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Il Vittoriale, luogo unico al mondo

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Davide Battistini

Davide Battistini

IL VITTORIALE UN LUOGO UNICO AL MONDO

Per disposizione testamentaria al momento della morte di Gabriele D’Annunzio nel 1938 la sua residenza venne chiusa e non è stata più toccata. Intervista esclusiva a Giordano Bruno Guerri

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DI ALICE SIMONAZZI E SIMONE SIMONAZZI

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Il Presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri ci apre le porte dell’ultima residenza di Gabriele D’annunzio, meravigliosamente. Lo fa come se fosse la sua casa, la sua pelle, ed è un ospite sublime. Stile di una vita, mantenuto in tutti i suoi impegni professionali e umani, affrontati sempre con sangue e calma, anche quando fece il turista nell’ormai arido mondo del giornalismo e delle case editrici. Partì da correttore di bozze alla Garzanti e arrivò rapidamente ad essere il direttore editoriale della Mondadori, impegno nel quale è soggiornato brevemente, per dedicarsi, giustamente, alle proprie passioni intellettuali e ai libri, annoiandosi precocemente dei futili successi. E’ per questo che ci accoglie con pazienza e riconoscenza, quando gli chiediamo di parlare del Vittoriale, sul quale lavora incessantemente dal 2008. Perché Giordano Bruno Guerri ha, soprattutto un’invidiabile grande capacità: di saper sentire se stesso, per questo è voluto tornare da dove aveva iniziato.” Cosa mi ha sorpreso quando ho iniziato a studiare l’archivio di D’Annunzio? Nulla, io lo conoscevo benissimo ci andai per la prima volta per la tesi di laurea da ragazzo”. Touché!, inconvenienti del lavoro di giornalista. Ma entiramo! Il Vittoriale “D’annunzio era un precursore e un modernizzatore, non ha bisogno di essere attualizzato, è un nostro contemporaneo. Ha inventato il marketing culturale, il divismo, ha affermato la libertà sessuale dei consumi.”

si presenta come un complesso di edifici, vie, piazze, un teatro all’aperto, giardini e corsi d’acqua eretto dal 1921, a Gardone Riviera sulle rive del lago di Garda da Gabriele D’Annunzio con l’aiuto dell’architetto Gian Carlo Maroni, a memoria della “vita inimitabile” del poeta-soldato e delle imprese degli italiani durante la Prima Guerra Mondiale. Giordano

Bruno Guerri con la sua Presidenza Il Vittoriale degli Italiani, dal 2008 ad oggi, si è trasformato e impreziosito di nuovi allestimenti come il Museo d’Annunzio Segreto e il Museo d’Annunzio Eroe, ma anche di opere donate da privati?

“Il Parco è stato arricchito con mol-

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tissime opere di arte contemporanea di artisti come il Cavallo blu di Mimmo Paladino, l’Obelisco di Arnaldo Pomodoro, la scultura STAR di Jacques Villeglé, gli Angeli di Ugo Riva, il San Sebastiano dello scultore Ettore Greco e l’installazione di cani di Velasco Vitali”.

D’Annunzio ha creato il Vittoriale a sua immagine. Anche ripensarlo come complesso culturale che sia archivio, museo, parco, sede di incontri e concerti è un po’ ricostruirlo in chiave moderna? In che cosa pensa di aver fatto un lavoro di esegesi e in quali aspetti è stato più innovativo?

“La casa di d’Annunzio è un luogo unico al mondo non solo perché arredata da un esteta e da un poeta che ha scelto personalmente i pezzi e dove metterli, ma perché per legge, oltre che per disposizione testamentaria al momento della sua morte il Vittoriale venne chiuso e non è stato più toccato, è quindi come fare un viaggio nel tempo al primo marzo del 1938”.

Giordano Bruno Guerri, quanti visitatori vengono a vedere Il Vittoriale ogni anno?

“Il Vittoriale era frequentato da 146mila visitatori quando sono arrivato, nel 2019 siamo passati a 279mila. Dopo il covid, un calo, naturalmente, ma quest’anno le previsioni sono tra 250 a 270 mila”. Perchè si dovrebbe venire a visitare, oggi, la casa di D’Annunzio e come possiamo provare a raccontarla? “Per prima cosa il parco del Vittoriale è uno dei più belli del mondo, per questo abbiamo vinto nel 2021 il premio parco più bello d’Italia, con continue migliorie e un incessante recupero delle aree verdi”.

Dopo decenni di abbandono e importanti lavori di restauro sono stati riaperti al pubblico il Laghetto delle Danze; i rivi dell’Acqua Pazza e dell’Acqua Savia, l’Arengo e il Canile?

“Si, ci sono infinite attrazioni, l’incrociatore da guerra in collina è una “La casa di D’Annunzio è un luogo unico al mondo non solo perché arredata da un esteta e da un poeta che ha scelto personalmente i pezzi e dove metterli, ma perché per legge, oltre che per disposizione testamentaria a al momento della sua morte il Vittoriale venne chiuso e non è stato più toccato, è quindi come fare un viaggio nel tempo al primo marzo del 1938”.

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“Il Vittoriale in

questi otto anni ha visto i propri archivi arricchirsi di alcuni importantissimi manoscritti e di numerosi lotti di documenti indediti”

cosa di una suggestione enorme, i due fiumi ai lati della nave. Le attrazioni sono veramente tante”. “D’annunzio oggi è ancora attuale? Come può essere raccontato ai giovani? “D’annunzio è stato un personaggio che è stato a lungo nel dopoguerra frainteso e male giudicato, soprattutto per la leggenda diffusa dai fascisti, che lui sia stato un padre nobile del fascismo, quando non è assolutamente vero. Il mio lavoro culturale è stato proprio smontare questo pregiudizio e gli effetti si vedono soprattutto nelle visite delle scolaresche”.

“Insomma, chi era d’Annunzio”

“D’annunzio era un precursore e un modernizzatore, non ha bisogno di essere attualizzato, è un nostro contemporaneo. Ha inventato il marketing culturale, ha inventato il divismo, ha affermato la libertà sessuale dei consumi. E’ che viene giudicato solitamente e pigramente secondo i giudizi dei suoi contemporanei, cioè la borghesia pigra piccina e provinciale di fine ottocento e inizio novecento, per cui dava scandalo per i suoi lussi e le sue abitudini. In realtà D’annunzio faceva quello che facciamo oggi: consumismo spinto, libertà di comportamento e apertura massima al mondo. Nel docufilm realizzato per rai3 “Il poeta che volle farsi re” c’è la linea di pensiero che sta prendendo piede”.

Il Vittoriale inoltre in questi otto anni ha visto i propri archivi arricchirsi di alcuni importantissimi manoscritti e

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di numerosi lotti di documenti indediti, diventando sempre più un luogo di studio e di cultura.

“Le vere novità sono due: la digitalizzazione completa dell’archivio privato ora a disposizione di tutti e poi l’acquisizione di migliaia di nuovi documenti, sia attraverso acquisti diretti, che donazioni. Prima di tutte quella di Martino Zanetti, il proprietario di caffè Hausbrandt di Trieste che ci regalò 500 lettere di D’annunzio: 250 scritte alla prima fidanzata attorno ai 20 anni, la seconda all’ultima amante la contessa Scapinelli . Un epistolario che rivela molti aspetti inediti della vita di D’annunzio. Un

altro lavoro molto importante è stato la sistemazione dell’archivio fiumano. D’annunzio era capo di Stato a Fiume e aveva tutti i documenti del tribunale, della sanità, dei ministeri e li abbiamo riordinati tutti per tutelare e ricostruire l’impresa fiumana. Abbiamo anche restaurato e digitalizzato 8mila fotografie che erano ancora su lastra di vetro e non erano ancora state viste. Ma potrei parlare di ore di documenti acquisiti...”.

Che rapporto c’è tra turismo e cultura, come possono intrecciarsi e arricchirsi a vicenda?

“Non si può pensare che la gente parta da Bologna o Firenze, esclusivamente per vedere il Vittoriale, sì accade, ma bisogna portare i visitatori sul lago di Garda in modo tale che vedano le tante meraviglie che ci sono e poi magari anche il Vittoriale. quindi la rete Gardamusei nasce con questo intento, ma poi è cresciuta in

“Quest’anno il Premio del Vittoriale ”sarà dato a Mario Botta, si tratta della tredicesima edizione, un grandissimo architetto”

modo esponenziale, perché adesso non ha più confini, abbiamo soci in Toscana e Sicilia e serve a fare scambio culturale. Una scelta importante

è stata quella di valorizzare il territorio, non solo la bellezza dei paesaggi e della natura della Valle del Garda, ma anche le piccole realtà e musei locali”. Come è nata l’associazione di GardaMusei?

“Fare rete è necessario per procurare visite. Io ho un concetto molto vasto di cultura. Secondo me Gardaland è un luogo culturale, perché il gioco è cultura. Gardaland fa 3 milioni di visitatori l’anno e noi abbiamo messo una mostra del Vittoriale e sono molte le persone che vanno a Gardaland e poi vengono al Vittoriale e viceversa. E questa è l’idea di gardamusei e di gardaLo, il festival del Garda Lombardo che abbiamo iniziato quest’anno e che è destinato a crescere”.

Infine il Premio del Vittoriale, istituito nel 2011, come è nata l’idea e a chi verrà assegnato quest’anno?

“C’è sembrato giusto onorare chi ha ben meritato nel campo della cultura, sempre intendendola in senso molto vasto, per cui abbiamo premiato, tra gli altri, Paolo Conte, Arbasino, Samantha Cristoforetti, Ermanno olmi, l’importante è che siano personaggi veramente di rilievo, poi è ovvio che ci sia una motivazione di marketing, si tratta di un premio che è molto apprezzato, per quello che rappresenta. Quest’anno il premio sarà dato a Mario Botta, si tratta della tredicesima edizione, un grandissimo architetto”.

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