L ATTE
N. 1 gennaio 2023 - anno lXXVii - menSile
il laTTe nel mondo
IL REPORT SUL CONVEGNO ANNUALE DI EDA
L’ANALISI ISMEA SULL’ANDAMENTO DEL SETTORE
L’EXPORT DELLE NOSTRE REGIONI DEL NORD-OVEST
AMARCORD
PAG. 2 La genesi dei marchi collettivi
L’OPINIONE
PAG. 4 Riforma del sistema delle Ig: presentati nuovi emendamenti di Paolo De Castro
MONDO ASSOLATTE
PAG. 8 La scienza conferma: latte e derivati prevengono il diabete
ATTUALITÀ
PAG. 14 Eda: il convegno “Latte e latticiniessenziali per la tua vita!”
PAG. 18 Eda flash
PAG. 20 Fil: la parola a Caroline Emond, direttore generale Fil/Idf
PAG. 22 Ue: ancora sul Nutri-score. Intervista a Stephan Peters
PAG. 24 News
PAG. 40 Libri
ECONOMIA
PAG. 42 Alle prese con una difficile congiuntura
MERCATI
PAG. 52 Regioni e province nell’export lattiero-caseario: il Nordovest
PAG. 58 Ue, un anno di calo produttivo. L’Italia in controtendenza
PAG. 60 Borsa prezzi
PAG. 62 Dop: l’accordo Ue-Mercosur
IGIENE E SICUREZZA
PAG. 64 I controlli ufficiali sulle sostanze farmacologicamente attive autorizzate come medicinali veterinari o additivi per mangimi
PAG. 68 I prodotti biologici: aggiornamento sulla normativa
NORMATIVE
PAG. 72 L’esperto risponde
Ètradizione: sul primo numero dell’anno facciamo gli auguri a soci e lettori.Anche questa volta non faremo eccezione, anche perché i mesi che ci siamo lasciati alle spalle sono stati complicati e, con questi “chiari di luna”, di auguri ne abbiamo tutti bisogno!
Prima il Coronavirus, poi l’allarme costi: bollette impazzite, fornitori che continuano a chiedere aumenti e buyer che per mesi hanno rifiutato le nostre richieste di adeguamento dei listini, per poi farlo solo in parte; tant’è che non abbiamo ancora ottenuto in toto gli aumenti necessari a coprire i nostri costi. Come facciamo a non essere preoccupati per l’annuncio di fine anno di alcune grandi catene, che hanno comunicato alla stampa il blocco dei listini fino alla primavera?
Sappiamo anche noi che ulteriori aumenti potranno avere effetti sui consumi, ma le aziende non possono certo continuare a lavorare in perdita!
Parlando di spesa delle famiglie, sappiamo che - sugli acquisti quotidiani - latte e latticini incidono molto meno di altri prodotti e gli aumenti registrati sono di gran lunga inferiori a quelli di altri beni, spesso non altrettanto importanti. In termini assoluti, tutti i prodotti alimentari sono aumentati molto meno di quelli voluttuari.
Come ripetiamo da mesi, è venuto il momento di riconoscere ai nostri prodotti un giusto valore, un valore che dà forza a un sistema di imprese e territori, che dà reddito e lavoro a centinaia di migliaia di famiglie.
Bisogna smettere di insistere con politiche commerciali basate sui prezzi: “il risparmio non è mai guadagno” recita un vecchio detto napoletano!
Soprattutto nei momenti emergenziali, la spesa “intelligente” non è quella a prezzi bassi o sempre scontati, ma quella che fa mettere nel carrello prima quello di cui abbiamo veramente bisogno, poi – solo in un secondo momento –qualche sfizio per noi e i nostri cari.
Per tanti, i prossimi mesi non saranno facili. Bisognerà, quindi, stringere i denti, sforzandosi di guardare la luce in fondo al tunnel, nella certezza che il sistema lattiero-caseario italiano – come sempre – farà la sua parte.Auguri!
Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF
EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l.
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LA GENESI DEI MARCHI COLLETTIVI
NEL 1935, LA PRIMA DELLE 22 CORPORAZIONI DI NUOVA CREAZIONE RIVOLSE L’ATTENZIONE SUI PROVVEDIMENTI DA PRENDERE PER DISCIPLINARE E TUTELARE LA PRODUZIONE DEI FORMAGGI TIPICI ITALIANI
Nel gennaio 1935, in occasione della prima riunione del Consiglio della Corporazione della zootecnia e della pesca, furono discusse e approvate diverse mozioni di delibera. Una di queste, relativa alla difesa dei formaggi tipici e alla disciplina dei Consorzi volontari, riconosceva uno dei tasselli oggi fondanti l’importante settore delle produzioni casearie certificate (che dai formaggi tipici ha preso origine): il marchio collettivo.
In particolare, la Corporazione riconobbe “essere utile per una maggiore tutela dell’industria casearia e dei formaggi tipici di grande commercio, sia per il mercato di consumo interno, che per l’esportazione, l’adozione di un marchio che, tenendo conto dei caratteri organolettici e della composizione dei formaggi stessi, preventivamente determinati dagli organi dello Stato, ne garantisca la qualità e i particolari requisiti tradizionali” e che questi marchi “possono essere istituiti da Consorzi volontari, di produttori riconosciuti” dal ministero dell’Agricoltura, di concerto con il ministero delle Corporazioni, su proposta dei Consigli provinciali della economia corporativa di allora.
Oggi, quello italiano rappresenta l’esempio più ampio di patrimonio caseario certificato: 55 denominazioni tra Dop e Igp. Nel 1935, il Consiglio della Corporazione della zootecnia e della pesca riteneva che “i Consorzi volontari interprovinciali per la difesa dei formaggi tipici devono limitarsi a quei pochi
prodotti la cui rinomanza nel mercato nazionale ed estero esercita preponderante influenza sulle condizioni della nostra industria casearia: formaggi grana, gorgonzola, pecorino, caciocavallo, ecc”. Come dire: diamo peso a chi ha peso! In quella prima riunione, il Consiglio della Corporazione della zootecnia e della pesca afferma anche che “per ciascun tipo di formaggio possa essere riconosciuto un solo Consorzio per sezioni corrispondenti a determinate zone di produzioni e tipi di prodotto; e pertanto, nel caso specifico del formaggio grana, decide di sottoporre al Comitato corporativo centrale la proposta che sia riconosciuto un unico Consorzio volontario interprovinciale del formaggio grana, con sezioni del reggiano, parmigiano, lodigiano, lombardo ed emiliano”.
In realtà, all’epoca già esisteva qualche raro esempio di struttura consortile (come il Consorzio volontario per la difesa del formaggio Grana Reggiano), ma eravamo davvero agli albori di un percorso che ha portato i formaggi Dop nazionali e il sistema dei consorzi volontari a essere un modello organizzativo di riferimento in tutto il mondo. Per quanto riguarda i marchi collettivi, con il passare del tempo, del lavoro dei Consorzi e delle imprese casearie, essi sono diventati importanti strumenti di promozione e comunicazione. Elementi distintivi e identificativi, che hanno affiancato la crescita e la diffusione di alcune delle maggiori produzioni casearie a indicazione di origine italiane in Italia, in Europa e nel mondo.
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RIFORMA DEL SISTEMA DELLE IG:
PRESENTATI NUOVI EMENDAMENTI
di Paolo De CastroIcolleghi deputati della Commissione agricoltura del Parlamento europeo hanno depositato circa 800 emendamenti al rapporto sulla riforma del sistema dei prodotti a Indicazione geografica, che ho presentato l’8 novembre. Si aggiungono ai 122 emendamenti alla proposta originaria della Commissione europea, presentati da me in qualità di relatore del provvedimento.
L’obiettivo è di concludere l’iter parlamentare entro la prossima primavera, per avviare le negoziazioni con il Consiglio, raggiungendo un accordo finale sotto la presidenza spagnola, nella seconda metà del 2023. Il proposito non è quello di rivoluzionare, ma di far evolvere, adattandolo ai tempi, un sistema senza eguali nel mondo, che funziona in modo efficace, generando valore senza bisogno di investire alcun fondo pubblico. Penso che
l’obiettivo debba essere quello di armonizzare le regole, arrivare a un testo unico europeo sulle produzioni di qualità, in grado di garantire un maggiore allineamento e una maggiore chiarezza tra tutti i settori, pur salvaguardando le specificità dei vari comparti e la garanzia di una revisione periodica. Mentre con i miei collaboratori a Bruxelles e insieme agli altri eurodeputati stiamo iniziando a lavorare al consolidamento degli emendamenti, già da ora si può dire che il rapporto dell’Europarlamento sarà basato su quattro pilastri. Come concordato con i relatori-ombra, punteremo al rafforzamento del ruolo dei Consorzi, a una maggiore protezione sia nei mercati fisici che online, alla semplificazione
e un necessario chiarimento del ruolo dell’Ufficio europeo dei brevetti (Euipo), e a soluzioni pragmatiche sulla questione della sostenibilità
I CONSORZI DEVONO CONTINUARE A RIMANERE IN MANO AI SOLI PRODUTTORI
In merito al primo punto, la Commissione prevedeva di “aprire” i Consorzi a soggetti terzi. Ricordiamo che essi rappresentano il vero motore di sviluppo del sistema e devono continuare a rimanere in mano solo ai produttori, con maggiori e migliori responsabilità. Si deve chiarire anche il ruolo esclusivo dei gruppi riconosciuti. In merito ai criteri di riconoscimento di questi ultimi, vogliamo salvaguardare schemi nazionali, come quello italiano o francese, che già oggi funzionano alla perfezione.
Agli Stati membri dovrà
Grana Padano D.O.P.
La soluzione combinata per ottenere un prodotto dal sapore autentico e strutturato.
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Le tipologie di caglio indicate per la realizzazione del grana e di altri formaggi a pasta dura sono il caglio in polvere e il caglio liquido.
Cryostart SLH 722
TIPO
TIPO
96% chimosina, da 860 a 1620 IMCU
90% chimosina, da 870 a 1170 IMCU
Caglio liquido
92% di chimosina, 1000 IMCU
85% di chimosina, 800 IMCU
poi essere riconosciuta la possibilità di introdurre sistemi di contributi erga-omnes, con l’obbligo per tutti i produttori di sostenere i costi del Consorzio relativi allo svolgimento delle attività previste dal Regolamento Passando all’obiettivo di una maggiore e migliore protezione, abbiamo esplicitato i dubbi sull’inserimento di una definizione di evocazione, che rischierebbe di limitare la discrezionalità della Corte di Giustizia Ue. Ci siamo concentrati sulla protezione on-line, che dovrà diventare ex-officio, e abbiamo voluto estendere la protezione alle Ig utilizzate come ingredienti. L’utilizzo di nomi protetti da Ig nel nome di prodotti trasformati dovrebbe essere vietato, a meno che non sia il Consorzio stesso a concederne
IL RUOLO DI EUIPO SARÀ LIMITATO ALLA TUTELA E ALLA PROMOZIONE DELLE IG
l’utilizzo. Per semplificare il sistema, abbiamo definito tempi certi per lo scrutinio della registrazione e delle modifiche dei disciplinari da parte della Commissione, riducendoli. Proponiamo inoltre di ridurre le categorie di emendamenti che devono passare dall’approvazione della Commissione europea, limitandoli a quelli che prevedano restrizioni alla commercializzazione dei prodotti, con effetti sul mercato unico.
Le altre modifiche saranno gestite a livello nazionale, evitando quel doppio passaggio che rallenta le procedure.
In questo modo sarà alleggerito il carico burocratico per la Commissione, e non si rende necessario alcun maggiore coinvolgimento di Euipo nella fase di scrutinio e delle modifiche disciplinari. Fase che deve restare saldamente
in mano alla Direzione generale agricoltura, a mantenere il ruolo che le Dop e Igp hanno nello sviluppo dei territori rurali. Euipo potrà dare il suo contributo, ma sarà limitato alla tutela e alla promozione delle Indicazioni geografiche, oltre che alla repressione delle imitazioni, sia nel mercato interno che nei mercati terzi.
Per potere meglio comunicare l’impegno che già oggi i produttori Dop e Igp profondono sulla sostenibilità, infine, abbiamo proposto l’elaborazione da parte dei Consorzi di un rapporto che spieghi tutto ciò che fanno in termini di sostenibilità ambientale, economica, sociale e di rispetto del benessere animale. Tale rapporto, indipendente rispetto al disciplinare di produzione, dovrà essere pubblicato sul portale europeo, dando così la possibilità ai consumatori di conoscere tutti i diversi aspetti qualitativi dei prodotti a Indicazione geografica.
LA SCIENZA CONFERMA: LATTE E DERIVATI PREVENGONO IL DIABETE
LA NOTIZIA ARRIVA DAL POLICLINICO UNIVERSITARIO FEDERICO II DI NAPOLI. I PRODOTTI LATTIERO-CASEARI SONO GLI UNICI ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE A ESERCITARE UN'AZIONE PREVENTIVA NEI CONFRONTI DEL DIABETE MELLITO.
TUTTI I DETTAGLI SUL NUOVO NUMERO DE LATTENDIBILE, LA NEWSLETTER DI ASSOLATTE REALIZZATA DAL PROF. ANDREA GHISELLI, PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI SCIENZE DELL’ALIMENTAZIONE
di Carmen BestaIl diabete mellito di tipo 2 (T2DM) è un grave problema di salute pubblica, in continua crescita, che si teme possa diventare la peggiore pandemia del ventunesimo secolo. È un
tema che preoccupa molto anche l’Italia, Paese nel quale, nell’arco di meno di un ventennio, la percentuale di malati è passata dal 3,9 al 5,9. Significa che sono affette da T2DM 3 milioni e
mezzo di persone. Particolare apprensione desta, inoltre, il fatto che oltre un terzo della mortalità si verifica in persone di età inferiore ai 60 anni. Tra i fattori di rischio per il diabete mellito di tipo 2 si
trovano il rapido sviluppo economico, la sedentarietà, l'urbanizzazione e l’alimentazione inadeguata. Fattori che hanno portato a un crescente carico di T2DM in molte parti del mondo, con conseguente impatto sulle capacità funzionali e la qualità della vita delle persone e a una significativa morbilità e mortalità prematura.
L'aumento del ricorso a diete poco salutari e a stili di vita sedentari, con conseguente aumento dell'indice di massa corporea, è tra i maggiori fattori di rischio. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il 90% dei pazienti diabetici non consuma le 5 porzioni quotidiane di frutta e verdura, oltre il 70% è in eccedenza ponderale, il 50% è sedentario, oltre il 50% è iperteso, oltre il 40% ha una colesterolemia elevata. È sorprendente il fatto che l’Italia, culla della dieta mediterranea, sia invece il Paese europeo che sopporta il più alto carico di malattia diabetica, espresso come DALYs, tra i più elevati del mondo
Per questo motivo gli interventi sui cambiamenti di stile di vita sia della popolazione generale, sia del paziente diabetico, possono comportare un notevole risparmio di vite e di costi sanitari per ospedalizzazioni e terapie. Studi di intervento su larga scala hanno infatti dimostrato che una dieta più sana e una maggiore attività fisica sono in grado, da soli, di ridurre nettamente (-40%) il rischio di T2DM.
Diventa quindi estremamente importante indagare su quale tipo di dieta, quali alimenti e quali nutrienti esercitino un’azione preventiva e anche in un certo senso “terapeutica”, o quanto meno di ausilio alla terapia farmacologica.
Un numero crescente di studi
prospettici di coorte ha messo in evidenza chiaramente le correlazioni positive o negative tra determinati alimenti e gruppi di alimenti e il rischio di T2DM. Per ciò che riguarda i prodotti vegetali, c’è una vasta mole di evidenze scientifiche a sostegno delle Linee Guida internazionali per la prevenzione, verso la spinta all’aumento di consumo di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, frutta secca in guscio, oli vegetali non
Sulla base dei risultati, si può concludere che nella prospettiva dell'ottimizzazione della prevenzione del T2DM deve essere incoraggiata l'abituale inclusione nella dieta di opportune quantità di latte, soprattutto magro, e di yogurt
La revisione sistematica delle prove disponibili mostra che, tra i prodottiì animali, gli unici a esercitare un’azione preventiva nei confronti dei T2DM sono i prodotti lattierocaseari, in maniera particolare il latte parzialmente scremato
tropicali, e alla riduzione del consumo di alimenti ricchi di zuccheri liberi, cereali raffinati, bevande zuccherate.
Per quanto riguarda gli alimenti di origine animale, le evidenze non sono così solide e le raccomandazioni sono limitate alla generica indicazione di una riduzione globale, senza tenere in considerazione la grande differenza tra i vari alimenti animali, sia per quanto riguarda la quantità che la qualità dei grassi, o della
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Umbrella review
Per analizzare i dati provenienti dalla vasta mole di studi prospettici disponibili, in modo da circoscrivere i rapporti tra incidenza di T2DM e consumo di prodotti di origine animale e definire meglio le raccomandazioni più appropriate per la prevenzione, uno dei gruppi italiani più influenti nella ricerca e nella clinica del T2DM, quello dell’area di Diabetologia del Policlinico Universitario Federico II di Napoli, ha recentemente pubblicato una revisione sistematica con umbrella review delle meta-analisi dei vari lavori prospettici. Al momento le umbrella review sono lo strumento di analisi statistica più avanzato e più preciso per mettere in chiaro i fattori associati a una probabilità aumentata o diminuita di un fenomeno, patologia, o meccanismo, ripulendoli dai probabili eventuali fattori confondenti,
Considerando che in Italia il T2DM comporta un altissimo carico di malattia e una spesa sanitaria non indifferente, semplici aggiustamenti delle abitudini alimentari potrebbero essere in grado di salvare vite umane e costi sociali
spesso responsabili di risultati contrastanti.
Alla fine del processo di selezione dei lavori, gli autori hanno incluso ben 13 meta-analisi di studi prospettici che indagavano le associazioni tra incidenza del T2DM e consumo di prodotti animali (carne, carne rossa, carne bianca, carne trasformata, pesce e prodotti della pesca e uova). Per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseari, di cui sono stati inclusi 23 studi, si è potuto distinguere tra prodotti interi e a ridotto contenuto di grasso.
un ridotto rischio di T2DM.
E i prodotti lattiero caseari, nel loro complesso, dimostrano una significativa riduzione del rischio (5%) per ogni quantità di 200 g al giorno consumata. Tra tutti i prodotti lattierocaseari, è il latte l'elemento associato alla maggiore riduzione del rischio (10%), seguito dallo yogurt (6 per cento).
E DERIVATI NELLA PREVENZIONE DEL DIABETE
Una dieta più sana e una maggiore attività fisica sono in grado, da soli, di ridurre nettamente il rischio di T2DM. I prodotti lattiero caseari sono gli unici alimenti d origine animale ad esercitare un azione preventiva nei confronti dei T2DM.
Il diabete mellito di tipo
2 (T2DM) è un noto e grave problema di salute pubblica, purtroppo in continua crescita, tanto che si teme possa divenire la peggiore pandemia del ventunesimo secolo. In Italia, nell arco di meno di un ventennio, la percentuale di malati è passata dal 3,9% al 5,9% [1], il che significa che circa 3 milioni e mezzo di persone ne sono affette. Ciò ovviamente ha un impatto considerevole non solo sulla salute e la qualità di vita dei pazienti, ma anche sulla spesa sanitaria, per la quale si calcola un costo medio per paziente di circa 3000 Euro anno [2] con una spesa sanitaria complessiva quindi di circa 10 miliardi. Inoltre, desta particolare preoccupazione il fatto che oltre un terzo della mortalità da T2DM si verifica in persone di età inferiore ai 60 anni [3].
È risultato che, contrariamente a quello che accade per gli altri prodotti di origine animale, il consumo di latticini in totale, con particolare riguardo a quelli a basso contenuto di grassi, latte e yogurt, è associato a IL RUOLO
È il tema del nuovo numero de Lattendibile, la newsletter di Assolatte realizzata dal prof. Andrea Ghiselli, presidente della Società italiana di scienze dell’alimentazione.
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DI LATTE E DERIVATI NELLA PREVENZIONE DEL DIABETE IL RUOLO DI LATTEIL CONVEGNO “LATTE E LATTICINI - ESSENZIALI PER LA TUA VITA!”
QUESTO IL TEMA
DELL'INCONTRO
ANNUALE DI EDA.
RIBADITO IL RUOLO
CHIAVE DEL SETTORE
NELLA SOLUZIONE DEI
PROBLEMI CLIMATICI
di Maria LibertiniOspitata a Madrid dall’associazione spagnola delle industrie lattiero-casearie (FeNIL), alla fine di novembre si è tenuto l’incontro annuale di Eda, che ha riunito più di 150 rappresentanti del settore lattiero-caseario mondiale, con il tema "Latte e latticini - essenziali per la tua vita!”. Dopo le riunioni tecniche e il board dell’associazione, la manifestazione si è chiusa con l’assemblea e la consueta conferenza, con un confronto tra esperti che hanno discusso delle sfide e delle opportunità del settore lattiero-caseario e del suo ruolo chiave nella creazione di sistemi alimentari resilienti e sostenibili.
Tutti hanno concordato su un messaggio fondamentale: data la sua importanza per l'economia rurale e la sicurezza alimentare, il settore lattiero-caseario deve essere parte della soluzione ai problemi climatici. Un messaggio che deve essere comunicato in modo più efficace.
"Se vogliamo raggiungere un'Europa neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, l'unico modo è il dialogo e il sostegno di coloro che possono cambiare le cose - e il settore lattiero-caseario è uno di quelli che cambia le cose”, ha dichiarato in apertura il presidente dell’associazione,
Giuseppe Ambrosi.
Dopo una fase in cui la voce di chi è realmente colpito dalle misure previste dalle strategie del Green deal e della F2F non ha trovato molto ascolto, in Europa si avverte un movimento contro quello che molti definiscono un approccio troppo ideologico della Commissione. Ambrosi ha anche lanciato un appello al ministro spagnolo dell'Agricoltura e dell'Alimentazione - Luis Planas, presente ai lavoriaffinché i progetti di Bruxelles assumano una piega accettabile e sostenibile per il settore (nel secondo semestre dell’anno, la Spagna assumerà la presidenza dell'Ue, ndr).
Sulla stessa lunghezza d’onda, Ignacio Elola, presidente di FeNIL, ha ricordato che il sistema latte rappresenta la middle class di tante aree rurali, e necessita di incentivi fiscali e di investimenti per continuare a fornire prodotti di qualità in modo sostenibile, visto l'aumento dei costi di produzione e del prezzo del latte che è livelli storici. Ciò è tanto più vero perché l'industria lattiero-casearia è formata in
maggioranza da piccole e medie imprese.
La parola è poi passata ad Antoine de Saint-Affrique, Ceo di Danone, che si è detto ottimista sul futuro del settore lattiero-caseario, perché in “un mondo alla ricerca di salute e naturalità, il ruolo dei latticini è fondamentale". E le sfide, ha ricordato, devono essere trasformate in opportunità. L’ottimismo di Saint-Affrique è stato confermato dai numeri di Mary Ledman, Global Dairy Strategist di Rabobank, che ha presentato un quadro prospettico di domanda e offerta mondiale fino al 2030. Spinto dall’aumento della domanda, il commercio mondiale aumenterà, con un vuoto di produzione da colmare per la decisione dell'Unione europea di ridurre il numero di capi allevati per limitare le emissioni di gas serra. Peccato che i dati dicano che la maggior parte di tali emissioni riguardi altre aree del pianeta. Ottimista sul futuro del settore anche Catherine Roux, direttore generale di Lactalis Sud Europa, che ha illustrato la
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tabella di marcia dell'azienda verso il 2050, con i prodotti lattiero-caseari a impatto zero.
"Crediamo che i prodotti lattierocaseari abbiano un futuro brillante e possiamo far scoprire nuovi usi e nuove varianti ai consumatori", ha spiegato. Dato il loro profilo nutrizionale, latte e latticini restano estremamente convenienti, nonostante gli aumenti causati dall'inflazione.
José Armando Tellado, amministratore delegato di Capsa Food - la prima azienda lattiero-casearia spagnola ad aver ottenuto la certificazione "sprechi zero" - si è concentrato invece sulle difficoltà del momento:
“Sono momenti difficili e bisogna sostenere gli allevatori. La produzione locale è in pericolo; il 60% degli agricoltori andrà in pensione prima del 2030. Se non si trova una soluzione per mantenere in vita le aziende, le conseguenze saranno disastrose”.
Dal canto suo, Gabriel Lodares, direttore generale di Agropecuaria Albacete, importante produttore spagnolo di latte, ha ripreso un tema ricorrente, quello della biodiversità: “Se il settore lattiero-caseario deve sostenerla, ridurre le emissioni e aumentare il benessere degli animali, i costi di produzione aumenteranno. La biodiversità non è possibile se non permette di creare reddito". Di sostenibilità ha parlato anche Peter Giørtz-Carlsen,
vicepresidente esecutivo per l'Europa di Arla Foods. Su questi temi, l'azienda è all'avanguardia, lavora per ridurre l'impronta di carbonio e raggiungere l'obiettivo di riduzione delle emissioni fissato per il 2030. L’azienda stanzia 500 milioni di euro all'anno per incoraggiare i soci, con incentivi che premiano chi prende iniziative per il clima. Giusto lavorare per una maggiore sostenibilità, ma “l'impatto ambientale del settore è fortemente sovrastimato, ha sottolineato Piercristiano Brazzale, presidente della Fil/
Idf. I metodi di misurazione utilizzati presentano lacune ed errori. Gli studi che la Fil sta portando avanti e sostenendo sono quindi più importanti che mai, anche perché la federazione è il solo collegamento tra industria e Codex Alimentarius, l'organizzazione che definisce gli standard
Charles Brand di Tetra Pak ha infine posto l’accento sull'innovazione che sarà fondamentale per creare un futuro sostenibile, evidenziando il ruolo critico del packaging nella catena di approvvigionamento alimentare.
Come di consueto, la manifestazione ha previsto anche momenti conviviali, con la cena di gala presso la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, dove il presidente Ambrosi, a nome della lattosfera europea, ha voluto ringraziare Attilio Zanetti, per molti anni membro del board e vicepresidente dell'Eda, per il suo eccezionale impegno.
UCRAINA: L'ACCESSIBILITÀ AI PRODOTTI E LA SICUREZZA ALIMENTARE RESTANO DUE PRIORITÀ
Eda ha partecipato all’ultima recente riunione del gruppo di esperti sul Meccanismo europeo di preparazione e risposta alle crisi in materia di sicurezza alimentare (Efscm). In un periodo in cui l'inflazione fa segnare aumenti a due cifre, l'incontro è stato convocato per ascoltare gli stakeholder del settore agroalimentare e approfondire i temi ambientali, economici e sociali che riguardano la sicurezza alimentare. La Commissione europea ha sottolineato che, al momento, le questioni più rilevanti per l'agricoltura europea e mondiale sono l'Ucraina, l'accessibilità ai prodotti alimentari e la sicurezza alimentare. Alcuni Stati membri dell'Ue sono intervenuti, sottolineando la necessità di tenere nella dovuta considerazione la crisi attuale e le sue conseguenze anche per le politiche di lungo periodo. La nostra associazione europea ha sottolineato l'importanza del mercato unico e chiesto di attuare ogni possibile azione per la sua salvaguardia.
IMPRONTA
AMBIENTALE DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI
(PEF): LAVORI IN CORSO PER L’AGGIORNAMENTO
Le regole del Dairy Pef (Product Environment
Footprint) - approvate dalla Commissione europea e dagli Stati membri nel 2018rappresentano l'approccio armonizzato del settore lattiero-caseario europeo per la valutazione delle prestazioni ambientali lattiero-caseari secondo 17 indicatori, quindi attraverso un'ampia gamma di componenti ambientali.
Come tutti i Pef, anche quello del nostro settore deve essere manutenuto e periodicamente rinnovato.
Bisogna quindi aggiornare i set di dati e la metodologia impiegata, al fine di conformarsi al futuro quadro legislativo dell'Ue, e per dare la giusta direzione ai futuri dossier di politica di sostenibilità in Europa.
L'Eda sta lavorando al rinnovo delle regole, raccogliendo competenze e budget per i lavori necessari.
L'Eda accoglie con favore il ritrovato slancio della Commissione nelle negoziazioni per l'accordo di associazione Ue-Messico. Nella seconda metà di quest’anno, la Spagna assumerà la presidenza del Consiglio europeo, il che favorirà il dialogo. La domanda di latte e derivati del latte nel Paese centroamericano, che dipende molto dalle importazioni, continua ad aumentare; pertanto, per le imprese europee del settore lattierocaseario quello messicano è un mercato con potenzialità ancora inespresse, anche per prodotti di qualità.
IL PROGRAMMA
Per promuovere un'alimentazione sana tra i giovani e sostenere la distribuzione di latte, frutta e verdura nelle scuole di tutta l'Unione europea, da molti anni la Commissione finanzia il programma Latte alle scuole. Nei prossimi mesi, il progetto sarà sottoposto a revisione.
Eda sta seguendo i lavori e sottolinea alcuni potenziali miglioramenti delle regole, così come il fatto che la stessa esistenza del programma è un riconoscimento del ruolo essenziale del latte e dei suoi derivati nella dieta di bambini e adolescenti.
Parmigiano Reggiano è una forma di rispetto.
Una forma di Parmigiano Reggiano è molto
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di più di una semplice forma di forma g gio.
Perché Parmigiano Reggiano promuove iniziative
Perché Re g giano promuove iniziative ÅVITQbbI\MIZQL]ZZMT¼QVY]QVIUMV\W e a preservare le diversità di un territorio unico.
LA PAROLA A CAROLINE EMOND DIRETTORE GENERALE FIL/IDF
di Chiara FabriziNonostante il consenso sul ruolo sostanziale degli alimenti di origine animale, come i latticini, nelle diete sane e nei sistemi alimentari sostenibili.
Nonostante la forte evidenza scientifica dei benefici nutrizionali e salutistici del latte e dei prodotti lattierocaseari ad alta densità di nutrienti.
Nonostante il contributo cruciale dei prodotti lattierocaseari agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e alla sicurezza alimentare.
Nonostante tutti gli impegni e i numerosi esempi di azioni climatiche in corso.
Nonostante il fatto che il bestiame contribuisca al 14,5% delle emissioni di gas serra (non quanto falsamente si dice) e che i prodotti lattiero-caseari rappresentino il 4,1% delle emissioni di gas serra (il 2,9% per la produzione di latte).
Nonostante il fatto che le emissioni di metano facciano parte del ciclo del carbonio e dei servizi ecosistemici che gli allevamenti e i caseifici forniscono.
Nonostante tutti questi fatti, non ci si può non stupire degli attacchi che continuano a essere rivolti al bestiame.
C’è da chiedersi perché alcuni insistono nel creare una controversia dove non dovrebbe esserci o perché il mondo è alle prese con insicurezza alimentare, malnutrizione e povertà.
Forse perché:
- alcuni politici cercano soluzioni facili a una situazione molto complessa; - le azioni individuali sono sopravvalutate;
- alcuni ritengono che la nutrizione e la salute non siano essenziali e possano essere scambiate con altro;
- alcuni preferiscono ignorare il contributo essenziale del settore lattiero-caseario al sostentamento, alle economie rurali e all’emancipazione femminile;
- altri credono di poter sfamare il mondo senza prodotti di origine animale (dimenticando che gli animali da latte si nutrono per lo più di colture non commestibili per l’uomo, erbe e residui e che ampie porzioni del nostro pianeta non possono essere utilizzate per altre produzioni alimentari). Cerchiamo di essere chiari: i prodotti lattierocaseari svolgono un ruolo fondamentale nei sistemi alimentari sostenibili e nelle diete sane e contribuiscono al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
Il nostro settore contribuisce anche alla biodiversità, alla salute del suolo, al sequestro del carbonio e alla creazione di energia attraverso il letame. Inoltre, l’intero settore è impegnato in azioni per il clima e, come settore, dobbiamo assicurarci che i governi nazionali riconoscano e includano questi importantissimi contributi nei loro rapporti sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e sugli impegni in materia di sostenibilità e clima Incoraggiamo i politici ad avere un approccio olistico al cambiamento climatico che tenga conto della densità nutrizionale, dell’accessibilità e dell’economicità per raggiungere la sicurezza nutrizionale.
La Fil/Idf promuove l’impegno del settore per la sostenibilità e l’azione per il clima e sostiene lo sviluppo di standard, metodologie e condivisione delle conoscenze.Tuttavia, il nostro lavoro non finisce qui.
Continueremo a produrre strumenti, a promuovere e comunicare le migliori pratiche del settore lattiero-caseario e a cogliere ogni opportunità per
NUOVA
PUBBLICAZIONE
ISO-FIL
ricordare al mondo quanto sia impegnato, dinamico e innovativo.
Fil/Idf e Iso hanno pubblicato un nuovo Standard congiunto: l’ISO 4214 / IDF 254: 2022 - Milk and milk products
- Determination of amino acids in infant and adult / paediatric nutritional formulas and dairy products. Il documento specifica un metodo per la determinazione quantitativa degli amminoacidi totali in formule per lattanti e adulti/pediatrici, prodotti lattierocaseari e altre matrici come i cereali. Il metodo permette, inoltre, la determinazione specifica, in un’unica analisi, degli aminoacidi alanina, arginina, acido aspartico (combinato con asparagina), cistina (dimero della cisteina, combinato con cisteina), acido glutammico (combinato con glutammina), glicina, istidina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, fenilalanina, prolina, serina, treonina, tirosina e valina. Il metodo non è invece adatto per la determinazione del triptofano.
ANCORA SUL NUTRI-SCORE: INTERVISTA A STEPHAN PETERS
UNO STUDIO DELL'ESPERTO DI SCIENZA DELLA NUTRIZIONE DELLA NZO
SMENTISCE CHE UN FOPNL MODIFICHI IL COMPORTAMENTO D'ACQUISTO DEI CONSUMATORI
di Maria LibertiniAmargine dell’ultima assemblea Eda abbiamo incontrato Stephan Peters, responsabile nutrizione dell'associazione lattierocasearia olandese (Nzo), che coordina e porta avanti ricerche su diete sane e sostenibili. Peters con il professor Hans Verhagen (ex-Efsa) ha recentemente pubblicato uno studio molto interessante: "An Evaluation of the NutriScore System along the Reasoning for Scientific Substantiation of Health Claims in the EU - A narrative Review". Lo studio smentisce la
teoria che il Nutri-Score comporterebbe un aumento dell'acquisto di alimenti più sani da parte dei consumatori. Come è nata l'idea di questo studio?
I principali problemi di salute pubblica in Europa sono il sovrappeso e le malattie non trasmissibili (Ncd) a esso associate, in particolare il diabete di tipo 2, dovuto a stili di vita e diete non salutari. Tuttavia, è molto difficile modificare il comportamento alimentare dei consumatori. I politici e gli esperti di alimentazione ci hanno
già provato, ma con scarsi risultati. Anche l’etichettatura nutrizionale Fop può essere inadeguata. Non tutti i sistemi esistenti sono in linea con le linee guida dietetiche nazionali. I simboli dei Paesi nordici come il Keyhole lo sono, ma il Nutri-Score non lo è. Questo, però, è solo uno dei problemi dell’etichettatura Fop e il nostro studio affronta il tema da una prospettiva diversa. Abbiamo, cioè, esaminato se un Fopnl modifichi effettivamente il comportamento di acquisto dei consumatori.
Qual è la prospettiva alla base dello studio?
Il Nutri-Score è stato sviluppato da esperti di alimentazione, non del comportamento. Il presupposto da cui si è partiti è: se i consumatori ricevono buone informazioni, cambieranno il loro comportamento. A essere sbagliata è proprio l'ipotesi; la conoscenza, per definizione, non è un fattore determinante del cambiamento comportamentale. Dare informazioni tramite Fopnl non equivale a un'educazione generale e a una buona conoscenza degli alimenti. Anche le persone con un basso livello di istruzione sanno che frutta, verdura e latticini di base sono salutari, ma non per questo ne consumano molti. L'informazione di per sé non cambia il comportamento: è una concezione errata degli sviluppatori del Nutri-Score. Ci riassume brevemente la sua analisi?
Abbiamo esaminato le prove a sostegno del Nutri-Score e il ragionamento seguito da Efsa per dimostrare la fondatezza degli health claims nell'Ue. Per quanto riguarda il primo punto, è emerso che non esiste un consenso scientifico sulla fondatezza dell'efficacia dell'algoritmo alla base del Nutri-Score. Anche se ipotizzassimo - e non è questo il caso - che le informazioni fornite con il Nutri-Score siano corrette e che vi sia un consenso scientifico, mancherebbe ancora un tassello: influenza il comportamento di acquisto dei consumatori al supermercato?
Esistono alcuni studi che hanno esaminato questo aspetto e, utilizzando l'approccio dell'Efsa per la verifica degli health claims, abbiamo concluso che il Nutri-Score non ha effetti comprovati sugli acquisti. Quindi?
È vero che i loghi legati al Fopnl sono i più studiati, ma ciò non dimostra che siano sufficienti.
Un'adeguata fondatezza scientifica richiederebbe il rispetto di tutti i requisiti seguiti da Efsa per gli health claims, mentre non esiste un rapporto significativo di causa-effetto.
In un recente evento al Parlamento europeo ha condiviso un dato interessante sull’algoritmo del Nutri-Score… Abbiamo applicato il nuovo e il vecchio algoritmo NutriScore ai prodotti inclusi nel database olandese sulla composizione degli alimenti. Su 1.800 alimenti, con il vecchio algoritmo il 25% dei prodotti “non salutari” secondo le nostre linee guida dietetiche ha ottenuto un punteggio A o B, con il nuovo il 19%. Giusto porsi una domanda: quanto margine di errore è accettabile in un Fopnl? Non solo il Nutri-Score non modifica le reali abitudini di acquisto dei consumatori, ma quand’anche funzionasse, le cambierebbe in senso negativo!
Quello che hanno fatto gli sviluppatori del Nutri-Score non è basato sulla scienza, ma sull'opinione degli esperti.
È una traduzione di aspetti scientifici in interventi politici, attraverso l'interpretazione dei dati. E la recente modifica dell'algoritmo lo dimostra. Inoltre, se si guarda al dibattito tra chi è a favore e chi è contro il Nutri-Score, si nota che i proNutri-Score credono agli studi e all'interpretazione del team del Nutri-Score, mentre gli antiNutri-Score credono l’opposto. Come è stato accolto il vostro studio dalla comunità scientifica e politica?
Abbiamo avuto molte reazioni positive all'articolo, sia nella comunità scientifica olandese, sia nella comunità politica di Bruxelles. Gli sviluppatori del Nutri-Score, com’è ovvio, l'hanno etichettata come fake! In ogni caso, credo che gli scienziati dovrebbero leggere gli studi a favore e quelli contrari alla loro ipotesi con la medesima attenzione. Se la Commissione europea introdurrà un Fopnl, una valutazione completamente indipendente dovrà essere effettuata dall’Efsa, che è davvero imparziale.
PHILADELPHIA APRE IL CANALE UFFICIALE SU TIKTOK CON UN PROGETTO DIGITAL SPECIALE
Philadelphia, il formaggio spalmabile brand icona del gruppo Mondelez International, ha deciso di supportare la sua community di fan su TikTok aprendo il suo canale ufficiale. Il progetto è stato affidato a Mambo, la prima community di oltre cento content creator in Italia, nata all’interno di OneDay Group nel 2021. Per l’occasione, è stata coinvolta una delle principali fan di Philadelphia, @BeaBaru, tiktoker e creator del team Mambo con oltre 400mila follower, che con il canale TikTok non ufficiale dedicato proprio a Philadelphia (@phormaggio), ha realizzato video e contenuti senza script e senza editing per raccontare l’amore per Philadelphia tramite ricette semplici e unboxing. I contenuti sono stati pensati e realizzati con il preciso obiettivo di far sentire gli utenti parte di un qualcosa di più grande, ovvero una community di persone che
condividono le stesse passioni e, in questo caso, quella per Philadelphia. Il canale @phormaggio creato da @ BeaBaru ha raggiunto 171mila follower, oltre 7 milioni di views, più di 841mila like e un engagement rate del 16.32%. Si tratta del primo progetto di marca su TikTok creato per mettere il consumatore al centro della comunicazione. I contenuti pubblicati si sono focalizzati sulla promozione dei prodotti del brand Philadelphia, ma con un approccio non commerciale e molto “native”. Il canale ufficiale @ philadelphialovers si propone come un contenitore
dove tutti gli amanti di Philadelphia possano trovarsi per condividere la propria passione. Il progetto ha visto poi il coinvolgimento di altri influencer che hanno aiutato il canale a crescere e popolarsi di contenuti. Oltre a @BeaBaru, infatti, si sono uniti anche @curiosi. tia che è andato in giro per le città italiane a intervistare i consumatori, @gingingii con i suoi 2,1 milioni di follower e due creator di @chefincamicia. Sottolinea Francesco Surrenti, senior marketing manager di Philadelphia: “Si tratta di un progetto unico nel mondo digital: il primo profilo di marca che nasce da un consumatore. Rientra perfettamente nella strategia della marca e si configura nell’ottica di trasformare Philadelphia da un semplice brand ad un 'brandcaster' in grado di produrre contenuti che parlino la lingua delle generazioni più giovani”.
ACTIVIA DI DANONE LANCIA IL KÉFIR PIÙ RICCO
Nasce il nuovo Activia Kéfir, il Kéfir più ricco di sempre che combina gli autentici lieviti agli esclusivi 4 miliardi di probiotico bifidus di Activia. Un mix unico con una ricca varietà di fermenti per il benessere del microbiota, che coniuga gusto e funzionalità. La novità si avvale di in una pratica confezione in Tetrapak certificato Carbon Trust, realizzata con il 90% di materiale di origine vegetale che comporta una riduzione dell’emissione di Co2 del 43% rispetto a una confezione Tetra Top standard. Il Kéfir è un latte fermentato tradizionale che trova le sue origini nelle regioni del Caucaso e dell’Anatolia. La sua particolarità è quella di essere prodotto grazie all’incubazione del latte con i cosiddetti “grani di Kéfir”, che contengono diversi ceppi di batteri lattici e lieviti. Il prodotto ha una consistenza
avvolgente, una dolcezza bilanciata con una nota leggermente acidula, ed è lievemente frizzante, come tipico dell’autentico Kéfir.
LA STRACCIATELLA DI BURRATA SABELLI, UN SUCCESSO ANCHE NELLA NUOVA VERSIONE AL TARTUFO
La Stracciatella di Burrata è un gustoso formaggio fresco e cremoso, con sfilacci di mozzarella immersi in un cuore di crema di latte, protagonista di un autentico boom di vendite: in 12 mesi le quantità di burrata e stracciatella di burrata acquistate dagli italiani nella
Gdo sono aumentate del 24,1% (fonte Cerved).
Leader di mercato nel segmento stracciatella e burrata è Sabelli, l’azienda lattiero-casearia dell’omonima famiglia marchigiana che da quattro generazioni produce formaggi di alta qualità. Oggi Sabelli è una “firma”
importante nel mondo della Stracciatella di Burrata e le sue vendite in Gdo continuano a crescere anno dopo anno. Nella distribuzione moderna l’azienda propone la specialità in quattro versioni, pensate per soddisfare esigenze diverse. Per gli intolleranti, l’azienda ha creato la Stracciatella di Burrata senza lattosio, ad alta digeribilità e con lo stesso gusto di quella tradizionale. In occasione delle festività natalizie, sia la Stracciatella che la Burrata Sabelli sono state proposte sul mercato anche nella nuova versione al Tartufo: una specialità di eccellenza che unisce alle materie prime nobili e genuine di Sabelli uno degli ingredienti più amati dagli italiani.
MÜLLER ARRICCHISCE IL PROPRIO ASSORTIMENTO
Müller lancia quattro nuovi gusti della linea Dessert Proteici: Cioccolato e Nocciola, Cioccolato e Nocciola con Panna, Vaniglia con Panna e al Riso Proteico Bianco. I Dessert Proteici Müller sono perfetti per chi vuole mantenersi in forma ma con gusto, grazie a tutto il piacere e la bontà Müller. I nuovi gusti, cremosi ed avvolgenti, sono una coccola che soddisfa anche i palati più esigenti. Oltre alle novità, la linea si compone di altre quattro combinazioni senza zuccheri aggiunti, pochi grassi e ricche in proteine: Müller Dessert Gusto Cioccolato e Müller Mousse alla Vaniglia. Le novità non finiscono qui: nella linea Müller Mix Soffio debuttano la Mousse alla vaniglia più nocciole con cioccolato e caramello e la Mousse al gusto nocciola più nocciole croccanti al cioccolato. Müller Mix
Soffio rappresenta un'innovazione nel mercato grazie alla particolare consistenza data dalla mousse.
L’esperienza è resa unica dalla combinazione della Mousse alla vaniglia più nocciole con
cioccolato e caramello e della Mousse al gusto nocciola più nocciole croccanti al cioccolato, il tutto grazie alla caratteristica doppia vaschetta. La mousse soffice e areata, come se fosse montata, rende l’esperienza di gusto perfetta in ogni momento della giornata. Le due novità si aggiungono ad altre cinque combinazioni di gusto della linea Mix Soffio che hanno come base una soffice Mousse di bianco da mixare con mandorle e cioccolato, granella di pistacchio, cubetti di cocco e cioccolato, fragole o lamponi. Il lancio è stato accompagnato da una campagna andata in onda tra novembre e dicembre scorsi, incentrata sull’unicità dell’esperienza offerta dal prodotto.
C’È QUELLO GIUSTO PER OGNI AMANTE DEI FORMAGGI
EMMENTALER DOP CLASSIC
L’originale della valle dell’Emme
Il più «classico», conosciuto in tutto il mondo come il «re dei formaggi». L’occhiatura di dimensione grande e l’aroma intenso con sentore di noce fanno dell’Emmentaler DOP Classic un pezzo di cultura svizzera.
EMMENTALER DOP BIO
Da latte biologico con l’aroma di erbe di campo
L’Emmentaler DOP Bio si differenzia dalle altre qualità per il suo ingrediente principale: il latte crudo di produzione biologica è fornito da aziende agricole che soddisfano i criteri dell’organizzazione Bio Suisse.
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EMMENTALER DOP URTYP®
Gusto primordiale travolgente
Il nuovo Emmentaler DOP URTYP® ha un sapore particolarmente intenso.
Viene lasciato stagionare non meno di quindici mesi, di cui almeno sette in una speciale cantina umidificata. ogni forma viene sottoposta dai nostri assaggiatori di formaggi a tre rigorose verifiche.
LACTALIS PARTNER DI FONDAZIONE BANCO ALIMENTARE
Il Gruppo Lactalis in Italia è sceso in campo a fianco di Fondazione Banco Alimentare Onlus in qualità di partner logistico, per contribuire in maniera concreta all’iniziativa di raccolta cibo. In occasione della 26ª edizione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, il gruppo è intervenuto in 30 province di 12 regioni su un duplice fronte: da una parte con i furgoni firmati Galbani e Parmalat messi a disposizione per il trasporto degli alimenti raccolti durante l’attività, dall’altra con l’aiuto dei dipendenti, presenti come volontari ai banchi dedicati con l’iconica pettorina arancione di Banco Alimentare. L’iniziativa ha permesso di raccogliere prodotti per almeno 100 tonnellate, ed è stata l’occasione per trasmettere un messaggio di solidarietà e vicinanza a chi vive in
condizioni di precarietà.
“In un contesto economico e sociale difficile come quello attuale, Lactalis ha rinnovato il proprio supporto per la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, in sinergia con la grande organizzazione
di Banco Alimentare, con cui da anni collaboriamo orgogliosamente, a conferma della sensibilità diffusa in azienda sui temi sociali”, ha affermato Vittorio Fiore, direttore comunicazione Csr Lactalis in Italia.
IL CASEIFICIO IL FIORINO È DA 10 E LODE: DAL MONDIALE DEI FORMAGGI ARRIVANO 10 MEDAGLIE
Il Fiorino si conferma uno dei caseifici più prestigiosi. Una nuova conferma è arrivata da Newport, in Galles, dove sono stati assegnati i premi del World Cheese Awards (WCA), il campionato del mondo dei formaggi, al quale prendono parte le più importanti realtà casearie provenienti dai cinque continenti.
L’azienda maremmana guidata da Angela Fiorini e dal marito Simone Sargentoni ha conquistato ben dieci medaglie: super oro per la Riserva del Fondatore “special edition”, quattro argenti per il Cacio di Afrodite, la Riserva del Fondatore, il Cacio di Venere e la Grotta del Fiorini, e cinque bronzi, rispettivamente per: Fior di cardo, Pecorino di Bartarello
a latte crudo, Semistagionato del Fiorini, Cacio di Caterina, Dolce Fiorino di Maremma.
L’edizione 2022 dei World Cheese Awards ha visto la partecipazione di 42 Paesi per un totale di oltre 4.400 formaggi, record assoluto per la manifestazione. La giuria, formata da 265 giudici provenienti da oltre 38 nazioni e composta da esperti casari, cuochi, giornalisti, ha ancora una volta apprezzato e valutato molto positivamente i formaggi de Il Fiorino, considerandoli tra migliori pecorini in gara. Il World Cheese Awards, giunto quest’anno alla 35esima edizione, ha sempre portato ottimi risultati a Il Fiorino, come dimostrano le 14 medaglie nel 2021 a Oviedo in Spagna. Dalla prima partecipazione a Londra, nel 2012, sono oltre 60 le medaglie portate in terra maremmana dal concorso mondiale.
IL CASEIFICIO COMELLINI CERTIFICA DUE FORMAGGI SENZA LATTOSIO CON IL MARCHIO LFREE
Dopo lo Squacquerone senza lattosio, Caseificio Comellini certifica con il Marchio Lfree nella sua variante azzurra lactose-free la Casatella e il Formaggiodi Castel San Pietro, le due specialità senza lattosio che, grazie anche al caglio vegetale estratto dal cardo selvatico, portano sul mercato formaggi innovativi con lo stesso sapore di quelli tradizionali.
L’azienda ha deciso di dare un’ulteriore garanzia ai propri consumatori, scegliendo di intraprendere il percorso di certificazione dei propri formaggi delattosati con il Marchio Lfree, l’unica certificazione riconosciuta a livello italiano, europeo ed internazionale che garantisce i prodotti lactose free. La Casatella senza lattosio è un formaggio fresco dalle caratteristiche uniche: una pasta cremosa, fondente in bocca e un sapore dolce e leggero. Nella sua versione delattosata è lavorata con latte vaccino pastorizzato, fermenti selezionati, sale e caglio vegetale prodotto dal cardo selvatico. Il Formaggio di Castel San Pietro delattosato affonda le sue radici in un’antica ricetta locale. Frutto
di una breve stagionatura che gli conferisce una bucciatura appena accennata, racchiude un cuore morbido e lo stesso aroma di burro fresco della versione tradizionale, unendo innovazione e antica arte casearia.
LUCIA E MATILDE VICENZI INSIEME PER L’INIZIATIVA "MESE DEL TIRAMISÙ"
GALBANI SANTA
Dopo l’iniziativa realizzata per celebrare il Tiramisù Day 2022, Galbani Santa Lucia, marca detentrice del Guinness World Record per il tiramisù più lungo del mondo, e Matilde Vicenzi, il brand della fine pasticceria italiana, hanno rinnovato la loro collaborazione con un nuovo progetto che vede protagonista, ancora una volta, il dolce più amato dagli italiani. Dal rinnovato incontro del Mascarpone Santa Lucia e dei Savoiardi VicenzOvo di Matilde Vicenzi è nato il "Mese del Tiramisù".
L’iniziativa, che ha interessato alcune città del Centro e Sud Italia nei mesi di novembre e dicembre, ha riscontrato un notevole successo da parte dei consumatori. Nelle aree selezionate, il progetto è stato supportato da attività ad hoc: materiali pop, extra display e promozioni congiunte con l’acquisto dei prodotti Mascarpone Santa Lucia e Savoiardi VicenzOvo di
Matilde Vicenzi. Non solo: durante weekend dedicati (11-12 novembre, 25-26 novembre, 2-3 dicembre), presso una selezione di punti vendita della Gdo quali Pewex, Si.Di Piccolo, Multicedi, Ce.Di Gross, Maiora, è stato allestito un banchetto hostess ad hoc: con l’acquisto dei due prodotti, i consumatori hanno ricevuto in omaggio uno stencil realizzato appositamente per l’occasione.
“Con l’iniziativa ‘Mese del Tiramisù’, che nasce dalla rinnovata collaborazione con il marchio storico Matilde Vicenzi, vogliamo celebrare, ancora una volta, il dolce più amato dagli italiani e premiare i consumatori che ogni giorno scelgono i nostri prodotti”, ha dichiarato Mauro Frantellizzi, direttore marketing Galbani Cheese. “Un’attività di co-marketing che ci auguriamo di ripetere nel 2023 insieme ad altri numerosi e importanti progetti”.
VALLELATA E LEGAMBIENTE: 1.000 ALBERI E ARBUSTI PER LA CAMPAGNA “INSIEME PIANTIAMO ALBERI”
Con la messa a dimora di 1.000 alberi e arbusti, entra nella sua fase finale la campagna “Insieme piantiamo alberi” lanciata da Vallelata e Legambiente con l’obiettivo di arricchire il patrimonio arboreo di alcune aree verdi distribuite lungo tutto il territorio italiano e di sensibilizzare in particolare i più giovani alla sua tutela. Un’iniziativa con cui Vallelata contribuisce agli obiettivi di Life Terra, progetto europeo di cui Legambiente è partner italiano, che ha come obiettivo la piantumazione di 500 milioni di alberi in Europa per contrastare gli impatti del cambiamento climatico. Le aree verdi in cui saranno piantati i nuovi alberi sono collocate in cinque regioni e sono state scelte dai cittadini che le hanno votate tra una rosa di 10 sul sito https://insiemepiantiamoalberi.
vallelata.it/. La preferenza è andata In Emilia-Romagna, a Ferrara (A.R.E. Schiaccianoci), nel Lazio a Tivoli (Villa Adriana), in Lombardia a Paderno
Dugnano (Parco Lago Nord), in Sardegna a Telti (Area verde tra le colline della Gallura), in Sicilia a Favara (Parco di Giufàarea sud).
“In un momento storico come quello che stiamo attraversando, in cui il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti, siamo orgogliosi di poter proseguire la nostra collaborazione con Legambiente per dare un nuovo polmone verde a cinque comuni italiani e una risposta tangibile sull’impegno che dimostriamo verso i territori”, ha commentato Mauro Frantellizzi, direttore marketing Galbani Cheese. “Siamo molto felici di aver contribuito a realizzare qualcosa che non solo aggiunge valore al paesaggio e all’ambiente, ma anche più cultura e sensibilità verso la natura”.
AURICCHIO: "IL GUSTO DI ESSERE UNICI"
È partito con il lancio di uno spot "Il Gusto di essere unici", il nuovo progetto di comunicazione multicanale di Auricchio. Con nove stabilimenti produttivi e l’offerta di una gamma completa dei grandi formaggi della tradizione italiana, il Gruppo Auricchio rappresenta oggi una realtà che si distingue per aver preservato da sempre i valori di tradizione e artigianalità e per offrire ogni giorno prodotti distintivi. Leader nel mercato del provolone con una quota che sfiora il 50%, Auricchio propone un assortimento di formaggi che va dai più grandi Dop italiani alla mozzarella e ai formaggi freschi di capra e di bufala. “Il Gusto di essere unici” parte dalla storia di un brand che ha saputo coniugare artigianalità e tradizione con una visione moderna di sviluppo commerciale volto ad offrire il meglio della produzione casearia italiana.
Il nuovo spot vede protagonista l’Auricchio più iconico e riconosciuto al quale un gruppo di ingredienti e piatti dedicano una vera e propria dichiarazione d’amore sulle note dell’intramontabile “Only you" di Ande Rand e Buck Ram. Il testo della canzone sottolinea quel gusto inconfondibile capace di rendere speciale ogni piatto. Punto di forza di un
prodotto così iconico e trasversale è proprio la sua versatilità: “Il gusto unico di Auricchio rende ogni piatto uno spettacolo.”
“Con la precedente campagna abbiamo trasmesso il nostro essere unici nel produrre un provolone inconfondibile, fatto a mano, da sempre. Con la centralità data alla forma di Auricchio in questo nuovo spot, vogliamo riproporre la nostra unicità: quel nostro gusto autentico e versatile frutto di 145 anni di storia, passione e artigianalità” afferma l’amministratore Alberto Auricchio.
EMMENTALER DOP E TRIBE LANCIANO “LE RICETTE DELLA TRADIZIONE” CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE
È online "Le ricette della tradizione", la nuova digital activation di Emmentaler Dop realizzata da Tribe con l'obiettivo di prestare attenzione agli sprechi, anche in cucina. Il concorso invita a dare nuova vita agli avanzi dei piatti tradizionali più amati d'Italia, aggiungendo ovviamente Emmentaler Dop. Una scelta che unisce due temi cari al brand: da una parte il mondo della ricettazione tradizionale, che viene portata avanti da anni con "LiveRegionaler", il concept creativo realizzato da Tribe e declinato in campagne digital, social e radio. Dall'altra, il mondo della sostenibilità, in quanto Emmentaler Dop è da sempre sostenitore di una
filiera produttiva completa ed esemplare, per un prodotto non solo buono, ma anche realizzato con la massima cura e attenzione al benessere animale. Oggi questa attenzione viene estesa anche in cucina, facendo emergere il grande tema dello spreco alimentare. Ancora una volta Tribe si è occupata della creazione del concorso a 360 gradi, a partire dal concept creativo, fino alla realizzazione della meccanica, la costruzione della landing page e la gestione dei premi. È possibile mettersi alla prova per vincere taglieri a forma di regione firmati Elga Design e corsi di cucina MasterChef Academy, collegandosi a lericettedellatradizione.it o
LATTERIA VIPITENO PUNTA SUL PACK DA OTTO VASETTI
Latteria Vipiteno consiglia il formato 8 x 125g dello yogurt intero della linea classica, per soddisfare i gusti di tutti nelle tre versioni: Bianco; Limone, Fragola, Frutti di Bosco e Banana; Ciliegia, Pesca, Mirtilli e Frutta e Cereali (senza glutine).
Lo yogurt intero 8 x 125g di Latteria Vipiteno è cremoso e genuino, ricco di fermenti lattici vivi e prodotto con il latte di alta qualità senza Ogm, senza aromi artificiali e additivi.
Lo yogurt intero è pensato per grandi e piccini, perfetto da assaporare cucchiaino dopo cucchiaino in ogni momento della giornata, dalla colazione alla merenda.
Elegante con sfondo bianco, la confezione vuole far trasparire ed esaltare la purezza e la qualità del prodotto.
Un occhio di riguardo per i materiali utilizzati, che sono facilmente smaltibili nella raccolta differenziata di plastica/alluminio e carta, per un maggiore rispetto dell’ambiente.
attraverso le attività di social e digital amplification che comprendono contenuti Facebook e Instagram sponsorizzati e una campagna banner targettizzata sui più importanti siti di cucina.
CAMPAGNA DI ADVERTISING OUTDOOR PER BERGADER
Nel mese di dicembre Bergader è stata protagonista di un'importante campagna outdoor sui tram e nelle metro di tutta Milano mirata a celebrare la distribuzione nella Gdo dell'area cittadina. Infatti, il messaggio ha valorizzato la presenza nei principali supermercati milanesi del pack mezzaluna del Cremosissimo, il formaggio di punta dell'azienda tedesca.
Presente su 46 tram dal grande impatto visivo, grazie al rivestimento delle fiancate, e nelle stazioni della metropolitana milanese con poster formato maxi, Bergader si è assicurata un'elevata pressione e un’alta audience potenziale di contatti.
L'azienda di riferimento nel settore dei formaggi di montagna a pasta molle ha concluso così un anno importante, in cui ha celebrato i 120 anni di storia, e in cui ha investito in un'importante azione strategica sulla città di Milano. Bergader lavora il latte di 1.700 fattorie delle Prealpi bavaresi, da cui ottiene 3.500 tonnellate di formaggi l’anno, venduti per il 70% in Gdo, per un fatturato di 20 milioni di euro.
DANONE E BANCO ALIMENTARE: INSIEME AL LAVORO PER RENDERE SEMPRE PIÙ EFFICIENTI LE DONAZIONI
La partnership tra Danone e Banco Alimentare, dopo 10 anni di collaborazione, continua e vuole guardare avanti, raccogliendo le sfide che il settore sta affrontando. Un impegno che, non a caso, trova le sue origini in Danilo Fossati fondatore di Mellin – azienda Danone specializzata in alimenti per bambini e neonati –e fondatore del Banco Alimentare, attualmente costituito da 21 organizzazioni territoriali e da Fondazione Banco Alimentare Onlus. Un legame che ha visto le due realtà collaborare e portare avanti gli impegni con determinazione e dedizione. Danone nell’ultimo biennio ha donato al Banco Alimentare oltre 160.000 kg di prodotto e consentito la distribuzione di cibo pari a 324mila pasti nella sola Lombardia.
Nel 2023 le due realtà lavoreranno sullo scambio di informazioni e sull’integrazione logistica tra i reparti di Danone e i Banchi Alimentari regionali. L’obiettivo è quello di cercare di dare
una risposta ancor più incisiva all’emergenza alimentare anche infantile in crescita nella nostra comunità. Uno sforzo organizzativo che dovrebbe consentire a entrambe le realtà una pianificazione migliore delle donazioni e allo stesso tempo ridurre ulteriormente gli sprechi alimentari. “Abbiamo cominciato 10 anni fa a collaborare con il Banco Alimentare per contribuire a fare del bene e per donare le nostre eccedenze alimentari in un’ottica antispreco - afferma Fabrizio Gavelli, Presidente e Amministratore Delegato Danone Italia e Grecia –. La nostra collaborazione integra la donazione di prodotto con una donazione economica essenziale per garantire al Banco Alimentare la movimentazione delle merci. Inoltre, grazie anche alle nostre policies interne all’avanguardia, abbiamo messo a disposizione ore di volontariato delle nostre persone, da dedicare ai nostri partner che con impegno e competenza sul territorio riescono a garantire milioni di pasti gratuiti ogni anno”.
MURGELLA E I SAPORI DELLA PUGLIA PER LA PRIMA VOLTA A MASTERCHEF ITALIA
Murgella di Caseificio Palazzo fa il suo ingresso alla nuova edizione di MasterChef Italia, portando con sé l’eccellenza e il know-how artigianale della cultura casearia pugliese sullo schermo. Dal 1957 Caseificio Palazzo produce, con il marchio Murgella, formaggi a
pasta filata che rappresentano la vocazione di un territorio, quello della Murgia barese, in Puglia. La storia della famiglia Palazzo inizia con un piccolo laboratorio a Putignano, dove l’azienda ha sede ancora oggi. Il caseificio pugliese esporta in 32 Paesi in tutto il
mondo e serve importanti clienti dell’Horeca e della Gdo internazionale. Bontà, freschezza e leggerezza sono le caratteristiche dei suoi prodotti, lavorati con latte 100% italiano, secondo i principi di una sapienza artigianale antica, quella del siero innesto, che regala ai formaggi profumi e aromi tipici della Puglia.
La coniugazione tra valori tradizionali e innovazione di processo che caratterizza la filosofia di Caseificio Palazzo arriva dunque a MasterChef Italia, in onda ogni giovedì su Sky Uno e in streaming su Now. Con la linea Murgella, che offre mozzarella (in formato boccone, treccia e nodini), burrata, stracciatella e molti altri prodotti caseari, la dispensa dello show si arricchisce di grandi specialità.
PECORINO ROMANO, VIA LIBERA DALL’UE A DUE PROGETTI TRA USA, GRAN BRETAGNA E SVIZZERA
Nei prossimi tre anni il Consorzio di Tutela del Pecorino Romano, grazie allo sforzo e all’impegno condiviso di tutti i soci, potenzierà le attività di promozione nei mercati esteri, in particolare negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Svizzera, con due nuovi progetti presentati dal Consorzio e approvati dall’Unione Europea che li finanzierà per l'80 per cento.
A marzo 2023 negli Usa sarà avviato "Pr On Top", un insieme di attività che comprende la partecipazione alle più importanti fiere del settore alimentare, come il Summer Fancy Food di New York e il Winter Fancy Food di Las Vegas. Il Pecorino Romano Dop sarà il protagonista di eventi e incontri finalizzati ad aumentare il numero di consumatori. Le iniziative si coniugheranno con azioni mirate di sponsorizzazione e di collaborazione con i più importanti media specializzati, per esempio con il portale web e social SoYummy e con la
piattaforma Starchefs. Dal canto loro, le azioni di promozione del Pecorino Romano Dop nel Regno Unito e in Svizzera, con il progetto "Task Eu", saranno sviluppate insieme ai consorzi dei Vini Alto Adige e Vini dell'Etna. Anche in questo caso sono in programma attività di informazione e sponsorizzazione del prodotto, insieme alla partecipazione alle fiere di settore e alla promozione diretta nei più importanti punti vendita. Il Consorzio di Tutela del Pecorino Romano, una delle eccellenze del made in Italy, prosegue così nella sua politica attiva di promozione, che nel quinquennio 2021-2026 ha deciso di investire complessivamente 8 milioni di euro. Attualmente sono in corso altri due progetti: il "Pekorase", con un’intensa campagna pubblicitaria e di divulgazione in Italia e negli Usa, e il “Chizu”, che invita i consumatori del Giappone a "Enjoy the taste of life".
NASCE LA "GENERAZIONE G": LA BONTÀ DEL GORGONZOLA DOP METTE TUTTI D'ACCORDO
Boomers, Gen X, Millennials e Gen Z, tutti accomunati da un’unica passione: quella per il Gorgonzola Dop. La personalità del Gorgonzola è così forte che quando ti conquista ne diventi un fan appassionato e non vedi l’ora di condividerlo con chi la pensa come te.
È questa l’idea creativa alla base della nuova campagna di comunicazione del Consorzio per la Tutela del Formaggio
Gorgonzola Dop, partita il 6 novembre scorso con un inedito spot pensato per la tv e proseguita per tutto il mese integrando anche il canale multilingue YouTube e i profili social del Consorzio, con una iniziativa di influencer marketing.
Nel frattempo, con 74 registrazioni nel mondo e una presenza in 91 Paesi sovrani,
il Consorzio Gorgonzola tutela e difende il proprio marchio. Tuttavia, l’Italian Sounding si fa sentire, anche in mercati importanti come gli Usa, dove il 90% dei formaggi di tipo italiano, tra cui il Gorgonzola, sono in realtà realizzati nelle
praterie del Wisconsin e della California. Durante la settima edizione della Settimana Anticontraffazione, il Consorzio ha stigmatizzato un fenomeno che danneggia una delle eccellenze casearie italiane più amate del mondo.
RICOTTA
DI BUFALA CAMPANA DOP: OK DA BRUXELLES AL NUOVO DISCIPLINARE
Approvato in via definitiva il nuovo disciplinare di produzione della Ricotta di Bufala Campana Dop. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Europea del 29 novembre scorso, si è concluso l’iter di legge e sono entrate in vigore le modifiche al disciplinare. Nascono così le versioni light e senza lattosio, due varianti che ora possono essere immesse sul mercato. “Abbiamo reso più moderna e al passo con le esigenze dei consumatori la Ricotta di Bufala Campana Dop, che vive una crescita significativa sia in termini di gradimento da parte delle famiglie, sia come ingrediente della ristorazione e della pasticceria”, commenta Benito La Vecchia, presidente del Consorzio di Tutela Ricotta di Bufala Campana Dop. In commercio vengono introdotte due tipologie di
prodotto: una con un contenuto di grasso inferiore rispetto alla tradizionale versione e l’altra senza lattosio per venire incontro a quelle persone che non tollerano la presenza dello stesso zucchero nel latte e nei suoi derivati. Sono state inoltre inserite nuove tecniche di raffreddamento e confezionamento della ricotta
dopo la sua produzione, che permettono di allungare la sua durata (shelf life) e di conseguenza puntare a mercati sempre più lontani. Confermata infine la declinazione della variante “fresca”, destinata soprattutto al mercato interno, in considerazione del suo metodo di produzione e confezionamento artigianale.
IL CONSORZIO TUTELA FORMAGGIO ASIAGO CRESCE E SI RAFFORZA IN GERMANIA E REPUBBLICA CECA
Il formaggio Asiago cresce nel vecchio continente e avvia nuove iniziative promozionali in Germania e Repubblica Ceca per consolidare l’incremento, da gennaio ad agosto 2022, del 9,4% a volume e del 10,9% a valore rispetto allo stesso periodo del 2021 in tutto il mercato europeo. Con una nuova fase di valorizzazione del prodotto, dedicata al mercato dei consumatori di alta fascia, il Consorzio Tutela Formaggio Asiago entra nel vivo del progetto “European Lifestyle: Taste
Wonderfood”, promosso in Germania, Repubblica Ceca e Regno Unito insieme ad alcune delle più importanti eccellenze venete: i vini rossi della Valpolicella Doc e Docg, il Riso Vialone Nano Veronese Igp e l’Olio Extravergine d’Oliva Veneto Dop. A conferma che la sinergia tra prodotti a denominazione di origine protetta del cibo e del vino è una strada vincente per il made in Italy. Nelle scorse settimane, l’Asiago Dop è stato protagonista in Germania con una serie di iniziative che puntano a far conoscere le diverse stagionature e a incontrare i consumatori tedeschi, da sempre grandi estimatori della specialità veneto-trentina, a Eataly Monaco, il punto vendita dedicato al cibo italiano di qualità. L’attività è parte dell’ampio progetto promozionale avviato in Europa dal Consorzio di Tutela e occasione per consolidare la crescita a volume del +4,1% e a valore del +11% realizzata da gennaio ad agosto 2022 in Germania, primo mercato dell’export europeo per il formaggio Asiago. A unire la specialità a questo territorio, una lunga tradizione di consumo rinsaldata dalla presenza del Consorzio di Tutela alle più importanti manifestazioni fieristiche e da una costante azione di promozione sul territorio.
IL TOUR DEL GRANA PADANO XMAS TRUCK: ABBRACCIAMO LA GENEROSITÀ
Il truck del Grana Padano, allestito appositamente in occcasione delle festività natalizie, tra novembre e dicembre scorso ha compiuto un viaggio celebrativo, iniziato a San Bonifacio, in provincia di Verona e concluso il 22 dicembre a Busnago, in provincia di Monza.
Sono state complessivamente otto le tappe di un tour che ha toccato alcuni centri commerciali tra Lombardia e Veneto.
All’interno della struttura, un set fotografico con un grande cuore ha fatto da sfondo per lo shooting con cui realizzare, in tempo reale, esclusivi biglietti di auguri personalizzati con la propria foto. Ai primi 200 consumatori che avevano acquistato nel centro
commerciale uno spicchio di Grana Padano Dop, è stato inoltre dato in omaggio un kit per poterlo confezionare come un dono natalizio composto da un sacchetto rosso con il tipico coltellino a goccia scaglia grana, l’esclusiva grattugia brandizzata e un portachiavi/gettone per il carrello della spesa. Un suggerimento e quindi un aiuto per chi pensa di regalare a Natale il formaggio Dop più consumato al mondo. Un grande ledwall all’esterno del truck ha proiettato lo spot istituzionale del Grana Padano realizzato dal premio Oscar Giuseppe Tornatore e accompagnato dalle musiche del maestro
Ennio Morricone. Con questo messaggio il Consorzio Grana Padano esprime il desiderio di tornare alle abitudini pre-pandemia, finalmente in libertà, con il più antico e diffuso gesto di affetto e di vicinanza, l’abbraccio, e rinnova il legame con le sue terre e le sue genti nel segno della generosità.
WORLD CHEESE AWARDS 2022: ORO MONDIALE PER
IL MONTASIO DOP DI PEZZETTA FORMAGGI
Al World Cheese Awards 2022, il concorso internazionale più prestigioso dedicato ai formaggi di tutto il mondo, spicca tutta la qualità del Montasio Dop. Alla serata celebrativa dello scorso 2 novembre, svoltasi all’International Convention Centre Wales di Newport in Galles, ad aggiudicarsi un Oro mondiale c’era anche il Montasio “Stravecchio”, con oltre 18 mesi di stagionatura, prodotto e affinato dalla famiglia Pezzetta. A giudicare i formaggi una giuria di 250 esperti di fama internazionale che hanno selezionato ben 4.434 candidati da tutto il mondo, valutando i prodotti secondo la loro forma, aroma e consistenza.
“Un prestigioso riconoscimento che conferma e gratifica la qualità e l’arte casearia della storica attività della famiglia Pezzetta – ha commentato il presidente del Consorzio Montasio, Valentino Pivetta. È motivo di orgoglio e soddisfazione per tutti noi e una conferma dell’importante lavoro che
svolgiamo scrupolosamente nel nostro quotidiano per assicurare sempre la massima qualità e attenzione alla materia prima”.
Il Montasio è un formaggio genuino, controllato e senza lattosio; tutto parte da un’attenta selezione e controllo della materia prima e i metodi di lavorazione sono delicati e rispettosi della realtà batterica e microbiologica del latte. L’ambiente incontaminato, il clima, la materia prima, la lavorazione e l’artigianalità sono quindi i fattori caratterizzanti e fondamentali di questa eccellenza gastronomica che sa offrire una combinazione armoniosa di profumi, sapori e valori nutritivi. E lo dimostra lo “Stravecchio” perfettamente affinato da Pezzetta Formaggi.
IL PARMIGIANO REGGIANO È IL FORMAGGIO PIÙ PREMIATO AL WORLD CHEESE AWARDS 2022
Il Parmigiano Reggiano vince 93 medaglie e si riconferma il formaggio più premiato ai World Cheese Awards, la competizione svoltasi a Newport, in Galles. La giuria internazionale, composta da 250 esperti, ha assegnato a Parmigiano Reggiano due medaglie Super Gold: alla Latteria Sociale Centro Rubbianino (Re) e a Caseificio di Gavasseto e Roncadella (Re). Quest’anno la Nazionale del Parmigiano Reggiano era composta da 86 caseifici provenienti dalle cinque province del comprensorio: Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna (a sinistra del fiume Reno), Mantova (a destra del Po). Uno sforzo che ha fruttato 90 riconoscimenti: due Super Gold (miglior formaggio del tavolo), 17 medaglie d’oro, 33 d’argento, 38 di bronzo.
A queste si aggiungono le tre medaglie (un oro, un argento e un bronzo) riconosciute a tre caseifici che si sono iscritti indipendentemente al concorso. "Il Parmigiano Reggiano – ha affermato Nicola Bertinelli, presidente
del Consorzio Parmigiano Reggiano – ha dimostrato le qualità di un formaggio unico al mondo. Torniamo in Italia con due Super Gold e 18 ori dopo aver battagliato con oltre 4.000 formaggi da 45 Paesi del mondo".
PRESENTATA LA PRODUZIONE 2022 DI FONTINA D'ALPEGGIO
È stata presentata a Milano la produzione 2022 di Fontina Dop prodotta secondo il metodo "Estrema d'Alpeggio Valle d'Aosta - Extreme d'Alpage Valle d'Aoste", considerato il prodotto caseario d’eccellenza più alto d’Europa. Nato grazie ai fondi del Gal Valle D’Aosta, si tratta di un marchio commerciale di proprietà di Arpav (Associazione dei proprietari d’Alpeggio) ed è il risultato di uno studio iniziato nel 2016 e supervisionato dall’Institut Agricole Régional della Valle d’Aosta, che intende valorizzare la Fontina prodotta sopra i 2.000 metri di quota, anche con l’obiettivo di proteggere e curare i pascoli di montagna e sostenere il sistema agricolo e zootecnico regionale. Nel 2022 sono state realizzate 1.650 forme tutte già “vendute”. Attualmente sono aperte le prenotazioni per la produzione 2023 e 2024 che conteranno rispettivamente 2.500 e 4.000 forme. Nel 2024 si raggiungerà così la massima capacità produttiva e la massima rappresentatività del territorio. Secondo Andrea Menegazzi, progettista
e coordinatore dell’iniziativa, “nei quattro anni di progetto siamo riusciti a ottenere il nostro obiettivo: remunerare in maniera corretta l’intera filiera posizionando la nostra Fontina Dop laddove merita, e cioè a livello dei grandi formaggi internazionali. Ottenendo una crescita del 144% (stima +750.000 euro circa) del fatturato per quanto riguarda il periodo 2019-2022 rispetto al triennio precedente”. Per il comparto Fontina si tratta di una buona notizia perché si intravedono ampi margini di miglioramento sotto questo punto di vista.
“L’ambiente montano in cui operiamo ha un equilibrio molto delicato – racconta Bernard Clos, presidente di Arpav – così come il nostro prodotto, che realizziamo solo in un mese all’anno, da metà luglio a metà agosto.
Sopra i 2.000 metri prima di questo periodo c’è ancora la neve e subito dopo sopraggiunge il nuovo freddo, che non permette ricrescita. In questo periodo le nostre bovine di razza valdostana si nutrono solo con erba di pascolo, senza alcuna integrazione, e acqua sorgiva”.
IL ROCCAVERANO DOP VINCE ANCHE “ALL’OMBRA DELLA MADONNINA”
Il 2022 si è chiuso con una nuova attestazione del felice connubio di qualità e gusto di un formaggio Dop che è sinonimo del suo territorio: il Roccaverano. L’11 dicembre scorso è stato premiato tra i vincitori di “All’Ombra della Madonnina”, competizione casearia dedicata esclusivamente a formaggi, ricotte e yogurt da latte di capra, organizzato dalla Delegazione di Milano dell’Onaf (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggi), in collaborazione con la Regione Lombardia, e Aral (Associazione Regionale Allevatori della Lombardia).
Giunto alla XV edizione, il concorso è ormai il più grande momento di incontro di questo tipo di produzioni: un’occasione per identificare i migliori tra i formaggi presentati e fornire ai produttori informazioni e spunti che consentano di incrementare il livello qualitativo dei loro formaggi, ricotte e yogurt.
Il Roccaverano Dop è stato il formaggio più premiato in assoluto. Sono ben dieci le Robiole di Roccaverano Dop ad aver ricevuto l’attestato di “eccellenza”, il massimo risultato possibile in questo concorso, mentre altre tre hanno ricevuto quello di “qualità superiore”. Una dimostrazione
di qualità complessiva molto alta, che certifica l’ottimo lavoro svolto da tutti i produttori consorziati e, in generale, l’alto valore della Dop piemontese. Per il Roccaverano Dop il risultato del contest “All’Ombra della Madonnina” sigilla un anno ricco di sfide e di conferme. Nel 2022 infatti, Roccaverano è stata eletta Città del formaggio, un premio che riconosce proprio il suo valore intrinseco: la doppia anima di territorio e prodotto caseario fusi in un solo nome e dall’alto livello qualitativo.
LE VIRTÙ DEL TRENTINO NELLA CAMPAGNA TRENTINGRANA
Si è chiusa a fine dicembre l'ultima campagna di comunicazione per Trentingrana Gruppo Formaggi del Trentino. La pianificazione ha incluso attività crossmediali con l’obiettivo di diffondere i valori che da sempre qualificano il brand, come il rispetto per la natura e il benessere animale, per il tempo e la
tradizione, per le persone e la comunità, ma soprattutto per valorizzare la stretta relazione che unisce Trentingrana al suo territorio. Sono infatti le virtù del Trentino a conferire unicità ai prodotti creando un legame indissolubile con Trentingrana e la sua filiera di produzione, corta e altamente controllata, che fa uso di alimenti naturali, privi di Ogm,
tutela il benessere animale e promuove uno sviluppo sostenibile del settore. Da qui, la creazione di un piano che ha puntato su una comunicazione branded content per valorizzare un territorio dalle risorse straordinarie, che consente al Consorzio Trentingrana, il quale riunisce 17 Caseifici Cooperativi della Provincia Autonoma di Trento con circa 650 allevatori associati, di realizzare la qualità dei formaggi trentini, a partire dal suo prodotto di punta: il Trentingrana. Al formaggio “principe” e più noto, a cui viene destinato circa il 50% del latte prodotto annualmente dagli allevatori, si affiancano il Burro Trentino e la gamma variegata e di nicchia dei Formaggi Tradizionali, che riflettono le caratteristiche peculiari della tradizione produttiva di ogni valle trentina.
PRANZI D’AUTORE. LE RICETTE DELLA GRANDE LETTERATURA
CON GUSTO. IL GRAND TOUR DELLA CUCINA ITALIANA
Soltanto i libri che «trattano di cucina sono, da un punto di vista morale, al di sopra di ogni sospetto... Lo scopo di un libro di cucina è unico e inequivocabile. Non è concepibile che abbia scopo diverso da quello di accrescere la felicità del genere umano». Così scriveva Joseph Conrad. Ma la cucina si è spesso ricavata un proprio spazio anche nella grande letteratura: chi non ricorda il timballo di maccheroni del Gattopardo o le quaglie in crosta del Pranzo di Babette? Guidata dalla curiosità e dalla frequentazione quotidiana con i grandi classici della letteratura, in “Pranzi d’autore. Le ricette della grande letteratura” (Minimum Fax, 125 pagine), Oretta Bongarzoni ha costruito un elenco di ricette godibile e pieno di notazioni. Per fare solo qualche esempio, vi troviamo l’omelette alle erbe di Sostiene Pereira, le quaglie en sarcophage del Pranzo di Babette, il Christmas pudding di James Joyce, le melanzane all’amore di Marquez.
GYM
L’etica è la prima competenza che chiunque comunichi, soprattutto nell’ambito di un professione digitale, dovrebbe possedere. Svilupparla conferisce un fondamentale vantaggio professionale, non solo personale. Consente di costruire relazioni potenti, empatiche, durature. E di aumentare il proprio potenziale e, pertanto, le performance, la produttività, la qualità del proprio lavoro e il benessere individuale e di team.
DEI PRODOTTI ECCELLENTI
Chi, al tempo di Goethe, partiva per un viaggio in Italia, cercava il piacere per gli occhi, non le delizie del palato. Molto tempo è dovuto trascorrere perché la curiosità rendesse familiare il gusto estraneo. E perché la cucina italiana conquistasse il mondo. Limonai e venditori di arance ambulanti furono i primi a esportare al Nord i frutti del Sud. Poi vi portarono l’aura meridionale le gelaterie. Nel giro di solo due generazioni la cucina italiana ha modificato radicalmente la cultura culinaria. E con il concetto della dieta mediterranea, dichiarata nel 2010 dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità, l’antica utopia umana della buona vita risplende più luminosa che mai dal Sud. In “Con gusto. Il Grand Tour della cucina italiana” (Centro di cultura e storia amalfitana, 151 pagine) Dieter Richter racconta la storia di questo processo di meridionalizzazione del Nord. #ETHICS
#ETHICS GYM
Il segreto per accrescerla? L’allenamento. “#Ethics Gym. Alleniamo l’etica della comunicazione” (FrancoAngeli, 312 pagine), scritto dalla giornalista e docente Mariagrazia Villa, si pone questo scopo: essere una vera e propria palestra dell’etica: dalle barrette energetiche di filosofia antica ai board games pensati per una buona comunicazione, passando dal coaching e dal dibattito sul tema, fino alle normative vigenti. Senza dimenticare l’affiancamento dei migliori personal trainer: i professionisti del settore.
Un percorso per diventare campioni dell’etica, adatto sia ai comunicatori di mestiere sia agli imprenditori; sia agli studenti in ambito comunicativo, dall’editoria al giornalismo, al marketing, sia ai docenti di qualsivoglia materia.
In un’ottica contemporanea, in cui le aziende mirano al raggiungimento di obiettivi di guadagno in tempi rapidi e perdono di vista il senso della pazienza e della cura, i marchi italiani spiccano per la loro capacità di creare prodotti di qualità superiore, in grado di resistere sia alla concorrenza del mercato che all’usura del tempo.
Perché? Riccardo Illy, presidente di Polo del Gusto, lo spiega in “L’arte dei prodotti eccellenti” (La Nave di Teseo, 272 pagine).
Anche in un’era di forte concorrenza sul mercato, infatti, il Gruppo Illy è rimasto ai vertici dell’industria del caffè semplicemente utilizzando gli ideali e i valori chiave del business italiano: ricerca della qualità e dell’eccellenza; attenzione alle tecniche tradizionali, alla storia del prodotto e del marchio, capace al tempo stesso di adottare l’innovazione quando si dimostra vincente; impegno nella creazione di un prodotto che “faccia bene” non solo a produttori e consumatori, ma a tutta la filiera dei lavoratori, al Paese e al pianeta.
ALLE PRESE CON UNA DIFFICILE CONGIUNTURA
ISMEA FOTOGRAFA L’ANDAMENTO DEL COMPARTO LATTIERO-CASEARIO NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2022, EVIDENZIANDO L’INCIDENZA DELL’AUMENTO DEI COSTI, LA SPINTA DELL’INFLAZIONE E LE INCERTEZZE LEGATE ALLA SITUAZIONE ITALIANA E INTERNAZIONALE
L'analisi di Ismea sulle tendenze e le dinamiche del settore lattiero-caseario, pubblicata a ottobre 2022, fornisce un quadro ricco di luci e ombre dell’andamento dei primi nove mesi dell’anno appena archiviato.
A cominciare dai dati congiunturali: il mercato globale, infatti, ha continuato a essere caratterizzato da forti tensioni al rialzo a causa della ridotta disponibilità prodotti lattiero-caseari.
Produzione mondiale di latte in flessione In contrazione la produzione mondiale di latte in tutti i principali Paesi esportatori, a causa dell’aumento dei costi e di condizioni climatiche sfavorevoli. L’inverno australe, in cui la produzione di latte è al minimo stagionale in Oceania, è stato segnato da forti piogge e inondazioni che hanno contribuito a una forte contrazione dell’offerta (-5,4% in Nuova Zelanda nel periodo gennaio-agosto 2022 e -6,6% in Australia). E le previsioni di un’estate molto siccitosa non lasciavano ben sperare per una ripresa nei prossimi mesi. Sempre nei primi otto mesi dell’anno in esame, negli Usa il calo della produzione di latte si è limitato al -0,3%, grazie a una
LE CONSEGNE DI LATTE VACCINO NEI PAESI UE
PAESI BASSI
ITALIA POLONIA
IRLANDA
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Commissione Ue
leggera ripresa dopo la siccità che ha colpito gli allevamenti della California. Nell’Ue-27 la siccità e le elevate temperature estive hanno impattato negativamente sulla disponibilità di pascolo e sulle rese del mais e gli allevatori hanno dovuto integrare le razioni delle bovine con quanto di norma avrebbero immagazzinato per l’inverno. Nel periodo gennaio-luglio 2022 le consegne Ue di latte si sono ridotte dello 0,5% rispetto
allo scorso anno (-1,3% in Germania e in Francia, -1,9% in Spagna). In altri casi, dopo l’accelerazione degli ultimi due anni, la flessione è stata più contenuta: Italia -0,2%, Irlanda -0,8%). In controtendenza solo la Polonia, con un +2,4 per cento. In questo contesto, va registrato lo straordinario aumento del prezzo del latte, che ha proseguito la sua corsa trainato anche dal rialzo delle quotazioni dei prodotti trasformati, soprattutto burro
e polveri magre. Secondo le stime della Commissione, il prezzo medio del latte Ue ha superato a settembre il livello record di 53 euro/100 kg (+42% rispetto allo stesso mese del 2021).
Le commodity in frenata
Per quanto riguarda il mercato delle principali commodity, dopo il picco primaverile, è sembrata arrestarsi la corsa al rialzo dei prezzi come conseguenza di una minore pressione della domanda mondiale. In particolare, per il latte scremato in polvere i listini Ue si sono stabilizzati sotto il livello di 500 euro/100 kg, a seguito di una leggera ripresa della produzione e di un importante rallentamento delle importazioni cinesi (-28% nel periodo gennaio-luglio 2022), complici le misure anti-Covid che hanno portato a nuove chiusure.
Situazione analoga per il latte intero in polvere, con i listini scesi sotto il livello di 400 euro/100 kg negli ultimi mesi nei principali centri di scambio europei. Nel complesso, i prezzi sono rimasti su livelli assai superiori a quelli di un anno fa (+56% per le polveri magre e +54% per quelle grasse nei primi nove mesi del 2022). Stabilizzazione anche nel mercato del burro, con i prezzi assestati intorno a
genfebmaraprmaggiulugagosetottnovdic 202020212022
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Commissione UE
720 euro/100 kg e variazioni rispetto allo scorso anno di oltre il 70 per cento.
In Italia prezzi in aumento
In Italia, nel periodo preso in esame da Ismea i prezzi dei prodotti per l’alimentazione del bestiame hanno evidenziato livelli tra i più elevati del decennio: le quotazioni del mais di origine nazionale sono passate da 257 €/ton di settembre dello scorso anno ai 363 €/ton, con un incremento di oltre il 41% confermato anche per il prodotto di provenienza comunitaria. Per la farina di soia, dopo il picco raggiunto ad agosto, i listini di settembre 2022 si sono assestati su 583 €/ton (+29%). Da segnalare, inoltre, i prezzi dei fieni superiori del 57% rispetto allo stesso periodo del 2021, a causa dei mancati sfalci primaverili per assenza di pioggia.
La dinamica è confermata anche dall’indice Ismea dei prezzi degli input produttivi che, per gli allevamenti bovini da latte, segnava un +25,1% nei primi nove mesi del 2022, proprio sotto la spinta dei mangimi (+35%), ma anche dei prodotti energetici –energia elettrica e carburanti – in aumento di oltre il 70 per cento. Un’impennata che ha indotto gli allevatori italiani
PREZZO MEDIO DEL LATTE ALLA STALLA IN ITALIA
Grana Padano (9 mesi)
Parmigiano Reggiano (12 mesi)
Gorgonzola (maturo dolce)
Asiago (pressato fresco)
Provolone Valpadana (fresco)
Mozzarella vaccina (125 g)
Burro (zangolato)
Latte spot (Lodi)
a frenare la produzione non solo per contenere le perdite, ma anche per far fronte alle difficoltà di approvvigionamento di mangimi. La prolungata stagione siccitosa si è riflessa, infatti, anche sulla disponibilità e sui prezzi di acquisto dei foraggi.
Dopo due anni di forti aumenti (+4,5% nel 2020 e +3,3% nel 2021), nel periodo gennaioluglio 2022 le consegne di latte hanno registrato una decisa battuta d’arresto (+0,1%
rispetto alla stessa frazione dello scorso anno). La minore disponibilità di latte a livello nazionale, ma anche da parte dei principali fornitori Ue, ha fatto aumentare i prezzi alla stalla, che ad agosto hanno raggiunto in media il livello di 55 euro/100 litri (senza premi, Iva esclusa). Tale valore è stato molto indirizzato dalle contrattazioni tra allevatori e industria di trasformazione concluse nel mese di luglio in Lombardia, che porteranno
LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI E LATTICINI PER PAESE DI DESTINAZIONE
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat
LE IMPORTAZIONI DI LATTE SFUSO E FORMAGGI PER PAESE FORNITORE (TONNELLATE)
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat
progressivamente il prezzo alla stalla a 60 euro/100 litri a dicembre.
Listini in rialzo per i lattiero-caseari Anche nel mercato nazionale la spinta inflazionistica non si è arrestata. Secondo l’Indice Ismea dei prezzi all’origine, nei primi nove mesi del 2022 i listini dei prodotti lattiero caseari hanno evidenziato un ulteriore balzo in vanti (+25,1% vs lo stesso periodo dello scorso anno), trainato soprattutto dai formaggi duri, dai formaggi molli (rispettivamente +8,6% e +15,6% su base tendenziale) e, sebbene con un peso ridotto sul paniere complessivo, anche dal burro (+73,2 per cento). La pressione al rialzo è stata
generalizzata, con variazioni a due cifre dei listini dei principali prodotti guida del mercato nazionale. In particolare, per il Grana Padano l’aumento dei prezzi all’ingrosso dei primi nove mesi è stato del 16%, a fronte di una produzione in contrazione (-2,3 per cento). Meno intensa la variazione registrata dal Parmigiano Reggiano, mediamente stabilizzatosi a 10,73 €/kg nei primi nove mesi del 2022 (+2,5% rispetto allo stesso periodo del 2021). In rialzo i prezzi anche di altri formaggi Dop, come il Gorgonzola, il Provolone Valpadana e soprattutto l’Asiago (+25 per cento). In forte aumento anche i prezzi di prodotti come la mozzarella (+18%), che
in genere hanno oscillazioni molto contenute tra un anno e l’altro. Ismea sottolinea anche lo straordinario incremento dei listini del burro, che nell’ultimo mese esaminato hanno sfiorato il livello di 4,80 euro/kg per lo zangolato, frutto di variazioni addirittura a tre cifre rispetto al 2021.
Saldo positivo per la bilancia commerciale
Nei primi sette mesi del 2022, il saldo della bilancia commerciale era ancora positivo, a seguito di un aumento delle importazioni (+35% in valore) maggiore rispetto a quello delle esportazioni (+22 per cento). L’export di formaggi e latticini italiani ha continuato a
ECONOMIA
registrare performance positive: +13% in volume e +22% in valore nel primo semestre del 2022. Il 75% dei volumi esportati è rappresentato da formaggi freschi e duri. Nei primi sette mesi 2022 si è registrata una crescita per tutti i prodotti storicamente più esportati: Grana Padano e Parmigiano Reggiano, +8% in volume e +11% in valore rispetto a gennaio-luglio 2021; mozzarella, +17% in volume e +33% in valore, segnale di un significativo incremento dei prezzi medi all’export; Gorgonzola, +6% in volume e +14% in valore; formaggi grattugiati (+15% in volume e +22% in valore). I principali mercati di destinazione si sono confermati quelli europei, seppure con un calo della Germania (-3,5% in volume). In ambito extra Ue, sono cresciute le spedizioni verso Usa e Regno Unito (entrambi +5% in volume nei primi sette mesi del 2022).
Sul fronte opposto della bilancia commerciale, sono aumentate le importazioni di formaggi (+13% in volume e +36% in valore nei primi sette mesi del 2022), in particolare di freschi.
Segno positivo anche per le importazioni di yogurt (+2% in volume), mentre sono diminuite le forniture di latte confezionato (-1,6% in volume). La minore disponibilità di materia prima in ambito Ue ha determinato un forte calo delle importazioni di latte in cisterna, proseguite lo scorso anno dopo il crollo del 2021.
La Slovenia, già dal 2021 è divenuto il primo fornitore dell’industria di trasformazione nazionale, scalzando la Germania (-34 per cento). Una dinamica che, secondo Ismea, è destinata a confermarsi, considerando anche il prezzo divenuto meno competitivo e addirittura superiore a quello italiano: le stime di settembre indicano un surplus di quasi 6 euro per il latte tedesco, arrivato a sfiorare i 60 euro/100 kg secondo i dati della Commissione Ue.
L’inflazione condiziona la domanda domestica
Dopo l’estate, la situazione economica si è appesantita: la domanda, nell’analisi di Ismea, è stata fortemente condizionata dalla corsa dei prezzi legata alla crisi energetica. Così, l’inflazione
ha finito con l’incidere sul bilancio delle famiglie italiane, sempre più orientate a strategie di acquisto volte al risparmio alimentare. Secondo le elaborazioni dei dati Nielsen, nel periodo gennaio-settembre 2022 il carrello della spesa è costato agli italiani il 4,4% in più rispetto all’anno precedente.
Per quanto riguarda i prodotti lattiero caseari, nel 2021 la spesa ha segnato una progressiva flessione (-4,0%) e una proporzionale contrazione dei volumi dopo i picchi del 2020. Nel corso del 2022 il trend si è invertito e la spesa ha registrato nei primi nove mesi un +4,1%, stimolato da un generalizzato aumento dei prezzi che riguarda soprattutto alcuni prodotti di base, come il latte o la mozzarella.
I consumatori hanno reagito con una contrazione dei volumi nel carrello (vicina al -3% per i lattiero caseari) e un crescente favore soprattutto verso i discount, che generano il 21% della spesa per latte e derivati
Prospettive incerte
In realtà, per gli operatori dell’industria lattiero-casearia quello dei mesi estivi è stato un
ECONOMIA
periodo influenzato in positivo dal buon andamento della domanda interna, soprattutto per merito del rilancio dei consumi fuori casa e della sostanziale ripresa dei flussi turistici. L’aumento dei prezzi di vendita ha favorito una crescita del fatturato, ma hanno pesato le forti criticità sul fronte dei costi. Secondo Ismea, l’inflazione, la stretta monetaria, la guerra in Ucraina e il Covid continueranno a mantenere elevata la tensione sul mercato mondiale nei prossimi mesi. Dal canto suo, il Fondo Monetario Internazionale vede un peggioramento della situazione nel 2023. Le tre maggiori economie mondiali –Usa, Cina e Ue – ristagneranno e per l’Italia, dopo il +3,2% atteso per il 2022 anche grazie alla ripresa dell’economia del turismo, si prevede per quest’anno un rallentamento del Pil, in gran parte colpa dei rincari dell’energia.
Gli operatori della filiera lattiero-
casearia italiana dovranno misurarsi con le difficoltà legate ai costi di produzione per l’approvvigionamento di materie prime (non solo agricole) e di prodotti energetici, ma anche con forti preoccupazioni sul fronte della domanda finale.
“La riduzione del potere di acquisto delle famiglie – si legge nelle conclusioni del rapporto Ismea – potrebbe ulteriormente alleggerire il carrello degli italiani e portare a forti rinunce anche in termini di qualità.
Le previsioni di stagnazione delle principali economie mondiali, inoltre, gettano qualche ombra anche sul fronte della domanda estera, poiché i prezzi elevati potrebbero frenare gli acquisti di formaggi italiani da parte dei clienti tradizionali, come si sta già verificando nel caso della Germania - secondo mercato di sbocco per il made in Italy caseario - già in contrazione di oltre il 3% nei primi sette mesi del 2022”
DATI E TREND IN SINTESI
CONTESTO GLOBALE ED EUROPEO
Il calo della produzione mondiale di latte è proseguito nel 2022, coinvolgendo tutti i principali Paesi esportatori. Straordinario, per converso, l’aumento del prezzo alla stalla (stima media Ue a settembre 53 euro/100 kg) trainato dal rialzo dei listini di burro e polveri magre.
SITUAZIONE IN ITALIA
Complice l’aumento dei costi e le difficoltà di approvvigionamento dei mangimi, gli allevatori hanno frenato la produzione: nel periodo gennaio-luglio 2022 le consegne hanno registrato il +0,1% rispetto allo stesso periodo del 2021, dopo due anni di forti aumenti.
ANDAMENTO DEI PREZZI
La spinta inflazionistica non si è arrestata, mostrando anzi un’ulteriore impennata a settembre (indice Ismea +25% nei primi nove mesi del 2022). La pressione al rialzo ha registrato variazioni a due cifre dei listini dei principali prodotti guida del mercato nazionale.
COMMERCIO ESTERO
Nei primi sette mesi del 2022 il saldo della bilancia commerciale, seppure in contrazione, è stato ancora positivo, come conseguenza di un aumento delle importazioni (+35% in valore) maggiore rispetto a quello registrato dalle esportazioni (+22 per cento).
ACQUISTI DOMESTICI
Nel corso del 2022 si è invertita in pieno la tendenza dei consumi osservata nel 2021 e la spesa per i prodotti lattiero caseari è risultata in aumento del 4,1% nei primi nove mesi, per effetto di un sostenuto aumento dei prezzi medi al dettaglio.
PROSPETTIVE
Inflazione, stretta monetaria, guerra in Ucraina e Covid continueranno a mantenere elevata la tensione sul mercato mondiale nei prossimi mesi. Per il settore lattiero-caseario si prospettano ancora mesi difficili sotto il profilo dei costi di produzione e sul fronte della domanda finale.
Cinque Stelle e Cremamore
Cinque Stelle piccante
gorgonzola e mascarpone
Dolce Stella
gorgonzola Bio
Tre Stelle e Stella Argento
MERCATI
REGIONI E PROVINCE NELL’EXPORT
LATTIERO-CASEARIO: IL
di Andrea StrettiLa rubrica export inaugura il 2023 con il primo di quattro articoli dedicati all’analisi territoriale dell’export lattierocaseario italiano. Si tratta di uno sguardo approfondito sul ruolo che le esportazioni hanno nell’economia di regioni e province. Apre la serie il Nordovest d’Italia. Per compiere quest’analisi abbiamo rielaborato le rilevazioni Istat basate sui codici Ateco 2007. Nonostante alcuni limiti (l’aggregato non consente raffinate segmentazioni delle diverse categorie merceologiche e si possono analizzare solo i dati in valore) l’analisi permette di ricavare informazioni importanti per “mappare” il settore lattiero caseario sul territorio nazionale. In particolare, è possibile ricavare:
GLI ESPORTATORI AMBROSI SPA
Produzione, stagionatura e confezionamento Dop italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta.
Via Ottorino Ambrosi,1
25014 Castenedolo (BS)
Tel. 030/2134811- Fax 030/2733121
info.export@ambrosi.it - www.ambrosi.it
NORDOVEST
•il contributo di regioni e province all’export nazionale;
•il peso delle varie province sul valore generato a livello di rispettiva regione;
•le principali destinazioni estere per regione e provincia;
•il peso di regioni e province sugli approvvigionamenti di ciascun Paese Terzo. Fatta questa doverosa premessa, passiamo ai dati.
Le regioni del Nordovest sono responsabili di circa il 40% dell’export nazionale. In numeri assoluti e facendo riferimento al 2021, Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta hanno esportato prodotti lattiero-caseari per 1,83 miliardi di euro Lombardia . È il maggior esportatore nazionale, con oltre 1,5 miliardi di euro:
GENNARO AURICCHIO SPA
Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, Mozzarella, Ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.
LATTERIA MONTELLO SPA
Formaggi Freschi Nonno Nanni: Stracchino, Stracchino con fermenti lattici vivi dello yogurt, Stracchino con Fermento Probiotico, Fior di Stracchino, Squaquerello, Crescenza, Fresco Spalmabile, Robiola, Mozzarella, Burrata, Stracciatella, Mozzarella di Bufala, Ricotta, Primosale, Caprino di latte vaccino, Robiola di capra, linea Senza Lattosio, Apri e Gusta, Formaggini, Fettine, Mascarpone.
BERTOZZI SPA
Strada Roma, 1/A
43044 Collecchio (PR)
Tel. 0521/333911 - Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it - www.bertozzi.com
Via Dante, 27
26100 Cremona
Tel. 0372/403311
Fax 0372/403350
info@auricchio.it
www.auricchio.it
Via Fante d’Italia, 26
31040 Giavera del Montello (TV)
Tel. +39 0422 8833
Fax +39 0422 775090
info@nonnonanni.it
www.nonnonanni.it
LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NELLA UE (dal 1 gennaio
al 31 agosto 2022)
BRAZZALE SPA
Burro delle Alpi, Burro Superiore Fratelli Brazzale, Gran Moravia, Verena, Asiago, Provolone dolce e piccante, Pasta filata, Grana Padano e Parmigiano Reggiano.
FORGRANA
CORRADINI SPA
Parmigiano Reggiano, Grana Padano. Confezionamento. Produzione grattugiati freschi disidratati da 5g a 5kg. Produzione shaker. Pecorino Romano,Taleggio, Gorgonzola, pecorini, provoloni, mozzarella.
Prosciutti: Parma, San Daniele, Colli Berici.
il 34% del fatturato nazionale 2021. Il commercio estero genera cifre importanti pressoché in tutte le province. Il 43% del valore regionale si concentra tra Lodi e Mantova, in parti quasi uguali. Con 270 milioni di euro, Cremona copre un ulteriore 17,5%. Anche Brescia, Milano e Bergamo superano il 10%.
L’export lombardo è in grado di diversificare molto le sue destinazioni. Il 45% delle vendite è generato, infatti, al di fuori dei primi cinque mercati. I clienti Ue hanno comunque ampia preferenza, a cominciare da Francia e Germania (destinatarie rispettivamente del 21% e del 12% delle esportazioni totali). Tutti gli altri Paesi si collocano sotto il 10 per cento .
Pertanto, moltissimi mercati esteri hanno nella Lombardia il loro maggiore fornitore. In particolare, limitandoci ai top 15 mercati esteri dell’Italia, provengono da questa regione oltre la metà dei prodotti esportati in Belgio (59%), Paesi Bassi (52,9%) e Corea del Sud (52,6 per cento). Quote vicine a questa
Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI)
Tel. 0445/313900
Fax 0445/313991
info@brazzale.com www.brazzale.com
Stabilimento di via Giovanni XXIII, 2 36030 Monte di Malo (VI)
Stabilimento di via Torrerossa, 30 35010 Campodoro (PD)
Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla (RE)
Tel. 0522/833818
Fax 0522/833426
forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it
IGOR SRL
Produzione, stagionatura e confezionamento di Gorgonzola DOP a marchio: IGOR, GRAN RISERVA LEONARDI, QUATTROROSE SANTI, SI INVERNIZZI, PAL, CLIN, BALLARINI.
Strada Natale Leonardi 32 28062 CAMERI (NO)
Tel: 0321.2001
Mail: info@igornovara.it www.igorgorgonzola.com
LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (dal 1 gennaio al 31 agosto 2022)
CODICE DOGANALE
GLI ESPORTATORI
CIRESA SRL
Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina
Tel. 0341/980540 - Fax 0341/981294
ciresa@ciresa.it - www.ciresa.it
GELMINI CARLO SRL
Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI)
Tel. 02/90.50.92.4
Fax 02/90.09.80.30
info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it
BERNERI SPA
Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991
Fax 035/201190
berneri@berneri.it www.berneri.it
CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL
24043 Caravaggio (BG)
tel. 0363/301022
info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it
F.LLI PINNA AZIENDA CASEARIA SPA
Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS)
Tel. 079/886009
Fax 079/886 724
info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com
soglia si realizzano anche in Svizzera (48,5%), Cina (46,4%) e Francia (40,6 per cento).
La Lombardia copre, invece, meno del 20% degli acquisti polacchi (18,4%), canadesi (17,6%) e statunitensi (15,1 per cento).
Piemonte Rappresenta il 5,4% delle esportazioni lattierocasearie nazionali. L’export si concentra in tre province, con Novara e Cuneo che, insieme, realizzano oltre l’80% del fatturato. Segue, a distanza, Torino, il cui export vale circa 33,5 mln di euro.
La Germania è il primo mercato per i prodotti made in Piemonte, garantendo una quota di circa il 25%, che sale al 30% nell’ambito della sola provincia di Cuneo. Un altro 25% dell’export cuneese è diretto in Belgio.
Novara ha invece nella Francia la sua prima destinazione (28,5%), seguita dal mercato tedesco (25,1 per cento)
La terza provincia, Torino, genera la metà del suo fatturato estero tra Francia, Stati Uniti e Regno Unito. Anche per quanto riguarda il Piemonte si registra un discreto grado di
LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI LATTE E PANNA (dal 1 gennaio al 31 agosto 2022)
CASEIFICI GRANTERRE SPA
Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane: Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Asiago, Piave, Montasio e Monte Veronese.
STABILIMENTO DI MODENA
Via Polonia, 30-33 - 41122 MODENA
Tel. 059 414711 - Fax 059 450441
export.caseificispa@granterre.it
www.parmareggio.it
STABILIMENTO DI MONTECAVOLO
Via Togliatti, 34 AB
42020 Montecavolo (Reggio Emilia)
Tel. 0522/245711 - Fax 0522/245702
STABILIMENTO DI SOMMACAMPAGNA
Via Rezzola, 21
37066 Sommacampagna (VR)
Tel. 045/8971800 - Fax 045/515974
export.caseificispa@granterre.it - www.agriform.it
TRENTIN SPA
Parmigiano Reggiano
Grana Padano
Pecorino Romano
Gorgonzola
Pecorini Toscani/Sardi
Provolone/Taleggio
Mozzarella di Bufala
Mascarpone/Ricotta
Via Genova, 19 (z.i.)
37053 Cerea (VR)
Tel. 0442/398111
Fax 0442/398150
commerciale@trentingroup.it
www.trentingroup.it
ZANETTI SPA
Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Provolone, Pecorino, burro, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.
Via Madonna, 1
24040 Lallio (BG)
Tel. 035/201511
Fax 035/691515
zanetti@zanetti-spa.it
www.zanetti-spa.it
diversificazione.
La regione è il secondo fornitore nazionale, dopo la Lombardia, per il mercato belga (13,8% dell’export nazionale verso questo Paese). Detiene una quota rilevante anche in Polonia (14,2%), di cui è il quarto fornitore di latte e derivati made in Italy.
Valle d’Aosta Nel 2021 ha esportato prodotti per circa 6,6 milioni di euro. Il suo giro d’affari è concentrato in tre mercati: Francia, Svizzera e Stati Uniti. La Francia è il principale cliente per la regione alpina, con oltre il 60% del fatturato complessivo. Ma è in Svizzera che la Valle d’Aosta dà il suo maggior
contributo all’export italiano (0,9% sul totale delle vendite nazionali in questo Paese).
Liguria La provincia di Genova concentra il 60% dell’export regionale. Valori non trascurabili sono generati da Imperia (7 mln di euro) e Savona (5,2 mln di euro).
La Liguria sembra avere una decisa vocazione per i mercati extraeuropei. Dopo la Francia, prima destinazione, vengono tre Paesi asiatici: Giappone, Corea del Sud e Cina. Tutti e tre detengono quote intorno al 15%. Compaiono tra i principali mercati anche Arabia Saudita (3,8%), Usa (3,7%) e Vietnam (3,0 per cento). La rilevanza dell’Asia appare ancora
si guarda alle peculiarità delle singole province. Un quarto circa dell’export genovese è diretto in Giappone, suo primo mercato, mentre il 52% delle vendite di Savona sono effettuate in Corea e un ulteriore 30% in Cina. Queste caratteristiche fanno della regione un discreto punto di riferimento per i clienti coreani, giapponesi e cinesi, che fanno qui mediamente il 7-8% dei loro acquisti italiani. In alcuni altri mercati extra-Ue la Liguria riesce a figurare anche tra le prime regioni fornitrici. In particolare, è il quarto fornitore dell’Arabia Saudita (10,8%) e il secondo, dopo la Lombardia, per il Vietnam (29,2 per cento).
5,7%
28,0%
10,5%
1,8% ARABIA SAUDITA 0,9%
1,8%
MERCATI
UE, UN ANNO DI CALO PRODUTTIVO.
L’ITALIA SI CONFERMA IN CONTROTENDENZA
Per i 27 Paesi dell’Unione europea, il 2022 è stato un anno di calo produttivo abbastanza generalizzato; i primi tre trimestri hanno certificato questo andamento ed è davvero improbabile che l’ultimo trimestre possa cambiare le carte in tavola. Complessivamente, tra gennaio e settembre, latte alimentare, latti fermentati, burro e formaggi hanno avuto flessioni di qualche decimale di punto, mentre variazioni più marcate si sono registrate sul fronte delle polveri, in particolare quelle di latte intero (-5,3 per cento).
Tra i principali produttori, l’Italia conferma di essere in controtendenza, con incrementi nella produzione di burro (+2,9%) e latte alimentare (+2,3%).
Anche i formaggi sono risultati in moderato aumento (+0,4% sui primi 9 mesi del 2021).
La Francia, dal canto suo, ha rispecchiato in pieno gli andamenti medi, con tutti i prodotti a base di latte con segno negativo, in linea con le consegne, da mesi in riduzione. Il latte scremato in polvere ha
segnato quasi -8% e cali importanti hanno riguardato latte alimentare, fermentato e intero in polvere. Situazione analoga in Germania, con il latte alimentare a quasi -7% e burro e formaggi in evidente contrazione. Il latte intero in polvere è controcorrente, segnando un +13,5 per cento.
Nei Paesi Bassi si può osservare una certa disomogeneità. A fronte di una sostanziale stabilità nel latte alimentare e di modeste variazioni sui fermentati e sul formaggio, le polveri si sono pressoché compensate in termini percentuali con lo scremato in aumento del 25% e l’intero in diminuzione della stessa entità. Anche la produzione di burro mostra notevoli tassi di crescita: +5 per cento. Trend ancor più in chiaroscuro in Spagna, dove la produzione di polvere di latte intero è aumentata del +75% mentre lo scremato e il burro sono stati interessati da pesanti contrazioni (-49% e -27 per cento). Nel Paese iberico è salita anche la produzione di latte alimentare e fermentati. In contropartita, tuttavia, va evidenziato il -6,6% dei formaggi.
La Polonia è il Paese con gli andamenti più simili a quelli rilevati nel nostro. Polveri a parte, nel complesso la produzione di derivati è aumentata, con in testa fermentati (+5%) e burro (+3,6 per cento). Anche in Danimarca, a fronte del netto calo delle polveri (-13% quelle da latte intero) e del latte alimentare (-7%) sono cresciute le produzioni sia di fermentati (+2,6%) che di burro (+1,8 per cento). Relativamente agli altri Paesi di un certo rilievo:
Latte alimentare. Considerando i Paesi con produzione superiore alle 300mila tonnellate, quasi tutti hanno condiviso un trend negativo, con picchi in Portogallo (-8,1%) e Finlandia (-5,9 per cento). In controtendenza Ungheria (+5,1%) e Repubblica Ceca (+9,6 per cento).
Latti fermentati. Hanno segnato un incremento di +5,8% in Austria e un decremento di -3,6% in Belgio.
Polvere di latte scremato. Analogamente ai Paesi Bassi, il Belgio (terzo produttore Ue) ha mostrato un incremento produttivo di oltre il 20 per cento. Stabile rispetto al 2021 il dato svedese.
LE PRODUZIONI DI ALCUNI PRODOTTI CASEARI IN ITALIA RISPETTO ALLA MEDIA UE
LE PRODUZIONI DEI PRINCIPALI PLAYER EUROPEI
LATTE ALIMENTARE LATTE FERMENTATO LATTE SCREMATO IN POLVERE LATTE INTERO IN POLVERE BURRO FORMAGGI
Polvere di latte intero. Sempre il Belgio segna un calo di -17,3%, mentre è nuovamente invariata la produzione svedese.
Burro. Le contrazioni hanno interessato anche Belgio (-7,2%) e Finlandia (-3,2 per cento).
Formaggi. In area mitteleuropea,
la produzione casearia austriaca è aumentata del 2,7% mentre quella ceca si è mantenuta sui livelli dell’anno scorso.
L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI
Cali evidenti nelle quotazioni europee. Nel mese di ottobre il burro ha iniziato una diminuzione, proseguita poi in novembre. Il latte in polvere scremato è tornato ai livelli del 2021, mentre la polvere di siero è scesa al di sotto di questi.
MERCATI
BORSA PREZZI
ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI
MILANO ( €/Kg)
BURRO PASTORIZZATO
(COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. (CE) N. 1234/2007
BURRO DI CENTRIFUGA
ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
GRANA PADANO STAGIONATURA 16 MESI E OLTRE
GRANA PADANO STAGIONATURA 9 MESI
GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI
PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE
GORGONZOLA MATURO DOLCE
GORGONZOLA MATURO PICCANTE
ITALICO MATURO
TALEGGIO FRESCO FUORI SALE
TALEGGIO MATURO
PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA FINO A 3 MESI
PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA OLTRE 3 MESI
LATTE SPOT ITA (€/1000Kg)
PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE DI PARMA)
>30
L’ACCORDO UE-MERCOSUR MERCATI
Ormai da tempo è in attesa di ratifica un importante accordo commerciale negoziato in questi anni dalla Commissione europea: quello con il Mercosur. Si tratta di un’area ancora poco presidiata dai nostri prodotti lattiero-caseari. L’intesa raggiunta sulla tutela delle Indicazioni geografiche, pur con alcuni limiti, potrebbe aprire opportunità di sviluppo e offrire maggiori difese dalle insidie di un continente, il latinoamericano, che tra prodotti locali e nordamericani è ad alta intensità evocativa di made in Italy.
Negli anni gli operatori economici dell’Ue hanno segnalato più volte e in tutta la regione una mancata o insufficiente protezione delle Ig. Un problema che è stato affrontato ampiamente e che il negoziato ha risolto solo in parte.
A regime, l’accordo riconoscerà circa 350 Indicazioni Geografiche europee, figurandosi come il più ampio mai raggiunto nella storia degli accordi commerciali dell’Unione.
Nella lista pubblicata dalla Commissione si contano 57 prodotti italiani, tra cui nove formaggi: Asiago, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Provolone Valpadana e Taleggio.
Il riconoscimento e la protezione di queste denominazioni rappresentano un traguardo importante, anche se –va detto – ci sono alcune limitazioni alla tutela.
La parte sudamericana è riuscita, infatti, a introdurre varie eccezioni, che mirano a salvaguardare chi, fino a oggi, ha fatto utilizzo di determinati termini. Stiamo parlando dei Prior user, soggetti che dimostrino l’uso sistematico e in buona fede, fino a prima dell’entrata in vigore dell’accordo, della denominazione in questione.
Costoro acquisiscono il diritto permanente di utilizzare tale specifica denominazione anche se saranno tenuti a indicare in modo
chiaro la vera origine del prodotto e a non utilizzare riferimenti grafici, nomi, immagini, bandierine evocativi del nostro Paese. Inoltre, la denominazione dovrà essere riportata con caratteri più piccoli di quelli usati per il proprio brand. La lista dei Prior users sarà allegata al testo finale dell’accordo. Passando all’analisi delle singole concessioni: Parmigiano Reggiano. Sono riconosciuti i Prior user per i termini “Parmesão” (Brasile) e “Parmesano” (Argentina, Uruguay e Paraguay).
Nei tre Paesi ispanofoni, a concessione ai Prior user viene estesa anche a “Reggianito”.
Fontina. Sono riconosciuti i Prior user, a condizione che abbiano impiegato il termine “fontina” per almeno cinque anni.
Grana Padano. I Prior user brasiliani potranno utilizzare il termine “grana”, purché dimostrino di averlo già impiegato per almeno cinque anni. Gorgonzola. L’accordo garantisce ai Prior user brasiliani l’utilizzo del termine.
IL MERCATO DEL MERCOSUR
Volumi 2021 (000 tons)
Valore 2021 (mln euro)
Composizione merceologica (% su volume)
Un’altra clausola di salvaguardia concessa ai produttori locali assegna il diritto temporaneo all’utilizzo di alcune denominazioni, delle quali si sia fatto un impiego continuativo in passato. In particolare: Grana Padano. I produttori argentini che ne abbiano già fatto uso
potranno usare per altri sette anni il termine “grana” e la formula “Tipo Grana Padano”. Gorgonzola. Per cinque anni, si potrà continuare a utilizzare la denominazione in questione in Argentina, Uruguay e Paraguay. Taleggio. Diritto all’uso del termine
in Brasile e Argentina per cinque anni dall’entrata in vigore dell’accordo. Pecorino Romano. Diritto all’uso dei termini “Romano” e “Romanito” in Argentina e Uruguay per ulteriori sette anni.
Asiago. Diritto all’uso del termine in Brasile e Uruguay per cinque anni.
IGIENE & SICUREZZA I CONTROLLI UFFICIALI
SULLE SOSTANZE FARMACOLOGICAMENTE
ATTIVE AUTORIZZATE COME MEDICINALI
VETERINARI O COME ADDITIVI PER MANGIMI
Il quadro giuridico sul controllo dell’utilizzo del farmaco veterinario, la possibile presenza di residui di farmaci autorizzati al di sotto degli Lmr e di sostanze utilizzate illegalmente in zootecnia, è abbastanza complesso. La pietra miliare a cui far sempre riferimento è data dal Reg. (UE) 2017/625
al quale si riconducono tutti gli atti successivi, compreso quello sulla salute degli animali, dove viene enfatizzata
la lotta all’Amr (antimicrobica resistenza).
Dal 1° gennaio del 2023 gli Stati membri sono obbligati a includere l’attività di controllo ufficiale prevista dalla Direttiva 96/23/CE, oggi abrogata, nel contesto più generale del Pcnp (Piano controlli nazionali pluriennale) e predisporre, sulla base di quanto previsto dal Reg. (UE) 2022/1646, tre distinti piani per la ricerca dei residui :
• sulle produzioni interne
di ciascuno Stato membro: basato sul rischio;
• di sorveglianza della produzione: randomizzato; • di controllo delle importazioni da parte di Paesi terzi: basato sul rischio.
Il Piano basato sulla valutazione del rischio
Pur individuando le famiglie di analiti, all’interno dei gruppi A e B del Reg.(UE) 2022/1644, lascia a ciascuno Stato membro la scelta delle
LA TUA SCELTA CONTA
Le s de globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.
Ottima scelta.combinazioni specie-prodotto/ molecola.
Per quanto riguarda i criteri per la strategia di campionamento, gli Stati membri devono tener conto del “rischio Osa”, cioè di eventuali precedenti di non conformità e dell’affidabilità degli autocontrolli.
Il compito del ministero della Salute e delle Regioni nella definizione della strategia dei campionamenti sarà senz’altro facilitato, grazie ai sistemi informativi - messi in atto nel corso degli anni - che fanno capo al Sistema Informativo
Veterinario: ricetta elettronica
veterinaria, Classyfarm, Simam (Sistema informativo malattie animali) e alla raccolta dei controlli ufficiali svolti dalle Aziende sanitarie locali.
Gruppo A
∙ cloramfenicolo, nitrofurani, dimetridazolo, metronidazolo, ronidazolo e altri nitroimidazoli, altre sostanze;
∙ prodotti fitosanitari di cui al Reg. (CE) n. 1107/2009 e biocidi di cui al Reg. (UE) n. 528/2012 che possono essere usati nell’allevamento di animali destinati alla produzione di alimenti;
∙ sostanze antimicrobiche;
∙ antinfiammatori, sedativi e ogni altra sostanza farmacologicamente attiva.
Gruppo B
a) sostanze antimicrobiche;
b) insetticidi, fungicidi, antielmintici e altri agenti antiparassitari;
c) tranquillanti;
d) antinfiammatori non steroidei (Ains), corticosteroidi e glucocorticoidi;
e) altre sostanze farmacologicamente attive
Il Piano di sorveglianza della produzione randomizzato Negli Stati membri, prevede il campionamento per la combinazione di sostanze del gruppo A per specie, prodotti e matrici che non sono stati presi in considerazione nell’ambito del Piano basato sulla valutazione del rischio e un numero minimo di campioni, che per l’Italia è di 1.050 contro i 1.450 della Germania e i 1.150 della Francia.
Il 25% dei campioni prelevati nell’ambito di questo piano deve essere analizzato per le sostanze del gruppo A e il 75% deve essere analizzato per le sostanze del gruppo B.
Il Piano su animali vivi e prodotti importati nell’Ue Prevede un numero minimo dei campioni, fissato per le sostanze del gruppo A e B e per:
a) bovini (compresi animali vivi, carni, carni macinate, carni separate meccanicamente, preparazioni di carni e prodotti a base di carne): almeno il 7% delle partite importate;
b) ovini/caprini (compresi animali vivi, carni, carni macinate, carni separate meccanicamente, preparazioni
di carni e prodotti a base di carne): almeno il 3% delle partite importate;
c) latte (compresi latte crudo, prodotti lattiero-caseari, colostro e prodotti a base di colostro di tutte le specie): almeno il 7% delle partite importate.
I due regolamenti (UE) 2022/1644 e 2022/1646, naturalmente, non prendono in considerazione le responsabilità degli Osa e gli obblighi di autocontrollo che erano inclusi nella Direttiva 96/23CE ma che, comunque, sono presenti in virtù dei Reg.(CE) n. 178/2002 e del Reg.(CE) n. 852/2004 per la produzione primaria, per garantire la sicurezza degli alimenti destinati al consumo umano.
Il quadro giuridico sulle modalità di effettuazione dei controlli ufficiali è completato dal Reg. (UE) 2019/2090 che integra il Reg. (UE) 2017/625 per quanto riguarda i casi di sospetta o accertata non conformità e dal Reg. (UE) 2021/808 sul rendimento dei metodi analitici in relazione ai residui di sostanze farmacologicamente attive impiegate negli animali destinati alla produzione di alimenti.
IGIENE & SICUREZZA
I PRODOTTI BIOLOGICI: AGGIORNAMENTO SULLA NORMATIVA
NON CONFORMITÀ, PRODOTTI IN ENTRATA IN UE ED ETICHETTATURA
di Ettore SoriaIl decreto sulla notifica delle non conformità riguarda le procedure e la tempistica dello scambio di informazioni tra il Mipaaf e gli organismi di controllo in materia di non conformità di prodotti biologici nei seguenti casi: Non conformità rilevata in Italia su prodotti biologici provenienti da un altro Stato membro o Paese terzo (Italia notificante)
Quando l’organismo di controllo ritiene che una Non Conformità (N.C.) sospetta o accertata comprometta l’integrità dei prodotti biologici provenienti da un altro Stato membro o da un Paese terzo invia una segnalazione al Mipaaf, non oltre i cinque giorni
dalla data in cui ha riscontrato la N.C., corredandola con prove documentali raccolte a supporto della segnalazione stessa.
Il Mipaaf notifica allo Stato membro o al Paese terzo interessato la segnalazione ricevuta e informa l’organismo di controllo, fornendo le risposte ricevute; a sua volta, quest’ultimo fornisce al ministero il proprio parere motivato.
Non conformità rilevata in Italia in prodotti provenienti dall’Italia (Italia notificante) Qualora l’organismo di controllo abbia fondati dubbi che una N.C. sospetta o accertata comprometta l’integrità di prodotti biologici commercializzati da un
operatore biologico sotto il proprio controllo in uno o più Stati membri, informa il Mipaaf, non oltre cinque giorni. L’organismo di controllo predispone una segnalazione, corredata dalle relative prove documentali a supporto.
Il Mipaaf inserisce nell’apposito portale la notifica di allerta verso gli Stati membri interessati e informa l’organismo di controllo segnalante; il succitato dicastero trasmette eventuali risposte ricevute dagli Stati membri allertati all’organismo di controllo.
Non conformità rilevata in un altro Stato membro per prodotti provenienti dall’Italia (Italia destinataria della notifica)
Il Mipaaf, ricevuta una notifica da parte di uno Stato membro in relazione a una N.C sospetta o accertata riscontrata su un prodotto biologico ottenuto e/o commercializzato da un operatore biologico italiano in un altro Stato membro, trasmette la notifica e la documentazione all’organismo di controllo indicato nella notifica.
L’organismo di controllo che, ricevuta la notifica, ritenga di non essere l’organismo di controllo responsabile a condurre l’indagine ufficiale, invia una comunicazione in tal senso al Mipaaf entro tre giorni dalla ricezione della medesima, indicando le motivazioni a supporto.
L’organismo di controllo responsabile dell’indagine ufficiale procede a una valutazione preliminare della documentazione ricevuta dal Mipaaf e, se ritiene che le informazioni contenute non siano adeguate e sufficienti, predispone la documentazione integrativa, inviandola al ministero. L’organismo di controllo responsabile dell’indagine ufficiale, a seguito della ricezione della notifica e di eventuali pertinenti integrazioni, attiva le procedure previste.
Al termine dell’indagine ufficiale, l’organismo di controllo competente invia al Mipaaf la risposta conclusiva, comunicando in modo chiaro le azioni e le misure adottate, compresi i risultati dell’indagine ufficiale, nonché ogni altra informazione disponibile e/o richiesta dallo Stato membro notificante.
È prevista, eccezionalmente, la possibilità di una risposta intermedia per fornire aggiornamenti in relazione all’indagine ufficiale in corso, riportando tutte le informazioni disponibili e allegando le prove documentali raccolte.
Non conformità rilevata in uno Stato membro che potrebbe avere
implicazioni per l’Italia (destinataria della notifica)
Quando il Mipaaf riceve una notifica di allerta da parte di uno Stato membro in relazione a una N.C. sospetta o accertata riscontrata su un prodotto biologico ottenuto e/o commercializzato in Italia da un operatore biologico dello stesso Stato membro, la trasmette a tutti gli organismi di controllo, allegando la relativa documentazione.
L’organismo di controllo adotta le azioni e le misure pertinenti, qualora un proprio operatore controllato abbia acquisito il prodotto oggetto della notifica e comunica al Mipaaf le azioni e le decisioni assunte.
Prodotti bio in entrata nella Ue
L’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm) è stata individuata come l’autorità di controllo competente per il settore biologico (articolo 4, paragrafo 3 del Reg (UE) n. 2017/625), circa i controlli ufficiali sui prodotti che entrano nell’Ue da Paesi terzi e sono destinati a essere immessi sul mercato comunitario come prodotti biologici o prodotti in conversione
L’Adm svolge i controlli documentali, di identità e fisici; in caso di non conformità riscontrate durante la verifica di una partita, il succitato organismo informa il Mipaaf.
Decreto attuativo in materia di etichettatura dei prodotti biologici
Il provvedimento, oltre alle disposizioni tecniche applicative per le produzioni animali e vegetali, regola i seguenti aspetti: produzione di alimenti trasformati
Per “prodotto ottenuto principalmente da ingredienti di origine agricola” si intende un prodotto in cui gli ingredienti di origine agricola rappresentano più del 50% in peso della totalità degli ingredienti; etichettatura
Il numero di codice dell’Organismo di controllo
che compare in etichetta è rappresentato dal codice attribuito dalla competente autorità del Mipaaf a ciascun Organismo di controllo al momento della autorizzazione a operare.
Il numero di codice è composto dalla sigla «IT», seguita dal termine «Bio», seguito da numero di tre cifre, stabilito dal succitato ministero.
Al fine di assicurare un sistema di controllo che permetta la tracciabilità dei prodotti in tutte le fasi della produzione, preparazione e distribuzione, gli Organismi di controllo attribuiscono un numero di codice a tutti gli operatori o gruppi di operatori controllati. Qualora il logo biologico dell’Ue sia riportato in più parti di una confezione, si devono indicare le diciture previste dalla normativa comunitaria in relazione a uno solo dei loghi riportati sulla confezione.
Il Mipaaf, con una successiva nota, ha fornito chiarimenti circa alcuni aspetti del decreto; in particolare il succitato provvedimento ha eliminato:
l’obbligo di riportare in etichetta il codice identificativo dell’operatore attribuito dall’Organismo di controllo preceduto dalla dicitura “operatore controllato n...” ∙ l’esempio di stringa contenente la dicitura “ Organismo di controllo autorizzato dal Mipaaf ”. Pertanto, in relazione alla richiesta di poter riportare nell’etichetta di alimenti biologici le succitate informazioni, anche nelle etichette stampate dopo l’entrata in vigore del decreto, è stato precisato che tale scelta attiene alla facoltà e, quindi, alla responsabilità dell’operatore del settore alimentare (Osa) di fornire al consumatore informazioni aggiuntive rispetto a quelle obbligatorie e debba, pertanto, avvenire nel rispetto del Reg. (CE) n. 1169/2011.
NORMATIVE L’ESPERTO RISPONDE
a cura di Leonardo GraveriniIN CASO DI CAMBIAMENTO DELLA RAGIONE SOCIALE DELLA NOSTRA IMPRESA, È NECESSARIO MODIFICARE LE ETICHETTE DEI NOSTRI PRODOTTI?
È PREVISTO UN PERIODO TRANSITORIO IN CUI L’AZIENDA PUÒ SMALTIRE I VECCHI INCARTI?
PER I FORMAGGI CHE PRODUCIAMO A MARCHIO DI TERZI E NELLE CUI ETICHETTE RIPORTIAMO ANCHE LA NOSTRA RAGIONE SOCIALE E L’INDIRIZZO DEL NOSTRO STABILIMENTO, COME CI DOBBIAMO REGOLARE? È POSSIBILE AGGIORNARE SOLO LA RAGIONE SOCIALE E OMETTERE L’INDIRIZZO DELLA NOSTRA SEDE LEGALE E DEL NOSTRO STABILIMENTO?
Il Reg. (UE) n. 1169/2011 non contempla alcuna particolare disciplina per il caso della variazione della ragione sociale, limitandosi a prevedere che in etichetta debba comparire la ragione sociale dell’operatore con il cui nome il prodotto è commercializzato. Non esistono neanche norme che prevedano e disciplinino espressamente l’esaurimento delle scorte di etichette recanti la vecchia denominazione sociale dopo che si sia perfezionato il passaggio a una nuova ragione sociale.
Per quanto riguarda i prodotti a marchio di terzi (private label), l’art. 9.1.h del Reg. UE n. 1169/2011 impone l’obbligo di indicare in etichetta il nome o la ragione sociale e l’indirizzo (completo) dell’operatore del settore alimentare (Osa) con il cui nome o con la cui ragione sociale il prodotto è commercializzato. La Nota n. 0170164/2014 del ministero dello Sviluppo Economico chiarisce che nel caso delle private label l’Osa responsabile è il distributore e che è pertanto obbligatoria in etichetta l’indicazione del
suo nome/ragione sociale e del suo indirizzo e che si può aggiungere volontariamente, come informazione ulteriore al consumatore, anche il nome e/o l’indirizzo del produttore, purché tale informazione volontaria non sia sostitutiva dell’indicazione obbligatoria dell’Osa responsabile e sia riportata in modo da non essere confusa con essa, rispetti quanto previsto dal Capo V del Reg. (UE) n. 1169/2011 sulle informazioni volontarie (e, aggiungiamo noi, l’art. 7) e siano chiari i ruoli degli operatori che appaiono citati in etichetta. L’indicazione dello stabilimento – di produzione o, se diverso, di confezionamento – è cosa diversa dall’indicazione dell’indirizzo dell’Osa responsabile, ed è stata introdotta in Italia, quale ulteriore e distinto obbligo, dal Decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 145. L’indicazione dello stabilimento di produzione o, se diverso, di confezionamento può essere omessa nel caso dei prodotti che già riportano in etichetta il marchio d’identificazione o la bollatura sanitaria (c.d. bollo CE) di cui ai Regg. (CE) n. 853/2004 e n. 854/2004. Dunque, per le private label da voi prodotte, oltre al nome/ragione sociale e all’indirizzo dell’Osa responsabile, può essere riportata per scelta in etichetta anche la vostra ragione sociale; sempre volontariamente, potrete aggiungere anche l’indirizzo della vostra sede legale. L’indirizzo dello stabilimento, trattandosi di formaggi, può essere omesso. Segnaliamo, peraltro, che sull’obbligo italiano di indicazione dello stabilimento è in corso di esame a livello europeo un reclamo della Federazione europea dell’industria alimentare.
SONO PREVISTI PER LA MOZZARELLA PARAMETRI NORMATIVI MINIMI E MASSIMI DI % DI GRASSO SUL SECCO AI QUALI ATTENERSI E DA DOVER INDICARE IN ETICHETTA?
Non esistono disposizioni normative che definiscano la “Mozzarella” (tranne alcuni casi specifici, come quelli della Mozzarella Stg, della Mozzarella di Bufala Campana Dop o della Mozzarella di Gioia del Colle, le cui caratteristiche sono descritte in appositi disciplinari).
A livello nazionale, alcune norme UNI regolamentano la mozzarella in liquido di governo e quella a bassa umidità (o per pizza). Si tratta, però, di norme volontarie che descrivono il prodotto, le materie prime,
il processo di produzione, le caratteristiche di questa tipologia di formaggio.
Diversamente da altri Paesi, in Italia non esistono, dunque, parametri minimi e massimi di % di grasso sul secco normati dal punto di vista legislativo a cui attenersi per le indicazioni in etichetta. Ricordiamo, tuttavia, che l’art. 53, comma2, della Legge n. 142/1992 dispone che “L'etichettatura dei formaggi per i quali non è previsto un contenuto minimo di materia grassa - qualora detto contenuto, riferito alla sostanza secca, sia inferiore al 20% o compreso tra il 20 e il 35% - deve indicare una informazione per il consumatore circa la quantità di materia grassa e la conseguente qualità "magra" o "leggera" del formaggio”.