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Carta d’identità del Quartiere Lubiana
Numero abitanti: 26.686 (13,5% del totale della città)
Età media abitanti (2020): 12,19% (0-14) - 25,43% ( over 64)
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Livello anzianità: Età media 46,79 anni
Sesso della popolazione: 46,86% maschi e 53,14% femmine
Superficie: 22,22 Kmq
Stranieri: 3.464 (12,98%)
Numero scuole: 11
Densità popolazione per Kmq: 1.200,99 abitanti
Frazioni: Coloreto, Marore, Martorano, San Prospero Parmense
A sinistra un cartello scritto dagli studenti della scuola AlbertelliNewton, importante polo scolastico del quartiere. In basso una foto storica di un tratto della via Emilia, oggi rocchetta di San Lazzaro, comune a se stante, di cui il quartiere Lubiana ne faceva parte in città, delimitato da via Traversetolo e via Zarotto ad ovest, sfiorato dalla via Emilia e bagnato dal torrente Enza, si estende in periferia confinando col torrente Enza ad est, e spingendosi fino alla provincia di Reggio nell’Emilia, arrivando in prossimità del Comune di Montechiarugolo e passando da strada Sant’Anna in Malandriano, strada Cava di Malandriano, strada Bertoli, strada Bassa Nuova e tratti di campagna a sud. Quartiere residenziale sviluppatosi soprattutto a partire dagli anni ses - santa e settanta e nell’ultimo decennio, presenta tuttavia importanti tracce storiche soprattutto nelle piccole frazioni, che sono Coloreto, Marore, Martorano e San Prospero Parmense. Eppure non è facile ricostruire la mappa urbanistica di un quartiere che fino al 1943 era parte dell’antico comune di San Lazzaro. E infatti, pur portandosi sulle spalle una storia quasi centenaria, il quartiere Lubiana risulta essere il più giovane del Comune di Parma: viene infatti istituito formalmente nel 2002 in seguito alla scissione della vecchia V Circoscrizione “Lubiana-San Lazzaro”. E’ difficile, quindi, disgiungere la storia del quartiere Lubiana da quella del quartiere San Lazzaro, la cui denominazione veniva utilizzata per indicare anche l’attuale porzione di territorio del Lubiana. Tutto si complica se pensiamo che prima del 1870, quando si unirono i Comuni di San Donato (l’odierno Quartiere San Lazzaro, a nord della Via Emilia) e di Marore (gli odierni quartieri Lubiana e Cittadella, a sud della via Emilia), l’odierno Lubiana era una porzione del comune di Marore. Ed è attorno a questa strada storica romana, la Via Emilia, che si sviluppa la storia del quartiere. Nel XII secolo, nell’attuale Lubiana era situato il lazzaretto (ora detto Rocca di San Lazzaro) per gli appestati (da qui il nome di San Lazzaro, antico territorio di cui faceva parte l’attuale zona del Lubiana). A testimoniare il forte legame con San Lazzaro è la sede di quartiere condivisa (che poi era il vecchio municipio del comune di San Lazzaro), inaugurata nel 1890 in strada Zarotto. Nel 1979 la Delegazione di San Lazzaro viene divisa in due circoscrizioni: il “Lubiana San Lazzaro” e il “Cittadella”. E infine nel 2002, come detto il Lubiana diviene quartiere autonomo. Oggi il quartiere Lubiana unisce cultura, storia e ambiente. Oltre ad avere al proprio interno l’importante polo scolastico della scuola Albertelli Newton, e la biblioteca Pavese, ospita il primo bosco urbano con undicimila alberi autoctoni, realizzato da Giancarlo e Roberto Spaggiari. E, spostandosi nella frazione di Marore, si trova villa Petitot, dove il celebre architetto elesse la propria residenza “in villa”. La casa, ancora esistente e abitata, conserva quasi miracolosamente intatto un teatrino, certamente ideato dall’architetto, il cui gusto figurativo si ritrova nelle decorazioni superstiti. Ricavato nella soffitta, in una stanza rettangolare di non grandi dimensioni, ha un palcoscenico incorniciato da due pilastri, mentre lo scenario è tripartito da quattro colonne doriche di

In alto una veduta della città gemellata di Lubiana, dalla quale ne ha preso il nome e il cui simbolo è impresso nello stemma del quartiere, insieme alla storica locomotiva nera, dismessa nel 1996. Quello tra Parma e Lubiana fu in primo gemellaggio della nostra città dopo quello di Tours avvenuto quattordici anni dopo legno dipinte in finto marmo che lateralmente inquadrano i bei monocromi con le statue di Apollo e Minerva. Un quartiere unico, a molti sconosciuto, ma di un fascino da riscoprire.