SOMMARIO
AMARCORD
PAG. 4 A proposito di “made in...”
L’OPINIONE
PAG. 6 Prezzi: l’appello della liera produttiva europea di Paolo De Castro
MONDO ASSOLATTE
PAG. 10 Addio ad Antonio Zanetti, tra i protagonisti del nostro settore
ATTUALITÀ
PAG. 12 Il riesame Ue del programma “Latte nelle scuole” PAG. 16 News Eda ash PAG. 18 Fil: i temi del World Dairy Summit negli incontri a Nuova Delhi PAG. 22 Ue: continuano i lavori sulla certi cazione degli assorbimenti di carbonio
PAG. 28 News PAG. 40 Libri
ECONOMIA
PAG. 43 Il 36esimo rapporto Ice sul commercio estero
MERCATI
PAG. 53 Mercati emergenti: Medio Oriente e Nordafrica PAG. 60 In calo le esportazioni Ue di latte e derivati PAG. 62 Esportazioni italiane di latte PAG. 65 Borsa prezzi PAG. 66 Dop: confermato il successo di Grana Padano e Parmigiano Reggiano
IGIENE E SICUREZZA
PAG. 68 Il recepimento delle direttive Ue NORMATIVE
PAG. 72 L’esperto risponde
Organo uf ciale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF
EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648
Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-1987
Nelle prossime settimane, a Bruxelles si parlerà molto di prodotti Dop e Igp. Dopo la proposta della Commissione e la relazione dell’onorevole Paolo De Castro, infatti, si aprirà il dibattito europeo per le nuove regole sui prodotti a Indicazione geogra ca.
Alcune novità sono importanti e c’è una certa attesa per capire quale strada vorrà intraprendere l’Europa.
Un tema che verrà meglio regolamentato, per esempio, è legato alla tutela di Dop e Igp su internet. C’è certamente bisogno di regole più stringenti, anche in vista delle possibili evoluzioni della rete.
Altro tema strategico è quello della sostenibilità: tante aziende e tanti consorzi stanno già lavorando per aumentare la sostenibilità dei propri prodotti, ed è un bene che tale impegno possa essere esplicitato, così da divenire esempio per altri.
MONDO DEL
Si parla, poi, di un nuovo ruolo per Euipo, l’uf cio europeo di Alicante (Spagna) che si occupa e preoccupa della tutela della proprietà intellettuale.
La Commissione vorrebbe af dargli incarichi anche nel segmento delle Dop, ma ci sono molte preoccupazioni per le conseguenze che potrebbe portare un cambiamento così importante.
L’Europa, inoltre, vorrebbe rivedere le regole dei “gruppi di produttori”, af dando a quelli più rappresentativi incarichi più importanti.Assolatte è certamente a favore, a condizione che non si abbassi l’asticella: come si fa a ritenere rappresentativo chi raggruppa solo la metà della produzione o dei produttori? Il ruolo dei consorzi è importante, e altrettanto importante deve essere la loro capacità di radunare intorno a sé percentuali ben più signi cative. Altro tema sul quale Assolatte non ritiene si possa transigere è quello delle funzioni dei consorzi: tutela, vigilanza e promozione sono le funzioni chiave che hanno permesso al sistema Dop nazionale di diventare un faro nel panorama alimentare globale. Come ha ricordato il presidente Paolo Zanetti in Assemblea: squadra che vince non si cambia. Sarebbe davvero pericoloso fare il contrario.
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A PROPOSITO DI “MADE IN...”
GIÀ A FINE OTTOCENTO, UNA NORMA BRITANNICA STABILIVA CHE SULLE
L’indicazione dell’origine delle merci commercializzate in un Paese diverso da quello di produzione è un tema che non passa mai di moda.
Disposizioni in tal senso erano già previste dalla normativa inglese di ne ‘800. Come è possibile leggere sulle pagine di “Latte e Latticini”, periodico della Federazione Nazionale Fascista dell’Industria del Latte Derivati ed Af ni del 1927 “Le prescrizioni relative all’indicazione del Paese di origine sulle merci estere importate in Inghilterra sono contemplate nel Merchandise Marks Act, 1887… e rese più severe dal Merchandise Marks Act, 1926”.
Proseguendo nella lettura apprendiamo che “le merci fabbricate all’estero, che recano all’atto dell’importazione un nome o una marca di fabbrica, costituenti il nome o la marca di un fabbricante, o commerciante stabilito in Gran Bretagna, devono portare l’indicazione esatta del Paese di origine: made in…” Indicazione, quest’ultima, che però non era necessaria laddove “il nome del Paese di origine è indicato come quello del fabbricante o commerciante (es: John SmithItaly)”.
Con la revisione del 1926, tali regole furono estese in maniera da impedire che un grossista e il venditore al minuto potessero apporre il loro nome, marchio o marchio di altro fabbricante, grossista o negoziante inglese, sulle merci importate dall’estero se non apponendo anche il nome del Paese di origine
del prodotto o l’indicazione “foreign”. Disposizioni che non si applicavano tuttavia “agli imballaggi (involucri, etichette, rocchetti, ecc) di origine estera coi quali le merci fabbricate o prodotte nel Regno Unito dovranno essere vendute od esposte in vendita”.
In altri termini “devono recare l’indicazione del Paese di origine soltanto quelle merci che all’atto dell’importazione o all’atto della vendita, rechino un marchio o un nome qualsiasi che possa far loro attribuire origine britannica. Per le merci invece importate in Inghilterra, che non rechino alcun marchio o nessun’altra indicazione di questa natura, neppure sull’imballaggio, non occorre
l’indicazione dell’origine estera”. Nonostante siano passati oltre cent’anni e l’esperienza accumulata sull’indicazione di origine – tanto per esperienza nazionale, quanto estera – sia enorme, le imprese si trovano ancora a dover soddisfare dispositivi normativi su questo tema di diversa prevalenza e forza. A fronte di regole condivise in tutta la Comunità europea, si af ancano infatti anche normative nazionali. Chissà che i lavori in corso a livello comunitario possano mettere la parola “ ne” una volta per tutte su questo tema e permettere agli operatori di lavorare secondo le stesse regole, indipendentemente dal Paese di origine del prodotto.
PREZZI: L’APPELLO DELLA FILIERA PRODUTTIVA EUROPEA
di Paolo De CastroL’indice Fao dei prezzi delle materie prime alimentari è in calo da cinque mesi. L’indicatore dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari è sceso del 2%, pur attestandosi su un valore superiore del 23,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
I prezzi restano alti, e quella che viviamo potrebbe essere solo una parentesi se non si scioglie il nodo dei porti del Mar Nero, ma soprattutto il nodo che tiene legati gas e prezzo dei fertilizzanti e caro energia e impatto sulla produzione alimentare.
Sul primo punto, l’accordo del Mar Nero, dopo mesi di buon funzionamento - mentre
scriviamo queste righe - sta scricchiolando l’intesa per creare un corridoio sotto l’egida Onu e assicurare così il transito dei cereali. Il presidente Putin ha detto che vorrebbe rinegoziarlo, creando le condizioni per un aumento, anche se lieve, del prezzo del grano. Non c’è da sorprendersi se i mercati delle commodity, le materie prime, reagiscono così. Hanno sempre funzionato in questo modo, e la borsa del gas europea non funziona in modo tanto lontano da quelle dei cereali, anche di dimensione globale come la Cbot, a Chicago. Si tratta di mercati tutto sommato piccoli, nel senso che si scambia solo
una frazione minima della produzione mondiale e hanno pochi grandi fornitori. Ogni segnale da un grande player può provocare il panico, soprattutto nelle condizioni di instabilità in cui ci troviamo. La Federazione russa lo sa. C’è anche da sottolineare un risultato per niente scontato dei corridoi della solidarietà, aperti dall’Ue via terra. Da aprile in poi sono riusciti a far transitare verso il mercato unico 10 milioni di tonnellate di cereali. Il problema più grande non è tanto la distribuzione delle forniture alimentari, quanto il costo dell’energia, che continua a essere uno dei driver principali dell’in azione
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Lo spreco
Riciclabile nella carta Idoneo al contatto diretto con gli alimenti Termosaldabile Salvafreschezza Esibisce il prodotto Alta moda nero Alta moda bianco Termosaldabilenell’Ue. Nell’ultimo anno i costi di produzione del settore agroalimentare europeo sono aumentati notevolmente. Perché sono aumentati il gas naturale, l’elettricità, i fertilizzanti per i quali il gas è fonte energetica essenziale, il carburante per autotrazione, gli imballaggi e la manodopera esterna. Molti operatori stanno lottando per mantenere l’attività di fronte al rapido aumento dei costi e a eventi meteorologici estremi. Nel settore lattiero-caseario il trasferimento degli aumenti dalle materie prime ai prodotti di prima trasformazione - e quindi all’alimento naleassomiglia a un effetto valanga, con costi che crescono a ogni passaggio. Una valanga che si abbatte sugli agricoltori e sulle imprese dell’industria alimentare. L’appello alle istituzioni Ue a
fare presto per stabilizzare i prezzi è arrivato da tutta la liera produttiva europea.
Le associazioni di agricoltori, trasformatori intermedi e industria alimentare hanno lanciato un appello, chiarendo che gli ultimi aumenti dei prezzi dell’energia, in particolare del gas naturale e dell’elettricità, minacciano la continuità dei cicli di produzione e quindi la capacità di continuare a fornire materie prime agricole essenziali, ingredienti e prodotti alimentari e materie prime per mangimi.
Per questo, quando si parla di possibili tagli delle forniture, sarebbe opportuno indicare il settore agroalimentare come prioritario. La Commissione europea già lo ha fatto, nella sua gerarchia di criteri per individuare settori eventualmente soggetti a razionamento,
suggerendo ai governi di tenere l’agroalimentare al riparo da interventi di questo tipo.
Come accaduto anche in occasione di altre crisi, l’Ue può uscirne rafforzando conquiste come il mercato unico e la libera circolazione di prodotti, servizi e persone. Ma, vista la natura della crisi attuale, che insiste su un mercato molto meno integrato di quello, ad esempio, agroalimentare, diversamente dal passato oggi per reagire non basta stabilire nuove regole. Non ne abbiamo il tempo! Serve più che mai la volontà di cooperazione degli Stati. E la Commissione europea deve continuare a considerare l’agroalimentare come priorità, aiutando i governi a intervenire per abbassare i prezzi dell’energia e aumentare la liquidità sui mercati energetici, diversi care l’approvvigionamento, stimolare la produzione di energia sostenibile e sostenere la competitività degli operatori colpiti dagli aumenti.
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ASSOLATTE
ADDIO AD ANTONIO ZANETTI, TRA I PROTAGONISTI DEL NOSTRO SETTORE
Lo scorso agosto è venuto a mancare Antonio Zanetti, personaggio noto a tutti coloro che lavorano nel nostro settore, vero protagonista del mondo lattiero-caseario.
Generazione 1925, era entrato nell’azienda paterna a soli 21 anni, al ritorno dal campo di prigionia dove era stato rinchiuso per aver combattuto con gli alpini della Divisione Monterosa. Quando mise piede nello stabilimento di Marmirolo, la Zanetti lavorava solo una cinquantina di quintali di latte al giorno, ma era già un’importante realtà di riferimento per la stagionatura e il commercio dei formaggi “grana”.
L’arrivo di Antonio e – dopo qualche anno – del fratello Emilio, hanno dato il via a un lungo periodo di crescita, che ha portato la Zanetti a diventare una delle principali realtà industriali casearie del Paese, con nove stabilimenti, un fatturato che
supera i 500 milioni di euro, due terzi dei quali realizzati all’estero.
Per molti anni membro della Giunta di Assolatte, vicepresidente del Consorzio di tutela del Grana Padano, Antonio Zanetti ha ricoperto importanti incarichi anche nella Banca Agricola Mantovana.
Un uomo al quale tutti hanno sempre riconosciuto un eccezionale uto per gli affari, una grande capacità decisionale, una visione moderna dell’impresa Una vita dedicata all’azienda, alla famiglia e due grandi passioni: la montagna e l’Atalanta.
"È sempre stato presente –ha dichiarato il glio Attilio – trasmettendoci senso del dovere, passione e amore per il lavoro, ma anche coerenza e valori da trasmettere alle future generazioni". La glia Elena ha ricordato un padre severo, ma dotato di sensibilità e dolcezza, un uomo che ha
vissuto con curiosità, entusiasmo e passione. "Le massime e gli esempi che mi ha lasciato mi accompagneranno per tutta la vita", ha sottolineato in ne il nipote Paolo, presidente di Assolatte.
Ad Antonio il grazie e il saluto di Assolatte e di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di apprezzarlo umanamente e come imprenditore.
Antonio Zanetti in occasione del suo 90esimo compleanno, con una parte della sua famiglia. Da sinistra: Antonio Jr, Paolo, Guido, il sindaco di Marmirolo, Antonio, Attilio, Matteo, Carlo, la moglie Gisella e il fratello Emilio Zanetti
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IL RIESAME UE DEL PROGRAMMA “LATTE NELLE SCUOLE”
di Maria LibertiniContinuano i lavori per la revisione del programma “latte nelle scuole”, con la seconda fase della consultazione pubblica della Commissione europea e analisi rivolte a meglio comprendere il funzionamento delle attuali
regole, per migliorarle. In particolare, il Parlamento europeo si sta concentrando su una relazione, a supporto della quale è stato prodotto uno studio che dimostra il valore aggiunto del programma per una dieta sana e per abitudini
alimentari corrette. Responsabile di questo dossier è il belga Marc Tarabella, con l’italiano Salvatore De Meo e l’austriaca Sarah Wiener. Uno dei temi evidenziati è quello dell’eccessiva eterogeneità di comportamento e di regole tra
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i diversi Paesi e dei numerosi cavilli, problemi che riducono l’ef cacia del programma. Eda, che ha dato il proprio contributo ai lavori, ha sottolineato alcuni aspetti di notevole rilievo.
Prima di tutto ha ricordato che il consumo di latte e di prodotti lattiero-caseari è fondamentale per la corretta assunzione di sostanze nutritive. Chi impara a bere latte e consumare prodotti lattiero-caseari in giovane età continua a farlo in età adulta. Il programma, quindi, assume anche una dimensione educativa, trasmettendo alle nuove generazioni i bene ci dei prodotti lattiero-caseari e avvicinando i bambini a uno stile di vita sano
Un bicchiere di latte servito a scuola, insiste Eda, contribuisce in modo sostanziale all’assunzione di nutrienti chiave per i bambini. Chi non si nutre di prodotti lattiero-caseari o
ne assume in quantità ridotte rischia, cioè, di essere de citario di nutrienti tanto importanti e presenti in ciò che deriva dal latte. Pertanto, sostiene l’associazione europea, sarebbe opportuno ampliare la gamma di prodotti previsti dal programma, inserendo formaggi e yogurt. L’associazione, inoltre, ritiene che sarebbe utile prevedere la distribuzione anche di prodotti lattieri zuccherati, ovviamente nel rispetto delle linee guida dietetiche dei diversi Stati membri. Molti studi, infatti, hanno dimostrato che è meglio assumere latte aromatizzato piuttosto che non assumere latte e derivati.
Altro aspetto sottolineato da Eda è quello delle dif coltà burocratiche e degli oneri amministrativi di cui bisogna farsi carico per partecipare al programma. È tutto tremendamente complesso e di dif cile applicazione, con la
conseguenza che la maggior parte degli sforzi delle aziende e degli enti coinvolti è diretta alla gestione più che alla promozione dei prodotti in questione. In ne, va corretto l’aspetto distributivo: i fondi, infatti, coprono solo il valore dei prodotti, non la loro distribuzione, che è particolarmente onerosa per i prodotti freschi, con la conseguenza che alcune scuole rinunciano a partecipare. E bisognerebbe permettere il trasferimento delle risorse non impiegate dai Paesi dove non vengono pienamente utilizzate a quelli che superano il budget assegnato Queste, per l’industria lattierocasearia europea, le ragioni per le quali il programma non riesce ad esprimere il suo pieno potenziale, mentre sarebbe molto importante che permettesse il pieno utilizzo delle risorse.
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ATTUALITÀ EDA FLASH
SISTEMA NUTRI-SCORE: SEMPLICISTICO E DISCRIMINANTE
Alla luce dei recenti sviluppi sulla proposta di un sistema unico di etichettatura nutrizionale fronte-pacco, Eda ha recentemente incontrato la Commissione per approfondire le incongruenze del sistema francese a semaforo.
Il Nutri-Score - lo diciamo da sempre - è un sistema semplicistico, che classi ca gli alimenti sulla base di una scala cromatica, in base al loro contenuto di calorie, grassi saturi, sodio e zucchero.
Il sistema non tiene conto del reale valore nutrizionale dei latticini, in particolare dei formaggi.
Il Comitato scienti co del Nutri-Score ha recentemente proposto alcuni adattamenti per i formaggi con un contenuto ridotto di sale, dando maggior valore all'elevato contenuto di calcio dei prodotti caseari. Tuttavia, le modi che si dimostrano insuf cienti e i formaggi continuerebbero a ottenere un punteggio che non ri ette il loro vero valore.
ETICHETTATURA D’ORIGINE: WORK IN PROGRESS
La Commissione europea è al lavoro per proporre una norma che estenderà l’obbligo dell'indicazione dell'origine al latte. La valutazione d'impatto a sostegno della proposta dovrebbe, infatti, essere presentata nelle prossime settimane.
Per Eda si tratta di una decisione grave, assunta nonostante i servizi competenti della Commissione non abbiano mai dimostrato – prove alla mano – che questo tipo di etichettatura contribuisca a raggiungere gli obiettivi del Green Deal.
EDA ORGANIZZA UN INCONTRO CON GLI IMPORTATORI USA DI FORMAGGI
In occasione del Sial, manifestazione che si tiene nei prossimi giorni a Parigi, l'Eda organizza un incontro della sua Task force Trade con la Cheese Importers Association of America (Ciaa) e con l'International Cheese Council of Canada.
"Abbiamo un rapporto di ducia di lunga data con i nostri partner transatlantici e l'edizione 2022 del Sial di Parigi è sicuramente il momento ideale per uno scambio di informazioni sulla politica e sul mercato" ha dichiarato il presidente dell'Eda Giuseppe Ambrosi.
Guidata dal Commissario all'Agricoltura Janusz Wojciechowski, una delegazione di rappresentanti europei del settore lattierocaseario ha recentemente partecipato a una missione commerciale per la promozione dei prodotti agricoli europei in Vietnam e Singapore. Si tratta di mercati che offrono opportunità signi cative per le aziende, in un contesto internazionale molto competitivo.
“97 Milk” è una campagna realizzata dai farmer americani per promuovere il latte. Lanciata come piattaforma educativa, "97 Milk" è un'ottima fonte di informazioni per conoscere il latte e i bene ci che apporta naturalmente all’organismo.
LA MISSIONE COMMERCIALE DELL'UE IN VIETNAM E SINGAPORE
LA CAMPAGNA "97 MILK" PER PROMUOVERE IL LATTE INTERO
TEMI DEL WORLD DAIRY SUMMIT NEGLI INCONTRI A NUOVA DELHI
I
Lo scorso settembre si è tenuto a New Delhi l’Idf World Dairy Summit 2022, l’appuntamento annuale più atteso e partecipato della Federazione Internazionale del Latte, con un programma di conferenze su tantissime tematiche di interesse per il settore lattiero-caseario. Nei giorni precedenti l’evento si sono svolti gli incontri riservati
agli esperti nazionali. Molti i temi in discussione sui quali gli esperti hanno avuto modo di confrontarsi per un avanzamento dei rispettivi dossier. Tra questi, il lavoro condotto dallo Standing Committee on Standards of Identity and Labelling tiene monitorati gli sviluppi normativi e le questioni emergenti, così come segue e contribuisce ai
lavori Codex, quali ad esempio quelli relativi alle nuove fonti alimentari e sistemi di produzione. Su quest’ultimo tema, grande attenzione viene posta al rispetto e corretto rinvio dei testi al General Standard for the Use of Dairy Terms (Gsudt) e ai precedenti standard Codex per garantire il corretto allineamento delle norme.
Altro tema riguardante il Codex è la potenziale de nizione di linee guida sulle dichiarazioni di sostenibilità; lavoro sul quale l’Action Team sull’etichettatura ambientale è impegnato per lo sviluppo di principi guida. Quasi a termine, inoltre, il lavoro riguardante la protezione dei termini lattiero-caseari. Nel 2020, la Federazione ha concluso la revisione del Bollettino Idf sulla spiegazione del Gsudt (Bollettino 507/2020). Il lavoro in corso ora riguarda, invece, le modalità con cui il Gsudt è stato tradotto nelle politiche nazionali.
La Task Force multidisciplinare sugli alimenti ultra-elaborati (Upf) - istituita tre anni fa per analizzare come i prodotti lattiero-caseari sono classi cati all’interno delle categorie di alimenti ultra-trasformati e per fornire supporto alla Federazione e ai suoi membri su come rispondere a qualsiasi pubblicazione e/o raccomandazione negativa su questo tema - ha prodotto documenti scienti camente fondati sul ruolo critico dei latticini nella dieta e per la salute umana e sui processi applicati ai prodotti lattierocaseari legati alla sicurezza e alla qualità, concludendo il proprio mandato. L’uso del concetto di “ultra-processato” per classi care gli alimenti come malsani rimane però in cima a molte agende sia a livello nazionale che internazionale. In discussione, quindi, l’istituzione di un meccanismo per monitorarne gli sviluppi.
I preparativi per il simposio 2023
Dopo il successo del secondo simposio sulla nutrizione lattiero-casearia e la salute, tenutosi lo scorso maggio con lo conduttore la nutrizione per tutta la durata della vita, gli esperti dello Standing Committee on Nutrition and Health sono già al lavoro per l’edizione 2023 che sarà
mantenuta come un incontro virtuale per raggiungere il pubblico globale
Sotto la lente degli esperti di nutrizione nei mesi scorsi anche il rapporto Fao sugli indicatori nutrizionali per le diete sostenibili, pubblicato a ne 2021. Il rapporto, infatti, evidenzia l’intricata complessità dei nutritional Life Cycle Assessment (nLCA) e mette abbondantemente in chiaro che confrontare i dati LCA degli alimenti su una semplice unità funzionale basata sulla massa o sul volume non è fattibile e porterà a risultati altamente controversi, poiché viene fornito un quadro incompleto del contributo di un alimento a sistemi alimentari sostenibili. Mentre il rapporto conclude che il dominio della nutrizione e della salute dovrebbe essere considerato, con uno studio nLCA dovrebbero essere riportate le quantità di quanti più nutrienti essenziali possibile e si dovrebbe mirare a fornire informazioni sulla qualità nutrizionale e/o sugli impatti sulla salute, oltre alle quantità di nutrienti. Tuttavia, la strada verso una migliore pratica per gli nLCA, in termini di quali unità funzionali o quali categorie di impatto dovrebbero essere utilizzate, rimane aperta e gli esperti Fil sono impegnati a discutere i passi futuri da farsi. Altri temi di stampo nutrizionale riguardano poi i progressi del lavoro nei programmi di latte nelle scuole, i prodotti lattiero-caseari zuccherati e le questioni Codex come il lavoro in corso sugli acidi grassi trans (Tfa). Anche la necessità di lavorare sulla matrice lattierocasearia, de nendone i bene ci, è oggetto di attenzione del Comitato di lavoro.
I lavori sulle tecnologie digitali Nei mesi scorsi si è concluso il lavoro assegnato agli esperti della Task force sulle tecnologie digitali, il cui compito era di identi care le
soluzioni tecnologiche digitali emergenti con potenziale per guidare il progresso nel settore lattiero-caseario e le modalità migliori per informare il settore e i principali opinion leader su questi attraverso canali appropriati. Su questo tema si è però ritenuto che sarebbero stati necessari ulteriori lavori. Nuove proposte di lavoro saranno, quindi, sottoposte all’approvazione del Comitato scienti co della Federazione. In ne, vale la pena evidenziare il costante monitoraggio degli esperti Fil sulle raccomandazioni dell’Oms che ha portato la Federazione ad intervenire nella consultazione avviata dall’organizzazione internazionale sul documento di linea guida sulle politiche per proteggere i bambini dall’impatto dannoso del marketing alimentare; documento che comprende elementi di progettazione delle politiche per migliorare l’ef cacia delle misure
In tale occasione l’Idf ha evidenziato la classi cazione fuorviante dei prodotti lattierocaseari, con connotazioni come cibi malsani ed espresso disaccordo con l’uso di modelli di pro lo nutrizionale come unico approccio per classi care gli alimenti, senza il contesto delle linee guida dietetiche.
La classi cazione degli alimenti attraverso la sola pro lazione dei nutrienti rischia infatti di travisare l’associazione tra prodotti lattiero-caseari nutrienti, ad esempio latte, formaggio e yogurt, e risultati sulla salute. L’Idf ha inoltre colto l’occasione per sottolineare come i latticini aiutino i bambini a soddisfare il loro fabbisogno giornaliero di nutrienti e siano una componente vitale di modelli dietetici sani.
Questi e molti altri temi sono stati al centro degli incontri tecnici dello scorso settembre, nonché fondamento di nuove discussioni e sviluppi.
ATTUALITÀ UE
CONTINUANO I LAVORI SULLA CERTIFICAZIONE DEGLI ASSORBIMENTI DI CARBONIO
Una delle iniziative del Green Deal riguarda la certi cazione degli assorbimenti di carbonio. Una proposta della Commissione su questo delicato tema è prevista nelle prossime settimane; nel corso del prossimo anno, poi, il testo sarà sottoposto al consueto iter legislativo, con il dialogo tra le istituzioni comunitarie. Il documento dell’esecutivo europeo propone la creazione di un quadro normativo che promuova l'agricoltura del carbonio su larga scala, favorendo il sequestro di questo gas con la nascita di nuove catene del valore per la cattura, il riciclaggio, il trasporto e lo stoccaggio sostenibile del carbonio.
Avere uno standard e un quadro di certi cazione af dabili sarebbe importante: in agricoltura, infatti, le emissioni non possono essere evitate e la concentrazione ambientale di CO2 rimarrà elevata anche quando si sarà raggiunta la
neutralità carbonica. Secondo le anticipazioni raccolte da Assolatte, la Commissione Ue non sembra intenzionata a regolamentare le modalità di utilizzo dei certi cati, ma solo la loro produzione. Per il momento, quindi, saranno stabiliti solo i principi generali e il quadro di riferimento; in una seconda fase, saranno messe a punto speci che metodologie, da aggiornare ogni 5-10 anni. Nella sua versione attuale, la proposta non impone che l’assorbimento della CO2 resti con nato all'interno della liera che l'ha prodotta, con il rischio di una forte concorrenza tra settori diversi, a discapito del raggiungimento degli obiettivi climatici di alcuni comparti. È anche vero, però, che ci sono aspetti che fanno immaginare una maggior facilità di mantenimento del processo e dei suoi bene ci all’interno della medesima catena del valore. Ad esempio,
i certi cati saranno registrati per evitare doppi conteggi; la compensazione in settori diversi da quello agroalimentare potrebbe creare problemi di reputazione di una delle parti; inoltre, sarebbe più facile cedere i propri crediti ai propri clienti piuttosto che ad estranei. Ancora, la produzione di crediti di qualità superiore e più costosi potrebbe contribuire a mantenerli all'interno della catena del valore, in quanto gli attori nella liera sarebbero maggiormente consapevoli e trarrebbero maggiori bene ci dagli assorbimenti rispetto alle parti terze.
L'obiettivo, comunque, è l'assorbimento netto di carbonio; i terreni che sono fonte di emissioni, ma hanno il potenziale per diventare pozzi di assorbimento, potrebbero rientrare nell'ambito di applicazione. Se un'attività, oltre a permettere la rimozione della CO2, ha altri effetti positivi sul clima, come ad esempio
ANCHE DOPO L'ADOZIONE DEL QUADRO LEGISLATIVO, CI VORRÀ TEMPO PER METTERE A PUNTO LE MODALITÀ DI UTILIZZO di Maria LibertiniGabriel JimenezUnsplash
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Da oggi Parmalat dà più valore al suo latte classico di sempre, arricchendolo con la vitamina D. Questa preziosa vitamina contribuisce al normale assorbimento e utilizzo del calcio, ai suoi normali livelli nel sangue e al mantenimento di ossa e denti normali. La vitamina D contribuisce anche alla normale funzione del sistema immunitario e in molti altri processi dell’organismo. Tutto questo, mantenendo il buon gusto di sempre del miglior latte selezionato.
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un minor uso di fertilizzanti, tali ultimi effetti saranno valutati come co-bene ci, ma non saranno certi cati. Esistono diversi tipi di certi cati e mercati volontari del carbonio, c'è molta scelta, ma spesso non abbastanza trasparenza su come vengano ottenuti i crediti. Sono quindi necessari certi cati di qualità superiore, caratteristica fortemente connessa all’elemento della “permanenza”. Ci sono alcuni settori nei quali lo stoccaggio è permanente (per esempio, nel sottosuolo) e altri, come l’agricoltura, dove non è possibile garantire la permanenza. È preferibile, quindi, chiedere all’agricoltura di impegnarsi per periodi di tempo brevi, prevedendo un rinnovo frequente dei certi cati. Restano, in ne, molte incertezze rispetto all’aspetto dell’addizionalità: i crediti di carbonio devono rappresentare
riduzioni o sequestro di emissioni di CO2 che non si sarebbero altrimenti veri cati in assenza della cessione dei crediti. Se la rimozione è permanente, l'agricoltura del carbonio è meno costosa e presenta molti co-bene ci ambientali, ma l'addizionalità è più dif cile da dimostrare. Vi è tra l’altro il rischio che alcune iniziative possano rientrare in un eco-schema nazionale ed essere escluse dalle certi cazioni. Infatti, se in aggiunta al pagamento nell’ambito di un eco-schema si richiedesse una compensazione supplementare sul mercato del carbonio, il tutto si tradurrebbe in doppio pagamento.
Diversa la situazione in cui l’operatore decidesse di vendere prodotti certi cati ai consumatori a un prezzo premium, che non costituirebbe un doppio pagamento.
È evidente che molti aspetti
non sono stati ancora de niti, o che la Commissione ha preferito mantenere una certa riservatezza. Si dovrà, quindi, attendere la pubblicazione della proposta per trovare le risposte a molti interrogativi.
Il settore lattiero-caseario europeo ritiene che la lista degli esempi di pratiche di agricoltura del carbonio dovrebbe essere estesa, al ne di includere pratiche agricole e settori che hanno un impatto positivo sul clima. Questo aiuterà a creare una reale opportunità di business per chi voglia contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici.
In ne, è evidente che la certi cazione degli assorbimenti di carbonio è una strada ancora lunga e tortuosa, e ci vorrà tempo anche dopo l’adozione del quadro legislativo per giungere a speci che metodologie e mettere in pratica le nuove norme.
Infor: massimizzare la visibilità sulla supply chain per raggiungere l’eccellenza operativa
Carenza di personale e di competenze, container marittimi bloccati nei porti e aumento dei costi di trasporto, oltre all'incremento dei prezzi delle materie prime, rendono dif cile per le aziende del settore alimentare soddisfare la domanda dei consumatori e mantenere la pro ttabilità. Ma come si può fronteggiare una disruption che sta diventando il new normal? Con una maggiore essibilità e agilità lungo tutta la supply chain, una visibilità completa e una rinnovata attenzione alla creazione di supply chain più intelligenti, per adattarsi rapidamente ed ef cacemente ai cambiamenti della domanda. È questo il caso di Kalsec, produttore leader mondiale nel settore Food&Beverage di soluzioni sensoriali per un gusto naturale. Con otto sedi nel mondo e clienti in oltre 80 Paesi, Kalsec ha sviluppato supply chain ampie e complesse, gestendo migliaia di ingredienti, formulazioni di produzione e prodotti. Tuttavia, i sistemi eterogenei in uso nelle diverse region rendevano sempre più dif cile ottenere una visione in tempo reale delle attività globali.
"Abbiamo implementato il sistema ERP Infor M3 e il sistema di gestione del ciclo di vita del prodotto, Infor PLM for Process
(Optiva), in tutte le nostre sedi globali, non solo per mettere in collegamento tutte le region, ma anche per avere un'unica fonte di informazione per i nostri principali processi aziendali", ha spiegato Robert Wheeler, Executive Vice President - Chief Supply Chain Of cer di Kalsec. Il sistema ERP aiuta a gestire l'inventario in ogni sede e permette di disporre di una visibilità in tempo reale sull'intera supply chain, dalle ricevute in sospeso dei fornitori alle spedizioni ai clienti.
"Questa tecnologia ci fornisce gli insight di cui abbiamo bisogno per prendere decisioni rapide e informate, il che, naturalmente, rappresenta la chiave per costruire un'azienda agile", ha aggiunto Wheeler.
Inoltre, questo livello di supervisione e visibilità contribuisce a identi care dove si trovano le inef cienze e i colli di bottiglia, consentendo di attuare le misure necessarie prima che questi in uiscano sulle attività. Kalsec aveva bisogno di un sistema in grado di interfacciarsi con altre applicazioni chiave per snellire i processi e migliorare i tempi di risposta ai clienti. Questo obiettivo
è stato raggiunto attraverso sistemi completamente integrati, eliminando la necessità di duplicare l'inserimento dei dati, un processo che richiede molto tempo e soggetto a errori. Per gli aspetti fondamentali di qualsiasi azienda del settore, come garantire la conformità normativa in materia di salute e sicurezza, questa capacità è fondamentale, in quanto assicura non solo una maggiore accuratezza delle informazioni, ma anche un'accelerazione degli oneri amministrativi che sono parte integrante dell'attività nell'industria alimentare e delle bevande a livello internazionale. Quando si tratta di soddisfare la domanda dei clienti, il giusto sistema ERP può fare la differenza. L'accesso tempestivo a livelli di scorte e inventari accurati e le capacità di previsione consentono a un'azienda alimentare di garantire l'evasione degli ordini, attuando misure correttive quando necessario, come nel caso di ritardi nelle consegne degli ingredienti. Inoltre, le decisioni di acquisto possono essere prese sulla base di condizioni di magazzino precise. È la trasformazione delle informazioni in insight che permette tutto questo: le aziende sono in grado di prendere decisioni solide, sapendo che sono basate su informazioni accurate, aggiornate e contestualizzate.
È questo che rende un'azienda agile, grazie alla resilienza della supply chain e all'intuizione e alla lungimiranza che i sistemi giusti possono fornire.
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Le s de globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.
Ottima scelta.PECORINO ROMANO DOP, UNA MERAVIGLIA TUTTA ITALIANA
Tra le eccellenze della gastronomia italiana, il Pecorino Romano DOP è uno dei prodotti del Belpaese che il mondo ci invidia. Dal gusto aromatico, intenso e dolcemente piccante, si gusta in purezza, ma si sposa anche con una moltitudine di altri sapori. Il Pecorino Romano DOP ha origini antichissime nell’alto Lazio, ma si è sviluppato da ne ‘800 in Sardegna, dove ha raggiunto la sua massima espressione di notorietà e successo.
In ambito nazionale e comunitario è il formaggio di latte di pecora DOP più importante sia in termini quantitativi che di valore generato; viene prodotto per il 95% in Sardegna e per il restante 5% fra Lazio e Provincia di Grosseto. Nel sistema delle DOP rappresenta il 52% delle DOP derivanti dal latte ovino nell’UE. Il suo sistema produttivo coinvolge 12.000 aziende zootecniche, circa 25.000 addetti complessivi e 40 casei ci produttori.
“Il valore annuale al commercio è attualmente di 600 milioni di euro. All’importante mercato italiano, sul quale punta da sempre il Consorzio del Pecorino Romano DOP, si unisce l’export, che rappresenta la voce principale nella composizione del suo valore commerciale”, dice il presidente del Consorzio di tutela, Gianni Maoddi. “L’export del prodotto è pari al 70% del totale, la principale zona del mondo dove la produzione viene destinata sono gli Stati Uniti, con il 52%, seguiti dall’Unione europea, con il 24%, ai quali si aggiungono il Giappone, il Canada e l’Australia”. Tra i maggiori investimenti del
Consorzio del Pecorino Romano DOP vi sono gli 11 milioni di euro in cinque anni per progetti che vanno dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Germania al Canada, dalla Francia al Regno Unito e all’Italia. Ora, a oltre quarant’anni dalla nascita (28 novembre 1979), il Consorzio punta anche su nuove tipologie per conquistare mercati internazionali diversi. Ed ecco il Pecorino Romano Extra, a basso contenuto di sale (non più del 3,5% di componente salina), il Riserva, con una stagionatura di almeno 14 mesi ( no a 18-2024-30 mesi) e il Montagna, con allevamento al di sopra dei 600 metri. Fra le novità più gustose e succulente c’è lo “Snackorino”, un pezzetto da circa 20 grammi di pecorino romano, confezionato singolarmente: più o meno la stessa dimensione dell'oncia da 27 grammi che veniva distribuita come razione quotidiana ai legionari romani e restituiva loro vigore, una iniezione di energia e anche di facile digestione. In più, è naturalmente privo di lattosio. Il Pecorino Romano DOP è stato uno dei primi formaggi italiani a ottenere riconoscimenti nazionali e internazionali: dalla convenzione di Stresa nel 1951, alla denominazione d’origine tutelata del 1955, alla denominazione di origine protetta nel 1996. Dal sistema di allevamento no al confezionamento e alla commercializzazione dei prodotti, tutte le regole del Disciplinare di produzione del prodotto DOP devono essere rigorosamente rispettate, per ottenere il riconoscimento di qualità europeo e offrire così ai consumatori un prodotto inimitabile, non riproducibile al di fuori dell’area geogra ca
di designazione. “Visti gli innumerevoli tentativi di imitazione, il Consorzio è fortemente e costantemente impegnato a combattere con durezza la contraffazione, perché l’Italian sounding è un danno enorme sia per il prodotto che per l’economia che genera”, spiega Maoddi.
Le recenti quotazioni di mercato no a 12-13 euro al chilo all’ingrosso garantiscono un'adeguata remunerazione del latte, a garanzia degli allevatori. “La ripresa delle ere internazionali, dopo lo stop imposto dalla pandemia, ci ha fatti ripartire con entusiasmo alla conquista di nuovi mercati, tenendo i piedi ben saldi nella tradizione che ha reso grande il Pecorino Romano e con lo sguardo all’innovazione che vogliamo sia un forte valore aggiunto”, conclude Maoddi.
DECOLLA LA PRODUZIONE DI PARMIGIANO REGGIANO DI MONTAGNA: +12% DAL 2016 AL 2021
Grazie a una politica di rilancio articolata in importanti interventi, il Consorzio del Parmigiano Reggiano Dop ha stimolato la produzione del Parmigiano Reggiano in Montagna, invertendo una tendenza alla decrescita che aveva colpito il comparto no al 2014.
Infatti, nonostante la Dop possa vantare una biodiversità unica data dalla produzione di latte - con quattro razze bovine diverse, di cui tre autoctone del territorio, una produzione da agricoltura bio e quella di montagna - nel decennio 20002010 nei territori di montagna dell’area di produzione si è assistito alla chiusura di 60 casei ci, con una riduzione del 10% di produzione del latte. De cit che è stato azzerato dal 2014 a oggi, grazie all’avvio del Piano di Regolazione
offerta che, tra le altre misure, ha previsto sconti speci ci per i produttori e i casei ci ubicati in zone di montagna e il bacino “montagna” per le quote latte.
Secondo i dati forniti dal Consorzio, tra il 2016 e il 2021 la produzione di forme di Parmigiano Reggiano Prodotto di Montagna è aumentata del 12% rispetto al 2014. Nello stesso periodo è cresciuta a doppia cifra (+15%) anche la produzione di latte. Un chiaro segno che la strategia di rilancio e valorizzazione studiata dal Consorzio sta funzionando. Il Parmigiano Reggiano continua a essere il più importante prodotto Dop ottenuto in montagna: basti pensare che nel 2021 oltre il 20% della produzione totale della Dop, circa 850.000 forme, si è concentrata negli
oltre 87 casei ci di Montagna sparsi tra le province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna. Sono 915 gli allevatori coinvolti, per una produzione annuale di 4,35 milioni di quintali di latte.
SUCCESSO IN GDO PER IL PUZZONE DI MOENA DOP
Cresce l’interesse per i formaggi tipici trentini. E soprattutto per il Puzzone Dop, che ha registrato un aumento del 10% delle vendite in Gdo nel corso dell’ultimo anno, raggiungendo all’incirca i 4 milioni di euro. Per il 50% si tratta di formaggio confezionato in atmosfera modi cata. Il Puzzone Dop può essere commercializzato in tre versioni: fresco (90 giorni di maturazione), stagionato (5 mesi) e stravecchio (10 mesi). C’è poi il Puzzone di Moena di malga, realizzato solo con il latte di malga, munto da giugno a settembre.
A produrre il Puzzone di Moena Dop sono quattro
casei ci sociali: Val di Fiemme, Primiero, Val di Fassa, Predazzo e Moena. Qust’ultimo è il più rilevante, visto che realizza il 90% dei volumi della Dop. Delle 40mila forme che produce ogni anno (pari a 54mila quintali di latte), circa 33mila vengono conferite al Con.ca.s.t Consorzio dei Casei ci Sociali del Trentino. È, infatti, questa struttura a occuparsi in toto della commercializzazione del Puzzone Dop, mentre ai produttori è riservata la possibilità di effettuare la vendita diretta presso i propri spacci, nelle proprie zone di appartenenza o nel canale Horeca.
Per far conoscere e apprezzare questo straordinario formaggio, legandolo al territorio in cui nasce, dal 15 al 18 settembre 2022 a Moena, Soraga e Predazzo si è tenuto il Festival del Puzzone di Moena Dop, con un calendario ricco di appuntamenti: dal pranzo diffuso gourmet da assaporare a bordo di una carrozza al tour per famiglie sul Treno del Gusto, dalla caccia al tesoro a tema tra le vie di Moena no al Trekking del Puzzone. Il tutto con ben due desmontegade, per festeggiare il ritorno di animali e allevatori dagli alpeggi estivi con musica, folklore, i piatti della cucina ladina e il tradizionale taglio delle cinque forme Dop.
IL BENESSERE ANIMALE AL CENTRO DELL’IMPEGNO DI DALTERFOOD GROUP
Sostenibilità di liera e benessere animale vanno di pari passo per DalterFood Group. Un impegno concreto che ha permesso all’azienda capogruppo della liera del Parmigiano Reggiano di ottenere per due anni consecutivi la certi cazione volontaria per il benessere animale secondo il protocollo di Classyfarm, tra le prime nel comprensorio del Parmigiano Reggiano.
Chi consuma questo prodotto, vanto della tradizione casearia italiana, ha la garanzia che il latte utilizzato per produrlo provenga solo da stalle che rispettano determinate caratteristiche. Negli allevamenti del Gruppo si rispettano le “5 libertà sul benessere animale”, riconosciute anche in sede europea: libertà
dalla fame, dalla sete e dalla cattiva nutrizione; libertà dai disagi ambientali; libertà dalle malattie e dalle ferite; libertà di poter manifestare le caratteristiche comportamentali speci che e libertà dalla paura e dallo stress.
La certi cazione, rilasciata da Certiquality, segue il protocollo Classyfarm, il Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale, un ente riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, che rappresenta il documento di riferimento in Italia su questo tema, in assenza di uno standard europeo. Per conseguirla, le aziende agricole selezionate da DalterFood Group hanno dovuto superare anche controlli riguardanti il management
aziendale e la formazione del personale, oltre a quelli relativi allo stato di conservazione e all’igiene delle strutture, così come sulle attrezzature e sulle politiche di biosicurezza.
Non solo: il Parmigiano Reggiano di DalterFood Group ha anche ottenuto la conformità allo standard UNI EN ISO 22005:2008 sulla Rintracciabilità nelle Filiere Agroalimentari. Un’attenzione che va ben oltre la fase di raccolta del latte, perché coinvolge tutti gli attori della liera includendo, oltre ai 40 allevamenti, anche i 2 casei ci, Colline di Canossa - Selvapiana e Colline di Canossa - Cigarello, dove il latte crudo viene lavorato, i magazzini di stagionatura e lo stabilimento di taglio e confezionamento.
IL GRANA PADANO OTTIENE DUE MEDAGLIE ALL’INTERNATIONAL CHEESE & DAIRY AWARD 2022
Il Consorzio Tutela Grana Padano segnala il successo ottenuto nell’edizione 2022 dell’International Cheese & Dairy Award. Il concorso riunisce ogni anno oltre 5.000 produttori da tutto il mondo e il Grana Padano Riserva, prodotto da Ferrari Giovanni Industria Casearia, ha ottenuto una medaglia d’oro e una medaglia d’argento nella classe Miglior Formaggio italiano. “Siamo
veramente orgogliosi – ha dichiarato il direttore generale del Consorzio Stefano Berni – che il formaggio Dop più conosciuto e consumato al mondo, con 5.234.443 forme prodotte nel 2021 e un export salito a 2.240.335 forme, venga premiato anche come miglior formaggio italiano in una competizione di livello internazionale, con una giuria composta dai migliori esperti del settore lattiero-caseario. Questi successi dimostrano ancora una volta che Grana Padano Dop è uno degli emblemi dell’eccellenza del made in Italy, in grado di regalare grandi soddisfazioni al mondo e a chi lo produce. I risultati conseguiti dalla ditta Ferrari sono un solido riconoscimento del lavoro quotidiano portato avanti dai nostri consorziati.”
Per l’azienda lodigiana nata nel 1823, specializzata nella produzione, selezione, stagionatura e confezionamento di formaggi, si tratta del quinto oro in sette anni dopo quelli ottenuti nel 2015, nel 2018, nel 2019 e nel 2021 e del quarto consecutivo, se si considera che l’edizione 2020 del Premio non si è tenuta.
DALTERFOOD GROUP, BILANCIO 2021 IN POSITIVO
DalterFood Group ha chiuso il bilancio consolidato 2021 con una crescita del 17,3% del fatturato e del 13% dei volumi, registrando ottimi risultati in tutti i maggiori mercati e nei principali canali di distribuzione.
Il gruppo emiliano ha totalizzato oltre 128 milioni di euro di ricavi, per l'81,6% realizzati in Europa, per il 17,4% in Italia e per la quota rimanente nel resto del mondo.
Il gruppo, composto dalla capogruppo Dalter Alimentari, da Colline di Canossa (proprietaria dei due casei ci di montagna), dalle liali commerciali estere Dalter Uk Ltd e Vip Italia Gmbh, e da Baltic Cheeses Sia, ha registrato volumi e fatturati in crescita anche nel 2022.
E ora guarda con cauto ottimismo il futuro, anche grazie al processo di ristrutturazione in corso, dove l’attenzione alla sostenibilità e alla ricerca potrebbe fare la differenza. “Nel corso del 2022 proseguirà la collaborazione con
i nostri conferenti di latte per aumentare il livello di benessere animale degli allevamenti, riferimento nazionale per il benessere animale”, afferma Andrea Guidi, direttore generale del Gruppo Dalter, che è stata tra le prime imprese del comprensorio del Parmigiano Reggiano a raggiungere la certi cazione volontaria rilasciata da Certiquality, secondo il protocollo di Classyfarm, l’ente di riferimento nazionale per il benessere animale. Attenta alle tematiche legate alla Corporate Social Responsibility, negli ultimi anni DalterFood Group ha attuato numerosi interventi lungo tutta la liera per ridurre il proprio impatto ambientale; ne sono un esempio le monodosi di formaggio in plastica 100% riciclabile. Continuano inoltre gli investimenti in R&S per l’implementazione di imballaggi sempre più compostabili e biodegradabili.
È NATO CIBAN, IL CENTRO DI RICERCA SUL CIBOE ANTIFRODE DELL'UNIVERSITÀ DI TORINO
Lo scorso luglio è stato inaugurato a Cuneo il Centro Interdipartimentale di Ricerca sul Cibo e Antifrode (Ciban). Frutto della collaborazione dei dipartimenti di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, di Giurisprudenza, di Management
e di Veterinaria dell’Università di Torino, il Centro risponde alle necessità di superare le s de che il sistema del cibo deve affrontare con un approccio di tipo multidisciplinare. Tra queste, spiccano l’aumento della popolazione mondiale, la
malnutrizione e le malattie non trasmissibili rispettivamente nei Paesi sottosviluppati e industrializzati, il cambiamento climatico, la scarsità d'acqua e la deserti cazione del suolo. La neonata struttura racchiude tutte le competenze tecnicoscienti che, socio-politiche e giuridiche in grado di affrontare correttamente la complessità dello scenario sopra descritto e tali da promuovere ricerca e innovazione in ambito alimentare. Tra gli obiettivi del Ciban c’è la creazione di un ecosistema territoriale, comprendente grandi gruppi, piccole e medie imprese e start up legate alla trasformazione industriale, e altri attori rilevanti nel sistema del cibo e delle liere collegate, al ne di sviluppare partnership capaci di condurre progetti strategici e attrarre nanziamenti pubblici e privati.
ARRIGONI BATTISTA: un successo sempre più internazionale
Da quattro generazioni, Arrigoni Battista produce e porta in Italia e nel mondo prodotti riconosciuti come eccellenze casearie. Una storia di successo tutta italiana nata nel 1914, quando Battista Arrigoni, imprenditore originario della Valle Taleggio, fonda a Pagazzano il casei cio Arrigoni Battista, avviando la produzione di Taleggio e di altri formaggi tipici della tradizione lombarda. Con oltre un secolo di attività, oggi Arrigoni Battista è una delle più prestigiose aziende attive nel settore lattiero caseario. Una realtà caratterizzata da un forte tratto distintivo: l’utilizzo di una liera completa, dalla materia prima al prodotto nito no al confezionamento e alle strategie di vendita. Passione, impegno, tradizione, innovazione e la continua ricerca per esaltare il sapore dei propri formaggi soddisfacendo anche i palati più esigenti: il connubio di questi elementi segna il successo di Arrigoni Battista anche sui mercati internazionali. Uno sbocco importante per l’azienda bergamasca, che nel 2021 ha sviluppato all’estero oltre il 30% del fatturato. Gli ultimi anni hanno fatto registrare una costante crescita in termini di volumi esportati, grazie anche al
conseguimento di certi cazioni quali Brc, Ifs, Bio Europe, Usda Organic Nop, Halal. Nel 2021 Arrigoni Battista ha raggiunto con le sue esportazioni ben 50 paesi nel mondo: Svizzera, Inghilterra, Germania, Austria, Francia e Stati Uniti le destinazioni più rilevanti. L’azienda mantiene lo status di leader nel comparto Bio in Europa per il Gorgonzola Dop Bio e il Taleggio Dop Bio, referenziati nelle migliori insegne Gdo del Vecchio continente.
“Alla crescita dell’export contribuisce il successo internazionale che i formaggi Arrigoni Battista ottengono
in numerosi contesti nazionali ed internazionali”, afferma Marco Colonna, Export Manager di Arrigoni Battista. “I primi sei mesi del 2022 sono stati positivi per le esportazioni, che hanno messo a segno un +10% sul turnover dell’anno precedente. Il mercato che ha registrato il miglior incremento è stato quello americano. Anche alla luce della drammatica situazione in cui si trova a vivere, merita di essere segnalata l’Ucraina: dopo lo stop dello scorso febbraio, il nostro importatore ha ripreso con tenacia e costanza gli acquisti”.
FRATELLI CASTELLAN: NUOVA VESTE PER LO STRACCHINO
Il Casei cio Fratelli Castellan ha lanciato il nuovo packaging del proprio stracchino: un primo passo del rinnovato rapporto dell’azienda casearia veneta non solo con i consumatori, ma anche con la liera agricola, produttiva e distributiva. La nuova veste dello stracchino è un nuovo progetto imprenditoriale che punta a rafforzare il patrimonio di valori, a partire dalla promozione di una corretta alimentazione e di un sano stile di vita, e a rilanciare l’attenzione al territorio e alla sostenibilità ambientale e sociale. Il nuovo packaging è stato creato da Chiani Design Boutique che, con la nuova gra ca in cui reinterpreta il tricolore con gli alimenti tipici della nostra cucina, intende esaltare l’eccellenza alimentare italiana. Il Casei cio Fratelli Castellan prosegue l’esperienza della Latteria turnaria di Ponte di Piave: ne ha ereditato la sede, oggi trasformata in un moderno stabilimento, dove il latte viene lavorato in maniera artigianale secondo la ricetta tradizionale. Tra i formaggi di punta del Casei cio: la robiola artigianale, la ricotta e la Casatella Trevigiana Dop.
LATTERIA SOCIALE MERANO: YOGURT DA BERE ECOPACK
Qualità, praticità e innovazione in un solo prodotto: il nuovo yogurt da bere di Latteria Sociale Merano, ottenuto da latte fresco 100% Alto Adige, naturalmente privo di Ogm, senza conservanti e solo con aromi naturali, nasce dal desiderio di coniugare qualità e gusto con uno dei valori più importanti: il rispetto della natura e dell'ambiente in cui nascono tutti i prodotti dell’azienda altoatesina. Con il suo pratico e innovativo packaging ecosostenibile, realizzato con il 70% di plastica in meno rispetto alla tradizionale bottiglietta, l'impatto ambientale è ridotto al minimo, così come lo spreco alimentare, grazie alla cannuccia estensibile e alla possibilità di versarlo in un bicchiere. Senza dimenticare la sua estrema praticità: la confezione permette di gustarlo ovunque e in qualsiasi momento della giornata, potendo rimanere no a 8 ore fuori dal frigo.
CASEIFICIO IL FIORINO: I PECORINI MAREMMANI PREMIATI AL GREAT TASTE AWARDS
Il Casei cio Il Fiorino continua a raccogliere successi nei più importanti concorsi caseari internazionali. L’ultima prestigiosa vittoria arriva dal Great Taste Awards, l’evento internazionale della storica organizzazione inglese Guild of Fine Food riservato ai migliori prodotti food e beverage del mondo. L’azienda maremmana guidata da Angela Fiorini e Simone Sargentoni ha conquistato ben 11 stelle: tre per il pecorino “Grotta del Fiorini”, due per la Riserva del Fondatore, due per il Cacio di Caterina, due per il Fior di Cardo e due per il Cacio di Afrodite.
In particolare, Grotta del Fiorini, che ha ottenuto il massimo del punteggio, si conferma una vera stella nel rmamento dell'élite dei pecorini. Tra i riconoscimenti ottenuti in passato, spicca il supergold al Word Cheese Awards del 2019. La sensazione di pienezza allo sciogliersi in bocca e il gusto intenso e persistente hanno fatto breccia nei giudici. A giudicare cibi e bevande provenienti da tutto il mondo è una giuria selezionata di oltre 500 esperti, composta da chef, acquirenti, giornalisti e rivenditori. I lavori dei giudici si svolgono per un periodo di 60 giorni, durante i quali ogni prodotto
viene degustato alla cieca. L’edizione 2022 ha messo a confronto circa 15mila prodotti tra food e drink. “Questo concorso ci è particolarmente caro – spiegano Fiorini e Sargentoni – perché, oltre ad assegnare un punteggio di stima, dà anche un giudizio descrittivo, che ci permette di valutare e migliorare le caratteristiche dei formaggi di anno in anno”.
I "SAPORI DI VIPITENO" DI LATTERIA VIPITENO
Con la linea "Sapori di Vipiteno", la latteria Vipiteno invita i consumatori a un piacevole tour di degustazione: dal caffè al miele, dal mirtillo rosso no al melograno.
Lo yogurt intero, cremoso e rinfrescante, viene arricchito con ingredienti di alta qualità, creando così più di una dozzina di gusti creativi.
Latteria Vipiteno deve la sua notorietà a oltre 40 anni di esperienza e competenza nello yogurt e all’utilizzo di
materie prime di alta qualità. A cominciare dal latte, che deriva da un'accurata selezione di allevatori le cui aziende agricole si trovano al massimo in un raggio di 40 chilometri dalla sede di produzione. In particolare, dal 2014 i contadini provenienti dalla Alta Val d’Isarco del Nord e dalla Valle di Stubai forniscono all’azienda il 20% di tutto il latte utilizzato. Tutti i prodotti della Latteria, sono privi di conservanti, aromi addizionali e altri additivi.
LATTERIA SOCIALE VALTELLINA: 5 MILIONI DI EURO DA INTESA SANPAOLO PER LA FILIERA DEL LATTE
Nell’ambito del Programma Filiere, Intesa Sanpaolo e Latteria Sociale Valtellina hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per facilitare l’accesso al credito delle oltre 110 aziende facenti parte del processo produttivo e che prevede un plafond di 5 milioni di euro verso tutti i loro soci conferenti.
La Latteria Sociale Valtellina di Delebio è una cooperativa agricola di 1° grado, costituita nel 1969, che conta 110 allevatori soci, nella quasi totalità agricoltori professionali, e impiega oltre 130 addetti. Raccogliendo l’eredità delle piccole latterie sociali di paese che, per le loro dimensioni e per la loro modesta struttura, si stavano rivelando incapaci di affrontare un mercato sempre più esigente in ogni termine, la Latteria Sociale Valtellina ha consentito di specializzare il lavoro separando l’attività di produzione del latte dalle fasi di raccolta, trasformazione, stagionatura e commercializzazione dei prodotti caseari, permettendo agli allevatori crescenti specializzazione e professionalità e alla
cooperativa l’adozione di tecnologie di lavorazione sempre più evolute per ottenere prodotti di elevato standard qualitativo, nel rispetto delle più rigorose norme di genuinità e salubrità, secondo i dettami della tradizione dei più alti standard di benessere animale.
Grazie al progetto, le aziende agricole della cooperativa avranno la possibilità di essere sostenute nell’ambito della liera del latte per superare le attuali dif coltà e accrescere gli sbocchi in diversi mercati. L’intervento rientra nelle iniziative che la banca ha messo in atto in coerenza e a supporto degli investimenti legati al Pnrr. La banca intende così agevolare l’accesso al credito dei produttori segnalati come fornitori strategici dal capo liera, dedicando soluzioni nanziarie che possano facilitare gli investimenti, in particolare quelli destinati all’ef cientamento energetico, alla transizione ecologica, alla riduzione dei consumi idrici, alla valorizzazione dell’agricoltura biologica, all’ammodernamento delle aziende (Agricoltura 4.0), nonché il supporto per la gestione delle attività correnti e di campagna con speci ci prodotti dedicati. “Siamo una cooperativa radicata sul territorio – sottolinea Fabio Esposito, direttore generale Latteria Sociale Valtellina di Delebio – e affrontiamo le s de ambientali con convinzione e sensibilità attraverso concrete scelte aziendali. Negli anni i processi di raccolta, gestione e trasformazione della materia prima hanno subito notevoli cambiamenti e miglioramenti tecnologici, orientati a garantire la massima sicurezza alimentare, l’ef cientamento energetico, la riduzione di utilizzo della risorsa idrica e l’impatto ambientale. Questa collaborazione con Intesa Sanpaolo è un forte segnale di ducia verso la liera agricola provinciale”.
IL FESTIVAL DEL LATTE DELL'ALTO ADIGE
Divertimento e tante bontà al Festival del latte dell’Alto Adige a Sarentino (Bolzano). Yogurt, mozzarella, formaggio, burro o semplicemente puro latte: il cosiddetto “oro bianco”, in tutte le sue forme, è stato il protagonista assoluto del Festival del latte dell’Alto Adige il 30 e 31 luglio a Sarentino. Due giorni di festa, divertimento, gusto e curiosità aperti a famiglie e intenditori. Così il Festival del latte, organizzato dalla Federazione Latterie Alto Adige a Sarentino, ha mostrato in maniera divertente e soprattutto gustosa, che i latticini “Qualità Alto Adige” non solo sono ottimi per il palato, ma sono anche un’importante componente di un’alimentazione sana.
Molti gli stand a cui fermarsi. Cinque, dedicati ognuno a un diverso mondo di prodotti, offrivano moltissime informazioni sull’industria lattiero-casearia e sui latticini dell’Alto Adige. Presso altri stand era invece possibile assaggiare yogurt, skyr, mozzarella, formaggio e
burro. Gli ospiti hanno così potuto apprendere numerose informazioni sulla produzione, sulla conservazione, sugli ingredienti e l’utilizzo dei vari prodotti in cucina. È stato possibile, inoltre, assistere al lavoro dei casari impegnati a produrre mozzarella e formaggi.
In ne, uno stand era dedicato alla vendita delle prelibatezze prodotte dalle latterie.
Un percorso tematico dedicato al latte che illustrava il tragitto “dal prato al bicchiere”, un’area custodita per i più piccoli e un angolo per i lavoretti, un forno da pizza per bambini, musica e ballo, una milk lounge con irresistibili frullati e diverse specialità gastronomiche locali offerte dall’Associazione dei giovani agricoltori della Val Sarentino erano le altre attrazioni in programma.
A completare la manifestazione anche un gioco a premi: sull’area del festival si snodava, infatti, un percorso con varie stazioni e quesiti. I partecipanti al gioco che riuscivano a compilare correttamente ogni parte della scheda del concorso
potevano prendere parte all’estrazione di cesti regalo con specialità dell’Alto Adige. “Per l’agricoltura di montagna il latte rappresenta la principale fonte di reddito. Per i produttori l’acquisto di un latticino dell’Alto Adige da parte della clientela rappresenta il miglior riconoscimento del loro impegno e, allo stesso tempo, si fa anche qualcosa di buono per se stessi”, ha affermato il vicepresidente della Federazione Latterie Alto Adige, Georg Egger. “Alle contadine e ai contadini va il nostro ringraziamento per il fatto di poter gustare quotidianamente l’ottimo latte di alta qualità dell’Alto Adige.
Ma non solo per questo. Sono infatti sempre loro, con il loro lavoro, che preservano la varietà del nostro paesaggio.”
La Federazione, con le sue nove cooperative, conta 4.400 contadine e contadini che lavorano quotidianamente per produrre il latte, circa mille dipendenti impegnati nella lavorazione del latte e un fatturato annuo di 490 milioni di euro.
Parmigiano Reggiano e Grana Padano continuano una storia millenaria di successo, che nell’ultimo secolo l’emigrazione ha portato oltre i con ni nazionali. La crescita e la diversi cazione della domanda mondiale di formaggi di pasta granulosa hanno determinato lo sviluppo diseguale dei sistemi produttivi e l’introduzione di strumenti di tutela delle denominazioni. In “Parmigiano Reggiano, Grana Padano e formaggi similari –Cambiamenti, denominazioni, emigrazione e concorrenza” (Tecniche Nuove, 198 pagine), Germano Mucchetti, professore di Scienze e tecnologie alimentari all’Università di Parma, racconta la storia di questi due formaggi e delle denominazioni. E discute le ragioni contrastanti dei protagonisti, individuandone punti di forza e debolezze.
IN GIRO PER IL MONDO E DIETRO LE QUINTE CON ANTHONY BOURDAIN
“In the weeds. In giro per il mondo e dietro le quinte con Anthony Bourdain” (Giunti, 304 pagine) è il libro che più di ogni altro rappresenta un tributo a uno dei maggiori protagonisti del mondo enogastronomico contemporaneo, il celebre chef, gastronomo, scrittore e conduttore televisivo newyorkese Anthony Bourdain (1956-2018). Scritto da Tom Vitale, amico, collega, co-protagonista dei tour culinari (e non solo) di Bourdain per sedici anni, è un vero e proprio “dietro le quinte” dei vari episodi girati dai due per i loro programmi televisivi. Questo, peraltro, non è che un escamotage e un arti cio letterario per descrivere rapporti umani, sentimenti e situazioni contingenti che appassionano e catturano il lettore, portandolo in giro per le cucine di tutto il mondo. Partendo dal tragico epilogo del suicidio, la narrazione prosegue come in un ashback nel ricordo vivo di una persona descritta come un “super-uomo”. Un volume appassionante, tragico, ironico, grottesco e surreale.
GUSTOSO E SAPORITO
Nessuno può confondere “mangiare” con “alimentarsi” e la tavola è al centro non della sola vita famigliare, ma anche di quella sociale. A giudicare dall’aumento di offerta commerciale di ristorazione c’è anzi da chiedersi come facessimo ad alimentarci tutti prima: il fatto è che con il cibo non sostentiamo soltanto noi stessi, ma anche le nostre relazioni. Il cibo, infatti, elabora valori, narra, costruisce discorsi. Inoltre, il cibo comunica: presidia il campo sociale, anima dibattiti, genera economia. Con “Gustoso e saporito” (Einaudi, 376 pagine), Gianfranco Marrone getta le fondamenta di quella semiotica del cibo che negli ultimi anni l’ha impegnato con ricerche sul campo e inquadramenti teorici. L’autore scopre così due idiomi: il gustoso, con cui riconosciamo ciò che sta nel piatto; il saporito, con cui percepiamo sensorialmente aromi, temperature, consistenze. Sono le lingue parlate all’interno del discorso
VERMOUTH DI TORINO
Con “Vermouth di Torino. Dai liquoristi del Settecento il nobile vino aromatizzato che inebria il mondo” (Kellerman, 128 pagine) Giusi Mainardi, docente di Storia della Vite e del Vino presso il Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Torino, racconta l’affascinante storia del più importante vino aromatizzato italiano, simbolo di eccellenza del nostro Paese e protagonista dell’aperitivo in tutto il mondo. Il volume ripercorre le principali tappe di un prodotto centenario, fortemente legato al territorio piemontese, che oggi sta vivendo un’epoca di grande apprezzamento internazionale, tanto da aver ottenuto dall’Unione europea il riconoscimento dell’Indicazione Geografica che identifica e sancisce il legame con una terra e un “saper fare” unico. Il volume conduce il lettore in un viaggio alla scoperta del Vermouth di Torino attraverso un’indagine antropologica ed enologica che, a partire dalle origini, arriva al recente rinascimento qualitativo, che ha portato il nobile vino aromatizzato a un nuovo posizionamento di mercato.
PARMIGIANO REGGIANO, GRANA PADANO E FORMAGGI SIMILARI
C’È QUELLO GIUSTO PER OGNI AMANTE DEI FORMAGGI
EMMENTALER DOP CLASSIC
L’originale della valle dell’Emme
Il più «classico», conosciuto in tutto il mondo come il «re dei formaggi».
L’occhiatura di dimensione grande e l’aroma intenso con sentore di noce fanno dell’Emmentaler DOP Classic un pezzo di cultura svizzera.
EMMENTALER DOP BIO
Da latte biologico con l’aroma di erbe di campo
L’Emmentaler DOP Bio si differenzia dalle altre qualità per il suo ingrediente principale: il latte crudo di produzione biologica è fornito da aziende agricole che soddisfano i criteri dell’organizzazione Bio Suisse.
R
EMMENTALER DOP URTYP®
Gusto primordiale travolgente
Il nuovo Emmentaler DOP URTYP® ha un sapore particolarmente intenso.
Viene lasciato stagionare non meno di quindici mesi, di cui almeno sette in una speciale cantina umidificata. ogni forma viene sottoposta dai nostri assaggiatori di formaggi a tre rigorose verifiche.
www.formaggisvizzeri.it
E’ una battaglia lunga e di cile quella contro le contra azioni e l’italian sounding, perché da sempre dobbiamo combattere chi vuole imitarci per poi vendere un prodotto che nulla ha a che fare con il nostro Pecorino Romano DOP.
LOTTA SENZA TREGUA A CHI VUOLE COPIARCI!
Noi non ci arrendiamo, e i risultati lo dimostrano. Proteggere il nostro formaggio è una missione: perché signi ca difendere la nostra economia e perché solo la DOP è garanzia di qualità e unicità, quelle che i nostri clienti cercano ogni giorno scegliendoci.
IL 36ESIMO RAPPORTO ICE SUL COMMERCIO ESTERO
IL DOCUMENTO FA EMERGERE CHE LE AZIENDE ESPORTATRICI ITALIANE HANNO FATTO REGISTRARE TASSI DI CRESCITA PIÙ SOSTENUTI DI QUELLI DI ALTRE GRANDI ECONOMIE
di Andrea Stretti N
el settembre scorso, a Napoli, è stato presentato il Rapporto Ice "L’Italia nell’economia internazionale". È un appuntamento annuale giunto ormai alla sua 36esima edizione, costituendo il Rapporto, n dalla nascita, il
principale strumento pubblico di informazione e analisi sul posizionamento competitivo dell’Italia nel contesto dell’economia globale. Vi si affrontano, in particolare, tematiche di struttura e dinamica del commercio estero e di internazionalizzazione dell’Italia al confronto con i medesimi processi in atto negli altri Paesi.
Il tutto, come di consueto, è integrato e supportato dall’Annuario Istat-Ice.
Il documento di quest’anno è particolarmente importante.
Del resto, stiamo affrontando un anno molto delicato, forse più dei due precedenti. Guerra e crescente polarizzazione internazionale; rincari esponenziali di
commodity e semilavorati, nanche drammatici quelli del gas e dell’energia; caldo e siccità che hanno minacciato varie produzioni agroalimentari; in azione giunta in ne a toccare i prezzi al consumo, minacciando un calo della domanda e facendo aleggiare lo spettro della recessione.
Profonda è l’incertezza e numerosi sono i fattori di rischio che assediano la tenuta del sistema produttivo, anche per quanto riguarda il nostro comparto.
C’è bisogno di strumenti, anche analitici e di studio, per comprendere i fondamentali della situazione che stiamo vivendo e cercare di prevedere i loro movimenti futuri, quantomeno nei mesi che ci
separano dalla ne dell’anno. Il Rapporto dell’Istituto per il commercio estero dà il suo prezioso contributo. Dopo il capitolo di apertura, dedicato ai risultati dell’export italiano nel 2021 e nei primi mesi del 2022, si entra nel tema cruciale del con itto russo-ucraino e dei suoi effetti. Il terzo capitolo riprende più ampiamente "Vecchie e nuove s de ed opportunità", alcune delle quali oggetto di ulteriori approfondimenti in quattro Quaderni Tematici dedicati e allegati al Rapporto principale. Gli aspetti complessivamente trattati nel capitolo sono: ascesa di costi e prezzi; svalutazione dell’euro; la Brexit; gli accordi di libero scambio; le transizioni digitale e ambientale; le potenzialità esportatrici delle regioni del Mezzogiorno (alla Campania, scelta per il 2020-2021, è seguita quest’anno la Puglia); il Pnrr.
registrato tassi di crescita dell’export più sostenuti di quelli delle altre grandi economie a lei comparabili. Oltre 50 miliardi di euro è stato nel 2021 il contributo all’export dell’agroalimentare, tra prodotti dell’agricoltura, prodotti alimentari, vini e bevande .
10%
il valore totale dell'export del comparto agroalimentare nel 2021
Per il settore lattiero-caseario il 2021 è stato un anno record per l'export, sia in volumi che a valore
Con questa cifra, il settore s ora il 10% del valore totale dell’export, una quota rafforzatasi grazie a una crescita rispetto al pre-pandemia del +13,8%, la terza più alta dopo quelle del comparto metalli (+20,1%) e chimico (+14,4 per cento).
Segue un capitolo dedicato alle Previsioni del commercio mondiale. Chiude, in ne, una rassegna sulle azioni e gli strumenti, vecchi e nuovi, messi in campo da Ice a supporto dell’export e dell’internazionalizzazione delle imprese.
I risultati dell’export italiano Abbiamo già ampiamente riscontrato l’ottima reazione dell’export caseario sia durante che dopo la pandemia, anche in questo dif cile 2022. I livelli pre-pandemici sono stati recuperati e spesso ampiamente superati, con il 2021 anno record sia per volumi che per valore. Un discorso simile si può fare a livello complessivo . In generale, l’Italia ha
In riferimento, invece, ai primi mesi del 2022, le variazioni (es. +36,1% del comparto alimentare a gennaio-maggio rispetto al 2019) vanno lette anche alla luce dell’in azione che, dopo 30 anni, è tornata a caratterizzare ampiamente l’evoluzione dell’economia globale. Comunque, ciò non toglie che nella prima parte dell’anno l’export sia cresciuto anche in volume. Vengono in ne evidenziati nel Rapporto due ulteriori elementi: uno congiunturale, legato al deterioramento dell’avanzo commerciale a causa dei prezzi delle materie energetiche; l’altro strutturale, insito nella marcata frammentazione delle imprese esportatrici, sebbene sia aumentato il valore medio esportato, raggiungendo nel 2021 il suo livello più alto (3,5 milioni di euro).
Gli effetti del con itto russo-ucraino L’evento bellico ha effetti prevalentemente sulle importazioni del nostro Paese. A cominciare naturalmente dal gas russo, che nel 2021 pesava per quasi il 52% sul totale dell’import nazionale dalla Russia. Un ulteriore 13% è da ascrivere al petrolio, mentre il 60% degli acquisti dall’Ucraina riguardavano ferro, ghisa e acciaio, ai quali si sommano rilevanti quote di oli e grassi e di cereali (in entrambi i casi tra il 9-10 per cento). Sebbene, dunque, il peso del commercio con la Russia per l'Italia risulti inferiore a quello dell'Ue, l’impatto è dimostrato anche dai dati. Senza dimenticare, per quanto concerne il comparto formaggi, la perdita del orido mercato ucraino.
la crescita del comparto alimentare nei primi cinque mesi del 2022 rispetto al 2019
Nuove e vecchie s de e opportunità La pandemia ha impresso un’accelerazione ad alcuni trend già in atto: la digitalizzazione; lo spostamento della domanda mondiale verso l’Asia; salute e sostenibilità sempre più al centro delle scelte dei consumatori. Tutto ciò crea opportunità, ma pone anche nuove s de. Il settore agroalimentare, ad esempio, risulterebbe particolarmente esposto alla s da delle cosiddette “transizioni gemelle”, ovvero digitale e ambientale. Una s da cui, comunque, nel complesso le imprese tradizionalmente esportatrici sanno meglio far fronte, in tutte le classi dimensionali. Sempre a proposito di sfide, vanno menzionate le strozzature
ECONOMIA
di alcune supply chain, la ridotta capacità della logistica internazionale con l’aumento del prezzo dei noli e, soprattutto, l’inflazione e la conseguente stretta avviata sui mercati monetari.
Le previsioni di crescita per il commercio mondiale nel 2022 e 2023 sono positive, anche se inferiori a quelle ipotizzate a inizio anno
La guerra, naturalmente, sta poi esasperando le spinte inflattive esogene e generando ulteriori tensioni nelle catene globali del valore, causate soprattutto dalla questione energetica.
Un capitolo che sembra invece creare sempre meno preoccupazioni è la Brexit, le cui difficoltà, stando ad alcuni indicatori, parrebbero in fase di superamento grazie anche alle frequenti proroghe concesse sui nuovi obblighi.
Le previsioni sul commercio mondiale
Alla luce del con itto, le
previsioni elaborate da Ice e Prometeia a luglio indicano una stima di crescita del commercio mondiale in volume del +2,1% nel 2022 e del +4,0% nel 2023. Sebbene si tratti di incrementi ben inferiori a quelli ipotizzati a inizio febbraio, restano prospettive di crescita nel brevemedio periodo che le imprese italiane hanno il potenziale per poter cogliere. Tuttavia, anche a detta di Ice, data la generale incertezza del periodo i prossimi mesi saranno cruciali per confermare o modi care queste previsioni.
Le azioni dell’Ice
Pandemia e guerra hanno visto Ice Agenzia accrescere di molto i suoi servizi alle imprese, sia in termini di risorse disponibili (e quindi di
platea di imprese raggiunte), sia di diversi cazione degli stessi, tarati sempre più in base a opportunità e s de speci che dell’attuale contesto. Dal 2019, in particolare, si è calcolato un incremento di 1,55 volte delle imprese servite e di 2,79 volte dei servizi di assistenza erogati alle imprese. Tanti strumenti mirano ormai a supportare le imprese nella transizione digitale. È interessante però anche rilevare l’accresciuta presenza di Ice nel mondo, con proprie strutture e personale. In particolare, l’Agenzia ha deciso di potenziare il suo focus sui mercati vicini, su quelli emergenti asiatici e sull’Africa subsahariana aprendo sei nuovi uf ci (Atene, Chengdu, Dakar, Islamabad, Lagos, Nairobi) oltre a ulteriori sette desk, sei punti di corrispondenza e otto osservatori economici.
MERCATI EMERGENTI: MEDIO ORIENTE E NORDAFRICA
di Andrea StrettiCon ottobre inizia una serie in tre articoli dedicata a nuovi mercati emergenti per i formaggi made in Italy.
LE IMPORTAZIONI
L’attenzione è rivolta
i maggiori mercati nazionali,
ISRAELE
SAUDITA
ARABI
PAESI DEL GOLFO
DK (23%) SAU (22%) SAU (34%) IE (35%) EAU (59%) DK (16%)
NL (41%) NL (29%) EGY (42%) ND IE (38%)
EGY (14%) USA (9%) TUR (9%) SAU (21%) SAU (19%) MAR (11%)
AT (13%) IE (18%) SAU (15%) ND NL (30%)
PL (11%) DK (8%) BHR (8%) USA (7%) EGY (6%) FRA (10%)
FRA (10%) PL (13%) TUR (7%) ND NZ (13%)
BHR (11%) EGY (7%) CY (7%) DK (6%) DHR (5%) TUR (8%)
41% 54% 42% 31% 11% 55% 115,2
DE (9%) NZ (11%) HUN (6%) ND DE (7%)
ESPORTATORI
AMBROSI SPA
Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste late, Mascarpone, Ricotta.
Via Ottorino Ambrosi,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811- Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it - www.ambrosi.it
GENNARO AURICCHIO SPA
Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, Mozzarella, Ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.
27% 29% 30% ND 12%
LATTERIA MONTELLO SPA
Formaggi Freschi Nonno Nanni: Stracchino, Stracchino con fermento dello Yogurt e Probiotico, Squaquerello, Crescenza, Fresco Spalmabile, Robiola, Mozzarella, Burrata, Stracciatella, Ricotta, Primosale, Caprino di latte vaccino, Caprino e Robiola di capra, linea Senza Lattosio, Fresca Merenda, Formaggini, Fettine, Mascarpone.
BERTOZZI SPA
Strada Roma, 1/A 43044 Collecchio (PR) Tel. 0521/333911 - Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it - www.bertozzi.com
Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it
Via Fante d’Italia, 26 31040 Giavera del Montello (TV) Tel. +39 0422 8833 Fax +39 0422 775090 info@nonnonanni.it www.nonnonanni.it
AUSTRIA
MASCARPONE
ALTRI FORMAGGI FRESCHI GRANA
BRAZZALE SPA
Burro delle Alpi,
Reggiano.
Via Pasubio,
Stabilimento di
Stabilimento di
04069063 04069099 0406300406907304069001
- 04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035
04069085
04069074
04069079
04069076
04069089
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017
04069018 04069050 9082-9084 04069092 9093 04064010 4090
1.049 238 58 24 21
186
178
261 32 201
303 288 41 2 12 56 8 29 2.453 1.131 29 26 1 11 30 52 363 101 25 15 66 7 27 208 111 16 5.411
54 252 11 5 21 40 5 26 491 702 26 15 1 7 13 20 224 183 7 58 35 22 16 86 54 10 2.384
55 21 43 7 19 29 1 9 474 437 6 23 1 4 17 54 29 4 23 15 1 41 128 33 3 1.477
26 271 4 20 9 584 33 5 1 151 189 4 26 17 13 29 143 46 59 6 1.636
19 185 4 4 8 33 1 6 208 716 44 12 1 2 7 20 87 69 11 27 11 10 1.067 6 11 2.569
72 62 11 1 9 1 617 18 26 817
6.824 12.898 1.102 205 885 3.445 255 1.033 51.615 31.133 2.847 1.653 176 421 5.785 1.305 7.220 4.144 1.233 2.197 3.948 922 2.349 12.465 4.828 1.079 161.967
FORGRANA CORRADINI SPA
Reggiano, Grana Padano. Confezionamento. Produzione grattugiati freschi disidratati. Produzione shaker.
Romano,Taleggio, Gorgonzola,
mozzarella.
IGOR SRL
200 Biolche,
EUROPA UNIONE EUROPEA REGNO UNITO SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO
50.516 40.532 6.228 2.996 171 589 80 423 107 316 60 3 57 3.110 1.467 390 3 55 36 1.159 145 119 26 54.334 13.802 301.420
GLI ESPORTATORI
CIRESA SRL
Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it
GELMINI CARLO SRL
Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@casei cio-gelmini.it www.casei cio-gelmini.it
47.921 41.346 3.935 2.002 273 365 128 1.154 111 1.043 89 24 8 57 6.380 1.002 3.195 16 95 109 1.963 302 234 68 55.974 14.628 251.049
31.350 26.577 2.899 1.383 104 387 225 9.153 1.802 7.351 627 74 297 256 2.708 916 53 34 66 1.639 1.020 993 27 7 45.090 18.513 502.638
24.821 20.337 2.303 1.878 29 274 23 279 147 132 21 4 17 1.012 475 192 3 24 16 302 127 125 2 26.283 5.946 244.217
10.038 9.322 175 462 36 43 23 188 35 153 33 5 2 26 335 210 3 1 1 120 137 136 1 1 10.755 1.433 69.240
04069063 04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017
6.373 5.587 392 85 143 166 265 945 119 826 369 43 18 308 1.739 201 241 109 35 4 1.149 141 134 7 2 9.834 4.247 73.611
2.364 1.477 36 369 26 456 73 331 23 308 19 6 1 12 434 86 8 18 27 295 54 52 2 3.275 1.798 23.156
2.747 2.569 92 77 3 6 10 326 113 213 48 1 5 42 97 8 2 1 4 9 73 209 204 5 3.437 868 21.423
1.783 1.636 37 54 16 40 2 74 74 5 5 159 1 4 83 14 57 2 2 2.025 389 7.758
04069099 04069073 0406300406103004061050 04061080 0406906104062004064050 2.752 2.384 285 60 4 19 17 4.484 235 4.249 71 24 23 24 229 135 3 1 1 5 84 114 109 5 7.667 5.283 83.694
CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL
BERNERI SPA
Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it
MARIO COSTA SPA
Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 info@mariocosta.it www.mariocostagorgonzola.it
Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.
24043 Caravaggio (BG) tel. 0363/301022 info@casei ciodefendi.it www.casei ciodefendi.it
F.LLI PINNA AZIENDA CASEARIA SPA
Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com
PARMAREGGIO SPA
Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane: Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Asiago, Piave, Montasio e Monte Veronese.
STABILIMENTO DI MODENA Via Polonia, 30-33 - 41122 MODENA Tel. 059 414711 - Fax 059 450441 export@parmareggio.it www.parmareggio.it
STABILIMENTO DI MONTECAVOLO Via Togliatti, 34AB 42020 Montecavolo (REGGIO EMILIA) Tel. 0522/245711 - Fax 0522/245702
STABILIMENTO DI SOMMACAMPAGNA Via Rezzola, 21 37066 Sommacampagna (VR) Tel. 045/8971800 - Fax 045/515974 export@agriform.it - www.agriform.it
TRENTIN SPA
Reggiano
Toscani/Sardi Provolone/Taleggio Mozzarella di Bufala Mascarpone/Ricotta
Genova, 19(z.i.)
192.253 161.967 16.865
856
2.781
Di ogni mercato verranno descritti: dimensioni assolute in valore e in volume, in base al dato import più recente; principali competitor e relative quote; composizione merceologica della domanda di formaggi esteri, sulla base della classi cazione doganale a sei cifre, che distingue prodotti freschi (040610), grattugiati (040620), fusi (040630), erborinati (040640) e altri stagionati (040690).
370 849 16.781 4.954 4.099
354 289 6.952 2.343 2.193
Le analisi riguarderanno regioni in cui la domanda di formaggi dall’estero sta assumendo dimensioni considerevoli, complicespecie nel Sud-Est asiatico - una crescita economica che ha notevolmente ampliato la fetta di consumatori a medio potere d’acquisto e interessati ai prodotti di tradizione e gusto occidentale.
Mercati emergenti, dunque, in cui sembra esserci spazio di crescita potenziale per il made in Italy. A differenza di quanto avvenuto altrove nell’ultimo decennio
ZANETTI SPA
Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Provolone, Pecorino, burro, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.
Via Madonna, 1 24040 Lallio (BG) Tel. 035/201511 Fax 035/691515 zanetti@zanetti-spa.it www.zanetti-spa.it
(Nordamerica, Est Europa e grandi mercati asiatici come Cina e Corea del Sud), infatti, nelle regioni che analizzeremo l’Italia non si è ancora consolidata, esprimendo quote spesso marginali o con nate a nicchie di consumatori collocati in poche grandi aree urbane.
Tra Medio Oriente e Nordafrica, il principale
importatore sia per valore che per volumi, è l’Arabia Saudita. Qui, nel 2021, sono entrate quasi 128 mila tonnellate di formaggi esteri per un valore complessivo di 616 milioni di euro. Il 59% delle quantità totali importate è da ricondurre a quattro fornitori, in primis la Danimarca (23%), seguita dalla Polonia che detiene un ulteriore 10 per cento. Data questa ripartizione e tenuto conto che il 41% dei volumi è da imputare ad altri fornitori (“Resto del Mondo”), le importazioni saudite di formaggi risultano abbastanza frammentate.
Il dato peraltro è comune a quasi tutti i Paesi del Golfo, con Qatar ed Emirati Arabi che acquistano dal Resto del Mondo oltre la metà dei formaggi importati. Fa eccezione l’Oman, di cui il 60% delle importazioni transitano per gli Emirati Arabi. Quest’ultimo elemento segnala anche l’importanza di
scambi interni e triangolazioni tra i Paesi della regione. Va segnalata, tuttavia, la forte quota dell’Irlanda (35%) nelle importazioni del Bahrain. Al di fuori delle Monarchie del Golfo i mercati più grandi sono, quasi in parità di volumi e valore, Egitto, Marocco e Giordania. Qui il grado di concentrazione dell’import è più elevato e rilevanti sono le quote detenute in particolare dai Paesi Bassi e dall’Irlanda. Quanto alla composizione merceologica dell’import, ovunque i formaggi erborinati hanno un peso nullo o quasi sulle importazioni totali.
Le categorie più ricercate sono quelle dei fusi (specialmente Oman, Arabia Saudita e Qatar) e degli altri stagionati (in particolare Algeria, Marocco, Israele ed Egitto). Tra i Paesi del Golfo e la Giordania è signi cativa anche la domanda di freschi, mentre il grattugiato ha negli Emirati e nel Kuwait le sue maggiori destinazioni.
ARABIA SAUDITA
EMIRATI ARABI
KUWAIT
BAHREIN
QATAR
OMAN
GIORDANIA
ISRAELE
EGITTO ALGERIA MAROCCO
IN CALO LE ESPORTAZIONI UE DI LATTE E DERIVATI
La Commissione europea ha diffuso i dati relativi alle esportazioni comunitarie di latte e derivati del primo semestre. Emerge un quadro di contrazioni diffuse e signi cative, che ri ette il trend - anch’esso calante - delle produzioni interne.
Sia in termini assoluti che percentuali, il latte crudo segna il dato peggiore, con una diminuzione di quasi 165.000 tonnellate (-21,7% rispetto ai livelli del primo semestre dello scorso anno). In forte calo, con tassi in doppia cifra, anche le polveri (-19,2% quella di latte scremato, -16,7% quella di latte intero, -13,8% la polvere di siero), mentre burro e formaggi – pure in calo – manifestano contrazioni minori, rispettivamente: -4,4% e -3,5 per cento.
La tendenza sembra generalizzata in tutti i Paesi. Poche le eccezioni: Belgio (latte crudo +3,2%); Germania (latte concentrato +4,3%, polvere di latte intero +124,0%);
Danimarca (burro +22,1%); Francia (burro +9,5%); Italia (formaggi +10,8%); Paesi Bassi (formaggi +8,4 per cento).
Performance particolarmente negative, al di sotto della media Ue, si segnalano invece per:
latte crudo dalla Germania (-31,4%) e dalla Polonia (-29,2%);
il latte concentrato dai Paesi Bassi (-14,0%) e dalla Spagna (-33,9%);
la polvere di latte scremato tedesca (-31,8%), irlandese (-22,9%) e francese (-26,2%);
il latte intero in polvere dei Paesi Bassi (-20,6%) e della Francia (-19,9%);
il burro olandese (-9,8%) e irlandese (-11,0%);
i formaggi di Danimarca (-12,8%), Irlanda (-17,4%), Polonia (-18,9%) e Germania (-9,4%);
la polvere di siero polacca (-34,6%).
Uno sguardo, in ne, agli andamenti nei maggiori mercati extra-Ue. Il calo del 4,4% delle esportazioni di
burro al di fuori dei con ni europei dipende dalla forte contrazione registrata sul mercato cinese (-31%), terzo importatore. Il Regno Unito, invece, mostra un’importante crescita (+86%), mentre gli Usa sono stabili. Molto buoni i risultati ottenuti in Corea del Sud (+21%) e Arabia Saudita (+13 per cento).
Nei formaggi si osservano moderati scostamenti in quasi tutte le principali destinazioni. È fatta eccezione, in negativo, per la Cina (-21%) e – com’era prevedibile –l’Ucraina (-30%); in area positiva Regno Unito (+9%) e Arabia Saudita (+7 per cento).
Il Regno Unito (+39%) è anche tra i pochi Paesi extra-Ue, insieme ad Egitto (+16%) e Marocco (+153%), a sostenere gli acquisiti di polveri di latte scremato, un mercato altrimenti caratterizzato da molti cali a due cifre, con i tre principali acquirenti – Cina, Algeria e Indonesia – che segnano rispettivamente -40%, -15% e -23 per cento.
ESPORTAZIONI ITALIANE DI LATTE
DAL 1°GENNAIO AL 31 MAGGIO 2022 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
TARIFFA DOGANALE
LATTE IN CONFEZIONI 0401 1010 2011 2091
PAESI AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REP. CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE
TOTALE PAESI TERZI di
ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG EMIRATI ARABI
TOTALE GENERALE
LATTE SFUSO IN CISTERNA 0401 1090 2019 2099 1.702 27 123 53 22 5.631 2.833 6 138 25 2 25 2 10.589 891 202 25 63 2 17 11.480 6.835
BORSA PREZZI
MILANO ( € /Kg)
BURRO PASTORIZZATO
(COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. (CE) N. 1234/2007
BURRO DI CENTRIFUGA
ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
GRANA PADANO STAGIONATURA 16 MESI E OLTRE
GRANA PADANO STAGIONATURA 9 MESI
GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE
GORGONZOLA MATURO DOLCE
GORGONZOLA MATURO PICCANTE
ITALICO MATURO
TALEGGIO FRESCO FUORI SALE
TALEGGIO MATURO
PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA FINO A 3 MESI
PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA OLTRE 3 MESI
LATTE SPOT ITA (€/1000Kg)
PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE DI PARMA)
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >30 MESI
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >24 MESI
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >18 MESI
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >15 MESI
2022 LUGLIO MEDIA 5,21 6,86 7,01 5,01 9,70 8,90 7,55 12,73 11,93 10,60 6,46 7,46 5,86 5,51 6,36 6,69 6,99 651,25 13,500 12,700 11,975 11,15
2021 LUGLIO MEDIA 2,11 3,71 3,86 1,91 8,52 7,08 5,98 12,50 11,70 10,20 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12 398,00 13,040 12,295 11,570 10,720
VAR. % 146,92% 84,91% 81,61% 162,30% 13,85% 25,71% 26,25% 1,84% 1,97% 3,92% 12,35% 10,52% 13,79% 16,00% 13,57% 14,75% 14,22% 63,63% 3,53% 3,29% 3,50% 4,01%
2022 AGOSTO MEDIA 5,11 6,76 6,91 4,91 9,70 8,90 7,55 12,73 11,93 10,60 6,60 7,60 6,00 5,65 6,50 6,83 7,13 646,50 13,500 12,700 11,975 11,15
2021 AGOSTO MEDIA 2,19 3,79 3,94 1,99 8,52 7,08 5,98 12,50 11,70 10,20 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12 392,00 13,150 12,375 11,650 10,800
VAR. % 133,33% 78,36% 75,38% 146,73% 13,85% 25,71% 26,25% 1,80% 1,92% 3,92% 14,78% 12,59% 16,50% 18,95% 16,07% 17,07% 16,42% 64,92% 2,66% 2,63% 2,79% 3,24%
ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANICONFERMATO IL SUCCESSO DI GRANA PADANO E PARMIGIANO REGGIANO
Grana Padano e Parmigiano Reggiano sono emblemi dell’eccellenza italiana nei formaggi stagionati duri, nonché simboli dell’italianità. Il loro nome e marchio sono conosciuti in tutto il mondo. Nell’ambito export questi due formaggi rappresentano, in tonnellate, la seconda sottovoce doganale più rilevante dopo la mozzarella, e di gran lunga la prima in termini di valore. Senza contare il prodotto esportato sotto forma di grattugiato, nel 2021 le vendite all’estero hanno sfondato la soglia delle 100mila tonnellate e superato 1,14 miliardi di euro Grazie a una crescita ininterrotta negli ultimi 20
anni, si sono ormai affermati e consolidati in tutti i principali mercati, in Europa, Nordamerica ed Estremo Oriente.
La contabilità dell’import dei Paesi di destinazione, pur non confrontabile con numeri dell’export dall’Italia, conferma il loro successo e aggiunge alcune interessanti informazioni. Se mettiamo a confronto le performance ottenute dai due “grandi” formaggi italiani con tutti gli altri prodotti nei primi cinque mercati Ue (Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Svezia) e nel Regno Unito – confrontiamo, cioè, le importazioni di questi Paesi dei formaggi della sottocategoria 04069061 con la 040690 – ci rendiamo conto del reale valore dei due prodotti made in Italy. Partiamo dalla Francia, Paese che in termini relativi importa più Grana Padano e Parmigiano. Qui i due formaggi Dop rappresentano il 5,3% delle 200mila tonnellate complessive dei formaggi stagionati acquistati all’estero. Nel loro segmento, i due sono tra quelli a maggior valore aggiunto. Un valore
che i consumatori esteri sembrano sempre ben disposti a riconoscere. Le quote valore, infatti, sono infatti più che doppie, raggiungendo e superando il 10% del totale.
Anche in Regno Unito e Svezia la quota in valore s ora il 10%, da riportare rispettivamente a 884 e 434 milioni di euro di acquisti complessivi di altri stagionati. Non si può peraltro dimenticare che il segmento 040690 è molto ampio. Ed è in quest’ottica che vanno valutate le diverse graduatorie che, ad esempio, vedono Grana Padano e Parmigiano Reggiano “solo” al 7° posto per volumi in Francia, Regno
(+9,3%) +11,5% (+2,4%) -19,4% (-9,8%) -1,1% (+9,7%) -10.1% (+1,5%) -2,1% (+24,9%)
Unito e Spagna. Naturalmente, in valore, scalano posizioni, rientrando sempre nella top 5. Ma l’aspetto forse più importante è il confronto tra i trend. In tutti i sei mercati, la presenza di Grana Padano e Parmigiano Reggiano cresce
QuotavolumeQuotavalore
signi cativamente, ben oltre la media degli “Altri stagionati”. Nell’ultimo biennio, in particolare, l’aumento delle loro importazioni ha superato la variazione media di 13 volte in Spagna, di 7 volte in Germania e di quasi il doppio in
Francia. In Svezia gli acquisti sono cresciuti (+19%) a fronte invece di un calo medio dei competitor del 4 per cento. In ne, anche dove il trend è stato negativo, come in UK, il made in Italy ha contrastato meglio l’emorragia.
GERMANIAFRANCIAREGNOUNITOSPAGNAPAESIBASSISVEZIA LE QUOTE IMPORT DI GRANA PADANO E PARMIGIANO REGGIANO IN ALCUNI PAESIIGIENE & SICUREZZA
IL RECEPIMENTO DELLE DIRETTIVE DELL’UNIONE EUROPEA
di Ettore SoriaLa Legge Delega 2021 per il recepimento delle direttive europee è stata pubblicata e, pertanto, saranno emanati i decreti attuativi che, per il settore lattiero-caseario, riguarderanno principalmente quattro provvedimenti comunitari. Il primo concerne l’adeguamento alle disposizioni del Reg. (UE) 2018/848 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e alle disposizioni del Reg. (UE) 2017/625, relativo ai controlli uf ciali e alle altre attività uf ciali effettuati per garantire l’applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante nonché sui prodotti tosanitari. Dovranno essere emanati uno o più decreti legislativi per l’adeguamento della normativa nazionale al succitato regolamento sulla produzione biologica ed etichettatura dei prodotti biologici, tenendo conto della nuova normativa sui controlli uf ciali (Reg. (UE) 2017/625)
Saranno disciplinati i seguenti aspetti:
• adeguamento del procedimento di autorizzazione e del sistema di vigilanza sugli organismi di controllo e di certi cazione, nonché la disciplina degli adempimenti connessi alle attività svolte dai suddetti organismi, comprese le cause di sospensione e di revoca delle deleghe; • de nizione di criteri e modalità di etichettatura dei fertilizzanti e
prodotti tosanitari;
• de nizione delle disposizioni necessarie per la designazione dei laboratori nazionali di riferimento e dei laboratori uf ciali;
• adeguamento del sistema sanzionatorio per gli organismi di controllo e per gli operatori biologici, compresi i gruppi di operatori che adottano condotte non conformi al Reg. (UE) 2018/848, compreso l’illecito utilizzo dei termini riferiti all’agricoltura biologica da parte di operatori non assoggettati al sistema di controllo.
I mangimi medicati
Il secondo provvedimento riguarda la Delega al Governo per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2019/4, relativo alla fabbricazione, all’immissione sul mercato e all’utilizzo di mangimi medicati.
Saranno emanati uno o più decreti legislativi per
l’adeguamento della normativa nazionale al Reg. (UE) 2019/4, relativo alla fabbricazione, all’immissione sul mercato e all’utilizzo di mangimi medicati, relativamente a:
• designazione del ministero della Salute, Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano quali autorità competenti a svolgere i compiti previsti dal succitato regolamento comunitario, speci cando le rispettive competenze;
• adeguamento e sempli cazione delle norme vigenti, al ne di eliminare processi e vincoli obsoleti;
• ride nizione del sistema sanzionatorio per le violazioni al regolamento Ue, attraverso la previsione di sanzioni ef caci, dissuasive e proporzionate alla gravità delle relative violazioni.
I medicinali veterinari
Il terzo adeguerà la normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2019/6, relativo ai medicinali veterinari.
PER IL SETTORE LATTIERO-CASEARIO, I DECRETI ATTUATIVI RIGUARDERANNO PRODUZIONE BIOLOGICA, MANGIMI, MEDICINALI E ACQUE POTABILI
Saranno emanati uno o più decreti per l’adeguamento della normativa nazionale a quella comunitaria; verranno disciplinati i seguenti aspetti: • individuare nel ministero della Salute, Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano le autorità competenti a svolgere i compiti previsti, secondo le rispettive competenze e prevedere forme di coordinamento tra le medesime autorità;
• stabilire i contenuti, i tempi e le modalità di registrazione delle informazioni che i fabbricanti e i distributori all’ingrosso, nonché le farmacie e altri rivenditori al dettaglio, i veterinari e gli allevatori sono tenuti a comunicare alle sopracitate autorità;
• rimodulare il sistema delle tariffe;
• consentire la pubblicità dei medicinali veterinari immunologici, soggetti a prescrizione veterinaria, rivolta ad allevatori professionisti, purché essa inviti esplicitamente gli allevatori a consultare il veterinario in merito al medicinale veterinario immunologico;
• prevedere l’adeguamento e il coordinamento dei sistemi informatici nazionali rispetto ai sistemi informatici istituiti con il regolamento (UE) 2019/6 e gestiti dall’Agenzia europea per i medicinali;
• ride nire il sistema sanzionatorio per la violazione delle disposizioni comunitarie;
• prevedere che il medico veterinario, nell’ambito della propria attività, possa consegnare all’allevatore o al proprietario degli animali medicinali veterinari della propria scorta, anche da confezioni multiple in frazioni distribuibili singolarmente, ove disponibili sul mercato, corredate di supporto informativo conforme, allo scopo di attuare la terapia prescritta in modo da garantire la tutela immediata del benessere animale;
• prevedere, nel caso di medicinali registrati anche per animali destinati alla produzione di alimenti, che il medico veterinario registri in un sistema digitale lo scarico delle confezioni o quantità di medicinali veterinari della propria scorta da lui utilizzate nell’ambito dell’attività zooiatrica (in Italia vi è l’obbligo di registrazione delle ricette mediche, anche veterinarie).
Questi provvedimenti attuativi potranno avere un impatto sulle nuove disposizioni in materia di benessere animale (Sqnba).
La qualità delle acque
Il quarto provvedimento riguarda il recepimento della direttiva (UE) 2020/2184 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano e coinvolgerà i seguenti aspetti:
• adeguamento e coordinamento dei sistemi informatici nazionali a quelli istituiti a livello Ue, al ne di garantire lo scambio di informazioni e di comunicazioni tra le autorità competenti nazionali e gli Stati membri, in coerenza con il generale assetto e il riparto delle competenze previste a livello nazionale, mediante l’istituzione di un sistema informativo centralizzato, denominato Anagrafe territoriale dinamica delle acque potabili (AnTeA), contenente i dati sanitari e ambientali, al ne di acquisire informazioni relative al controllo
dell’attuazione delle nuove prescrizioni e di assicurare un idoneo accesso al pubblico, nonché la comunicazione e la condivisione dei dati tra le autorità pubbliche e tra queste e gli operatori del settore idropotabile;
• introduzione di una normativa in materia di procedimenti volti al rilascio delle approvazioni per l’impiego di reagenti chimici, mezzi di ltrazione e mezzi di trattamento (ReMM) a contatto con acqua potabile, di organismi di certi cazione e di indicazioni in etichettatura;
• incarico all’Istituto superiore di sanità (ISS) quale Centro nazionale per la sicurezza delle acque (CeNSiA), ai ni dell’approvazione dei Piani di sicurezza delle acque (Psa), nell’ambito della valutazione della qualità tecnica dell’acqua e del servizio idrico di competenza dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), del rilascio delle approvazioni per l’impiego di reagenti chimici, mezzi di ltrazione e mezzi di trattamento (ReMM) a contatto con acqua potabile, nonché della gestione del sistema informativo centralizzato AnTeA;
• ride nizione del sistema sanzionatorio per la violazione delle disposizioni comunitarie attraverso la previsione di sanzioni ef caci, dissuasive e proporzionate alla gravità delle relative violazioni.
UNA BEVANDA A BASE DI LATTE INTERO, ZUCCHERO E CACAO PUÒ ESSERE DENOMINATA LATTE AL CIOCCOLATO?
La disciplina delle denominazioni di vendita, delle relative definizioni, delle caratteristiche di fabbricazione, nonché quelle relative all'etichettatura dei prodotti di cacao e di cioccolato destinati all'alimentazione umana, riguarda il settore dell’Industria dolciaria ed è dettata dal Decreto Legislativo 12 giugno 2003, n. 178, che ha dato attuazione alla direttiva 2000/36/CE relativa ai prodotti di cacao e di cioccolato destinati all'alimentazione umana.
L’allegato I di tale Decreto individua come prodotti e denominazioni assolutamente distinte e separate
il cacao (nelle sue diverse tipologie) dal cioccolato (anche questo distinto in diverse tipologie).
L’art. 7, comma 7, del medesimo decreto stabilisce che “Chiunque utilizza le denominazioni previste all'allegato I per indicare prodotti con caratteristiche diverse, qualora utilizzati quali ingredienti di un prodotto finito, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma non inferiore a euro 3.000,00 né superiore ad euro 5.000,00”.
Se la bevanda in questione contiene come ingrediente non il cioccolato, bensì cacao, la sua denominazione dovrà fare riferimento a quest’ultimo e non al cioccolato.
NEL CASO DI SORBATI CEDUTI AL FORMAGGIO DAL SUO RIVESTIMENTO, QUALI SONO LE REGOLE DI ETICHETTATURA APPLICABILI?
Le sostanze che il rivestimento cede al formaggio sono a ogni effetto ingredienti/additivi del formaggio. L’art. 4 del Reg. (CE) n. 1935/2004 dispone che “In attesa dell’adozione di norme aggiuntive in una misura specifica sui materiali e gli oggetti attivi e intelligenti, le sostanze deliberatamente incorporate in materiali e oggetti attivi destinati a essere rilasciati nei prodotti alimentari o nell’ambiente in cui si trovano sono autorizzate e utilizzate ai sensi delle pertinenti disposizioni comunitarie applicabili ai prodotti alimentari e sono conformi alle disposizioni del presente regolamento e delle relative misure di attuazione. Tali sostanze si considerano ingredienti ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 4, lettera a), della direttiva 2000/13/CE” [oggi Reg. (UE) n. 1169/2011].
L’art. 3.2.a del Reg. (CE) n. 1333/2008 prevede che “per «additivo alimentare» s’intende qualsiasi sostanza abitualmente non consumata come alimento in sé e non utilizzata come ingrediente caratteristico di alimenti, con o senza valore nutritivo, la cui aggiunta intenzionale ad alimenti per uno scopo tecnologico nella fabbricazione, nella trasformazione, nella preparazione, nel trattamento, nell’imballaggio, nel trasporto o nel magazzinaggio degli stessi, abbia o possa presumibilmente avere per effetto che la sostanza o i suoi sottoprodotti diventino, direttamente o indirettamente, componenti di tali alimenti”. L’allegato 1 dello stesso Reg. (CE) n. 1333/2008 individua al punto 17 come categoria funzionale (e quindi come additivo) quella degli «agenti di rivestimento», cioè “sostanze che, quando vengono applicate alla superficie esterna di un prodotto alimentare, gli conferiscono un aspetto brillante o forniscono un rivestimento protettivo”.
DOVE LATINO VUOLE ESSERE UN RIFERIMENTO AL COGNOME
DI LATINA.
Ad evitare che il claim sia equivocato, è necessario che il claim “Metodo Tradizionale Latino” sia modi cato includendovi quantomeno il riferimento all’azienda o alla famiglia (es.: “Metodo Tradizionale della Famiglia Latino”). Inoltre, trattandosi di un claim promo-pubblicitario volontario volto ad evidenziare positività distintive, è necessario che tale Metodo Tradizionale si distingua effettivamente e oggettivamente dai metodi utilizzati per altri prodotti analoghi, conferendo al prodotto peculiarità speci che e differenziali. L’azienda dovrebbe altresì conservare idonea documentazione su questo metodo, sulle sue caratteristiche differenziali e sulle qualità
distintive che attribuisce al prodotto. Andrebbe altresì spiegato in etichetta – ancorché sinteticamente – in cosa tale metodo consiste e cosa lo distingue dai metodi classici.
Facciamo inoltre presente che parlare di “Metodo Tradizionale” è cosa diversa dal parlare di “Metodo Speciale”. La quali cazione di “Tradizionale” implica il riferimento a un periodo di tempo. L’unica de nizione di tradizionale è data dall’art. 3 del Reg. (UE) n. 1151/2012 secondo cui – ai ni di tale medesimo Regolamento (per cui tale de nizione dovrebbe teoricamente valere solo per le “Specialità Tradizionali Garantite”, ma non è escluso che taluni possano interpretarla in termini più generali) - è tradizionale “l’uso comprovato sul mercato nazionale per un periodo di tempo che permette di tramandare le conoscenze da una generazione all’altra; tale periodo deve essere di almeno 30 anni”.