EUGENIO TAVOLARA IL MONDO MAGICO
EUGENIO TAVOLARA IL MONDO MAGICO a cura di Giuliana Altea, Antonella Camarda
EUGENIO TAVOLARA. IL MONDO MAGICO TRIBU, Spazio per le Arti Nuoro, 21 dicembre 2011 - 30 aprile 2012
Mostra Realizzazione Ilisso Edizioni Cura Giuliana Altea, Antonella Camarda Progetto espositivo Antonello Cuccu
Catalogo Grafica e selezioni colore Ilisso Edizioni Stampa Longo Spa Referenze fotografiche Archivio Ilisso Edizioni (le immagini sono state appositamente realizzate da Pietro Paolo Pinna o direttamente acquisite dagli originali nel reparto fotolito della casa editrice).
L’editore ringrazia tutti i collezionisti che hanno generosamente messo a disposizione le opere di Eugenio Tavolara, in particolare gli eredi di quest’ultimo e di Tosino Anfossi, e dedica questo volume ai tanti anonimi artigiani che di Tavolara sono stati insostituibili collaboratori.
© 2012 ILISSO EDIZIONI - Nuoro www.ilisso.it ISBN 978-88-6202-089-3
INDICE
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EUGENIO TAVOLARA RELOADED Giuliana Altea
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SCRITTURE ERMETICHE. EUGENIO TAVOLARA DAL RILIEVO OLIVETTI AL DESIGN PER L’ARTIGIANATO Antonella Camarda
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TAVOLARA CRITICO D’ARTE Cecilia Mariani
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Scritti di Eugenio Tavolara
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Dal progetto all’oggetto
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Primitivo/Moderno
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Il sacro
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Mito e leggenda
CRONOLOGIA
EUGENIO TAVOLARA RELOADED Giuliana Altea
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1. TAPPETO, Ittiri, 1960 (particolare della fig. 245).
Sono trascorsi ormai quasi vent’anni dalla riscoperta di Eugenio Tavolara, da quando cioè, nel 1994, un volume monografico e una mostra antologica ne hanno ricostruito per la prima volta il percorso.1 Scomparso nel 1963, Tavolara era negli anni Novanta un artista quasi del tutto dimenticato. Nell’ondata di interesse per le arti decorative italiane che aveva caratterizzato il decennio precedente, e nella fioritura di studi che le aveva fatto seguito, il suo nome non era emerso; e soltanto episodicamente si era affacciato nell’ambito più circoscritto della rivisitazione, cominciata nello stesso periodo, della produzione figurativa del primo Novecento in Sardegna.2 L’oblio che quasi subito dopo la sua morte ne aveva circondato l’opera non sembrava giustificato: intanto perché Tavolara, nel duplice profilo di artista e critico, era stato nel contesto isolano una figura cruciale, uno dei rari professionisti attivi nel campo della scultura e un commentatore discreto ma attento degli sviluppi della ricerca artistica sul territorio; e a maggior ragione perché era stato una presenza costante, per quasi un quarantennio, sulla scena più ampia delle arti applicate e del design. Fin dagli anni Venti, la produzione di pupazzi in legno realizzata in tandem con Tosino Anfossi, sotto il marchio ATTE, lo aveva segnalato in campo internazionale; la sua carriera di decoratore era continuata con successo negli anni Trenta, quando, sciolto il sodalizio con Anfossi per fondare la Casa ALBA, l’artista aveva portato avanti l’attività espositiva nelle rassegne specializzate sul giocattolo e nelle Triennali milanesi, aveva stretto rapporti di lavoro fuori della Sardegna e aveva collaborato a più riprese con l’ENAPI (Ente Nazionale Artigianato Piccole Industrie). I suoi contatti con gli ambienti italiani delle arti applicate non erano venuti meno neppure durante la guerra, come dimostrano gli interventi pubblicati su Cellini, la rivista della Federazione degli Artigiani; alla fine del conflitto, poi, il suo impegno per promuovere la rinascita dell’artigianato aveva assunto carattere istituzionale con la nomina dapprima a delegato ENAPI per la Provincia di Sassari, quindi a direttore dell’ISOLA (Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano), incarico, quest’ultimo, che lo aveva costretto a una frenetica attività non solo organizzativa e progettuale ma anche di networking con le diverse realtà italiane e internazionali del settore. La stessa varietà dei ruoli da lui ricoperti – creatore di arti applicate, scultore, designer, critico, organizzatore culturale –, abbastanza ampia da disorientare, aveva probabilmente ostacolato una immediata riconsiderazione della vicenda di Tavolara; malgrado i segni del suo intervento fossero ancora ben visibili in Sardegna, sotto forma di monumenti e sculture di commissione pubblica, e soprattutto nell’inconfondibile impronta da lui lasciata sulle produzioni artigiane, la memoria dell’artista si era rapidamente appannata.3 L’esame, dopo trent’anni, di quanto rimaneva dei materiali del suo studio e dei faldoni dell’archivio – gelosamente conservati, gli uni e gli altri, dalle figlie Luisangela e Rosaria – doveva rivelarsi perciò tanto più sorprendente, e offrire un solido punto di partenza per ripercorrere le tappe di un itinerario progettuale e creativo di notevole ricchezza. Come opportuno per una prima indagine, la monografia e la mostra del 1994 seguivano passo passo gli sviluppi della ricerca di Tavolara, indicandone i picchi senza per questo tralasciare la documentazione di episodi anche minori; la panoramica che ne risultava era piuttosto densa e articolata, con un’attenzione ripartita in modo equanime sui vari aspetti della sua attività, tanto da non incoraggiare, negli anni successivi, ulteriori apporti critici sull’artista. Perché allora tornare oggi a parlare di Tavolara? Innegabilmente, se si guarda alle dinamiche correnti del rapporto tra artigianato 7
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2. Tosino Anfossi, AUTORITRATTO E TESCHIO (Il pensiero del nulla), anni Venti inchiostro su carta, 25,2 x 16,2 cm, Sassari, collezione eredi Tavolara. 3. Tosino Anfossi in una foto degli anni Venti Sassari, collezione eredi Anfossi.
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4. Tosino Anfossi, AUTORITRATTO, primi anni Venti matita e tempera acquerellata su carta, 39,2 x 23,5 cm, Sassari, collezione privata. 5. RITRATTO DI TOSINO ANFOSSI, 1922 tempera su carta, cm 23,8 x 15,4, Sassari, collezione eredi Tavolara.
e design, la sua opera sembra in questo momento particolarmente attuale: è del 2011 il Compasso d’Oro assegnato alla mostra Domo, che, promossa dalla Regione Sardegna e allestita a Sassari nel 2009, ha riaperto la serie delle Biennali dell’Artigianato a suo tempo avviata dall’artista, riproponendo l’ipotesi di una collaborazione tra designer e artigiani.4 Al di là del significato che riprendere il discorso su Tavolara può rivestire per l’artigianato contemporaneo, va comunque detto che, a circa due decenni dalla prima indagine, sono maturate le condizioni per ripensare alla sua opera in termini diversi. Il ritrovamento di lavori inediti, l’esigenza, dalla distanza storica nel frattempo raggiunta, di gettare un sguardo d’insieme sulla carriera dell’artista e quella di confrontarne gli esiti maturi di designer con il più vasto quadro internazionale sono altrettante ragioni per riesaminarne l’eredità. 9
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31-35. L’industria dei pupazzi sardi, 1936, Cinegiornale Luce B0860, 1' 34". Il filmato documenta le diverse fasi di produzione dei pupazzi nella Casa ALBA di Eugenio Tavolara. 36. STUDIO PER SCIMMIA GIUDICE (serie Le avventure di Pinocchio), 1939 matita su carta incollata su cartone, 28,8 x 22,8 cm, Nuoro, Archivio delle Arti Applicate “Eugenio Tavolara”.
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37. STUDIO PER LA CARROZZA DELL’OMINO DI BURRO (serie Le avventure di Pinocchio), 1939 matita su carta, 39,8 x 67,8 cm, Nuoro, Archivio delle Arti Applicate “Eugenio Tavolara”. 38. MODELLO DI SCHELETRO PER MANGIAFUOCO (serie Le avventure di Pinocchio), 1939 legno intagliato, h 32 cm, Sassari, collezione privata.
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39. MODELLO DI SCHELETRO PER L’OMINO DI BURRO (serie Le avventure di Pinocchio), 1939 legno intagliato, h 24,2 cm, Nuoro, Archivio delle Arti Applicate “Eugenio Tavolara”.
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100. PROGETTO PER LA COLONNA DI SANT’ANTONIO (scala 1:25), 1950 matita su carta, 64,5 x 43,5 cm, Sassari, collezione eredi Tavolara. 101-102. MODELLO PER LA COLONNA DI SANT’ANTONIO, primi anni Cinquanta legno intagliato, h 55,5 cm, Sassari, collezione Banco di Sardegna.
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159. SPORTIVI, 1933 sculture in legno di acero naturale con basi in eucalipto o ciliegio lucidato, Nuoro, Archivio delle Arti Applicate “Eugenio Tavolara” (foto d’epoca). 160-161. ARCIERE, FIORETTISTA, 1933 legno di acero naturale con base in eucalipto lucidato, ciascuno h 15,5 cm, Sassari, collezione privata. 162. DISEGNO PER SUONATORE DI JAZZ, 1933 matita su carta intestata, 28,2 x 22,5 cm, Nuoro, Archivio delle Arti Applicate “Eugenio Tavolara”. 163. MODELLO PER SUONATORE DI JAZZ, 1933 legno di acero naturale intagliato, h 18,5 cm, Nuoro, Archivio delle Arti Applicate “Eugenio Tavolara”.
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328. SCENA SARDA, 1919 ca. china e tempere acquerellate su carta, 19 x 19,1 cm, Sassari, collezione eredi Tavolara. 329. PAESE SARDO, 1920 ca. tempere acquerellate su carta nera, 22 x 23,5 cm, Sassari, collezione eredi Tavolara. 330. FUMATORE DI PIPA, 1919 tempere acquerellate su carta ritagliata e incollata su carta colorata, 29,3 x 18,8 cm, Sassari, collezione eredi Tavolara. 331. TESCHIO CON SIGARETTA E BERRETTO, 1919 ca. china e tempere acquerellate su carta, 29,7 x 20,4 cm, Sassari, collezione eredi Tavolara.
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333. VOLTO MASCHILE IN GIALLO E VERDE, 1922 pastello e tempere acquerellate su carta, 24 x 15,7 cm, Sassari, collezione eredi Tavolara. 332. VOLTO DI SOLDATO, 1920 china e tempere acquerellate su carta, 32,2 x 23,2 cm, Sassari, collezione eredi Tavolara.
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334. VOLTO MASCHILE SU FONDO NERO, 1920 tempere acquerellate su carta, 15 x 12,7 cm, Sassari, collezione eredi Tavolara.
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335. VOLTO FEMMINILE CON LUNGHI CAPELLI BIONDI, 1924 ca. tempere acquerellate su carta, 14,7 x 10,6 cm, Sassari, collezione eredi Tavolara.
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376-378. LA GUERRA, LA PACE, IL LAVORO, 1940 bassorilievi in legno, rispettivamente 28 x 18,2 cm, 28,5 x 18,3 cm, 29 x 18,4 cm, Sassari, collezione privata. Bozzetti per un monumento ai caduti non realizzato.
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396. Studio per il rilievo del Palazzo dell’ENEL a Cagliari, 1962 ca. compensato intagliato e policromato, 24,3 x 14,3 cm, Sassari, collezione eredi Tavolara. 397. Bozzetto per il rilievo del Palazzo dell’ENEL a Cagliari, 1962 ca. compensato intagliato e policromato, 19,6 x 15,8 cm, Sassari, collezione eredi Tavolara.
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CRONOLOGIA
1901 Eugenio Tavolara nasce a Sassari da una famiglia di commercianti. 1914-29 Dopo gli studi all’Istituto Tecnico, si dedica a lavori di decorazione con i coetanei Mario Onòfaro e Nino Siglienti. Conosce Tosino Anfossi e, lasciata l’Università, fonda con lui la Casa ATTE, avviando una fortunata produzione di pupazzi in legno e stoffa raffiguranti contadini e pastori sardi, premiata all’Expo di Parigi (1925) e a quella di Barcellona (1929). 1930-32 Rotto il sodalizio con Anfossi, fonda la Casa ALBA, che produce giocattoli, mobili e oggettistica. Collabora con l’illustratore romano Mario Pompei alla realizzazione di pupazzi nei costumi di varie regioni italiane, di maschere, soldatini e altri personaggi. 1933-37 Si dedica alla scultura ed espone il suo lavoro alla Quadriennale romana (1935) e alla Biennale di Venezia (1934 e 1936). La sua produzione decorativa figura alla Triennale di Milano (1936). Comincia a insegnare Scultura Decorativa alla Scuola d’Arte di Sassari. Inizia a collaborare con lui l’intagliatore Pasquale Tilloca. 1938-46 Esegue una Via Crucis per la chiesa di Carbonia e il plastico Villaggio sardo per il Museo Etnografico di Bucarest. Espone alla Triennale i 200 pupazzi della Cavalcata sarda. Decora il Tribunale di Sassari con i rilievi de I dieci Comandamenti (1940), in collaborazione con lo scultore Gavino Tilocca. Durante la guerra deve rallentare la produzione di arte decorativa per la difficoltà di reperire materie prime. Realizza però una serie di rilievi in gesso e terracotta.
alla riorganizzazione dell’artigianato sardo, cui la guerra ha inflitto un duro colpo, dando progetti alle botteghe, allestendo a Sassari una mostra e istituendo vari corsi per artigiani. 1952-56 Esegue il pannello L’agricoltura per l’ICAS (oggi Banco di Sardegna), la Storia della scrittura, rilievo in steatite per il negozio Olivetti (1952) e la colonna di Porta Sant’Antonio (1954), tutti a Sassari, e a Nuoro la porta e altri interventi decorativi nella chiesa della Solitudine (1954). Intensifica l’attività per l’ENAPI: con Ubaldo Badas organizza a Sassari la Mostra dell’artigianato, amplia il numero dei corsi artigiani, collabora con l’ESVAM (Ente Sardo Valorizzazione Artigianato Moda). Nel 1956 il suo lavoro è coronato da una mostra artigiana da lui allestita con Badas in un Padiglione appositamente costruito dalla Regione Sardegna a Sassari, prima di una serie di esposizioni di successo internazionale. 1957-62 Sotto la guida di Tavolara e Badas viene istituita l’ISOLA (Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano), che d’ora in poi organizzerà le mostre artigiane di Sassari, prima su base annuale, poi biennale, con importanti riscontri in Italia e all’estero. Nonostante contrasti con la direzione amministrativa portino nel 1959 Badas a lasciare l’Ente, gli anni dal 1957 al 1962 segnano una costante ascesa delle fortune dell’ISOLA, la cui produzione è per la maggior parte su disegno di Tavolara. 1963 Da tempo malato di cancro, Tavolara muore il 13 gennaio.
1948-51 Espone alla Quadriennale di Roma (1948) e alla Biennale di Venezia (1950). Rappresentante provinciale dell’ENAPI (Ente Nazionale Artigianato Piccole Industrie), si dedica
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398. Eugenio Tavolara in una foto degli anni Cinquanta, Sassari, collezione eredi Tavolara.
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