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ATTUALITÀ
Amarcord Eda, lancio di un network per le plastiche monouso Fil/Idf partner di Disarm per ridurre l’uso di antibiotici Ue, accordi commerciali promossi a pieni voti News
arliamo della difficile situazione venutasi a creare in Sardegna nelle ultime settimane. Tentiamo di riequilibrare i contenuti di molte pagine scritte e di tanti spazi televisivi, esprimendo il punto di vista delle imprese sarde, sia private sia cooperative. Infatti, purtroppo, anche questa volta la (reale!) crisi del mercato è stata drammaticamente strumentalizzata da tanti – senza conoscere i fatti – manovrati da una comunicazione “di pancia”. Nessuno o quasi ha analizzato la situazione in modo obiettivo cercandone le cause, preferendo addebitare le responsabilità alle imprese di trasformazione e al Consorzio di tutela. Partiamo da una legge fondamentale del mercato: volumi e prezzi sono OPINIONI inversamente correlati. Latte e formaggio non fanno eccezione. I dati sulla produzione di latte di pecora e di Pecorino Romano in Sardegna parlano Agricoltura e industria, chiaro: +23,8% la prima, +24% la seconda. La maggior parte del prodotto è meglio il “soft power” destinato all’export e nel 2018 l’export ha registrato un drammatico –33%. di Paolo De Castro In sintesi, troppo prodotto rispetto alla domanda e il prezzo è precipitato, provocando un azzeramento della marginalità che ha coinvolto tutti gli attori MONDO ASSOLATTE della filiera. È colpa di qualcuno se gli importatori americani hanno deciso di Corso Assolatte per giornalisti: sostituire il nostro Pecorino con il Romano fatto in casa? Crediamo di no. Invece tutte le responsabilità sono state scaricate sul Consorzio e sulle scienziati e comunicatori insieme imprese di trasformazione. Sono quest’ultime, infatti, a dover usare le per una corretta informazione eccedenze di latte per usi alternativi al Pecorino Romano, in modo da non deprimere le quotazioni del formaggio Dop. E il Consorzio non avrebbe PROTAGONISTI operato in modo corretto, permettendo di produrre più di quanto previsto Filippo Gallinella, presidente della dal piano. Una visione di parte, che finge di non conoscere alcune regole di base. Commissione Agricoltura della Camera: Prima di tutto che le imprese acquirenti sono tenute a raccogliere tutto il Il made in Italy senza veli latte dei propri conferenti. Cooperative e industrie, quindi, non 4 domande a solo non incidono sulla produzione di latte, ma - nel segmento del Vincenzo Cornaggia, IL MONDO DEL latte di pecora - hanno poche alternative alla trasformazione in presidente del Pecorino Romano. N. 4 Consorzio Tutela Non vanno poi trascurate le regole europee e ministeriali sui piani produttivi che ne prevedono l’approvazione assembleare, la Valtellina Casera sottoscrizione da parte dei pastori e l’approvazione del Mipaaft. e Bitto Le colpe, quindi, se ci sono, andrebbero almeno condivise. Anche con la Gdo, che da un lato si è dichiarata pronta a fare la sua MERCATI parte per aiutare i pastori sardi, dall’altra, in più occasioni ha Export, 2018 da record venduto il Pecorino Romano a prezzi stracciati. Infine, si dimentica che le possibilità di azione dei Consorzi di Latte, prezzi allineati tutela sono limitate, tant’è che il piano contestato ha passato il Borsa prezzi vaglio dell’Antitrust, che ha ricordato che non è legittimo impedire Esportazioni italiane alle imprese più efficienti di rafforzare la propria posizione (ad di latte esempio producendo di più), e che le misure (la contribuzione Dop, vincono qualità aggiuntiva), devono essere proporzionate all’obiettivo, quindi non eccessive. e abilità nel business Dopo gli aiuti messi in campo dal Governo e archiviata la fase dell’emergenza, l’obiettivo del Tavolo istituzionale, che coinvolge tutti i soggetti interessati, sarà quello di apportare una ristrutturazione della filiera NORMATIVE che scongiuri il ripetersi di crisi come quella dello scorso febbraio.
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Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm
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PROTAGONISTI
IL MADE IN ITALY SENZA VELI FILIPPO GALLINELLA, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AGRICOLTURA DELLA CAMERA, INSISTE SULL'IMPORTANZA DELLA TRASPARENZA di Adriano Hribal
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iorentino di nascita, perugino di adozione, Filippo Gallinella è il presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati. Ingegnere meccanico, Gallinella ha quarant’anni e proviene da una famiglia di agricoltori toscani. Da quando è deputato, si dedica a tempo pieno alla vita politica, alla quale è approdato circa dieci anni fa, iscrivendosi ai primi meetup di Beppe Grillo ed entrando nel Movimento 5 Stelle. Durante il primo mandato (è stato eletto nel 2013) si è “fatto le ossa” partecipando attivamente alla vita di due Commissioni vicine al nostro settore: Agricoltura e Lotta alla Contraffazione. Ed è proprio la Commissione Agricoltura che, con la legislatura in corso, ha premiato il suo impegno, chiamandolo alla presidenza. Si è occupato di etichettatura, di lotta alle frodi, di tutela del made in Italy e di accordi internazionali, verso alcuni dei quali ha spesso espresso contrarietà. È uomo attento ai temi legati al cibo, alla qualità e alla sicurezza alimentare, questioni strategiche per il Paese. Presidente, pochi giorni fa abbiamo partecipato alla sua iniziativa “Io sto con il made in Italy”, organizzata alla Camera dei deputati. Abbiamo apprezzato la manifestazione e siamo sempre al fianco di chi vuole tutelare il meglio della nostra produzione industriale. Come intende procedere?
Il convegno dello scorso 5 marzo apre un percorso che si svilupperà nei prossimi mesi e che ha il fine di avvicinare i cittadini italiani al concetto di made in Italy a 360 gradi. In esame non solo la moda, il design, il cibo, il vino e il mondo agroalimentare, ma tutti i prodotti che consideriamo – e vogliamo considerare – “italiani”. L’obiettivo primario è quindi quello duplice di definire il made in Italy, ma allo stesso tempo di garantire ai cittadini la maggiore trasparenza possibile. Perché se è vero che non può essere considerato made in Italy solo il prodotto le cui materie prime sono esclusivamente italiane, è anche vero che comunque il cittadino deve sapere da dove provengono tali materie prime; così come può essere definito made in Italy un prodotto realizzato in parte all’estero, è anche vero che i consumatori devono conoscere tutti i passaggi subiti da quel prodotto. Personalmente credo che il made in Italy debba essere considerato un valore aggiunto, misurabile di volta in volta con la materia prima, con la particolare lavorazione, con la trasformazione maggiormente sostanziale o che fornisce più occupazione. Insomma, un concetto ampio, che va applicato di volta in volta in base alle caratteristiche peculiari di un prodotto. Il convegno del 5 marzo ha voluto aprire una discussione sul tema, anche accesa, ma che raccolga
tutti i punti di vista e possa portare, perché no, a un vero e proprio manifesto del made in Italy, che raggruppi, attraverso un percorso itinerante, le istanze di imprenditori e cittadini, a tutela del prodotto italiano e lontano dal rischio di truffe e contraffazioni. Da alcuni anni il settore agroalimentare vive una profonda ristrutturazione e riorganizzazione. La produzione è in crescita costante, ma le aziende sono sempre meno. Fusioni, acquisizioni, accorpamenti e joint venture sono all’ordine del giorno. Un processo da rallentare o da favorire con specifiche misure che permettano al sistema delle imprese di diventare più competitivo? Questa domanda mi permette di aggiungere una considerazione: capitali stranieri che investono nel nostro Paese fanno made in Italy? La risposta per me è sì, ma solo se si rispettano le regole della piena trasparenza al consumatore. Sono il territorio e la ricchezza occupazionale che vi si porta (e non esporta), che deve fare la differenza. Detto questo, io non ho alcuna paura dei movimenti di capitali. L'importante è che si facciano nella correttezza e nella legalità, senza inganni per i cittadini consumatori. L’Italia è tra i Paesi con il maggior numero di regole e con una burocrazia che rende difficile fare impresa. Agricoltura e
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CONOSCIAMOL0 MEGLIO
FILIPPO GALLINELLA La ricetta della felicità? Devo ancora trovarla. Tre parole per descrivere il suo carattere? Caparbio, autoironico e goloso. Quello che le piace negli altri? Non avere pregiudizi. Quello che non tollera? L’arroganza e la supponenza. La persona che ammira di più? Non posso farlo sapere. Il libro preferito? "Il caso e la necessità" di Jacques Monod. Il film che ha amato di più? "La leggenda del pianista sull’oceano" di Giuseppe Tornatore. Colazione: dolce tradizionale o salata continentale? Solo caffè, anche se fa male. Nel suo frigo cosa non manca mai? Le bollicine. Il posto in cui vorrebbe tornare sempre? Dalla famiglia, indipendentemente da dove sia.
industria chiedono una sburocratizzazione. Da anni si promette un codice per semplificare e modernizzare le regole dell’agroalimentare. Alle parole, però, non seguono i fatti. Anzi, la sensazione è che si continuino a fissare regole sempre più complicate, che appesantiscono il lavoro delle imprese. Per la libera circolazione entrano in Italia migliaia di tonnellate di prodotti che occupano un posto importante sugli scaffali della distribuzione. Non è il momento di dare il via a questo processo? Semplificazione è la parola magica. Io sto provando ad affrontare questo percorso con una proposta di legge specifica per l'agricoltura, ma mi rendo conto che è veramente complicatissimo. Dietro una norma spesso se ne
nascondono altre due. Ad ogni modo è una sfida che intendo portare avanti, per il bene del mondo agricolo in primo luogo. Per questo, sul mio testo – che oggi è solo una base di partenza per la discussione in Commissione – aspetto contributi da tutti, che però non tocchino la tracciabilità, la sicurezza alimentare e la digitalizzazione. La libera circolazione delle merci per me è un problema solo quando le regole non sono uguali per tutti e, soprattutto, quando non si tiene conto degli standard ambientali, di qualità e del costo del lavoro. Se la libera circolazione vuole funzionare, tutti dobbiamo avere le stesse regole. Un esempio concreto in Europa? La Polonia produce carne a un prezzo nettamente inferiore al nostro. È concorrenza sleale? Io credo
di sì e senza entrare nel merito della questione “sicurezza alimentare” poiché, visti gli ultimi scandali, ci sarebbe molto da dire. Se guardiamo fuori dall’Europa, invece, posso fare l’esempio dell’olio senza dazio dalla Tunisia o del riso che proviene dai Paesi asiatici con analogo regime. È concorrenza sleale? Non ho dubbi. Per motivi storici e strutturali siamo un Paese trasformatore. In molti settori la produzione di materie prime non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno industriale e la domanda interna. Siamo famosi nel mondo per quello che sanno fare artigiani e industriali, che portano valore aggiunto al Paese e ai territori. Cosa si può fare per valorizzare questa specificità tutta italiana?
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PROTAGONISTI
Come ho detto prima, nessuno mette in discussione il nostro saper fare, ma diamo anche altre informazioni al consumatore. E non parlo solo della provenienza della materia prima, ma della sostenibilità ambientale, che oggi è concretamente misurabile come, allo stesso modo, lo è il benessere animale. Le fake news infestano la rete, rovinando la reputazione di aziende e prodotti. Esempio eclatante è il latte, attaccato in modo ignobile da chi fa falsa informazione. Cosa si può fare e cosa può fare la sua Commissione per promuovere una corretta informazione nel settore alimentare, sfatando miti e credenze che danneggiano il primo settore dell’agroalimentare italiano? L'unica cosa che consiglio è quella di affidarsi ai canali istituzionali e, prima di credere a quanto viene diffuso, fare una piccola ricerca. I prodotti più vincolati al territorio, quelli Dop, occupano un posto chiave nell’economia del nostro settore. Molti formaggi registrati – ma il discorso riguarda tutti i comparti –
hanno produzioni minime e sono destinati a un mercato poco più che locale, con le imprese che hanno difficoltà ad adeguarsi a regole poco adatte alle nicchie. Non crede sia giunto il momento di bloccare la registrazione di nuovi prodotti e aprire una riflessione su quelli già registrati? Posso riflettere su tante cose, ma se i Consorzi di tutela nascono, promuovono e funzionano, perché metterli in discussione? Se non vanno, saranno i produttori a ritirarsi e a cercare nuove strade. La politica deve mettere in condizione tutti di crescere e credo che aggregandosi sia più facile. Qualche volta, anziché dare la colpa al "consorzio" o alla "cooperativa" in generale, forse sarebbe bene puntare il dito su chi la dirige e su come ha avuto quel ruolo. Le esportazioni sono un punto di forza del nostro settore, che oggi porta all’estero più di 400.000 tonnellate di formaggi e realizza più di 3 miliardi di euro. Fuori dall’Ue, però, la concorrenza è spietata perché mancano regole comuni, con dazi che danneggiano soprattutto
i prodotti di qualità e con il falso made in Italy che inganna tanti consumatori. Per questo, i nostri imprenditori sono a favore degli accordi di libero scambio che, per quanto parziali e perfettibili, sono un eccezionale punto di partenza per dire "basta" ai falsi. Governo e maggioranza, invece, si sono più volte detti contrari a molti accordi, come il Ceta, supportati da quasi tutto il mondo delle imprese esportatrici. Come uscire da questo cul-de-sac? La politica commerciale va rimessa in discussione: se vuoi entrare nel mio mercato, devi rispettare le mie regole. Questo vale per noi e per gli altri. Non accetto che si debba per forza andare al ribasso: vuoi vendere più formaggio? Allora apri le porte a taluni servizi, questo dice il Ceta. Fortuna vuole che sia entrato in vigore in maniera parziale, in quanto accordo misto, e credo che sarà la Corte di Giustizia a sciogliere il nodo. Poi, per concludere, parlare di importazioni/esportazioni con dogane dell'Unione che sì, hanno regole comuni, ma controllori molto diversi tra loro, non ci rende merito.
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Amarcord: IL POTERE DEL LATTE SU FISICO E MENTE UN ARTICOLO DEGLI ANNI CINQUANTA CITA STUDI SU ATLETI E STUDENTI: CHI BEVE LATTE GUARISCE PRIMA E PRENDE VOTI PIÙ ALTI
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ra tanto parlare di corretta nutrizione, superfood, diete equilibrate e studi scientific based, quasi fa sorridere rileggere la notizia riportata su Il Mondo del Latte del 1957 con la quale si informano i lettori di alcuni studi i cui risultati sono particolari, a partire da uno condotto da un gruppo di medici americani. Oggetto dello studio era l’influenza del latte sulle vittime da infortuni. Le conclusioni tratte dagli esperti furono che “il consumo di latte accelera le guarigioni, influendo specialmente sulla ricostituzione dei tessuti distrutti o danneggiati, nonché sul morale dell’infortunato”. “Dato che nell’Europa Occidentale si contano ogni anno 250.000 infortuni – riflette l’autore – è evidente l’importanza che assume una tale constatazione. Si è rilevato che l’effetto era di maggiore efficacia se l’infortunato consumava abitualmente latte prima dell’incidente, mentre si otteneva un risultato meno rapido su coloro che venivano sottoposti per la prima volta dopo l’infortunio a dieta lattea”. Ma non è finita qui. Un esperimento del genere, prosegue l’articolo, “è stato effettuato anche in Inghilterra, dove 700 allievi dal carattere irrequieto e agitato sono stati sottoposti a dieta lattea. L’effetto (manco a dirlo!, ndr.) è stato immediato, poiché essi si sono dimostrati più attenti ed è stato possibile assegnare loro delle votazioni migliori di quelle che
non meritassero prima”. E che dire dei risultati ottenuti in Svezia? Qui “lo stesso trattamento è stato usato per gli impiegati che, essendo a contatto con il pubblico, mostravano poca pazienza e gentilezza con esso. Il consumo regolare di latte li ha resi più gentili, tanto che le lamentele del pubblico sono cessate”.
Difficile dire se e quanto fossero fondati gli studi menzionati dall’autore. Siamo però certi che un sorriso ve lo abbiamo strappato anche solo citandovi tali studi e le conclusioni da essi tratte, con conseguente effetto positivo sul vostro morale… Per non sbagliare, però, consigliamo a tutti un buon bicchiere di latte!
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Abbiamo un latte di qualità per ogn ognuno di voi. Parmalat ha dedicato al latte tanta energia, migliorandolo con l’esperienza ed il lavoro. E per dare a ciascuno di noi la possibilità di scegliere, ne ha creato uno per ogni esigenza, mantenendolo sicuro e garantito attraverso un’accurata selezione delle materie prime in base a severi standard qualitativi e oltre un milione di rigorosi controlli all’anno, che lo rendono di assoluta qualità e fiducia. Parmalat è il buon latte che esaudisce i gusti e le necessità di tutti, anche in termini di qualità e sicurezza.
Nutriamo insieme l’oggi e il domani
OPINIONE AGRICOLTURA E INDUSTRIA, MEGLIO IL
“SOFT POWER” D
a circa dieci anni le anzi. Al contrario, se si istituzioni europee hanno guarda ad alcuni interventi iniziato a guardare al settore che hanno ridefinito i contorni agroalimentare come a un del diritto antitrust applicato sistema complesso, una all’agroalimentare, che danno catena di anelli interconnessi più prerogative ma anche tra loro. Il cambiamento di maggiori responsabilità alle prospettiva ha implicato parti, il bilancio può essere una diversa applicazione del interpretato positivamente. principio di sussidiarietà che Meglio intervenire con queste ha prodotto (o inibito) iniziative iniziative di “soft power” che di tipo politico o legislativo, con con strumenti rigidi di governo risultati più o meno felici. dell’offerta tipici della vecchia Le due cose, filiera politica agricola e sussidiarietà, comune, come vanno però il sistema delle RELAZIONI tenute separate. quote. Se si guarda D’altra parte, AGRICOLTURA alla proposta la graduale INDUSTRIA: di riforma liberalizzazione LA SFIDA della Pac, per degli scambi, DELL’UE esempio, oppure il processo di all’iniziativa con riforma delle cui, in piena crisi politiche agricole del latte, la Commissione dagli anni Novanta in poi e si limitò a distribuire aiuti gli accordi di libero scambio a pioggia ai Paesi membri, siglati dall’Ue, si sono tradotti siamo di fronte a due casi in notevoli opportunità di in cui la nuova sussidiarietà mercato e di esportazione non c’entra niente con il per l’agroalimentare europeo, funzionamento delle filiere, con un sistema sempre più e
di Paolo De Castro, parlamentare europeo
meglio inserito nel contesto economico mondiale. Ma come contraltare si è avuta un’esposizione maggiore degli agricoltori all’instabilità dei mercati mondiali, che genera maggiore volatilità dei prezzi, ma anche ai rischi sistemici legati a crisi di origine veterinaria o fitosanitaria. Anche l’industria alimentare è più a rischio, per shock politici o imposizione di dazi: penso all’embargo russo e al deterioramento della situazione del commercio internazionale, con le minacce di tariffe che sono diventate quotidiane. CONTRO L’INCERTEZZA Quando nel 2013 ero coinvolto nei negoziati per l’accordo commerciale Ue-Usa (il Ttip),
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nella fase di recepimento discutevamo di come gestire il legislatore nazionale le restrizioni non tariffarie estenda la protezione a al commercio perché i dazi tutte), rappresentano il tipo di ci sembravano qualcosa interventi che cercano di porre del passato. Il 2018 ha rimedio a questa incertezza. segnato il ritorno delle tariffe Il mercato unico dell’Ue è all’importazione. A volte basta un altro scudo a questa ventilare la minaccia, come fa incertezza. Di più: sebbene il presidente Donald Trump. ancora incompleto, fornisce Il che fa danni lo stesso, un contesto imprenditoriale perché questo tipo di in cui la comunicazione concorrenza, rende difficile insieme alla interpretare il ANCHE SOLO regolamentazione futuro e aumenta MINACCIARE e alla necessità l’incertezza, I DAZI di far fronte a scoraggiando gli DANNEGGIA molte culture investimenti. e sensibilità Iniziative legislative, L’ECONOMIA diverse tra i come quella che consumatori, ha portato alla hanno contribuito programmazione a stabilire livelli di qualità produttiva nei formaggi Dop, nella produzione alimentare oppure la recente direttiva tra i più alti del mondo. Ciò contro le pratiche commerciali influenza inevitabilmente i sleali che tutela tutte le concorrenti globali dell’Ue. aziende agricole e il 99% E l’auspicio è che lo faccia delle imprese agroalimentari sempre di più. italiane (auspicando che
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ALZARE GLI STANDARD Per distinguersi dai concorrenti e fare breccia nei loro mercati, questi standard di qualità devono declinarsi sempre di più in sostenibilità dei processi produttivi, salubrità dei prodotti, benessere animale, diversità nell’offerta e capacità di innovazione. Ecco perché, dal punto di vista organizzativo, il rafforzamento del legame tra agricoltura e industria di trasformazione e distribuzione è un passaggio obbligato, oltre a essere una chiave per ottenere una distribuzione più equa del valore aggiunto tra grandi e piccoli operatori e una maggiore influenza nella definizione dei futuri standard globali. In questo senso, l’industria europea ha bisogno dell’agricoltura europea e viceversa.
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MONDO ASSOLATTE CORSO ASSOLATTE PER I GIORNALISTI:
SCIENZIATI E COMUNICATORI INSIEME PER UNA CORRETTA INFORMAZIONE “DAI DISTURBI DELL’INFORMAZIONE AI DISTURBI DELL'ALIMENTAZIONE”. QUESTI I TEMI DELL’EVENTO PROMOSSO DA ASSOLATTE, DEDICATO AI GIORNALISTI ISCRITTI ALL’ALBO, AI QUALI UN POOL DI ESPERTI HA CHIARITO COME INTERPRETARE E DIFFONDERE CORRETTAMENTE LE INFORMAZIONI SCIENTIFICHE LEGATE AL SETTORE LATTIERO-CASEARIO di Carmen Besta
Importante successo del corso di formazione "Dai disturbi dell'informazione ai disturbi dell'alimentazione" organizzato da Assolatte e riservato ai giornalisti italiani iscritti all’Albo. All’ordine del giorno le fake news che tuttora coinvolgono i prodotti lattiero-caseari e lo scollamento tra evidenze scientifiche e informazione mediatica. Ai cinquanta operatori della comunicazione ai quali era destinata l’iniziativa, Assolatte ha messo a disposizione docenti al più alto livello specialistico. Erano infatti presenti, per l’area nutrizione & salute Andrea Ghiselli (dirigente di ricerca Crea – Alimenti e Nutrizione, e presidente della
Società italiana di Scienza dell’Alimentazione); Luca Piretta (docente di “Allergie e intolleranze alimentari” all'Università Campus Biomedico, Roma) e Laura Gennaro (ricercatrice Crea – Alimenti e Nutrizione). Questo corso, il secondo del genere organizzato da Assolatte, ha affrontato il problema delle fake news non solo sul fronte della salute, ma anche da due altrettanto importanti punti di vista. Anche qui l’offerta formativa è stata di altissimo livello. Elvira Naselli (giornalista responsabile delle pagine di salute de La Repubblica) ha portato la propria esperienza di comunicatrice, mentre Massimiliano Dona (presidente
dell’Unione nazionale consumatori) ha parlato degli effetti deleteri che la cattiva informazione provoca sui consumatori. Il corso, che ha fornito ai giornalisti partecipanti 4 crediti per la formazione professionale continua, si è concluso con un interessante dibattito e numerose domande.
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MONDO ASSOLATTE LATTE E DERIVATI: FALSE VERITÀ DA WEB E MEDIA Il latte, ha spiegato Andrea Ghiselli, è stato colpito più di altri alimenti dalle fake news, probabilmente a causa dell’immagine di candore e purezza che lo accompagna. Diversi sono i “capi d'accusa” verso quello che, da sempre, è considerato un alimento principe per una crescita e un'esistenza sana, ben evidenziati da Ghiselli attraverso una carrellata di fake news presenti su carta stampata, web e social. Dal “bere latte è innaturale” e “il latte è ricco di grassi e colesterolo ed è causa di infarti” al "latte che 'ruba' il calcio alle ossa e causa fratture" e, non ultimo, al "latte promotore del cancro e causa di autismo". Ma il latte e i prodotti lattierocaseari sono davvero nocivi? Dati scientifici alla mano, Ghiselli ha smontato una a una tutte le accuse, senza se e senza ma: le proteine del latte quali promotrici della massa muscolare, il calcio (e il pool di preziosi minerali di quest'alimento) che difendono da osteoporosi e fratture, l’effetto protettivo verso gravi patologie come malattie cardiovascolari, diabete e obesità. Ghiselli si è soffermato a lungo sul capitolo tumori, smentendo decisamente ogni correlazione tra consumo di latte e neoplasie. Come chiarito dal World Cancer Research Fund (la maggiore autorità mondiale del settore, che analizza le correlazioni tra alimenti e rischio di tumori), i prodotti lattiero-caseari sono ininfluenti nello sviluppo del cancro, mentre si evidenzia il possibile ruolo protettivo nei confronti del tumore al colon-retto. Risultati, ha chiarito Andrea Ghiselli, che smentiscono definitivamente il China Study, documento ritenuto inattendibile da tutta la comunità scientifica.
Conclusioni e commenti • • •
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Il consumo di latte è in declino in molti Paesi e tra questi l’Italia, dove il consumo pro-capite medio è un terzo di quanto raccomandato. Questo può comportare un’insufficiente copertura dei fabbisogni di calcio soprattutto negli adolescenti e nelle donne adulte. Il latte è un alimento complesso, nel quale il calcio non è il solo nutriente importante, ma anche proteine, potassio, magnesio, zinco, fosforo, iodio e vitamine, concorrono allo stato di nutrizione e di salute dell’osso. Il calcio dei prodotti lattiero-caseari, oltre ad avere elevata biodisponibilità, ha bassissimi costi sia economici che energetici Il consumo di prodotti lattiero caseari migliora la sazietà, il controllo del peso, la composizione corporea ed è associato a riduzione del rischio di diabete di tipo 2, ipertensione, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro L'intolleranza al lattosio è una barriera percepita - e per molti una scusa - perché la maldigestione del lattosio può essere gestita con facilità. I media hanno una grande responsabilità nell’informazione corretta, capace di mettere il consumatore nelle condizioni migliori di scelta. Nell’epoca della Evidence Based Medicine le affermazioni non supportate da dati certi sono inaccettabili: «la carota fa bene alla vista» non si può più dire
Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione
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Purtroppo, il consumo di latte è in diminuzione in molti Paesi e tra questi l'Italia, dove si beve, in media, un terzo di quanto raccomandato. Il latte è un alimento complesso, nel quale non solo il calcio, ma anche altri elementi (proteine, potassio, magnesio, zinco, fosforo, iodio e vitamine), contribuiscono allo stato di salute dell’intero organismo, non solo delle ossa. Ghiselli ha concluso l’intervento richiamando i giornalisti alla grande responsabilità che si assumono con la divulgazione di notizie che impattano sulla salute del proprio pubblico. Notizie che, nell’epoca della Evidence based medicine, non possono più alludere a presunte verità legate al sapere tradizionale né essere svincolate dalla verità scientifica. Insomma, è finita l’epoca de “la carota fa bene alla vista”. L'IMPORTANZA DEI BATTERI Luca Piretta, partendo da “intolleranza” e “allergia”, spesso usate erroneamente come sinonimi, si è soffermato sul fenomeno dell’intolleranza che ha ormai assunto le dimensioni di una moda piuttosto che di un vero disturbo. Oppure di una
anghiselli@gmail.com
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giustificazione per assumere, senza motivi, meno latte. Nel caso in cui l’intolleranza al lattosio sia stata diagnosticata correttamente, ha sottolineato Piretta, si possono consumare in tutta tranquillità i prodotti naturalmente a minore contenuto di lattosio, come yogurt e latti fermentati, e i formaggi a lunga stagionatura o fermentati, che hanno livelli di lattosio prossimi allo zero. Ci sono poi i prodotti “delattosati”. Ossia latte, yogurt, burro e formaggi nutrizionalmente identici alle versioni tradizionali, con un’unica eccezione: il lattosio è già stato scisso nei suoi due zuccheri semplici. Piretta si è poi addentrato nel campo della nutrigenetica, della nutrigenomica e della capacità degli alimenti di modulare l’attivazione, la repressione, l’espressione o il silenziamento di alcuni geni, e quindi, ad esempio, di favorire o proteggerci dal cancro. Altro argomento che ha destato particolare interesse nel pubblico è stato il microbiota. Ovvero l’universo di batteri presenti nell’intestino umano che supera di dieci volte il totale delle cellule del nostro organismo, mentre il genoma completo di questi batteri supera di 150 volte quello umano.
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MONDO ASSOLATTE
Microbiota and diet
Feeding the Microbiota: Transducer of Nutrient Signals for the Host Fergus Shanahan et al Gut. 2017
Diversity as staple, not simply spice of life. Diversity of dietary intake correlates with microbial diversity in the gut which is inversely linked with inflammatory tone and risk of frailty in the elderly. Thus, a monotonous or restricted diet (although with adequate calories and essential nutrients) which is often liquidised and convenient in the case of the elderly is linked with loss of microbial diversity, and perhaps more importantly, with loss of key microbial functions and a risk of a gain in pathobionts, including susceptibility to overgrowth of Clostridium difficile. CRP, C-reactive protein; IL-6, interleukin-6; TNF-α, tumour necrosis factor-α.
La dieta, ha sottolineato più volte Piretta, condiziona pesantemente il microbiota con ripercussioni impensabili. Basti pensare che schizofrenia, Parkinson, obesità e malattie infiammatorie sono collegate alla sua alterazione. Ne deriva che la tendenza moderna a discriminare gli alimenti non può che peggiorare lo stato di salute, mentre gli effetti protettivi di latte e derivati non possono essere soppiantati dall’uso di integratori, perché l’effetto sinergico dei numerosi e preziosi nutrienti del latte è unico e irripetibile. Vanno invece seguite le indicazioni della piramide alimentare, inserendo ogni giorno almeno una porzione di prodotti lattiero-caseari, chiave di volta per un buon stato di salute. In chiusura, Piretta ha invitato i media a una maggiore consapevolezza del proprio ruolo nei confronti delle scelte del pubblico.
come cocco, anacardi, quinoa, soia o avena”, ha spiegato Laura Gennaro. Sono essenzialmente due, per la ricercatrice, le aree responsabili dello spostamento delle scelte dei consumatori: nutrizione&salute e sostenibilità. In più, tra loro si inserisce il veganesimo. Ma il tutto si può riassumere in una parola: “naturalità”. Il primo cluster, nutrizione&salute, deriva da un insieme di timori legati ad allergie e intolleranze e, più in generale, alle caratteristiche dei
prodotti d’origine animale come grassi, colesterolo e rischio di tumori. Tra l’altro, nel mondo occidentale, come confermano le più recenti ricerche, il concetto di fabbisogno nutrizionale si sta spostando da sopravvivenza e soddisfacimento della fame a una ricerca di prodotti che promuovano salute e stato di benessere. Tutti i claim nutrizionali che accompagnano questi prodotti vegetali, affiancati dalle campagne avverse al consumo di latte vaccino, ne hanno decretato il successo. In Italia, ha evidenziato Laura Gennaro, l’offerta vegetale è variegata: dai prodotti convenzionali a quelli bio, dalla linea “naturale” ai fortificati, dai freschi a quelli a lunga conservazione (che coprono gran parte del mercato). Numerosi e diversificati anche i claim nutrizionali utilizzati. È invece estremamente difficile valutare il contenuto nutrizionale di queste bevande vegetali, perché cambiano moltissimo da prodotto a prodotto. Essendo alimenti “costruiti”, è possibile ottenere la composizione che si vuole. È quindi impossibile avere una media attendibile dei contenuti nutrizionali.
Golden milk
IL LATTE CHE NON È LATTE Se il consumo di latte, in generale, è in calo, a cosa si rivolgono i consumatori? “Aumentano costantemente le vendite delle bevande vegetali,
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MONDO ASSOLATTE Qualche informazione arriva dal Canada, dove hanno analizzato le differenze con il latte vaccino. In sintesi, le bevande considerate sono risultate caratterizzate da profili nutrizionali estremamente poveri, abbastanza squilibrati e talvolta ricchi di zuccheri e grassi. In relazione al contenuto di proteine, la bevanda di soia è quella che più si avvicina al latte vaccino, ma con due problemi: quello dell’allergia alla soia, più diffusa negli adulti rispetto a quella al latte, e quello del gusto, non sempre gradito a noi occidentali e difficilmente mascherabile anche con l’utilizzo di additivi o altre pratiche. Ma in Italia, quali sono le raccomandazioni riguardo all’uso di questi prodotti? Bisogna stare attenti, precisa la ricercatrice: mancano studi che ci dicano quanto le fortificazioni siano effettivamente efficaci e, quindi, quanto sia valido l’aspetto nutrizionale. In particolare per i bambini, questo potrebbe essere un problema. Nel recente documento sulla prima colazione di Sinu/Sisa si raccomanda di consultare il pediatra prima di somministrare questi prodotti ai bambini. In relazione alla sostenibilità, Laura Gennaro, riferendosi alla recente pubblicazione del Lancet che valorizza il minor impatto ambientale dei prodotti vegetali, ha sottolineato come queste evidenze siano limitate alla produzione agricola e non considerino l’intera catena “dal campo alla tavola”. Inoltre, il Lancet - ha concluso Gennaro - non ha valutato che un corretto impatto ambientale deve considerare l’alta densità nutrizionale del latte, che contiene tanti nutrienti in poche calorie, mentre le bevande vegetali sono connotate da un contenuto calorico variabile e pochi nutrienti.
attenzione massima a blog e forum Blog e forum possono essere fonti utili ma anche insidiose. Perché propongono storie di pazienti e familiari che coinvolgono emotivamente. Necessaria una lettura critica poiché sono racconti soggettivi ma non è detto che abbiano affidabilità scientifica
Quando si fa una ricerca con una parola chiave il risultato non è in ordine di importanza. Ma segue la logica del Machine learning: si memorizzano preferenze e scelte per proporre argomenti in linea
BUFALE, NOTIZIE E SCIENZA Quali sono gli antidoti alle “bufale”? Come evitare di metterle sullo stesso piano della scienza? Qui entra il gioco il mondo dell'informazione. Per Elvira Naselli la regola è quella d'oro per ogni reporter: prendersi tempo e verificare le fonti. Diffidare dunque se “sui social gira” oppure se “è tra i primi di Google trends”. In questi casi la notizia potrebbe essere vecchia di anni: un piccolo controllo sulla data di pubblicazione evita incidenti imbarazzanti.
Attenzione anche ai titoli “trappola”, fatti per avere qualche click in più, a quelli troppo sensazionalistici, costruiti per richiamare l'attenzione anche se i contenuti sono poco o quasi nulla interessanti. Così come i titoli di notizie “verosimili”, di fatto bufale nascoste, dal momento che queste news di vero non hanno nulla. La massima cautela, avverte Elvira Naselli, va ai social, blog e forum, “luoghi” dove le persone percepiscono “una maggiore empatia” ma che non si traduce necessariamente in una
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MONDO ASSOLATTE “maggiore verità”. Nei blog, per esempio, si trovano storie interessanti di pazienti e delle loro famiglie, ma che possono anche non avere nulla di scientifico. Non sempre però si parla di notizie false: ci sono anche quelle diffuse in modo poco corretto. Anche in questo caso il compito del giornalista è offrire una lettura il più possibile critica e rigorosa. CONSUMATORI CONSAPEVOLI? Più consapevolezza, dunque. Ma questo vale anche e soprattutto per i consumatori. “Soltanto un italiano su tre riconosce la pubblicità sui social”, ha sottolineato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori, che mette in guardia dal rischio delle “echo chambers” (le camere dell'eco): ognuno cerca informazioni soltanto se quest'ultime sono uguali alle nostre opinioni. Il risultato è che è sempre più difficile orientarsi nel mondo dell'informazione e dei social e saper distinguere tra fake news e verità. Si arriva quindi al paradosso, ricorda Dona, in cui le aziende nelle pubblicità devono sottolineare che non si tratta di un falso, ma di un vero spot. Emblematico il caso di una nota catena americana di caffè che in una pubblicità preannunciava la prossima apertura di una loro sede a Roma specificando che questa “non è una bufala”. O quello della nota architetta Zaha Hadid, la cui morte circolava periodicamente sui social. Quando morì nel marzo del 2016, la notizia fu accompagnata da un “è morta davvero”. Se per definizione “il consumatore è uno che crede alla pubblicità”, ricorda Dona, tuttavia esistono anche “strumenti” per difendersi: resistere all'emotività, non credere alle foto, non fermarsi
In conclusione… Non possiamo fare a meno di sostenere un nuovo ruolo in capo a ciascuno di noi, operatori della comunicazione e/o consumatori di informazioni Si parla sempre più spesso di: Pro-sumers Consumat-tori Consum-autori iascuno di noi non solo gli addetti ai lavori crea influenza , uindi non possiamo dimenticare l imperativo di adottare noi stessi -ogni giorno- comportamenti più responsabili.
massimiliano.dona@consumatori.it ai titoli, confrontare, farsi una propria idea e non essere pigri. Un nostro “like” su un prodotto, infatti, non è mai un gesto neutrale: può creare tendenza oppure decretarne l'insuccesso in termini commerciali. Non a caso si parla sempre più spesso di “prosumers”, vale a dire la sintesi tra “produttori” e “consumatori”. Ciascuno di noi crea influenza, ha sottolineato Massimiliano
twitter @massidona Dona, quindi non possiamo dimenticare l’imperativo di adottare noi stessi, ogni giorno, comportamenti più responsabili. Dona ha concluso chiarendo che proprio per favorire la buona informazione e la chiarezza per il consumatore, una delle ultime attività dell’Unione consumatori è stata la realizzazione di una guida sulle fake news che riguardano latte, yogurt, formaggi e burro.
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LANCIO DI UN NETWORK PER LE PLASTICHE MONOUSO di Katia Bellantone
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uest’anno entra in vigore la nuova direttiva Ue sulle plastiche monouso. Ne abbiamo già parlato e ne abbiamo seguito – non senza preoccupazioni – l’iter legislativo, portando a Bruxelles la voce delle imprese del nostro settore e spiegandone le ragioni. L’entrata in vigore delle nuove regole, però, non segnerà la conclusione di un percorso. Piuttosto un nuovo inizio. Trattandosi di una direttiva, infatti, i singoli Stati membri dovranno trasporla nell’ordinamento nazionale. Ci aspettano, dunque, due anni di lavoro, di confronto e coordinamento con le istituzioni italiane per garantire un’applicazione quanto più omogenea e armonizzata delle nuove norme europee. Uno dei temi da affrontare sarà quello di sempre: il rischio che un’applicazione eterogenea della normativa vada a discapito del mercato interno e danneggi la competitività delle imprese italiane. Sappiamo che il testo finale è di gran lunga migliore di quello inizialmente proposto dalla Commissione, ma alcune disposizioni lasciano troppo spazio agli Stati membri e potrebbero danneggiare interi comparti produttivi. Si pensi che alcuni vorrebbero riservare ai vasetti di yogurt lo stesso trattamento che la direttiva riserva ai bicchieri e alle posate di plastica che – per cattiva educazione ambientale dei consumatori – ritroviamo nel mare e sulle spiagge. Vasetti nemmeno menzionati dalla Direttiva, ma che potrebbero essere oggetto di restrizioni da parte di questo o di quel Paese, anche se tutti sanno che la maggior parte dei consumi si svolge all’interno delle mura domestiche o nei locali pubblici.
Con la conseguenza che uno o più Stati potrebbero decidere di applicare su questi contenitori tasse o addirittura divieti. La Direttiva, infatti, si applica ai “contenitori di cibo” (la definizione è molto generica) usati per contenere alimenti che sono intesi per un consumo immediato sul posto o da asporto, tipicamente consumati dal recipiente e che sono pronti al consumo senza bisogno di ulteriore preparazione. Perché un contenitore rientri nelle nuove regole si dovrà tener conto della sua “tendecy to be littered”, la probabilità cioè che venga disseminato nell’ambiente e non nei bidoni dei rifiuti. Mentre non possono essere considerati monouso i contenitori di alimenti che contengono cibo in quantità superiore alla monoporzione o le monoporzioni vendute in più unità. Questi i criteri, che sono però solo un perimetro aperto a possibili diverse interpretazioni. Per evitare eccessive disuguaglianze e forti squilibri tra Stati membri, la European Dairy Association ha deciso di lanciare una piattaforma per chi ha interesse a condividere informazioni sulla fase di implementazione nazionale. Uno strumento che dovrà servire a monitorare la situazione e venire rapidamente informati sulle possibili interpretazioni dei diversi Stati membri; a controllare che le proposte siano coerenti con la direttiva e i suoi scopi; a condividere casi di studio sui possibili costi. Il bello – se di bello si può parlare – deve ancora venire. Per l’industria casearia il lavoro difficile inizia adesso. L’inquinamento dei mari e dell’ambiente in generale è un problema reale e sempre più sentito dall’opinione pubblica. L’industria casearia non è certo contraria a lavorare per migliorare le condizioni del pianeta, ma la sicurezza alimentare resta una priorità e la riduzione degli sprechi passa anche da contenitori adatti allo scopo.
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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
I PRODOTTI TIPICI DELL’ALIMENTARE ITALIANO E SETTECENTO NOVITÀ A CIBUS CONNECT 2019 Settecento nuovi prodotti esposti a Cibus Connect, la fiera internazionale dell’alimentare, a Parma dal 10 all’11 aprile, organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare, in collaborazione con Ice Agenzia. Oltre, naturalmente, ai prodotti tradizionali e autentici del food Made in Italy, sempre più richiesti all’estero. Le proposte di quasi mille aziende alimentari incontrano l’interesse di settemila operatori commerciali italiani e tremila buyer provenienti da Europa, Americhe e Asia. Sono rappresentate tutte le merceologie: pasta, conserve, olio, condimenti, gastronomia, farine, salumi, dolci, quarta gamma e altro ancora. Rilevante la presenza di aziende del comparto lattierocaseario. In fiera anche un’area di produttori segnalati da Slow Food che espongono prodotti regionali e caratterizzati da un grande savoir faire o legati alla tradizione e lo stand di Assobio in rappresentanza della comunità imprenditoriale del settore agroalimentare biologico, imprese dell’agroindustria e della distribuzione. Tra le attrazioni di Cibus Connect due grandi aree cooking dove sono concentrate le cucine dei vari brand, pronti a far assaggiare ai buyer i piatti elaborati con i prodotti in esposizione.
Dal 6 al 14 è attivo anche un fuori salone, “Cibus Off”, promosso dalla Città di Parma, Creative City of Gastronomy per l'Unesco, con degustazioni e incontri culturali nelle strade e nelle piazze della città ducale. Cibus Connect si tiene negli anni dispari portando di fatto a una annualizzazione di Cibus. Una formula smart, proposta per la prima volta nel 2017, perfettamente integrata all’offerta fieristica internazionale: due giornate di fiera rigorosamente professionali, stand e cooking station chiavi in mano per esporre e degustare al meglio i prodotti, azzeramento dei problemi logistici tipici dei grandi eventi in Italia, supporto al sourcing e opportunità di business su misura dei buyer. Le aziende espositrici a Cibus Connect guardano sia a una possibile ripresa delle vendite nel mercato nazionale, sia a un'espansione dell’export. Federalimentare ha reso noto che l’export si è attestato a
un +3% nel 2018, una quota che potrebbe essere raggiunta anche nel 2019 in assenza di forti turbative internazionali. Ma quali sono i Paesi che fanno maggiore richiesta di prodotti alimentari italiani? Crescono quelli “emergenti”, piuttosto che i tradizionali Paesi destinatari dell’export italiano. La Germania registra un +2,7%, la Francia +4,3% il Regno Unito +2,7%. Positivo, dopo il rallentamento del 2017, il mercato Usa (+4%), mentre la Russia rimane stagnante (+1,2%), ma qui pesano le sanzioni europee, e la Cina vira in negativo (-0,7 %). Tra gli Stati europei che aumentano sensibilmente l’export alimentare dall’Italia si segnala la Polonia con un +10,2%. La domanda più rilevante proviene dai seguenti Paesi: Egitto (+48,8%), Ucraina (+43,6%), Lettonia (+31,3%), Nigeria (+22,6%), Filippine (+24,5%), Bulgaria (+31,1%), Nuova Zelanda (+22%) e Vietnam (+19%).
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FIL/IDF PARTNER DI DISARM PER RIDURRE L’USO DI ANTIBIOTICI di Chiara Fabrizi
L
a Federazione internazionale del Latte (Fil/Idf) è stata invitata a unirsi a Disarm, network istituito nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione europea, che promuove l’uso responsabile degli antibiotici nell’allevamento del bestiame attraverso un’attiva identificazione, condivisione e diffusione delle migliori pratiche. Sotto la sigla Disarm (Disseminating Innovative Solutions for Antibiotic Resistance Management) sono riuniti agricoltori, veterinari, consulenti, accademici e industria, per promuovere un uso prudente e responsabile degli antibiotici nella produzione e ridurre la minaccia della resistenza agli antibiotici. Lanciato nel gennaio 2019 e dalla durata triennale, il progetto vuole essere una “community of practice” per la diffusione di pratiche e approcci efficaci verso un uso sempre più attento degli antibiotici.
Quindici le organizzazioni partner da nove Paesi europei che formano la comunità. Un gruppo multi-attore, che punta ad avere almeno 600 membri attivi e che comprenderà agricoltori, veterinari, ricercatori, professionisti del settore, trasformatori e rivenditori. Quaranta gli allevamenti coinvolti, nei quali saranno identificati i piani di buone pratiche specifici per ogni azienda per un uso più prudente e responsabile degli antibiotici e che catalizzeranno eventi, workshop e visite per diffondere tali iniziative e pratiche. Idf è stata invitata a far parte di questo consorzio europeo per la sua competenza e il suo impegno nel contrastare la resistenza antimicrobica nel settore lattiero-caseario per garantire la salute degli animali e delle persone, nonché la sicurezza alimentare. “Il settore lattiero-caseario ha compiuto grandi progressi nella riduzione dell’uso di antimicrobici negli ultimi dieci anni, dimostrando che
l’uso responsabile di queste sostanze è possibile” afferma Caroline Emond, direttore generale dell’Idf, che continua: “La diffusione delle migliori pratiche e l’attuazione di azioni preventive a livello di mandrie contribuiranno a ridurre al minimo la necessità di uso di antimicrobici. Le lezioni apprese da queste misure in Europa, che sono per lo più rivolte alla promozione della salute del bestiame attraverso buone pratiche agricole e di gestione degli animali, potrebbero essere replicate su scala globale”. L’eredità che il progetto mira a lasciare è una grande quantità di informazioni, di coinvolgimento e di consapevolezza all’interno di una comunità attiva ben collegata, con la capacità e gli strumenti per continuare lo sforzo e diffonderlo all’intero settore. Una strategia che non solo mira ad avere un impatto a livello regionale e degli Stati membri, ma anche a influenzare le pratiche zootecniche mondiali.
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LA TUA SCELTA
CONTA
Le sfide globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.
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PASTORIZZAZIONE: NUOVO BOLLETTINO L
a pastorizzazione del latte è necessaria per ridurre i batteri patogeni a un livello accettabile di sicurezza e per abbassare la concentrazione di organismi deterioranti, prolungando così la durata di conservazione del latte e migliorando la salute pubblica. Su questo importante trattamento termico la Federazione Internazionale del Latte ha ora pubblicato il nuovo bollettino “The technology of pasteurisation and its effect on the microbiological and nutritional aspects of milk” (496/2019). Il focus del bollettino è sul latte vaccino pastorizzato per il consumo diretto. La pubblicazione illustra il processo tecnologico di
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pastorizzazione, spiega gli aspetti microbiologici dell’impatto del trattamento sulla salute pubblica e descrive la base scientifica che dimostra che la pastorizzazione non ha un impatto significativo sulle proprietà nutrizionali del latte. “Siamo lieti di presentare questa nuova pubblicazione sulla pastorizzazione – ha affermato Caroline Emond, Direttore generale FIL/IDF un processo cruciale per il settore lattiero-caseario e uno dei principali strumenti per la protezione della salute pubblica”. Quindi, secondo le conoscenze attualmente disponibili, bere latte pastorizzato è ancora il modo
più sicuro per godere dei benefici nutrizionali del latte alimentare.
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ACCORDI COMMERCIALI PROMOSSI A PIENI VOTI di Katia Bellantone
È
tempo di bilanci e riflessioni in Europa. Sebbene le critiche al sistema di governance continentale non manchino, sembrano essere tutti d’accordo su un punto: la politica commerciale europea – e quindi gli accordi di libero scambio siglati dall’Ue con i Paesi terzi – è stata il maggior successo di questa legislatura. La commissaria Cecilia Malmström riscuote grande approvazione e ampi consensi e anche il commissario Phil Hogan si gioca spesso la popolarità ricordando i risultati ottenuti con l’apertura degli scambi e la tutela delle Indicazioni geografiche, piuttosto che sulle politiche agricole tout court. È quanto emerso anche durante il seminario organizzato dall’onorevole Salvatore Cicu al Parlamento europeo il 6 marzo scorso. L’evento, dedicato a “L’Europa del Fare: il commercio internazionale nell’Europa di oggi e domani”, ha sintetizzato gli aspetti positivi già misurabili e quelli potenziali degli accordi internazionali. Al primo panel, dedicato agli interventi istituzionali, hanno partecipato il padrone di casa Salvatore Cicu, Sandra Gallina - numero due della Dg Trade della Commissione europea - e gli eurodeputati della Commissione Inta, Frank Proust e Santiago Fisas Ayxela. Cicu ha aperto l’evento con un discorso da cui è emersa grande sensibilità verso i temi economici legati al commercio e all’industria, sottolineando uno degli aspetti più delicati degli accordi internazionali: la dicotomia tra promozione e tutela. “C’è bisogno di sostenere
Cecilia Malmström, commissario europeo per il Commercio
di più la nostra competitività – ha affermato – e realizzare opportunità di apertura dei mercati e accordi commerciali che valorizzino il Made in Italy per dare sempre più tutele e garanzie contro i prodotti taroccati e realizzare condizioni di concorrenza leale”. Senza retorica, il messaggio dell’europarlamentare sardo è stato chiaro: gli accordi internazionali servono al nostro sistema produttivo che ha bisogno dell’Europa e di nuovi mercati, ed è in Europa che bisogna lavorare, perché è l’Europa che può garantire una crescita stabile e strutturale. Sandra Gallina, tra i direttori italiani più alti in grado a Bruxelles, ha evidenziato come gli accordi internazionali siano per definizione un compromesso, in cui comunque la priorità viene data alla tutela del nostro sistema di qualità e quindi al riconoscimento e alla protezione delle Indicazioni geografiche: “Serve maggiore decisione e più unità – ha sottolineato (qui la “stoccata” era per gli Stati membri) – per competere in un mercato globale che ha protagonisti molto decisi come Cina e Stati Uniti”. Il secondo panel ha dato invece spazio alle categorie. Ciò che è emerso con decisione è che gli accordi Phil Hogan, commissario europeo internazionali servono alle per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale imprese, soprattutto a fronte di una domanda interna a volte molto debole. È innegabile che il Ceta, nel suo primo anno di applicazione, abbia prodotto ricchezza. Sbaglia chi pensa di strumentalizzare il settore caseario per sostenere tesi che fanno guadagnare “like” ma perdere potere economico. Chi guarda agli interessi italiani cita i dati ufficiali Istat: per i formaggi del nostro Paese il 2018 si è chiuso con un notevolissimo +29%.
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ATTUALITÀ_NEWS CON AFIDOP QUATTRO CONSORZI PROTAGONISTI AL FOODEX Dal 5 all’8 marzo i consorzi di tutela di Asiago Dop, Gorgonzola Dop, Mozzarella di Bufala Campana Dop e Pecorino Toscano Dop sono stati protagonisti al Foodex di Tokyo, la più importante manifestazione fieristica per il settore agroalimentare in Giappone, appuntamento di richiamo commerciale per tutta l’area dell’Asia-Pacifico. I quattro consorzi sono stati ospitati nel Padiglione Italia curato dall’Agenzia Ice, nell’ambito della collettiva promossa da Afidop. Nei giorni della rassegna si sono svolti seminari e degustazioni per far comprendere l’unicità di queste grandi realtà casearie italiane. Inoltre, nel Centro Servizi dell’Ice in fiera è stata allestita una “cucina aperta” in cui si sono svolti show cooking tematici per presentare i prodotti italiani. “L’accordo tra Europa e Giappone, in vigore da febbraio, apre nuove prospettive di sviluppo per tutti in questo importante Paese asiatico – ha detto il presidente di Afidop Domenico Raimondo, che ha aggiunto: “Vengono soppressi i dazi su molti formaggi duri e viene stabilito un contingente per i formaggi freschi, con una progressiva liberalizzazione fino ad arrivare a dazi zero in 16 anni. Anche in quest’ottica l’alleanza proposta per il Foodex 2019 è un segnale importante della capacità italiana di fare sistema”. “In questi ultimi sette anni – afferma il presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago Fiorenzo Rigoni – a seguito di un’intensa azione svolta dal Consorzio, le vendite di Asiago Dop in Giappone sono notevolmente aumentate, tanto da segnare nel periodo ottobre 2017-ottobre 2018 un
+45,4% a volume e +20% a valore. Il consumatore nipponico dimostra di apprezzare e ricercare la proposta di valore e lo stile di vita italiano che Asiago Dop esprime. Proprio su questo si è basata la presenza del Consorzio a Foodex, prima fiera dopo il riconoscimento e la piena tutela come indicazione geografica della specialità veneto-trentina”. Il presidente del Consorzio di tutela del Gorgonzola Dop, Renato Invernizzi, ha invece commentato: “Il Giappone è l’undicesimo Paese per volume d’importazione del formaggio Gorgonzola Dop. Nel 2018 abbiamo esportato verso il Sol Levante 3800 quintali di Gorgonzola: il 30% in più rispetto al 2017. Cinque anni fa il Consorzio Gorgonzola è stato anche tra i sostenitori dei mondiali di Kendo, disciplina diffusissima in Giappone, che si sono svolti a Novara. L’accordo tra Ue e Giappone può aprire nuove prospettive di sviluppo
per tutti ed è quindi stato giusto presentarsi insieme agli altri Consorzi di tutela, sotto l’autorevole bandiera Afidop, ad un appuntamento così importante come Foodex”. “La varietà dei nostri territori – sottolinea il presidente del Consorzio Tutela Pecorino Toscano Dop Carlo Santarelli – e le eccellenze enogastronomiche che essi esprimono sono due ricchezze del Made in Italy. Averle presentate e raccontate uniti in contesti molto diversi dal nostro, come quello nipponico, è una scelta che va nella direzione giusta. Dobbiamo fare delle nostre differenze e peculiarità dei punti di forza e di distinzione. Per questo credo che l’esperienza del Foodex di Tokyo sia stata un’occasione importante per rinnovare il sodalizio tra Asiago Dop, Gorgonzola Dop, Mozzarella di Bufala Campana Dop e Pecorino Toscano Dop e rafforzare l’idea che insieme si è più forti ed efficaci nella promozione dei nostri prodotti di qualità”.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS GRANA PADANO DOP A FOODEX JAPAN 2019: ECCELLENZA ITALIANA E FANTASIA NIPPONICA Il Grana Padano Dop è stato protagonista alla 44esima edizione di Foodex Japan 2019, tra le più importanti manifestazioni in Asia dedicate ai professionisti del settore Food & Beverage, svoltasi dal 5 all’8 marzo alla Makuhari Messe a Chiba, nella grande area metropolitana di Tokyo. Il Consorzio Tutela Grana Padano ha partecipato insieme al Consorzio del Prosciutto di Parma e ha proposto ai visitatori degustazioni di formaggio nelle varie stagionature mettendole a confronto con altri prodotti. Momento centrale della partecipazione dei due consorzi a Foodex è stato il seminario alla Sala Congressi Internazionale nella sede della manifestazione che ha avuto come relatori il giornalista Paolo Marchi e lo chef Toshifumi Nakahigashi, che si è perfezionato in vari ristoranti italiani. Marchi ha illustrato le nuove tendenze nell’utilizzo e nel consumo dei due prodotti Dop, mentre Nakahigashi ha proposto alcune sue creazioni con Grana Padano e Prosciutto di Parma. La presenza del Consorzio arriva a un anno dall’entrata in vigore dell’accordo commerciale Jefta tra Unione europea e Giappone, voluto per favorire gli scambi commerciali tra Europa e Sol Levante con la riduzione dei dazi e tutele riconosciute a 200
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prodotti europei Igp, tra cui 45 italiani. “Il Giappone è il primo Paese importatore di formaggi al mondo e per il Made in Italy alimentare è il decimo mercato mondiale” sottolinea il presidente del Consorzio Nicola Cesare Baldrighi. “Naturale, quindi, che per il primo formaggio Dop al mondo, il Grana Padano, con 4.932.996 forme prodotte nel 2018, il mercato nipponico sia di assoluta importanza. Abbiamo salutato con favore l’accordo Jefta, soprattutto per la tutela offerta ai prodotti di qualità. Appena avremo a disposizione i dati definitivi sull’export faremo un bilancio di questi primi mesi di rodaggio dell’intesa”.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS TUTTI GLI OPERATORI LEADER A CIBUS CONNECT 2019 Una formula smart, allestita negli anni dispari, che ha più che raddoppiato il numero degli espositori, come pure i metri quadri espositivi rispetto alla prima edizione del 2017. Stiamo parlando di Cibus connect, in programma alla Fiera di Parma il 10 e 11 aprile, che vede protagoniste le industrie del lattiero-caseario. Gli stand di Cibus Connect presentano i nuovi prodotti dell’industria alimentare italiana in tutte le categorie: pasta, conserve, olio, condimenti, gastronomia, farine, salumi, lattierocaseario, dolci, quarta gamma ed altro. Prodotti interpretati dagli chef nella grande area della cooking station e offerti in degustazione agli operatori commerciali. Tra i nuovi prodotti si registra una crescita di quelli salutisti e bio, con una ripresa dei salumi e dei prodotti dolciari. Cibus non è solo esposizione di prodotti ed incontri commerciali, ma anche momento di incontro e riflessione dell’intera filiera agroalimentare che analizza l’andamento del comparto. Nel 2018 la produzione delle industrie alimentari italiane è aumentata dell’1,1% rispetto all’anno precedente e l’export del 3%, raggiungendo i 140 miliardi di euro di fatturato di cui 32,9 miliardi nell’export. In assenza di forti turbative internazionali,
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l’export nell’anno in corso dovrebbe confermare sostanzialmente il trend 2018, per posizionarsi di nuovo su un passo attorno al +3 %. “Cibus Connect si qualifica come una manifestazione di assoluto livello espositivo e ricca di contenuti – dichiara il presidente di Fiere di Parma Gian Domenico Auricchio – un appuntamento professionale allineato ai più alti standard dettati dalle attuali esigenze del mercato mondiale. Ha successo per la capacità di esporre e mostrare al mondo gli elementi caratteristici e distintivi del sistema alimentare italiano, dei suoi territori e delle sue imprese”.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS SABELLI SI FA IN QUATTRO: LE NUOVE DIVISIONI BRANDS, INDUSTRIAL E RETAIL SI AGGIUNGONO ALLA DISTRIBUZIONE Sabelli Group, secondo gruppo italiano nel comparto delle mozzarelle da tavola, ha presentato una nuova struttura organizzativa, che risponderà meglio alle esigenze dei clienti grazie a divisioni strategiche e operative dedicate alle rispettive aree di competenza. Nascono quindi Sabelli Brands, Sabelli Industrial, Sabelli Retail, che si aggiungono alla già esistente Sabelli Distribuzione. Sabelli Brands è la divisione per la gestione dei prodotti a marchio: Sabelli, il brand storico, sinonimo di formaggi freschi di qualità, e Val D’Aveto, il caseificio ligure acquisito dal gruppo marchigiano nel 2018, noto per la produzione di yogurt colato tradizionale.
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Sabelli Industrial, che ha debuttato a gennaio in occasione di Marca, ha come area di attività la produzione per la private label, compreso lo sviluppo di linee a marchio di fantasia. Un canale che Sabelli Group ha fortemente potenziato in seguito all’acquisizione nel 2016 della
Trevisanalat di Resana (TV) e della slovena Ekolat. Sabelli Retail gestirà invece i punti vendita aziendali sul territorio locale, mentre Sabelli Distribuzione, attiva dal 1985, rappresenta la piattaforma logistica dell’azienda per il Centro Italia. “La nuova organizzazione rappresenta una svolta importante che renderà ancora più puntuale ed efficiente il nostro servizio ai clienti” ha detto l’amministratore delegato di Sabelli Group Simone Mariani. Il nuovo assetto arriva al termine di un 2018 molto positivo per Sabelli Group, che ha confermato il trend di crescita degli ultimi anni, con un fatturato di 150 milioni di euro (+7% rispetto al 2017).
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS MATER BI PER LA MOZZARELLA LE TERRE DI DON PEPPE DIANA Buona, virtuosa e gustosa. È la Mozzarella di Bufala Campana Dop prodotta dal caseificio gestito dalla cooperativa sociale Le Terre di Don Peppe Diana - Libera Terra, presentata all’ultima edizione del salone Marca in una nuova veste. Il nuovo packaging è in Mater-Bi, la bioplastica biodegradabile e compostabile di Novamont che può essere smaltita assieme agli scarti alimentari. Il pack è stato realizzato in collaborazione con la Cooperativa Ventuno, fondata da familiari di vittime della criminalità organizzata e impegnata nella tutela dell’ambiente e della legalità della provincia di Caserta anche attraverso la promozione dell’uso di imballaggi biodegradabili e compostabili a norma di legge. Le componenti essenziali per la produzione delle bioplastiche Mater-Bi sono amido di mais
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e oli vegetali, non modificati geneticamente e coltivati in Europa con pratiche agricole di tipo tradizionale, creando filiere integrate che vanno ben oltre le bioplastiche stesse, in sinergia con il cibo e con la qualità dei territori. I prodotti compostabili realizzati in MaterBi rappresentano soluzioni capaci di chiudere il cerchio dell’economia, perché nascono dalla terra e ritornano alla terra evitando lo smaltimento in discarica e contribuendo alla creazione di compost di qualità. Sono prodotti in grado di creare valore diffuso lungo tutta la filiera, trasformando problemi locali in opportunità di cambiamento e di sviluppo. Il caseificio di Castel Volturno è la prima azienda della Campania che aderisce al Consorzio Libera Terra Mediterraneo. La Mozzarella di Bufala Campana Dop del caseificio
Le Terre di Don Peppe Diana Libera Terra si può degustare in esclusiva nelle pizzerie del celebre Gino Sorbillo.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS UNIONCAMERE LOMBARDIA: GIAN DOMENICO AURICCHIO CONFERMATO ALLA GUIDA FINO AL 2021 Gian Domenico Auricchio è stato confermato alla guida di Unioncamere Lombardia fino al 2021. Tra le molte cariche attualmente ricoperte, oltre che presidente della Camera di commercio di Cremona (dal 2003) Auricchio è amministratore delegato della Gennaro Auricchio Spa (dal 1992) e presidente di Assocamere Estero (Associazione delle Camere di commercio italiane all’estero). In passato è stato vicepresidente di Unioncamere nazionale e presidente di Federalimentare. Nel 2010 è stato nominato Cavaliere del Lavoro e ha ricevuto dall’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il premio “Leonardo Qualità Italia 2009”.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS GRANA PADANO: RITORNO ALL’ABBAZIA DI CHIARAVALLE PER L’INIZIATIVA “UN GIORNO DA CASARO” Con il passare del tempo, si fa sempre più solido Il legame tra l’abbazia di Chiaravalle e il Grana Padano, il formaggio Dop più consumato nel mondo. È un rapporto continuo grazie alla valorizzazione della produzione del formaggio, rimasto immutato fin dal 1135, quando i monaci dell’abbazia crearono la prima forma di caseus vetus, ribattezzato dal popolo “formai de grana”, e solo agevolata dalla tecnologia che ha aggiornato gli strumenti di lavorazione. Proprio per questo nelle scorse settimane per un giorno l’abbazia ha aperto le porte al pubblico: per far vedere da vicino ai consumatori come si produce il famoso formaggio. Due le fasi proposte ai visitatori, riassunte nel motto
“Cogita et Labora”: prima il laboratorio di caseificazione, a cura di Marianna Perrone e Andrea Curcio; a seguire, nella Sala delle Capriate, Andrea Curcio ha condotto il pubblico in un viaggio ideale “Dalla terra alla tavola”, spiegano le risorgive, i fontanili e le marcite del territorio dove si sviluppano
le colture destinate al foraggiamento del bestiame. Infine è entrato in scena il Grana Padano Dop: sono state presentate le sue origini nell’abbazia di Chiaravalle, la storia millenaria e le fasi della lavorazione, fino alla degustazione.
L’eccellenza ha un nome
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Le mozzarelle dell’Agro Pontino 20-3 news19 aprile SPFM.indd n 4 aprile IMDL.indd 43 43
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS FORMAGGIO STELVIO DOP “AMBASCIATORE” IN EUROPA C’è anche il Formaggio Stelvio Dop tra i prodotti dell’Alto Adige che formano un quartetto di messaggeri per una campagna informativa a livello europeo sul significato delle denominazioni di origine protetta e sul valore aggiunto che rappresentano per consumatori e produttori. Si tratta del programma triennale “Europa, dove la qualità è di casa”, che fino al 2020 fornirà informazioni in quattro Paesi (Germania, Italia, Paesi Bassi e Svezia) sulle garanzie di qualità legate ai marchi di qualità europei Dop, Igp e Doc. Il programma informativo “Europa, dove la qualità è di casa” prevede una comunicazione online e offline e varie occasioni di informazione e degustazione all’interno dei mercati di prodotti alimentari. Informazione e degustazione
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sono al centro di tutte le attività proposte. Tutte le informazioni sulla campagna, sui marchi di qualità europei e sui prodotti sono consultabili sul sito www.EuropaQualita.eu. La campagna è finanziata in comune dall’Unione europea, dal Consorzio Mela Alto Adige, dal Consorzio Formaggio Stelvio Dop, dal Consorzio Tutela Speck Alto Adige e dal Consorzio Vini Alto Adige. Il Formaggio Stelvio Dop ha ricevuto la denominazione nel 2007, unico formaggio dell’Alto Adige. Il marchio garantisce qualità nel rispetto della tradizione e delle origini storiche e geografiche: la produzione dello Stelvio è documentata sin dal
1914. Si tratta di un formaggio tipico della regione, stagionato per almeno 60 giorni. Per ottenerlo viene lavorato latte vaccino fresco proveniente da masi alpini, la maggior parte dei quali è situata a oltre mille metri d’altitudine. Attualmente lo Stelvio viene prodotto dalla Mila/Bergmilch nello stabilimento di Brunico e nella Latteria Burgusio.
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La nostra è una storia che inizia oltre cent'anni fa e arriva ad oggi quale emblema di un'eccellenza tutta italiana, capace, da quattro generazioni, di costruire la propria leadership nella produzione, stagionatura ed esportazione del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano.
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DA TRE GENERAZIONI LA RICERCA DELL’ECCELLENZA
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Mozzarella di Bufala Mandara bio La qualità che fa bene alla salute Da una bufala felice deriva un consumatore felice. La filosofia bio è tutta qui, in questa semplice equazione. Il settore biologico, nel mondo del food e soprattutto in quello lattierocaseario, sta conquistando sempre più spazio in Italia, tant'è che le ultime rilevazioni statistiche (maggio 2018) parlano di un incremento del 14,5%. Una crescita inarrestabile, oggi e in futuro, a cui corrisponde una rinnovata attenzione dei produttori verso linee di prodotti che convincono per la genuinità e per la purezza. La «Ilc la Mediterranea», azienda alimentare leader nel nostro Paese e in Europa nel settore caseario con
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esportazioni in tre continenti e proprietaria, tra l'altro, dello storico brand «Mozzarella Mandara», ha intravisto e anticipato già da tempo questo trend proponendo ai suoi affezionati clienti mozzarelle bio tra le più richieste sul mercato. Prodotti caratterizzati dalla ben nota bontà, che assicurano anche il più esigente dei clienti. Il latte della mozzarella bio Mandara, infatti, proviene da un solo fornitore che si trova nel Casertano, area di elezione della bufala mediterranea, selezionato a seguito di una lunga e articolata attività di ricerca che ha impegnato sul territorio gli esperti dell'azienda. Una cura per
i processi produttivi che conferma, una volta di più, la particolare attenzione che la «Ilc la Mediterranea» da sempre rivolge alla qualità dei suoi prodotti. Oltre a quello dell'allevamento, il caseificio fornisce infatti al cliente un'ulteriore certificazione (BIOagricert/stalla Ccpb), che garantisce la totale genuinità delle materie prime e della stessa linea di produzione. Ma spieghiamo un po' più nei dettagli queste sigle che cosa significano. Per diventare un'ottima mozzarella bio Mandara, infatti, il latte viene munto da bufale che vivono in allevamenti dotati di particolari "garanzie" come quelle riguardanti il cibo degli animali. L'alimentazione delle bufale per la produzione di latte biologico deve essere incentrata su un largo utilizzo di foraggi autoprodotti (affienati, verdi o insilati) e un limitato utilizzo di concentrati (mangimi, cereali, semi di leguminose, ecc.). Un trattamento che, di fatto, comporta già a monte un più rigido controllo sulla presenza eventuale di residui non naturali nel latte e, quindi, nel prodotto finale. Alla luce dei regolamenti europei Ce 834/07 e Ce 889/8 e, a livello italiano, del decreto ministeriale 18354/09 (Agricoltura biologica), possiamo definire quindi il latte da agricoltura biologica come il latte proveniente da un allevamento che ammette solo l’impiego di sostanze naturali, cioè presenti in natura, escludendo l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica. Latte raccolto e trattato rispettando rigide norme igienico-sanitarie della stalla, come abbiamo visto, ma anche degli ambienti e degli
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strumenti di lavorazione. Tutto ciò che, appunto, garantisce la mozzarella bio Mandara. D'altronde, il concetto del biologico è proprio questo: salvaguardare la salute (e perché no, anche il gusto), andando a intervenire sui meccanismi di produzione del cibo in chiave di contemporanea salvaguardia dell'ambiente e degli animali. Insomma, una vera e propria rivoluzione (alimentare) copernicana che la «Ilc la Mediterranea» ha saputo cogliere in anticipo e che oggi rappresenta una delle fette di mercato più interessanti, per la continua crescita del food italiano. Ma perché farsi tentare dalla mozzarella bio Mandara? I motivi sono diversi e riguardano non solo la proverbiale maestria dei casari dell'azienda napoletana con sede operativa a Mondragone, nel cuore della piana del Casertano dove pascolano migliaia e migliaia di capi di bestiame. Il formaggio biologico, infatti, ha un contenuto significativamente più elevato di vitamina A (betacarotene) e vitamina E. Questi nutrienti agiscono da potenti antiossidanti, proteggendo dai danni causati dai radicali liberi. Inoltre, numerose ricerche hanno provato che i formaggi biologici hanno un elevato contenuto in Omega-3 e acidi linoleici coniugati,
due categorie di acidi grassi polinsaturi preziosi per la nostra salute. La mozzarella bio Mandara è confezionata in bustina da 125 grammi o nell'innovativo packaging EvoCup, altra esclusiva dell'azienda guidata dal patron Giuseppe Mandara e dai figli Silvia e Francesco. Dalla partnership con la società Italpack Cartons, azienda con knowhow tecnologico trentennale acquisito nel gable top, sono nate infatti due nuove linee di packaging in esclusiva per la «Ilc la Mediterranea»: l’Eco Carton, contenitore pronto all’uso, impilabile e sostenibile, pensato per alimenti sfusi; e l’EvoCup, appunto, un packaging innovativo che garantisce una sicurezza alimentare e una shelf-life dei prodotti identica ai contenitori tradizionali, utilizzando però l’85% di plastica in meno. Un'attenzione, quella alla tutela dell'ambiente, che da sempre contraddistingue la filosofia aziendale della
«Ilc la Mediterranea». In particolare, l’EvoCup è composto prevalentemente da materiale rinnovabile e riciclabile: la carta, con una sottile pellicola di polietilene, assicura la freschezza del prodotto e il mantenimento delle proprietà organolettiche. La «Ilc la Mediterranea», come detto, nella sua ultra trentennale storia si è dimostrata particolarmente attenta alla tutela dell’ambiente e all’efficienza energetica anche nel ciclo produttivo: negli ultimi anni ha sviluppato un sofisticatissimo sistema di depurazione e filtraggio delle acque necessarie per la lavorazione dei latticini, che consente un ulteriore livello di controllo e di garanzia per tutti i consumatori. Perché mangiar bene significa anche mangiare sano. E viceversa.
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NASCE DALTERFOOD GROUP Il nuovo anno ha visto il debutto ufficiale di DalterFood Group, il Gruppo che riunisce tutte le aziende consociate di Dalter Alimentari in un’unica realtà internazionale, con competenze e funzioni integrate. DalterFood Group è il risultato di un lungo cammino compiuto da Dalter Alimentari nel corso dei suoi 40 anni di attività, fatto di acquisizioni e integrazioni a monte e a valle della filiera produttiva, con l’obiettivo di servire al meglio gli operatori professionali e industriali di tutto il mondo con prodotti tipici della cultura alimentare italiana e della dieta mediterranea. Con filiali e consociate in Gran Bretagna, Germania, Spagna
e Brasile, DalterFood Group propone un’ampia gamma di prodotti che va dai principali formaggi stagionati e semistagionati italiani a formaggi freschi, molli ed erborinati, fino a una selezione di prodotti tipici della cultura alimentare italiana. Realizza oggi un fatturato aggregato di oltre 100 milioni di euro, movimenta un volume di circa 500 referenze ogni anno in 45 Paesi e conta 140 dipendenti. DalterFood Group si presenta sul mercato con un’identità chiara e distintiva: un Gruppo dinamico e affidabile che fa dell’ascolto delle esigenze del cliente e dell’approccio da problem solver i suoi principali driver di sviluppo, uniti a un modello di filiera del Parmigiano Reggiano unico nel suo genere. Il modello di filiera integrata, costruito in oltre dieci anni di attività e collaborazioni nel mondo del Parmigiano Reggiano, è uno dei maggiori plus che il Gruppo può offrire ai suoi clienti attuali e potenziali. Si tratta di un modello
innovativo e performante, che riporta l’equilibrio nella catena del valore, premiando e incentivando tutti gli attori coinvolti nella filiera a dare il massimo per ottenere un prodotto di altissima qualità. Ad accompagnare lo sviluppo del Gruppo, il lancio del nuovo sito internet www.dalterfood. com, strumento moderno e professionale che riflette la distintività del Gruppo, veicolandone perfettamente la corporate identity e il modello di business grazie a un’efficace esperienza di navigazione. “Quella di DalterFood Group è una missione che va oltre un obiettivo puramente commerciale – commenta il presidente Stefano Ricotti – noi intendiamo farci ambasciatori dell’eccellenza italiana nel mondo. La tradizione casearia emiliana, insieme all’innovazione, sulla quale da sempre investiamo, danno a DalterFood Group un’identità forte, riconosciuta, unica. Importanti gruppi multinazionali ci hanno scelto per il nostro modello di business, per la professionalità e soprattutto per il nostro approccio consulenziale. Siamo orgogliosi del nostro successo e intendiamo proseguire in questa direzione.”
Per maggiori informazioni sul Gruppo, sulla sua struttura e attività, visita il sito www.dalterfood.com
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PROTAGONISTI
4 DOMANDE A… VINCENZO CORNAGGIA PRESIDENTE DEL CONSORZIO TUTELA DEL VALTELLINA CASERA E DEL BITTO
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Il vostro Consorzio tutela e valorizza due Dop, il Valtellina Casera e il Bitto. Quali sono i vantaggi e le criticità legate a questo genere di associazione? Il nostro Consorzio nasce come consorzio volontario il 2 ottobre 1995 grazie all’impegno dei produttori di formaggi Bitto e Valtellina Casera e di altri operatori del settore lattiero-caseario della provincia di Sondrio. Nel 2006 ottiene il riconoscimento ufficiale dal ministero grazie al D.M. 4 maggio 2005 che approva la tutela a opera di un unico consorzio di più prodotti Dop o Igp. Ciò consente al Consorzio di svolgere le sue funzioni ottimizzando le risorse e promuovendo in maniera integrata e sinergica due formaggi Dop che, pur differenti tra loro, derivano dalla stessa tradizione casearia e sono legati allo stesso territorio di produzione, rappresentando un volano per lo sviluppo economico dell’intero comparto lattiero-caseario e, più in generale, per lo sviluppo economico e turistico della provincia di Sondrio. L’ampia base associativa comprende allevatori, produttori e stagionatori delle due filiere, tutti ubicati in area montana, ed è assai variegata per tipologia aziendale, rendendo il Consorzio un’associazione altamente rappresentativa del territorio.
2
Come si posizionano i due formaggi nel quadro dei consumi interni di prodotti a denominazione protetta? Qual è il loro trend produttivo? È necessaria una premessa: la produzione di Bitto, essendo limitata al periodo estivo e legata all’attività in alpeggio, è quantitativamente ridotta rispetto a quella del Valtellina Casera, ma ugualmente importante per l’economia e il presidio del territorio, perché per la fama di cui gode può fare da traino alle altre produzioni. Il Valtellina Casera ha una maggior capacità produttiva e un maggior peso economico, ma è meno conosciuto e ha più competitor sul mercato. Il trend produttivo degli ultimi cinque anni per entrambi i formaggi è sostanzialmente stabile, con un leggero incremento e produzioni che si attestano mediamente attorno alle 19.000 forme di Bitto (corrispondenti a 2.460 quintali circa) e 180.000 forme di Valtellina Casera (13.600 quintali circa). La provincia di Sondrio è il principale mercato di sbocco dei formaggi tipici valtellinesi, con una quota importante, pari al 37,5%. Il restante 60% viene assorbito soprattutto dalla Lombardia. Tutte le altre regioni, pur crescendo ogni anno, hanno un’incidenza che complessivamente si attesta attorno al 3% del valore totale.
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Esistono flussi di export? State lavorando per incrementarli? Il dato relativo all’esportazione è pressoché irrilevante, con una quota di circa l’1% del totale. Per incrementare l’export, dal 2018, in sinergia con gli altri Consorzi di tutela provinciali, il Consorzio ha aderito al progetto triennale “Taste The Alps” del Distretto agroalimentare della Valtellina, cofinanziato dall’Ue, che intende promuovere le produzioni a marchio Dop e Igp valtellinesi. Sul territorio nazionale, oltre che in Francia e Germania, partecipiamo alle maggiori fiere del settore agroalimentare, incontrando operatori, media e consumatori nel corso di eventi e cooking show, con promozioni online, sui social e sulla stampa.
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Qual è la vostra strategia di comunicazione? Quali le principali attività che avete in programma per valorizzare i due prodotti? Le azioni di comunicazione degli ultimi anni, rivolte a diversi target, hanno avuto l’obiettivo di caratterizzare fortemente i due formaggi come prodotti di eccellenza della montagna lombarda, ricchi di storia, legati indissolubilmente a un territorio unico e irripetibile, caratterizzati da standard produttivi e organolettici di altissima qualità. Con lo slogan “In Valtellina lo facciamo tutti i giorni… il formaggio!” si è voluto lanciare il messaggio di una quotidianità che affonda le sue radici nella tradizione, perché, come in Valtellina il formaggio si produce ogni giorno, da secoli, con impegno e passione, così tutti i giorni può essere consumato, nel modo che ciascuno predilige. Per il 2019 è prevista l’organizzazione di eventi di cooking show in diversi punti vendita con alti flussi di frequenza del Nord Italia e di un tour in Valtellina con la presenza dello chef testimonial Andrea Mainardi. Un’attività di comunicazione rivolta soprattutto al pubblico/ consumatore che si attuerà in maniera costante e forte anche attraverso i social. Inoltre si parteciperà a manifestazioni di carattere nazionale e internazionale quali Tuttofood, Forme e Anuga.
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MERCATI
EXPORT, 2018 RECORD PER VOLUMI E VALORE MOZZARELLA REGINA PER QUANTITÀ, AFRICA CONTINENTE IN GRANDE CRESCITA. DECISIVA LA SPINTA DAGLI ACCORDI COMMERCIALI di Gianluca Pierangelini
N
el 2018 l’export caseario ha battuto ogni record. I dati pubblicati dall’Istat confermano un trend inarrestabile: superate le 418mila tonnellate e i 2,7 miliardi di euro. E con l’export è cresciuto anche il saldo positivo della bilancia commerciale del settore caseario, che per la prima volta nella storia ha superato il miliardo di euro. Dati eccezionalmente positivi, nonostante il 2018 non abbia mostrato tassi di crescita particolarmente importanti (+0,7%), a causa di una forte contrazione negli Usa. La mozzarella è ancora una volta la regina indiscussa dei volumi esportati, con poco meno di 100mila tonnellate. Quasi un chilo su quattro del nostro export caseario è rappresentato dalla mozzarella. Seguono
Grana Padano e Parmigiano Reggiano, che in forme, in pezzi o grattugiati hanno raggiunto le 130mila tonnellate.
è cresciuto nell’ultimo anno del 23%, l’America latina del 21%, Australia e Nuova Zelanda dell’11,5% e l’Asia del 5,4%.
EXPORT, DOVE E COME L’area più importante continua a essere quella del mercato Ue che, con 318mila tonnellate, assorbe tre quarti di tutte le nostre esportazioni casearie. A seguire il continente americano con il 10% dei volumi (40mila tonnellate), i Paesi extra Ue (6%), l’Asia (6%). I maggiori tassi di crescita hanno riguardato principalmente i “nuovi” mercati, quelli forse più lontani, sui quali gli imprenditori italiani stanno facendo grossi investimenti. Analizzando i dati, infatti, si scopre che il continente africano, con 1.800 tonnellate,
GLI ACCORDI AIUTANO Non ci sono dubbi in proposito. Alcuni esempi: la Corea del Sud, tra le prime a firmare un’intesa con l’Unione europea, dalla sottoscrizione dell’accordo ha aumentato l’import dei nostri formaggi del 237%, superando le 3mila tonnellate. Poco meno della Cina, che, con 3.600 tonnellate, ha messo a segno un più che promettente +7,1%, grazie anche al progressivo riconoscimento delle nostre Dop, come previsto dall’accordo. I grandi formaggi italiani non più prelibatezza rara ed esotica, quindi, ma sempre più protagonisti sulle tavole cinesi.
BERTOZZI Strada Roma, 1/A
GENNARO AURICCHIO
GLI ESPORTATORI
AMBROSI
SPA
Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta.
Via Ottorino Ambrosi,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811 Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it www.ambrosi.it
SPA
43044 Collecchio (PR) Tel. 0521/333911 Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it www.bertozzi.com
AGRIFORM Via Rezzola, 21
SPA
Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.
SCA
37066 Sommacampagna (VR) Tel. 045/8971800 Fax 045/ 515974 export@agriform.it www.agriform.it
Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it
IL MONDO DEL LATTE 59
mercati export ap SP.indd59 59 n 4 aprile 19 IMDL.indd
11:48 25/03/19 12:06
MERCATI
04069061
040620
04064050
04069075
28.604 6.439 12.035 5.184 6.827 3.113 2.251 2.062 3.583 2.055 748 662 445 576 74.584 69 179 104 74 524 1.234 340 56 832 173 78.169 326 692 79.187 723 79.910
20.405 7.601 6.488 3.436 4.453 2.801 1.481 582 1.139 1.079 376 452 357 354 51.004 32 54 19 291 595 2.761 1.373 846 547 537 58.059 419 1.563 60.041 322 60.363
8.728 16.036 6.602 4.134 2.362 2.368 3.093 1.694 311 3.060 362 2.110 236 470 51.566 113 64 35 40 213 1.354 685 198 282 188 54.738 146 650 55.534 250 55.784
10.664 10.898 4.123 2.202 2.055 1.012 1.504 378 166 556 141 511 99 214 34.523 33 21 8 19 140 232 548 150 307 126 36.107 148 612 36.867 208 37.075
4.313 5.080 961 1.051 676 512 960 623 378 349 37 74 35 24 15.073 13 18 5 33 20 586 243 67 56 109 16.223 35 255 16.513 61 16.574
134 94 31 43 35 35 8 12 13 8 5 3 1 5 427 6 4 1 1 13 12 18 1 23 6 512 6 7 525 11 536
PAESI
FRANCIA GERMANIA REGNO UNITO SPAGNA BELGIO AUSTRIA PAESI BASSI DANIMARCA LUSSEMBURGO SVEZIA PORTOGALLO GRECIA FINLANDIA IRLANDA TOTALE UE A 15 CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REP. CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA 1TOTALE UE A 28
04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -0406907404069079 -04069076 -04069089
924 688 603 312 259 113 189 104 74 167 9 14 18 73 3.547 2 5 5 18 271 43 34 5 360 29 4.319 12 62 4.393 67 4.460
040630
3.214 2.011 831 424 496 496 501 216 33 234 32 150 9 17 8.664 2 24 1 23 94 142 50 8 108 31 9.147 73 127 9.347 14 9.361
753 1.269 701 172 353 88 403 84 19 130 17 112 61 14 4.176 8 11 2 7 33 120 74 10 20 20 4.481 9 32 4.522 33 4.555
984 759 148 292 44 407 95 96 5 67 9 34 7 19 2.966 10 18 15 1 27 108 247 4 115 12 3.523 80 47 3.650 68 3.718
278 34 100 219 338 8 38
1.043 3.613 1.005 1.692 485 658 621 234 173 225 16 702 15 102 10.584 59 152 31 36 351 354 503 85 287 74 12.516 151 415 13.082 67 13.149
152 49 5 1.221 1 1 4 3 241 5 58 45 129 1 1.709 13 28 1.750 20 1.770
TOTALI
04069099
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
04069063
FORMAGGI FUSI
04069069 04069018 04069021 04069050 04069039 9082-9084 04069081 04069092 9093 04069086 04069013 04064010 4090 04069015 04069017
PROVOLONE
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI DURI
ALTRI FORMAGGI
04061050 -04061080
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
0406 1030
PECORINO
CODICE DOGANALE
RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
MOZZARELLA
(IN TONS)
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (gennaio - novembre 2018)
04069073 04069001
415 1.144 562 2.082 222 23 188 84 12 15 12 77 4 17 4.857 8 6 2 4 40 92 39 3 20 11 5.082 7 30 5.119 10 5.129
8 1 237 42 28 196
512
2 1 41 24 580 1.057 1.637 1.637
80.467 55.666 34.191 21.480 18.647 11.634 11.360 6.365 5.906 8.097 1.813 4.906 1.287 1.885 263.704 356 557 232 550 2.564 7.044 4.212 1.519 3.086 1.341 285.165 1.425 5.577 292.167 1.854 294.021
GLI ESPORTATORI
BRAZZALE
SPA
Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta filata, Parmigiano Reggiano
Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com
FORGRANA CORRADINI SPA Parmigiano Reggiano, Grana Padano in forma e confezionato sottovuoto, Grattugiati di fresco con scadenza lunga e disidratati da 5 g, 40 g, 100 g, 1000 g, Shaker da 80 g, 250 g, Parmigiano biologico forveggie per alimentazione vegetariana - provoloni dolci e piccanti mozzarella - Pecorino Romano e Sardo. Caciotte peperoncino e altri gusti Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla Reggio Emilia Tel. 0522 833818 Fax 0522 833426 forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it
SAVIOLA SPA Produzione, stagionatura e confezionamento Grana Padano e Parmigiano Reggiano
Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it
60 IL MONDO DEL LATTE
mercati export ap SP.indd60 60 n 4 aprile 19 IMDL.indd
11:55 25/03/19 12:06
MERCATI
85.882 79.910 5.190 45 737 105 850 50 800 353 1 5 347 4.738 2.048 147 67 129 83 2.264 409 339 70
64.508 60.363 3.696 161 288 130 1.933 125 1.808 434 11 4 419 7.390 2.585 2.566 31 198 179 1.831 481 388 93
60.892 55.784 3.956 270 882 466 17.410 4.331 13.079 1.000 252 307 441 5.122 1.935 185 89 113 125 2.675 1.953 1.911 42 25
39.664 37.075 2.159 21 409 38 413 134 279 47 2 14 31 1.152 602 171 7 94 34 244 181 173 8
17.652 16.574 965 68 45 28 491 82 409 28 14 2 12 670 460 1 2 3 2 202 344 339 5 1
92.337 12.427 454.887 66.245
74.876 14.513 301.747 74.241
86.868 31.084 858.935 303.908
41.495 4.420 348.218 33.521
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue
FORMAGGI FUSI
040620
04069099
04069073
040630
04064010 04064090
13.873 13.149 188 272 264 539 1.554 287 1.267 228 77 22 129 1.963 344 346 232 95 22 924 361 348 13 1
5.908 3.718 1.420 43 727 42 832 22 810 84 38 2 44 804 140 48 2 61 38 515 332 328 4
5.290 5.129 152 8 1 18 631 155 476 96 23 2 71 154 12 1 2 8 9 122 487 476 11 1
1.955 1.770 101 2 82 144 35 1 34 24
2.635 2.562
18.519 5.370 121.779 34.793
8.002 4.284 50.203 29.022
6.677 1.548 37.675 9.613
2.342 572 8.802 2.262
04064050
04069063
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017
4.795 4.555 155 15 70 45 8.551 650 7.901 70 38 6 26 452 314 18 2 8 5 105 169 154 15
19.214 14.082 2.640 9.527 117.795 112.050 18.981 70.482
PROVOLONE
04069061
ALTRI FORMAGGI
04061050 04061080
PECORINO
GRATTUGIATI
CODICE DOGANALE
GORGONZOLA
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
04061030
MOZZARELLA
RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
ALTRI FORMAGGI DURI
ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (gennaio - novembre 2018)
24 184 12 11 4 3 154 0
2.829 18.175 1.913
GLI ESPORTATORI
BERNERI CIRESA
SPA
SRL
CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.
Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it
Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it
GELMINI CARLO SRL
MARIO COSTA SPA
CASEARIA SPA
Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it
Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it
Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com
24043 Caravaggio (BG) tel. 0363 301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it
F.LLI PINNA AZIENDA
62 IL MONDO DEL LATTE
mercati export ap SP.indd62 62 n 4 aprile 19 IMDL.indd
11:55 25/03/19 12:06
mercati ex
2.635 2.562 58 9 6 53 74 1 73 10 1 7 2 37 16 2 2 17 20 20
2.829 267 18.175 1.913
2.863 2.841 8 11 3 1 66 16 50 12 11
926 783 138 1 4 26 199 48 151 8 2
1.914 1.605 295 11 3 33 23
1 69
6 37
3 1 16
1
8 899 834 2
49 9 5 4
35 25 18 7 9
3.020 179 21.349 1.228
1.230 447 9.295 4.361
TOTALI
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
FONTINA FONTAL
ASIAGO CACIOCAVALLO MONTASIO RAGUSANO
04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069050 04069082 04069084
23 8
4.218 3.958 233 23 4 11 520 29 491 24
12 6 45 21 20 1
24 156 33 2 1 12 2 106 39 15 24
2.898 1.293 16.241 7.684
4.968 1.010 37.343 7.702
1
ITALICO TALEGGIO
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI
CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
04064010 04069092 04069089 04069023 04069025 04064090 04069093 04069074 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085
1.797 1.701 90 2 4 3 366 7 359 6 2 1 3 26 20 1
874 536 334 1 3 3 451 57 394 13 4 3 6 32 9 5
5 38 37 1
4 14 118 117 1 3
2.236 535 15.066 3.723
1.494 958 9.641 5.922
518 371 120 24 3 12 330 4 326 2 1 1 22 2 1 7 12 13 13
897 526 6.405 3.544
1.657 1.637 20 53 53 175 175 49 34 10
5 0
317.821 294.021 19.258 987 3.555 1.592 34.782 5.999 28.783 2.622 477 376 1.769 23.956 9.400 3.518 437 763 514 9.324 5.000 4.701 299 40
1.934 385.918 91.897 297 5.273 2.550.879 1.583 680.728
Anche il tanto dibattuto e contestato accordo con il Canada ha dato i suoi frutti. Il primo anno di validità del Ceta si è chiuso molto più che bene per i formaggi italiani: +28,8% le spedizioni. Una crescita di gran lunga superiore alle migliori aspettative, ottenuta anche grazie alla vigile e costante pressione esercitata da Assolatte, che ha preteso e ottenuto la piena assegnazione delle quote contrastando i tentativi speculativi messi in atto da alcuni operatori canadesi. L’export dei formaggi freschi in Canada è aumentato del 60%. Grana Padano e Parmigiano Reggiano, in forme e in pezzi, sono cresciuti del 20%, i grattugiati del 27 per cento. A conferma che il miglior modo per contrastare l’Italian soundig e le imitazioni è quello di far arrivare l’autentico made in Italy. Ottimi risultati anche per Gorgonzola (+75%) e pecorini (+45%). Molto buone, infine, le performance registrate in Giappone (+3,5%), un risultato destinato a migliorare grazie all’entrata in vigore – il primo febbraio scorso – dell’accordo economico tra l’Unione europea e il Paese del Sol levante.
O
3/19 11:55
TRENTIN
SPA
Parmigiano Reggiano Grana Padano Pecorino Romano Gorgonzola Pecorini Toscani/Sardi Provolone/Taleggio Mozzarella di Bufala Mascarpone/Ricotta
Via Genova 19(z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111 Fax 0442/398150 commerciale@trentingroup.it www.trentingroup.it
ZANETTI
SPA
Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro, provoloni, pecorini, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.
Via Madonna, 1 24040 Lallio (BG) Tel. 035/201511 Fax 035/691515 zanetti@zanetti-spa.it www.zanetti-spa.it
IL MONDO DEL LATTE 63
mercati export ap SP.indd63 63 n 4 aprile 19 IMDL.indd
11:56 25/03/19 12:06
MERCATI
LATTE,
PREZZI ALLINEATI I
l prezzo del latte alla stalla nei vari Paesi europei sembra andare verso una progressiva omogeneizzazione. Quando erano in vigore le quote latte, le differenze tra un Paese e l’altro erano notevoli e – soprattutto dove il regime di contingentamento costringeva a produrre meno del necessario – si registravano prezzi più elevati, spesso superiori del 20% a quelli medi dell’Eurozona. Dopo un periodo di assestamento, il sistema sembra essere orientato verso una maggiore stabilità: le differenze tra prezzi massimi e minimi sono diminuite e le quotazioni del latte alla stalla dei diversi Paesi sono meno eterogenee. Forse era prevedibile che consentire ai singoli Stati di produrre di più, soddisfacendo la propria domanda interna, avrebbe inciso in modo positivo sui prezzi, limitando le possibili speculazioni dei Paesi “forti” a scapito di quelli “deboli”. E sbagliava chi temeva che la fine delle quote avrebbe portato alla morte della zootecnia in questi ultimi, tra i quali va annoverata anche l’Italia. È successo esattamente il
contrario: nel giro di pochi anni, le stalle italiane sono cresciute in modo importante e la produzione lattiera nazionale è passata da 11 a 12 milioni di tonnellate, con le
L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI BURRO
€/100 kg
Mentre il burro mostra quotazioni in calo e si posiziona su valori inferiori a quelli dello scorso anno, le quotazioni europee del latte in polvere sono in crescita, con prezzi di gran lunga superiori a quelli del 2018. Sostanzialmente stabile e su livelli simili a quelli dello scorso anno il Cheddar.
700 650 600 550 500 450 400 350 300 250 200
5
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50 settimane
CHEDDAR 380
200
360
180
340
€/100 kg
€/100 kg
LATTE SCREMATO IN POLVERE 220
160 140
320 300
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50 settimane
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50 settimane
Fonte: MMO – Regolamento (Ue) n. 2017/1185
64 IL MONDO DEL LATTE
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20-3 merc
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importazioni di latte in cisterna che si sono conseguentemente ridotte di mezzo milione di tonnellate. Speriamo che la capacità autoregolatoria del mercato continui a dare i suoi frutti. Se è vero che un po’ in tutta Europa il sistema latte vive un periodo di ristrutturazione, con
gli allevamenti meno produttivi e le aziende di trasformazione meno efficienti che stanno chiudendo i battenti oppure stanno entrando a far parte di gruppi più grandi, è altrettanto vero che da questa ristrutturazione la competitività delle imprese italiane non può che uscire rafforzata.
IL PREZZO DEL LATTE ALLA STALLA (EURO/100 KG)
FRANCIA ITALIA OLANDA POLONIA GERMANIA REGNO UNITO UE
2015
2016
2017
2018
31,0 34,7 30,6 27,8 29,6 33,0 30,7
30,1 32,0 28,4 26,0 27,4 27,4 28,5
34,3 36,9 37,9 32,3 36,2 31,9 34,8
34,7 35,9 36,0 32,0 34,7 32,4 34,1
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MERCATI
BORSA PREZZI
ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA DI 16 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA DI 9 MESI GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA FINO A 3 MESI DI STAGIONATURA PROVOLONE VALPADANA OLTRE 3 MESI DI STAGIONATURA LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE-PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)
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2019 GENNAIO MEDIA
2018 GENNAIO MEDIA
. VAR.
2019 FEBBRAIO MEDIA
2018 FEBBRAIO MEDIA
. VAR.
2,45 4,05 4,30 2,25 8,31 7,73 6,43 13,32 12,34 10,86 5,53 6,53 5,10 4,58 5,43 5,65 5,95
2,53 3,83 4,08 2,33 7,35 6,35 5,21 11,64 10,67 9,69 5,35 6,35 5,15 4,35 5,20 5,52 5,82
-3,16% 5,74% 5,39% -3,43% 13,06% 21,73% 23,42% 14,43% 15,65% 12,07% 3,36% 2,83% -0,97% 5,29% 4,42% 2,36% 2,23%
2,43 4,03 4,28 2,23 8,43 7,88 6,54 13,35 12,38 10,93 5,64 6,64 5,14 4,64 5,49 5,71 6,01
2,78 4,17 4,42 2,58 7,17 6,19 5,09 11,70 10,72 9,75 5,35 6,35 5,15 4,35 5,20 5,52 5,82
-12,59% -3,36% -3,17% -13,57% 17,57% 27,30% 28,49% 14,10% 15,49% 12,10% 5,42% 4,57% -0,19% 6,67% 5,58% 3,44% 3,26%
421,25
353,13
19,29%
425,00
302,50
40,50%
14,20 13,30 12,50 NQ
12,05 11,45 10,75 10,00
17,84% 16,16% 16,28% NQ
14,25 13,35 12,55
12,10 11,50 10,80 10,05
17,77% 16,09% 16,20% NQ
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Fresca, leggera, gustosa.
In una parola, Deliziosa.
Le ricotte Deliziosa sono eccellenze ďŹ glie della sapiente tradizione artigianale dei nostri maestri casari. Lavorate esclusivamente con latte selezionato, riescono a coniugare leggerezza e sapore. Buone e gustose da sole, possono essere un ingrediente straordinario anche per arricchire e condire molti piatti tipici della tradizione italiana.
MERCATI
ESPORTAZIONI ITALIANE
DI LATTE
IL M O N D O D EL
L AT T E N. 4
APRILE
2019 -
ANNO
LXXIII -
IL LATTE NEL MONDO MENSILE
PAESI AUSTRIA BELGIO DANIMARCA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LUSSEMBURGO PAESI BASSI PORTOGALLO REGNO UNITO SPAGNA SVEZIA TOTALE UE A 15 CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA TOTALE UE A 28 TOTALE PAESI TERZI DI CUI: ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG TOTALE GENERALE -TONNELLATE -MIGLIAIA DI EURO
0401 1090 2019 2099
48 3
10 1
–
0401 1010 2011 2091
ROMA
LATTE SFUSO IN CISTERNA
70%
LATTE IN CONFEZIONI
ENTO POSTALE SPEDIZIONE IN ABBONAM POSTE ITALIANE SPA
CODICE DOGANALE
AUT MP-AT/c/RM
GENNAIO - NOVEMBRE 2018 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
ORGANO UFFICIALE DI
166 295 915 4 22 11 42 7 1.513
173 27 2.644
2 2 6 18 3 2.886
2 8 23
2
3.513 1 139 2 590 8 5.799 1 141 5.941 19 5.960
117
3.082 4 1 3.087 5 3.092
42.025
362
4.164 30.080 3.525 165
4 113 42 5
47.985 30.810
3.454 1.611
76 1
ASSOLATTE
E DEL
COMITATO ITALIANO FIL-IDF
ABBONATEVI ALLA RIVISTA MENSILE IL MONDO DEL
L AT T E
Organo ufficiale di ASSOLATTE e del COMITATO ITALIANO FIL-IDF
Il costo dell’abbonamento per l’anno 2019 è di: € 118,00 per l’Italia - € 150,00 per l’estero (Una copia € 11,50 - Arretrati € 23,00)
“Editoriale Il Mondo del Latte s.r.l.” 20135 Milano - Via Adige, 20 Tel. 02.72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Internet: www.assolatte.it
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MERCATI
DOP, VINCONO QUALITÀ E ABILITÀ NEL BUSINESS
I
non sembra strutturale, ma legata a una specifica contingenza. Se guardiamo al 2018 nel suo complesso, notiamo che la produzione casearia Dop ha battuto ogni record, sfondando il tetto delle 540.000 tonnellate, con una crescita complessiva del comparto del 2% circa, in linea con la tendenza degli ultimi dieci anni. Nella seconda decade del terzo millennio, cioè, la capacità
l mese scorso abbiamo commentato il rallentamento nei formaggi Dop, che nelle prime settimane dell’anno hanno fatto registrare andamenti produttivi di molto inferiori a quelli di inizio 2018. Attenzione, però: non si pensi a un settore in crisi o in calo. Non ci si lasci, cioè, ingannare da quanto accaduto negli ultimi mesi. La contrazione produttiva, infatti,
produttiva di formaggi Dop è aumentata di circa 90.000 tonnellate, grazie alle performance dei “soliti noti”, cioè dei prodotti che si stanno affermando sulle tavole italiane e internazionali grazie alla loro qualità, alla loro unicità e alle capacità imprenditoriali di chi ha saputo guardare lontano e ha instaurato rapporti commerciali con gli importatori di tutto il mondo.
LA VARIAZIONE DELLE PRODUZIONI DEI FORMAGGI DOP (2018 VS 2010 - IN TONNELLATE) 29.817
PARMIGIANO REGGIANO
27.232
GRANA PADANO
12.897
MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA
9.589
GORGONZOLA
6.192
PECORINO ROMANO
103
TALEGGIO MONTASIO
-441
QUARTIROLO LOMBARDO
-848
PROVOLONE VALPADANA
-1.569
ASIAGO
-1.746
ALTRI
-1.000
FORMAGGI DOP: LA PRODUZIONE DEGLI ULTIMI QUATTRO MESI 20 15 10 5 0 -5 -10 -15 -20 -25 -30 -35 ASIAGO
GORGONZOLA
NOVEMBRE
GRANA PADANO
PARMIGIANO REGGIANO
DICEMBRE
QUARTIROLO LOMBARDO
GENNAIO
FEBBRAIO
TALEGGIO
Le tendenze di medio e lungo periodo, quindi, mettono in luce un segmento in salute, che cresce, anche se i dati relativi all’inizio del 2019 confermano una pausa di riflessione, che sembra in via di esaurimento. Infatti, i dati degli ultimi mesi sono superiori a quelli di due anni fa (il confronto con il 2018 manda fuori strada: i primi mesi dello scorso anno sono stati caratterizzati da una crescita importante). Inoltre, guardando ai numeri è evidente che negli ultimi due mesi la frenata sembra in via di esaurimento, mentre alcuni formaggi mostrano tassi di crescita di notevole rilevanza.
70 IL MONDO DEL LATTE
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NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE NELL’ELENCO DEGLI INGREDIENTI DI UN PRODOTTO LATTIERO-CASEARIO SENZA LATTOSIO, LA DENOMINAZIONE CHE SI DEVE UTILIZZARE PER L’INGREDIENTE LATTE È “LATTE DELATTOSATO” O SEMPLICEMENTE “LATTE”?
fabbricazione dell’alimento. Nella lista ingredienti andrà dunque indicato “latte” o “latte delattosato” a seconda di quale sia il reale ingrediente impiegato. Se il processo parte da latte che viene delattosato in fase di produzione, si indicherà tra gli ingredienti “latte”. Viceversa, se si parte da latte già delattosato, si indicherà quest’ultimo.
?
L’elenco deve comprendere tutti gli ingredienti, in ordine decrescente di peso, così come impiegati nella
ricorrono le condizioni, di uno yogurt) e di una crema di latte fermentata (prodotto, quest’ultimo, diverso da un latte fermentato). In mancanza di una denominazione legale e di un nome dettato da usi e consuetudini, bisognerà dunque rifarsi a una denominazione descrittiva che aiuti il consumatore a distinguere il prodotto da altri con i quali potrebbe essere confuso. In generale, le indicazioni devono essere Al di là delle circolari ministeriali italiane sullo yogurt e i latti precise, chiare e facilmente comprensibili per il fermentati e dello Standard codex, che non affrontano nello consumatore, senza indurlo in errore in relazione specifico il caso in questione, le uniche altre disposizioni alle alle reali caratteristiche dell’alimento. quali fare riferimento sono quelle relative alla denominazione La correttezza della denominazione dipenderà di vendita dei prodotti alimentari previste dal Regolamento dunque tanto dalla reale natura del prodotto, Ue n. 1169/2011. quanto da ciò che il consumatore percepisce da Secondo gli orientamenti nazionali, per “latte fermentato” tale denominazione. deve intendersi il prodotto ottenuto per coagulazione Volendo ipotizzare che la quota di latte fermentato del latte, senza sottrazione di siero, a opera esclusiva di del prodotto in questione sia costituita da yogurt microrganismi della fermentazione acida, ovvero acido-lattico, e che la denominazione “yogurt con crema di latte specifici di ciascun latte fermentato, mantenuti vivi e vitali (o con panna) fermentata” rientri nella categoria e in quantità elevata fino alla data di validità riportata sulle “yogurt con aggiunta di altri ingredienti”, va confezioni. Con la denominazione “yogurt” si intende invece considerato che per usare detta denominazione uno specifico latte fermentato ottenuto esclusivamente a (“yogurt con crema di latte fermentata”) la opera dei fermenti L. bulgaricus e S. thermophilus. componente yogurt, rispetto al totale del prodotto, Nel caso in esame, le denominazioni “latte fermentato” e deve rispettare precise percentuali minime. Inoltre, “yogurt” da sole non sembrano dunque corrette, essendo il resta da valutare quale possa essere la percezione prodotto finale la somma di un latte fermentato (o, se ne del consumatore rispetto al prodotto finale. UN PRODOTTO COMPOSTO DA LATTE FERMENTATO A CUI VIENE AGGIUNTA CREMA DI LATTE A SUA VOLTA FERMENTATA CON FERMENTI DIVERSI DA QUELLI TIPICI DELLO YOGURT, PUÒ ESSERE LEGALMENTE DENOMINATO CON UN NOME TIPO "YOGURT E CREMA FERMENTATA" O SAREBBE FORSE PIÙ OPPORTUNO DENOMINARLO "LATTE FERMENTATO"?
IL MASCARPONE È CONSIDERATO UN FORMAGGIO? QUAL È LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO?
Secondo la normativa vigente la denominazione di un alimento è la sua denominazione legale. In mancanza di questa, la denominazione dell’alimento è la sua denominazione usuale; dove non esista o non sia utilizzata una denominazione usuale, è fornita una denominazione descrittiva (art. 17.1 Reg. Ue n. 169/2011). Per quanto riguarda il mascarpone, non esistono disposizioni legislative che ne regolamentino il nome, gli ingredienti e/o il processo produttivo. Il mascarpone è comunque un formaggio nei termini in cui corrisponde alla definizione italiana di formaggio, data dall’art. 32 del Regio Decreto Legge 15 ottobre 1925 n. 2033, così come modificato dal Regio Decreto Legge 6 aprile 1933, n. 381 (convertito a sua volta in legge 8 giugno 1933, n. 765). Secondo tale definizione il nome
di "formaggio" o "cacio" è riservato al prodotto che si ricava dal latte intero o parzialmente o totalmente scremato oppure dalla crema in seguito a coagulazione acida e presamica anche facendo uso di fermenti o di sale da cucina. Il mascarpone, in quanto rispondente a tale definizione, è uno dei formaggi della tradizione casearia nazionale, il cui nome è legato per usi e consuetudini a un prodotto che si caratterizza per materia prima (prevalentemente crema di latte), tipologia di coagulazione (acido-termica) e tenore di materia grassa elevato. Per una definizione del mascarpone, delle materie prime impiegabili, del processo di fabbricazione e delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e organolettiche si può fare riferimento alla norma volontaria Uni 10710:2013 Formaggio Mascarpone - Definizione, composizione, caratteristiche.
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