SOMMARIO
AMARCORD
PAG. 2 Non si vive di solo export
L’OPINIONE
PAG. 4 Allevamenti e riforma della direttiva Ue sulle emissioni di Paolo De Castro
MONDO ASSOLATTE
PAG. 8 Dieci ottimi motivi per consumare latte e yogurt
ATTUALITÀ
PAG. 14 Cibus 2023: work in progress PAG. 18 Danimarca condannata per l’uso della denominazione “Feta” PAG. 20 L’Eda chiede l’intervento sull’uso dei fertilizzanti a base di letame PAG. 22 Eda flash PAG. 24 Fil: non possiamo ridurre ciò che non possiamo misurare PAG. 28 Ue: Fop, un nuovo studio del Ccr PAG. 30 News PAG. 38 Libri
PROTAGONISTI
PAG. 42 Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago punta sulla comunicazione
MERCATI
PAG. 49 Mercati emergenti: l’America Latina PAG. 56 Ue: ancora in calo l’offerta di latte, consegne stabili in Italia PAG. 58 Esportazioni italiane di latte PAG. 60 Borsa prezzi PAG. 62 Dop: il sostegno di Ice alle Dop sul mercato australiano
IGIENE E SICUREZZA
PAG. 64 Residui di farmaci: le modalità dei controlli ufficiali
NORMATIVE
PAG. 72 L’esperto risponde
Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF
EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159
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Con le ultime elezioni si è chiusa una legislatura complicata: il governo ha dovuto affrontare gravi problemi sanitari, poi l’allarme costi e la guerra russo-ucraina, in un clima permanentemente emergenziale.
La contingenza ha preso il sopravvento e i molti interventi strutturali richiesti dal sistema industriale sono stati – ahimè – rimandati a “babbo morto”; molto dipenderà da come verranno impiegate le risorse del Pnrr.
Dopo le consuete consultazioni, si insedia il nuovo governo e vogliamo fare i nostri migliori auguri al nuovo premier e a tutti i ministri più legati al mondo alimentare: politiche agricole, salute, sviluppo economico, affari esteri.
In bocca al lupo! Sono tanti i problemi che bisognerà affrontare, cercando soluzioni efficaci, nell’interesse del sistema imprese e - di conseguenza - del Paese.
IL MONDO DEL
Tra i temi più urgenti, al primo posto c’è certamente quello energetico, con misure che limitino le speculazioni su energia e gas e contengano la volatilità dei prezzi.
Fondamentale, poi, rivedere la politica energetica nazionale con una radicale semplificazione delle procedure a carico di chi investe nelle energie alternative.
Bisogna anche dare una spinta ai consumi, in difficoltà per tassi di inflazione che non si vedevano da molti anni. Per farlo, c’è da intervenire sul cuneo fiscale: le imposte a carico di chi lavora sono davvero spropositate ed è urgente dargli un taglio, con una revisione della spesa pubblica e una maggior disponibilità di denaro per le famiglie!
Sempre in tema di prezzi, da mesi stiamo chiedendo l’azzeramento dell’Iva sui prodotti di prima necessità, come latte, burro, formaggi e yogurt. La misura si potrebbe tranquillamente sostenere, visto che nei primi otto mesi dell’anno, le entrate Iva del nostro Paese sono cresciute del 18%, che tradotto in soldoni vuol dire che gli Italiani hanno pagato 16 miliardi di euro di Iva in più rispetto allo scorso anno.
Fondamentale, inoltre, intervenire a supporto delle imprese, che da anni (troppi!) chiedono un taglio dei costi di produzione anche tramite una semplificazione delle regole.
Assolatte dice “no” alla Plastic Tax. Un no pieno, definitivo e non trattabile. Si tratta di una tassa inutile, onerosa e controproducente, che aggraverebbe i bilanci delle imprese e andrebbe a pesare nelle tasche degli italiani. Le imprese del settore si attendono anche un intervento immediato in materia di semplificazione: stop a procedure e regole che fanno perdere tempo alle imprese, come – valga solo come esempio - le dichiarazioni mensili e trimestrali su acquisti, vendite, rimanenze e magazzino. Costringere le imprese a un inventario trimestrale è pura follia. Se nei famosi primi cento giorni i nuovi ministri accontentassero queste poche, semplici richieste, sarebbe davvero un buon inizio!
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NON SI VIVE DI SOLO EXPORT
GIÀ NEL 1932 L’INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA RACCOMANDAVA DI NON TRASCURARE IL MERCATO INTERNO, PER MANTENERE SALDA L’INTERA FILIERA
Sfogliando un numero del 1932 di “Latte e latticini”, organo ufficiale della Federazione Nazionale Fascista dell’industria del latte, derivati e affini, ci imbattiamo nella relazione del presidente Comm. Ing. Angelo Ferrari, illustrata negli atti dell’Assemblea generale dei delegati di quell’anno. Molti i temi presentati, gli esiti di congressi e comitati riportati. Sulla politica doganale, in particolare, il presidente affermava: “È naturale che essa ci interessi vivissimamente. L’industria casearia ha una forte esportazione che non solo ha grande importanza per l’apporto di centinaia di milioni all’attivo della nostra bilancia commerciale, ma anche perché, quando essa decresce, tutta una serie di rapporti economici subisce gravi contraccolpi e l’agricoltura risente un danno forse proporzionalmente assai più vasto della stessa
perdita industriale: limitate le esportazioni casearie e le contrattazioni del latte industriale ne risentiranno immediatamente, gettando nel disordine intere zone agricole! Del resto, neanche per il collocamento dei formaggi all’interno le sfere dirigenti dovrebbero mai perdere di vista che per quanto riguarda la voce “formaggi”, che rappresenta un’attività italiana al cento per cento, non si deve considerarne l’importanza alla stregua di una visione ristretta del suo valore come quantità di prodotto scambiato – valore che già in sé è arrivato a 5 miliardi di lire –ma deve essere tenuto presente che “formaggi” significa anche zootecnia, reddito agricolo, possibilità del successo delle bonifiche, valore delle terre, possibilità di vita per decine di migliaia di agricoltori. Salvaguardare, quindi, l’equilibrio delle esportazioni casearie e non mortificare, come talvolta si è fatto, il
normale andamento del mercato interno, significa garantire al Paese la fondamentale saldezza di un complesso di attività vitali per la stessa agricoltura”. Le parole del 1932 sono tuttora attuali. L’Italia e le sue esportazioni sono enormemente cresciute, e ciò grazie all’opera delle imprese casearie, senza le quali oggi non potremmo vantare le oltre 520mila tonnellate di formaggi esportate in tutto il mondo. Ma non solo di export l’industria può vivere, perché una quota importante delle vendite – la principale – è legata al mercato interno. Come abbiamo detto in più occasioni, manca una vera politica di stimolo ai consumi interni per mantenere in equilibrio il delicato sistema. Vale la pena ricordare ogni tanto l’indispensabile ruolo delle Imprese casearie che hanno fatto grande il comparto e che contribuiscono al mantenimento di tutta la filiera.
ALLEVAMENTI E RIFORMA DELLA DIRETTIVA UE SULLE EMISSIONI
di Paolo De CastroCon i colleghi della Commissione agricoltura dell’Europarlamento stiamo lavorando alla riforma della direttiva sulle emissioni industriali, presentata dalla Commissione europea lo scorso aprile.
Il relatore per la commissione sarà il belga Benoit Lutgen, del Gruppo dei Popolari. Io sono stato nominato relatore-ombra per il provvedimento per il mio gruppo, S&D.
La Commissione agricoltura avrà competenza esclusiva su alcuni elementi chiave della proposta.
In linea con il Green Deal, l’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen ha presentato una bozza di riforma della direttiva, che include gli allevamenti bovini, suini e avicoli di dimensioni medie tra i soggetti regolamentati.
A oggi la direttiva regola oltre 30mila grandi impianti industriali e 20mila aziende agricole. Se approvata così com’è, il numero di stalle normate aumenterà di quasi dieci volte, da 20mila a 184mila, includendo anche quelle di medie dimensioni. Questo senza fare differenza tra allevamenti misti, allevamento a pascolo e altre tipologie di stabilimenti zootecnici.
Le norme Ue prevedono che le aziende assoggettate presentino una richiesta di autorizzazione e si sottopongano a monitoraggi
e ispezioni per verificare che utilizzino le migliori tecniche di produzione disponibili. Suona una beffa, soprattutto per la zootecnia da latte italiana, che dalla fine delle quote in poi ha attraversato una fase di intensa ristrutturazione con l’efficientamento e la crescita dimensionale.
Ciò ha consentito di aumentare la produzione nazionale di latte bovino, accelerata come solo pochi altri Paesi comunitari hanno fatto, e di arrivare a un grado di autoapprovvigionamento del 78 per cento. Condividiamo l’obiettivo dell’esecutivo Ue di ridurre i gas serra e l’inquinamento nel suolo e nell’acqua. Ma non permetteremo che questo obiettivo degeneri nell’ideologia, mettendo a repentaglio la sostenibilità del settore zootecnico, che si trova già oggi a dover
affrontare numerose sfide. Tanto più che, proprio grazie alla fine delle quote e al percorso di integrazione delle filiere intrapreso in tutta Europa, gli allevatori italiani si distinguono per l’utilizzo di tecniche innovative per migliorare costantemente le loro performance ambientali. Dovrebbero quindi essere sostenuti nella transizione verso modelli produttivi capaci di coniugare ancora meglio i tre livelli di sostenibilità: sociale, ambientale ed economica. E non caricati da un sistema di autorizzazioni come quello proposto dalla Commissione Ue, che imporrà anche alle aziende più piccole l’utilizzo di pratiche calate dall’alto, senza adattarsi alle varie esigenze produttive, né garantendo alcun aiuto Siamo pronti a metterci al lavoro per migliorare una proposta che allo stato
I NOSTRI ALLEVATORI GIÀ UTILIZZANO TECNICHE CHE MIGLIORANO LE PERFORMANCE AMBIENTALIUrsula von der Leyen
attuale non può essere sostenuta dalla Commissione agricoltura, se non con sostanziali aggiustamenti che salvaguardino le nostre produzioni e la sicurezza alimentare dei cittadini. Parlo di tutta la Commissione agricoltura!
Sul dossier c’è infatti convergenza di vedute dai Gruppi, anche dai Verdi. C’è la consapevolezza da parte di tutti che non possiamo permetterci di mettere a rischio la sostenibilità di agricoltori e allevatori, con oneri poco sensati che aggiungerebbero incertezza a un settore già sotto pressione, che continua a dimostrare la sua resilienza, facendo arrivare ogni giorno cibo sulle nostre tavole.
La Commissione agricoltura avrà sul dossier competenza insieme a quella dell’industria
LA PROPOSTA ATTUALE NON PUÒ ESSERE SOSTENUTA DALLA COMMISSIONE AGRICOLTURA
e a quella dell’ambiente. A noi spetterà la competenza esclusiva per intervenire proprio sulla parte di regolamento che definisce gli allevamenti interessati e la loro dimensione.
La data indicativa per la presentazione del progetto di parere della Comagri e per la presentazione degli emendamenti è per la fine di ottobre, con il voto previsto per il nuovo anno, non prima di febbraio.
Le altre Commissioni dovrebbero approvare le proprie posizioni in aprile, per poi andare in plenaria, e infine al negoziato con il Consiglio.
MONDO ASSOLATTE
DIECI OTTIMI MOTIVI PER CONSUMARE LATTE E YOGURT
NONOSTANTE I NOTEVOLI E COMPROVATI BENEFICI PER LA SALUTE DI UN CORRETTO CONSUMO DI LATTE E YOGURT, LA POPOLAZIONE ITALIANA ASSUME MEDIAMENTE UN TERZO DELLA QUANTITÀ GIORNALIERA RACCOMANDATA. E IL CONSUMO È IN COSTANTE DECLINO
di Carmen BestaNe abbiamo già accennato sul numero di marzo, ma ora i contenuti del decalogo elaborato dal Tavolo tecnico sulla Sicurezza Nutrizionale (TaSiN) sono stati approfonditi sul nuovo numero de Lattendibile: "Dieci ottimi motivi per consumare latte e yogurt" è il titolo della newsletter realizzata dal prof. Andrea Ghiselli, presidente della Società italiana di scienze dell’alimentazione, e quella che segue è una breve sintesi.
Nonostante l’indiscutibile valore nutritivo del latte, il suo consumo, sia nella popolazione italiana che in molte parti del mondo, sta continuando a diminuire. Tante le cause, incluse le continue fake news che lo
descrivono sia come alimento non adatto all’adulto che deleterio per l’ambiente. Poiché, al contrario delle mode, il latte è una fonte preziosa e per certi versi unica di nutrienti, ovunque nel mondo si moltiplicano le iniziative promosse dalle istituzioni per educare i bambini e la popolazione in generale a un corretto consumo di latte e yogurt. Tra queste iniziative, il “decalogo per il corretto consumo di latte e yogurt nell’alimentazione quotidiana”. Ecco alcune indicazioni del documento di maggior interesse e le relative considerazioni tratte dall’ultimo numero de Lattendibile. Consuma ogni giorno tre
porzioni tra latte e yogurt. Una porzione corrisponde a 125 g, cioè un bicchiere piccolo oppure 1/2 tazza o un vasetto di yogurt. Queste le raccomandazioni delle Linee Guida italiane per la sana alimentazione non solo per l’importanza di latte/ yogurt per il soddisfacimento dei fabbisogni di calcio, ma anche per quello di proteine di alta qualità, zinco, tiamina, riboflavina e vitamina B12. A livello mondiale, tutte le linee guida per una sana alimentazione indicano che il consumo di latte/yogurt si associa al mantenimento di un buono stato di salute e ne raccomandano un consumo quotidiano; ciò è stato recentemente pubblicato in una review di tutti i documenti
ECO PACKAGING SYSTEM
Il metodo di confezionamento che preserva la freschezza ed evita lo spreco
Segni di riconoscimento: Copertura stampa < 3%, colle e inchiostri a basso impatto ambientale, certificazione PEFC (PEFC/18-31452), formula salvafreschezza Ideabrill
Va d’accordo con:
Doti particolari: Non sopporta:
Mantiene i formaggi buoni più a lungo*; sostituisce le vaschette di plastica e polistirolo (quando non sono presenti liquidi) Formaggi, affettati, salumi Lo spreco
Caratteristiche tecniche:
Idoneo al contatto diretto con gli alimenti Termosaldabile
MONDO ASSOLATTE
disponibili. Il latte e lo yogurt sono alimenti per iniziare bene la giornata. Con una tazza intera di latte (due porzioni) a colazione e uno yogurt come spuntino si raggiungono le tre porzioni raccomandate. Questo è un suggerimento pratico per come soddisfare la raccomandazione secondo le abitudini italiane, che vedono il latte come alimento principe della colazione in più della metà della popolazione italiana. Sta però lentamente cambiando tale abitudine e aumenta la quota di persone che preferiscono “altri tipi di colazione”. Negli ultimi 20 anni si è assistito a una forte riduzione del consumo di latte a colazione, con percentuali che vanno dal 57% al 46%, e la riduzione maggiore si osserva a carico dei bambini di 3-10 anni. La diminuzione dell’abitudine al consumo di latte a colazione, comunque, pare non avere contribuito alla sostituzione del latte con altre bevande. Invece, per fortuna è in aumento tra i bambini di 3-5 anni la percentuale di chi ha l’abitudine di consumare yogurt, cereali ecc. (dal 4,5% del 1998 al 18% del 2020). Il latte e lo yogurt sono fonti di calcio, inoltre contengono vitamina A, vitamine del gruppo B e altri sali minerali come fosforo, magnesio, zinco e selenio.
Spesso pensiamo solo al calcio quando parliamo del valore nutritivo del latte, ma non è il solo elemento prezioso contenuto in questo alimento. Nella dieta degli italiani, infatti, i latticini
L’ultimo mercoledì di settembre è il giorno nel quale si tiene il “World School Milk Day” per ricordare l’importanza per la salute dei programmi scolastici di educazione al consumo di latte
il mondo del latte
La Fao già a fine anni ’90 comincia a promuovere campagne di sensibilizzazione e di educazione al consumo di latte. Dal 2001 stabilisce il giorno del 1° giugno come “Giornata mondiale del latte”
rappresentano la seconda fonte più importante di proteine animali dopo il gruppo carne e derivati, ma sono la fonte più importante di fosforo e la terza di zinco e magnesio.
Per quanto riguarda le vitamine, i latticini rappresentano la fonte maggiore di riboflavina e sono secondi solo alla carne come fornitori di vitamina B12.
Il latte e lo yogurt bianco senza zuccheri aggiunti sono molto simili dal punto di vista nutrizionale. Lo yogurt, grazie ai fermenti lattici, favorisce l’equilibrio della flora intestinale.
Lo yogurt è un prodotto che conserva le caratteristiche e i pregi nutritivi del latte. Inoltre, offre la possibilità di una migliore digestione del lattosio per la presenza di fermenti lattici ed è quindi tollerato meglio. Il lattosio nello yogurt viene digerito in modo più efficiente rispetto al latte proprio perché la lattasi dei batteri presenti nello yogurt aiuta con la sua digestione. La lattasi prodotta dai batteri lattici sopravvive alle condizioni acide dello stomaco, protetta dalle cellule batteriche e facilitata dalla capacità tamponante dello yogurt. L'aumento del pH quando lo yogurt entra nell'intestino tenue e un tempo di transito gastrointestinale più lento consentono alla lattasi batterica di essere particolarmente attiva per digerire lattosio a sufficienza da prevenire i sintomi nelle persone intolleranti. Il latte può essere bevuto ad
ogni età. Nell'intestino umano è presente la lattasi, enzima necessario per la digestione del lattosio. Ciò rende il latte un alimento adeguato per bambini, adulti e anziani, ad eccezione degli intolleranti al lattosio, che hanno una documentata carenza di lattasi.
Questo è uno dei più diffusi falsi miti sul latte. Quante volte abbiamo sentito sciocchezze del tipo: “l’uomo è l’unico animale adulto che beve latte”. In realtà, anche coloro che non hanno la persistenza della lattasi e che quindi digeriscono male il lattosio sono in grado, nella stragrande maggioranza dei casi, di tollerare una tazza di latte (12 g di lattosio) senza particolare sintomatologia. Quella minoranza che dovesse avere sintomatologia può consumare i 12 grammi ripartiti in due diverse occasioni a distanza di
In Italia e nel resto dell’Ue è in corso il progetto europeo “Latte nelle scuole” che affianca il programma europeo "Frutta e verdura nelle scuole", proprio a sottolineare quanto sia importante per la salute il consumo di latte e per proteggere gli alunni della scuola primaria di età compresa tra i 6 e gli 11 anni dalle pericolose fake news e mode che allontanano bambini e adulti dal consumo di latte
tempo; qualora si avesse sintomatologia anche con una somministrazione frazionata, si può ricorrere ai prodotti delattosati che consentono anche a chi digerisce male il lattosio di approfittare dei benefici del latte. La base scientifica per le indicazioni del decalogo deriva dai risultati di numerosi studi prospettici e di revisioni sistematiche della letteratura scientifica con relative metanalisi.
Ad esempio, due recentissime “umbrella reviews” dimostrano che gli effetti benefici del consumo di latte e yogurt sono molteplici e più frequentemente associati a effetti positivi sulla salute e a un migliore stato di nutrizione. L’analisi dose-risposta indica che un incremento di 200 ml (circa una tazza) di latte al giorno è associato a un minor rischio di malattie cardiovascolari, ictus, ipertensione, cancro del colonretto, sindrome metabolica, obesità e osteoporosi. Associazioni benefiche sono state trovate anche per il diabete mellito di tipo 2 e il morbo di Alzheimer. L’effetto favorevole del consumo di latte e yogurt sulle malattie cardio-cerebrovascolari e sulla mortalità generale è evidente a livello mondiale dai risultati dello studio Pure. Il consumo totale di latte e yogurt è stato anche associato a una
considerevole riduzione del rischio di sindrome metabolica, del 21% per quanto riguarda il latte e del 28% per quanto riguarda lo yogurt. In conclusione, a dispetto dei notevoli benefici per la salute
di un corretto consumo di latte/yogurt, la popolazione italiana ne consuma mediamente un terzo della quantità raccomandata e il consumo è in costante declino.
DIECI OTTIMI MOTIVI PER CONSUMARE LATTE E YOGURT
DIECI OTTIMI MOTIVI PER CONSUMARE LATTE E YOGURT
Il nuovo numero della newsletter scientifica di Assolatte realizzata dal prof. Andrea Ghiselli, presidente della Società italiana di scienze dell’alimentazione. www.lattendibile.it
Grana Padano D.O.P.
La soluzione combinata per ottenere un prodotto dal sapore autentico e strutturato.
Nella produzione di Grana Padano D.O.P. è imprescindibile la disponibilità di un buon sieroinnesto, che insieme alla qualità del latte e alle competenze casearie serve per poter produrre un formaggio di alta qualità e senza difetti. Ogni buon casaro conosce molto bene quanto sia indispensabile disporre di un sieroinnesto naturale, regolare e attivo.
I fermenti selezionati negli anni dai migliori sieroinnesti specifici delle zone di lavorazione del Grana Padano hanno permesso di comporre una miscela con acidificazione, maturazione e riduzione degli zuccheri ottimale.
Sacco propone Cryostart, un concentrato di fermenti da aggiungere come rinforzo al sieroinnesto naturale che insieme al caglio del Caglificio Clerici partecipano attivamente alla maturazione del formaggio.
Le tipologie di caglio indicate per la realizzazione del grana e di altri formaggi a pasta dura sono il caglio in polvere e il caglio liquido.
CIBUS 2023: WORK IN PROGRESS
L’anno è tra i più complicati, tra rincari esorbitanti nei costi di produzione, inflazione che morde i consumi, guerra e tensioni internazionali, non ultimo lo stallo imposto dal cambio di governo in Italia. Cionondimeno, occorre dare segnali di fiducia al mercato. A cominciare dalle fiere importanti. Infatti, fervono i preparativi per Cibus 2023. Il nuovo appuntamento con la fiera del made in Italy agroalimentare prevede una due giorni dal 29 e 30 marzo, con un formato light: una scelta già messa alla prova, che si propone come modello degli anni “dispari”, con un format che semplifica e ottimizza la partecipazione e mira a favorire la conoscenza dei prodotti. In definitiva, a creare occasioni proficue di incontro tra le aziende del nostro agroalimentare e i buyer di tutto il mondo
Come sempre saranno presenti a Cibus, a mettere in mostra le loro eccellenze, le categorie dei formaggi e latticini, carni e salumi, dolci e prodotti da forno, conserve, surgelati, bevande e prodotti regionali.
Sono stati previsti nuovi focus, per meglio riflettere le recenti tendenze dell’agroalimentare. Tra questi private label, Horeca, i plant based products e
l’alimentazione sportiva.
A proposito di quest’ultima, è stato avviato Cibus Indurance, un nuovo progetto che coinvolge aziende e buyer specialisti del segmento, con medici, ricercatori, scienziati e sportivi per trattare a tutto tondo, al di là dei soli aspetti commerciali, il tema dell’alimentazione sportiva. Del resto, anche l’edizione del prossimo anno di Cibus sarà un luogo di discussione e dibattito. Spazio anche ai prodotti plant based, all’insegna della corretta informazione, talvolta oggetto di ragionate contestazioni da parte dei prodotti “tradizionali”. Qualche numero sulla partecipazione: 2.000 i brand presenti, al 100% made in Italy e rappresentati da circa 3.000 aziende, come quelli dell’anno scorso e delle ultime edizioni pre-Covid. Dal lato dei visitatori, se ne erano avuti 60mila nel 2022 e anche nel 2023 ci saranno rappresentanze di tutti i maggiori canali distributivi: Gdo, Horeca, bar, Foodservice, importatori, grossisti, dettaglianti indipendenti. Naturalmente, è grande l’attesa per i buyer esteri. Superati lockdown e restrizioni ai viaggi, già dall’edizione scorsa questa componente era tornata a
essere rilevante, coinvolgendo tutte le grandi geografie del pianeta. Grazie alla pluriennale collaborazione con Ice, sono attesi 3.000 top buyer esteri, accompagnati a vivere l’esperienza dell’Extraordinary Italian Taste anche attraverso tour guidati in aziende italiane, con il programma del Cibus Destination on the Road. Per ora non si conoscono ancora i numeri, ma è bene ricordare che quest’anno il programma ha realizzato 13 tour in 33 aziende, coinvolgendo 209 persone di 59 Paesi diversi. Uno dei tour più riusciti è stato il Dairy Tour, dedicato alle nostre specialità casearie.
Per concludere, merita una menzione My Business Cibus. Si tratta di una piattaforma che fa da ponte permanente, utilizzabile 365 giorni all’anno, tra circa 2.300 aziende agroalimentari italiane registrate e i buyer dei canali Gdo e Horeca, con un catalogo di ben 87.000 prodotti, suddivisi in 19 categorie merceologiche. Un esempio di come Cibus sia sensibile alle esigenze del commercio online e alla necessità di modernizzare i servizi che fiere come questa devono saper offrire.
“BACTERIART, from invisible to visible”
La microbiologia e le arti visive si incontrano per il secondo anno consecutivo grazie alla collaborazione tra NABA, Nuova Accademia di Belle Arti e Yakult Italia
Durante la prima edizione del progetto BACTERIART, Marco Scotini - NABA Visual Arts Department Head - ha coniato la definizione di “arte probiotica”, per sottolineare quanto arte e scienza concorrano al benessere psico-fisico degli individui.
Proprio questa interconnessione di due mondi, così apparentemente
distanti, è stata nuovamente affrontata nella seconda edizione di BACTERIART, from invisible to visible , progetto promosso da NABA, Nuova Accademia di Belle Arti e Yakult Italia che ha visto coinvolti gli studenti del Triennio in Pittura e Arti Visive e del Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali delle sedi di Milano e Roma.
Dopo il successo della prima edizione, gli studenti di NABA sono stati nuovamente chiamati a rendere tangibile, attraverso l’interpretazione delle arti visive, l’incredibile ecosistema invisibile che vive all’interno del nostro “secondo cervello”, l’intestino che, come la ricerca scientifica ci conferma, ricopre un
ruolo fondamentale per il benessere del nostro organismo. I microrganismi amici dell’uomo sono stati osservati sotto una lente interpretativa più ampia, più comprensibile e affascinante proprio grazie alla visione artistica.
Le opere, frutto del lavoro durato l’intero Anno Accademico 2021/22, sono state valutate e premiate in occasione dell’evento BacteriArt Day, presso la sede di NABA. Vincitrice del “Premio BacteriArt” è stata l’opera “Vibes” di Chiara Nicoletti. La menzione Dott. Shirota, è stata assegnata a Tanvi Shaha con “Inconspicuous Interaction”, mentre la menzione “Nuove Visioni” è stata assegnata a Camilla Gurgone con “My gut (brain) feelings on-a-chip”.
Gli studenti sono stati premiati da Yakult Italia con un riconoscimento economico, con il quale l’azienda intende sostenere il loro percorso artistico e professionale.
Le 11 opere finaliste sono state esposte all’interno di una mostra allestita presso il Campus NABA di Milano, aperta al pubblico per 4 giorni.
Anche quest’anno i vincitori sono stati decretati da una Giuria Internazionale composta da personalità di spicco del campo artistico e scientifico - in grado di
coniugare entrambe le anime del progetto - guidata da Alessandro Cannavò, Caporedattore di Corriere della Sera in qualità di Presidente, Lucia Aspesi, Assistente Curatrice di Pirelli HangarBicocca, Patrizia Brigidi, Full Professor of Fermentation Biotechnology, Department of Medical and Surgical Sciences, School of Medicine dell'Università di Bologna, Eva Fabbris, Exhibition Curator di Fondazione Prada, Arianna Rolandi, Direttrice Science and Corporate Communication di Yakult Italia, Gediminas & Nomeda Urbonas, artisti e docenti del Massachusetts Institute of Technology - MIT, Cambridge, Marianna Vecellio, Curatrice di Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, oltre ai referenti dell’Accademia Marco Scotini, NABA Visual Arts Department Head, e Andris Brinkmanis, Course Leader del Triennio in Pittura e Arti Visive.
“La peculiarità di Yakult è quella di essere un’azienda fortemente ancorata alla ricerca scientifica e profondamente permeata dalle sue radici culturali giapponesi. Lavorare per una società più sana non è quindi solo una missione, ma la bussola che orienta la scelta dei nostri Partner e dei progetti educazionali che sosteniamo per avvicinare la scienza, e in particolare la microbiologia,
al maggior numero di persone, abbattendone così le tradizionali barriere. In fondo, parliamo di ecosistemi biologici per parlare di noi esseri umani e della nostra complessa convivenza nelle società e nell’ambiente. Ma cosa c’è di più appropriato dell’Arte per rendere visibile l’invisibile? E cosa di più “curativo” dell’Arte per il nostro benessere psico-fisico? Gli studenti-artisti di NABA hanno saputo cogliere tutti questi stimoli, trasformandoli in emozionanti opere d’arte grazie al metodo, alla competenza e alla creatività. Le stesse qualità richieste ai nostri ricercatori e scienziati” , dichiara Arianna Rolandi , Direttrice Science and Corporate Communication di Yakult Italia.
Il progetto ha, inoltre, previsto la partecipazione degli studenti al seminario di microbiologica di base, condotto dai ricercatori del laboratorio AAT-Advanced Analytical Technologies di Piacenza, partner di Yakult Italia, guidato dalla Dott.ssa Marina Elli, e a un workshop intensivo, gestito da Gediminas & Nomeda Urbonas, artisti e docenti al MIT di Cambridge, attraverso un laboratorio aperto, partecipato e con una forma pedagogica alternativa, che ha fatto del connubio tra arte e scienza la sua caratteristica peculiare.
DANIMARCA CONDANNATA PER L’USO DELLA DENOMINAZIONE "FETA"
di Paola ParzialeSecondo un’antica leggenda fu il pastore-ciclope Polifemo il primo produttore di feta e Ulisse, dopo averlo accecato, riuscì a fuggire sottraendogli una fetta del gustoso formaggio. Così narra Omero.
La feta è un formaggio tradizionale greco, realizzato esclusivamente con latte di pecora e di capra, registrato come Dop nel 2002. Da allora questa denominazione può essere utilizzata esclusivamente con riferimento a formaggi che presentano determinate caratteristiche, le cui fasi di preparazione e lavorazione avvengono in un’area geografica ben definita in Grecia e conformi al disciplinare applicabile a questi prodotti.
La Corte di giustizia europea ha condannato la Danimarca per non aver impedito l’uso della denominazione “Feta” su un formaggio, non conforme allo specifico disciplinare, prodotto nella stessa Danimarca e destinato all’esportazione verso Paesi terzi.
Nel 2018 le autorità elleniche segnalarono alla Commissione che imprese danesi esportavano verso Paesi terzi formaggio con le denominazioni “Feta”, “Feta danese” e “formaggio Feta danese”, pur trattandosi di prodotto non conforme al disciplinare della Dop “Feta”. Nonostante le richieste delle autorità elleniche, la Danimarca rifiutò di porre fine a tale pratica, ritenendo che quest’ultima non fosse contraria al diritto dell’Unione, poiché, a suo avviso, il Regolamento n. 1151/2012, relativo ai regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, si applica solo ai prodotti venduti sul territorio dell’Unione e, pertanto, non
vieta a imprese danesi di utilizzare la denominazione “Feta” per designare formaggio danese esportato verso Paesi terzi in cui tale denominazione non è protetta.
La Commissione nel 2019 avviò una procedura d’infrazione, sostenuta da Grecia e Cipro, ma la Danimarca continuò a resistere, adducendo la liceità della produzione e commercializzazione nei mercati extra Ue della feta danese e sostenendo, tra l’altro, che il divieto di esportazione costituisse un ostacolo al commercio, contrario ai principi del libero scambio.
Secondo la Danimarca, quindi, proprio il fatto che tali referenze venissero commercializzate fuori dai confini comunitari dava ai produttori la possibilità di usare il termine “Feta”.
La Corte di giustizia ha posto fine alla diatriba, respingendo definitivamente la posizione della Danimarca.
La decisione si articola su tre passaggi interpretativi:
- il regolamento n. 1151/2012 non esclude dal divieto di usare una denominazione registrata i prodotti non oggetto di registrazione, che siano fabbricati nell’Unione e destinati all’esportazione verso Paesi terzi;
- le Dop e le Igp sono tutelate come diritti di proprietà intellettuale dal Regolamento (UE) n. 1151/2012.
L’uso di una Dop o di una Igp per designare un prodotto ottenuto nel territorio comunitario e non conforme al disciplinare di produzione applicabile pregiudica, all’interno dell’Ue, il diritto di proprietà intellettuale costituito da tale Dop o Igp, anche se il prodotto è
destinato all’esportazione verso Paesi terzi;
- l’obiettivo delle Dop e delle Igp è di aiutare i produttori legati a un’area geografica, garantendo un’equa remunerazione per le qualità dei loro prodotti, assicurando una protezione uniforme delle denominazioni come diritto di proprietà intellettuale nel territorio dell’Ue e fornendo ai consumatori informazioni chiare sugli attributi di valore aggiunto del prodotto. L’uso della Dop “Feta” per designare prodotti ottenuti nel territorio dell’Ue che non sono conformi al disciplinare di tale Dop comunque pregiudica tali obiettivi, anche qualora tali prodotti siano destinati a essere esportati verso Paesi terzi.
La Corte ha quindi concluso che, non avendo impedito o fermato tale uso nel proprio territorio, la Danimarca è venuta meno agli obblighi previsti dal regolamento n. 1151/2012. Ulisse ne sarebbe contento.
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L'EDA CHIEDE DI INTERVENIRE SULL'USO DEI FERTILIZZANTI A BASE DI LETAME
È NECESSARIA UNA RADICALE MODIFICA DELL'ATTUALE LEGISLAZIONE DELL'UE
di Maria LibertiniAzoto e fosforo sono elementi essenziali per la vita delle piante. Riutilizzare queste sostanze grazie all’impego di letame come fertilizzante organico ha molti vantaggi, tra cui una maggiore circolarità in agricoltura e una minore dipendenza dai fertilizzanti di sintesi, spesso importati, e contribuisce a garantire sicurezza alimentare ed energetica. Inoltre, letame e liquami degli allevamenti possono essere fonte di reddito per gli agricoltori, contribuendo alla produzione di energia rinnovabile, come il biogas. Tuttavia, l'uso di questi fertilizzanti è limitato dall'attuale legislazione dell'Ue (Direttiva Nitrati), che risale all'inizio degli anni '90. Finalmente, anche la Commissione Europea ha riconosciuto che l'inquinamento da nutrienti e le inefficienze nel ciclo dei nutrienti richiedono un'azione aggiuntiva per garantire la sicurezza alimentare, proteggere la salute umana e preservare l'ecosistema, e ha aperto una consultazione pubblica in preparazione di un Piano d'Azione per la Gestione Integrata dei Nutrienti. In quest’occasione, l’industria europea, tramite Eda, ha richiamato l'attenzione sui problemi legati alle limitazioni esistenti, insistendo sulla necessità di una radicale modifica della legislazione vigente Per secoli, infatti, gli allevatori hanno impiegato il letame prodotto in azienda, fino a quando la Direttiva
Nitrati ne ha limitato l'uso, per potenziali effetti negativi sulle risorse idriche. Peccato che la normativa non si applichi ai fertilizzanti di sintesi, che non sono soggetti alle stesse restrizioni e sono, quindi, favoriti dalla normativa comunitaria. Una normativa che non si dimostra al passo con i progressi tecnologici compiuti negli ultimi trent’anni, che permettono di modificare in modo importante l’impatto del letame. Secondo Eda, quindi, la direttiva oltre a limitarne l’impiego, ostacola l'innovazione scientifica.
Per l’associazione europea, il riciclo dei nutrienti dai rifiuti vegetali e zootecnici non si limita a offrire all'agricoltura uno strumento per ridurre le proprie emissioni, migliorare la gestione dei rifiuti, creare posti di lavoro, lanciare nuovi prodotti, come fertilizzanti organici e su misura o input rinnovabili
per l'industria chimica, ma contribuisce anche al raggiungimento della sicurezza energetica e alimentare, creando un'efficiente economia circolare, che potrebbe giovare soprattutto allo sviluppo rurale. Eda condivide poi i risultati del Centro comune di ricerca dell'Ue sull'uso sicuro dei fertilizzanti azotati derivati dal letame, ma al puzzle manca un tasello: l'approvazione da parte della Commissione di una deroga alla Direttiva Nitrati, chiesta ben cinque anni fa dall’associazione, che ha sostenuto l'appello di 18 eurodeputati al commissario europeo Virginijus Sinkevičius affinché prenda le misure necessarie
Si tratta di un aspetto cruciale, soprattutto se si considerano la dipendenza dai fertilizzanti derivati da combustibili fossili e dall'energia importata dalla Russia e l'attuale guerra in Ucraina.
ATTUALITÀ EDA FLASH
CONFERENZA INTERNAZIONALE
A CHICAGO SUL SIERO DI LATTE
L'evento di riferimento per il settore degli ingredienti lattiero-caseari è l'International Whey Conference, la cui ultima edizione (Iwc 2022) si è svolta a Chicago dall'11 al 14 settembre. L'incontro è iniziato con un approfondimento sulle prospettive dei mercati del siero di latte nel 2030 e con la presentazione della piattaforma di comunicazione digitale wheyforliving.com dell'Ewpa, l’associazione sorella dell’Eda che segue l’industria del siero di latte. L'Iwc 2022 ha offerto al pubblico approfondimenti sugli ultimi sviluppi della ricerca in materia di tecnologie di trasformazione e scienza della nutrizione, e ha permesso di discutere della sostenibilità economica, sociale e ambientale dei prodotti lattiero-caseari e dei loro ingredienti.
ANCORA SULLA SOSTENIBILITÀ DEL SETTORE LATTIERO-CASEARIO
La sostenibilità del settore lattiero-caseario europeo è stato il tema di un simposio svoltosi a Bruxelles e organizzato dall'European Milk Forum (Emf).
Nel suo discorso di apertura, l'eurodeputato fiammingo Tom Vandenkendelaere ha sottolineato l'importanza di concentrarsi sulle tre componenti della sostenibilità - ambientale, economica e sociale - quando si discute del ruolo dei prodotti lattierocaseari nelle diete sostenibili.
Brigitte Misonne, capo unità della Dg Agri, ha fornito una panoramica dell'attuale quadro politico dell'Ue per l'agricoltura, sottolineando gli sforzi compiuti dal settore e la necessità di ulteriori azioni anche da parte del mondo accademico. Il professor John Gilliland della Queen's University si è concentrato sugli aspetti scientifici, delineando opportunità ed esempi di come raggiungere una produzione lattiero-casearia neutrale dal punto di vista del carbonio. Infine, Leen Vandaele dell'Istituto di ricerca Ilvo ha approfondito il tema della riduzione delle emissioni di metano attraverso specifiche opzioni di alimentazione animale.
POLITICA DI PROMOZIONE DELL'UE: PREOCCUPAZIONI SUL PROGRAMMA DI LAVORO
In vista della riunione della sezione promozione del Comitato dell'organizzazione comune dei mercati agricoli, l'Eda, insieme a 13 organizzazioni del settore agroalimentare, ha evidenziato le preoccupazioni del settore lattiero-caseario europeo sul programma di lavoro annuale 2023 della politica di promozione dell'Ue. I principali timori si concentrano sul fatto che la Commissione europea sembra intenzionata a prevedere specifiche restrizioni su alcuni prodotti, per i quali non sarebbero più co-finanziati progetti di promozione. Sarebbe un pericoloso precedente, con la conferma che a Bruxelles qualcuno crede davvero che ci siano alimenti buoni e alimenti cattivi.
SHOCK DEI PREZZI DELL'ENERGIA: RIUNIONE STRAORDINARIA DEL GRUPPO DI ESPERTI UE
Alla luce dell'impennata dei prezzi di gas ed energia, il vicedirettore generale della Dg Agri Michael Scannell ha convocato una riunione ad hoc del gruppo di esperti dell'Ue sulla crisi alimentare, di cui fa parte anche la nostra associazione europea.
L’incontro è servito a dare indicazioni sull'impatto del picco dei prezzi sulla produzione di fertilizzanti e sui suoi sottoprodotti, nonché sull'uso dell'energia nella catena di approvvigionamento alimentare. Il segretario dell'Eda Alexander Anton ha sottolineato la necessità di un mercato unico dell'energia funzionante, con politiche armonizzate e livelli di prezzo comparabili in tutta l'Ue, e l'importanza cruciale del settore lattiero-caseario per la sicurezza alimentare in Europa.
Da Infor i consigli per massimizzare il potenziale dei serbatoi
Prodotti in continua evoluzione, disruption e fluttuazioni della domanda costringono le aziende del settore lattiero-caseario a ottimizzare le attività, andando nella direzione della creazione di realtà agili, flessibili e reattive. Per fare ciò è fondamentale una precisa pianificazione della domanda e della fornitura che permetta di raggiungere un equilibrio tra fornitura, produzione e domanda di latte. La crescente attenzione alla sostenibilità rende inoltre le attività di pianificazione e programmazione ancora più complesse. Quote latte, uso di sottoprodotti di alto valore come il siero di latte, riduzione e riciclo degli imballaggi sono solo alcune delle priorità su cui le aziende si stanno focalizzando.
Una programmazione efficiente dei serbatoi risulta fondamentale nelle attività di pianificazione della domanda.
Un processo complesso
La pianificazione dei serbatoi è un processo time-sensitive. Se a questo si aggiungono la complessità delle varie specifiche, della durata di conservazione dei prodotti e orari spesso poco flessibili di clienti e fornitori, non è difficile capire perché la loro programmazione diventi sempre più complicata. È necessario pianificare le variazioni nella fornitura di latte crudo e altre variabili, tra cui la pastorizzazione, la miscelazione, il tempo di attesa, il tasso di
riempimento, la pulizia e la necessità di separare i lotti per i requisiti di tracciabilità.
Le variabili sono così complesse che gestire con successo la programmazione dei serbatoi utilizzando fogli di calcolo e metodi manuali non è più sufficiente.
Applicare strumenti e tecnologie che consentono un monitoraggio costante, una regolazione e una visibilità totale sull'offerta di latte fresco, tenendo conto della domanda di ciascuno dei diversi prodotti finiti, permette la flessibilità e la lungimiranza necessari per un’operatività efficiente. Allo stesso tempo, è fondamentale una visibilità completa su come e quando i serbatoi vengono utilizzati, per consentire ai planner di programmarne con precisione l'uso.
La tecnologia è la chiave La tecnologia sostituisce i processi manuali con sistemi in grado di elaborare le enormi quantità di dati con cui tutti si devono confrontare per trovare l'approccio ottimale per la programmazione dei serbatoi. Ad esempio, è possibile regolarne la pianificazione in base alla qualità e alle caratteristiche della fornitura di latte in entrata, alle specifiche del cliente e a lotti di dimensioni differenti. I giusti strumenti permettono, inoltre, di gestire ricette e prodotti lattiero-caseari diversi, gli standard normativi e il passaggio da una produzione biologica a una non biologica, garantendo tempi di inattività minimi.
Una nuova visibilità sulla pianificazione può migliorare la
collaborazione per i cambi di produzione, la manutenzione e la pulizia, e fornire un controllo più accurato dei flussi di prodotti con diverse durate di conservazione, programmando le attività in modo che i nuovi lotti di latte possano essere utilizzati quotidianamente nel modo più efficace per tenere il passo con le consegne di materie prime. La capacità di modellare diversi scenari e di creare automaticamente programmi ottimali per i serbatoi assicura che questi siano riforniti o esauriti nei tempi corretti, con previsioni accurate che consentono rapidi aggiustamenti in base alla fornitura di latte crudo e alla domanda dei clienti. Con gli strumenti giusti, i produttori possono utilizzare i dati provenienti da tutta la supply chain per ottimizzare la programmazione delle cisterne nel modo più efficiente, tempestivo e redditizio possibile, assicurando che queste siano sempre pronte per il nuovo carico di latte, ottimizzando le attività e fornendo un vantaggio competitivo.
NON POSSIAMO RIDURRE CIÒ CHE NON POSSIAMO MISURARE
di Chiara FabriziLa Federazione
Internazionale del Latte ha pubblicato una nuova edizione del bollettino Idf sulla metodologia Global Carbon Footprint per il settore lattierocaseario (Bollettino 520/2020 - The Idf global Carbon Footprint standard for the dairy sector). Si tratta di un nuovo aggiornamento della prima metodologia Lca per il settore lattiero-caseario sviluppata e
pubblicata originariamente nel 2010 dal Comitato permanente Idf per l’ambiente, con la partecipazione attiva della Fao e della Sustainable Agriculture Initiative Platform (Piattaforma Sai), già aggiornata nel 2015 e nel 2020.
Questa nuova edizione (scaricabile dal sito www.fil-idf. org) riflette, quindi, l’evoluzione del settore e delle pratiche e supporta il settore lattiero-
caseario nella quantificazione degli impatti e dei progressi compiuti. Soprattutto, allinea il linguaggio sulle emissioni di gas serra e consente la condivisione delle esperienze e delle opportunità di mitigazione all’interno del settore.
La nuova metodologia è stata presentata in una sessione speciale in occasione del recente Idf World Dairy Summit 2022 tenutosi a Delhi, in India.
Lo scopo di questo bollettino è di condividere la nuova metodologia Idf Carbon Footprint, con l’intento di creare uno standard globale Lca che possa assistere l’industria lattiero-casearia nei percorso di riduzione delle emissioni di gas serra lungo la filiera.
Da quando la dichiarazione di Rotterdam sul settore lattierocaseario del 2016 è stata firmata da Idf e Fao, l’impegno del settore a mitigare il cambiamento climatico si è fatto ancor più forte. Avere gli strumenti più aggiornati per calcolare le emissioni è quindi fondamentale.
Come afferma il direttore generale dell’Idf, Caroline Emond, nella prefazione del nuovo Bollettino: “Non possiamo ridurre ciò che non possiamo misurare”. Di conseguenza, questa nuova pubblicazione della Federazione sull’impronta di carbonio per l’industria lattiero-casearia risulta particolarmente utile per comprendere le fonti e il profilo delle emissioni di gas serra nelle varie regioni del mondo e per adottare azioni mirate in grado di mitigarle. La metodologia rivista è stata sviluppata per essere utilizzata dai settori dell’allevamento di bovini da latte e della produzione lattiero-casearia, nonché da chiunque altro si impegni a valutare l’impronta di carbonio dei propri sistemi di produzione e prodotti utilizzando un approccio Lca. La revisione è stata possibile grazie al lavoro dell’Action Team Lca dell’Idf, integrato da 50 esperti provenienti da 17 Paesi, che hanno esaminato le più recenti conoscenze scientifiche e le migliori pratiche disponibili. L’aggiornamento contiene modifiche in alcune aree chiave, supportate da solide prove scientifiche, per garantire il massimo grado
di coerenza e consentire la comparabilità con la versione precedente e le successive revisioni.
“Siamo convinti che tutta la filiera lattiero-casearia trarrà beneficio da questa revisione, che contribuirà anche all’azione per il clima e agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite”, ha affermato Emond.
Il calcolo sul sequestro di carbonio
La Fil ha pubblicato anche un bollettino sul calcolo del sequestro di carbonio nei sistemi di produzione bovina (Bollettino 519/2022 - C-Sequ
Lca guidelines for calculating carbon sequestration in cattle production systems; anch’esso è scaricabile dal sito Fil/Idf). Il concetto di sequestro del carbonio è riconosciuto come un modo potenziale per l’agricoltura di non limitarsi a emettere anidride carbonica, ma di immagazzinarla, rimuovendola dall’atmosfera. Finora non c’è stato consenso su un approccio adatto basato sulla Lca da applicare ai sistemi di produzione bovina per quantificare gli assorbimenti di carbonio. L’attenzione si è sempre concentrata solo sulle emissioni, mentre è necessario tener conto anche della quantità di carbonio rimosso nell’ambito della rendicontazione dell’impronta dei gas a effetto serra (Ghg).
La linea guida va proprio in questa direzione, fornendo al settore bovino un approccio scientifico appropriato per quantificare il sequestro (rimozione) del carbonio come parte del calcolo dell’impronta di gas serra.
La nuova metodologia è il risultato di quattro anni di collaborazione tra organizzazioni del settore lattiero-caseario e bovino. Lo scopo alla base del progetto era, infatti, quello di sviluppare un metodo che, attraverso la quantificazione,
sostenesse e incoraggiasse gli allevatori a mettere in atto pratiche che promuovessero il sequestro del carbonio, mitigando così il cambiamento climatico. “Essendo l’Idf un’organizzazione partner fondatrice dell’iniziativa Pathways to Dairy Net Zero, vogliamo assicurarci che l’Idf faccia la sua parte nel fornire al settore lattierocaseario conoscenze e strumenti a sostegno dell’ambizioso impegno assunto nel settembre 2021”, ha aggiunto il presidente Caroline Emond.
TETTA•
FOP: UN NUOVO STUDIO DEL CCR ATTUALITÀ UE
PUBBLICATI I RISULTATI DELL'ANALISI CHE SI FOCALIZZA SULLA COMPRENSIONE DEI CONSUMATORI DELLE ETICHETTE NUTRIZIONALI E SUL LORO COMPORTAMENTO
di Maria LibertiniLo scorso settembre, il servizio scientifico della Commissione europea che svolge attività di ricerca e fornisce prove scientifiche e consulenze indipendenti a sostegno delle politiche dell'Ue (Ccr, Centro Comune di Ricerca) ha pubblicato i risultati di quattro studi relativi all'informazione dei consumatori sui prodotti alimentari. Si tratta di un aggiornamento del precedente studio riguardante gli effetti dei sistemi di etichettatura nutrizionale fronte pacco (Fopnl), concentrandosi sulla comprensione dei consumatori, sull'acquisto di alimenti, sulla dieta e sulla salute, nonché sulla riformulazione degli alimenti. Oltre a un refresh e a un ampliamento del precedente lavoro, il nuovo studio affronta anche gli effetti di diversi aspetti dell'etichettatura: ad esempio, le quantità di riferimento, l'applicazione volontaria o obbligatoria, la combinazione di etichette nutrizionali fronte pacco sulla comprensione e sul comportamento dei consumatori. Lo studio è destinato a sostenere la proposta della Commissione di revisione del regolamento del 2011 sulle informazioni ai consumatori Dopo la pubblicazione del nuovo studio, i sostenitori del Nutriscore si sono affrettati a sostenere che il lavoro evidenzia gli effetti positivi di etichette nutrizionali semplici, colorate e valutative, che permettono ai consumatori di migliorare le loro abitudini alimentari e stimolano l'industria a migliorare la qualità nutrizionale dei propri prodotti: una valutazione a dir poco
di parte. Se è vero, infatti, che lo studio afferma che catturare l'attenzione è un prerequisito chiave per il successo di qualsiasi etichetta nutrizionale, il documento ribadisce un principio lapalissiano: il visual design (colore, dimensione, posizione, complessità, contrasto, quantità di informazioni …) può influenzare l'attenzione dei consumatori; etichette meno complesse richiedono meno attenzione per essere elaborate da chi compra. Di conseguenza, all’apparenza, etichette colorate e direttive sembrano essere preferite a quelle monocromatiche. Tuttavia, lo studio rileva anche che i consumatori non sempre si dicono in grado di comprendere il significato delle varie etichette nutrizionali. Inoltre, si riconosce che le analisi sul campo destinate a valutare il legame tra le Fopnl e i comportamenti di acquisto sono difficili da progettare e condurre. L'impatto delle etichette nutrizionali sarebbe sostanzialmente minore rispetto a quanto stimato in laboratorio. Senza dimenticare che alcuni studi empirici mettono in luce un impatto limitato o non statisticamente significativo delle etichette nutrizionali Fop sul comportamento d'acquisto. In definitiva, data la difficoltà di realizzare studi reali per esaminare in modo causale l'impatto delle diverse etichette nutrizionali sull'assunzione di cibo, il Ccr ammette che non ci sono prove empiriche
sufficienti per trarre conclusioni sull'effettiva efficacia di questo tipo di etichettatura su dieta e salute.
Va peraltro segnalato che lo studio in questione risulta ancora carente sotto diversi punti di vista: non vengono analizzati gli effetti che un sistema di etichettatura obbligatorio avrebbe sulle linee guida dietetiche nazionali, con le quali potrebbe non essere coerente; non analizza la metodologia alla base delle etichette Fop esistenti per valutarne la coerenza con le prospettive nutrizionali. Infine, sembra che, nel dibattito in corso, si dimentichi che le etichette di più rapida lettura, se da un lato possono essere pratiche ed efficaci nel fornire informazioni, devono scendere a compromessi sulla qualità delle stesse.
Ma a cosa serve fornire, in fretta, informazioni parziali e di scarsa qualità?
ACCORDO
TRA BNL BNP PARIBAS E FATTORIE GAROFALO
Bnl Bnp Paribas ha avviato una collaborazione con Fattorie Garofalo per attivare sinergie a vantaggio delle imprese nella filiera casearia del latte di bufala. La società è la capofila di un gruppo imprenditoriale forte di sette aziende agricole e tre stabilimenti produttivi, che da oltre sessant’anni alleva capi bufalini in modo sostenibile, trasforma le materie prime in Mozzarella di Bufala Campana Dop e altre specialità di latte e carne bufalina. L’accordo, nell’ambito del “Programma Sviluppo Eccellenze del made in Italy” della banca, prevede che Bnl e Fattorie Garofalo collaborino nel supportare le aziende della filiera bufalina, consolidando e implementando i rapporti
con le aziende esterne e i fornitori e dando la possibilità di accedere a un sostegno finanziario e a soluzioni corporate dedicate. L’iniziativa si rivolge ai territori campano e casertano in particolare, oltre che del Basso Lazio e dell’Alta Puglia, caratterizzati da imprese di medie e piccole dimensioni, eccellenze di mercato, con un controllo completo della qualità
e tracciabilità per garantire prodotti pregevoli ad alto valore aggiunto.
“La firma del protocollo di intesa con Bnl Bnp Paribas – ha commentato Raffaele Garofalo, presidente del Consiglio di Amministrazione di Fattorie Garofalo – ha costituito per la cooperativa Fattorie Garofalo lo strumento per riconoscere ai suoi fornitori strategici condizioni privilegiate per l’accesso al credito e rafforzare così quel rapporto sinergico che ci lega al mondo agricolo, in un’ottica di ottimizzazione delle performance del settore primario e della connessa trasformazione, rispondendo in pieno allo spirito delle vere filiere agroalimentari”.
LE RICORRENZE, DAL 1935 IL
BUON GUSTO DEL BURRO
I “burri in tinello” di Dalla Torre Val di Non sono prodotti esclusivamente con burro da panna di centrifuga di latte fresco, garanzia di un sapore ricco e del profumo del burro di una volta. Le Ricorrenze, burri confezionati a mano prodotti in piccoli lotti numerati, sono preziosi scrigni da portare in tavola e gustare durante le feste. Sono disponibili nei sapori Dolce e Salato. La novità 2022 è il completo restyling del visual dei tinelli: una scelta importante che porta i prodotti dell’azienda trentina ad avere sempre maggiore riconoscibilità agli occhi del consumatore. Il pack artigianale confezionato a mano e numerato è perfetto da donare o da gustare in compagnia.
LATTERIA TRE CIME LANCIA IL FORMAGGIO PINO
Latteria Tre Cime, storica cooperativa di Dobbiaco (Bz), a seguito del successo del formaggio Pane, lancia il formaggio Pino, prodotto con il Latte Fieno dell’Alta Pusteria. Si tratta di un formaggio da taglio dal gusto delicato, con note di latte e burro, consistenza morbida e soffice, di colore giallino tendente al bianco, nobilitato dal pino mugo, dal profumo fresco a resinoso.
Il formaggio Pino nasce in un territorio unico, dalla natura incontaminata come l’Alto Adige e l’Alta Pusteria, da dove proviene il pregiato Latte Fieno di cui è composto.
Il Latte Fieno è un latte purissimo riconosciuto dal marchio europeo Stg, che viene prodotto da mucche alimentate seguendo il naturale corso delle stagioni con erba fresca, fieno e piante di campo. Non vengono utilizzati mangimi Ogm, insilati e fieni fermentati, garantendo un latte di altissima qualità.
FRANCIA LATTICINI INAUGURA IL NUOVO IMPIANTO FOTOVOLTAICO DELLO STABILIMENTO DI SONNINO
Sviluppando il suo piano di sviluppo industriale, all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione, Francia Latticini ha inaugurato lo scorso
settembre un modernissimo impianto fotovoltaico della potenza di 900.000 kwh, collocato sull’intera copertura dello stabilimento di Sonnino
(Latina), dove ha sede il Gruppo. L’impianto consente l’autoproduzione del 15% del fabbisogno giornaliero dell’azienda. L’investimento si affianca al già esistente impianto di generazione elettrica a biogas e costituisce un indispensabile presupposto per raggiungere l’obiettivo strategico di autoproduzione del 100% del fabbisogno energetico. L’operazione si inserisce nel programma alla base del Piano Industriale 2022-2026, che ha già visto il Gruppo investire in nuove tecnologie a basso assorbimento energetico per la produzione di freddo e nella generazione di un sistema ad economia circolare per la produzione della Mozzarella di Bufala Campana Dop e dei prodotti connessi alla filiera bufalina.
FERRARI FORMAGGI, SEMPRE PIÙ SOSTENIBILE
Ferrari Giovanni Industria Casearia consolida il suo impegno nella produzione responsabile lanciando, primo tra i produttori di formaggi stagionati, la nuova linea di formaggi Grana Padano e Parmigiano Reggiano Prodotto di Montagna in confezioni riciclabili e in materiale 100% riciclato. Un progetto che ha visto anche il contributo dell’Università degli Studi di Milano, con cui Ferrari ha avviato nel 2020 il programma di ricerca volto a convalidare l’utilizzo dei materiali selezionati per l’imballaggio dei propri formaggi. Grazie al nuovo packaging, sia il film sia la vaschetta rigida realizzata con materiale 100% riciclato sono smaltibili nella plastica e riciclabili. L’attenzione nel limitare l’impatto sull’ambiente si affianca a quella di offrire prodotti della massima qualità. Le nuove vaschette, infatti, garantiscono una migliore conservazione nel tempo delle caratteristiche organolettiche dei formaggi, mantenendo intatta la freschezza e l’aroma del formaggio appena tagliato.
Il progetto che ha interessato il packaging ha avuto un ruolo chiave nella strategia di revisione della linea di Parmigiano Reggiano Prodotto di Montagna - una produzione limitata di altissimo pregio, che preserva l’economia montana e salvaguarda la biodiversità del territorio - e del Grana Padano in pezzi. Un’offerta che si contraddistingue, dunque, per la varietà di origine, stagionatura e caratteristiche organolettiche.
RASPADURA BELLA LODI VINCE AI CHEESE AWARDS
Dopo due difficili anni, contraddistinti da lockdown e penalizzati dalle misure anti covid, la Raspadura Bella Lodi di Pozzali Lodigrana ha vinto un importante riconoscimento a livello mondiale nella categoria Catering & Food ServiceContinental agli International Cheese & Dairy Awards. La prestigiosa manifestazione è la piattaforma mondiale leader per i produttori lattiero-caseari e fornisce riconoscimenti di alto profilo da parte di professionisti, rivenditori e aziende dei servizi di ristorazione in tutto il mondo. La kermesse tenutasi allo Staffordshire Show Ground, che ha celebrato il suo 125° anno di vita, ha registrato oltre 4.500 iscrizioni. Bella Lodi ripropone l’antica tecnica della “raspa”, un modo di servire il formaggio presentandolo sotto forma di sottilissime sfoglie, raschiate con un particolare coltello.
RESTYLING PER L’OBICÀ - MOZZARELLA BAR DI ROMA
Obicà Parlamento compie 18 anni e riapre al pubblico con un look rinnovato. A pochi passi da Montecitorio, il primo Mozzarella Bar al mondo, che ha dato il via all’originale concept di Obicà, si presenta in una nuova veste cosmopolita e moderna, grazie a un restyling che si inserisce all’interno dell’ampio progetto di rebranding dell’insegna. Gli interni del locale, curati dallo studio di architettura Labics, hanno uno stile minimale informale e propongono un’atmosfera giovane e contemporanea. Protagonisti del menù sono le materie prime fresche e di stagione, selezionate con cura.
Regina della proposta gastronomica si conferma la Mozzarella di Bufala Campana Dop, in versione Classica, Affumicata e nel formato Bocconcini, prodotta con latte di bufala nelle aree previste dal disciplinare del Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana Dop.
È un 2022 ricco di novità quello di Obicà Mozzarella Bar, che prevede di chiudere il bilancio con ricavi superiori ai 40 milioni. Il Gruppo ha infatti inaugurato un nuovo locale a Milano, uno all’aeroporto di Malpensa e un punto vendita in franchising all'aeroporto di Istanbul, cui seguirà una seconda apertura.
IL CONSORZIO MOZZARELLA DI BUFALA DOP AL SIAL
La Mozzarella di Bufala Campana Dop è stata tra i protagonisti del Sial, prestigioso appuntamento fieristico tenutosi a Parigi dal 15 al 19 ottobre scorso. Al salone il Consorzio di Tutela è arrivato con numeri record: la Francia è il primo Paese per l’export della Bufala Campana con una quota del 33,7% delle esportazioni totali di mozzarelle, che nel 2021 hanno sfiorato i 20 milioni di chili. Proprio lo scorso anno le vendite di mozzarelle hanno superato per la prima volta nella storia quelle del camembert. Dai risultati della ricerca affidata dal Consorzio a Nomisma (dati 2021) emerge che il 70% dei francesi ha avuto almeno un’occasione di consumo della Bufala Campana in un anno e il 12% la consuma una
volta a settimana. L’identikit del consumatore francese segnala che il 33% di chi acquista mozzarella di bufala ha una famiglia con figli minori, mentre il 29% è costituito da millennials (26-40 anni). Inoltre, un consumatore su cinque acquista il prodotto nelle fromagerie francesi. “Sono numeri che ci incoraggiano ad andare avanti puntando sulla qualità
e sul miglioramento della logistica”, sottolinea Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop. Al Sial la Bufala Campana si è presentata in collettiva con i Consorzi di Tutela Asiago, Gorgonzola, Grana Padano e Taleggio, sotto le insegne di Afidop, l’associazione dei formaggi Dop italiani. L’evento è stato l’occasione per proporre tasting, show cooking e masterclass. Ad animare lo spazio espositivo sono stati lo chef italo-francese Danny Imbroisi e un gruppo di influencer transalpini. Per l’occasione è stata presentata la “Nouvelle Caprese”, rivisitazione dell’iconico piatto della tradizione italiana.
GORGONZOLA DOP: UNO SGUARDO AI DATI PROVVISORI DI PRODUZIONE ED EXPORT RELATIVI AL 2022
Al 31 luglio la produzione di Gorgonzola Dop è stata di 2.806.700 forme, con una diminuzione del 3,36% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e dell’1,61%rispetto al 2020. Tale calo va letto alla luce della congiuntura internazionale, che ha visto l’impennata dei costi di produzione unitamente alla minore resa del latte nel periodo estivo. Per quanto riguarda l’export, invece, le esportazioni di Gorgonzola Dop hanno fatto registrare al 31 maggio di quest’anno un aumento complessivo medio del 9 per cento. Più in dettaglio, l’export aumenta del 10,5% In ambito Ue - con Francia e Germania che si confermano principali mercati di riferimento - e dell’1,1% extra Ue (Fonte Clal).
Parallelamente all’analisi dei dati, è proseguita l’attività di valorizzazione del Consorzio Gorgonzola Dop, che ha incluso a settembre la partecipazione a due importanti eventi, in attesa di volare a Parigi dal 15-19 ottobre per Sial. Il primo è stata la 22esima edizione della Festa della Pasta di Gragnano (dal 9 all’11 settembre), organizzata dal
Consorzio di Tutela della Pasta di Gragnano Igp e dal Comune.
Il 29 e 30 settembre il Consorzio Gorgonzola si è spostato nel moderno polo fieristico di Bergamo, in occasione della seconda edizione di B2Cheese, la fiera del settore lattiero-caseario per operatori specializzati e buyer provenienti da diversi Paesi.
GRANA PADANO: NUOVA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE, LOGO RINNOVATO E SPONSORSHIP A TUTTO CAMPO
È on-air dallo scorso ottobre la nuova campagna di comunicazione internazionale del Grana Padano. Per la prima volta, in linea con le nuove strategie di marketing del Consorzio, la comunicazione sarà trasversale su tutti i mezzi: tv, radio, stampa e digital, in Italia e nei Paesi della “Golden area europea”: Francia, Germania, Spagna, Belgio, Svizzera e Regno Unito. A dare un valore esclusivo alla campagna è lo spot, girato nei luoghi storici dell’abbazia cistercense di Chiaravalle, dove i monaci nel Medioevo misero a punto la ricetta, e nelle terre dove è prodotto e stagiona oggi il Grana Padano. Due i premi Oscar coinvolti nella realizzazione: la regia del filmato è di Giuseppe Tornatore sulle note musicali del brano “Gabriel’s Oboe” di Ennio Morricone. Il lancio della campagna internazionale segue a ruota l’annuncio dell’adozione del nuovo marchio distintivo del Grana Padano, avvenuto lo scorso settembre a Milano in occasione della Fashion Week 2022. Il precedente logo, che ha reso noto in tutto il mondo il formaggio Grana Padano Dop, oggi simbolo dell’italianità, era pressoché immutato dal 1954. Il restyling ha reso il logo più moderno e adeguato alle forme della comunicazione contemporanea, pur mantenendo gli elementi essenziali di identificabilità, riconoscibilità e distintività che il logo Grana Padano ha acquisito negli anni. Oltre a una leggera modifica grafica, l’elemento significativo è la sostituzione del font “Futura bold” adottato in precedenza, con uno nuovo ideato e realizzato appositamente per il formaggio Grana Padano e depositato dal Consorzio: utilizzabile quindi solo ed esclusivamente per contraddistinguere il formaggio Grana Padano Dop. Altre modifiche riguardano l’indicazione univoca delle stagionature sulle confezioni e l’introduzione della nuova categoria “Riserva - Oltre 24 Mesi”. Nel frattempo, il Consorzio Grana Padano continua il proprio impegno a supporto di iniziative gastronomiche, culturali e scientifiche. È il caso della sesta edizione di Food&Science, festival ideato da Frame – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola, che ha visto il Consorzio nella veste di main Partner. Nei tre giorni del Festival, dal 30 settembre al 2
ottobre scorso, il cuore della presenza del Grana Padano Dop è stata Piazza Concordia a Mantova con lo spazio per le degustazioni guidate per i bambini, il programma “Grana Padano Dop. Un tesoro da mangiare” e le proposte dedicate agli adulti, invitati al “Viaggio nell’emisfero dei sapori del Grana Padano Dop”. Filo conduttore, gli abbinamenti del Grana Padano Dop in varie stagionature con specialità del territorio di produzione, mieli e birre. Nel corso di un convegno il Consorzio ha presentato i risultati del progetto Life Ttgg, che per cinque anni ha unito in un’importante sinergia università, start up, aziende produttrici, organismi di formazione e di ricerca italiani e francesi, volta ad elaborare e individuare le soluzioni di efficienza per ridurre l’impatto ambientale della filiera della Dop. “Questo lavoro ha permesso di realizzare un software di supporto alle decisioni “green” destinato ai consorziati del Grana Padano Dop –spiega Renato Zaghini, presidente del Consorzio Tutela Grana Padano –, che permetterà a tutte le aziende produttrici di formaggi Dop di applicare la metodologia Pef per calcolare l’impronta ambientale dei loro prodotti confezionati e al contempo di ottimizzare il sistema produttivo dal punto di vista ambientale ed economico”. Infine, in occasione della Milano Wine Week, il 9 ottobre scorso si è tenuto un Walk Around Tasting inserito tra le iniziative di “Eccellenze europee del gusto. Nati per stare insieme”, un progetto triennale (maggio 2021 – aprile 2024) di informazione e promozione cofinanziato dall’Unione europea e gestito da Ascovilo e Consorzio Tutela Grana Padano. Il suo scopo è favorire la conoscenza dei marchi Dop e Igp tra i consumatori europei, particolarmente in Italia e in Germania, e diffondere la notorietà del Grana Padano Dop e dei vini lombardi Docg, Doc e Igt promossi da Ascovilo, massima espressione del territorio d’origine e delle sue tradizioni.
OLTRE LO SMARTWORKINGNELLE TERRE DI GIUSEPPE VERDI
L’obiettivo di “Oltre lo smartworging – metodi di lavoro agile e sostenibile” (Edizioni FrancoAngeli, 130 pagine) è quello di raccogliere le prospettive di opinion leader di rilievo e le testimonianze di chi quotidianamente porta avanti le politiche relative alle persone. Molteplici sono i tasselli su cui prende forma questo nuovo “movimento” della cultura del lavoro: #workation, #contaminazione intergenerazionale, #delega e fiducia, #lavoro remotizzato e robotizzato, #employee experience, #responsabilità, #ascolto, #selfleaderhip, #work life integration. Grazie a Paolo Iacci, Gabriele Gabrielli, Franco Amicucci e Luca Solari vengono messe a disposizione quattro prospettive dello sviluppo per una vera introduzione del lavoro agile nella realtà lavorativa italiana, toccando i punti nevralgici dell’azienda (formazione, leadership, organizzazione e purpose) e offrendo agli Hr una nuova consapevolezza. Un’importante riflessione sul concetto del lavoro oggi e sulle sue possibili applicazioni, come strumenti di miglioramento delle organizzazioni e della vita lavorativa degli smart worker.
Con “Nelle terre di Giuseppe Verdi, viaggio tra i caseifici del Maestro” (Mondadori Electa, 144 pagine), Maura Quattrini e Davide Demaldè offrono un ritratto inconsueto di Giuseppe Verdi. Il libro è stato realizzato grazie allo stimolo e al contributo del Consorzio Grana Padano, che ha voluto sottolineare un dato che emerge dalle testimonianze e dai documenti inediti raccolti nel “viaggio” tra i caseifici di Piantadoro e Castellazzo, siti nel comune di Villanova d’Arda (Piacenza). Qui il compositore era solito ritemperarsi uscendo per le sue terre a occuparsi di agricoltura, vigilando sui suoi allevamenti, visitando i suoi caseifici e producendo un formaggio “Grana”. “Tra i padri nobili del Grana Padano è da annoverare, pertanto, il maestro Giuseppe Verdi – ha affermato Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Grana Padano alla presentazione del volume – tra gli operisti più grandi di ogni tempo, ma anche illuminato imprenditore agricolo, che ha contribuito allo sviluppo del formaggio Dop più consumato nel mondo”.
PROTAGONISTI
IL FORMAGGIO ASIAGO DOP PUNTA SULLA COMUNICAZIONE
di Chiara FabriziNel corso dei primi due week end di settembre Asiago ha ospitato “Made in Malga”, rassegna nazionale dei formaggi e delle produzioni di montagna, promossa dal Consorzio Tutela Formaggio Asiago. Una decima edizione da record, con un numero di espositori in crescita - soprattutto da parte dei produttori di malga dell’Altopiano di Asiago e dei Sette Comuni - e di visitatori che hanno raggiunto le 150mila presenze. Un progetto di marketing territoriale per la valorizzazione del legame tra la Dop Asiago - protagonista indiscussa della manifestazione - e il suo territorio, che ha visto la partecipazione anche dell’Associazione Jre-Jeunes Restaurateurs d’Europe e quattro chef per rendere tangibile
a visitatori e partecipanti l’utilizzo del formaggio Asiago nella cucina gourmet.
Tra i partecipanti alla manifestazione, anche presidenti e direttori delle altre principali eccellenze casearie Dop italiane che hanno deciso di organizzare una riunione di Giunta Afidop – Associazione Italiana Formaggi Dop e Igp – proprio ad Asiago durante l’evento. Sesta Dop casearia nazionale per volumi, con 22mila tonnellate e un valore alla produzione di quasi 130 milioni di euro, che sfiorano i 200 milioni al consumo: con questi numeri, il formaggio Asiago è una delle principali produzioni casearie certificate nazionali. Ne parliamo con il presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago, Fiorenzo Rigoni.
Presidente Rigoni, la manifestazione “Made in Malga” è stata un successo. Quali sono, secondo lei, gli elementi trainanti di questa rassegna? Quali sono i progetti per le future edizioni? Made in Malga è un progetto di promozione territoriale che si basa sull’autenticità. L’evento nasce nel territorio della Denominazione d’Origine Protetta e ne esprime l’identità. Per questo è così apprezzata. In questo appuntamento riduciamo la distanza tra chi produce e chi acquista, promuoviamo l’incontro, la conoscenza di un mondo poco noto, quello della produzione casearia di montagna. Made in Malga è anche un luogo di sperimentazione, dove gli appassionati possono trovare masterclass per approfondire la loro conoscenza del formaggio Asiago e le sue diverse stagionature. Quest’anno, per la prima volta, abbiamo fatto incontrare ad Asiago la nostra grande tradizione del formaggio Asiago Prodotto della Montagna e l’alta cucina, con una partnership tra il Consorzio di Tutela e l’associazione Jre-Jeunes Restaurateurs d’Europe. Crediamo che queste esperienze siano il futuro di una manifestazione capace non solo di attirare oltre 150mila visitatori, ma soprattutto di testimoniare la vitalità delle nostre produzioni e la grande modernità nel saper intercettare l’interesse di tanti appassionati. In quale contesto di mercato si muove il formaggio Asiago?
In una recente audizione alla Commissione agricoltura del Senato abbiamo mostrato come oggi più che in passato si è inseriti in dinamiche di natura globale e variabili esterne, che a breve e lungo periodo possono impattare sulla produzione. Di questo è giusto sensibilizzare le istituzioni. Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago, da parte sua, sta rispondendo con specifiche azioni interne, valorizzando i punti di forza con scelte sul benessere animale o la riduzione dell’impatto energetico. Il mercato dell’Asiago, come quello di tutti i formaggi Dop, reagisce mettendo in campo tutte le azioni possibili per continuare a produrre e a garantire la qualità perché, non lo dimentichiamo mai, i Consorzi di Tutela come quello del formaggio Asiago hanno un interesse pubblico riconosciuto dall’Unione europea. Abbiamo visto che l’Asiago si può fare in più tipologie, Fresco o Stagionato, e con diverse maturazioni, mezzano, vecchio o stravecchio. Senza dimenticare, ovviamente, il prodotto della montagna. Un’unica denominazione che intercetta gusti, target ed esigenze diverse. Quali le tipologie di prodotto che mostrano più
dinamismo o interesse? È vero, l’Asiago Dop ha una grande varietà di tipologie. Questa è la sua forza e la sua identità. L’Asiago ha una storia millenaria che si intreccia a filo doppio con il suo territorio. L’origine di questo formaggio si lega alla produzione dello Stagionato e si evolve, negli anni, con l’introduzione del Fresco, recentemente arricchita dal riconoscimento del Prodotto della Montagna, specialità dedicata a preservare la produzione oltre i 600 metri. Ogni tipologia ha le sue caratteristiche ed è in grado di offrire esperienze organolettiche differenti. Certamente un gran numero di consumatori apprezza l’Asiago Dop Fresco, sia per la sua ampia versatilità che per il suo
sapore, molto riconoscibile, di latte. Di recente stiamo riscontrando un crescente interesse anche per l’Asiago Dop Fresco Riserva di oltre 40 giorni di maturazione, introdotto nel nuovo disciplinare di produzione, mentre l’Asiago Dop Stagionato nelle tipologie Mezzano, Vecchio e Stravecchio si conferma il più apprezzato nella ristorazione di qualità. Con l’ultima modifica di disciplinare, inoltre, è stata prevista la possibilità di utilizzare coagulanti vegetali. Innovazione o tradizione? Si tratta di una felice sintesi. Storicamente l’utilizzo nel territorio di produzione della Dop del coagulante vegetale per produrre il formaggio è testimoniato fin da 1.200 anni prima di Cristo. Una storia antichissima che il Consorzio Tutela Formaggio Asiago ha il dovere di tramandare. Per questo, nell’ultima modifica del disciplinare di produzione è stata introdotta la possibilità di produrre con il caglio
vegetale proveniente dalla medesima tipologia di ortaggio impiegata in antichità: il carciofo selvatico. Oggi l’Asiago Dop a caglio vegetale è un’efficace risposta alle esigenze di quei consumatori che non vogliono o non possono degustare la nostra specialità a caglio animale, ma è anche un tributo alla nostra storia, alla nostra tradizione. Il Consorzio è molto attivo sul fronte della della promozione: partnership, campagne di comunicazione, manifestazioni e campagne social. Queste ultime, in particolare, rappresentano una novità piuttosto recente nel mondo della promozione dei prodotti Dop. Ci parla della vostra esperienza e dei risultati? La comunicazione è una parte essenziale della nostra attività. L’approccio strategico complessivo delle nostre azioni comunicative e una visione integrata ci permettono di perseguire con efficacia la divulgazione e promozione. L’attenta programmazione, da un lato, e la gestione per obiettivi dall’altro, sono i due aspetti distintivi del nostro agire. In questo piano, impieghiamo strumenti diversi a seconda degli obiettivi. Per quanto riguarda la comunicazione social, siamo stati tra i primi Consorzi di Tutela a dotarci di un sito, recentemente aggiornato, e aprire una serie di profili social. Questo perché consideriamo il contatto senza intermediari col consumatore un’occasione per conoscere e farci conoscere.
E i risultati ci danno ragione, con una crescita costante nel numero di follower, ma soprattutto di interazioni, cosicché oggi possiamo dire che, veramente, abbiamo un contatto diretto e privilegiato con tutti gli appassionati del formaggio Asiago. Quali altre nuove iniziative ci sono nel cassetto? Come dicevo, con i soci stiamo lavorando sul tema della sostenibilità e dell’efficientamento energetico. I prossimi mesi saranno intensi e molto impegnativi, perché ci porteranno a consolidare il percorso sul benessere animale senza dimenticare che il momento presente richiede un approccio molto flessibile. Sul fronte esterno, il Consorzio di Tutela è alla vigilia di un periodo di forte impegno di promozione all’estero, con investimenti in progetti europei e collaborazioni con altri consorzi di tutela, in particolare del mondo del vino. Un percorso rafforzato anche dall’avvio della recente collaborazione con Veronafiere, che vedrà il formaggio Asiago partner privilegiato di Wine2wine Business forum, Vinitaly & The City, OperaWine e Vinitaly. Questa scelta permette di perseguire quella sinergia tra prodotti a denominazione d’origine del food & wine, legati da una comune identità e naturalmente complementari, che è una strada vincente per accreditarci nel contesto della ristorazione mondiale, in cui l’Italia è sempre più ricercata e si distingue nell’offerta di qualità.
Nato come spuntino per gli studenti e gli sportivi, lo snackorino piace davvero a tutti.
Venti grammi di bontà confezionati singolarmente, ispirati all’oncia di Pecorino Romano che i soldati romani portavano sempre con se, è l’ideale per la merenda a scuola o dopo la palestra, per un aperitivo con gli amici o nel tagliere degli antipasti.
Basta aprire la confezione, chiudere gli occhi e assaporarne l’infinita bontà.
L’AMERICA LATINA
Secondo appuntamento dedicato ai nuovi, possibili, mercati emergenti per le nostre produzioni casearie. Dopo Nordafrica e Medio Oriente, ci addentriamo
nel subcontinente latinoamericano. L’area è interessante anche in virtù delle cinque intese che, a titolo commerciale - e non soloimpegnano l’Ue con vari Paesi:
l’accordo di associazione Ue-Cile;
l’accordo di partenariato UeMessico;
l’accordo commerciale UePaesi andini (Perù, Colombia,
252,7 75,2 ARG (21%) USA (20%) NED (15%) DEU (15%) 29% EL SALVADOR 173,0 65,0 NIC (84%) HN (9%) USA (5%) CR (1%) 1% BRASILE 115,5 32,0 ARG (71%) UY (22%) FRA (3%) NED (2%) 2% PANAMA 62,3 15,3 USA (61%) POL (15%) NZ (12%) NED (3%) 9% PERÙ 40,7 10,2 USA (30%) ARG (24%) UY (14%) DEU (9%) 23% COLOMBIA 30,1 6,2 USA (60%) DEU (20%) ARG (5%) ITA (4%) 11% COSTA RICA 24,3 4,5 USA (61%) NIC (16%) SV (9%) ESP (4%) 10% ARGENTINA 11,7 2,8 UY (69%) BRA (19%) FRA (3%) DK (1%) 8% URUGUAY 11,4 3,8 ARG (71%) NED (10%) DK (7%) NZ (6%) 6%
GLI ESPORTATORI
AMBROSI SPA
Produzione, stagionatura e confezionamento Dop italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta.
Via Ottorino Ambrosi,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811- Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it - www.ambrosi.it
GENNARO AURICCHIO SPA
Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, Mozzarella, Ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.
LATTERIA MONTELLO SPA
Formaggi Freschi Nonno Nanni: Stracchino, Stracchino con fermento dello Yogurt e Probiotico, Squaquerello, Crescenza, Fresco Spalmabile, Robiola, Mozzarella, Burrata, Stracciatella, Ricotta, Primosale, Caprino di latte vaccino, Caprino e Robiola di capra, linea Senza Lattosio, Fresca Merenda, Formaggini, Fettine, Mascarpone.
BERTOZZI SPA
Strada Roma, 1/A 43044 Collecchio (PR) Tel. 0521/333911 - Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it - www.bertozzi.com
Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it
Via Fante d’Italia, 26 31040 Giavera del Montello (TV) Tel. +39 0422 8833 Fax +39 0422 775090 info@nonnonanni.it www.nonnonanni.it
LE ESPORTAZIONI
ITALIANE DI FORMAGGI NELLA UE
1 gennaio al 30 giugno 2022)
AUSTRIA
BELGIO
BULGARIA CIPRO
CROAZIA
DANIMARCA
ESTONIA
FINLANDIA
FRANCIA GERMANIA GRECIA
IRLANDA LETTONIA
LITUANIA
LUSSEMBURGO
MALTA
PAESI BASSI POLONIA
PORTOGALLO REP. CECA
ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA
TOTALE UE
0406 1030 - 04061050 - 04061080 04069061 040620 0406405004069075
04069063 04069099 0406300406907304069001
- 04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 - 04069074 - 04069079 - 04069076 - 04069089
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017
2.192 5.409 214 48 364 906 145 407 22.628 4.370 599 711 80 150 2.794 203 1.651 714 553 268 517 65 665 4.115 2.226 168 52.162
2.256 4.385 561 30 230 599 45 304 19.828 5.427 581 420 60 280 2.858 444 1.692 1.595 397 801 1.614 593 639 3.538 851 455 50.483
MERCATI (in tons) GLI ESPORTATORI
829 1.652 125 22 155 357 15 174 7.693 7.546 429 250 12 18 106 100 952 459 118 368 476 155 151 1.653 345 168 24.328
420 523 26 5 48 437 8 9 3.014 2.916 54 26 6 31 780 14 590 495 48 134 290 37 42 830 201 92 11.076
38 30 7 1 10 5 2 1 63 102 3 3 3 3 8 8 3 8 2 19 6 1 17 44 5 8 400
121 193 3 2 59 38 3 5 356 1.830 162 8 3 7 43 164 160 94 6 16 71 6 645 113 98 66 4.272
169 351 163 38 78 366 51 47 706 1.252 271 73 29 23 45 224 691 229 41 321 324 38 246 1.018 84 87 6.965
04069018 04069050 9082-9084 04069092 9093 04064010 4090
85 70 11 1 13 1 744 1 18 26 970 MOZZARELLA RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO GRATTUGIATI GORGONZOLA ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO ALTRI FORMAGGI SEMIDURI ALTRI FORMAGGI DURI ALTRI FORMAGGI MOLLI PECORINO ALTRI FORMAGGI FORMAGGI FUSI PROVOLONE FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE TOTALI CODICE DOGANALE
363 364 53 3 17 71 10 36 3.194 1.390 36 30 1 16 36 64 438 122 32 17 87 10 33 266 142 20 6.851
61 293 15 6 28 45 7 33 589 809 34 17 2 8 15 24 285 218 9 65 45 27 20 118 70 17 2.860
66 25 49 7 25 40 1 12 605 513 6 28 1 1 4 22 62 33 5 25 18 1 50 157 41 4 1.801
33 358 5 33 11 747 45 6 1 1 178 234 4 32 22 15 46 160 56 106 8 2.101
23 210 6 5 11 39 2 7 245 847 54 15 1 3 8 25 101 83 12 30 14 11 1.287 7 14 3.060
BRAZZALE SPA
Burro delle Alpi, Burro Superiore Fratelli Brazzale, Gran Moravia, Verena, Asiago, Provolone dolce e piccante, Pasta filata, Grana Padano e Parmigiano Reggiano.
FORGRANA CORRADINI SPA
Parmigiano Reggiano, Grana Padano. Confezionamento. Produzione grattugiati freschi disidratati. Produzione shaker. Pecorino Romano,Taleggio, Gorgonzola, pecorini, provoloni, mozzarella.
Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com
Stabilimento di via Giovanni XXIII, 2 36030 Monte di Malo (VI) Stabilimento di via Torrerossa, 30 35010 Campodoro (PD)
Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla (RE) Tel. 0522/833818 Fax 0522/833426 forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it
SRL Produzione, stagionatura e confezionamento di Gorgonzola DOP a marchio: IGOR, GRAN RISERVA LEONARDI, QUATTROROSE SANTI, SI INVERNIZZI, PAL, CLIN, BALLARINI. Strada Natale Leonardi 32 28062 CAMERI (NO) Tel: 0321.2001 Mail: info@igornovara.it www.igorgorgonzola.com
C’È QUELLO GIUSTO PER OGNI AMANTE DEI FORMAGGI
EMMENTALER DOP CLASSIC
L’originale
della valle dell’Emme
Il più «classico», conosciuto in tutto il mondo come il «re dei formaggi». L’occhiatura di dimensione grande e l’aroma intenso con sentore di noce fanno dell’Emmentaler DOP Classic un pezzo di cultura svizzera.
EMMENTALER DOP BIO
Da latte biologico con l’aroma di erbe di campo
L’Emmentaler DOP Bio si differenzia dalle altre qualità per il suo ingrediente principale: il latte crudo di produzione biologica è fornito da aziende agricole che soddisfano i criteri dell’organizzazione Bio Suisse. Formaggi
R
EMMENTALER DOP URTYP® Gusto primordiale travolgente
Il nuovo Emmentaler DOP URTYP® ha un sapore particolarmente intenso.
Viene lasciato stagionare non meno di quindici mesi, di cui almeno sette in una speciale cantina umidificata. ogni forma viene sottoposta dai nostri assaggiatori di formaggi a tre rigorose verifiche.
MOZZARELLA RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO GRATTUGIATI GORGONZOLA PECORINO ALTRI FORMAGGI DURI ALTRI FORMAGGI
CODICE DOGANALE
EUROPA
UNIONE EUROPEA
REGNO UNITO
SVIZZERA
C.S.I.
ALTRI PAESI EUROPEI
AFRICA
NORD AMERICA CANADA USA
CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO
ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA
GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE
ALTRI PAESI ASIATICI
OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO
3.276 3.060 106 97 7 6 16 384 133 251 66 2 5 59 128 15 3 1 9 11 89 250 245 5 4.120 1.060 26.009 (in tons - dati provvisori istat) LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (dal 1 gennaio al 30 giugno 2022) MERCATI
TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO
04069099 04069073 040630 04064010 04064090 0406103004061050 04061080 0406906104062004064050 3.306 2.860 338 72 6 30 21 5.493 321 5.172 80 25 26 29 287 177 4 1 2 6 97 141 135 6 9.328 6.468 103.496
64.630 52.162 7.669 3.821 223 755 89 550 133 417 65 3 62 3.711 1.841 407 3 68 49 1.343 173 147 26 69.218 17.056 391.802
GLI ESPORTATORI
58.468 50.483 4.761 2.436 333 455 165 1.409 135 1.274 107 32 8 67 7.500 1.149 3.751 16 124 144 2.316 436 337 99 68.085 17.602 311.833
37.751 32.002 3.481 1.660 135 473 286 11.644 2.438 9.206 733 75 314 344 3.142 1.041 71 49 84 1.897 1.234 1.201 33 9 54.799 22.797 614.659
29.653 24.328 2.737 2.228 36 324 23 322 172 150 51 4 47 1.208 565 209 3 46 21 364 169 167 2 31.426 7.098 294.494
11.927 11.076 207 541 54 49 26 222 37 185 26 6 2 18 407 247 5 3 2 150 169 167 2 1 12.778 1.702 83.321
7.926 6.964 461 103 188 210 354 1.185 127 1.058 443 44 21 378 1.946 218 260 130 53 6 1.279 173 165 8 2 12.029 5.065 90.195
2.870 1.801 50 449 45 525 77 378 29 349 21 6 1 14 503 102 8 21 35 337 63 59 4 3.912 2.111 27.970
2.270 2.101 43 64 16 46 2 90 90 5 5 167 1 6 84 14 62 2 2 2.536 435 9.814
CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL
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Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it
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Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it
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Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 info@mariocosta.it www.mariocostagorgonzola.it
Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio. 24043 Caravaggio (BG) tel. 0363/301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it
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Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane: Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Asiago, Piave, Montasio e Monte Veronese.
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Ecuador); l’accordo di associazione Ue-America Centrale (Costa Rica, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama, El Salvador); l’accordo di partenariato Ue-Cariforum (Antigua e Barbuda, Bahamas, Barbados, Belize, Dominica, Rep. Dominicana, Grenada, Guyana, Giamaica, Saint Kitts&Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent&Grenadine, Suriname, Trinidad e Tobago). Ci sono poi, in corso d’opera, le negoziazioni per un nuovo e più esteso accordo con il Messico e soprattutto per l’accordo Ue-Mercosur, che alcuni contestano, ma che potrebbe contribuire all’apertura del grande mercato brasiliano. Gli accordi, vecchi e nuovi, svolgono un ruolo fondamentale e devono essere sfruttati appieno La valorizzazione dell’origine Ue, il riconoscimento e la tutela di un certo numero di Dop e Igp, le agevolazioni tariffarie e i contingenti garantiti possono offrire un supporto essenziale all’espansione e al
ZANETTI SPA
Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Provolone, Pecorino, burro, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.
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– e in generale europea – si nota solo su ristrette nicchie di mercato. Una parte consistente delle importazioni casearie è legata infatti agli Usa, a cui si rivolgono, ad esempio,
l’85% degli acquisti caseari messicani e il 60% di quelli di Panama, Colombia e Costa Rica. Anche le produzioni locali sono oggetto di intensi scambi tra i Paesi del continente, con l’Argentina, in particolare, primo esportatore di formaggi in Cile (21% dei volumi 2021) e in Brasile (71 per cento).
L’analisi dell’import per Paese di provenienza rivela un elevato grado di concentrazione in Messico, Brasile, El Salvador, dove tutto si riconduce a uno o due esportatori chiave.
Altri Paesi come Perù e Cile tendono, invece, ad avere un mercato più concorrenziale, con vari player nazionali attestati su quote simili e percentuali significative (2030%) di import soddisfatte al di fuori del circuito dei quattro maggiori esportatori.
Il Paese che, in assoluto, acquista più formaggi
dall’estero è il Messico: nel 2021 ha importato oltre 100mila tonnellate, per un valore complessivo di 462 milioni di euro. Seguono, su ordini di grandezza differenti, Cile (75mila tonnellate), El Salvador, Brasile, Panama e Perù, mentre il mercato argentino è piuttosto chiuso non raggiungendo le 5mila tonnellate importate. L’analisi merceologica fa emergere una situazione piuttosto diversificata: Cile, Brasile e Colombia sono, in percentuale, i maggiori importatori di formaggi freschi. Quote importanti di grattugiati giungono invece in Messico e Costa Rica. Quest’ultimo Paese, insieme a El Salvador, vede acquisti significativi anche di fusi, che sono i protagonisti assoluti dell’import argentino. Gli altri stagionati, infine, incidono per oltre il 50% sui volumi di Uruguay, Panama, Perù, Cile, Messico, segnando quote rilevanti anche in Brasile e in Colombia.
MESSICO CILE
EL SALVADOR
BRASILE
PANAMA PERÙ COLOMBIA COSTA RICA
ARGENTINA
URUGUAY
UE: ANCORA IN CALO L’OFFERTA DI LATTE. CONSEGNE STABILI IN ITALIA
Guerra, incrementi di costo, caldo, siccità, consumi in frenata: l’aggiornamento fino al mese di luglio delle consegne di latte bovino ingloba gli effetti di tutti questi fattori nell’esprimere un dato a livello Ue di -0,5 per cento. L’offerta di latte in Europa è dunque in calo, soprattutto in due dei Paesi maggiori produttori, cioè Francia e Germania (entrambe a -1,3 per cento). Anche la Spagna si attesta sotto la media (-1,9%), mentre altri rilevanti produttori registrano diminuzioni, sebbene di entità più modesta (Olanda e Irlanda). Complessivamente, la disponibilità di latte è diminuita in 17 Paesi, interessando varie zone della Comunità Europea, da Nord a Sud, da Est a Ovest. I cali percentuali più consistenti si sono avuti in tre Paesi
balcanici: Bulgaria (-6,3%), Croazia (-5,4%) e Romania (-4,7 per cento). L’Italia, dal canto suo, è andata in controtendenza, ma l’incremento registrato è stato molto lieve (+0,2%), con numeri assoluti pari a quasi 7,9 milioni di tonnellate di latte consegnate. Similmente ha fatto la Danimarca, mentre gli incrementi più significativi hanno riguardato le repubbliche baltiche (con in testa la Lituania a +3,1%) e alcune aree non marginali dell’Europa centro-orientale, come Polonia (+2,4%), Repubblica Ceca (+2,0%) e Austria (+3,4 per cento). Se si analizza nel dettaglio la performance italiana, si osserva come molte regioni abbiano sofferto cali produttivi nei primi sette mesi dell’anno. Il compito di trainare le
CALABRIA
LOMBARDIA PIEMONTE MARCHE LAZIO TOTALE
EMILIA-ROMAGNA VENETO
FRIULI-VENEZIA GIULIA MOLISE BOLZANO BASILICATA UMBRIA TRENTO TOSACANA SICILIA PUGLIA VALLE D’AOSTA
ABRUZZO SARDEGNA CAMPANIA LIGURIA
consegne è spettato a Lombardia e Piemonte. L’Emilia-Romagna e il Lazio si sono mantenuti stabili, mentre in tutti gli altri grandi produttori nazionali il segno è negativo. Nel Sud e Isole,
Prosegue stabile il burro, mentre oscilla il latte in polvere e si interrompe il prolungato calo del siero in polvere.
in particolare, vanno segnalati i dati di Campania (ben -7,7%), Sardegna (-6,1%), Abruzzo (-5,2%), Puglia (-4,7%) e Sicilia (-4,5 per cento). Nel Nord-Est, infine, il Veneto ha
0,2%
4,3% 1,7% 1,6% 0,9% 0,3% -0,3% -0,8% -1,9% -2,2% -2,4% -3,1% -3,7% -3,8% -4,1% -4,5% -4,7% -5,1% -5,2% -6,1% -7,7% -9,7%
contenuto la perdita al di sotto dell’1%. Così non è stato, invece, per Friuli-Venezia-Giulia (-1,9%) e per le province autonome di Bolzano (-2,4%) e Trento (-3,8 per cento).
BORSA PREZZI
MILANO ( €/Kg)
BURRO PASTORIZZATO
(COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. (CE) N. 1234/2007
BURRO DI CENTRIFUGA
ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
GRANA PADANO STAGIONATURA 16 MESI E OLTRE
GRANA PADANO STAGIONATURA 9 MESI
GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE
GORGONZOLA MATURO DOLCE
GORGONZOLA MATURO PICCANTE
ITALICO MATURO
TALEGGIO FRESCO FUORI SALE
TALEGGIO MATURO
PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA FINO A 3 MESI
PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA OLTRE 3 MESI
LATTE SPOT ITA (€/1000Kg)
PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE DI PARMA)
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >30 MESI
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >24 MESI
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >18 MESI
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >15 MESI
2022 AGOSTO MEDIA
5,13 6,78 6,93 4,93 9,70 8,90 7,55 12,72 11,93 10,60 6,62 7,62 6,02 5,67 6,36 6,84 7,14 647,00 13,500 12,700 11,975 11,15
2021 AGOSTO MEDIA
2,19 3,79 3,94 1,99 8,52 7,08 5,98 12,50 11,70 10,20 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12 392,00 13,150 12,375 11,650 10,800
VAR. %
134,25% 78,89% 75,89% 147,74% 13,85% 25,71% 26,25% 1,76% 1,92% 3,92% 15,13% 12,89% 16,89% 19,37% 13,57% 17,32% 16,67% 65,05% 2,66% 2,63% 2,79% 3,24%
2022 SETTEMBRE MEDIA
5,23 6,88 7,03 5,03 9,70 8,95 7,55 12,72 11,93 10,60 7,05 8,30 6,45 6,10 6,95 7,28 7,58 670,63 13,500 12,700 11,975 11,15
2021 SETTEMBRE MEDIA
2,43 4,03 4,18 2,23 8,50 7,07 5,97 12,53 11,70 10,20 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12 404,00 13,212 12,437 11,712 10,800
VAR. % 115,23% 70,72% 68,18% 125,56% 14,12% 26,59% 26,47% 1,52% 1,97% 3,92% 22,61% 22,96% 25,24% 28,42% 24,11% 24,87% 23,86% 66,00% 2,18% 2,11% 2,25% 3,24%
MERCATI
IL SOSTEGNO DI ICE ALLE DOP SUL MERCATO AUSTRALIANO
Èormai strutturale la collaborazione tra Ice Agenzia ed Assolatte per il sostegno all’export e all’internazionalizzazione delle imprese lattiero-casearie. Si sostanzia, da anni, in piani promozionali che vengono dispiegati in vari Paesi chiave per il nostro comparto. Vista l’attuale tendenza alla digitalizzazione, ulteriormente stimolata dalla pandemia, gran parte delle risorse messe in campo promuovono il made in Italy online, tra piattaforme e-commerce, influencer, key opinion leader e social media. In molti Paesi, comunque, permane forte l’attenzione anche alla promozione in-store, ovvero nel punto vendita fisico delle grandi catene distributive.
Naturalmente i formaggi, grandi protagonisti dell’export nazionale, sono al centro di queste iniziative promozionali. Così come lo sono, più nello specifico, i grandi formaggi Dop-Igp, che molto contribuiscono a spingere la reputazione del made in
Italy caseario all’estero. Un piano promozionale appena concluso ha riguardato il mercato australiano. Interessando i formaggi Asiago, Gorgonzola, Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Provolone e Taleggio, ai quali si è aggiunto il Mascarpone, non un’Indicazione Geografica, ma sempre più popolare all’estero. Tra i mesi di luglio e ottobre l’ufficio
Ice di Sydney ha svolto azioni lungo due direttrici. La prima riguardava la comunicazione online. Insistendo su più canali e in modo sinergico, ha portato in particolare alla creazione di un minisito dedicato alla campagna (www. madeinitalycheese.au), in cui poter trovare: la storia dei formaggi scelti per la campagna (Asiago, Gorgonzola, Grana Padano, Mascarpone, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Provolone e Taleggio); le ricette elaborate da Silvia Colloca, food blogger, attrice e presentatrice molto nota tra il pubblico australiano; consigli utili su come conservare i formaggi e preservarne le qualità; informazioni sulle certificazioni per la protezione della denominazione di origine; È stato inoltre pubblicato un articolo sul magazine Delicious e avviata, a promozione del minisito, un Facebook advertising.
L’EXPORT
IN VALORE DELL’ITALIA VERSO L’AUSTRALIA (FONTE ISTAT) 2021 ‘000 di euro
MOZZARELLA
BURRATA, RICOTTA E ALTRI FRESCHI ≤ 40% GRASSI
MASCARPONE E ALTRI FRESCHI > 40% GRASSI
GRATTUGIATI
GORGONZOLA
GRANA PADANO E PARMIGIANO REGGIANO
PECORINO
PROVOLONE
ASIAGO E SIMILI
TALEGGIO, ITALICO E SIMILI
ALTRI
47.370 2.201 504 2.457 2.804 2.785 22.951 3.259 4.395 720 415 4.881
18,7% 43,7% 49,9% 13,3% -0,4% -2,0% 16,4% 41,2% 29,2% 2,3% 47,9% 28,5%
la tipologia “gourmet/specialty food” e conta 26 punti vendita in Queensland e nel New South Wales, essendo nota per la selezione a prezzi premium e per l’ampia scelta
23.802 933 403 1.522 1.484 1.301 12.323 1.619 1.397 332 253 2.235
5,5% -21,3% 47,7% 26,4% 5,7% 0,3% 16,7 26,2% -26,6% -25,6% 15,9% -20,0%
di prodotti made in Italy. Queste iniziative hanno certamente contribuito a presidiare un mercato da sempre interessante per i nostri formaggi.
IGIENE & SICUREZZA RESIDUI DI FARMACI: LE MODALITÀ DEI CONTROLLI UFFICIALI
A PARTIRE DAL 2023, IL PCNP DI CIASCUN STATO MEMBRO UE DOVRÀ CONTENERE TRE DISTINTI PIANI PER LA RICERCA DI RESIDUI NEGLI ALIMENTI
L'attenzione dei consumatori è rivolta sempre più ai temi del benessere animale, all’utilizzo di farmaci e agli additivi che potrebbero interferire sulla sicurezza degli alimenti, aspetti che richiedono maggiori garanzie sulla qualità e salubrità dei prodotti sia alle imprese che alle autorità di controllo.
Standardizzazione delle procedure, trasparenza dei controlli basati sulla valutazione del rischio, piuttosto che sul rispetto formale di un numero di
campioni stabiliti a priori, sono i principi di carattere generale fissati dai nuovi regolamenti d’esecuzione della Commissione, emanati in applicazione dell’art. 19 del Reg.(UE) 2017/625 sui controlli ufficiali.
Il succitato provvedimento, infatti, ha ridisegnato la politica dei controlli ufficiali, abrogando talune direttive, come la Direttiva (CE) n. 23/1996, prevedendo piuttosto un approccio integrato nel piano nazionale pluriennale dei controlli ufficiali (Pcnp)
Con i Reg. (UE) 2022/1644 e 2022/1646 sono state dettate le modalità pratiche e uniformi di esecuzione dei controlli ufficiali per quanto riguarda l’uso di farmaci veterinari, additivi per mangimi, sostanze vietate in zootecnia e dei loro residui negli alimenti. Nulla di nuovo per quanto riguarda le definizioni di “campione ufficiale” e “residuo” che sono state riprese dalla precedente direttiva (CE) n. 23/1996, mentre vengono meglio definiti i concetti di:
“campionamento mirato”, quando questo viene effettuato al fine di ottenere la massima probabilità di individuare casi di non conformità; “campionamento sospetto”, in caso di sospettata o accertata non conformità a seguito di controlli per la ricerca di sostanze farmacologicamente attive di cui al Reg. (UE) 2019/2090; “campionamento aleatorio”, scelto in base a considerazioni statistiche allo scopo di
ottenere dati rappresentativi. Il Pcnp di ciascun Stato membro, a partire dal 2023, sulla base di quanto previsto dal Reg. (UE)2022/1646, dovrà contenere tre distinti piani per la ricerca dei residui: 1) legato alle produzioni interne di ciascuno Stato membro: basato sul rischio; 2) di sorveglianza della produzione: randomizzato; 3) di controllo delle importazioni da Paesi terzi: basato sul rischio.
Seppur sinteticamente, cercheremo di fornire alcune informazioni sulla loro strutturazione, limitandoci a esaminare le parti che interessano il settore lattierocaseario
Piano basato sulla valutazione del rischio
Per quanto riguarda il Piano predisposto sulla valutazione del rischio, limitandoci solo ai bovini, ovini e caprini e latte, il numero minimo di campioni da
Stilbeni Ag. antitiroidei Steroidi
Lattoni dell’acido resorcilico, compreso zeranolo ß -agonisti
Cloramfenicolo
Nitrofurani
Dimetridazolo, metronidazolo, ronidazolo ed altri Altre sostanze
Coloranti
Prodotti fitosanitari
Sostanze antimicrobiche Coccid., istomonastici ed altri antiparassitari
Ormoni proteici o peptidici
sedativi ed altri farmaci
Sostanze antimicrobiche
Insetticidi,fungicidi,antielmintici ed altri ag.antiparassitari
Tranquillanti
Antinfiammatori non steroidei (AINS), corticosteroidi e glucocorticosteroidi
Altre sostanze farmac. attive Coccidioistatici e istomonastici autorizzati, con tenori massimi e LMR stabiliti
LA TUA SCELTA CONTA
Le s de globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.
Ottima scelta.prelevare è il seguente: - bovini: almeno lo 0,25 % degli animali macellati (almeno il 25% dei campioni deve essere prelevato da animali vivi nell’azienda e almeno il 25% dei campioni al macello); - ovini e caprini: almeno lo 0,01% degli animali macellati per specie; - latte bovino, ovino e caprino: almeno 1 campione per 30.000 tonnellate di produzione annuale di latte per specie.
Spetta a ciascuno Stato membro la scelta delle combinazioni specie-prodotto/ molecola. Per una più facile lettura delle possibili combinazioni, si riporta in tabella quanto deducibile dagli allegati I e II del Reg. (UE) 2022/1644 tanto per la ricerca delle sostanze appartenenti al gruppo A che B (Tabella 1).
Per quanto riguarda i criteri per la strategia di campionamento degli Stati membri, si richiama l’attenzione su quelli che comportano una valutazione sul “rischio Osa”, in particolare: precedenti casi di non conformità dell’azienda o del produttore; non conformità individuate in controlli precedenti, circa l’utilizzo di farmaci veterinari o presenza di residui di sostanze non ammesse; stato sanitario degli allevamenti: mortalità, perdite di produzione ecc.; risultanze relative all’impiego di sostanze farmacologicamente attive; assenza di autocontrolli o presenza di autocontrolli non affidabili;
comprovata insufficienza della supervisione dell’azienda da parte dei veterinari; livello di applicazione e risultati degli autocontrolli relativi ai residui.
L’allegato I del Reg. (UE) 2022/1646 riporta la frequenza minima di campionamento per ciascun
Stato membro:
1 Per le sostanze del gruppo A a) Bovini: almeno lo 0,25% degli animali macellati (di cui almeno il 25% dei campioni deve essere prelevato in azienda e almeno il 25% dei campioni al macello).
b) Ovini e caprini: almeno lo 0,01% degli animali macellati per specie.
c) Latte bovino, ovino e caprino: almeno 1 campione per 30.000 tonnellate di produzione annuale di latte per specie;
2 Per le sostanze del gruppo B
a) Bovini: almeno lo 0,10% degli animali macellati.
b) Ovini e caprini: almeno lo 0,02% degli animali macellati per specie.
c) Latte bovino, ovino e caprino: almeno 1 campione per 30.000 tonnellate di produzione annuale di latte per specie.
Le percentuali relative agli animali vivi, a nostro avviso, continuano a sovraccaricare di controlli i Paesi che, come il nostro, introducono animali vivi da altri Paesi comunitari, quando il principio generale dei controlli è che questi dovrebbero essere fatti all’origine. Il risvolto positivo della medaglia è che così possiamo avere una maggiore conoscenza di quanto viene fatto in casa altrui.
Per il latte è chiaro che i numeri sono riferiti alla produzione e non alla trasformazione.
Certamente il compito del ministero della Salute e delle Regioni e Province autonome nella definizione della strategia dei campionamenti sarà senz’altro facilitato, grazie ai sistemi informativi messi in atto nel corso degli anni che fanno capo al Sistema Informativo veterinario: ricetta elettronica veterinaria, Classyfarm, Simam (Sistema Informativo Malattie Animali) e la raccolta dei controlli ufficiali svolti dalle Aziende sanitarie locali.
Un contributo importante, ai fini del rispetto delle norme, lo fornirà il Decreto legislativo 5 agosto 2022, n. 136 di attuazione del Reg. (UE) 2016/429 sulla sanità animale che introduce, anche per gli allevatori, l’obbligatorietà di una sorta di autocontrollo e di avvalersi di un veterinario come consulente nella sorveglianza e prevenzione delle malattie e uso del farmaco veterinario. Un sistema integrato informativo italiano che permette, se ben utilizzato, di avere un quadro di affidabilità nella scelta del campione.
Piano di sorveglianza della produzione randomizzato negli Stati membri Si tratta di un monitoraggio casuale che prevede il campionamento per la combinazione di sostanze del gruppo A per specie, prodotti e matrici che non sono stati presi in considerazione nell’ambito del Piano basato sulla valutazione del rischio; per quanto riguarda le sostanze del Gruppo B sono riportate in tab.1, colonne sulla sorveglianza(Sorv).
Il Reg. (UE) 2022/1644, in allegato IV riporta i criteri per la strategia del campionamento che deve essere aleatorio: per le sostanze del gruppo A, eseguito durante tutto il processo produttivo, con prelievo della matrice più idonea (escrementi e fluidi corporei, tessuti, prodotti e sottoprodotti di origine animale, sul loro mangime e acqua, ecc.);
per le sostanze del gruppo B, il campionamento deve essere eseguito unicamente su prodotti come carne fresca o congelata, frattaglie commestibili, uova, latte o miele (in una data il più possibile vicina a quella di produzione) che non abbiano subito ulteriori trasformazioni o miscelazioni.
Il numero minimo dei campioni, che devono essere distribuiti
tra le diverse specie e i diversi prodotti in funzione della produzione e del consumo nazionali, per l’Italia è di 1.050, contro i 1.450 della Germania e i 1.150 della Francia. Il 25% dei campioni prelevati nell’ambito di questo piano deve essere analizzato per le sostanze del gruppo A e il 75% per le sostanze del gruppo B.
Piano di controllo
normative Ue in materia di sostanze farmacologicamente attive, compreso il rispetto dei limiti massimi di residui e dei tenori massimi;
segnalazioni dei casi di non conformità di singoli operatori del settore alimentare o di importatori, attestate nel corso di precedenti controlli delle importazioni dello Stato membro.
delle
importazioni da Paesi terzi I controlli sull’uso delle sostanze autorizzate come medicinali veterinari o come additivi per mangimi, nonché delle sostanze vietate o non autorizzate e dei loro residui, sono effettuati presso i posti di controllo frontalieri (Pcf). Il numero minimo dei campioni fissato per le sostanze del gruppo A e B è: a) bovini (compresi animali vivi, carni, carni macinate, carni separate meccanicamente, preparazioni di carni e prodotti a base di carne): almeno il 7% delle partite importate; b) ovini/caprini (compresi animali vivi, carni, carni macinate, carni separate meccanicamente, preparazioni di carni e prodotti a base di carne): almeno il 3% delle partite importate; c) latte (compresi latte crudo, prodotti lattiero-caseari, colostro e prodotti a base di colostro di tutte le specie): almeno il 7% delle partite importate.
Anche per la stesura del piano dei controlli all’importazione da Paesi terzi bisogna tener conto delle:
combinazioni sostanza/ animale/prodotto riportatate in allegato II del Reg. (UE) 2022/1644;
notifiche Rasff per i residui negli alimenti importati ed esito dei controlli della Commissione in Paesi Terzi; garanzie offerte dall’importatore circa la conformità degli alimenti di origine animale importati;
Esulano da questo Piano i controlli effettuati in situazioni d’emergenza o stabiliti con decisione comunitaria e quelli che sono disposti a seguito di accordi di equivalenza con i Paesi terzi.
Conclusioni
I due regolamenti descritti, di fatto, dovrebbero permettere di avere un quadro omogeneo dei controlli ufficiali effettuati dagli Stati membri per la ricerca di residui di farmaci e di sostanze non autorizzate e loro residui, anche se qualche numero sulla ripartizione dei campioni all’interno dell’Ue non ci convince.
Rimangono esclusi dal controllo ufficiale le produzioni nazionali dei prodotti trasformati, partendo dal presupposto che sia sufficiente indagare la materia prima.
Rimangono fermi gli obblighi per gli Osa - sia quelli della produzione primaria che della
trasformazione, ai sensi dei Reg. (CE) n. 852/2004 e n. 853/2004 - di fornire le necessarie garanzie in merito all’assenza di residui di farmaci e sostante non consentite, se del caso adottando un piano di ricerca dei residui nella produzione post primaria e, al momento dell’acquisto della materia prima, partendo proprio dalle categorie di sostanze riportate nel Reg. (UE) 2022/1646. Sarà da chiarire, nei piani di controllo, il rapporto di questi e il Decreto legislativo n. 27/2021, in particolare per quanto riguarda il riscontro di eventuali positività e il diritto alla difesa. Riteniamo che i tre diversi piani rientrino a pieno titolo in quelle che sono definite “altre attività ufficiali”, quindi non rientranti nell’applicazione relativa alle modalità di prelievo, che dovranno essere definite nella stesura del i piani, ma soprattutto nell’applicazione degli art.7-8 del D.Lgs.27/2021. Infatti, dovrebbero essere considerate come attività tese all’accertamento generalizzato del rispetto delle norme e non di verifica diretta su uno o più operatori. Soltanto in caso di positività, si potrà applicare l’art. 137 e, successivamente, l’art. 138 del Reg.(UE) 2017/625 e relativi atti delegati e d’implementazione.
PRODUCIAMO E CONFEZIONIAMO LO YOGURT IN VASETTO SINGOLO PRESSO UN NOSTRO STABILIMENTO. SUCCESSIVAMENTE, PRESSO UN ALTRO STABILIMENTO, I SINGOLI VASETTI VENGONO ASSEMBLATI IN UNITÀ DI VENDITA MULTIPLE DA 4 VASETTI, MEDIANTE L’APPOSIZIONE DI UN CLUSTER ESTERNO. IL MARCHIO DI IDENTIFICAZIONE DA APPORRE SULL’ETICHETTA DEL CLUSTER A QUALE DEI DUE STABILIMENTI DEVE CORRISPONDERE?
L’INDICAZIONE “AFFUMICATURA CON LEGNO DI FAGGIO”, APPOSTA SULL’ETICHETTA DI UN PRODOTTO SOTTOPOSTO AD AFFUMICATURA NATURALE CON LEGNO DI FAGGIO È CORRETTA ALLA LUCE DELL’ALLEGATO VII, PARTE D (DESIGNAZIONE DEGLI AROMI NELL’ELENCO DEGLI INGREDIENTI) DEL REG. (UE) N. 1169/2011? OPPURE L’ETICHETTA VA IMPOSTATA INDICANDO L’AFFUMICATURA COME “AROMA” SOLO NELL'ELENCO INGREDIENTI, MEDIANTE L’USO DELLE DICITURE “AROMA DI AFFUMICATURA RICAVATO DA LEGNO DI FAGGIO” O “AROMA DI AFFUMICATURA”?
Le citate disposizioni del Reg. (UE) n. 1169/2011 si riferiscono specificatamente ed esclusivamente ai casi in cui nella preparazione dell’alimento siano stati impiegati “aromi” o “aromi di affumicatura “, così come definiti dal Reg. 1334/2008. Ingredienti, dunque, aggiunti sugli o negli alimenti per conferire specifiche note sensoriali
Sulla base di indicazioni fornite a suo tempo da servizi veterinari per un caso analogo, sul cluster deve apparire il marchio di identificazione dell’impianto che lo appone, mentre sul vasetto quello del produttore. È uno dei pochissimi casi di doppio marchio (es: di affumicato), il cui impiego deve essere segnalato ai consumatori onde evitare che essi possano confondere un prodotto affumicato tradizionalmente con fumo fresco da uno nel quale sono stati impiegati aromatizzanti di affumicatura.
Nel caso di affumicatura con metodi tradizionali (dunque, dove non sono stati aggiunti aromi di affumicatura, ma il prodotto è stato trattato sottoponendolo all’azione del fumo ottenuto dalla combustione del legno) è invece corretto evidenziare nella denominazione di vendita il trattamento subito dal prodotto (l’affumicatura), eventualmente specificando la tipologia di legno impiegato (“con legno di faggio”). Ciò in base all’Allegato VI, Parte A (indicazioni obbligatorie che devono accompagnare la denominazione dell’alimento) dello stesso Reg. (UE) n. 1169/2011.
UN CLIENTE CI CHIEDE DI APPORRE SULL’ETICHETTA DI UN NOSTRO ALIMENTO LA DICITURA “PRODOTTA PER …(RAGIONE SOCIALE DEL CLIENTE)… DA …(NOSTRA RAGIONE SOCIALE)…”. ABBIAMO DEI DUBBI SUL FATTO DI ACCOGLIERE TALE RICHIESTA PERCHÉ È VERO CHE L’ALIMENTO VIENE DA NOI CONFEZIONATO E COMMERCIALIZZATO, MA LA SUA PRODUZIONE È EFFETTUATA DA UN’IMPRESA TERZA. TALI DUBBI SONO FONDATI OPPURE NO?.
Se la vostra azienda si limita a confezionare il prodotto, la dicitura in questione non può essere apposta, perché fornirebbe un’indicazione falsa e indurrebbe in errore il consumatore.
La responsabilità di una tale indicazione ricadrebbe non solo sulla vostra azienda, ma anche sul cliente che ne chiede l’apposizione, giacché il terzo e il quinto paragrafo dell’art. 8
È POSSIBILE UTILIZZARE IN ETICHETTA IL MARCHIO DELL’IMPRESA, SEGUITO DALL’INDIRIZZO, AL POSTO DELLA RAGIONE SOCIALE COME INDICAZIONE ESAUSTIVA DEL RESPONSABILE, AI SENSI DELL’ARTICOLO 9, PARAGRAFO 1, LETTERA H, DEL REG. (UE) N. 1169/2011?.
La possibilità di poter continuare a usare, in luogo del suo nome/ragione sociale, un marchio d’impresa regolarmente
del Reg. (UE) n. 1169/2011 prevedono quanto segue: “3. Gli operatori del settore alimentare che non influiscono sulle informazioni relative agli alimenti non forniscono alimenti di cui conoscono o presumono, in base alle informazioni in loro possesso in qualità di professionisti, la non conformità alla normativa in materia di informazioni sugli alimenti applicabile e ai requisiti delle pertinenti disposizioni nazionali”. “5. Fatti salvi i paragrafi da 2 a 4, gli operatori del settore alimentare, nell’ambito delle imprese che controllano, assicurano e verificano la conformità ai requisiti previsti dalla normativa in materia di informazioni sugli alimenti e dalle pertinenti disposizioni nazionali attinenti alle loro attività”.
depositato o registrato presso gli uffici competenti, contenente il nome o la ragione sociale del soggetto responsabile (facoltà a suo tempo prevista dall’abrogato D.lgs. n. 109/1992) è stata riconosciuta, a determinate condizioni, dal ministero dello Sviluppo economico. Le condizioni sono stabilite nella Nota ministeriale prot. n. 0170164 del 30.9.2014 alla quale si rimanda.