, Van Gogh Jr. 19531954, Perruchot 1955, Shikiba 1955, Van Gogh Jr. 1955II, Marois 1957, Tralbaut 1957II, Hulsker 1958, Schapiro 1959, Tralbaut/Scholte-Van Houten 1959, Hautecoeur/Tralbaut 1960, Knuttel 1960, Cabanne 1961, Hammacher 1961, Martini 1963, Vinca Masini 1964, Huyghe 1967, Bourniquel 1968, Leymarie 1968, Keller 1969, Hammacher 1969, Tralbaut 1969, Hulsker 1971, Mandel 1972, Treble 1975, Mauron 1976, Pollock/Orton 1978, Hammacher/Hammacher 1982, Barrielle 1984, Bernard alter 1985, Zurcher 1985, Bonafoux 1986, Bernard alter 1988, Fontana 1990, Fossi 1990, Leprohon 1990 (con molteplici edizioni dal 1964), Hulsker 1993, Masheck 1996, Earle 1997, Michel 1999, Pickvance 2000. Contributi alla o sulla nascita del mito. Chassé 1926, De Laforgue 1931, Hammacher 1931, Stone 1935, Benson alter 1936, Bataille 1937, Slocombe 1939, Holmer 1947, Rudlinger 1947, Firpo 1951, Novotny 1953, Pollock 1980II, Artaud/Bataille 1987, Guerri 1990, Heinich 1991; con una ricca sintesi in Zemel 1980. Interpretazioni di influenza esistenzialista, anche ante litteram. Van Bever 1905, Coquiot 1921, Duthuit 1927, Brielle 1930, Sauer 1932, Adamov 1942, Masson 1946, Würtenburger 1958. Letture sociologiche. In negativo Artaud 1947, Artaud 1947II; in positivo Boime 1996. Per gli interessi letterari del pittore. Nordenfalk 1948, Seznec 1950, Spender 1950, Pabst 1987 e, con una impostazione psicologica, Sund 1988, Sund 1992. Per i suoi interessi musicali, una visione parziale in Tralbaut 1959. Per i suoi interessi e sviluppi nella teoria dell’arte. Werness 1972, Pollock 1980, Van Uitert 1981-1982, Van Uitert 1983, Zemel 1997. Per la polisemia dell’opera di Van Gogh, Roskill 1979.
VINCENT VAN GOGH LE OPERE DISPERSE 17
fatti di storia locale, in ispecie materiale fotografico19. Nondimeno, attesi tutti gli aspetti comparativi e documentari, la ricostruzione di un corpus catalogico di opere ‘assenti’ ha richiesto la presenza degli studi vangoghiani nel senso più vasto, per portare ad emersione attraverso dati anche secondari – e talvolta contraddittori e di non facile interpretazione – tutto ciò che riposa sotto il livello del visibile, ombre gettate da corpi di cui è rimasta, quando è rimasta, solo la memoria.
Evidenza scientifica Il Rijksmuseum Vincent van Gogh ha intrapreso, come strumento complementare alla catalogazione delle collezioni, esami diagnostici su tutte le opere dell’artista. Essi offrono un corpo ragguardevole di dati sino al principio del periodo parigino. Un progetto del genere – senza limiti di cronologia – è stato realizzato anche al Rijksmuseum Kröller-Müller di Otterlo. I Laboratoires de France, il Chicago Art Institute, il Detroit Art Institute ed altre
I diversi periodi della vita di Van Gogh sono oggetto di specifiche indagini. Fanciullezza e adolescenza. Van Gelder 1955, Nizon 1960, Szymanska 1967, Van Gelder 1970 e Meyers 1990 danno un profilo generale. Contributi specifici sono: per la fanciullezza Grundy 1924, Van den Eerenbeemt 1972-1973, Wylie 1975, Smulders 1989, Kools 1990; per il periodo inglese Anonimo 1890, Graves 1906, Honeyman 1948, Forbes 1975 e parzialmente Pickvance 1974 (tutti sullo sfondo sociale ed artistico e sui personaggi con cui l’artista ebbe relazioni) e Petrie 1933, Taylor 1964, Szyman ska 1967, Van Gogh 1968, Gould 1969, Pollock 1974, Bruxner 1976, Pring 1981, Brown 1982, Mills 1985, Werness 1985, Treuherz 1987, Bailey 1990, Bailey 1990II, Van Eck 1990, Bailey 1992 (tutti sull’artista); per il soggiorno a L’Aja Szymanska 1967; per il primo soggiorno parigino De Gruyter 1926; per il periodo di Dordrecht Brusse 1914, Ewals 1990; per il periodo di Amsterdam Groot/De Vries 1990; per il Borinage Piérard 1913, Piérard 1924, Gerin 1939, Secrétan-Rollier 1977. L’impegno etico e religioso di Van Gogh prende forma sullo sfondo del movimento pietista nelle Olande dell’Ottocento (Laurillard 1882, Alkemade 1966, Lutjeharms 1978), con originalità di pensiero (Verkade-Bruining 1974, Verkade-Bruining 1975, Murray 1978, Lawrence 1979, Ko¯dera 1988, Ko¯dera/Rosenberg 1993) e diretti risultati nella sua pittura (puntuali Sund 1988II, Silverman 1994, Silverman 1995, Sund 1996, Greer 1997, Greer 2001 e più ampi Ko¯dera 1990, Silverman 1992, Greer 2000). Alcuni autori hanno anzi indagato la ispirazione religiosa dell’artista come filo rosso della sua adolescenza e maturità: Sérouya 1931, Nigg 1942, Hanson/Hanson 1955, Edwards 1989, Verkade-Bruining 1989, Kaldenbach/Didier 1990, Maurer 1998, Powers Erickson 1998, Silverman 2000. In una recente conferenza presso il Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam, Louis van Tilborgh ha riassunto la situazione degli studi sulle opere di soggetto religioso del maestro (9 aprile 2004). Per il permanere degli interessi sociali così vivi nel giovane Van Gogh: Nochlin 1981, Van Tilborgh 1987, Pollock 1988, Van den Brink/Frijhof 1990, Silverman 1994, Soth 1994. Etten. Van Uitert 1987, Rozemeyer 1990, Van Heugten 1994. Di taglio strettamente biografico: Cleerdin 1929, Aalders 1937, Van Geertruy 1983. L’Aja. Visser alter 1973, Hulsker 1974, Pollock 1983, Dorn 1988, Van der Mast/Dumas 1990, Dorn/Schröder/Sillevis 1996. Cfr. anche Op de Coul 1969, Op de Coul 1975, Op de Coul 1976, Van der Wolk 1980, Op de Coul 1983. Drenthe. Tralbaut 1959II, Van Crimpen 1986. Nuenen. Stokvis 1926, Stokvis 1927, Cleerdin 1929, Brekelmans 1953, Tralbaut 1955III, Hulsker 1960, De Brouwer 1984, Zemel 1985, Van Uitert 1987, Dirven 2003. Per lo sfondo sociale: Brekelmans/Delahaye 1962. Anversa. Tralbaut 1948. Periodo olandese. Uno sguardo d’insieme: Vanbeselaere 1937, Tralbaut 1955, Pollock 1980III, Van Heugten 1996, Van Tilborgh/Vellekoop 1999. Parigi. Tellegen 1967, Welsh-Ovcharov 1976, Walker 1982, Welsh-Ovcharov/Nonne/De Leeuw/Pabst 1988. Utili le memorie in Tarabant 1921, Hartrick 1939 ed il profilo di Russel, conosciuto da Van Gogh nello studio di Cormon, in Galbally 1977. Per lo sfondo sociale della città notturna: Oberthur 1984. Arles e la Provenza. Uno sguardo d’insieme: Rewald 1936II, Scherjon/De Gruyter 1937, Van Gogh Jr. 1955, Aix-en-Provence 1959, Mauron 1959, Hulsker 1972, Pickvance 1984, Clébert/Richard 1989, Pickvance 1989, Bailey 1990III, Druick/Zegers 2001. Utili le memorie in Braumann 1928, Bredius 1934, Gauthier 1953, Gauthier 1957 ed i brevi contributi di Stokvis 1930II, Leroy 1932, Miterwa 1935, Florisoo-
istituzioni occidentali hanno svolto indagini determinanti sulle loro opere. Ai fini della nostra ricerca, hanno un particolare peso i riscontri radiografici: emerge infatti una forte incidenza di opere ridipinte sino a tutto il periodo di Neunen, ed anche oltre20. Quando Van Gogh dice di aver realizzato un’opera, ed essa oggi è ignota, è chiaro che può semplicemente essere celata sotto un lavoro catalogato più o meno celebre. Poiché la grandissima maggioranza delle opere disperse sono riferibili ai
ne 1937II, Hausenstein/Jedlicka 1949, Hulsker 1974II, Hulsker 1974IV, Johnson alter 1978, Johnson alter 1979, Pollock 1998. Saint Rémy. Uno sguardo focalizzato. Per un inquadramento documentario: Leroy 1926, Scherjon/De Gruyter 1937, Hulsker 1970 e Hulsker 1971II, Pickvance 1986. In punto di stile: Scherjon 1932 per le opere del periodo e Novotny 1936 come saggio su un unico lavoro. Il soggiorno a Saint Rémy vive di una comprensibile sovra-attenzione alle condizioni psicologiche di Van Gogh. I principali studi sul problema si distinguono tra la affermazione di una condizione patologica del pittore (Jaspers 1922, Riese 1925, Riese 1926, Doiteau 1926, Eversen 1926, Doiteau/Leroy 1928, Doiteau/Leroy 1930, Prinzhorn 1930, Meerloo 1931, Hutter 1931, Minkowska 1932, Doiteau/Leroy 1932, Shikiba 1932, Doiteau/Leroy 1939, Benson 1933, Beer 1936, Beer 1936II, Cochrane 1936, Beer/Leroy 1945, Born 1946, Beer 1950, Aigresse 1955, Aigresse 1955II ed Aigresse 1955III di taglio junghiano, Kuhn-Foelix 1958, Perruchot 1959, Stellingwerff 1959, Minkowska 1963, Morrel 1988, Pansini 1990) e la conferma della sua sostanziale normalità (WestermanHolstijn 1924, Thurler 1927, Bataille 1930, Bader 1932, Johnson 1934, Schindeler 1935, Catesson 1943, Schneider 1950, Mauron 1953, Nagera 1967, Lubin 1972, Bonicatti 1977, Arnold 1992), semmai segnata da malnutrizione e da rilievi d’epilessia (Gastaux 1956) ed elevata da uno spirito e da un sensibilità straordinari, lettura rimarcata da un recente intervento di Gillo Dorfles, per una mostra in preparazione per cura di Vittorio Sgarbi sul tema Arte e Follia: Kraus 1941 e Tralbaut 1970 danno buone e complementari sintesi. In via di auto-analisi vanno ricordate le molte pubblicazioni dedicate al tema del ritratto epistolare e pittorico in Van Gogh: Möbius 1926, De la Faille 1948, Bromig-Kolleritz 1955, Hammacher 1960II, Erpel 1963, Hulsker 1973, Hammacher/Hammacher 1982, Jirat-Wasiutynski et al. 1984, Bonafoux 1989, Van Lindert/Van Uitert 1990, Denvir 1994, Van Heugten 1994, Dorn/Rishel/Sachs/Sund/Soth 2000, De Robertis 2001III. Auvers-sur-Oise. Piérard 1914, Scherjon 1932, Scherjon/De Gruyter 1937, Perruchot 1955II, Pickvance 1986, Mothe 1987, Pickvance 1992. Utili benché non sempre attendibili Gachet Jr./Bazin 1954-1955, Gachet Jr. 1994. Vedi anche i brevi contributi di Eisler 1911, Gachet Jr. 1953III, Gachet Jr. 1959, Soth 1986. 19 Segnatamente Hammacher alter 1953, Tralbaut 1958, Tralbaut 1958II, Tralbaut 1960II, Tralbaut 1963-1970. 20 Fino al 1971 limitati a due casi: Lecaldano 1971, pp. 104 e 114, indica sotto le opere catalogate ai nn. 167 (H825/SP1669) e 365 (H1199/F263a) la presenza di altre 2 opere, rilevata ai RX, rispettivamente un Contadino all’aratro, da collegarsi forse con la serie Hermans, ed una copia delle Donne di Algeri di Delacroix al Louvre, forse eseguita da Van Gogh. Rijksmuseum Vincent van Gogh. Le indagini condotte presso il Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam, per i dipinti del periodo olandese, rendicontate in Van Tilborgh/Vellekoop 1999 (cui si riferiscono le pagine a seguire) hanno dato risultati sorprendenti: H521/F25 mostra sottopittura un solo personaggio in luogo del gruppo oggi visibile avanti la chiesa (p. 61); F159, un dipinto di dubbia attribuzione, rigettato da Hulsker 1977 e raffigurante una Testa di donna copre un Interno con telaio e cesto con bobine di filato, con una porta a sinistra ed una finestra a destra in alto, databile, se si accetta la attribuzione, tra il novembre 1884 ed il maggio 1885 e prossimo a cat. 235 (pp. 107-108); H777/F83 cela un Pastore con gregge, anch’esso prossimo alla serie Hermans (p. 148); H492/F190 nasconde Due cesti di patate (p. 175); H925/F51 rivela un Uomo in mantello con un collare e grandi bottoni, un cappello ed un bastone nelle mani, a tre quarti di figura (p. 184); H942/F109 offre un dipinto di Interno con un telaio, databile alla prima
20 SULLE TRACCE DI VAN GOGH
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Theodorus van Gogh Jr., detto Theo (a), è quattro anni più giovane di Vincent. I due sono legati da un rapporto sempre più profondo, simbiotico, messo in crisi dal matrimonio di Theo con Johanna Gesina Bonger, detta Jo, e dalla nascita del piccolo Vincent Willem, qui con la madre (b), il 31 gennaio 1890. Vincent si spara un colpo di rivoltella il 27 luglio e muore dopo due giorni di agonia. Il 12 ottobre Theo è ricoverato nella clinica Dubois, dunque presso la casa di cura dell’alienista Blanche. Morirà a Utrecht il 25 gennaio 1891.
Van Gogh ha anche un secondo fratello, Cornelis Vincent detto Cor (a), classe 1867, e tre sorelle: Elisabeth Huberta (b), Anna Cornelia (c) e Wilhelmina Jacoba, detta Wil (d), la sua prediletta: a lei sono destinate 22 lettere ed anche alcuni dipinti.
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Juvenilia. 1861-1881 A quindici anni, per difficoltà economiche, lascia l’Istituto tecnico di Tilburg. Lo zio Vincent, che aveva ceduto la propria galleria a L’Aja alla società parigina Goupil29 in cambio di una partecipazione azionaria, assume nel 1869 il giovane come commesso. Prima del soggiorno a L’Aja, si registrano solo alcuni tentativi grafici e plastici di qualità scolastica. Nel 1873, dopo un breve soggiorno di lavoro a Bruxelles ed una entusiasmante visita a Parigi, Van Gogh raggiunge la sede Goupil di Londra: qui alloggia presso la famiglia Loyer, una coppia di donne – madre e figlia – impegnate nella gestione di una scuola materna privata. Vincent si innamora della giovane Eugenie, non ricambiato: tornato durante le vacanze dai genitori, è trasferito – con un nuovo breve intermezzo londinese – a Parigi, alla sede madre di Goupil. Di questo periodo esistono alcuni schizzi, in parte tracciati nelle lettere, ed è stato recentemente ritrovato dagli eredi Loyer un piccolo foglio donato a Eugenie30. Van Gogh prenderà alloggio a Montmartre assieme ad un giovane inglese, Harry Gladwell, anch’egli commesso Goupil, col quale passa le serate leggendo e commentando la Bibbia: si tratta del primo importante segno di un cambiamento di carattere che tiene insieme la tensione per l’assoluto e l’esperienza e la comprensione del dolore. Trascorre il Natale del 1875 presso i genitori, ma non ha informato e chiesto il permesso a Goupil, che in aprile lo dimissiona. Il suo pensiero torna all’Inghilterra, all’insegnamento, alla religione: rispondendo ad una inserzione su un giornale, trova un posto di istitutore presso una scuola privata gestita dal pastore Stokes prima a Ramsgate nei pressi di Londra e dunque nel sobborgo operaio di Isleworth. Ben presto Vincent si guadagna la fiducia del reverendo metodista Jones, presso il quale svolgerà mansioni di istitutore e aiuto predicatore: il 4
29 Bergeon 1991. Per la attività della celebre galleria in quegli anni: Goupil 1877. Per un quadro degli autori pompiers da essa seguiti: Harding 1977. 30 Wilkie 1990. Altri autori – e.g. Lecaldano 1971, Leprohon 1990 – identificano la giovane con Ursula Loyer. Agli anni 1862-1863 è attribuita anche una serie di disegni pubblicati da De la Faille 1970 (I-XI), uno dei quali è accolto da Hul-
novembre del 1876 tiene il suo primo sermone pubblico31. Tornato in Olanda, con l’aiuto del giovane Görlitz, con cui convive a Dordrecht, convince la famiglia ad iscriverlo a teologia presso l’Università di Amsterdam, dove studia per un anno senza risultati. Aderisce in seguito, su intercessione del pastore Jones, ad un corso di tre mesi di predicatore della Chiesa Riformata olandese, scontando un pessimo risultato nell’esame finale ma ottenendo, per interessamento del padre, l’affidamento per sei mesi di un incarico di evangelizzazione presso il Borinage, bacino carbonifero vicino a Mons, in Belgio. È il periodo in cui l’impegno sul disegno incomincia ad assumere consistenza e intensità, spesso rappresentando le difficilissime condizioni di vita degli operai. Completamente preso da un mondo che sente più vero ed essenziale – ed a cui si sente necessario – rispetto all’orizzonte borghese in cui aveva sino ad allora vissuto, Van Gogh abbandona la casa confortevole assegnatagli presso il panettiere Denis, a suo giudizio troppo lussuosa, preferendo alloggiare in una baracca. Cede ai poveri del villaggio i suoi abiti nuovi, vivendo una sorta di francescanesimo non istituzionale. Lo scoppio di un incendio nella miniera di Framerie mieterà parecchie vittime: il giovane predicatore impegna persino le lenzuola, per poter medicare e bendare i feriti. Nonostante i tentativi della famiglia e una visita del fratello Theo per dissuaderlo dal continuare una vita di stenti, insiste sino a quando gli ispettori della Congregazione, pur riconoscendo la purezza dei suoi intenti, lo sollevano dall’incarico per mancanza di decoro. Si reca allora a Bruxelles dal pastore Pietersen, cui chiede consiglio sulla sua incipiente vocazione artistica. Questi lo incoraggia: Vincent prende una nuova via, a Cuesmes, dove inizia una serie di schizzi sul lavoro e la vita dei minatori. Fa un viaggio fino allo stretto di Calais per incontrare Jules Breton, pittore
sker 1977 (HJA/FJIV), tutti datati e firmati e tutti fortemente sospetti: Van Gogh non possiede anni dopo la conoscenza della anatomia e della prospettiva che appare in questi fogli, peraltro fiaccamente decorativi. 31 Bruxner 1976.
VINCENT VAN GOGH LE OPERE DISPERSE 21
attento alla vita rurale: dopo tre giorni di estenuante cammino, in cui aveva scambiato alcuni schizzi per un pezzo di pane, intimorito dall’aspetto borghese dell’abitazione di Breton rinuncia a incontrarlo. È di questo periodo la famosa lettera a Theo (133) in cui, parafrasando la propria esistenza come quella di un uccellino in gabbia, esalta il diritto ad una vita libera e in cui abbia possibilità di seguire l’intima vocazione: inizia il suo interesse totale verso la pittura. Si iscrive alla Accademia di Bruxelles, ove conosce Anthon van Rappard32, giovane della buona borghesia olandese che gli sarà amico e confidente fino alla rottura causata dalla esplosione di diverbi artistici ed umani (lettera R51a). A questi anni corrispondono una grande parte delle opere disperse: pesano per un verso il fatto che Van Gogh stesso attribuisse poco o nessun valore ai suoi appunti ed ‘esperimenti’ grafici, per l’altro le tremende condizioni di vita e la difficoltà a ricostruire profili specifici delle molte persone con cui ebbe relazioni più o meno importanti: si tratta di un campo di ricerca documentaria mai affrontato in via sistematica. Etten. Aprile - dicembre 1881 In cerca di sostegno, si trasferisce ad Etten, presso il presbiterio del padre. In questo piccolo villaggio del Brabante, Vincent fortifica la propria intenzione verso la pittura, anche grazie ai consigli di Van Rappard. Nell’estate una passione travolgente per la cugina Kate (Kee), vedova da poco con un bimbo piccolo, lo turba profondamente. Anche questa volta si tratta di un amore non ricambiato, e l’esito è d’una repulsione completa per la società dell’ordine e della semplicità di sentimenti borghese: la religiosità formale del pastore Theodorus diviene icona della incapacità di capire, della impermeabilità alla vita. Il giorno di Natale, l’artista è cacciato di casa33.
1866. Van Gogh, indicato dalla freccia, fra i suoi insegnanti e compagni di scuola a Tilburg.
Questo periodo è caratterizzato dall’esecuzione di disegni con scorci di villaggio e da riprese di contadini al lavoro – di cui l’artista cerca il gesto e l’anatomia – di donne intente alle faccende domestiche e segnatamente ai lavori di cucito. Datano ad Etten i primi tentativi di uso dell’acquerello ed il confronto, in due oli, con la natura morta. L’Aja. Novembre 1881 - settembre 1883 A L’Aja si reca presso Anton Mauve, uno dei pittori di punta della omonima Scuola34, che lo assisterà nello studio della pittura, pur con un impianto rifiutato poi da Van Gogh come accademico. Con Mauve v’è anche un legame di parentela: egli ha sposato una cugina per via materna di Van Gogh. Theo gli garantisce un fisso mensile, che non mancherà più, per tutta la vita. Qui nel gennaio 1882 conosce una prostituta sui trent’anni, Clasina Maria (o Christina) Hoornik, detta Sien, col viso devastato dal vaiolo, incinta e già madre di una bimba; e decide di
32 Brouwer 1974. Vedi anche Van Messel 1936, Rewald 1937II. 33 Hulsker 1989. 34 De Leeuw/Sillevis/Dumas 1983 (ed in particolare Moffet 1983), Sillevis 1988, Dorn/Schröder/Sillevis 1996. Per i rapporti tra Van Gogh e Matthijs Maris, De Gruyter 1926 e Heijbroek 1975; per l’influenza di Israels in Van Gogh, Douwes 1929, per un profilo di Israels Zilcken 1910.
convivere con lei: una condizione vergognosa per l’entourage di cui egli fa parte, che lo allontana dagli amici e lo porta a rompere anche con Mauve. Nel giugno 1882 viene ricoverato in ospedale per blenorragia e lì conosce il pittore Breitner35. Sien partorisce a Leida. Vincent prende in affitto un alloggio più grande vicino alla stazione, ne fa modificare le finestre per poter lavorare con una luce migliore, assemblando e improvvisando dei veri e propri teatrini con Sien e i familiari che fanno da modelli ricorrenti36. È spesso rappresentato nei disegni di questo periodo anche un vecchio d’ospizio, Adrianus Zuyderland, che prende quasi il ruolo di nonno adottivo37. Salvo rare eccezioni, con il carboncino Van Gogh sonda quel suo piccolo mondo familiare allargato. Si trova davanti per la prima volta i problemi di sempre della pittura, e cerca soluzioni: ad esempio affronta la profondità del paesaggio con un rudimentale telaio in funzione di quadro prospettico38. Si interessa anche alla litografia e sogna di diventare
35 Jaffé 1968. 36 Lettere 271,272,273 e schizzi acclusi (rispettivamente H328, H332, H333). 37 Sarà ripreso in una cinquantina di disegni, in pose e funzioni diverse, dal settembre 1882 (H210/F956a) all’aprile 1883 (H355/F955). 38 Gli schizzi nelle lettere 222 e 223 rappresentano questo strumento in distanza e ravvicinato.
26 SULLE TRACCE DI VAN GOGH
con la natura. Appena può però, accompagnato da un custode, perlustra i dintorni tra le colline, ricche di burroni nascosti da filari di ulivi e da cipressi battuti dal vento. Oppure guarda il podere dalla sua piccola camera, attraverso una finestra di cui trascura però di dipingere le solide inferriate. Altre volte si aggira nel giardino dell’ospizio, cercando di mettere come sotto una lente di ingrandimento ogni piccolo angolo di cui coglie ogni sparuto fremito, anche di insetto. Quando il peso dei ricordi nelle fredde giornate invernali si fa più acuto e insopportabile, la sua mano ritorna a disegnare paesaggi con capanne fumose, contadini e contadine che lavorano nei campi o seduti all’umile desco come ai tempi de I mangiatori di patate. Questo periodo si chiude con una serie di nature morte di Iris e Rose in un vaso di terracotta – memori dei Girasoli, che ritornano in uno schizzo di taccuino71 – e con i due stupendi ultimi paesaggi notturni e stellati, attraversati da coppie di figurine inquiete in cammino verso chissà dove… Sono pochissimi i lavori dispersi ascrivibili a questo periodo, tra cui una quinta versione de L’Arlesiana, Madame Ginoux (cat. 316)72, dipendente da un disegno di Gauguin73.
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Van Gogh imparò la prospettiva sui trattati di Armand Cassagne, il più celebre dei quali fu la Guide de l’alphabet du dessin, pubblicato a Parigi nel 1880: l’artista ne parla per esempio nella lettera 184, del marzo 1882. Le tavole qui riprodotte – pp. 14 (a), 10 (b) e 142 (c) della Guide – mostrano la prospettiva come studio combinato della volumetria e delle ombre.
Auvers-sur-Oise. 21 maggio - 29 luglio 1890 Il 21 maggio 1890 Van Gogh raggiunge Auvers-sur-Oise, dopo aver fatto tappa a Parigi, ospite di Theo. Mancano poco più di 2 mesi al suicidio. Si fanno sempre più difficili i rapporti con il fratello, che aveva sposato il 17 aprile 1889 Johanna Gesina Bonger e da questa aveva avuto un bimbo il 31 gennaio 1890, Vincent Willem. Domenica 6 luglio, in una breve visita
71 SBVII-90 e 91. 72 Sul tema, Walser 1912. 73 Importante è la ricostruzione delle spedizioni di opere a Theo a Parigi in Pickvance 1986, pp. 293-309. 74 Landais 1999. 75 Bernard 1911, Anfray 1953. Per esempio Albert Aurier, in una lettera scritta intorno al febbraio 1892 conservata in copia nel fascicolo Aurier presso il Rijksmuseum Vincent van Gogh, avverte la sorella Suzanne di aver comprato una natura morta floreale per 15 franchi presso una bancarella (identificato da Hammacher 1960, p. 56, con H1295/F323; vedi Berge/Meedendorp/Vergeest/Verhoogt 2003, p. 176). 76 Per le alienazioni in questo periodo e oltre dal patrimonio Van Gogh: Stolwijk/Veenenbos 2002. Per un riscontro delle provenienze e dei passaggi di proprietà è fondamentale l’esame delle prime mostre e collezioni aperte con opere dell’artista
a Parigi, l’artista trova un clima fortemente ostile: Theo ha ormai una famiglia di cui occuparsi ed egli avverte di essere, per così dire, di peso. Le opere dei giorni successivi – cieli tempestosi su pianure sconfinate – mettono in evidenza questo stato d’animo estremo. Nell’ultima sua lettera, mai spedita, dice di aver perso nel suo lavoro la ragione… Vincent spira il 29 luglio 1890 in seguito ad un tentativo di suicidio. Il 25 gennaio 1891 muore anche Theo van Gogh. De la Faille 1970 registra 84 opere ad olio, mentre Hulsker 1996 ne riporta 67: in entrambi i casi una media produttiva la più alta della intensa carriera di Vincent, superiore anche a quella sostenibile da parte di un uomo che dice di dipingere «come una locomotiva»: mentre sono strettissimi gli spazi per lavori dispersi, si fa chiara la necessità di espungere lavori dubitabili74. Johanna van Gogh-Bonger. Grandi cessioni anzi l’aprile 1892 Il nucleo fondamentale dell’opera di Van Gogh in Francia, conservato presso l’appartamento di Theo in Cité Pigalle 8, Parigi, fu inventariato da Johanna Bonger e dal fratello di questa Andries nel novembre 1890 o comunque entro la primavera del 1891. Benché essi abbiano deciso di svendere circa 300 lavori – Bernard lamenta in una lettera ad Aurier di trovare opere di Vincent dai brocanteurs ad ogni passo – una grandissima parte di essi fu recuperata dai collezionisti75. Per i lavori dispersi, se riferibili al periodo parigino, non c’è documentazione ab origine per ipotizzare numero e percorsi delle opere; se riferibili ad altro periodo e documentati in antico essi sono inclusi in catalogo.76
e di più tarde specifiche occasioni espositive fino al dopoguerra: nei cataloghi (tra gli altri, Holst 1892, Van Gogh-Bonger 1892-1893, Leclercq 1901, Cohen-Gosschalk 1905, Nijland 1905, Volgelsang 1905, Bernheim-Jeune 1908, Druet 1908 e Druet 1909, Huebner 1921II, Sadler 1923, Kröller-Müller 1929, Barr 1935-1935, Morsell 1935, Langui 1946-1947, Kunsthalle Basel 1947, Rich/Rousseau 19491950, Van Wisselingh 1956 e Van Wisselingh 1961, oltre a 씮 nota 65) e nei commenti sulla stampa (Anonimo 1908, Anonimo 1908II, Anonimo 1908III, Anonimo 1911, Van Gogh alter 1911, Steenhoff 1912, Biermann 1923, Basler 1925, Blanche 1927, Meier-Graefe 1927, Anonimo 1928, Anonimo 1928II, De la Faille 1930III). In particolare per l’ambiente tedesco, Feilchenfeldt 1988. Importante sulle mostre Oldenzeel 1903 è Op de Coul 2002. Per le provenienze, l’esame delle cornici originali, è un elemento basilare: Van Tilborgh 1995.
VINCENT VAN GOGH LE OPERE DISPERSE 27
Il problema dei multipli Quanto ai multipli, gli Autori hanno deciso di includere in catalogo solo i disegni preparatori perduti. Nondimeno, è noto che Van Gogh ha eseguito nove litografie e forse – si tratta di un lavoro dubbio – una acquaforte. Stando alle testimonianze antiche, l’artista previde tirature litografiche sino a 50 esemplari77 e sembra averne realizzati 14 alla acquaforte. I disegni preparatori per le litografie erano eseguiti generalmente su carta da riporto: solo I mangiatori di patate fu tracciato direttamente sulla pietra78. Va anche detto che Van Gogh interviene sulle stampe litografiche con progressivi e importanti ritocchi ed esse possono considerarsi, in larga misura, pezzi unici79. Ecco un agile prospetto, con evidenza tra parentesi degli esemplari noti: – H256/F1658, Vecchio d’ospizio, tirata a L’Aja intorno al 5 novembre 1882 (4); – H259/F1655, Sorrow, tirata a L’Aja, tra il 6 e l’11 novembre 1882 (3); – H262/F1656, Uomo che vanga, tirata a L’Aja intorno al 20 novembre 1882 (4); – H266/F1657, Vecchio d’ospizio con cappello a cilindro, che beve un caffé, tirata a L’Aja intorno al 20 novembre 1882 (3); – H268/F1662, Vecchio con la testa fra le mani ovvero Alle porte dell’Eternità, tirata a L’Aja, il 26-27 novembre 1882 (7); – H272/F1663, Uomo seduto su una cesta, tirata a L’Aja, a fine novembre 1882 (3); – H379/F1659, Giardiniere accanto ad un melo contorto, tirata a L’Aja, a metà del luglio 1883 (4 80); – H377/F1660, Uomo che brucia sterpi con la moglie, tirata a L’Aja a metà del luglio 1883 (4 81);
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Van Gogh visse dal dicembre 1883 al novembre 1885 con i genitori nel presbiterio di Nuenen (a). Nei pressi sorgeva la casa di Margot Begemann, con cui l’artista ebbe una breve relazione (b).
Lo studio di Van Gogh a Nuenen anni dopo la sua partenza per Anversa (23 novembre 1885).
– H737/F1661, I mangiatori di patate, tirata a Neunen intorno al 16 aprile 1885 (7 82); – H2028/F1664, Il dottor Gachet con pipa, tirata ad Auvers-sur-Oise, il 15 giugno 1890 (tra tiratura in vita e postuma, 6183). Opere distrutte ed opere conservate Vincent e Theo avevano carattere molto diver-
77 L’accordo con Dirk Gestel, proprietario della piccola tipografia di Eindhoven in cui l’artista stampò I mangiatori di patate, prevedeva per tre fiorini «carta da riporto, uso della pietra e stampa di cinquanta esemplari» (Van Heugten 1997, p. 69). 78 In una lettera ad Albert Plasschaert del 13 luglio 1912 Dimmen Gestel, allievo di Van Gogh e fratello di Dirk, ricorda come I mangiatori di patate siano stati delineati direttamente sulla pietra: come conferma il fatto che la composizione sia in negativo rispetto al quadro (Van Heugten 1997, p. 20). 79 Per i multipli di Van Gogh: Montfort 1972, Van Heugten/Pabst 1995, Van Heugten 1997. 80 Uno, donato da Theo al medico di Auvers Paul Gachet nel settembre 1890, è oggi alla Bibliothèque d’Art et d’Archéologie insieme con un esemplare lito de I mangiatori di patate. 81 Due sono conservati al Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam, uno al
so: per esempio, è noto come Theo abbia archiviato pressoché l’intera corrispondenza speditagli dal pittore, mentre solo 41 sue lettere inviate a Vincent84 – su un numero calcolabile prudenzialmente in poco meno di 800 – sono fortunosamente giunte sino a noi. In che misura può aver inciso una simile predisposizione sul catalogo disperso?
Rijksmuseum Kröller-Müller, Otterlo, ed uno alla Bibliothèque Nationale, Parigi. 82 Due al Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam, ed uno alla Bibliothèque Nationale di Parigi, dono di Paul Gachet Jr. In una lettera databile intorno al 9 gennaio 1889, Gauguin scrive a Vincent, di averne avuta una copia in dono da Theo, di cui si è persa traccia. 83 L’opera è fortemente questionata. Certo è che alla tiratura presunta autografa di 14 esemplari va aggiunta una tiratura postuma, eseguita da Paul Gachet Jr., di 47 esemplari. Uno o forse più fogli passarono per mano di Lucien Pissarro, come testimonia una lettera di questi al dr. Gachet. 84 Theo era uso commentare con precisi giudizi gli invii più o meno regolari di opere da parte di Vincent.
42 CATALOGO
Fonti iconografiche
Jacques Adrien Lavieille Le quattro ore del giorno [da Jean-François Millet, Le quattro ore del giorno, 1858-1860 ca.], 1873: La partenza per i campi; La siesta; La fine della giornata; La veglia 4 incisioni
Paul-Edmè LeRat Il seminatore [da Jean-François Millet, Il Seminatore, 1850] litografia
VINCENT VAN GOGH LE OPERE DISPERSE 43
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Minatori di carbone che si recano al lavoro Borinage, agosto 1880 disegno 44,5x55 cm [?]
35 bis Ritorno dei minatori Borinage, agosto 1880 disegno 44,5x55 cm [?] Lettera 134, Cuesmes, 20 agosto 1880: «Ho schizzato un disegno che rappresenta minatori, uomini e donne, che vanno al pozzo dell’ascensore nel mattino attraverso la neve, per un sentiero lungo bordato da una barriera di spini: ombre che passano appena visibili nel crepuscolo. Nello sfondo le grandi costruzioni della miniera di carbone e i mucchi di scorie si stagliano indeterminati contro il cielo. Ti invierò un rapido schizzo perché tu possa vedere come appaia. […] Desidererei molto rifare questo disegno meglio di come sia ora. In quello che ho fatto, così come è, le figure saranno alte circa 10 centimetri. Il pendant rappresenta il ritorno dei minatori, ma non è riuscito così bene; è molto difficile perché si tratta di un effetto di profili marroni, appena toccati dalla luce, contro un cielo dal tramonto striato.» Lettera 135, Cuesmes, 7 settembre 1880: «Non mi sono potuto trattenere dallo schizzare in una dimensione piuttosto grande il disegno dei minatori diretti all’ascensore del pozzo, che ti ho inviato in un rapido schizzo, sebbene io abbia cambiato un poco la posizione delle figure. Spero che dopo aver copiato le altre due serie di Bargue, sarò in grado di disegnare minatori, maschi e femmine, più o meno bene, se per sorte posso avere un modello con un po’ di carattere; e quanto a questo, qui ce ne sono.» HJ10 esemplifica nella lettera 134 cat. 35, che è sviluppato in HJ11/F831.
Fonte iconografica Minatori che si recano alla miniera 20 agosto 1880, Cuesmes schizzo nella lettera 134 Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam (HJ10)
Paragone
Minatori che si recano alla miniera, settembre 1880 matita su carta, 44,5x55 cm Rijksmuseum Kröller-Müller, Otterlo (HJ11/F831)
36m I lavori dei campi [da Millet] Borinage, settembre 1880 10 disegni 60x46 cm circa Lettera 135, Cuesmes, 7 settembre 1880: «Ti posso dire che ho schizzato i dieci fogli de ‘Les Travaux des Champs’ di Millet (pressappoco la dimensione di una pagina del Cours de Dessin di Bargue), e che uno l’ho completamente finito. […] Con non minore – per il vero, con maggiore – impazienza, sto ora copiando ‘Les Travaux des Champs’. […] Ora sono al lavoro sui ‘Tosatori di pecore’.» Van Gogh affronta I lavori dei campi (36m e 63m) attraverso le incisioni di Jacques Adrien Lavieille (1818-1862) apparse sulla Illustration (61, 1873). L’artista ripete il tema, ad olio, durante il soggiorno a Saint Rémy.
Fonti iconografiche Jacques Adrien Lavieille, I lavori dei campi [da Jean-François Millet, I lavori dei campi, ante 1852], 1853 litografia con 10 soggetti in foglio unico
66 CATALOGO
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Campo con mucchi di fieno L’Aja, agosto 1882 dipinto dimensioni incognite
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Lettera 225: «Sabato scorso, di sera, ho attaccato una cosa che sognavo da tempo. È una veduta di campi verdi, piatti, con mucchi di fieno. È attraversata da un sentiero di ceneri che corre lungo un fossato. E all’orizzonte, al centro del dipinto, sta calando il sole, d’un rosso ardente. Non posso proprio disegnarti l’effetto così in fretta, ma questa è la composizione. Era bensì puramente una questione di colore e di tono; la varietà dello schema cromatico del cielo – innanzitutto una foschia viola, con il sole rosso coperto da una nube violacea scura che aveva il contorno di un bel rosso brillante; vicino al sole riflessi di vermiglio, ma sopra di esso una vena di giallo, che volge nel verde e dopo nel blu, il cosiddetto blu ceruleo; e dunque qui e là nuvole viola e grigie, che prendevano i riflessi del sole.» Lettera R11, ante 15 agosto 1882: «L’altra sera ho trovato un effetto molto piacevole nei campi vicino a Rijswik. Verdi campi piatti attraverso i quali corre un sentiero nero carbone con un fosso a lato. Il sole, d’un rosso fiero, sta tramontando – un povero passante si trascina verso casa – in distanza c’è una fattoria.» Fonte iconografica Sentiero attraverso i campi, agosto 1882 schizzo nella lettera 225 Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam (H177)
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Studio di ragazzo L’Aja, agosto 1882 tecnica mista dimensioni incognite
Lettera 226, sabato sera: «Mentre ti sto scrivendo questo, ho fatto un altro studio, di un ragazzo – grigio, carboncino, olio, e molto poco colore, appena per il tono.» Paragone Ragazzo sulla spiaggia, agosto 1882 olio su tela applicata su tavola 51x33,5 cm Rijksmuseum Kröller-Müller, Otterlo (H188/F5)
Zolla di terra smossa L’Aja, II metà agosto 1882 dipinto dimensioni piuttosto grandi
Lettera 227, domenica pomeriggio: «Questa settimana ho dipinto alcuni studi piuttosto grandi, nel bosco, che ho cercato di svolgere in maniera più completa e vigorosa dei primi. Quello che ritengo sia riuscito meglio non è altro che un pezzo di terra smosso da una zappa – sabbia bianca, nera e marrone dopo una pioggia torrenziale. Qua e là le zolle di terra catturavano la luce e risaltavano in forte rilievo. Dopo che sono rimasto a disegnare quella zona di terreno per qualche tempo, ci fu un altro temporale violento con lampi terrificanti a spaccare le nuvole, che è durato almeno un’ora. Ero tanto ansioso di continuare che rimasi al mio posto e mi coprii alla bell’e meglio dietro un grande albero. Quando infine terminò, e i corvi volarono ancora, non mi spiacque di aver aspettato, per la meravigliosa tonalità profonda che la pioggia aveva dato al terreno. Poiché avevo iniziato prima della pioggia, con un orizzonte basso, sulle mie ginocchia, ebbi allora da lavorare duro inginocchiato nel fango, ed è per simili casi, che spesso si presentano in diverse forme, che io penso non sia superfluo indossare un completo da comune lavoratore, che è meno facile a rovinarsi. Il risultato di ciò fu che riuscii a portare questo pezzo di terreno allo studio – benché Mauve mi abbia detto a ragione una volta, mentre parlava di uno studio dei suoi, “è un duro lavoro disegnare quelle zolle di terra e metterci dentro la prospettiva.”» Esiste un dipinto dello stesso periodo, H182/F8, tra l’altro schizzato sulla lettera 229 (H183), che offre ampi dettagli di radici.
Paragone Ragazza in un bosco, agosto 1882 olio su tela, 39x59 cm Rijksmuseum Kröller-Müller, Otterlo (H182/F8)
VINCENT VAN GOGH LE OPERE DISPERSE 67
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Mercato delle patate sulla Muraglia Nord L’Aja, II metà agosto 1882 disegno a colori dimensioni incognite
126m bis Barca che salpa L’Aja, II metà agosto 1882 10 disegni circa dimensioni incognite
126
Il bosco, la sera, dopo la pioggia L’Aja, II metà agosto 1882 disegno [o dipinto] dimensioni incognite
126 ter Barca che salpa L’Aja, II metà agosto 1882 disegno dimensioni ridotte
Lettera 229: «Guarda, ad esempio, questo piccolo schizzo del mercato di patate sulla muraglia nord. L’affaccendarsi degli operai e delle donne, con le ceste che vengono caricate dalla chiatta, è molto intrigante a guardarsi. […] Ti accludo un’altra veduta del bosco, la sera, dopo la pioggia. Non so dirti quale splendido effetto fosse nella natura, con il verde volto bronzeo, e qui e là foglie cadute.» Lettera 238: «Ma ti ricordi che non molto tempo fa ti scrissi (mentre ti inviavo uno schizzo a colori del mercato di patate) “Dovrei tentare di dipingere ancora l’affaccendarsi nelle strade”? Il risultato di tutto ciò è una dozzina di acquerelli che sto facendo proprio ora, così io non voglio dire che non posso far nulla dei miei studi o che li faccio senza un preciso scopo, ma solamente che io credo che potrei fare di più con essi e che potrei renderli di efficacia più immediata se potessi consultarti qualche volta su questo.» Catt. 125-126 furono inviati originariamente a Theo. Esiste un acquerello dell’ottobre - novembre 1882 di soggetto analogo a cat. 125, H252/F1091, che però proviene da Oldenzeel Art Gallery, Rotterdam, e non risulta riconducibile al patrimonio della famiglia Van Gogh. Cat. 126 è forse identificabile con H184/F192, il quale mostra una forte consonanza con la descrizione del pittore.
Paragoni Mercato di patate, ottobre 1882 acquerello su carta, 35x43,5 cm D. A. Bennahum, New York (H252/F1091)
Margini di un bosco agosto 1882 olio su tela applicata su tavola 34,5x49 cm Rijksmuseum Kröller-Müller, Otterlo (H184/F192)
127m
Scene d’attracco L’Aja, II metà agosto 1882 10 disegni circa dimensioni incognite
128
Scena d’attracco: la folla L’Aja, II metà agosto 1882 dipinto dimensioni incognite
Lettera 231: «Sono stato spesso a Scheveningen in questi ultimi giorni, ed una sera ho proprio colto quel curioso momento in cui un peschereccio stava rientrando. Vicino al monumento c’è una piccola baracca di legno in cui siede un uomo in vedetta. Non appena la nave comparve alla vista, il tizio apparve con una grande bandiera blu, seguito da una folla di bambinetti che raggiungevano appena le sue ginocchia. Era evidentemente per loro un gran piacere stare accanto all’uomo con la bandiera, e suppongo che si immaginassero di aiutare il peschereccio a tornare a riva. Pochi minuti dopo che l’uomo ebbe sventolato la sua bandiera, arrivò un uomo su un vecchio cavallo che doveva andare e prendere l’ancora. Poi il gruppo fu raggiunto da diversi uomini e donne – incluse madri con bambini, per dare il benvenuto alla ciurma. Quando la barca fu abbastanza vicina, l’uomo a cavallo entrò in acqua e tornò indietro con l’ancora. Dunque gli uomini vennero trasportati a terra sulle spalle di uomini che portavano alti stivali di gomma, e c’era un grande grido di benvenuto ad ogni nuovo arrivo. Quando furono tutti a terra, l’intera truppa marciò verso casa come una mandria di pecore o come una carovana, con l’uomo a cammello – intendo dire l’uomo a cavallo – che torreggiava sopra loro come uno spettro alto. Naturalmente ho cercato di abbozzare i diversi eventi con la massima cura. Di questa scena ho anche una parte dipinta, il gruppo di cui ti accludo un piccolo schizzo. […] Il gruppo di figure nello schizzo accluso varia infinitamente e richiede innumerevoli studi separati e schizzi di ogni figura, che uno deve catturare rapidamente nelle strade. In questo modo gradualmente acquista carattere e vigore. Recentemente ho fatto uno studio di signore e signori sulla spiaggia, in una folla di gente affaccendata. […]
84 CATALOGO
Ci ho lavorato su da allora, e mi ha preso così tanto tempo che ci ho lavorato quasi per tutta la notte ieri. Lo vedevo chiaramente innanzi a me, e volevo completarlo. Ho reso la composizione persino più semplice, una sola fila di zappatori. Vi ho schizzato sette figure, cinque uomini e due donne; le altre sono più piccole, in secondo piano. È il disegno più forte che abbia mai fatto.» Per catt. 185 e 187 non è chiaro se Van Gogh abbia eseguito dipinti o disegni, dal momento che l’artista sembra indicare con il termine ‘disegno’ un aspetto della esecuzione del quadro: una interpretazione, questa, fortificata anche dalla menzione di tela e tenditore (cfr. lettera 295 sotto catt. 188m-189m). Cat. 185, cioè H372/F1034, è raffigurato in una foto fatta realizzare dal pittore (cfr. lettera 301).
Fonti iconografiche
Raccolta delle patate – Quattro figure, giugno 1883 (noto solo attraverso questa foto) materiale e dimensione sconosciuti, collezione privata (H372/F1034)
Raccolta delle patate – Quattro figure giugno 1883 schizzo nella lettera 296 Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam (H373)
Raccolta delle patate – Cinque figure, agosto 1883 olio su tela, 39,5x94,5 cm Signori Julian J. Raskin, New York (H385/F9)
188m Disegni preparatori per la ‘Raccolta delle patate’ L’Aja, luglio 1883 4 disegni dimensioni incognite 189m Disegni preparatori per la ‘Raccolta delle patate’ L’Aja, luglio 1883 disegni dimensioni ridotte Lettera 295: «Da quando ti ho scritto l’ultima volta, ho fatto quattro disegni piuttosto grandi per la raccolta delle patate. Qui nei dintorni scavano le patate con una forca a manico corto, e lo scavatore sta piegato. Immagino si possa fare una bella cosa di queste figure inginocchiate in una campagna bassa, nella sera – qualcosa che possieda un certo sentimento di devozione; l’ho studiato da vicino ed ho gia un uomo che infila la sua forca nel terreno (primo movimento); un altro che sradica una pianta di patate (secondo movimento); dunque una figura di donna nella stessa azione; e la figura di un terzo uomo che getta patate in un cesto. Inizierò questo disegno oggi o domani, ma tra le figure d’uomo ne voglio una con testa calva. […] Il danaro di Rappard mi ha aiutato per un breve periodo nel comprare i materiali per quei grandi disegni, ma i grandi disegni richiedono molte spese per via dei modelli. Poi ci sono i tenditori e la carta, etc; e inoltre ho fatto un gran numero di disegni piccoli.»
190
Vecchio che raccoglie patate L’Aja, luglio 1883 disegno dimensioni incognite
191
Bruciatura delle stoppie L’Aja, luglio 1883 disegno dimensioni incognite
192
Uomo con un sacco di patate sulle spalle L’Aja, luglio 1883 disegno dimensioni incognite
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Uomo con carriola L’Aja, luglio 1883 disegno dimensioni incognite
VINCENT VAN GOGH LE OPERE DISPERSE 85
Lettera 297: «Quando verrai, non vorrai fare una visita troppo breve allo studio, non è vero? Da quando ti scrissi, ho lavorato a quegli scavatori di patate. E ne ho iniziato un secondo sullo stesso soggetto, con la sola figura di un vecchio. Inoltre, sto facendo un seminatore in un grande campo, con zolle di terra, che penso sia migliore degli altri seminatori che ho tentato prima. Ne ho perlomeno altri sei, unicamente come studi di figure, ma ora l’ho inserito in dintorni più simili ad una vera composizione, ed ho inoltre attentamente studiato la terra ed il cielo. Inoltre ho studi della bruciatura delle stoppie, e di un uomo con un sacco di patate sulla schiena, ed uno con una carriola.» Cat. 191 ha riscontro in H375/F1035a, schizzato nella lettera 299 (H376) ed anche riprodotto in litografia (H377/F1660). Catt. 192 e 193 sono verosimilmente studi per le figure in H378, schizzo appartenente alla lettera 299.
Fonti iconografiche Uomo che brucia sterpi con la moglie, luglio 1883 acquerello su carta 20x36 cm collezione privata, Rotterdam (H375/F1035a)
Uomo che brucia sterpi con la moglie luglio - agosto 1883 schizzo nella lettera 299 Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam (H376) Uomo che brucia sterpi con la moglie luglio 1883 litografia 15,5x26 cm Proprietari diversi (H377/F1660)
Tre persone che ritornano dal campo di patate, luglio agosto 1883 schizzo nella lettera 299 Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam (H378)
194
Sotto i castagni L’Aja, luglio 1883 disegno dimensioni incognite
195
Cortile con mucchi di carbone L’Aja, luglio 1883 disegno dimensioni incognite
Lettera 298: «Ma ci sono diversi buoni punti nell’opera di De Bock, e si osserverebbe con maggior piacere se le cose fossero gettate giù in un modo meno visionario. Dovrebbe essere un po’ più realistico – allora il suo lavoro dimostrerebbe più genialità. Neppure capisco perché non varii un po’ di più; per esempio, anch’io ho fatto qualche studio di paesaggio, questa settimana, uno ieri vicino a De Bock, un campo di patate sulle dune; il giorno prima un luogo sotto i castagni; un altro di un cortile con cumuli di carbone. Bene, è abbastanza raro che mi capiti di disegnare paesaggi, ma ora che lo sto facendo, ho immediatamente disegnato tre soggetti molto diversi. Lui è decisamente un pittore di paesaggi; perché non fa di più, invece di dipingere sempre una duna con un piccolo albero ed una piccola curvatura.»
196
Uomo che tira una chiatta L’Aja, luglio 1883 disegno dimensioni incognite
197
Uomo che trasporta torba L’Aja, luglio 1883 disegno dimensioni incognite
Lettera 298: «Questa settimana ho fatto uno studio di un uomo che tira una chiatta e di uno che trasporta torba e nel frattempo sto sempre lavorando agli scavatori di patate.»
198m Studi di paesaggio per ambientazioni L’Aja, luglio 1883 acquerelli dimensioni incognite 199
Piccolo campo di grano L’Aja, luglio 1883 acquerello dimensioni incognite
108 CATALOGO
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Het Steen, il Castello di Anversa Anversa, dicembre 1885 dipinto dimensioni incognite
Lettera 440, dicembre: «Oggi per la prima volta mi sono sentito piuttosto scoraggiato – avevo dipinto un quadro dello Het Steen e sono andato a mostrarlo ad alcuni mercanti. Due di essi non erano a casa, ad uno non è piaciuto ed un quarto si è lamentato amaramente che in quindici giorni letteralmente neppure una persona si sia affacciata nel negozio.» Lettera 441, 19 dicembre 1885: «Ho mostrato la mia veduta dello Het Steen ad un altro mercante, al quale è piaciuto il suo tono e colore, ma era troppo preso nel fare il suo inventario, e, inoltre, ha una stanza piccola, ma mi ha detto di tornare dopo il primo dell’anno. È proprio la cosa adatta a stranieri che vogliano avere un ricordo di Anversa, e per questa ragione farò altre vedute di città di questo tipo.»
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Il parco di Anversa Anversa, dicembre 1885 disegno dimensioni ridotte
Lettera 441, 19 dicembre 1885: «Ieri ho fatto alcuni disegni di un luogo con una veduta della cattedrale. Ne ho fatto anche uno piccolo del parco.» Paragoni Guglia della chiesa di Nostra Signora dicembre 1885 gessetto nero su carta 30x22,5 cm Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam (H974/F1356)
Fonti iconografiche
Grote Market dicembre 1885 gessetto nero rialzato di bianco su carta 22,5x30 cm Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam (H975/F1352) Het Steen, il Castello di Anversa, dicembre 1885 gessetto nero e colorato su carta, 9x16 cm Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam (H976/F1350/SBIII-5) Het Steen, il Castello di Anversa dicembre 1885 matita e penna con lumeggiature di gessetto colorato su carta, 13x21 cm Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam (H977/F1351)
VINCENT VAN GOGH LE OPERE DISPERSE 109
Paragone
277
Testa di ragazza a grandezza naturale Anversa, dicembre 1885 dipinto dimensioni incognite
Lettera 442, 28 dicembre 1885: «Non appena ricevuto il danaro, ho preso una bella modella ed ho dipinto la sua testa a grandezza naturale. È a colori chiari, tranne il nero, sai. La testa si staglia semplicemente contro uno sfondo nel quale ho tentato di mettere un colpo di luce dorata. Eccoti lo schema dei colori – un color carne con buone tonalità, nel collo piuttosto simile al bronzo, capelli corvini – un nero che ho dovuto fare con carminio e blu di Prussia, un biancastro per la giacchetta, giallo chiaro, molto più chiaro del bianco, per lo sfondo. Una nota scarlatta nei capelli corvini ed un altro nastro scarlatto nel biancastro. È una ragazza di un café-chantant, eppure l’espressione che cercavo era piuttosto simile ad un ‘Ecce Homo’. Ma poiché voglio rimanere vero, specialmente nell’espressione, benché vi siano dentro i miei personali pensieri, questo è ciò che ho voluto esprimervi. Quando venne, la modella era stata apparentemente molto indaffarata nelle notti precedenti, e disse qualche cosa di piuttosto caratteristico: “Lo champagne non mi rallegra, anzi mi intristisce”. Allora compresi e cercai di esprimere qualcosa di voluttuoso e allo stesso tempo di tormentato. Iniziai un secondo studio della stessa modella di profilo.»
Donna con nastro scarlatto nei capelli dicembre 1885 olio su tela, 60x50 cm Alfred Wyler, New York (H979/F207)
278
Studio di testa Anversa, dicembre 1885 dipinto dimensioni incognite
Lettera 442, 28 dicembre 1885: «Dunque ho fatto quel ritratto che ti ho menzionato, quello che mi era stato promesso, ed ho dipinto uno studio di quella testa per me stesso, ed ora, in questi ultimi giorni del mese, spero di dipingere un’altra testa d’uomo.» Rimane il ritratto che Van Gogh ha tracciato per sé, H971/F205. È possibile che la tela data al committente fosse in vista frontale. Esiste un abbozzo, H984/F1359, in cui lo stesso personaggio appare ritratto con una pipa, che potrebbe essere nascosta sotto la quinta scura di H971/F205.
Fonti iconografiche
H981/F1357 rappresenta lo stesso soggetto di cat. 277. Lo studio di profilo citato è H979/F207. Esiste un ritratto frontale di analoga fisionomia (H972/F206), ma l’assenza di alcuni dettagli dichiarati nella lettera 442 – per sempio i due nastri scarlatti – osta all’identificazione con cat. 277.
Fonte iconografica
Testa di donna, dicembre 1885 carboncino e gessetti su carta 51x39 cm Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam (H981/F1357)
Testa di vecchio, dicembre 1885 olio su tela, 44x33,5 cm Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam (H971/F205)
Testa d’uomo con pipa dicembre 1885 gessetto nero su carta 16,5x9 cm Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam (H984/F1359)
122 APPENDICI ICONOGRAFICHE
La sezione contiene la riproduzione integrale (Spruner/Menke 1862, Bargue 1868-1870, Marshall 1878) o parziale (Stieler 1870-1875) delle tavole dei principali trattati utilizzati da Van Gogh per esercitarsi sul disegno. Diamo a seguire le titolazioni delle tavole delle plance I e II di Bargue, perlopiù composte di opere d’arte esemplari e ben identificate. Per le altre tavole gli estremi utili sono specificati a lato di ogni immagine in adesione ai testi originali (numero di tavola e, talvolta, titolazione sintetica).
Bargue. Plancia I Modèles d’après la bosse I, 1 Occhi I, 2 Bocche I, 3 Nasi I, 4 Orecchie I, 5 Piedi di profilo I, 6 Piedi, talloni I, 7 Piede del Gladiatore [dal cosiddetto Gladiatore Borghese, di Agasia di Efeso, Musée du Louvre, Parigi] I, 8 Piede della Venere Medici [dalla Venere Medici, copia da un originale greco del IV secolo a.C. ?, Gallerie degli Uffizi, Firenze] I, 9 Pianta di piede I, 10 Piede del Germanico [dalla statua di Cleomene raffigurante Marcello, già ritenuta raffigurare Germanico, 20 a.C. circa, Musée du Louvre, Parigi] I, 11 Mani di profilo I, 12 Mani che stringono e mani appoggiate I, 13 Mano di Voltaire [in relazione con una statua di Jean-Antoine Houdon, che raffigura il filosofo seduto e morente] I, 14 Mano che tiene un oggetto I, 15 Mano di donna che preme il proprio seno I, 16 Mano di donna I, 17 Braccio d’uomo, orizzontale I, 18 Braccio d’uomo, verticale I, 19 Braccio d’uomo, piegato I, 20 Braccio di bambino, interno I, 21 Braccio di bambino, esterno I, 22 Braccio di donna, piegato
I, 23 Braccio d’uomo, piegato, interno I, 24 Braccio del Mosé di Michelangelo [dalla statua del Mosé, 1513-1516, San Pietro in Vincoli, Roma] I, 25 Gamba di Germanico, profilo [vedi I, 10] I, 26 Gamba di bambino I, 27 Gamba di Germanico, fronte [vedi I, 10] I, 28 Gamba di Afrodite, profilo [dalla Afrodite di Dedalsa, Roma, Palazzo Altemps] I, 29 Gamba della Venere Medici [vedi I, 8] I, 30 Gambe dello Schiavo morente di Michelangelo [dallo Schiavo morente. Il prigione, di Michelangelo, 1513, Musée du Louvre, Parigi] I, 31 Nerone bambino [da una scultura raffigurante Nerone bambino, 45 d.C., Musée du Louvre, Parigi] I, 32 Il Cardinal Ximenes de Cisneros I, 33 Ragazza [modellato dal vero] I, 34 Dante [dalla presunta maschera mortuaria del poeta conservata a Palazzo Vecchio, Firenze] I, 35 Il Cardinal René de Birague [da un dettaglio della tomba del Cardinale, 15751590, realizzata da Germain Pilon] I, 36 Bruto I, 37 Testa di cavallo [da un dettaglio del fregio del frontone orientale del Partenone, 448-433 a.C., British Museum, Londra] I, 38 Caracalla [da un originale del principio del III secolo d.C., conosciuto in più versioni] I, 39 Anna di Bretagna [da un dettaglio della tomba di Luigi XII, nella Basilica di Saint-Denis, opera di Giovanni Giusti] I, 40 Giulia Mamea [da un busto romano dei Musei Capitolini, Roma] I, 41 Arianna [da una statua raffigurante Dioniso, già ritenuta raffigurare Arianna, Musei Capitolini, Roma] I, 42 Teste di bambino [probabilmente da un originale di François Flamand] I, 43 Faustina I, 44 Psiche di Capua [da una testa del I secolo a.C., Museo Archeologico Nazionale, Napoli] I, 45 Arianna [vedi I, 41] I, 46 Bambino I, 47 Testa di cavallo [vedi I, 37] I, 48 Focione [dettaglio da una statua conservata ai Musei Vaticani, Città del Vaticano] I, 49 Agrippa [da una statua
del I secolo a.C., Musée du Louvre, Parigi] I, 50 Bruto I, 51 Giove Trifonio I, 52 Lucio Giunio Bruto [da un busto in bronzo, IV secolo a.C., Musei Capitolini, Roma] I, 53 Ragazza [modellato dal vero] I, 54 Omero [da una testa del I secolo a.C., Henry Lillie Pierce Fund, Museum of Fine Arts, Boston] I, 55 Torso del Belvedere [da una statua di Apollonio, 50 a.C. circa, Museo Pio-Clementino, Città del Vaticano] I, 56 Torso d’uomo I, 57 Torso di donna I, 58 Milone di Crotone [da un dettaglio del Milone di Crotone di Pierre Puget, 16721679, Musée du Louvre, Parigi] I, 59 Amazzone vaticana [da una statua ellenistica, Musei Vaticani, Città del Vaticano] I, 60 Torso d’uomo I, 61 Teseo [dalla statua di Teseo proveniente dal frontone orientale del Partenone, 448-433 a.C., British Museum, Londra] I, 62 Ilisso [da una statua proveniente dal frontone orientale del Partenone, British Museum, 448-433 a.C., Londra] I, 63 Torso del Belvedere [vedi I, 55] I, 64 Torso di donna I, 65 Cavaliere [dal fregio del Partenone, 448-433 a.C., British Museum, Londra] I, 66 Due cavalieri [dal fregio del Partenone, 448-433 a.C., British Museum, Londra] I, 67 Cincinnato [da Ermete che si allaccia il sandalo, una statua derivata da un originale di Lisippo già ritenuta raffigurare Cincinnato, Musée du Louvre, Parigi] I, 68 Achille [dal Marte Borghese, già ritenuto raffigurare Achille, Musée du Louvre, Parigi I, 69 Germanico [vedi, I, 10] I, 70 Santa Marta [da uno studio di Hippolyte Flandrin di una statua non localizzata]
Bargue. Plancia II Modèles d’après les maîtres II, 1 Michelangelo [da], Angelo che suona la tromba, Cappella Sistina, Città del Vaticano II, 2 Hippolyte Flandrin [da], Studio di donna, 1841 II, 3 Hippolyte Flandrin [da], Profilo di italiano II, 4 Jean-Léon Gérôme [da], Testa di fellah
II, 5 Andrea del Sarto [da], Testa di ragazzo, Musée du Louvre, Parigi II, 6 Agnolo Gaddi [da], Ritratto d’uomo, British Museum, Londra II, 7 Léon Bonnat [da], Giovane romano, Musée Bonnat, Bayonne II, 8 Hans Holbein il giovane [da], Gentiluomo della corte di Enrico VIII, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 9 Hans Holbein il giovane [da], Sir Nicolas Carew, Öffentliche Kunstsammlung, Kupferstichkabinett, Basilea II, 10 Hans Holbein il giovane [da], La figlia di Jacob Meyer, 1525, Öffentliche Kunstsammlung, Kupferstichkabinett, Basilea II, 11 Raffaello [da], Donna inginocchiata, Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano II, 12 Filippino Lippi [da], Ritratto di Filippo Lippi, Galleria degli Uffizi, Firenze II, 13 Charles Gleyre [da], Omphale II, 14 Jean-Léon Gérôme [da], Profilo di fellah II, 15 Hippoliyte Flandrin [da], Studio di donna, 1841 II, 16 Raffaello [da], Autoritratto, Galleria degli Uffizi, Firenze II, 17 Jean-Jacques Henner [da], Le Rieur II, 18 Paul Dubois [da], Donna romana II, 19 Hans Holbein il giovane [da], Il Cavaliere Charles Elliot, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 20 Hans Holbein il giovane [da], Gentiluomo della corte di Enrico VIII, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 21 Michelangelo [da], Studio d’uomo, Cappella Sistina, Città del Vaticano II, 22 Auguste Toulmouche [da], Giovane donna che abbraccia la figlia II, 23 Adolphe-William Bouguereau [da], Testa di donna romana, Galleria degli Uffizi, Firenze II, 24 Anonimo, Arciere egineta [marmo antico con interventi di Bertil Thorwaldsen], dal frontone orientale del tempio dorico di Aphia a Egina, Staatliche Antikensammlungen und Glyptothek, Monaco II, 25 Hippolyte Flandrin [da], Studio di donna, 1841 II, 26 Hans Holbein il giovane [da], Ragazza borghese di Bâle, Öffentliche Kunstsammlung, Kupferstichkabinett, Basilea II, 27 Hans Holbein il giova-
ne [da], Anna Grisacria, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 28 Hans Holbein il giovane [da], John Poyntz, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 29 Hans Holbein il giovane [da], Il conte Tommaso di Surrey, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 30 Hans Holbein il giovane [da], Anna Bolena, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 31 Andrea del Sarto [da], Autoritratto, dalla Carità, 1486, Galleria degli Uffizi, Firenze II, 32 Raffaello [da], Ritratto di Dante, dal Parnaso, Stanza della Segnatura, 1508-1511, Città del Vaticano II, 33 Jean-Auguste-Dominique Ingres [da], Littore, dal Martirio di San Sinforiano, Cattedrale di Saint-Lazare, Autun II, 34 Jules Lefebvre [da], Testa di ragazzo II, 35 Émile Lévy [da], Testa di ragazza italiana II, 36 Charles Gleyre [da], Testa di ragazza italiana II, 37 Adolphe-William Bouguereau [da], Pifferaio II, 38 Hans Holbein il giovane [da], Sir John Godsalve, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 39 Hans Holbein il giovane [da], Erasmo, Musée du Louvre, Parigi II, 40 Anonimo [da], Arciere egineta [marmo antico con interventi di Bertil Thorwaldsen], dal frontone orientale del tempio dorico di Aphia a Egina, Staatliche Antikensammlungen und Glyptothek, Monaco II, 41 Michelangelo [da], Uomo che tira una corda, dal Giudizio Universale, 15361542, Cappella Sistina, Città del Vaticano II, 42 Michelangelo [da], Eva, Cappella Sistina, Città del Vaticano II, 43 Raffaello [da], Donna che porta vasi, da L’incendio di Borgo, 1514-1517, Stanze vaticane, Città del Vaticano II, 44 Sebastiano del Piombo, già attribuito a Raffaello [da], Il suonatore di violino, Collezione Sciarra, Roma II, 45 Hans Holbein il giovane [da], George Brooke, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 46 Hans Holbein il giovane [da], Ritratto di donna, Collezione di S. M. la Regina
Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 47 Hans Holbein il giovane [da], Margaret Elliot, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 48 Hans Holbein il giovane [da], William di Northampton, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 49 Jules Breton [da], La serva II, 50 Jean-Léon Gérôme [da], Il cane di Alcibiade II, 51 Michelangelo [da], Uomo nel sacco, 1508-1512, Cappella Sistina, Città del Vaticano II, 52 Thomas Couture [da], Ritratto di ragazzo II, 53 Jules Lefebvre [da], Testa di ragazza II, 54 Timoléon Lobrichon [da], Studio di bambino II, 55 Hans Holbein il giovane [da], Sir Nicolas Poyntz, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 56 Hans Holbein il giovane [da], Lady Hanegham, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 57 Hans Holbein il giovane [da], La moglie di Jacob Meyer, Öffentliche Kunstsammlung, Kupferstichkabinett, Basilea II, 58 Hans Holbein il giovane [da], Ritratto di giovane II, 59 Hans Holbein il giovane [da], Lord Thomas Vaux, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 60 Hans Holbein il giovane [da], Thomas di Surrey, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 61 Philippe Parrot [da], Bagnante [studio di ragazza] II, 62 Hans Holbein il giovane [da], attribuito a, Ritratto d’uomo, già Raccolta ducale, Weimar II, 63 Hans Holbein il giovane [da], Edward Clinton, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 64 Hans Holbein il giovane [da], Ritratto di donna II, 65 Hans Holbein il giovane [da], Ritratto d’uomo, Collezione di S. M. la Regina Elisabetta II, Royal Library, Windsor II, 66 Hans Holbein il giovane [da], Lady Guilford, Öffentliche Kunstsammlung, Kupferstichkabinett, Basilea II, 67 Hans Holbein il giovane [da], Ritratto d’uomo, Öffentliche Kunstsammlung, Kupferstichkabinett, Basilea
VINCENT VAN GOGH LE OPERE DISPERSE 123
SPRUNER/MENKE Karol von Spruner e Theodorus Menke, Atlas Antiquus. Karoli Spruneri Opus tertio edidit Theodorus Menke, Gotha, Sumptibus Justi Perthes, 1862
tav. I - Il mondo conosciuto dagli antichi
tav. II - Il regno di Alessandro Magno
tav. III - Il mondo conosciuto fino ai tempi di Alessandro Magno
tav. IV - I regni dei Diadochi fino al 250 a.C.
tav. V - Spagna
tav. VI - Francia
tav. VII - Gran Bretagna
tav. VIII - Germania, Rezia e Norico
tav. IX - L’impero romano nella sua massima estensione
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tav. III, 59
146 SILLOGE
Avvertenze di consultazione Il regesto include tutte le opere di Vincent van Gogh note ovvero ricordate dall’artista nella corrispondenza o da altre fonti familiari e amicali fededegne. Le voci, 2646, riferiscono oltre 3100 opere e sono distinte nei periodi della fanciullezza (23) e della adolescenza (33), dunque, raggiunta la maturità, di Bruxelles-Quesmes-Etten (164), L’Aja (455), Drenthe (46), Nuenen (610), Anversa (74), Parigi (375), Arles (347), Saint Rémy (312), Auvers-sur-Oise (207). [] contengono i commenti degli Autori. I. Catalogo Cat. rimanda al catalogo delle opere disperse, corpo del presente volume; m specifica le voci che includono più opere. Verso è abbreviato in v mentre ? indica possibile identificazione di un’opera nota con una supposta dispersa. Le opere disperse sono in genere associate in gruppi, per evidenza rispetto al corpo catalogico, salvi raffronti diretti (e.g. schizzo e realizzazione). Le voci in bis e ter, come anche i vuoti nella numerazione, sono dovuti al lavoro di risistemazione del materiale in corso di catalogazione. Le opere note sono secondo le tre catalogazioni insieme più diffuse, autorevoli ed ampie: De la Faille 1970, Van der Wolk 1986, Hulsker 1996. De la Faille 1970, catalogo storico dell’artista apparso nel 1970 per cura di una Commissione incaricata dallo Stato Olandese, è richiamato con F per le opere in corpo di catalogo, con SP ed SD per le appendici Supplementary Paintings e Supplementary Drawings, con FJ/numero romano (I-XXXIV), per i lavori giovanili (juvenilia). Szymanska 1967 include tre album di schizzi, rispettivamente di 25 (SI1-25), 15 (SII1-15) e 5 (SIII1-5) disegni, conservati presso il Rijksmuseum Vincent van Gogh. Van der Wolk 1986, qui riferito con SB, include i disegni contenuti nei sette taccuini conservati presso il Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam, ed integrati con fogli, di altra proprietà, da essi derivanti. Hulsker 1996 è il più noto catalogo dell’artista: H riferisce le opere in corpo di volume, add. aggiunte al corpo catalogico nella edizione rivista, mentre i lavori giovanili (juvenilia) compaiono con numerazione HJ/numero arabo (1-16). Il regesto include anche i fogli indicati nella prima edizione del catalogo (1977) con HJ/lettera (a-e); sigle alfanumeriche (e.g. HJB8) indicano i lavori catalogati in entrambe queste edizioni Hulsker ove in lettera ove in numero. Non sono invece menzionati lavori già espunti in De la Faille 1970 e dunque in Hulsker 1996, ovvero nuove attribuzioni se non abbiano raccolto conferma documentaria e critica la più ampia ed in primis da parte del Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam. Non sono parimenti inclusi i tre disegni del cosiddetto taccuino di Haarlem (Heijbroek 1975; Pollock 1980, n. 1), donato da Van Gogh a Thijs Maris in Parigi: essi, probabilmente opera di quest’ultimo, rappresentano due volti di donna, un uomo a mezzobusto ed un profilo femminile, e sono ben riprodotti anche in Van der Wolk 1986 (ill. 11). Tra gli schizzi in Juv SB I, II e III, i taccuini disegnati da Van Gogh ‘con e per’ Betsy Tersteeg (Van der Wolk 1986, p. 14) a L’Aja nel 1873/1874, discussi da Szymanska 1967, sono riportati solo i fogli accolti in De la Faille 1970, ritenendosi gli altri dubitabili o insignificanti. Molto difficili a datarsi, e dunque non inseriti, sono invece gli appunti grafici a margine d’una illustrazione, Les Victimes du Devoir di Luc-Olivier Merson
(Van der Wolk 1986, ill. 16-17), due fogli utilizzati dall’artista per creare legature, una figura ed un paesaggio (rispettivamente inv. 576 e inv. 204, Van der Wolk 1986, ill. 18-19) ed un foglio con linee in una cornice prospettica (Van der Wolk 1986, ill. 275). II. Soggetto I titoli sono quelli dati nel corpo del libro, talora con chiarimenti iconografici (e.g. ‘Contadina, testa’, in luogo di ‘Contadina’). Essi ripetono la lettera di Van Gogh o sottolineano sinteticamente gli elementi più diretti e distintivi: e.g. per H13/F833, la dipendenza iconografica da Holbein esime dal ricordare il testo ‘mediatore’ di Bargue. III. Cronologia In accordo con il metodo filologico adottato in corpo di volume, gli Autori hanno privilegiato la proposta di cronologia avanzata in Hulsker 1996, il miglior conoscitore della corrispondenza di Van Gogh, nondimeno sono intervenuti spesso in base a paragoni di stile e sempre ove richiesto dalla adesione ai documenti. Una particolare difficoltà pongono gli juvenilia ed i fogli in SB, ricollocati discutibilmente, nonostante le molte recenti proposte avanzate anche in chiave di cronologie focalizzate ed organiche (e.g. Van Heugten 1996 per il periodo 1880-1883). Quando ciò non ha comportato salti cronologici troppo forti, gli Autori hanno associato voci riferite a simili soggetti, per favorirne la comparazione diretta (e.g. ‘Sorrow’). IV. Corrispondenza La corrispondenza, sia essa in forma di lettera o di cartolina (e.g. 399a ad Anton Kerssemakers), è esposta secondo la numerazione in Van Gogh-Bonger 1914-1954 ed in particolare nella edizione americana, 1988: essa è riferita solo quando menziona espressamente le opere ovvero è utile per la ricostruzione di nuclei (e.g. in R16, 239 e 240, «un centinaio di disegni di figura»). Riferimenti ulteriori sono le testimonianze di Du Quesne-Van Gogh 1910 e di Van Gogh-Bonger 1988, per il periodo giovanile, e l’epistolario con Gauguin (VG/PG) raccolto in Cooper 1983, per il periodo di Arles. Cfr. suggerisce di confrontare l’opera con la corrispondenza proposta, ma non implica identificazione; ? indica dubbio nella identificazione ed è spesso associato ad opere di autografia disputata. H1279/SD1719 è un grande foglio con due diversi disegni al recto: 앖 indica il disegno sulla parte superiore, 앗 la parte inferiore. Attribuzioni discusse Tra i lavori accolti nelle catalogazioni storiche De la Faille, l’edizione del 1970 ha escluso la autografia di F23, F173, F284, F325, F385, F387, F401, F414, F418, F418a, F421, F442, F509, F512, F521, F523, F527a, F530, F539, F539a, F546, F577, F590, F614, F616, F625a, F628, F679, F681a, F685, F691, F705, F710a, F713, F715, F729, F736, F738, F741, F741a, F813, F823, F824, F1271, F1285, F1286, F1300, F1324, F1334. Nondimeno la recensione dei lavori dubitati è in continuo movimento: per esempio F546 è stato sostenuto autografo da Bailey 1996, una ipotesi confermata da recenti analisi dei materiali (Druick/Zegers 2001). De Robertis ritiene da rivedere il giudizio su F509. Anche tra le opere comunemente ritenute autografe, un numero consistente è stato messo in discussione. Per esempio, Anfray 1953 ha restituito H1163/SD1717 ad
Émile Bernard, un suggerimento non accolto dalla critica successiva ma persuasivo e opportuno anche per H1152/SD1718, mentre Van Tilborgh/Vellekoop 1999, p. 234, rigettano H945/F114, una tarda acquisizione del Rijksmuseum Vincent van Gogh, Amsterdam (1982). In questo senso, la silloge non accoglie proposte attributive, anche molto persuasive (e.g. Wilkie 1990), estranee alle maggiori catalogazioni, quando gli Autori non hanno conoscenza diretta delle opere e gli studi non si sono ampiamente espressi sopra esse. Bailey 1997 presenta una prima lista di 45 opere, cui è seguita la silloge predisposta da Geraldine Norman per un documentario in onda il 27 ottobre 1997 sulla rete inglese Channel 4, basata sulle opinioni di 13 fra i principali specialisti: Antonio De Robertis, Roland Dorn & Walter Feilchenfeldt, Jan Hulsker, Benôit Landais, Ronald Pickvance, Mark Roskill, Alain Tarica, Annet Tellegen, Johannes van der Wolk, Louis van Tilborgh, Han Veenebos, Bogomila Welsh-Ovcharov. Salvi i lavori già rigettati in De la Faille 1970, le opere su cui non c’è unanimità nel confermare la attribuzione sono: F159 e F639, già espunti in Hulsker 1977; dunque H526/F47, H658/F171, H799/F176, H1092/F214, H1103/F278, H1104/F279, H1117/F219, H1121/F253, H1126/F327, H1127/F286, H1128/F286a, H1131/F237, H1133/F246, H1164/F217, H1170/F227, H1178/F238, H1191/F28, H1192/F177a, H1198/F178v, H1231/F287, H1232/F253a, H1261/F367, H1293/F324, H1299/F268, H1317/F306, H1344/SP1672a, H1354/F365v, H1360/F290, H1419/F567, H1429/F591, H1480/F561, H1482/F560, H1524/F433, H1551/F447a, H1560/F459, H1565/F524, H1571/F438, H1596/F575a, H1622/F568, H1623/F569, H1624/F488, H1625/F489, H1629/F451, H1637/F490, H1638/F491, H1639/F440, H1644/F537, H1646/F503, H1657/F527, H1666/F457, H1671/F508, H1673/F439, H1675/F436, H1679/F580, H1744/F725, H1745/F724, H1753/F617, H1780/F528, H1790/F743, H1840/F653, H1850/F659, H1875/F728, H1919/F673, H2003/F797, H2006/F789, H2010/F820, H2011/F597, H2014/F754, H2015/F821, H2016/F758, H2022/F740, H2032/F280, H2036/F786, H2037/F769, H2044/F599, H2045/F764, H2050/F787, H2051/F783, H2052/F784, H2055/F788, H2057/F785, H2095/F822, H2105/F777, H2107/F814, H2110/F796, H2122/F800. Tali indicazioni, date per completezza sinottica, non implicano alcun giudizio ultimo limitativo della autografia delle opere. Per chiarezza, in corsivo compaiono le opere su cui al tempo si sono particolarmente appuntati, con diverse sfumature, i dubbi di De Robertis. Il quale, nondimeno, da un esame diretto e prolungato dell’opera e del suo supporto, si è persuaso della perfetta autenticità di H658/F171 e H1623/F569, mentre in studi successivi, ha posto sotto questione H657/F171a (espunzione recentemente fatta propria dal Rijksmuseum Vincent van Gogh), H1172/F226, H1640/F441a ed alcuni degli juvenilia proposti in De la Faille 1970 (FJI-XI). De Robertis, inoltre, non ritiene oggi di potersi pronunciare su altri dipinti, come H1671/F508, H1753/F617 e H1790/F743, mentre ritiene fortemente dubitabile SD1721, un disegno legato a Théodore Duret. Al proposito, gli Autori stanno completando uno studio dedicato al difficile problema delle repliche e dei falsi.
VINCENT VAN GOGH LE OPERE DISPERSE 147
FANCIULLEZZA Catalogo – soggetto – cronologia – corrispondenza
cat. 1 – Elefante – 1861 – Van Gogh-Bonger 1988, I, XX cat. 2 – Gatto che salta su un albero – 1861 – Du Quesne-Van Gogh 1910 FJI – Testa di cane, testa di mucca e tre teste d’uomo – 3 gennaio 1862 FJII – Il ponte [da V. Adam] – 11 gennaio 1862 FJIIv – Teste di profilo – gennaio 1862 FJIII – Bricco del latte – 5 settembre 1862 HJA/FJIV – Segheria – 2 ottobre 1862 FJV – Pastore e capra – 9 ottobre 1862 FJVI – Cane che abbaia [da V. Adam] – 28 dicembre 1862 FJX – Mazzo di fiori – 1863 FJXI – I dintorni del Castello di Croy presso Aarle [?] – 1863 [?] FJVII – Capanno – 25 gennaio 1863 FJVIII – Capitello corinzio – 22 agosto 1863 FJIX – Cardo – 6 ottobre 1863 FJXII – Fattoria e capanno – 8 febbraio 1864 F836/FJXIII – Viottolo di campagna – principi del 1873 F837/FJXIV – Lange Vijverberg – primavera 1873 F838/FJXV – Il fosso – primavera 1873
ADOLESCENZA F839/FJXVI – Il canale – primavera 1873 F835/FJXVII – Vecchia bretone assopita in chiesa [da F. Rops] – 1873-1874 o prima
cat. 3m – Vedute del Tamigi, la casa, la strada e la sua stanza, con dettagli di porte e finestre – 1873-1874 – Van Gogh-Bonger 1988, I, XXIV-V
SI1-25 – Taccuino di studi (25 disegni) – maggio 1873 - luglio 1874
cat. 4 – L’erede [da Boughton] – 1873-1874 – R19
SII1-15 – Taccuino di studi (15 disegni) – maggio 1873 - luglio 1874
HJ1/F905/FJXVIII – Chiesa e dintorni di Helvoirt – giugno 1874 – 17
SIII1-5 – Taccuino di studi (5 disegni) – maggio 1873 - luglio 1874
HJ2/F825/FJXIX – Chiesa e dintorni di Helvoirt – giugno 1874 – 17 cat. 5m – Schizzi – giugno 1874 – 17 HJ3/FJXX – Paesaggio a Ville d’Avray – aprile 1875 – 25 HJ4/FJXXIII – Il Ponte di Westminster [da De Nittis] – 24 luglio 1875 – 32 HJ6/FJXXI – Chiesa e vicariato di Etten – aprile 1876 HJ7/FJXXII – Vicariato di Etten – aprile 1876 FJXXVI – Piazza a Ramsgate – aprile 1876 – 62 HJ5/FJXXVII – Piazza a Ramsgate – 31 maggio 1876 – 67 FJXXIV – Case a Isleworth – luglio 1876 – 70 cat. 6 – Schizzo – luglio 1876 – 71
FJXXIX – Mulini nei sobborghi di Dordrecht – aprile 1877 – 92 cat. 7 – Elia nel deserto – maggio 1877 – 101 cat. 8m – Cartine geografiche della rocciosa Scozia – luglio 1877 – 112 cat. 9 – Cartina con i viaggi di San Paolo – novembre 1877 – 113, 119 cat. 10 – Carta geografica dell’Inghilterra – novembre 1877 – 113 cat. 11 – Carta geografica dell’Italia antica – novembre 1877 – 114 cat. 12 – Carta geografica dell’Italia centrale antica – novembre 1877 – 114 cat. 13 – Carta geografica delle Isole britanniche – dicembre 1877 – 115, 116 cat. 14 – Carta geografica della Bretagna e della Normandia – dicembre 1877 – 115, 116 cat. 15 – Carta geografica [di soggetto storico?] – dicembre 1877 – 115 cat. 16 – Carta geografica della Scozia – dicembre 1877 – 116
FJXXV – Chiesa dei Frati Agostiniani – novembre 1876
cat. 17 – Carta geografica della Scozia [copia di cat. 16] – dicembre 1877 [o poco più tardi] – 116
HJB8/FJXXVIII – Chiesette a Petersham e Turnham Green – 25 novembre 1876 – 82
cat. 18 – Carta geografica della Francia – dicembre 1877 – 116a
cat. 19 – Carta geografica con i viaggi di Paolo – novembre - dicembre 1877 [?] – 119 cat. 20 – Carta geografica con i viaggi di Paolo – gennaio 1878 – 119 cat. 21 – Carta geografica della Terra Santa – gennaio 1878 – 119 cat. 22 – Carta geografica della Terra Santa – gennaio 1878 – 119 FJXXX – Paesaggio con ponte – aprile 1878 – 121
178 INDICE PER SOGGETTI
Avvertenze di consultazione Il catalogo per soggetti deriva dalla silloge delle opere e va consultato secondo gli stessi criteri. Esso facilita la comparazione di opere note e disperse tra loro e, nel loro insieme, verso possibili nuove attribuzioni, ravvicinando, al di là dell’effettivo rapporto di stile, i lavori di simile tema. Un limite insuperabile è nelle parole scelte per descrivere i soggetti: gli Autori si sono attenuti al dettato di Van Gogh ovvero ai titolo ‘storici’, quelli con cui le opere sono da sempre note. L’articolo è sempre posposto, per un miglior ordinamento alfabetico, salvi i casi di opere copiate da Van Gogh, date qui con la titolazione canonica e comunque segnalate dal nome dell’autore originario fra parentesi quadre. In sede di ricerca, rimane aperta la difficoltà di risalire dalla visione, per esempio, di un fiume e di un ponte, a quella più specifica della ‘Senna’, sotto la quale l’opera è qui riferita. Come pone problemi il titolo generico ‘Studio’ che può riferirsi egualmente allo studio dell’artista e ad uno studio di un soggetto; ovvero la nostra scelta del termine ‘strada’, per un soggetto che possa benissimo nominarsi ‘rue’ o ‘via’. In questo senso, gli Autori hanno ritenuto di offrire una seconda tabella, limitata alle opere disperse, nella quale i dipinti di soggetto troppo specifico sono introdotti da una parola chiave (per esempio: ‘ritratto’ per ‘Il capo inserviente Trabuc’). Il metodo migliore per identificare un quadro sembra una rapida lettura di questo secondo elenco, la messa in evidenza di tutti i soggetti possibili e solo allora il riscontro tra l’opera in esame e le schede di catalogo. Gli Autori stanno inoltre predisponendo nel sito www.vangauguin.da.ru una schedatura completa dell’opera di Van Gogh, comprensiva dei passaggi di proprietà noti di tutte le opere e di tutte le risultanze scientifiche o documentarie ad esse connesse: ciò semplificherà ulteriormente i modi di ricerca.
VINCENT VAN GOGH LE OPERE DISPERSE 179
TUTTI I SOGGETTI Soggetto – cronologia – catalogo
‘t Paddemoes – marzo 1882 – H111/F918 Abeti in una palude – aprile 1884 – H473/F1249 Adeline Ravoux, mezzobusto – giugno 1890 – H2035/F768 Adeline Ravoux, mezzobusto – giugno 1890 – H2036/F786 Adeline Ravoux, mezzobusto – giugno 1890 – H2037/F769 Alberi – luglio - settembre 1887 – H1318/F307 Alberi – giugno 1890 – H1319/F817 Alberi con edera – maggio 1889 – H1693/F609 Alberi con edera – maggio 1889 – H1694 Alberi con edera – maggio 1889 – H1695/F1522 Alberi di fronte all’ingresso della casa di cura – ottobre 1889 – H1799/F643 Alberi e arbusti – maggio 1889 – H1709/F1534 Alberi e arbusti – maggio 1889 – H1710/F1533 Alberi e mulino a vento – giugno 1885 – H804/F1346 Alberi e panca di pietra nel giardino della casa di cura – ottobre 1889 – H1822/F1572v Alberi nel giardino della casa di cura – giugno 1889 – H1739/F1501 Alberi nel giardino della casa di cura – ottobre 1889 – H1798/F642 Alberi nel giardino della casa di cura – ottobre 1889 – H1800/F640
Alberi nel giardino della casa di cura – ottobre 1889 – H1801/F731
Angolo di giardino con fiori e farfalle – aprile 1889 – H1676/F460
Arlesiana, Madame Ginoux, con sfondo ciliegia, La – febbraio 1890 – H1892/F540
Alberi nel giardino della casa di cura – novembre 1889 – H1841/F730
Angolo di giardino con fiori e farfalle – aprile 1889 – H1677/F402
Arlesiana, Madame Ginoux, con sfondo rosa, La – febbraio 1890 – H1893/F541
Alberi su un pendio – luglio - settembre 1887 – H1314/F291
Angolo di giardino pubblico – luglio - settembre 1887 – H1320/F315
Arlesiana, Madame Ginoux, con sfondo rosa, La – febbraio 1890 – H1894/F542
Albero con edera – maggio 1889 – H1696/F1532
Anna-Cornelia Carbentusvan Gogh [da una fotografia] – ottobre 1888 – H1600/F477
Albero contro il vento – agosto 1883 – H384/F10 Albero contro nubi – marzo - aprile 1890 – H1917/F1583 Albero in un campo – luglio 1890 – H2094/F1632v Altri studi di opere antiche – entro il 18 febbraio 1886 – cat. 286m Alyscamps. Arles, Les – novembre 1888 – H1620/F486 Alyscamps. Arles, Les – novembre 1888 – H1621/F487 Alyscamps. Arles, Les – novembre 1888 – H1622/F568 Alyscamps. Arles, Les – novembre 1888 – H1623/F569 Alyscamps. Arles, Les – giugno - luglio 1890 – SBVII-142 Angolo del giardino di Daubigny, Un – giugno 1890 – H2029/F765 Angolo della casa di cura e il giardino con un grande tronco d’albero, Un – novembre 1889 – H1849/F660 Angolo della casa di cura e il giardino con un grande tronco d’albero, Un – novembre 1889 – H1850/F659 Angolo della casa di cura e il giardino con un grande tronco d’albero, Un – novembre 1889 – H1851/F1545
Anthon van Rappard [parte superiore] – maggio - giugno 1884 – H491/F1297 Anthon van Rappard [parte inferiore] – maggio - giugno 1884 – cat. 248 bis Aratore con cavallo e donna – ottobre 1883 – cat. 233 Aratore con cavallo e donna e Fattoria nella brughiera – ottobre 1883 – H422 Aratro ed erpice [da Millet] – gennaio 1890 – H1882/F632 Arbusti in fiore – maggio 1889 – H1707/F1526 Arbusti in fiore – maggio 1889 – H1708/F1527 Arcolaio – novembre 1883 o giugno 1884 – H497/F175 cat. 235 [?] Arcolaio in una vecchia locanda – novembre 1883 – cat. 235 Ari – maggio 1889 – H1703/F1613 Arlesiana, Madame Ginoux, con guanti e parasole, La – novembre 1888 – H1625/F489 Arlesiana, Madame Ginoux, con libri, La – novembre 1888 – H1624/F488
Arlesiana, Madame Ginoux, in abito chiaro con sfondo crema, La – febbraio 1890 – H1895/F543 Arlesiana, Madame Ginoux, in abito chiaro, La – febbraio 1890 – H1896 Arlesiana, Madame Ginoux, La – gennaio - febbraio 1890 – cat. 316 Armand Roulin – dicembre 1888 – H1642/F492 Armand Roulin – dicembre 1888 – H1643/F493 Asino – giugno - luglio 1890 – H2063/F1631 Asta di legname – dicembre 1883 – H438/F1113 Asta presso il vecchio campanile – maggio 1885 – H769/F1231 Asta presso il vecchio campanile – maggio 1885 – H770/F1230 Asta presso il vecchio campanile – maggio 1885 – H771/F1231v Augustine Roulin – dicembre 1888 – H1646/F503 Augustine Roulin con la piccola Marcelle – dicembre 1888 – H1637/F490
Autoritratto – ottobre - dicembre 1886 – H1198/F178v Autoritratto – aprile - giugno 1887 – H1224/F267 Autoritratto – aprile - giugno 1887 – H1225/F280 Autoritratto – aprile - giugno 1887 – H1248/F356 Autoritratto – aprile - giugno 1887 – H1249/F345 Autoritratto – luglio - settembre 1887 – H1299/F268 Autoritratto – luglio - settembre 1887 – H1301/F269v Autoritratto – luglio - settembre 1887 – H1303/F109v Autoritratto – luglio - settembre 1887 – H1304/F77v Autoritratto – ottobre - dicembre 1887 – H1333/F319 Autoritratto – ottobre - dicembre 1887 – H1334/F320 Autoritratto – inverno 1887-1888 – H1344/SP1672a Autoritratto – inverno 1887-1888 – H1345/F366 Autoritratto – dicembre 1888 – H1634/F501 Autoritratto – settembre 1889 – H1770/F626 Autoritratto – settembre 1889 – H1772/F627 Autoritratto – settembre 1889 – H1780/F528 Autoritratto – ottobre 1889 – cat. 313
Augustine Roulin con la piccola Marcelle – dicembre 1888 – H1638/F491
Autoritratto – maggio 1890 – cat. 317
Autoritratto – ottobre - dicembre 1886 – H1196/F1379
Autoritratto col volto rasato – gennaio 1889 – H1665/F525
180 INDICE PER SOGGETTI
Autoritratto come bonzo – settembre 1888 – H1581/F476
Autoritratto con pipa – ottobre - dicembre 1886 – H1194/F180
Banchina della Senna – marzo 1886 – H1030/F1385/SBVI-74
Autoritratto con berretto – marzo 1886 – H996/F1354av/SBVI-81
Autoritratto con pipa – ottobre - dicembre 1886 – H1195/F208
Banchina della Senna – aprile - giugno 1887 – H1269/F293
Autoritratto con berretto – marzo 1886 – H997/F1354a/SBVI-82
Autoritratto con pipa e bicchiere – gennaio - marzo 1887 – H1199/F263a
Banchina della Senna con barca – aprile - giugno 1887 – H1271/F353
Autoritratto di fronte al cavalletto – inverno 1887-1888 – H1356/F522
Banchine di fiume con barche a remi e tre figure – giugno 1890 – H2021/F798
Autunno – settembre - ottobre 1882 – cat. 137
Banco di chiesa – settembre 1882 – H226
Autoritratto con cappello di feltro grigio – inverno 1887-1888 – H1353/F344
Bambina – marzo 1882 – cat. 95
Banco di chiesa e gente – settembre 1882 – H225/F967
Autoritratto con cappello di feltro scuro – primavera 1886 – H1089/F208a
Bambina che lavora a maglia in piedi – marzo 1882 – H107/F983
Banco di pegno – marzo 1882 – H126
Autoritratto con cappello di feltro scuro davanti al cavalletto – primavera 1886 – H1090/F181
Bambina che lavora a maglia seduta – marzo 1882 – H108/F984
Autoritratto con cappello di paglia – gennaio - marzo 1887 – H1209/F294
Bambina che macina caffè – gennaio 1882 – cat. 89
Autoritratto con cappello di feltro grigio – gennaio - marzo 1887 – H1210/F296 Autoritratto con cappello di feltro grigio – gennaio - marzo 1887 – H1211/F295
Autoritratto con cappello di paglia – luglio - settembre 1887 – H1302//F61v Autoritratto con cappello di paglia – luglio - settembre 1887 – H1309/F526 Autoritratto con cappello di paglia – luglio - settembre 1887 – H1310/F469 Autoritratto con cappello di paglia – inverno 1887-1888 – H1354/F365v Autoritratto con cappello di paglia e pipa – luglio - settembre 1887 – H1300/F179v Autoritratto con cappello di paglia e pipa – agosto 1888 – H1565/F524 Autoritratto con l’orecchio bendato – dicembre 1888 - gennaio 1889 – H1657/F527 Autoritratto con l’orecchio bendato – dicembre 1888 - gennaio 1889 – H1658/F529
Barche da pesca in mare [studio per H1453/F417], Paesaggio con ciglio di strada [studio per H1419/F567] e Fattoria sulla strada [studio per H1417/F408] – giugno 1888 – H1464 Barche da pesca sulla spiaggia – luglio 1882 – H159 Barche da pesca sulla spiaggia – giugno 1888 – H1458/F1428 Barche da pesca sulla spiaggia – giugno 1888 – H1459/F1429 Barche da pesca sulla spiaggia – giugno 1888 – H1460/F413
Betulle con donna e gregge – marzo 1884 – H469/F1240
Braccio – febbraio 1885 – SBI-126
Bicchiere con fiori – giugno 1890 – H2043/F598
Bricco del latte – 5 settembre 1862 – FJIII
Bicchiere con garofani bianchi, rosa e rossi – estate 1886 – H1129/F243
Brocca con garofani rossi e bianchi – estate 1886 – H1126/F327
Bicchiere con rose – estate 1886 – H1144/F218
Bruciatura delle stoppie – luglio 1883 – cat. 191
Bicchiere con rose di Natale – primavera 1886 – H1091/F199
Brughiera – gennaio 1881 – cat. 54
Boccia con narcisi – primavera 1886 – add. 1 Bois de Boulogne, Il – estate 1886 – H1112/F224
Barca a vela su un fiume – aprile - giugno 1887 – H1276/F1409
Barche da pesca sulla spiaggia – giugno 1888 – H1461
Bordello, Il – ottobre 1888 – cat. 300
Barca che salpa – agosto 1882 – H187/F4
Bastioni di Parigi, I – luglio - settembre 1887 – H1285/SD1719v
Bordello, Il – ottobre 1888 – H1599/F478
Barca che salpa – II metà agosto 1882 – cat. 126m bis
Bastioni di Parigi, I – luglio - settembre 1887 – H1279/SD1719앖
Barca che salpa – II metà agosto 1882 – cat. 126 ter
Bastioni di Parigi, I – luglio - settembre 1887 – H1279/SD1719앗
Barca da pesca in mare – giugno 1888 – H1452/F415
Bastioni di Parigi, I – luglio - settembre 1887 – H1280/F1402
Bambino [il bimbo di Sien?] – febbraio 1883 – H318/F912
Barca da pesca in mare – agosto 1888 – H1528/F1433
Bastioni di Parigi, I – luglio - settembre 1887 – H1281/F1403
Bambino [il bimbo di Sien?] – febbraio 1883 – H319/F911
Barca in mare grosso – giugno - luglio 1890 – SBVII-106
Bastioni di Parigi, I – luglio - settembre 1887 – H1282
Bambino che cammina a gattoni [il figlio di Sien?] – marzo 1883 – H334/F872
Barca per bagni sulla Senna – luglio - settembre 1887 – H1325/F311
Berceuse, La [Augustine Roulin] – gennaio 1889 – H1669/F505
Barche da pesca in mare – giugno 1888 – H1453/F417
Berceuse, La [Augustine Roulin] – gennaio 1889 – H1670/F506
Bambina che macina caffè – gennaio 1882 – H91 Bambina della Senna col Pont de Clichy – luglio - settembre 1887 – H1322/F302
Banchina con uomini che scaricano chiatte di sabbia – agosto 1888 – H1558/F449 Banchina con uomo che scarica – agosto 1888 – H1556/F1462 Banchina con uomo che scarica chiatte di sabbia – agosto 1888 – H1557 Banchina d’alaggio con mulini a vento – agosto - settembre 1883 – cat. 219 bis
Barche da pesca in mare – luglio 1888 – H1505/F1430 Barche da pesca in mare – agosto 1888 – H1526/F1430a Barche da pesca in mare – agosto 1888 – H1541/F1430b Barche da pesca in mare – agosto 1888 – H1542/F1431
Berceuse, La [Augustine Roulin] – febbraio 1889 – H1671/F508 Berceuse, La [Augustine Roulin] – marzo 1889 – H1672/F507 Berceuse, La [Augustine Roulin] – marzo 1889 – H1655/F504
Bosco, la sera, dopo la pioggia, Il – II metà agosto 1882 – cat. 126 Bottega di fabbro – aprile 1882 – H137/F1084 Bottega di falegname – maggio 1882 – H150/F939 Bottega di falegname – giugno 1882 – H153/F944 Botteghe del villaggio [fucina, bottega del falegname, del calzolaio...] – maggio - giugno 1881 – cat. 68m Botteghino del lotto – settembre 1882 – H222/F970 Botteghino del lotto – settembre 1882 – H223 Boulevard con gente che cammina – primavera 1886 – H1033/F1377 Boulevard de Clichy – gennaio - marzo 1887 – H1217/F1393 Boulevard de Clichy – gennaio - marzo 1887 – H1219/F292
Brughiera con carretto – settembre 1883 – H400/F1100 Busto di donna – 18 febbraio 1886 – cat. 285 Busto di donna in gesso – febbraio 1886 – H1002/SD1693h/SBII-38 Busto di donna in gesso, visto di fianco – febbraio 1886 – H1003/SD1693i/SBII-27 Café au Charbonnage. Bruxelles – 15 novembre 1878 – HJ9/FJXXXI Caffè di notte – settembre 1888 – H1575/F463 Caffè di notte – settembre 1888 – H1576/F1463 Calesse – 10-15 giugno 1890 – SBVII-125 Camille Roulin – dicembre 1888 – H1644/F537 Camille Roulin – dicembre 1888 – H1645/F538 Camille Roulin in uniforme con berretto – dicembre 1888 – H1879/F665 Camino con sedia – marzo - aprile 1890 – H1963/F1511 Camino con sedia – marzo - aprile 1890 – H1964/F1510 Campi con alberi spogli e sfondo montagnoso – dicembre 1889 – H1866/F663
VINCENT VAN GOGH LE OPERE DISPERSE 181
Campi con due mucchi di grano o di fieno – luglio 1890 – H2098/F809
Campo con case sotto un cielo con disco del sole – marzo 1888 – H1375/F1506
Campo di grano all’imbrunire – giugno 1888 – H1474
Campi di bulbi – aprile 1883 – H361/F186
Campo con coppia di conigli – dicembre 1889 – H1876/F739
Campo di grano con alberi e falciatore – agosto 1885 – H916/F1322
Campi di grano – giugno 1890 – H2038/F775
Campo con due seminatori ed alberi – marzo - aprile 1890 – H1901/F1618
Campo di grano con cipressi – giugno 1889 – H1755/F615
Campo con mucchi di fieno – agosto 1882 – cat. 122
Campo di grano con cipressi – giugno 1889 – H1756/F717
Campo con mucchi di grano – luglio 1890 – H2125/F771
Campo di grano con cipressi – giugno 1889 – H1757/F1538
Campi di grano – giugno 1890 – H2039 Campi di grano – luglio 1890 – H2099/F782 Campi di grano – luglio 1890 – H2100 Campi di grano – luglio 1890 – H2101/F812 Campi di grano – luglio 1890 – H2102/F781 Campi di grano – luglio 1890 – H2103 Campi di grano sotto cieli nuvolosi – luglio 1890 – H2097/F778 Campi di papaveri – giugno 1889 – H1751/F581 Campi di papaveri – giugno 1889 – H1752/F1494 Campi in inverno [da Millet] – entro il 7 settembre 1880 – cat. 40 Campo arato – settembre 1888 – H1586/F574 Campo arato – settembre 1888 – H1587 Campo con alberi e il castello di Auvers al tramonto – giugno 1890 – H2040/F770
Campo con rammendatori di reti – agosto 1883 – cat. 208 Campo con seminatore – marzo - aprile 1890 – H1899/F1592v Campo con stabilimento – marzo 1888 – H1373/F1500 Campo con un mucchio di grano o di fieno – luglio 1890 – H2121/F563 Campo d’erba con cespuglio potato in tondo – maggio 1888 – H1414/F1421 Campo di fiori – maggio 1888 – H1415/F1416 Campo di fiori – maggio 1888 – H1416/F409 Campo di fiori gialli – aprile 1889 – H1680/F584 Campo di grano – giugno 1888 – H1475/F564 Campo di grano – giugno 1888 – H1476/F411 Campo di grano – luglio 1888 – H1515/F1481
Campo di grano con cipressi – settembre 1889 – H1790/F743 Campo di grano con cipresso – giugno 1889 – H1726/F1548 Campo di grano con contadino che lega spighe – agosto 1885 – H912/F1339 Campo di grano con covoni – giugno 1888 – H1477/F545 Campo di grano con covoni – giugno 1888 – H1478
Campo di grano con falciatore e contadina chinata – agosto 1885 – H917/F1301 Campo di grano con fiordalisi – luglio 1890 – H2118/F808 Campo di grano con spighe e mulino – agosto 1885 – H913/F1340 Campo di grano con spighe e mulino – agosto 1885 – H918/F1341 Campo di grano con spighe e mulino – agosto 1885 – H919/F1342 Campo di grano con spighe e mulino a vento – agosto 1885 – H911/F1319v Campo di grano con un mucchio di grano o di fieno – luglio 1890 – H2119/F1643 Campo di grano e casa di campagna bianca – giugno 1890 – H2018/F804 Campo di grano sotto cielo minaccioso con corvi – luglio 1890 – H2117/F779
Campo recintato – maggio 1889 – H1716/F1558 Campo recintato – maggio 1889 – H1717/F1559 Campo recintato – maggio 1889 – H1718/F1560 Campo recintato – maggio 1889 – H1719/F1561 Campo recintato con aratore – settembre 1889 – H1768/F625 Campo recintato con aratore – settembre 1889 – H1769 Campo recintato con aratore – settembre 1889 – H1773/F618 Campo recintato con contadino che porta un fascio di paglia – ottobre 1889 – H1795/F641 Campo recintato con covoni e luna nascente – luglio 1889 – H1761/F735 Campo recintato con grano giovane e sole nascente – dicembre 1889 – H1862/F737
Campo di grano verde – maggio 1890 – H1980/F807
Campo recintato con mietitore – giugno 1889 – H1753/F617
Campo di grano con covoni – giugno 1888 – H1481/F558
Campo di grano verde con cipresso – giugno 1889 – H1725/F719
Campo recintato con mietitore – giugno 1889 – H1754/F1546
Campo di grano con covoni – agosto 1888 – H1530/F1489
Campo di papaveri – giugno 1890 – H2027/F636
Campo recintato con mietitore all’alba – settembre 1889 – H1792/F619
Campo di grano con covoni – agosto 1888 – H1544/F1492
Campo di patate – agosto 1882 – cat. 121
Campo di grano con covoni e Arles sullo sfondo – luglio 1888 – H1516/F1491
Campo di patate – agosto 1882 – H175
Campo di grano con covoni – giugno 1888 – H1480/F561
Campo di grano con covoni e Arles sullo sfondo – agosto 1888 – H1529/F1490
Campo con albero potato e sfondo montagnoso – dicembre 1889 – H1864/F721
Campo di grano – luglio 1890 – H2120/F761
Campo con albero spoglio – ottobre 1889 – H1813/F1562
Campo di grano al tramonto – agosto 1888 – H1546/F1514
Campo di grano con covoni e falciatore – giugno 1888 – H1479/F559
Campo con carro e due conigli – gennaio 1886 – H992/SD1693a/ SBII-59
Campo di grano all’imbrunire – giugno 1888 – H1473/F465
Campo di grano con covoni e seminatore – giugno 1888 – H1482/F560
Campo di patate nelle dune – agosto 1883 – H390/F1037
Campo recintato con seminatore sotto la pioggia – marzo - aprile 1890 – H1897/F1550 Campo recintato con seminatore sotto la pioggia – marzo - aprile 1890 – H1898/F1551
Canale con donne che fanno il bucato – luglio 1888 – H1490/F427 Canale con donne che fanno il bucato – luglio 1888 – H1507/F1444 Canale con ponte e donne che lavano – aprile 1888 – H1405/F1473 Canale con ponticello – agosto 1883 – H386/F189 Cancellata d’ingresso a una fattoria con covoni – giugno 1888 – H1443/F565 Cancellata d’ingresso a una fattoria con covoni – giugno 1888 – H1444/F1478 Cane che abbaia [da V. Adam] – 28 dicembre 1862 – FJVI Capanna – aprile - maggio 1881 – H4/F875 Capanna con tetto di muschio – aprile - maggio 1881 – H5/F842 Capanno – 25 gennaio 1863 – FJVII Capanno di tessitore di sera – marzo - aprile 1884 – cat. 246 Capannone per l’essiccazione del pesce – maggio 1882 – H151/F946a Capannone per l’essiccazione del pesce – giugno 1882 – H154/F940 Capannone per l’essiccazione del pesce – luglio 1882 – H160/F945
Campo di patate, un – agosto 1883 – cat. 207
Campo recintato con sole nascente – dicembre 1889 – H1863/F1552
Capannone per l’essiccazione del pesce visto dall’alto – maggio 1882 – H152/F938
Campo recintato – maggio 1889 – H1714/F1556
Camposanto, Il – maggio 1885 – cat. 266
Capitello corinzio – 22 agosto 1863 – FJVIII
Campo recintato – maggio 1889 – H1715/F1557
Canale, Il – primavera 1873 – F839/FJXVI
Capo inserviente Trabuc, Il – settembre 1889 – cat. 308