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LUCA SFULCINI Intervista a
Imprese Artigiane e Federmanager Parma, il progetto “Transition Farm” nasce proprio per favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, aggiungendo però un ingrediente che oggi ricopre un’importanza fondamentale: la sostenibilità. Ne parliamo con Luca Sfulcini, amministratore delegato di De Simoni Sbrl, che ha offerto un contributo significativo per lo sviluppo del progetto.
Sfulcini, come ha avuto origine “Tran- sition Farm”?
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«“Transition Farm” nasce da #dieci, il percorso di progettazione condivisa avviato nel 2021 da “Parma, io ci sto!” con la partecipazione di circa 250 stakeholder per individuare obiettivi e azioni concrete da pianificare per il futuro della città e del suo territorio nei prossimi 10 anni. Il progetto nasce con l’obiettivo di combinare due azioni considerate prioritarie dalla comunità: la transizione verso la sostenibilità delle piccole e medie imprese e il coinvolgi-
LE B-CORP
Le B Corp sono imprese che si impegnano a misurare e considerare le proprie performance ambientali e sociali con la stessa attenzione tradizionalmente riservata ai risultati economici e che credono nel business come forza positiva che si impegna per produrre valore per la biosfera e la società.
mento dei giovani in un’ottica nuova, di sinergia più costruttiva e strategica con il mondo del lavoro».
Nello specifico, come si è sviluppato il percorso?
«Il progetto ha preso il via l’anno scorso con una versione “pilota” che ha coinvolto undici neolaureati dell’Universi-
Sopra il primo gruppo di giovani neolaureati che ha partecipato al progetto ‘Transition Farm’. A fianco Luca Sfulcini, Ad di De Simoni Sbrl. In alto a destra la presentazione del progetto tà di Parma, provenienti da percorsi di studio diversi ma con un comune denominatore, quello dell’interesse e della passione per il tema della sostenibilità. Grazie all’iniziativa, i giovani hanno potuto coniugare competenze di tipo teorico con esperienze vissute all’interno delle aziende partecipanti, quindi direttamente sul campo. Dopo un percorso formativo di 36 ore complessive, i ragazzi hanno infatti avuto l’opportunità di inserirsi nei processi aziendali, affiancati da un tutor che li ha seguiti e indirizzati, insieme al quale hanno potuto confrontarsi e mettere in pratica quanto imparato nel corso delle lezioni. Il percorso è durato circa due mesi e mezzo».
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Quali sono stati i risultati?
«Il primo risultato significativo è stato quello di sensibilizzare e, in taluni casi, di introdurre il tema della sostenibilità nelle aziende. A questo proposito, vorrei ricordare che tra le dieci imprese coinvolte, la maggior parte erano PMI. E questo assume un particolare significato».
Quale ?
«Il tessuto economico locale è composto infatti per la maggioranza di piccole e medie imprese. La sfida della sostenibilità riguarda soprattutto queste imprese: è la sfida per il futuro. Mettere in contatto queste realtà con l’entusiasmo dei giovani neolaureati ha portato al secondo risultato significativo del progetto: nelle PMI coinvolte si è cominciato a parlare di innovazione e sostenibilità, aprendo importanti discussioni non solo su organizzazione aziendale e metodi, ma anche sui prodotti».
Esiti positivi, dunque…
«Sì, un paio di imprese hanno avviato
TRANSITION FARM: LE AZIENDE COINVOLTE
Le aziende coinvolte nel progetto pilota: Colser (cooperativa multiservizi); Cosmoproject (ideazione e produzione di formule innovative nell’ambito dello skin care, del make-up e dei medical device); De Simoni (fornitura di servizi per la comunicazione multimediale); Disosso San Carlo (disossatura prosciutti); Free Edit (documentazione tecnica e consulenza marcatura CE); GlaxoSmithKline Manufacturing (industria farmaceutica); Koppel (installazione, manutenzione e modernizzazione di ascensori); Laumas (componenti per la pesatura industriale), Tropical Food Machinery (impiantistica per la lavorazione industriale di frutta tropicale e da climi temperati) e Gruppo Zatti (operatori nella commercializzazione automobilistica).
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il percorso per diventare B-corp e, tra i giovani, almeno tre si sono già inseriti nel mondo del lavoro grazie a questa esperienza. Il progetto ha quindi confermato di saper rispondere anche ad un’altra richiesta proveniente dalle aziende, ovvero la necessità di reperire personale qualificato su un tema di grande attualità come quello della sostenibilità».
Il progetto proseguirà?
«Certamente. La bella notizia è che già questa primavera “Transition Farm” diventerà un vero e proprio corso di perfezionamento inserito nella programmazione dell’Università di Parma.
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Lubiana, il quartiere è nell’immaginario collettivo quella locomotiva, ma anche il primo gemellaggio di Parma con la meravigliosa città Slovena
Il quartiere Lubiana era soprattutto quella locomotiva che, una mattina del 1969, i bambini, al ritorno dalle vacanze, trovarono improvvisamente nel piazzale, appoggiata sull’erba, tra gli alberi. Una cosa enorme di sessanta tonnellate, che le Ferrovie dello Stato avevano donato al Comune per festeggiare la nascita del nuovo quartiere nella zona di San Lazzaro. La locomotiva era stata costruita dalle Officine meccaniche
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