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IL MERCATO CINESE PROMETTE BENE LO YOGURT PIACE SEMPRE DI PIÙ CARBON FARMING: NORME ENTRO L’ANNO ORGANO UFFICIALE DI
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SOMMARIO
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Carbon farming, al via le proposte di legge di Paolo De Castro
ATTUALITÀ Commissione europea: pubblicati i risultati dell’analisi dei regimi di qualità Eda: mercato e politiche commerciali al centro degli ultimi incontri Eda News Eda flash Fil: un’industria resiliente Fondazione Danone compie 30 anni e lancia un manuale sul caregiving News Libri
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Lo yogurt si prepara a superare quota 100 milioni di dollari Cina, mercato promettente
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ECONOMIA
dattandole alla bisogna, facciamo nostre le parole di Cicerone: “Quousque tandem abutere, Report, patientia nostra?” Ci riferiamo al nuovo attacco al nostro settore arrivato dalla redazione di Report, trasmissione che va in onda da molti anni su Rai 3; con Sigfrido Ranucci che guida una redazione che – per quello che ci riguarda - ha sempre dimostrato di non essere interessata a raccontare cosa succeda davvero in un’azienda, ma di voler cercare il marcio, sempre e comunque, anche dove il marcio non c’è. Una redazione formata da giornalisti che, al posto di documentare con obiettività e competenza il nostro mondo, IL MONDO DEL preferiscono costruire servizi che hanno lo scopo di dimostrare tesi N. 2 preconcette. Fateci caso, lo schema è sempre lo stesso: si organizzano interviste con più microfoni e varie telecamere, alcune delle quali nascoste, si fanno domande trabocchetto per mettere in difficoltà l’intervistato e coglierlo in fallo. Poi si torna a casa e nel calduccio dell’ufficio si passa al montaggio, mettendo in cattiva luce il malcapitato di turno, con velate accuse, inutili ironie, sorrisetti ipocriti. C’è sempre, poi, qualcuno (il buono di turno, spesso camuffato neanche fosse un pentito di mafia), che sa ma non può parlare, che si dichiara perseguitato dal sistema, a cui dare credito senza contraddittorio. Così, si seminano sospetti, si presentano fior di aziende come furbetti del quartierino, si sparge letame su chi lavora onestamente, su chi rispetta le leggi (anche quelle del mercato), dando lavoro a decine di migliaia di famiglie … È un modo di fare giornalismo che non ci è mai piaciuto e che non ci piace, che ci sembra poco serio e non andrebbe alimentato, perché fa male a tutto il comparto lattiero-caseario. Da certe trasmissioni è meglio starne fuori, perché un bel tacer non fu mai scritto!
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MERCATI Russia, nonostante l’embargo c’è ancora voglia di made in Italy Export extra-Ue, la mozzarella è regina Esportazioni italiane di latte Borsa prezzi La Mozzarella di Bufala Campana Dop piace a Francia e Germania
IGIENE E SICUREZZA La nuova registrazione delle imprese alimentari nel sistema cinese
NORMATIVE L’esperto risponde
Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-1987
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COMITATO ITALIANO FIL-IDF
Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm
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GENESI DELLA NUOVA PAC SESSANT’ANNI FA, IL MONDO DEL LATTE SCRIVEVA DI QUELLA CHE SAREBBE DIVENTATA LA POLITICA AGRICOLA COMUNE
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n trafiletto su Il Mondo del Latte del marzo 1962 riepiloga così quella che sarebbe diventata la Politica Agricola Comune: “Il Consiglio dei Ministri della Comunità economica europea ha stabilito in tre punti la futura politica agricola che sarà attuata nei paesi facenti parte della Comunità. a) Entro il 1969 un mercato comune funzionerà tra i Paesi membri anche per i prodotti agricoli. b) Questo futuro mercato comune agricolo sarà istituzionalizzato, o meglio controllato. I prezzi non saranno fissati liberamente dalla domanda e dall’offerta, ma saranno sostenuti attraverso gli interventi del fondo garanzia ed orientamento, il quale interverrà per assicurarne la stabilità e per acquistare le eccedenze non vendute a prezzo di parità. c) Il mercato comune agricolo sarà fortemente protetto verso l’esterno da un meccanismo che impedirà ogni importazione a prezzi inferiori a quelli comunitari, anzi garantendo una certa preferenza alle produzioni dei paesi membri”. Con qualche ritardo sulla tabella di marcia prefissata, “considerando che il settore lattiero-caseario riveste una particolare importanza nell’economia della Comunità, sia come fonte di redditi diretti regolari per i produttori, sia come fonte di approvvigionamento per le attività di trasformazione e che, per i consumatori, il
latte e i prodotti lattiero-caseari sono annoverati tra i generi alimentari più importanti”, nel febbraio 1964 fu pubblicato il Regolamento 13/64/CEE sulla graduale attuazione di un’organizzazione comune dei mercati nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari. Un insieme di disposizioni e misure che dovevano servire a traghettare il settore verso il mercato unico, regolandolo e sostenendolo, e che, negli anni, un po’ per i mutamenti del mercato, un po’ per gli accadimenti storici e un po’ per l’allargamento della Comunità europea, e dunque a nuove realtà produttive, hanno subito importanti riforme. Solo a titolo di promemoria, basti dire che il regolamento fu varato in un momento di espansione della produzione lattiera che negli anni successivi andò ancor più aumentando – grazie anche agli effetti di sostegno delle misure comunitarie – richiedendo alla fine strumenti di contenimento. Da qui le “quote latte” introdotte nel 1984. All’inizio degli anni Novanta si rese necessaria la riforma Mac Sharry, che ridusse il livello dei prezzi garantiti agli agricoltori, introducendo misure di sostegno diretto al reddito svincolate dal
livello di produzione. Una riforma che indusse alla maggiore attenzione verso l’impiego delle risorse naturali, la protezione dell’ambiente, le specialità locali e gli alimenti biologici. Seguì Agenda 2000, che portò alla suddivisione del bilancio comunitario tra interventi per il mercato e per lo sviluppo rurale e dove la qualità delle produzioni prevaleva sulla quantità. Poco tempo dopo, nuovi cambiamenti intervennero con la riforma Fischler, che – con il disaccoppiamento e l’introduzione dell’obbligo della condizionalità - spostò ulteriormente gli aiuti agli agricoltori dai prodotti ai produttori, permettendo un maggior orientamento di questi alle richieste del mercato. Infine, poche settimane fa è stata approvata l’ultima riforma: la nuova Politica Agricola Comune mira a dare maggiore flessibilità nell’adattamento delle misure alle condizioni locali, così da assicurare anche un miglior raggiungimento degli obiettivi europei in tema di sostenibilità. In questo quadro, i sistemi di qualità rivestono un ruolo importante, con diverse modifiche introdotte per assicurare il loro rafforzamento, tutela e sviluppo. Se son rose, fioriranno.
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L’OPINIONE
CARBON FARMING, AL VIA LE PROPOSTE DI LEGGE di Paolo De Castro
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a Commissione europea ha pubblicato la strategia per promuovere cicli sostenibili del carbonio e migliorare il sequestro del carbonio nei terreni dell’Ue, remunerando il cosiddetto “carbon farming”. L’obiettivo è aumentare la capacità dei terreni agricoli europei di catturare Co2, grazie a un mercato basato su un certificato unico, che possa funzionare da incentivo. I pascoli che stanno alla base di molta produzione lattierocasearia possono svolgere un ruolo chiave in questa missione, sequestrando quantità significative di anidride carbonica atmosferica, riducendo le
emissioni nette dei prodotti di carbonio agricolo, industriale e lattiero-caseari e contribuendo della pesca e incentivi finanziari agli obiettivi climatici dell’Ue. che potranno provenire da fonti Ora c’è molto lavoro da fare e le sia pubbliche che private. istituzioni europee si attendono Attualmente, esistono alcuni un contributo di proposte e regimi privati di gestione che progetti dal settore, riguardano compagnie sia dalla parte petrolifere e alcuni agricola che da grandi protagonisti L’OBIETTIVO È quella industriale. UN CERTIFICATO dell’industria Anche EDA, alimentare o della UNICO COME l’associazione distribuzione, che STANDARD dell’industria compensano le EUROPEO casearia europea, è proprie emissioni al lavoro su questo pagando gli importante tema. agricoltori per la Co2 Entro la fine dell’anno, la sequestrata dai terreni da essi Commissione europea intende gestiti. Ogni sistema, però, è proporre un quadro normativo per diverso. Ben venga, quindi, un la certificazione delle rimozioni certificato che possa diventare â
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L’OPINIONE uno standard unico europeo, anche se si sa già che non basterà. La formazione delle persone, poi, è cruciale, così come coprire i costi per la creazione di un sistema di misurazione delle emissioni nell’azienda agricola e lungo tutto il ciclo di produzione. Nei pascoli, la tecnica agronomica che meglio sequestra il carbonio è la rotazione. La disposizione degli animali al pascolo, cioè, segue una precisa rotazione, favorendo il consumo di erbe in aree diverse ogni giorno, in modo che alcune parcelle siano messe a riposo mentre altre ospitano gli animali. Il modello produce pascoli stabili con produzione significativa di foraggio e garantisce un buon sequestro di carbonio. Ma è praticabile solo su larga scala, in Paesi con grandi estensioni territoriali, come gli Usa. L’Australia, invece, ha un sistema cap & trade per le emissioni agricole: viene fissato un limite alle emissioni che
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viene ridotto progressivamente, Innanzitutto, nei prossimi consentendo un vero e mesi sarà interessante vedere proprio scambio di permessi come la Presidenza francese di emissione, con il risultato tornerà sul tema, indicato di premiare chi come prioritario “inquina” di meno. nel programma che Ma la struttura Parigi ha presentato NEL MONDO dell’agricoltura ai partner europei. ESISTONO australiana non è È significativo UNA VENTINA confrontabile con che – per quanto DI REGIMI quella europea e frammentati e italiana, a partire difformi – ci siano DIVERSI dalla dimensione una ventina di media delle regimi di carbon aziende: lì l’azienda farming in giro per media è di 2.600 ettari, contro il mondo, mentre l’Ue non ha i 20 scarsi dell’Ue. ancora deciso cosa fare. Il più grande sforzo Ne deriva che c’è la possibilità internazionale per promuovere per proporre e lavorare a la “coltivazione” del carbonio soluzioni di filiera che possano è stato il “quattro per 1.000”, rafforzare la parte produttiva. proposto dalla Francia con Grazie alla certificazione Ue, l’obiettivo di aumentare la queste soluzioni potrebbero quantità di carbonio nel terreno essere un aiuto anche in termini dello 0,4% all’anno attraverso di potere contrattuale nei cambiamenti nelle pratiche confronti della distribuzione. agricole e forestali. Un’idea Un prodotto che può scrivere lanciata nel 2015, ma rimasta in etichetta e certificare di lettera morta. assorbire “X” tonnellate di Come sempre, tutti i limiti sono Co2 l’anno potrebbe essere di anche opportunità. interesse per i consumatori.
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ATTUALITÀ_UE COMMISSIONE EUROPEA: PUBBLICATI I RISULTATI DELL'ANALISI DEI REGIMI DI QUALITÀ LO STUDIO, BASATO ANCHE SU UNA CONSULTAZIONE PUBBLICA, CONFERMA CHE GLI OBIETTIVI DELLE IG E DELLE STG SONO STATI RAGGIUNTI EFFICACEMENTE. MA SERVONO COMUNQUE AZIONI DI MIGLIORAMENTO di Stefano La Luna
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mancanza di sistematicità delle esportazioni: le vendite di lla fine dello scorso nell’applicazione dei regimi nei prodotti a IG/STG verso Paesi dicembre, la Commissione vari Stati membri, con alcuni terzi sono state pari a 17,03 europea ha pubblicato i risultati Paesi particolarmente restii miliardi di euro (corrispondenti, della valutazione sull’efficacia ad adottare forme di tutela cioè, al 15,5% del commercio dei regimi di qualità nell'Ue. comunitaria dei prodotti, a Ue di alimenti e bevande). Scopo dell’analisi, elaborata causa, soprattutto, di una Si tratta di numeri importanti prendendo come riferimento il scarsa consapevolezza e e di un ritorno considerevole periodo da maggio 2008 (anno comprensione dei consumatori per l’Ue, visto che i costi di pubblicazione dell’ultimo e di debolezze nei controlli, a complessivi pubblici relativi studio in merito) a dicembre cui si aggiungono, specialmente alla gestione e al controllo dei 2020, era quello di valutare in per i prodotti STG, la lunghezza prodotti ammontano a circa che misura la politica dei regimi dell’iter di registrazione e la 93 milioni di euro all'anno: lo di qualità avesse raggiunto mancanza di protezione dei 0,12% del valore delle vendite i propri obiettivi, nonché di diritti di proprietà totali dei prodotti. esaminarne intellettuale. la validità e Problematiche che Le aree di miglioramento la pertinenza LA MAGGIORE saranno affrontate L’analisi si concentra anche alla luce delle REDDITIVITÀ con la prossima sui possibili margini di numerose HA PORTATO revisione dei regimi miglioramento, con azioni che sfide che si BENEFICI di qualità. dovranno essere intraprese per prospettano LUNGO TUTTA Per quanto la migliorare efficienza ed efficacia all’orizzonte, in LA FILIERA questione della dei regimi. In particolare: particolare quelle proliferazione delle porre rimedio alle debolezze legate alla Farm IG non sia affrontata di controllo e di applicazione to Fork. all’interno del documento rilevate a valle della catena del Lo studio si è basato della Commissione, viene valore, così come alle difficoltà prevalentemente sull’esame dei tuttavia sottolineato come, nel far rispettare i diritti di dati e delle informazioni interne a gennaio 2021, i prodotti a proprietà intellettuale dei alla Commissione e su una denominazione di origine e produttori al di fuori dello Stato consultazione pubblica. indicazione geografica fossero membro di produzione; Nel complesso, afferma più di tremila. riflettere sui nuovi obiettivi l’esecutivo comunitario, Si rileva, inoltre, che nell’ultimo politici della Commissione, in gli obiettivi delle IG e delle decennio i prodotti beneficiari particolare nell'ambito del Green STG sono stati raggiunti di protezione geografica sono Deal e della strategia Farm to efficacemente. Infatti, viene aumentati del 27%, mentre Fork. Le preoccupazioni relative evidenziato come tali schemi quelli a specialità tradizionale alla sostenibilità sono più offrano un'ampia gamma di accentuate negli ultimi anni, e i benefici per le parti interessate, garantita sono più che raddoppiati. regimi di qualità non sembrano quali la garanzia di un ritorno Tale incremento si è tradotto ancora essersi adeguati; equo e di una concorrenza leale in un maggiore migliorare la per agricoltori e produttori, ritorno conoscenza dei loghi nonché l'integrità del mercato economico: che identificano i interno e la salvaguardia DA SEMPLIFICARE secondo una prodotti IG e STG dei metodi di produzione LE PROCEDURE stima degli e semplificare tradizionali. PER LA analisti, il le procedure REGISTRAZIONE valore totale relative alla loro Redditività e prezzi più stabili DEI PRODOTTI delle vendite registrazione; La coesistenza di tali elementi IG E STG di prodotti a intervenire per si è tradotta, nella maggior IG/STG nel proteggere le parte degli Stati membri 2017 è stato, denominazioni analizzati, in una maggiore infatti, pari a 77,15 miliardi tutelate anche contro chi redditività dei prodotti a IG/ di euro nei 28 Paesi che vorrebbe utilizzarle o evocarle STG (i cui benefici, a loro all’epoca facevano parte nei domini Internet; volta, si sono riverberati dell’Unione Europea, un valore incoraggiare il monitoraggio lungo tutta la filiera) e in corrispondente al 7% delle delle indicazioni geografiche, per una maggiore stabilità dei vendite totali di alimenti e creare un database strutturato prezzi. Confermata, inoltre, bevande. cui attingere per vagliare l’efficacia dei meccanismi di Benefici tangibili sono stati l’efficacia dell’implementazione vigilanza e controllo. Lo studio riscontrati anche sul fronte dei regimi di qualità. ha anche messo in luce la
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ATTUALITÀ_EDA MERCATO E POLITICHE COMMERCIALI AL CENTRO DEGLI ULTIMI INCONTRI EDA di Maria Libertini
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onika Wohlfarth di ZMB (Zentrale Milchmarkt Berichterstattung) ha incontrato gli esperti delle varie delegazioni europee, presentando molti dati interessanti. Sul fronte produttivo, i numeri confermano che le consegne di latte nell’Ue sono diminuite, posizionandosi su livelli inferiori al 2020. Nel 2021, molti Stati hanno tirato il freno, a causa di una riduzione dei capi allevati e di nuovi vincoli ambientali. A questi fattori strutturali, si sono aggiunte le conseguenze dell’alto costo di mangimi, energia e fertilizzanti. Solo pochi Paesi, come l’Italia e l’Irlanda, hanno visto crescere le consegne di latte. Monika Wohlfarth ha poi evidenziato la crescita dell’export di latte intero in polvere (WMP) e di formaggi, nonostante i problemi legati alla carenza di container e ai costi elevati dei noli marittimi. Anche le vendite all’estero di siero di latte in polvere si sono riprese. Le esportazioni di formaggi sono trainate dalla domanda cinese, della Federazione russa (mercato chiuso ai nostri prodotti) e degli Stati Uniti. Ma anche Svizzera e Ucraina stanno dando soddisfazioni agli esportatori europei. E i prezzi? Quasi tutte le commodities mostrano quotazioni in crescita. In sintesi: la produzione di latte è ferma, la domanda interna stabile, il commercio mondiale in crescita, a prezzi elevati e costi di produzione ai massimi livelli. Con grandi incertezze per il prossimo futuro, legate alla pandemia, alla domanda cinese e alle nuove politiche europee come il Green Deal e la Farm to Fork.
Gli accordi internazionali In un recente incontro in Eda, i rappresentanti della DG Agri Carlos Martin Ovilo, Fabienne Alcatraz e Kristian Keciek hanno approfondito il complesso tema degli accordi internazionali, partendo dai problemi legati all’embargo bielorusso che riguarda molti prodotti del settore e crea molte incertezze, anche se i Paesi dell’Ue esportano poco verso questa destinazione. L’Italia è uno dei più colpiti, perché fornitore importante per il mercato bielorusso, con Polonia e Lituania. Passando ai negoziati in corso, l’industria lattiero-casearia europea mostra interesse per Thailandia e Malesia. I rappresentanti della Commissione, però, hanno ribadito che al momento non è previsto alcun mandato negoziale. La Commissione preferisce, infatti, seguire con attenzione gli accordi già siglati e impegnarsi sul negoziato con Nuova Zelanda e Australia, Paesi di maggior interesse, che trascende gli aspetti strettamente legati all’agricoltura e agli scambi commerciali. L’incontro ha permesso un aggiornamento su alcuni accordi: Mercosur: la tempistica è incerta e il processo è ritardato a causa di resistenze politiche. La Commissione sta negoziando un protocollo parallelo, con impegni da entrambe le parti in materia di deforestazione e cambiamenti climatici. La Commissione vuole assicurarsi che, se si dovesse raggiungere un accordo, questo sarà ratificato all’unanimità. La maggior parte degli Stati membri dell’Ue concorda sulla ratifica, mentre Francia, Austria e Paesi Bassi si oppongono. Messico: Ue e Messico hanno raggiunto un accordo di principio sulla parte commerciale. A novembre, la Commissione europea ha proposto di dividere l’accordo in tre parti, sperando di poter procedere con la ratifica di un’intesa che entrerà in vigore non prima del terzo trimestre del 2022. Australia: l’Ue ha rinviato i colloqui a causa della disputa tra Australia e Francia sulla nota vicenda dei contratti sui sommergibili. Comunque, la discussione sui prodotti lattierocaseari entrerà nel vivo solo quando si saranno registrati progressi in altri capitoli, come la protezione delle indicazioni geografiche e le norme di origine. Nuova Zelanda: l’ultimo round negoziale si è svolto a luglio. I lavori riprenderanno quest’anno, presumibilmente dopo le elezioni presidenziali francesi. L’Ue vuole proteggere le IG e non ha ancora presentato un’offerta sui prodotti lattierocaseari. Tutto dipende dai progressi sul riconoscimento delle indicazioni geografiche nel vino. L’accordo dovrebbe comprendere: liberalizzazione per latte, panna, yogurt, latte condensato e siero di latte, oltre a contingenti tariffari per polveri, burro, formaggi. Cile: La Commissione spera di concludere l’accordo a breve. L’intesa potrebbe garantire la protezione di oltre 200 IG e una liberalizzazione delle importazioni di formaggi da raggiungere in sette anni.
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ATTUALITÀ_EDA FLASH LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO UE PASSA ALLA FRANCIA Con il primo gennaio, la Francia ha assunto la presidenza del Consiglio dell'Unione europea. “Ripresa, Potere, Appartenenza” è il motto scelto dalla nuova presidenza, che guiderà l'agenda fino al prossimo giugno. In un periodo che coincide con le elezioni del presidente della Repubblica, la Francia intende raccogliere la sfida di aprire la strada della ripresa durante la pandemia, alla ricerca di una maggiore forza nel contesto globale, e di unire i cittadini europei con un comune sentimento di appartenenza. In un incontro con il primo ministro francese, Jean Castex, il presidente di Eda, Giuseppe Ambrosi, ha posto l’accento sul fatto che il settore caseario è fondamentale per concretizzare le ambizioni della presidenza francese. Prima di tutto perché è un protagonista assoluto dell’economia europea. Con una produzione annua di latte di circa 155 milioni di tonnellate (il 120% del fabbisogno dei 27 Paesi membri), l’Europa del latte è la prima fornitrice di latte e prodotti lattiero caseari del pianeta. In secondo luogo, perché se in Francia la trasformazione del latte dà lavoro a 56.500 persone, nei 27 Paesi gli occupati diventano più di 300mila. Infine, perché l'industria lattiero-casearia gioca una partita importante nell'attuale emergenza climatica, con la sostenibilità ambientale, economica e sociale che rappresentano il baricentro della sua strategia di crescita.
LA SHELF-LIFE DEI PRODOTTI ALIMENTARI
EDA INCONTRA FRANS TIMMERMANS, VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE UE Il primo vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Frans Timmermans, ha recentemente visitato un allevamento belga che consegna il latte alla Laiterie des Ardennes, accompagnato dal segretario dell'Eda, Alexander Anton. L’incontro ha permesso di parlare di sostenibilità e di sottolineare che è necessario giungere a una metodologia di misurazione dell’impatto ambientale armonizzata, che sia collegata, però, al valore nutritivo e alla qualità degli alimenti. Commentando l’incontro, Giuseppe Ambrosi, presidente di Eda, ha espresso parole di apprezzamento per la sensibilità mostrata dal rappresentante della Commissione: “C’è disponibilità a uno scambio di opinioni con la nostra lactosphère. Continueremo a portare avanti il dialogo con molti argomenti convincenti.”
Eda ha partecipato alla recente consultazione della Commissione sulla durabilità degli alimenti. Le imprese del settore – ha sostenuto l’associazione europea – stanno facendo molto per prevenire e ridurre gli sprechi alimentari, lungo tutta la filiera. Bisogna quindi concentrarsi su alcuni aspetti fondamentali per fare ulteriori passi avanti. Innanzitutto, l’etichettatura degli alimenti deve essere facile e comprensibile, per favorire il raggiungimento di vari obiettivi: riduzione degli sprechi alimentari, miglioramento della dieta, cambiamento del sistema alimentare. Occorre poi aiutare i consumatori ad assumersi le proprie responsabilità, fornendo loro strumenti e informazioni pertinenti, rispettando le differenze tra le diverse regioni europee. I nuovi approcci devono anche essere volontari e fattibili per le imprese e per tutti gli operatori della filiera alimentare, non richiedere costi aggiuntivi e non avere un impatto negativo sulla società o sull'ambiente. È opportuno, quindi, che le proposte della Commissione siano accompagnate da una campagna educativa efficace, fondamentale per il miglioramento della comprensione.
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UN’INDUSTRIA RESILIENTE di Chiara Fabrizi
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a Federazione Internazionale del Latte ha aggiornato il quadro di mercato in 18 Paesi del mondo, che rappresentano oltre la metà della produzione globale di latte e una quota ancora maggiore del commercio internazionale. Nel secondo anno della pandemia di Covid-19, l’industria lattiero-casearia ha dimostrato una notevole resilienza, nonostante le numerose sfide. Per quanto riguarda la produzione di latte, il tasso di crescita più frequente si è attestato sullo 0,5 %, con un intervallo compreso tra -2,4 % e +6 per cento. La crescita è stata rallentata nella maggior parte dell’Europa, in Sud Africa e India, mentre si è registrata una forte crescita in Nord America, Nuova Zelanda e Irlanda. Il mercato mondiale è stato molto influenzato dall’evoluzione pandemica, con una riduzione dei pasti consumati fuori casa per restrizioni governative. Nel 2021, la maggior parte dei Paesi ha allentato o eliminato le restrizioni e i consumatori si sono risposizionati verso modelli di consumo pre-pandemici. In generale, ciò avrebbe favorito una ripresa delle vendite di prodotti lattiero-caseari come i formaggi, comuni nei menù dei ristoranti, ma avrebbe danneggiato prodotti, come le bevande a base di latte, il cui consumo è maggiore a livello domestico. Il consumo totale di prodotti lattiero-caseari nel mondo rimane stabile, ma con alti e bassi per alcune tipologie specifiche di prodotto. Sebbene molti Paesi stimino un ritorno a modelli di consumo con volumi paragonabili a quelli pre-pandemici, è ampiamente
previsto che il ritorno a consumi normali non sarà imminente. Formaggi e creme hanno goduto di una crescita nella maggior parte dei Paesi. Diminuzioni più comuni sono state osservate nei latti e nelle polveri per bevande. Il commercio globale di prodotti lattiero-caseari è cresciuto, nonostante gli enormi problemi di gestione delle catene di approvvigionamento. I messaggi del marketing Sul fronte del marketing, le aziende hanno continuato a puntare su temi familiari, sui benefici per la salute, sulla dieta equilibrata e anche sulla versatilità o il piacere che deriva dal consumo dei prodotti lattiero-caseari. Significativa la comunicazione dedicata al valore dei prodotti lattierocaseari per neonati e bambini. Sempre più spesso, gli esperti di marketing si concentrano sul ruolo e le risposte che i prodotti lattiero-caseari possono offrire alle preoccupazioni sociali più comuni, come la sostenibilità ambientale ed economica.
Inoltre, l’attenzione agli standard di qualità della produzione lattiero-casearia è sempre più al centro della comunicazione, con il tema chiave della sicurezza alimentare. Si confermano quindi alcuni temi storici e talune new entry: ambiente, centralità dei prodotti lattieri nella dieta quotidiana delle famiglie, salute e benessere animale. Sebbene i modelli di marketing siano tornati a quelli pre-pandemici, in tema di prospettive di mercato, la pandemia e altri fattori come i cambiamenti climatici continuano ad avere un impatto sulla produzione e sui consumi. Il settore mostra fiducia per una continua evoluzione verso la normalizzazione delle vite e dei mercati. Gli ultimi due anni sembrano aver dimostrato la capacità di adattamento e di risposta del sistema a sfide straordinarie, dimostrando anche che i prodotti lattiero-caseari sono una scelta fondamentale nella dieta della maggior parte dei consumatori.
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VALUTAZIONE DEI PROBIOTICI: AGGIORNATA LA GUIDA FIL I probiotici sono ceppi microbici specifici definiti come “microrganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio per la salute dell’ospite”. Nel 2002, una consultazione congiunta FAO/ OMS di esperti sulla valutazione della salute e delle proprietà nutrizionali dei probiotici negli alimenti ha proposto la prima linea guida per la valutazione di questi batteri negli alimenti. Uno dei punti cardine era l’utilizzo di una tassonomia accurata del microrganismo e la sua identificazione a livello di ceppo. L’identificazione del ceppo dovrebbe essere effettuata utilizzando un metodo genetico riproducibile o un tratto fenotipico unico. A tale scopo sono disponibili vari metodi di digitazione con caratteristiche tecniche, costi e fattibilità differenti. Sebbene il sequenziamento dell’intero genoma (WGS) stia progressivamente sostituendo l’elettroforesi su gel in campo pulsato (PFGE) come standard di riferimento per l’identificazione dei ceppi nella ricerca e nei campi clinico, farmaceutico, alimentare, dei mangimi e industriale,
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tale metodica non è ancora completamente accessibile a tutti i laboratori per il costo e/o la competenza tecnica richiesta. A seconda dello scopo dell’identificazione, il sequenziamento dell’intero genoma non è sempre necessario. Ad esempio, l’analisi di routine per il controllo della qualità dei prodotti alimentari probiotici richiede tecniche ad alta produttività in un breve lasso di tempo. Con il nuovo Bollettino 5513/2021 “Identificatio of Probiotics at the strain level – Guidance Document”, la Federazione ha predisposto un aggiornamento del Bollettino 462, pubblicato nel 2013, che presenta e confronta i diversi metodi di tipizzazione disponibili per i ceppi probiotici in termini di capacità e limiti di utilizzo per l’identificazione a livello di ceppo.
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PARMALAT, TUTTO IL BUONO DEL LATTE Da oggi Parmalat dà più valore al suo latte classico di sempre, arricchendolo con la vitamina D. Questa preziosa vitamina contribuisce al normale assorbimento e utilizzo del calcio, ai suoi normali livelli nel sangue e al mantenimento di ossa e denti normali. La vitamina D contribuisce anche alla normale funzione del sistema immunitario e in molti altri processi dell’organismo. Tutto questo, mantenendo il buon gusto di sempre del miglior latte selezionato.
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ATTUALITÀ
FONDAZIONE DANONE COMPIE 30 ANNI E LANCIA UN MANUALE PRATICO SUL CAREGIVING
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stituto Danone è impegnato da decenni in azioni mirate a migliorare il binomio nutrizione e salute. Di recente, la Fondazione Istituto Danone ha compiuto 30 anni e, per celebrare questo importante traguardo, ha deciso di rilanciare il proprio impegno nella promozione del sapere scientifico presentando la pubblicazione: “Caregiving manuale pratico per chi assiste l’anziano”, dedicato al valore umano e sociale dell’assistenza agli anziani e al supporto di chi si impegna in questa attività. Nel corso dell’evento per i trent’anni della Fondazione si è discusso come interpretare il presente per rispondere alle sfide del futuro. Fra queste, a rivestire un ruolo di primo piano è la nutrizione sostenibile, che rappresenta la perfetta sintesi di diversi aspetti, profondamente interconnessi, sui quali il mondo attuale è chiamato a confrontarsi: salute, ambiente, economia e società. In questo senso, Fondazione Istituto Danone vuole promuovere un concetto olistico di “alimentazione sostenibile”, allargando l’orizzonte della ricerca dalla salute delle persone a quella del pianeta. All’evento, celebrato nel campus dell’Università Cattolica di Santa Monica, sono intervenuti quattro giovani ricercatori che, supportati dalla Fondazione, hanno indagato i quattro ambiti della sostenibilità, per individuare le linee d’azione che i decisori politici possono intraprendere per tutelare la salute delle persone e il benessere del pianeta. “Le sfide future della salute e dell’alimentazione rispecchiano sempre più la necessità di evolvere in chiave sostenibile
gli stili di vita e le abitudini di consumo. Fondazione Istituto Danone segue con attenzione e si impegna a sostenere e valorizzare i progetti di giovani ricercatori, a nostro modo di vedere gli interpreti più attenti di questo cambiamento”, ha affermato Fabrizio Gavelli, presidente di Fondazione Istituto Danone, illustrando l’intenzione di allargare il concetto di ricerca sull’alimentazione sostenibile, dalla salute delle persone a quella del pianeta. Il manuale risponde alle sfide del presente, di una società che invecchia sempre più, in cui il ruolo di chi assiste è sempre più indispensabile. Hanno curato il volume Lorenzo Morelli, professore ordinario di microbiologia e presidente del comitato scientifico di Fondazione Istituto Danone, Andrea Ghiselli, specialista in medicina interna e presidente della Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione, Michelangelo Giampietro, specialista in medicina dello sport e in scienza dell’alimentazione e docente di Scuola dello Sport, Sport e Salute SpA-Roma e Mariangela Rondanelli, specialista in endocrinologia e scienza dell’alimentazione e direttore della scuola di specializzazione in scienza dell’alimentazione dell’università di Pavia. L’opera ha riscosso l’apprezzamento della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria – SIGG. La prefazione è a cura di Elena Bonetti, ministra per le Pari opportunità e la Famiglia. La gestione corretta e attenta della quotidianità dell’anziano è cruciale per garantirgli un sostegno umano e psicologico, oltre che fisico: grazie alla semplicità del linguaggio
e all’ausilio di immagini, il manuale vuole essere uno strumento pratico, snello ed accessibile a tutti i caregiver, per supportarne il prezioso lavoro. Al tempo stesso, il testo garantisce garantisce il rigore scientifico e l’autorevolezza necessari a spiegare come accompagnare e assistere l’anziano, con indicazioni che vanno dall’adozione di uno stile di vita sano che unisca una corretta alimentazione ad attività motoria regolare, alla cura della sfera psicologica, fino all’attenzione verso le fragilità fisiche. Il manuale si compone di tre parti: il volume principale propone indicazioni concrete che vanno dall’osservazione attiva delle condizioni psicofisiche dell’anziano all’importanza di una corretta alimentazione e di una costante e controllata idratazione, puntando sull’importanza di mantenersi attivi con il corpo e la mente, ma anche sulla cura della persona e del suo ambiente. A questo si affiancano un libro di ricette specifiche per il fabbisogno nutrizionale dell’anziano e un fascicolo di esercizi fisici dedicati sia all’anziano che al caregiver.
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ATTUALITÀ_NEWS IL “TIRAMISÙ PIÙ BUONO D’ITALIA” DI GALBANI HA IL SAPORE DELLA SOLIDARIETÀ Si è svolto l’11 dicembre scorso, all’interno del Villaggio delle Meraviglie di Milano, l’evento “Il Tiramisù più buono d’Italia”, organizzato da Galbani per raccogliere fondi a favore di 8 associazioni attive in ambito sociale: Adsint, Banco Alimentare, Caritas Ambrosiana, Emergency, Legambiente, Lilt, Centro Clinico NeMo e Vidas. Durante la manifestazione sono state distribuite 2.000 porzioni del celebre dolce realizzato dai volontari delle Onlus coinvolte, guidati dal pastry chef Damiano Carrara, per l’occasione affiancato dagli
altri conduttori Benedetta Parodi, Marco Maccarini, Katia Follesa e Giulia Penna. I contributi offerti dal folto pubblico che ha gustato il tiramisù, insieme ai 30.000 euro devoluti da Galbani, saranno destinati ai progetti sviluppati sul territorio dalle organizzazioni che hanno partecipato all’iniziativa. “Con questo evento abbiamo scelto di coinvolgere e sostenere diverse realtà associative che, a vario titolo, si occupano dei bisogni delle persone. L’obiettivo era
celebrare con loro il gusto di collaborare per realizzare qualcosa di buono e di importante per la collettività ha affermato Mauro Frantellizzi, Direttore Marketing di Galbani Cheese -. ‘Il Tiramisù più buono d’Italia’ rafforza il nostro storico impegno sociale, in continuità con il progetto #Tiriamocisù, con il quale nel 2020 abbiamo dato un sostegno alle persone in difficoltà durante la pandemia”. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con Officine Buone, onlus con cui Galbani lavora da tempo.
DANONE AMPLIA LA GAMMA DEI PRODOTTI HIPRO HiPRO, il brand che Danone ha lanciato nel 2019 per il target degli sportivi e degli appassionati di fitness, allarga il range di prodotti ad alto contenuto proteico con due referenze al cucchiaio, pensate per le più svariate occasioni di consumo nell’arco della giornata, e un maxi formato bianco da 480 g. Entrambi i nuovi lanci sono ricchi di proteine del latte, le proteine del siero del latte e la caseina: fonti di aminoacidi essenziali, contengono anche aminoacidi ramificati (Bcaa) come la lisoleucina, la leucina e la valina, molto importanti per stimolare la sintesi proteica anche a livello muscolare. HiPRO è uno yogurt magro colato, dalla consistenza
densa e cremosa. Ogni vasetto contiene 15 g di proteine per 160 g di prodotto ed è caratterizzato dall’essere privo di grassi e zuccheri aggiunti, coloranti e conservanti. Tra gli ingredienti, il lattosio è inferiore a 0,5 g/100 g. I due nuovi gusti, vaniglia e cocco, si affiancano alle varianti già presenti sul mercato: mirtillo e banana&peanut butter. Infine, HiPRO bianco 480 g è realizzato con latte, fermenti e un processo di ultrafiltrazione che permette di concentrare le proteine (ogni vasetto ne contiene 48 g) aumentando la cremosità. Si tratta di un prodotto versatile, che può essere utilizzato per ricette sia dolci che salate.
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PARMIGIANO REGGIANO DOP APPROVATO IL BILANCIO PREVENTIVO 2022 L’Assemblea plenaria dei consorziati del Parmigiano Reggiano, tenutasi lo scorso 15 dicembre a Parma, ha approvato il bilancio preventivo 2022. I ricavi salgono a 56 milioni di euro (contro i 51,8 del 2021 e i 38,4 del 2020), di cui 31 milioni sono stati riservati alle attività di marketing e comunicazione, il cui obiettivo è sostenere la domanda in Italia e all’estero. In particolare, sono stati destinati ai mercati internazionali 11,9 milioni di euro (contro i 9 milioni del 2021). I restanti 19,1 milioni finanzieranno attività orizzontali, lo sviluppo del marchio e la campagna pubblicitaria in Italia. “Il biennio 2020-2021 è stato segnato dalla pandemia, che ha portato stravolgimenti e incertezze impreviste – ha affermato il presidente del Consorzio Nicola Bertinelli nel discorso introduttivo -. Dal punto di vista del mercato e della produzione, la filiera ha risposto bene a questa fase. Nel 2020, nel pieno della crisi sanitaria, il mercato ha premiato il Parmigiano Reggiano con una crescita importante sia all’estero (+10,7%), sia in Italia (+7,9%). Nel 2021 questi risultati sono stati consolidati: un dato forse ancor più importante dell’exploit
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del 2020, visto che in molti prevedevano il ritorno alle condizioni di mercato pre-pandemia. Tale performance riflette tanto gli effetti delle scelte del passato, quanto l’azione dei nuovi interventi e investimenti nell’area dello sviluppo della domanda di mercato e del valore del marchio”. Il Consorzio riparte con una strategia che poggia su tre pilastri: creazione di nuovi spazi di mercato, riduzione a 6 euro/forma (dai 7 euro deliberati dall’Assemblea a fine 2020 per gli anni 2022, 2023 e 2024) del contributo ordinario per i produttori e un nuovo accordo per la Regolazione dell’Offerta 2023-25. Due le novità più importanti dell’intesa: il consolidamento, senza ulteriori aumenti, della produzione di fine 2021, e la generazione e distribuzione di nuove Quote Latte Parmigiano Reggiano agevolate per circa 1,8 milioni di quintali (gratuite e a prezzi agevolati), finalizzate a ridurre il livello di splafonamento, e quindi di contribuzione economica aggiuntiva, per gli allevatori che rispetteranno i criteri specifici di non aumento produttivo. Proseguono, infine, gli investimenti sul benessere animale e sostenibilità della filiera e sulla qualità del prodotto.
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ATTUALITÀ _NEWS IL GRUPPO BRAZZALE RICEVE IL “PREMIO THIENE” 2021 L’amministrazione comunale della città veneta ha assegnato al gruppo Brazzale il “Premio Thiene”, assegnato ogni anno al soggetto o istituzione che abbia guadagnato la gratitudine della comunità per il proprio operato in ambito culturale, sociale ed economico. “Azienda di antica tradizione familiare, ha saputo conquistare un ruolo leader nel settore della produzione casearia, coniugando la genuinità del prodotto, la promozione di un welfare volto a sostenere nei dipendenti la famiglia, la natalità e il rispetto dell’ambiente con l’innovazione tecnologica più avanzata proiettata al futuro, in una politica di internazionalizzazione ed export del brand italiano mai disgiunta dall’attenzione al territorio d’origine e al suo tessuto sociale”, si legge nella motivazione del premio. È stato proprio il ruolo di Thiene nel commercio e nell’industria dei formaggi a spingere gli antenati degli odierni fratelli Brazzale a scendere, alla fine dell’Ottocento, dall’altopiano di Asiago alla vicina Zanè, dove
ancora oggi sorge il quartier generale del gruppo. Quello fra la città e l’azienda casearia è dunque un rapporto di lungo corso, fatto di vicinanza non solo geografica, e di svariate iniziative in molti settori. L’azienda, infatti, sostiene attività sportive, musicali, educative, sociali e parrocchiali. “Concepiamo l’impresa innanzitutto come una comunità di persone – ha commentato Roberto Brazzale, ritirando il premio insieme ai
fratelli Gianni e Piercristiano – e questo ci ha portati da tempo a introdurre importanti sostegni alla procreazione, attraverso l’erogazione di una mensilità di premio per i dipendenti genitori di nuovi nati e la possibilità di prolungare fino a un anno i congedi parentali. Il ruolo dell’impresa nella comunità locale può e deve andare oltre la funzione di creazione di ricchezza e occasione di lavoro”.
SACCO ACQUISISCE LA MAGGIORANZA DI SYNBIOTEC Sacco, azienda storica biotech specializzata nella ricerca e produzione di batteri lattici e probiotici per l’industria alimentare, nutraceutica e farmaceutica, ha acquisito la maggioranza dell’azienda Synbiotec, spin-off dell’Università degli Studi di Camerino, specializzata nella ricerca e sviluppo di probiotici per applicazioni nella nutrizione umana e animale. Numerose sono le potenziali sinergie tra le due società; entrambe hanno l’obiettivo strategico di contribuire a migliorare Il benessere dell'uomo e degli animali attraverso lo studio, la ricerca e lo sviluppo di ingredienti e processi naturali e l’impegno a fornire ceppi batterici probiotici con i più alti livelli di qualità e innovazione, rispondendo in modo sempre adeguato alle richieste di un mercato in continua evoluzione. “Siamo certi che la sinergia esistente tra le due aziende, che da tempo si conoscono, e che con questa operazione si rafforza, porterà alla costituzione di un polo d’eccellenza
nell’industria italiana dei probiotici per la salute umana e animale, favorendo l’attività di ricerca, sviluppo e innovazione di nuovi prodotti a beneficio del benessere dei consumatori. In entrambe le società il capitale umano è fondamentale per il raggiungimento di nuovi e importanti traguardi”, afferma Martino Verga, amministratore delegato di Sacco Srl. “Siamo entusiasti di poter condividere la nostra esperienza di ricerca nei probiotici con un grande gruppo internazionale come Sacco. La forza della sua storia e della sua presenza globale ci consentirà di esplorare insieme nuove applicazioni per il mercato dei probiotici con l’intento condiviso di migliorare la salute e il benessere dei consumatori. La partecipazione del gruppo Sacco in Synbiotec è una grande opportunità per la nostra azienda e sono sicura ci aiuterà a crescere e ad affermarci”, conclude Maria Cristina Verdenelli, Presidente e Socia Fondatrice di Synbiotec.
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ACCORDO SUL PEGNO ROTATIVO TRA BANCA MPS E CONSORZIO DEL FORMAGGIO MONTASIO Banca Monte dei Paschi di Siena e Consorzio per la Tutela del Formaggio Montasio hanno stretto un accordo per il pegno rotativo sui prodotti lattiero-caseari Dop. L’intesa avrà una ricaduta positiva sulle imprese del territorio della denominazione, che comprende il Friuli-Venezia Giulia e il Veneto, nelle province
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di Belluno, Treviso, Padova e Venezia. La collaborazione è finalizzata a sostenere il processo di valorizzazione della produzione del formaggio Montasio, nell’attuale momento di grave crisi di liquidità delle imprese singole o associate, dovuta all’emergenza sanitaria ancora in atto. Il pegno rotativo sui prodotti
agricoli e alimentari Dop o Igp è uno strumento finanziario ormai rodato nel settore lattiero-caseario. Esso fornisce all’azienda l’opportunità di dare come garanzia i propri prodotti senza perderne il possesso, lasciando così la possibilità di svolgere sui beni vincolati le attività di manipolazione o stagionatura necessarie al perfezionamento del procedimento di produzione. Banca MPS potrà dunque concedere ai soci del Consorzio l’apertura di credito in conto corrente a revoca, mettendo a garanzia le giacenze delle forme di formaggio Montasio di proprietà del consorziato. Il valore dell’affidamento concesso è pari all’80% del valore del formaggio posto a garanzia. La convenzione ha una durata annuale.
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ATTUALITÀ _NEWS DALLE FILIERE DOP GRANA PADANO E COMTÉ NUOVE SOLUZIONI DI EFFICIENZA AMBIENTALE Sono stati presentati, in occasione di un evento online organizzato da oriGIn, i risultati preliminari del progetto Life TTGG (The Tough Get Going) riguardanti l'implementazione della metodologia Product Environmental Footprint (PEF) nelle filiere dei formaggi Dop Grana Padano e Comté, comprese le possibili azioni di mitigazione individuate per ridurre l'impatto ambientale. Nel progetto Life TTGG, attivo dal 2016, le due Dop casearie hanno aperto, prime in Europa, le porte a un’analisi su vasta scala. Nato dalla sinergia tra Consorzio Tutela Grana Padano, Politecnico di Milano, Università UCSC di Piacenza, Fondazione Qualivita, oriGIn, Enersem e CNIEL, il progetto ha visto impegnati 68 allevamenti, 20 stabilimenti lattiero-caseari, 20 stagionatori e 20 confezionatori soci del Consorzio Grana Padano Dop e 29 allevamenti, 19 caseifici e 5 stagionatori della filiera del Comté Dop. I risultati hanno evidenziato che la fase di produzione del latte crudo contribuisce per il 9092% al profilo ambientale del Grana Padano Dop, le fasi di caseificazione e confezionamento per il 6-7% e quelle di distribuzione e fine vita per il restante 2-3 per cento. Per la fase di produzione del latte crudo, gli hotspots riguardano l'acquisto di mangimi
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(34%), la produzione propria di mangimi (25%), la gestione del letame (16%) e la fermentazione enterica (12%). Per quella di trasformazione del latte, i fattori più impattanti sono stati il consumo di calore (34%) e di elettricità (26%). Nei prossimi mesi sarà realizzato un software di supporto alle decisioni ambientali che permetterà alle aziende produttrici di formaggi Dop di applicare la metodologia PEF per calcolare l’impronta ambientale dei loro prodotti confezionati e migliorare il sistema produttivo dal punto di vista ambientale ed economico.
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ATTUALITÀ _NEWS CASEIFICIO SOCIALE MANCIANO SEMPRE PIÙ GREEN CON IL NUOVO IMPIANTO A GNL Il Caseificio Sociale Manciano ha inaugurato un nuovo impianto per la produzione energetica a Gas naturale Liquefatto (GNL) a ridotto impatto ambientale, che alimenterà in maniera sostenibile una parte rilevante dei processi produttivi della struttura. L’intervento permetterà di ridurre drasticamente tutti gli inquinanti, a partire dalle emissioni di ossido di azoto e dalle polveri sottili. L’impianto è costituito da un serbatoio criogenico per la conservazione del gas naturale liquefatto a una temperatura media di -20 gradi, che alimenterà due caldaie a vapore per la produzione dei formaggi con una potenza di 3.000 kg di vapore/h. Il gas naturale liquefatto permette di produrre meno Co2 e polveri sottili, abbattendo il rischio di contaminazione ambientale su suolo, sottosuolo e falde acquifere. Il nuovo impianto conferma l’attenzione dell’azienda per l’ambiente e la sostenibilità. Dal 2014, infatti, parte dell’energia necessaria alla produzione proviene da un impianto fotovoltaico. Sul fronte delle acque, il Caseificio ha sempre utilizzato un sistema di depurazione sia all’interno dello stabilimento, sia per l’adiacente allevamento di suini. Dal 2016, inoltre, grazie al progetto ‘Stilnovo’ promosso dalla Regione Toscana con il coinvolgimento dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna, l’azienda sta lavorando sul miglioramento della fertilità dei terreni agrari e sulla sostenibilità del comparto agricolo a livello paesaggistico. “Uno dei nostri obiettivi è investire sempre di più sulla sostenibilità ambientale della nostra
produzione, mettendo al primo posto la tutela del territorio in cui siamo nati 60 anni fa e il benessere degli animali - afferma Carlo Santarelli, presidente del Caseificio Sociale Manciano -. Grazie al progetto Stilnovo stiamo introducendo pratiche innovative, sotto l’aspetto ambientale ed economico, per la gestione sostenibile delle risorse foraggere al fine di migliorare la produzione di latte, prolungare il pascolamento, aumentare la redditività delle aziende, garantire migliore sostenibilità al comparto agricolo e maggiore biodiversità”.
DUE NUOVI GUSTI INVERNALI NELLA LINEA MILA SKYR La linea Mila Skyr, specialità a base di latte prodotta dalla Cooperativa Mila secondo
un’antica ricetta islandese, senza aggiunta di aromi, si arricchisce con due gusti invernali: Mirtillo Nero e Stracciatella. Queste due referenze, dalla consistenza compatta e cremosa, coniugano una ridotta percentuale di grassi e un alto contenuto di proteine. Per questo sono pensate per chi segue un’alimentazione sana ed equilibrata e per le persone attive e sportive, alla ricerca di un’alternativa golosa al classico yogurt. Mila Skyr è realizzato con il Latte Fieno STG 100% dei masi
di montagna dell’Alto Adige, come indicato dal bollino sulla confezione. Si tratta di un prodotto di alta qualità e dal sapore intenso, proveniente da bovine nutrite solo con erba fresca, fieno e piccole quantità di cereali, rinunciando agli Ogm e agli insilati. A colazione, come spuntino energetico o come pasto sostitutivo dopo lo sport, Mila Skyr si propone come un prodotto versatile. La linea si compone di altre otto referenze: Bianco naturale, Albicocca, Fragola, Caffè, Vaniglia, Lampone, Cocco e Mango-Passion fruit.
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ATTUALITÀ _NEWS BURRATA AFFUMICATA: IL NUOVO LANCIO DI SABELLI Sabelli, storico caseificio marchigiano impegnato da quattro generazioni nella produzione di formaggi freschi, in vista delle scorse festività natalizie ha presentato la nuova variante affumicata della burrata, uno dei suoi prodotti più apprezzati. Formaggio fresco a pasta filata, con un cuore di panna e una consistenza morbida e cremosa, la burrata acquisisce nella nuova versione affumicata un sentore più intenso. L’affumicatura 100% naturale, realizzata con fumi di trucioli di legno di faggio, conferisce all'esterno del prodotto un colore ambrato e un sapore deciso, in contrasto con il suo cuore dolce e cremoso, ricco del latte proveniente principalmente dalla zona del Gran Sasso e dei Monti Sibillini. La pasta della burrata affumicata diviene più elastica rispetto alla variante tradizionale, presentandosi alla vista e al gusto in maniera ideale per essere gustata anche all’interno di preparazioni più elaborate. Sabelli l’ha proposta come “antipasto delle feste” in una preparazione che la accosta a cicoria ripassata, erbe di campo e pomodorini secchi, il tutto condito con un pizzico di pepe rosa e olio extravergine di oliva. “Sabelli è un’azienda di famiglia, che rispetta le tradizioni - spiega Simone Mariani, Ad di Sabelli Group - ma che desidera proseguire il suo percorso di crescita attraverso l’innovazione
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produttiva, arricchendo i suoi prodotti con referenze d’eccellenza, come la nuova burrata affumicata. La nostra è una passione per l’arte dei formaggi, preparati ancora ‘come una volta’, con artigianalità e accuratezza”. Sabelli è sinonimo di mozzarella ormai da un secolo. Era il 1921, infatti, quando Nicolangelo Sabelli aprì il suo primo caseificio insieme al figlio Archimede. L’azienda, che ha il suo headquarter ad Ascoli Piceno e rappresenta uno dei più importanti poli italiani proprio per la produzione di mozzarella, è una realtà industriale strutturata, che ha mantenuto lo spirito di impresa familiare coniugando la qualità dei prodotti con tecnologie e sistemi logistico-distributivi avanzati. Con 155.000 tonnellate di latte fresco lavorato all’anno, 4 siti produttivi, 8 piattaforme distributive e 500 tra dipendenti e collaboratori, Sabelli Group oggi è un player consolidato nel comparto dei formaggi freschi e leader di mercato nei segmenti burrata e stracciatella.
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ATTUALITÀ _NEWS ELETTO IL NUOVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA COOPERATIVA ASSEGNATARI ASSOCIATI ARBOREA L’assemblea dei soci della Cooperativa Assegnatari Associati Arborea ha eletto il nuovo Consiglio d’amministrazione. La nomina arriva al termine di un naturale confronto sul nuovo corso, atto ad affrontare le sfide di un mercato profondamente trasformato in seguito all’avvento della pandemia. Il nuovo CdA è composto da Remigio Sequi (Presidente), Francesco Arcai, Flavio Cenghialta, Valentino Fettamelli, Gianni Schiavon, Gianfranco
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Piga, Giorgio Rossi, Bruno Petucco, Francesco Passerò. Il primo impegno del rinnovato Consiglio è dare nuovo impulso al progetto di sviluppo avviato con successo negli ultimi anni, che ha permesso ad Arborea di essere percepito come un player di rilievo nazionale. Merito di accresciute capacità produttive, rapporti commerciali consolidati con i principali distributori, definizione di obiettivi di sviluppo nei singoli mercati, sia in Italia che all’estero. Il nuovo ciclo favorirà il ricambio generazionale per rafforzare il distretto agroalimentare regionale e costruire un futuro all’insegna dell’innovazione, in grado di preservare i valori e mantenere salde le radici nel proprio territorio di appartenenza. Arborea riunisce 200 aziende agricole ed è presente nel mercato con i marchi Arborea–L’isola felice delle mucche, Girau Fattorie di Sardegna, S.Ginese.
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ATTUALITÀ _NEWS PECORINO ROMANO DOP: L'ASSEMBLEA DEI SOCI DEL CONSORZIO APPROVA LA MODIFICA DEL DISCIPLINARE L’assemblea dei soci del Consorzio di tutela del Pecorino Romano ha votato all’unanimità dei presenti, in rappresentanza del 90% dei produttori, le nuove regole del disciplinare di produzione che, tra le varie prescrizioni, prevedono la lista delle razze ammesse alla produzione del latte destinato alla Dop. Gli allevatori che vorranno conferire latte da destinare alla Dop Pecorino Romano dovranno riconvertire entro i prossimi sette anni i propri allevamenti, nel caso siano presenti razze estranee a quelle indicate nel disciplinare. Gli allevatori che decideranno di non farlo, alla scadenza dei sette anni dalla pubblicazione del disciplinare non potranno più destinare il latte alla produzione di Pecorino Romano Dop.
Le razze ammesse e inserite nel disciplinare di produzione, sono: razza Sarda, compresa la sub-popolazione nera di Arbus, razza vissana, razza sopravissana, razza comisana, razza massese, razza pecora dell’Amiata. “L’assemblea ha trovato una soluzione condivisa da tutti i presenti e che fa sintesi fra le diverse posizioni”, sottolinea il presidente del Consorzio Gianni Maoddi. “I sette anni previsti per la riconversione assicurano a tutti gli operatori il tempo necessario per
organizzarsi, in primo luogo agli allevatori”. La decisione dell’assemblea sarà ora sottoposta al vaglio del Mipaaf, con cui sarà immediatamente avviata l’interlocuzione e che dovrà dire l’ultima parola sul nuovo disciplinare votato dai soci.
GORGONZOLA DOP: CRESCONO ANCHE NEL 2021 PRODUZIONE (+3,11%) ED EXPORT (+5,4%) Anche nel 2021 la produzione di Gorgonzola Dop ha registrato un andamento molto positivo. Sono state 5.258.828 le forme prodotte da gennaio a dicembre 2021, con un aumento del 3,11% rispetto al 2020, pari a 158.405 forme in più. La crescita, costante dal 2008, fa registrare nell’anno che si è appena concluso un aumento più che raddoppiato rispetto al confronto tra i due anni precedenti. L'incremento riguarda tutto il territorio consortile, a cavallo tra Lombardia e Piemonte, con le province piemontesi che raccolgono anche nel 2021 oltre due terzi della produzione. Il 13% della produzione totale è stato destinato al Gorgonzola Dop Piccante, che fa registrare così un aumento del 18,81% rispetto al 2020. Dati incoraggianti anche per quanto riguarda le esportazioni: da gennaio a
settembre 2021, oltre 1 milione 500mila forme hanno varcato i confini italiani (1.507.416), con un aumento del 5,4% rispetto allo stesso periodo del 2020. L’Ue si conferma il principale mercato per il Gorgonzola Dop, con la Germania primo Paese importatore (429.435 forme al settembre 2021), seguita dalla Francia (342.876) e dalla Spagna (96.895). Continua il crollo, pari al 42% nei primi nove mesi del 2021, delle esportazioni verso il Regno Unito. Nel resto del mondo, gli Stati Uniti diventano il primo Paese per volume di export con 24.095 forme importate (+29,80%), collocandosi sopra al Giappone (22.908) e all’ Australia (22.154). Molto interessanti gli incrementi a tre cifre di Paesi come Norvegia, Cina, Hong Kong, Singapore, Messico e Repubblica Dominicana.
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ATTUALITÀ _LIBRI CIBO E IDENTITÀ
E-COMMERCE FOOD
Nel libro “Cibo e identità. L’identità nell’epoca della sua riproducibilità gastronomica” (Eris editore, 64 pagine), Serena Guidobaldi propone un’analisi originale su un tema condizionato dall’invasiva retorica della “food experience”, che ci fa consumare cibi sempre più basati su una falsa memoria. Secondo l’autrice, troviamo ovunque narrazioni sul cibo tradizionale e genuino, sulle ricette “della nonna”, mentre i “prodotti dell’identità”, di cui rimarchiamo provenienza e autenticità, sono venduti in luoghi anonimi e omologati. E alla passione ritrovata, causa pandemia, per la cucina fa riscontro l’aumento dei cibi pronti nei supermercati e delle consegne a domicilio.
Lo shopping online di prodotti alimentari da anni sta registrando interessanti tassi di crescita. Tuttavia, a farlo decollare a tutti gli effetti è stata la pandemia da Covid-19, che ha segnato il definitivo superamento di un vero e proprio gap culturale. Ecco perché, oggi più che mai, un’azienda del settore agroalimentare non può ignorare l’e-commerce: un canale che peraltro richiede competenze e preparazione specifiche. Lo conferma Marco Biasin in “E-commerce Food. Tutto quello che devi sapere per vendere online nell’agroalimentare” (Dario Flaccovio editore, 232 pagine, prefazione di Enrico Pandian), illustrando come approcciare al meglio le logiche e le tecniche della vendita online in campo alimentare. Anche attraverso l’analisi di alcuni casi di studio e l’esperienza diretta maturata con FruttaWeb, Biasin invita a scoprire cosa fare e, non meno importante, come evitare investimenti sbagliati in progetti perdenti.
MENU RISORGIMENTO L’unità d’Italia non poteva non avere un risvolto culinario. È quello che ritroviamo in “Menu Risorgimento, l’Unità d’Italia in cucina” (Linkiesta, 144 pagine), che rievoca il pranzo imbandito nel 1911, sotto l’alto patronato del Re, in occasione dei festeggiamenti per il 50° anniversario dell’Unità d’Italia. Lo storico ristorante torinese Del Cambio, con l’ausilio del suo chef Matteo Baronetto, ha replicato le ricette che all’epoca venivano servite agli ufficiali del regio esercito impegnati nelle gare nazionali di tiro a segno. Non si tratta, ad ogni modo, di un libro di cucina convenzionale. La ricostruzione della storia di tutte le ricette, infatti, ha permesso agli autori di scoprire che, dietro quelle portate prelibate, si nascondevano prese di posizione politiche, storie d’amore, pesanti invettive e un po’ di massoneria. Insomma, come trasformare un menu in un grande manifesto del Risorgimento. Il volume è nato in seno al collettivo Cougnet, di cui fanno parte Samanta Cornaviera, Anna Prandoni, Gaia Menchicchi e Giandomenico Frassi, con testi di Alberto Capatti, Samanta Cornaviera, Fabio De Vivo, Andrea Martina Di Lena, Elisa Motterle. Le ricette sono dello chef Matteo Baronetto.
STORIA DELLA PASTA IN DIECI PIATTI Un viaggio sorprendente e appassionante nella storia gastronomica d’Italia, attraverso dieci primi piatti di pasta che rappresentano altrettante “icone”: dalle fettuccine Alfredo agli spaghetti al pomodoro, dall’amatriciana alla carbonara, dai tortellini alla bolognese alle lasagne, per citarne solo alcuni. È quello che propone Luca Cesari in “Storia della pasta in dieci piatti. Dai tortellini alla carbonara” (Il Saggiatore, 344 pagine), frutto di una certosina ricerca condotta consultando le fonti più disparate, dagli antichi ricettari ai vecchi film. Il risultato è un racconto collettivo ricco di notizie e aneddoti che pochi conoscono. A cominciare da quello che vede protagoniste le fettuccine del ristoratore romano Alfredo, che i divi del muto Mary Pickford e Douglas Fairbanks resero popolarissime in America. Non mancano le ricette storiche, come quella per la preparazione dei tortellini cinquecenteschi. A conferma che la pasta è parte integrante della nostra storia.
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ECONOMIA
LO YOGURT SI PREPARA A SUPERARE QUOTA 100 MILIARDI DI DOLLARI LO PREVEDE UN RAPPORTO DI INNOVA MARKET INSIGHTS, DEDICATO A QUESTO PREZIOSO ALIMENTO, CHE HA VISTO CRESCERE I CONSUMI IN TUTTO IL MONDO. FORTE L'INTERESSE PER I PRODOTTI HEALTHY E CON BENEFICI AGGIUNTIVI di Andrea Modiani
L
o yogurt piace sempre di più. E il suo è un successo di dimensione globale, perché interessa tutti i continenti. È quanto emerge da un report realizzato da Innova Market Insights, che analizza l’evoluzione del mercato mondiale dello yogurt, in tutte le sue declinazioni, delineandone anche gli assi dello sviluppo futuro. Il punto di partenza è l’analisi
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ECONOMIA della situazione mondiale. essere messa sotto i riflettori. di "indulgence" in chiave In media il 57% dei La salute è un elemento "healthy" e con un approccio consumatori mondiali acquista trainante per l’innovazione innovativo, aperto al mondo yogurt regolarmente, anche se di prodotto e per il futuro dei prodotti vegetali. Una i tassi dei singoli Paesi variano di questo mercato, con tendenza che si sta spostando dal 32% dell’Indonesia al 78% particolare riferimento oltre l'Asia, della Spagna. a fattori aggiunti dove i gusti Pur trattandosi di un alimento di benessere vegetali e salati molto diffuso, c’è ancora ampio come i probiotici, il in categorie margine per un aumento dei supporto immunitario alimentari consumi. Lo conferma anche il e i benefici per tradizionalmente le vendite a valore dato relativo al 2020, periodo la digestione. Il più dolci in Asia, il mercato in cui il 29% degli intervistati contenuto di proteine sono già ben più importante da Innova Market Insights e fibre rimane consolidati. ha aumentato i consumi di importante, insieme Verdure come yogurt, in gran parte per motivi alla riduzione di la barbabietola legati alla salute. Nello stesso zuccheri e grassi e alle e la carota sono ampiamente periodo, per il 60% sono formulazioni free-from. utilizzate per colorare i rimasti stabili e La ricerca indica preparati a base di yogurt, ma solo per l'11% sono anche che i vengono selezionate sempre diminuiti. consumatori più come sapori principali, Con il 43% delle sarebbero disposti insieme a prodotti e ingredienti vendite di yogurt a pagare di più per di provenienza locale e a valore, l'Asia prodotti che danno regionale. dei consumatori è il mercato più benefici aggiuntivi ha aumentato rilevante e registra alla salute. il consumo di yogurt la crescita maggiore. Considerando Non a caso, a che il 20% degli Oriente troviamo i primi due intervistati, quando acquista lo Paesi del ranking in termini di yogurt, si dichiara influenzato valore, con la Cina nel ruolo di da claim quali "prodotti indiscusso leader e il Giappone con ingredienti autentici” e al secondo posto, davanti a "naturali", si può prevedere Brasile e Stati Uniti. che formulazioni semplici e Il report di Innova Market clean label continueranno a Insights analizza anche il rappresentare un'area focus segmento dei prodotti a per le aziende del settore. base vegetale: il 22% dei Altri sviluppi potenzialmente consumatori a livello globale interessanti per i nuovi prodotti acquista quelli da bere, vanno ricercati nell'ambito mentre il 25% predilige quelli sensoriale, attraverso al cucchiaio. Quest’ultima lo sviluppo di nuove categoria rappresenta la più combinazioni di sapori vivace in termini innovazione, e il miglioramento con una crescita media del della texture e 9,6% del lancio di nuovi della palatabilità, prodotti negli ultimi 5 anni in particolare fino al terzo trimestre 2021. per le opzioni A guidare l'innovazione nel “low”, “light” mondo degli yogurt sono valori e per quelle a condivisi, come l’attenzione base vegetale. a mettere in evidenza il I gusti di frutta biologico, la filiera, l'etichetta dominano i lanci pulita e l’origine delle materie a livello globale e, prime. Per i prodotti dairy allo stesso modo, sono sempre più importanti sono sempre più anche le questioni relative al popolari i prodotti benessere animale, mentre assimilabili all’area di per quanto riguarda i prodotti dolci e dessert, capaci vegetali è la sostenibilità a di soddisfare il bisogno
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ECONOMIA
CINA, MERCATO PROMETTENTE I DATI DEL 2020 CONFERMANO IL TREND POSITIVO DELL'IMPORT DI FORMAGGI ITALIANI, CHE HA SEGNATO UNA CRESCITA A DUE CIFRE, MOSTRANDO UNA PARTICOLARE PREFERENZA PER LA CATEGORA DEI FRESCHI di Andrea Stretti
I
l consumo complessivo di formaggi in Cina ammonta a circa 209mila tonnellate, con un balzo del +23% sui livelli del 2019. Le importazioni, così come rilevate dalle dogane cinesi, pesano per quasi il 70%: quasi due terzi dei formaggi consumati nel Paese sono dunque di provenienza estera. La presenza italiana è sicuramente di nicchia, con una quota sui consumi pari al 2,6%, ma i dati sulle importazioni dall’Italia raccontano di un flusso di prodotto italiano in significativa espansione nel primo anno della pandemia. A volume, infatti, senza considerare Hong Kong, la
Cina ha segnato +11,3% di import di formaggi dall’Italia. Hong Kong – che, avendo una contabilità doganale autonoma, viene tenuta distinta in questa analisi dal resto del Paese – ha fatto registrare invece +17,1%. La crescita nel 2020 è stata trainata soprattutto dalla categoria dei freschi, rilevati in aumento su entrambe le destinazioni. Anche grattugiati e fusi hanno contribuito, sebbene qui in modo speculare. L’import di grattugiati nel “resto della Cina” infatti è migliorato (+18,2% sul 2019), mentre è diminuito da parte di Hong Kong.
Il contrario è avvenuto sul fronte fusi (+173,6% su Hong Kong). Cali significativi, soprattutto nel resto della Cina, hanno interessato infine la categoria dei duri, semiduri e altri (HS 040690). Queste dinamiche si ripetono anche a valore. Confrontando i due parametri, tuttavia, emerge una crescita del valore complessivamente più contenuta, che sui freschi ad Hong Kong si fa addirittura negativa rispetto a variazioni in volume, come si è visto, positive. Si è assistito, quindi, a un deprezzamento generale dell’import nel primo anno di pandemia.
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ECONOMIA HONG KONG: L'IMPORT CASEARIO DALL'ITALIA (ANNO 2020)
FORMAGGI di cui FRESCHI GRATTUGIATI FUSI ERBORINATI DURI, SEMIDURI E ALTRI
VAR. 2020/2019 VAR. GEN-SET '21 / GEN-SET '19
TONNELLATE
VAR. 2020/2019
VAR. GEN-SET '21/ GEN-SET '19
MLN DI EURO
1.214
+17,1%
+59,2%
8,6
+6,2%
+28,2%
395 75 383 361
+6,8% -26,5% +173,6% -15,1%
+53,3% +35,3% +252,6% +7,4%
3,1 0,6 2,5 2,4
-1,1% -29,3% +136,8% -21,8%
+23,2% +26,5% +192,4% -20,4%
Elaborazioni Assolatte su dati ITC (International Trade Center)
RESTO DELLA CINA: L'IMPORT CASEARIO DALL'ITALIA (ANNO 2020)
FORMAGGI di cui FRESCHI GRATTUGIATI FUSI ERBORINATI DURI, SEMIDURI E ALTRI
VAR. 2020/2019 VAR. I SEM '21/ I SEM '19
TONNELLATE
VAR. 2020/2019
VAR. I SEM '21/ I SEM '19
MLN DI EURO
4.238
+11,3%
+121,6%
22,4
+7,1%
+111,8%
2.089 227 317 8 1.597
+217,5% +18,2% -9,2% +14,3% -38,6
+880,4% +71,5% -13,0% +90,5% -31,6%
9,9 1,5 1,8 0,1 9,1
+205,2% +21,0% -16,8% +1,7% -35,9%
+817,3% +59,7% -12,1% +87,5 -17,7%
L'Italia secondo partner Ue di Hong Kong Per quanto concerne i formaggi, nell’import di Hong Kong non si scorgono singoli Paesi dominanti. Vero è che, forse per via del suo recente passato di colonia britannica,
HONG KONG: L'IMPORT PER PAESE DI PROVENIENZA (QUOTE VOLUME, ANNO 2020)
Quali sono i principali competitor dell’Italia nel mercato dei formaggi in Cina, che peso hanno rispetto al nostro Paese e quali sono state le loro performance durante la pandemia? Un’analisi approfondita dell’import cinese dal resto del mondo può offrire un primo riscontro. Come già accennato, dal punto di vista doganale Hong Kong è tenuta distinta dal resto della Cina e viene trattata a parte.
20,2%
22,6%
REGNO UNITO AUSTRALIA STATI UNITI
14,0%
7,8%
NUOVA ZELANDA FRANCIA ITALIA
11,3%
12,5%
RESTO DEL MONDO
11,6%
Fonte: Comtrade
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ECONOMIA entrano nel territorio prodotti di provenienza preferibilmente anglosassone: Regno Unito, Australia, Stati Uniti e Nuova Zelanda primeggiano sia per quote volume che per quote in valore. Il gap tra le quote dei singoli Paesi è, però, limitato e più di un quinto dell’import è da riferire ad altri Stati, diversi da quelli menzionati e diversi da Francia e Italia, anch’esse tra i maggiori partners di Hong Kong. Hong Kong sceglie freschi, grattugiati e fusi italiani Circa l’8% dei quantitativi di formaggi importati da Hong Kong sono di provenienza italiana, una quota che sale al 10% se si guarda al valore dell’import. L’aumento del peso relativo in valore riguarda anche i prodotti francesi. L’Italia è ben rappresentata nei freschi (20% dell’import), ma anche in grattugiati e fusi, Nelle prime due categorie, inoltre, il prodotto italiano è tra i cinque maggiormente importati, figurando per volumi rispettivamente al secondo e quinto posto. In tutte le categorie di prodotto il nostro Paese mostra una quota valore più elevata. Il maggior aumento si coglie di nuovo nei freschi italiani che, nel loro segmento, vengono a pesare più di un quarto (26%) del valore importato da Hong Kong. È sempre la Francia a mostrare, tra i maggiori competitor, la situazione più simile passando, ad esempio nei freschi, dal 10% in volume al 18% in valore. Dinamiche volume–valore di questo tipo riguardano anche i prodotti statunitensi e austriaci (grattugiati e fusi), nonché quelli australiani (freschi). Complessivamente, nel 2020 la performance degli altri Paesi (esclusa quindi l'Italia) nell’import di Hong Kong è stata negativa per freschi, grattugiati e fusi. L’unico trend
HONG KONG: L'IMPORT PER PAESE DI PROVENIENZA (QUOTE VALORE, ANNO 2020)
16,5%
22,0%
REGNO UNITO AUSTRALIA FRANCIA
14,6%
STATI UNITI
9,8%
ITALIA NUOVA ZELANDA
10,1%
14,3%
RESTO DEL MONDO
12,7%
Fonte: Comtrade
HONG KONG: LE QUOTE DELL'ITALIA SULL'IMPORT A VOLUME (ANNO 2020)
7,8%
FORMAGGI
19,9%
FRESCHI GRATTUGIATI
9,2%
FUSI
9,2%
ERBORINATI DURI, SEMIDURI E ALTRI
4,2%
HONG KONG: LE QUOTE DELL'ITALIA SULL'IMPORT A VALORE (ANNO 2020)
10,1%
FORMAGGI FRESCHI
26,5%
GRATTUGIATI
10,0%
FUSI
9,5%
ERBORINATI DURI, SEMIDURI E ALTRI
5,9%
Fonte ITC (International Trade Center)
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ECONOMIA HONG KONG: I MAGGIORI COMPETITOR NEI SINGOLI SEGMENTI DI PRODOTTO (QUOTE PAESE NELL’IMPORT DI HONG KONG, ANNO 2020)
VOLUME GRATTUGIATI FUSI
FRESCHI
USA 26% UK 19% AUS 12% NZL 9% ITA 9% ALTRI 25%
AUS 26% ITA 20% NZL 15% FRA 10% USA 4% ALTRI 25%
NZL 19% USA 14% AUS 13% FRA 11% UK 9% ALTRI 34%
VALORE GRATTUGIATI
DURI, SEMIDURI E ALTRI
FRESCHI
FUSI
DURI, SEMIDURI E ALTRI
UK 29% USA 13% FRA 12% AUS 12% NZL 7% ALTRI 27%
AUS 30% ITA 27% FRA 18% NZL 7% USA 4% ALTRI 14%
USA 31% AUS 19% UK 11% ITA 10% NZL 5% ALTRI 24%
NZL 17% USA 16% FRA 14% UK 12% AUS 10% ALTRI 31%
UK 25% FRA 15% AUS 12% USA 11% NZL 7% ALTRI 30%
IMPORT DA RESTO DEL MONDO (2020, TON)
VAR. 2020/2019
IMPORT DA RESTO DEL MONDO (2020, MLN DI EURO)
VAR. 2020/2019
14.360
-3,5%
76,6
+1,3%
1.590 743 3.786 8.241
-24,5% -14,7% -6,1% +4,7%
10,2 5,2 23,6 37,6
-8,5% -8,0% -54,4% +11,1%
Fonte: ITC (International Trade Center)
incrementale si è rilevato sul fronte dei duri-semiduri-altri, che è quello più consistente, con 8.241 tonnellate su complessive 14.360 nel 2020. Questo segmento si è anche significativamente apprezzato, grazie al +11% registrato a valore rispetto al +5% in volume. Un aumento del valore unitario si è registrato anche tra i freschi e tra i grattugiati, che in confronto al calo nei quantitativi importati sono riusciti a contenere meglio l’erosione in valore. L'import del resto della Cina Escludendo Hong Kong, oltre la metà dei formaggi e latticini importati dalla Cina provengono dalla Nuova Zelanda. Nel 2020 la loro quota è stata del 56 per cento. Un altro 14% è
FORMAGGI di cui FRESCHI GRATTUGIATI FUSI ERBORINATI DURI, SEMIDURI E ALTRI
Elaborazioni Assolatte su dati ITC (International Trade Center)
imputabile all’Australia. L’import è dunque nel complesso molto concentrato e sbilanciato verso l’Oceania. Resta pur sempre fuori dal raggio d’azione di questi due Paesi quasi un terzo delle importazioni, suddiviso tra Danimarca, Usa, Francia, Italia e
resto del mondo. Generalmente questi player (eccetto la Danimarca) guadagnano una posizione più forte sul piano del valore dove, ad esempio, la quota dell’Italia passa dal 3,3% al 4,3 per cento. Rispetto a queste quote complessive, la presenza
RESTO DELLA CINA: L'IMPORT PER PAESE DI PROVENIENZA (QUOTE VOLUME, ANNO 2020)
3,3% 3,4%
(QUOTE VALORE, ANNO 2020)
11,9%
12,8%
4,3% 5,2%
5,5%
NUOVA ZELANDA
5,7%
AUSTRALIA
13,9%
Fonte: Comtrade
56,3%
DANIMARCA STATI UNITI
6,3% 6,1% 12,2%
NUOVA ZELANDA
53,1%
AUSTRALIA STATI UNITI DANIMARCA
FRANCIA
FRANCIA
ITALIA
ITALIA
RESTO DEL MONDO
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ECONOMIA italiana è più accentuata negli erborinati (10%), nei durisemiduri-altri (6%) e nei freschi (4%). Per queste due categorie l’import dall’Italia sale, in valore, all’8% e al 6 per cento. La pervasività dei formaggi neozelandesi riguarda soprattutto freschi e grattugiati. Resta alta (ma sotto il 50%) nei fusi e nei duri-semiduri-altri, mentre il 50% degli erborinati importati sono di provenienza danese. Vanno infine segnalati per valore aggiunto i formaggi francesi, le cui quote salgono dal 13% del volume al 20% del valore nei fusi e dal 19% al 32% negli erborinati.
RESTO DELLA CINA: LE QUOTE DELL'ITALIA SULL'IMPORT DATI A VOLUME (ANNO 2020)
3,3%
FORMAGGI
4,1%
FRESCHI
0,7%
GRATTUGIATI
1,7%
FUSI
10,1%
ERBORINATI DURI, SEMIDURI E ALTRI
6,1%
RESTO DELLA CINA: LE QUOTE DELL'ITALIA SULL'IMPORT DATI A VALORE (ANNO 2020)
4,3%
FORMAGGI
5,5%
FRESCHI
1,1%
GRATTUGIATI
2,0%
FUSI
8,7%
ERBORINATI
8,3%
DURI, SEMIDURI E ALTRI Fonte ITC (International Trade Center)
RESTO DELLA CINA: I MAGGIORI COMPETITOR NEI SINGOLI SEGMENTI DI PRODOTTO (QUOTE PAESE NELL’IMPORT DEL RESTO DELLA CINA, ANNO 2020) IN VOLUME FRESCHI
GRATTUGIATI
FUSI
ERBORINATI
DURI, SEMIDURI E ALTRI
NZL 61% AUS 29% ITA 4% GER 1% CHI 1% ALTRI 4%
NZL 65% DK 15% USA 8% FRA 4% UK 2% ALTRI 6%
NZL 43% DK 13% FRA 13% AUT 8% AUS 7% ALTRI 16%
DK 49% FRA 19% GER 14% ITA 10% ESP 4% ALTRI 4%
NZL 46% USA 15% IRL 9% ITA 6% AUS 6% ALTRI 18%
FRESCHI
GRATTUGIATI
FUSI
ERBORINATI
DURI, SEMIDURI E ALTRI
NZL 61% AUS 27% ITA 6% GER 1% CHI 1% ALTRI 14%
NZL 62% DK 16% USA 9% FRA 3% NED 2% ALTRI 24%
NZL 39% FRA 20% DK 9% AUT 7% AUS 6% ALTRI 31%
DK 39% FRA 32% GER 14% ITA 9% UK 3% ALTRI 30%
NLZ 40% USA 16% ITA 8% IRL 8% AUS 5% ALTRI 30%
IN VALORE
Fonte ITC (International Trade Center)
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ECONOMIA A differenza di quanto avvenuto per Hong Kong, l’import cinese di prodotti di provenienza non italiana ha vissuto un buon 2020, presentando anche un leggero apprezzamento (+13% in valore contro +11% in quantità). Più nello specifico, ciò è valso per i freschi e per i fusi. Va osservata, inoltre, la specularità sui duri-semidurialtri, aumentati nell’import di Hong Kong, ma diminuiti (-4%) in quello del resto della Cina. Shanghai l'area più recettiva Un dettaglio sulla ripartizione dell’import tra le suddivisioni amministrative del territorio cinese offre alcuni spunti per comprendere quali sono le aree più ricettive nei confronti del prodotto italiano. Il dato generato dalle dogane cinesi è in valore e distribuisce l’import tra le varie province, regioni autonome e municipalità. La municipalità di Shanghai è la porta di accesso principale QUOTE VALORE SU TOTALE IMPORT CINESE (ANNO 2020)
FORMAGGI di cui FRESCHI GRATTUGIATI FUSI ERBORINATI DURI, SEMIDURI E ALTRI
IMPORT DA RESTO DEL MONDO (2020, IN MLN DI EURO)
VAR. 2020/2019
IMPORT DA RESTO DEL MONDO (2020, TONNELLATE)
VAR. 2020/2019
494,8
+11,1%
124.990
+12,5%
170,9 134,7 88,0 0,6 100,7
+22,8% +5,0% +21,4% +5,1% -4,0%
49.066 32.401 18.663 71 24.789
+24,1% +4,7% +26,1% -12,3% -3,5%
Elaborazioni Assolatte su dati ITC (International Trade Center)
al Paese, accogliendo oltre il 70% (73,2% nel 2020) del valore totale dei formaggi italiani importati. Ruoli più di nicchia, ma comunque rilevanti, sono da assegnare alla provincia del Guangdong (di cui fanno parte geograficamente le regioni amministrative speciali di Hong Kong e Macao), che detiene il 9,5%, alla municipalità di Pechino (8,5%) e alla provincia dello Zhejiang (3,5%). Quest’ultima confina con Shanghai.
Shanghai è forte in particolare nei freschi e nei duri-semidurialtri, ma anche nei grattugiati, dove sfiora il 60% del valore complessivamente importato. Pechino, dal canto suo, sale al 31,6% quando si guarda ai grattugiati importati, mentre lo Zhejiang si pone al 9,0% in fatto di duri-semiduri-altri. Le aree che importano dall’Italia sono state 12 nel 2020. Alcune più di altre sembrano focalizzarsi su specifici segmenti di mercato.
LA SUDDIVISIONE INTERNA DELL’IMPORT PER SINGOLA PROVINCIA/REGIONE AUTONOMA/MUNICIPALITÀ (ANNO 2020) FRESCHI
GRATTUGIATI 28,4%
DURI, SEMIDURI E ALTRI 25,5%
2,9%
Pechino
8,5%
Pechino
Tianjin
0,0%
Tianjin
Liaoning
0,0%
Liaoning
Shanghai
73,2%
Shanghai
Jiangsu
0,1%
Jiangsu
100,0%
Zhejiang
3,5%
Zhejiang
100,0%
Anhui
1,3%
Anhui
Fujian
1,6%
Fujian
Shandong
1,7%
Shandong 41,1%
Guangdong
9,5%
Guangdong 50,4%
Chongqing
0,4%
Chongqing 3,8%
Shaanxi
0,2%
Shaanxi
FUSI E ERBORINATI 43,2%
100,0% 17,8%
82,2% 50,1%
5,5%
8,1%
41,5%
2,9%
91,9% 100,0%
19,6%
58,6% 5,1%
25,2%
19,2%
96,2% 28,8%
51,6%
Elaborazioni Assolatte su dati GACC (General Administration of Customs della Repubblica Popolare Cinese)
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MERCATI
RUSSIA N N STANTE L’E AR ’ AN RA LIA DI ADE IN ITAL di Andrea Stretti
C
on l’anno nuovo è entrato in vigore il blocco bielorusso alle importazioni di prodotti lattieri, deciso a fronte delle recenti tensioni politiche con l’Unione europea. La misura, per fortuna, sembra colpire solo marginalmente le
aziende italiane, tuttavia non è priva di rilevanza. I divieti bielorussi all’import ci ricordano come crisi aventi origine in terreno politico possano facilmente ripercuotersi sul commercio, con la chiusura improvvisa
L’IMPORT RUSSO DI FORMAGGI NEL 2013
L’IMPORT RUSSO DI FORMAGGI NEL 2020 85%
25%
TOTALE: 311.044 TONN
TOTALE: 438.498 TONN
2%
1%
1%
4%
KAZAKISTAN
RESTO DEL MONDO
3%
SVIZZERA
4%
URUGUAY
2%
SERBIA
FRANCIA
DANIMARCA
POLONIA
LITUANIA
FINLANDIA
GERMANIA
UCRAINA
PAESI BASSI
4% 3%
ARGENTINA
9%
7%
BIELORUSSIA
9% 8% 8%
RESTO DEL MONDO
11%
ITALIA
13%
BIELORUSSIA
di mercati e danni a interi settori economici. Il pensiero va inevitabilmente alla Russia, importante destinazione del made in Italy fino all’entrata in vigore dell’embargo nell’agosto 2014. Come è cambiato il mercato russo dei formaggi
GLI ESPORTATORI
AMBROSI SPA Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta. Via Ottorino Ambrosi,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811- Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it - www.ambrosi.it
BERTOZZI SPA
Strada Roma, 1/A 43044 Collecchio (PR) Tel. 0521/333911 - Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it - www.bertozzi.com
GENNARO AURICCHIO SPA
LATTERIA MONTELLO SPA
Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, Mozzarella, Ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.
Formaggi Freschi Nonno Nanni: Stracchino, Stracchino con fermento dello Yogurt e Probiotico, Squaquerello, Crescenza, Fresco Spalmabile, Robiola, Mozzarella, Burrata, Stracciatella, Ricotta, Primosale, Caprino di latte vaccino, Caprino e Robiola di capra, linea Senza Lattosio, Fresca Merenda, Formaggini, Fettine, Mascarpone.
Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it
Via Fante d’Italia, 26 31040 Giavera del Montello (TV) Tel. +39 0422 8833 Fax +39 0422 775090 info@nonnonanni.it www.nonnonanni.it
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T AT
•
D
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N IM O NE
ETORP E
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IRO’D ENO
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IG
MERCATI e quali spazi i prodotti italiani potrebbero tornare a occupare, nel caso in cui si riuscisse a porre fine alle sanzioni e a riaprire il Paese? L’analisi dei dati in import della Federazione russa mostra come nel 2013 - ultimo anno intero prima dell’attuazione dei divieti - provenisse dall’Ue quasi il 60% delle importazioni. L’Italia segnava più di 10 mila tonnellate di formaggi, pari in valore a poco meno di 50 milioni di euro. Scomparse le importazioni dai Paesi Ue e dall’Ucraina, l’istantanea sul 2020 ci mostra una quota della Bielorussia cresciuta a dismisura, dal 25% all’85% dei volumi. Gli approvvigionamenti esteri della Russia appaiono, quindi, molto più dipendenti da un solo Paese di quanto non fosse nel 2013. Si tratta in grandissima parte (quasi al 98%) di formaggi direttamente prodotti in Bielorussia, come dimostra il fatto che nel 2020 l’import bielorusso di formaggi è attestato ad appena 6.300 tonnellate, contro 264.000 trasferite in Russia. Dal confronto tra le quote volume e le quote valore, si evince come l’import dalla Bielorussia fosse (e sia rimasto) a più basso valore aggiunto rispetto alla media dell’import dal resto del mondo. La quota valore è infatti del 22,9% nel 2013 e dell’82,5% nel 2020. Le sole quote non sono comunque sufficienti. Solo osservando i numeri assoluti si può cogliere il forte gap che ancora esiste tra le importazioni del 2013 e quelle del 2020, nonostante il recupero costante dal 2016 e la buona performance registrata anche nel 2020. Verosimilmente è un divario che potrebbe essere riempito da prodotti provenienti dall’Unione europea, nei confronti dei quali l’effetto sostitutivo dei formaggi bielorussi e di altri Paesi (Argentina, Serbia, Uruguay) è limitato o non si è ancora pienamente espresso.
Al riguardo, occorre fare alcune distinzioni: recuperato i livelli del 2013, quantomeno in volume;
discrepanza tra le fonti. Dati elaborati annualmente dalla Federazione Internazionale del Latte (Fil) raccontano di andamenti produttivi piuttosto altalenanti. Sfiorate le 500 mila
L’IMPORT RUSSO PER CATEGORIA DI FORMAGGI (TONNELLATE, 2010=100)
350 300 250 200 150 100 50 0 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 FRESCHI ERBORINATI
GRATTUGIATI
FUSI
DURI, SEMIDURI E ALTRI
IMPORT NEL 2013 IMPORT NEL 2020 (tonn.) (tonn.) FRESCHI
95.392
94.490
GRATTUGIATI
3.158
194
FUSI
19.792
3.608
ERBORINATI
4.958
2.695
315.198
210.057
DURI, SEMIDURI E ALTRI vedono un import in ripresa, ma ancora significativamente inferiore a quello del 2013 (rispettivamente -33% e -46 per cento); sono ancora ben lontani dal ravvivarsi, scontando probabilmente una scarsa capacità sostitutiva da parte dei nuovi players esteri. Che vi sia uno spazio ancora sfruttabile per i prodotti Ue, qualora venisse riaperto il mercato, sembra intuibile anche osservando la dinamica di consumi e produzione interna. Si è testimoni qui di una certa
tonnellate nel 2014, si sono successivamente alternate fasi di ripresa e crolli produttivi (nel 2015 e nel 2018) per chiudere il 2020 a 427 mila tonnellate (con un +5% sull’anno precedente). In altri termini, nonostante il sostegno dello Stato e un aumento costante nelle consegne di materia prima lattiera, l’industria domestica non sembra aver cambiato passo in modo decisivo. Ancora non ha la forza necessaria a sostenere la domanda, proponendosi come alternativa generale al prodotto importato.
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FEBBRAIO 2022
MERCATI
040620
04064050
3.226 5.966 633 38 304 770 49 409 28.251 8.967 674 511 68 314 701 570 1.974 1.787 464 1.463 2.038 1.020 656 3.574 892 762 66.081
2.454 2.523 155 86 264 1.540 35 270 7.265 15.018 1.701 601 29 28 181 149 2.878 1.400 384 645 690 216 212 3.160 2.745 258 44.887
1.070 2.222 160 24 209 529 18 228 10.706 10.870 539 293 9 26 131 135 1.278 559 154 508 625 238 178 2.027 448 216 33.400
567 761 41 7 72 587 18 9 4.115 5.153 67 38 9 39 60 20 900 698 61 193 401 66 58 1.163 290 114 15.507
2.812 7.686 266 70 396 1.379 194 567 32.554 9.082 725 1.006 113 151 974 305 1.844 883 692 341 558 82 792 5.144 2.930 477 72.023
04069075 - 04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 - 04069074 - 04069079 - 04069076 - 04069089
33 25 3 2 14 6 4 1 79 123 4 2 2 1 10 12 4 20 2 9 8 3 21 35 3 4 430
040630
450 551 77 5 27 88 12 36 3.951 1.986 70 60 2 21 17 80 609 261 47 14 154 8 53 400 201 17 9.197
101 393 24 7 33 94 10 46 937 1.208 72 36 3 9 20 37 407 273 10 84 53 28 17 136 110 12 4.160
81 37 60 8 5 60 28 10 734 640 15 29 1 1 5 28 39 48 33 14 32 1 13 307 57 7 2.293
51 285 4 1 19 24 1
181 300 5 1 41 50 7 15 516 2.706 114 35 5 28 53 241 235 183 26 21 97 7 1.149 285 130 90 6.521
183 432 203 41 94 324 89 45 844 1.780 437 72 28 11 56 300 883 242 35 432 544 53 409 1.359 121 75 9.092
TOTALI
04069099
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
04069063
FORMAGGI FUSI
04069069 04069018 04069021 04069050 04069039 9082-9084 04069081 04069092 9093 04069086 04069013 04064010 4090 04069015 04069017
PROVOLONE
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI DURI
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
04069061
ALTRI FORMAGGI
AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REP. CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE
0406 1030 - 04061050 - 04061080
PECORINO
CODICE DOGANALE
RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
MOZZARELLA
(IN TONS)
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN UE (1 gennaio - 30 settembre 2021)
04069073 04069001
360 37 3 1 1 1 273 296 3 39 39 28 79 122 54 109 1 1.831
26 253 4 6 12 65 2 5 365 1.153 85 21 2 2 15 32 166 102 12 34 17 2 19 1.838 10 25 4.273
141 13
173 17 1
1 246 2 1.036 84 49 19 1.782
11.376 21.447 1.635 296 1.490 5.689 467 1.641 90.694 58.724 4.506 2.704 272 632 2.224 2.183 11.759 6.461 1.959 3.797 6.281 1.887 3.699 19.531 8.046 2.077 271.477
GLI ESPORTATORI
BRAZZALE SPA Burro delle Alpi, Burro Superiore Fratelli Brazzale, Gran Moravia, Verena, Asiago, Provolone dolce e piccante, Pasta filata, Grana Padano e Parmigiano Reggiano.
Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com Stabilimento di via Giovanni XXIII, 2 36030 Monte di Malo (VI) Stabilimento di via Torrerossa, 30 35010 Campodoro (PD)
FORGRANA CORRADINI SPA Parmigiano Reggiano, Grana Padano. Confezionamento. Produzione grattugiati freschi disidratati. Produzione shaker. Pecorino Romano,Taleggio, Gorgonzola, pecorini, provoloni, mozzarella.
Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla (RE) Tel. 0522/833818 Fax 0522/833426 forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it
IGOR SRL Produzione, stagionatura e confezionamento di Gorgonzola DOP a marchio: IGOR, GRAN RISERVA LEONARDI, QUATTROROSE SANTI, SI INVERNIZZI, PAL, CLIN, BALLARINI.
Strada Natale Leonardi 32 28062 CAMERI (NO) Tel: 0321.2001 Mail: info@igornovara.it www.igorgorgonzola.com
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CODICE DOGANALE
EUROPA UNIONE EUROPEA REGNO UNITO SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO
04061030
04061050 04061080
90.256 72.023 11.095 5.667 451 1.020 91 515 129 386 95
78.210 66.081 6.849 3.866 840 574 160 2.169 135 2.034 182 27 11 144 8.339 1.692 3.192 16 235 170 3.034 554 436 118 9
1 94 4.855 2.693 271 114 82 1.695 374 299 75 96.186 24.163 483.076
89.623 23.542 367.655
04069061
040620
04064050
04069063
39.778 33.400 3.591 2.261 74 452 28 441 165 276 41 41 1.305 495 256
16.980 15.507 341 906 121 105 21 338 49 289 30 7 3 20 449 275 10
92 21 441 243 242 1
5 5 154 271 266 5
4.993 4.160 615 167 20 31 33 9.616 340 9.276 114 53 19 42 383 176 23 1 7 9 167 228 215 13
77.281 41.836 8.436 32.394 846.405 371.390
18.089 2.582 109.888
15.367 11.207 145.048
54.555 44.887 5.214 3.355 344 755 345 16.066 3.448 12.618 888 112 319 457 3.713 1.010 147 22 81 102 2.351 1.711 1.642 69 3
ALTRI FORMAGGI
FORMAGGI FUSI
PROVOLONE
ALTRI FORMAGGI
ALTRI FORMAGGI DURI
PECORINO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
MOZZARELLA
LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (1 gennaio - 30 settembre 2021)
MERCATI
04069099
04069073
040630
04064010 04064090
10.527 9.094 597 201 453 182 341 1.307 202 1.105 340 65 19 256 2.153 196 456 85 82 14 1.320 333 299 34 1
4.022 2.293 245 763 85 636 57 472 18 454 38 10 1 27 812 174 44 2 89 38 465 160 153 7
4.583 4.273 139 154 13 4 17 574 117 457 83 4 5 74 254 16 4 1 15 5 213 551 527 24
1.970 1.831 8 67
2.423 2.105
15.002 5.908 104.868
5.561 3.268 36.371
6.062 1.789 35.941
2.532 701 9.337
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017
64 13 79 79 3 3 464 15 233 2 214 3 3
2.581 16.450
GLI ESPORTATORI
CIRESA SRL
CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL BERNERI SPA
Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.
Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it
Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it
GELMINI CARLO SRL
MARIO COSTA SPA
F.LLI PINNA AZIENDA CASEARIA SPA
Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it
Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 info@mariocosta.it www.mariocostagorgonzola.it
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60 IL MONDO DEL LATTE
17-1 mercati export PLFM.indd n 2 febbraio internofebb 2022.indd 60 60
17/01/22 16:11 18:41 18/01/22
17-1
31 12 19 9
3.655 2.941 52 635 23 4 28 10 1 9 19
3.584 2.999 303 238 41 3 1 183 1 182 18
4 109 64
9 84 5 10
5 48 2 1
9 10 780 749 21
18 100 4 7
1
6
44 4 2 2
63 2 2
2.581 476 16.450
4.281 188 32.112
4.155 4.093 18 31 7 6
1.526 1.309 94 78 2 43 1 181 5 176 5
813 430 8 367 4 4 2 363 51 312 24
1 4 7 1
13 11 23 6 3
4 1 84 16 2 14
1 5 42 41 1
1 1 12 72 70 2
3.902 903 31.510
1.762 453 12.244
1.297 867 8.876
3 45 9 9
7 17 17
13
1
2.708 694 22.473
4.510 1.569 24.134
TOTALI
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
FONTINA FONTAL
ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO, RAGUSANO
04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069050 04069082 04069084
2.441 2.014 272 143 6 6 14 178 41 137 5
2.423 2.105 234 30 23 31 26 15 5 10 4
ITALICO TALEGGIO
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI
CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
04064010 04069092 04069089 04069023 04069025 04064090 04069093 04069074 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085
361 255 8 97
1.832 1.782
1 4 372 17 355 4
2
4 21 1 3
1 5
48
1 1 1
5
1 4 2 2
12 5 5
767 512 5.399
326.664 271.477 29.683 19.074 2.507 3.923 1.091 32.911 4.736 28.175 1.903 278 401 1.224 23.904 7.558 4.464 127 973 452 10.330 4.597 4.232 365 27
1.841 391.188 59 119.711 3.686 2.666.863
Un certo supporto alla produzione proviene dal canale export (+28% tra 2013 e 2020),che però muove volumi ancora limitati (30 mila tonnellate nel 2020). I consumi,dal canto loro, non paiono aiutare davvero la produzione interna a consolidarsi. Tradizionalmente, l’economia russa in generale e il potere d’acquisto nello specifico dipendono fortemente dall’andamento dei mercati delle materie prime,di cui il Paese è grande produttore. Il trend è dunque simile, sebbene vada evidenziato un interessante +7% realizzato nel 2020 che,chiudendo a 811 mila tonnellate,dimostra come la pandemia in Russia abbia in qualche modo stimolato il consumo di prodotti lattierocaseari. In conclusione,sebbene siano trascorsi vari anni,i formaggi europei e in particolare italiani avrebbero ancora margini di manovra nel mercato russo. L’auspicio,ancora una volta, è che si intraprenda ogni possibile azione per porre fine all’embargo,trasformando questi margini da virtuali a concreti.
PARMAREGGIO SPA Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane: Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Asiago, Piave, Montasio e Monte Veronese.
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MERCATI
EXPORT EXTRA-UE, LA MOZZARELLA È REGINA N el 2021, le esportazioni extra-Ue di formaggi europei hanno mostrato un incremento interessante (+1,3% rispetto allo stesso periodo del 2020 e +4,4% rispetto al 2019), superando il milione di tonnellate. A livello di variazione percentuale, spiccano le performance registrate da Repubblica Ceca (+66,9%), Belgio (+35,9%) e Italia (+12,5 per cento). Degni di nota, ma negativi, sono invece i numeri messi a segno dall’Irlanda, che ha registrato una flessione pari a -11,2 per cento. In calo anche le vendite extra-Ue dei due principali player del settore lattiero caseario europeo, Francia (-3,3%) e Germania (-3,7 per cento). Quest’ultima, tuttavia, conferma il suo primato, avendo venduto, nei primi nove mesi dell’anno scorso, circa 166 mila tonnellate di formaggi al di fuori del mercato unico. Al secondo posto si posiziona l’Olanda (con 148 mila tonnellate esportate), seguita dalla Francia (132 mila tonnellate) e dall’Irlanda (124 mila tonnellate). A seguito della Brexit, il Regno Unito è diventato la principale destinazione per le
esportazioni casearie europee: nel periodo gennaio-settembre del 2021, infatti, le tonnellate acquistate sono state quasi 323 mila (sebbene in diminuzione del 10% rispetto allo stesso periodo del 2020). Al secondo posto troviamo gli Stati Uniti, che hanno ripreso a crescere e che sono meta determinante per l’export europeo (nei primi nove mesi hanno raggiunto questa destinazione circa 99,4 mila tonnellate, in crescita del 18,5 per cento). Al terzo e al quarto posto si posizionano, rispettivamente, il Giappone (con 92,8 mila tonnellate) e la Svizzera (55,9 mila tonnellate). Guardando alle diverse categorie di prodotto, i formaggi più esportati sono i freschi (più di 300 mila tonnellate), seguiti dai fusi (quasi 108 mila tonnellate) e dai grattugiati (33 mila tonnellate). Nello specifico, regina incontrastata è la mozzarella (152,1 mila tonnellate, +9% rispetto al 2020), seguita dal Cheddar (111,8 mila tonnellate, in calo di un significativo -19%), dal Gouda (111,1 mila tonnellate), e dall’Edam (43,4 mila tonnellate).
I PRINCIPALI PAESI UE ESPORTATORI DI FORMAGGI (GENNAIO-SETTEMBRE 2021, TONNELLATE) 166.350 148.270 132.075
124.961
119.996 105.040
66.269 51.193
GERMANIA
OLANDA
FRANCIA
IRLANDA
ITALIA
DANIMARCA
POLONIA
BELGIO
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I PRINCIPALI PAESI IMPORTATORI DI FORMAGGI UE (GENNAIO-SETTEMBRE 2021, TONNELLATE) 322.842
99.450
92.861 55.936
REGNO UNITO
STATI UNITI
GIAPPONE
37.683
SVIZZERA
37.340
UCRAINA
Uscendo dal mondo dei formaggi e analizzando gli altri prodotti lattieri, da segnalare la contrazione delle esportazioni di burro (-18%),
32.510
COREA DEL SUD
30.929
ARABIA SAUDITA
CINA
mentre le vendite extra-UE di latte scremato in polvere sono rimaste sostanzialmente stabili, attestandosi su più di 623 mila tonnellate.
L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI In crescita, e su livelli decisamente superiori rispetto a quelle dello scorso anno, le quotazioni delle principali commodity lattiero-casearie.
BURRO
550 500 450 €/100 KG
400 350 300 250 200 5
10
15
25 30 SETTIMANE
35
40
45
50
125
300
100
250
75
200
50
150
25
100
Fonte: Mmo – Reg. Ue n. 2017/1185
SIERO IN POLVERE
350
€/100 KG
€/100 KG
LATTE SCREMATO IN POLVERE
20
0 0
5
10
15
20
25 SETTIMANE
30
35
40
45
50
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
SETTIMANE
63 IL MONDO DEL LATTE 17-1 mercato produzione MPLF.indd 63
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MERCATI
ESPORTAZIONI ITALIANE
IL MONDO DEL
L AT T E
DI LATTE
2022 -
ANNO
NEL MONDO
LXXVI -
MENSILE
AUT MP-AT/c/RM
FEBBRAIO
LATTE
TARIFFA DOGANALE
LATTE IN CONFEZIONI
LATTE SFUSO IN CISTERNA
0401 1010 2011 2091
0401 1090 2019 2099
37 4 11 2 7
2.668 2 2
POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
70%
ROMA
–
DAL 1 GENNAIO AL 30 SETTEMBRE 2021 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
N. 2
IL
ORGANO UFFICIALE DI
ASSOLATTE
E DEL
COMITATO ITALIANO FIL-IDF
PAESI AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REP. CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE
TOTALE PAESI TERZI di cui: ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG EMIRATI ARABI
TOTALE GENERALE - TONNELLATE - MIGLIAIA DI EURO
3
15 130 53 463 36 2 7 3.104 37 1
44 1.810 465
8 52
43 25
8
403 6 10 44 4.440
3 12 103 5.180
24.225
2.531
3.310 14.544 1.257 69 888
27 547 1.168 6 58
28.665 20.735
7.711 4.930
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L AT T E
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LA TUA SCELTA
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Le sfide globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.
Ottima scelta.
MERCATI
BORSA PREZZI
ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI
MILANO (€/Kg) BURRO PASTORIZZATO
2020 2021 NOVEMBRE NOVEMBRE MEDIA MEDIA
VAR.
2021 DICEMBRE MEDIA
2020 DICEMBRE MEDIA
VAR.
BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. (CE) N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA 16 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA 9 MESI GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA FINO A 3 MESI PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA OLTRE 3 MESI
3,57 5,17 5,32 3,37 8,23 7,03 5,92 12,55 11,70 10,20 5,85 6,85 5,25 4,90 5,75 5,98 6,28
1,66 3,26 3,41 1,46 8,52 7,13 5,99 11,85 11,05 10,02 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12
115,06% 58,59% 56,01% 130,82% -3,40% -1,40% -1,17% 5,91% 5,88% 1,80% 1,74% 1,48% 1,94% 3,16% 2,68% 2,57% 2,61%
3,70 5,30 5,45 3,50 8,23 7,10 5,95 12,55 11,70 10,20 5,85 6,85 5,25 4,90 5,75 5,98 6,28
1,61 3,21 3,36 1,41 8,67 7,41 6,12 12,31 11,51 10,23 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,82 6,12
129,81% 65,11% 62,20% 148,23% -5,07% -4,18% -2,78% 1,95% 1,65% -0,29% 1,74% 1,48% 1,94% 3,16% 2,68% 2,75% 2,61%
LATTE SPOT ITA (€/1000 Kg)
461,50
355,00
30,00%
477,00
351,25
35,80%
PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE DI PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >30 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >15 MESI
13,275 12,475 11,750 10,8
12,375 11,600 10,875 10,212
S 7,27% 7,54% 8,05% 5,76%
13,275 12,475 11,750 10,8
12,650 11,875 11,150 10,525
4,94% 5,05% 5,38% 2,61%
(COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
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MERCATI
LA MOZZARELLA DI BUFALA DOP PIACE A FRANCIA E GERMANIA
U
n recente studio realizzato da Nomisma per il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop ha mostrato come i formaggi italiani Dop figurino al primo posto, insieme a quelli francesi, per grado di apprezzamento da parte dei consumatori europei, che ne valorizzano, in particolare, l’elevata qualità, legata al territorio da cui provengono e al know-how di chi li produce e trasforma. A tal proposito, sottolineano gli autori dell’analisi, nell’ultimo anno sette consumatori europei su 10 hanno acquistato almeno una volta un formaggio del Belpaese, a conferma di come l’export intraUe – in un contesto di generale stagnazione della domanda nazionale – costituisca una leva imprescindibile per lo sviluppo del settore.
La ricerca ha analizzato anche il tasso di penetrazione della mozzarella di bufala e della Mozzarella di Bufala Campana Dop in quattro mercati target: Regno Unito, Germania, Francia e Spagna. I risultati sono molto interessanti: circa la metà dei consumatori francesi acquista mensilmente mozzarella di bufala, percentuale che rimane superiore al 25% negli altri Paesi presi in esame. Per quel che concerne la Mozzarella di Bufala Campana Dop, la frequenza di consumo si riduce, ma si attesta su un livello superiore al 20% in Francia e in Germania. Inoltre, a livello complessivo, circa un consumatore su cinque ha dichiarato di aver acquistato almeno una volta il prodotto a denominazione di origine. Lo studio ha altresì delineato il “consumatore tipo” della
Mozzarella di Bufala Campana Dop, da cui emerge un profilo base con titolo di studio e reddito medio-alto: una platea di potenziali acquirenti che, in virtù delle previsioni di crescita positive del Pil italiano stimate dalla Commissione europea per il biennio 2021-2022, si auspica possa espandersi. Infine, esaminando le prospettive di sviluppo dell’export del formaggio a denominazione di origine, viene evidenziato come la maggior parte dei consumatori che non acquista Mozzarella di Bufala Campana Dop non la trovi nei negozi frequentati abitualmente o non ne conosca la differenza rispetto alla mozzarella non Dop: problematiche che, se risolte, amplierebbero in maniera considerevole la “consumer base” del prodotto.
L’ANDAMENTO PRODUTTIVO DEI PRINCIPALI FORMAGGI DOP ITALIANI
5,0% 3,5%
4,0%
3,6% 2,5%
-0,1% -4,4% -7,1% -9,8%
ASIAGO
GORGONZOLA
GRANA PADANO Gennaio-marzo
MONTASIO Aprile-giugno
MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA Luglio-settembre
PARMIGIANO REGGIANO
PROVOLONE VALPADANA
Ottobre-novembre
TALEGGIO
QUARTIROLO
media 2021
68 IL MONDO DEL LATTE
17-1 mercati dop PLFM.indd n 2 febbraio interno 2022.indd6868
17/01/22 16:11 18:50 18/01/22
IGIENE & SICUREZZA LA NUOVA REGISTRAZIONE DELLE IMPRESE ALIMENTARI NEL SISTEMA CINESE di Ettore Soria
D
al primo gennaio sono entrati in vigore il decreto cinese n. 248/2021, che istituisce l’obbligo di registrazione per tutte le aziende esportatrici di prodotti alimentari (inclusi i lattiero-caseari) e il decreto n. 249/2021 relativo alle procedure per la gestione della sicurezza alimentare all’importazione e all’esportazione. Per il settore lattiero era già in funzione un sistema di registrazione elettronica delle imprese nel portale Cifer, che è stato ora inserito nel nuovo portale GACC. In base alle nuove regole, alla voce “Country (Region)” bisogna inserire il codice ITA “Italy”e quello della categoria di prodotto (17 per il settore lattiero). A ogni stabilimento è stato assegnato un numero di registrazione (China Reg. No.) composto da CITA seguito da 14 cifre.
Come prevede l’art. 15 del decreto 248/2021, ogni produttore registrato deve apporre il numero di registrazione cinese sull’imballaggio interno ed esterno del prodotto esportato in Cina, ossia sull’etichetta e sull’imballaggio. La validità dell’iscrizione è quinquennale; bisognerà fare attenzione, in quanto per la grande maggioranza delle imprese è stata stabilita la data del 31 agosto 2019 e, pertanto, scadrà nel 2023. Qualora un produttore estero di alimenti importati intenda rinnovare la propria registrazione, tre-sei mesi prima della scadenza deve chiedere al GACC il rinnovo; non si conoscono ancora le procedure del caso. Se le informazioni di
registrazione di un produttore cambiano mentre la registrazione è valida, dovrà essere presentata una domanda di modifica al GACC, allegando una specifica documentazione. In caso di modifica del sito di produzione, del rappresentante legale o del numero di registrazione (marchio di identificazione), si dovrà richiedere una nuova registrazione; il numero di registrazione cinese originale non sarà più valido. Come previsto dal decreto n. 249/2021, alle dogane sarà effettuato il primo controllo sulla registrazione degli stabilimenti, comprese le basi logistiche. Data la complessità del sistema, vi saranno inevitabilmente adeguamenti procedurali.
70 IL MONDO DEL LATTE 17-1 g&sic cina soria MPLF.indd 70
23/01/22 18:04
NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE a cura di Leonardo Graverini E DE ESSERE INDI AT IN ETI ETTA L’I IE DELL’ADDITI E SULLA R STA DI UN R A I NELL ELEN IN REDIENTI EDIANTE L’A SI I NE DI UN’INDI A I NE DISTINTA E SE ARATA DALL’ELEN DE LI IN REDIENTI TI NSER ANTE IN R STA E
dell’alimento – additivi inclusi – siano riportati nell’elenco degli ingredienti in ordine decrescente di peso, così come registrati al momento del loro uso nella fabbricazione dell’alimento. Nel caso specifico degli additivi, la loro presenza va indicata obbligatoriamente mediante la denominazione della categoria di appartenenza (es: conservanti), seguita dalla denominazione specifica o eventualmente dal numero dell’additivo.
ER RI RTARE IN ETI ETTA IN E IDEN A S TT IL N E ER IALE DI UN R A I LA ER ENTUALE DI RASS E I URA IN TA ELLA NUTRI I NALE NE ESSARI ATTENERSI AL RE LA ENT EUR E SUI LAI NUTRI I NALI
n. 1924/2006. Un contenuto del 18% di grasso non risponde, però, alle condizioni fissate dalla normativa per poter riportare indicazioni sull’assenza o sul basso contenuto di grasso riportate nell’allegato della norma. Il Reg. (UE) n. 1169/2011, invece, pur ammettendo la possibilità di ripetere le informazioni presenti nella tabella nutrizionale, fissa regole ben precise per poterlo fare. In particolare, la norma ammette la ripetizione nel campo visivo principale della confezione del valore energetico (da solo) o del valore energetico e dei grassi, dei grassi saturi, degli zuccheri e del sale (art. 30, comma 3 e art.34, comma 3).
S N RI IESTE INDI A I NI DI ETI ETTATURA ARTI LARI ER IN R ARE IL NSU AT RE E UN ALI ENT ENDUT DE N ELAT
organolettiche e fisiche dell’alimento. In altri prodotti, specialmente il burro, il congelamento non presenta invece simili effetti. Di conseguenza il consumatore finale dovrebbe essere informato correttamente sul fatto che si tratta di un prodotto decongelato”: In virtù di tale considerando, l’All. VI, punto 2, dello stesso Regolamento prevede come obbligo che “nel caso di alimenti che sono stati congelati prima della vendita e sono venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione «decongelato»”. Tale obbligo non si applica nel caso dei soli alimenti sui quali lo scongelamento non produce effetti negativi in termini di sicurezza o qualità.
ESIST N N R E S E I I E E DIS I LINAN LE T LLERAN E ER IL UID URE SI DE E ARE RI ERI ENT ALLE T LLERAN E ALIDE ER LE TA ELLE NUTRI I NALI DE N ESSERE AD TTATE R EDURE A SITE ER DI STRARE LA RRETTE A DEL UID RI RTAT IN ETI ETTA RI IESTA LA ALIDA I NE TRA ITE LA RAT RI ESTERNI
del regolamento)”; – al punto 33 che “Le quantità indicate nell’etichettatura designano la quantità media dell’ingrediente o della categoria di ingredienti da citare. Per quantità media s’intende la quantità dell’ingrediente o della categoria di ingredienti ottenuta rispettando la ricetta e la buona pratica di fabbricazione, tenendo conto delle normali variazioni che si verificano durante la produzione”. Sono queste, pertanto, le regole alle quali attenersi. Ovviamente, maggiori saranno i dati che l’azienda potrà esibire per dimostrare, all’occorrenza, che ha fatto tutto il possibile per garantire l’esatta rispondenza del prodotto ai QUID indicati in etichetta, meglio è. In tal senso, è sicuramente utile tenere anche a disposizione delle Autorità un documento che identifichi e codifichi la procedura interna adottata e seguita al fine di garantire quanto riportato in etichetta ed una procedura di controllo. Per tali procedure e su un’eventuale validazione tramite laboratori esterni non esistono norme di legge; dovranno essere adottate quindi sotto la responsabilità dell’azienda.
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Il Reg. (UE) n. 1169/2011 dispone che tutti gli ingredienti
L’ipotesi di riportare il solo valore percentuale di grasso del prodotto al di fuori dell’etichetta nutrizionale risulta in contrasto sia con la normativa sui claim nutrizionali, sia con il Regolamento Consumer information. Da un lato, l’indicazione del contenuto di grasso potrebbe essere letta come un claim nutrizionale ai sensi del Reg. (CE)
Il considerando 28 del Reg. (UE) n. 1169/2011 prevede che “Nel corso degli ultimi decenni la tecnologia per congelare gli alimenti ha compiuto progressi rilevanti ed è diventata di uso comune, migliorando la circolazione dei beni nel mercato interno dell’Unione e riducendo i rischi in materia di sicurezza alimentare. Tuttavia, il congelamento e il successivo decongelamento di taluni alimenti, specialmente prodotti a base di carne e pesce, limitano le utilizzazioni successive e possono avere effetti sulla sicurezza e sulle caratteristiche
Il problema delle tolleranze per il QUID venne posto fin dall’emanazione della normativa in materia, ma non sono mai state precisate. Le Linee Guida UE sul QUID si limitano a prevedere: – al punto 25 che “L’allegato VIII, punto 3, lettera a), del regolamento [Reg. (UE) n. 1169/2011 – ndr] recita: "L’indicazione della quantità di un ingrediente o di una categoria di ingredienti: a) è espressa in percentuale e corrisponde alla quantità dell’ingrediente o degli ingredienti al momento della loro utilizzazione […]”, precisando che “La quantità dichiarata di un ingrediente è calcolata sulla base della ricetta al momento dell’utilizzazione degli ingredienti, cioè secondo lo stesso metodo usato per determinare l’ordine degli ingredienti nell’elenco (articolo 18, paragrafo 1, 72 IL MONDO DEL LATTE
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