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IL TABOO DELLE MALATTIE MENTALI

Ansia, depressione, stress, insonnia, problematiche legate al cibo, sono alcuni dei campanelli d’allarme del fatto che stiamo sviluppando una forma di sofferenza psicologica, sono questi i sintomi più frequenti e comuni, che alle volte possono insorgere in forma reattiva, dunque a seguito di un evento traumatico come nei casi di lutto, di perdita del lavoro, di problemi relazionali o di una malattia. In questi casi un intervento precoce aiuta a ridurre i sintomi dei disturbi mentali, evitandone così la cronicizzazione e, nei casi più gravi, il ricovero ospedaliero, al fine di migliorare la qualità della vita delle persone. Purtroppo spesso la sofferenza mentale è accompagnata dalla vergogna, portando le persone che vivono uno o più disagi psichici a resistere e a ritardare l’accesso alle cure, inducendo i soggetti coinvolti a isolarsi e emarginarsi, mettendo in atto una condotta che si ripercuote sulla qualità della vita della persona (difficoltà nel trovare un lavoro o una casa, nell’instaurare relazioni stabili e a lungo termine…).

I disturbi mentali possono essere caratterizzati da sintomi che alterano la normale percezione della realtà o anche da sintomi che sono espressioni più gravi ed intense di emozioni normali. La depressione, l’ansia, la psicosi, il disturbo bipolare, e in generale molte delle diagnosi di malattia mentale, nonostante siano un problema di salute, come lo sono il cancro, l’ipertensione o il diabete, sono spesso vissute con un senso di vergogna, esclusione e emarginazione. Le condizioni di vita di chi vive la malattia mentale non dipendono così solo dalla sua gravità, ma anche dall’accettazione o discriminazione delle persone malate all’interno della famiglia e del contesto sociale. I sintomi ‘ignorati’ a distanza di tempo, diventano ingestibili e invalidanti nella vita quotidiana, arrivando a creare una sofferenza più profonda. Diventa dunque necessario superare ogni timore e saper chiedere aiuto, per la maggior parte dei disagi psichici, una diagnosi e una cura precoce, possono portare ad una guarigione anche definitiva. Infatti, un falso mito è quello dell’incurabilità. Se i disturbi mentali vengono considerati come il prodotto di una volontà deficitaria, difficilmente si potrà pensare a una possibilità di cura. E invece, ad oggi, abbiamo a disposizione molteplici strategie per affrontare le patologie psichiche: diversi approcci psicoterapeutici, molti farmaci, alcune terapie fisiche e interventi riabilitativi individualizzati. Questi trattamenti possono essere utilizzati singolarmente o associati, con la possibilità in quest’ultimo caso di avere tassi di risposta maggiori, grazie ad un effetto additivo o sinergico.

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Inoltre, anche attraverso gli interventi di riabilitazione psicosociale si mira al potenziamento delle risorse dell’individuo, al fine di aumentarne l’autoefficacia e la capacità di integrazione sociale, con il recupero di un ruolo attivo e un miglioramento della qualità di vita. Un altro pregiudizio profondamente radicato nella nostra società è quello della pericolosità della persona affetta da un disturbo mentale (già presente nella legge manicomiale del 1904), anche se da allora si sono fatti molti passi in avanti, basti pensare alla chiusura del manicomi con la Legge 180 del 1978 (nota come Legge Basaglia), è comune ancora oggi leggere titoli di giornale che attribuiscono alla “follia”, a un “raptus”, a un “momento di pazzia” crimini efferati. In questo modo nel lettore si crea un’associazione diretta tra pericolo e disturbo mentale, quando in realtà chi soffre è spesso vittima e non autore del reato.

Di Sofia Benedusi

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