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Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-1987
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uesto numero della rivista è dedicato alla nostra assemblea, con tante pagine che ne raccontano i contenuti. Il giusto tenore di grasso Lo scorso mese, però, c’è stato anche l’importante appuntamento di Cibus, manifestazione che – grazie a una forte dose di coraggio e a L’OPINIONE un notevole sforzo organizzativo – si è tenuta in presenza. I numeri Dop e Igp, qualche dritta non potevano essere quelli ai quali eravamo abituati (e, in coscienza, per riscrivere le regole nessuno poteva sperare che lo fossero), ma hanno confermato la di Paolo De Castro centralità di questa manifestazione nel panorama fieristico nazionale. Nei convegni che hanno accompagnato l’evento parmense sono emersi SPECIALE ASSEMBLEA due temi: il problema costi di produzione e l’importanza dell’export. 2020: il bilancio di un anno anomalo Sul primo, c’è poco da dire. Sono cresciuti in modo preoccupante Premio giornalistico Lattendibile i prezzi di tutti i fattori produttivi: materie prime, energia, salari. La distribuzione è in allarme per le richieste di aumento dei listini, ATTUALITÀ che innescherebbero spinte inflazionistiche in un momento storico Con Cibus ripartono le fiere in presenza. particolarmente difficile. Condividiamo queste preoccupazioni, ma Il racconto dell’evento siamo convinti che si debba trovare una soluzione che non può essere News schiacciare verso il basso tutti gli attori della filiera. Facendolo, non si fa l’interesse del Paese, né di chi produce. MERCATI Sul ruolo trainante dell’export bisogna spendere qualche parola di Il made in Italy piace sempre di più più. Sappiamo tutti che anche per il nostro settore il mercato interno L’export dell’Italia è determinante. La maggior parte del suo fatturato cresce a doppia cifra si realizza in Italia e tanti operatori sono cresciuti e Esportazioni italiane IL MONDO DEL continuano a farlo all’interno dei confini nazionali, con di latte prodotti nuovi o legati alla tradizione. Borsa prezzi N. 10 I numeri, però, dicono che la popolazione italiana va Dop, quotazioni riducendosi: in cinque anni abbiamo perso più di un al palo milione di residenti e l’età media si alza. Anche i consumi interni preoccupano: negli ultimi IGIENE E dieci anni il latte alimentare ha perso vendite per più SICUREZZA di 320mila tonnellate, e le vendite di formaggi hanno “Sistema di qualità seguito la stessa sorte. nazionale La domanda nazionale, quindi, sembra calare in modo per il benessere strutturale, mentre disponibilità di latte e capacità animale” al via? produttiva continuano a crescere. SPECIALE: ASSEMBLEA 2021 Pertanto, pur consapevoli dell’importanza delle insegne NORMATIVE di casa, tanti per crescere cercano nuovi mercati, L’esperto risponde investono all’estero dove la domanda è in crescita, sia in Europa sia Paesi più lontani, dove la richiesta di latte e derivati è in aumento e dove una nuova middle class sta imparando a mangiare sempre meglio, alla maniera occidentale.
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IL GIUSTO TENORE DI GRASSO LA LEGISLAZIONE SUL CONTENUTO DI LIPIDI NEI FORMAGGI SI È EVOLUTA NEGLI ANNI, MA SEMPRE CON UN OCCHIO AL MERCATO
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eggere vecchi atti e riviste del settore porta sempre alla luce qualcosa di curioso. Si realizza come cambiano i tempi, si osservano le prospettive e le pratiche. Sfogliando Il Mondo del Latte del 1965, l’occhio cade sulla notizia “Una singolare eccezione alla Legge per consentire di vendere in pianura formaggi permessi solo in montagna”. Per contestualizzare la notizia, va detto che sin dal 1939 vigeva in Italia il Regio Decreto n. 1177/1938, il cui scopo era definire i contenuti minimi di grasso che diversi tipi di formaggio dovevano contenere. Chiunque producesse formaggi con titolo di grasso inferiore a quanto prescritto dalla legge era passibile di sanzione penale per frode in commercio. Rispetto alla disposizione generale, vigeva però la deroga secondo cui nelle zone di montagna e per uso strettamente locale era consentita la fabbricazione di formaggi con contenuti di materia grassa inferiori a quanto previsto dalla norma. “La Gazzetta Ufficiale del 18 gennaio ‘65 – ci dice l’autore – reca il decreto interministeriale datato 24 novembre ‘64, che autorizza la produzione e la vendita, in provincia di Vercelli, per il consumo strettamente locale, del formaggio ‘Toma’. Il decreto indica nominativamente i comuni della provincia in cui la produzione e la vendita di che trattasi è consentita e nel dispositivo si leggono anche le caratteristiche della Toma: pasta dura, prodotta con latte di vacca o misto; non fermentata; con stagionatura non inferiore a tre mesi; tenore in grasso nella sostanza secca non inferiore al 18%” (a norma
di legge il contenuto minimo di grasso sul secco per la Toma era fissato al 27 per cento). “Ma ciò che desta sorpresa – riprende l’autore – è che la fabbricazione in parola non è limitata alle zone montane della provincia, ma si estende anche alla pianura e allo stesso capoluogo la cui altezza sul livello del mare è, salvo errore, di 130 metri”. L’estensore dell’articolo riflette poi sul fatto che “per poter produrre ovunque formaggi magri sarebbe indispensabile adottare chiare misure che assicurino al pubblico la possibilità di distinguere a prima vista e senza ricorrere a più o meno complicate diciture apposte sulle etichette, il formaggio magro da quello normale”. Per questo bisognerà attendere però il 1992, l’emanazione delle disposizioni sulla dichiarazione della qualità ‘magra’ o ‘leggera’ dei formaggi e l’abrogazione del Regio Decreto! A conclusione del ragionamento, “Non è che si tema la fabbricazione di formaggi magri; si potrebbe, anzi, incoraggiare tale tipo di produzione proprio
per favorire quella clientela che, per motivi suggeriti dalla moderna dietetica, desidera nutrirsi, per qualche periodo, con alimenti relativamente poveri di sostanze grasse, ma si vorrebbe, nel contempo, evitare che la libera circolazione delle merci [...] avesse, per contropartita, la circolazione a raggio chiuso provinciale di alcuni formaggi”. E ancora “Lasciamo pure che nelle Valli delle Alpi o delle Prealpi e dell’Appenino le locali popolazioni mangino, a piacimento, il formaggio magro o magrissimo prodotto in loco secondo il gusto, la tradizione e soprattutto secondo la necessità economica; qualsiasi imposizione legislativa al riguardo sarebbe, del resto, assurda per non dire peggio, ma prima di concedere deroghe per la vendita del ‘magro’ nei territori di pianura e nei grandi centri urbani, sarà bene riflettere così da impartire disposizioni che, pur rispettando reali necessità o nuovi indirizzi dietologici, non creino discriminazioni non desiderate tra produttori e tra consumatori”.
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L’OPINIONE
DOP E IGP, QUALCHE DRITTA PER RISCRIVERE LE REGOLE
Aliona Gumeniuk-Unsplash
di Paolo De Castro
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a proposta di revisione delle regole sui prodotti Dop e Igp sarà probabilmente presentata all’inizio del 2022. Inizialmente attesa prima della fine del 2021, il tema non è previsto nell’agenda del Collegio dei Commissari europei da qui a dicembre. L’elenco degli argomenti affrontati dal Collegio viene aggiornato di volta in volta, quindi la proposta annunciata dal programma della Commissione von der Leyen potrebbe trovarvi posto nei prossimi mesi. Ma è improbabile. Sappiamo quali sono le criticità dell’attuale quadro normativo individuate dall’esecutivo Ue.
In primo luogo, l’efficacia di alcuni sistemi nazionali, nei quali la protezione delle indicazioni geografiche non sempre garantisce pienamente i diritti fondamentali dei produttori, vale a dire quelli di proprietà intellettuale sulle loro indicazioni geografiche. Alcuni approcci nazionali per il controllo e la verifica della conformità da parte dei produttori dispongono di risorse insufficienti o non coprono completamente le indicazioni geografiche, compresa l’applicazione su Internet. Secondo punto: la burocrazia. Gli sviluppi sul mercato per quanto riguarda l’uso di denominazioni protette
si muovono a un ritmo più rapido rispetto al quadro giuridico, causando in alcuni casi incertezza giuridica. Questo, combinato con regole e procedure complesse per registrare e modificare un’indicazione geografica, può scoraggiare i produttori e aumentare gli oneri amministrativi per le pubbliche amministrazioni. Terzo tema, che richiede un aggiornamento, è il fatto che i disciplinari non tengono abbastanza in conto la sostenibilità. La Commissione europea ha chiarito in più di un’occasione che non pensa a nuove, stringenti regole di produzione, ma a permettere ai
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Betalattamici/Tetracicline EU-MRL Level Test Rapido che rileva due Famiglie conforme al reg.to CEE Betalattamici/Tetracicline FED. RUSSA Test Rapido che rileva due Famiglie conforme al reg.to ExtraCEE (Russia)
L’OPINIONE disciplinari di valorizzare di più prodotti intrinsecamente legati ai fattori naturali e al know-how dei produttori di un territorio. Insomma, Dop e Igp sono sottoutilizzate e non rendono abbastanza visibili le loro caratteristiche di sostenibilità. Questo aspetto è invocato anche dai produttori. Infatti, la sostenibilità ambientale e il benessere degli animali sono questioni che emergono chiaramente anche dalla consultazione pubblica condotta dalla Commissione. Quarto punto, su cui è necessario intervenire, è che i Consorzi sono passibili di pressioni sleali da parte degli operatori a valle della filiera alimentare. Bisogna dotarli di strumenti per rafforzare ulteriormente la loro posizione nella catena di approvvigionamento alimentare per continuare a garantire un equo ritorno per il loro prodotto. Inoltre, c’è un problema di riconoscimento.
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Non riguarda l’Italia o altri Paesi In questo campo bisognerebbe europei che hanno cominciato evitare di seguire certe ipotesi a tutelare le proprie tradizioni di “semplificazione” mai messe enogastronomiche a livello nero su bianco, ma circolate nazionale anche come indiscrezioni prima dell’Ue, a Bruxelles, come come la Francia rendere più sfumata NEI PAESI e la Spagna. la differenza tra Dop ORIENTALI Il riconoscimento e Igp. C’È SCARSA da parte dei Infine, le Specialità CONOSCENZA tradizionali garantite consumatori dei DEI SISTEMI sistemi e dei loghi (Stg) non sono DI TUTELA UE dell’Ue è molto mai decollate e basso, soprattutto qualcosa va rivisto nei Paesi anche in quell’area. dell’Europa Centro Orientale. Intanto, con l’accordo sulla Viceversa, il riconoscimento di riforma della Pac ratificato in nomi di indicazioni geografiche Commissione Agricoltura a inizio famose è molto alto. Questo settembre, le attuali regole che per il legislatore europeo è concedono di regolamentare un problema, perché indica l’offerta dei prodotti Dop e una scarsa efficacia dei loghi Igp solo in alcuni settori, e la dell’Ue. normativa che concede al solo Ma l’ignoranza sul sistema di lattiero-caseario la possibilità tutela e di produzione e del di introdurre schemi volontari suo legame con i territori con di riduzione dell’offerta in potenziali legami col turismo situazioni di gravi squilibri di che quei sigilli sintetizzano, mercato, saranno estese a tutti dovrebbe preoccupare anche i i comparti. produttori.
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2020: IL BILANCIO DI UN ANNO ANOMALO
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i è tenuta a Milano la 76esima assemblea di Assolatte. Numerosi i soci presenti, particolarmente ricco il programma dei lavori. L’assemblea ha preso il via con un’interessante tavola rotonda, durante la quale il presidente Paolo Zanetti ha intervistato imprenditori e manager delle aziende socie su temi e problematiche di particolare rilievo. Al dibattito, che ha toccato molti temi, hanno partecipato Giuseppe Ambrosi, Antonio Auricchio, Piercristiano Brazzale, Lorenza Cipollina, Giuseppe De Paoli, Fabio Leonardi, Andrea Pinna e Giovanni Pomella. Si è parlato di mercato interno, di export e di come le imprese hanno affrontato e affrontano questo difficile periodo. Si è discusso di Nutriscore, Nutrinform Battery e dei nuovi sistemi di etichettatura nutrizionale; di formaggi, di Dop e di latte alimentare; dell’impressionante crescita dei costi di produzione e di rapporti con agricoltura e distribuzione. Le interviste hanno toccato anche il delicato capitolo ambiente, contestando chi dimentica che la sostenibilità si poggia su tre pilastri: ambiente, nutrizione, economia. E si è parlato a lungo di comunicazione, con le tante attività portate avanti da Assolatte anche in periodo di pandemia. Durante la tavola rotonda sono state sollevate preoccupazioni per gli impegni che aspettano imprese e associazioni: nelle prossime settimane, infatti, la strategia della Farm to Fork entrerà nel vivo del dibattito, con le bozze dei primi regolamenti sui quali lavorare. L’assemblea è stata anche l’occasione per fare il punto sulle prospettive del comparto, dopo un anno caratterizzato da luci e ombre.
Nel 2020, forse l’anno più drammatico dal dopoguerra, le aziende hanno continuato ad assicurare il lavoro a oltre centomila persone e garantito il reddito degli allevatori, raccogliendo tutto il latte disponibile, nonostante gli enormi problemi organizzativi causati da pandemia e lockdown. Sul fronte del mercato, lo scorso anno si è caratterizzato per un’impennata degli acquisti domestici, ma i numeri non devono trarre in inganno, perché nella maggior parte dei casi si è trattato solo dello spostamento delle vendite dal food service alla distribuzione organizzata. Anche l’export ha retto l’onda
d’urto, con un leggero aumento dei volumi venduti all’estero. I numeri del 2021 sembrano parlare di ripresa, con produzioni ancora in crescita, mercato interno che va riallineandosi ai valori storici ed export in forte accelerazione, soprattutto nell’ultimo trimestre. «La ripresa – ha affermato il presidente Paolo Zanetti nella sua lettera ai soci – poggia su tre pilastri: la capacità delle nostre imprese, che per l’ennesima volta hanno dimostrato grande senso di responsabilità e capacità industriali uniche, i fondi del Recovery Fund, che dovranno essere usati per risolvere
problemi storici e strutturali del Paese, la seria riforma della burocrazia, un male per cittadini e imprese. Un problema che tutti – a parole – sono pronti a combattere, ma che nei fatti nessuno sembra voler risolvere». Le imprese di trasformazione sono il fulcro della filiera del latte italiana ed europea. Da loro dipendono la qualità e la sicurezza di quel che arriva ogni giorno sulle tavole dei consumatori e il reddito di migliaia di lavoratori. «Anche se abbiamo già raggiunto importanti traguardi – ha ricordato Zanetti – dobbiamo continuare la nostra battaglia contro le fake news
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Paolo Zanetti, presidente di Assolatte
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che coinvolgono i nostri prodotti e contro l’utilizzo improprio delle nostre denominazioni. Altro capitolo fondamentale è il nostro deciso "no" al Nutriscore e a qualunque sistema di etichettatura che penalizzi gli alimenti più semplici e naturali come il latte e i suoi derivati». Pur essendo straordinariamente ricchi di micro e macronutrienti, infatti, i prodotti lattierocaseari sono realizzati da un unico e genuino ingrediente: il latte. Non sono riformulabili, mentre su altri prodotti, frutto di ricette e processi anche molto complessi, è possibile intervenire facilmente: «Qualsiasi sistema di etichettatura che non consideri, e premi, le specificità di alimenti basilari della dieta non ha alcuna ragione d’esistere» ha rincarato Zanetti. Nella sua relazione, il presidente è anche tornato sul delicato capitolo “sostenibilità”, per il quale le imprese hanno
investito enormi risorse: la riduzione dell’impatto ambientale delle produzioni e dei consumi energetici e idrici, delle emissioni in atmosfera, nonché l’uso di energie rinnovabili, sono pratiche all’ordine del giorno delle aziende del comparto. «La sfida ambientale non può ridursi a un semplice scarico di responsabilità e di costi sull’industria – ha continuato Zanetti – se è vero, com’è vero, che dobbiamo lavorare per il futuro del nostro pianeta, allora lo sforzo deve essere corale, gli investimenti pubblici importanti, la responsabilità partecipata». Molti temi sollevati dall’assemblea sono stati condivisi anche dal ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli, che nel suo saluto ha voluto testimoniare l’ammirazione per la tenacia con cui le imprese del settore hanno risposto alla crisi
pandemica. I temi “mercato” e “sostenibilità” sono stati oggetto di specifici approfondimenti da parte di Brigitte Misonne (Head of Unit Animal Product DG Agri della Commissione europea) con la relazione “The post Covid-19 milk market and the sustainability challenge” e dal professor Marco Frey (ordinario di Economia e gestione delle imprese della Scuola Universitaria Superiore Sant'Anna di Pisa), che ha parlato de “La sfida della sostenibilità del Green deal per il settore lattiero-caseario” (nel prossimo numero la sintesi dei due interventi, ndr). La cerimonia di premiazione della nona edizione del premio giornalistico Assolatte ha chiuso la manifestazione.
Giuseppe Ambrosi, past president di Assolatte, e Adriano Hribal, presidente onorario di Assolatte
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STEFANO PATUANELLI
MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI Ringrazio Assolatte per l'invito e saluto il presidente Paolo Zanetti e tutti i partecipanti. I lavori preparatori per la riunione dei ministri dell'Agricoltura del G20 mi impediscono di essere fisicamente presente, ma con questo messaggio voglio davvero testimoniare l'interesse del ministero e anche il mio personale per i temi di questa assemblea. Di fronte a uno scenario globale sempre più incerto e incontrollabile, l'agricoltura italiana si trova in una fase in cui sussistono tutte le condizioni per un profondo cambiamento. Il vostro dibattito di oggi sulla ripresa dei mercati e sulla sfida della sostenibilità centra i temi più importanti e urgenti per definire questo percorso. Nel recente passato, il settore lattierocaseario ha ampiamente dimostrato le proprie capacità e la tenacia degli operatori nel mantenere inalterato il livello della produzione, assicurando l'approvvigionamento alimentare al Paese, anche durante la pandemia. Ora dobbiamo accompagnare la fase della ripresa, in modo da superare le criticità che ancora caratterizzano il settore. È necessario avere una visione complessiva e grandi capacità progettuali,
ma è altrettanto urgente fare sistema tra tutte le componenti della filiera. Il traguardo, infatti, è unico ed evidente per tutti: avere una filiera coesa e con obiettivi condivisi, quindi una filiera più forte e competitiva, in grado di affrontare le sfide sempre più complesse del mercato nazionale e globale. In questa logica, il ruolo delle istituzioni è quello di creare le condizioni per investimenti mirati ed efficaci e di fornire agli operatori tutti gli strumenti necessari per facilitare e sostenere il loro percorso. Su questo tema vorrei ribadire l'impegno del ministero nel presidiare tutte le sedi europee e internazionali per contrastare ogni singola azione che possa direttamente o indirettamente danneggiare la reputazione delle nostre eccellenze agroalimentari. Allo stesso modo, la semplificazione amministrativa è uno degli elementi centrali per agevolare l'azione degli imprenditori e per rendere gli investimenti più rapidi ed efficaci. Occorre trovare il giusto compromesso tra l'esigenza di avere regole certe e la libertà imprenditoriale, in modo che lo Stato non venga mai percepito come un ostacolo. Come ho avuto modo di ripetere più volte, è un percorso difficile e pieno di ostacoli,
ma è sicuramente il tema portante con cui verrà affrontata la fase esecutiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e la redazione del Piano Strategico Nazionale della nuova Politica agricola comune. La filiera zootecnica italiana è ai primi posti per la qualità delle proprie produzioni e ha da tempo avviato un percorso virtuoso in tema di sostenibilità, all'interno di un quadro normativo tra i più avanzati del mondo. Il percorso intrapreso è di importanza strategica e deve proseguire! Ci sono i margini per rendere le produzioni nazionali ancora più sostenibili dal punto di vista ambientale, in un’ottica circolare, tramite l'utilizzo più razionale delle risorse naturali, fino alla produzione di energia rinnovabile. Sostenibilità e innovazione tecnologica possono e devono percorrere un sentiero comune, sviluppando nuove sinergie per la competitività delle nostre produzioni, all'interno di un nuovo modello di cultura. Concludo ribadendo la massima disponibilità mia e del ministero nei confronti del settore lattiero-caseario, che rappresenta una delle realtà più importanti del panorama agroalimentare italiano.
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TALK SHOW GIUSEPPE AMBROSI PAST PRESIDENT DI ASSOLATTE
La salubrità dei nostri prodotti è una diretta conseguenza della cura che le nostre imprese pongono nel garantire un sistema produttivo di qualità. Quindi, bisogna portare avanti un tipo di comunicazione che contrasti sistemi informativi semplificatori come il Nutriscore, così come la svalutazione di cui sono oggetto a livello europeo gli alimenti di origine animale, anche quelli prodotti in maniera sostenibile. Ci aspettiamo una collaborazione proficua da parte delle istituzioni, in modo che gli oneri derivanti da proposte legislative come la strategia Farm to Fork non gravino interamente sul comparto della trasformazione. 12 IL MONDO DEL LATTE
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ANTONIO AURICCHIO COMITATO FORMAGGI DOP
Le vendite di prodotti caseari Dop continuano ad aumentare, sia in Italia sia all’estero, per un giro d'affari pari a circa quattro miliardi di euro. Abbiamo un immenso scrigno di gioielli che dobbiamo tutelare: un patrimonio culturale ed economico dal valore inestimabile. Ma proprio perché i consumi in Italia sono stagnanti, ecco che la comunicazione delle caratteristiche dei nostri formaggi e un maggior focus sull’export rivestono un ruolo primario per la promozione delle eccellenze casearie nazionali.
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FABIO LEONARDI
LORENZA CIPOLLINA
Nel 2020 siamo riusciti a registrare un dato consuntivo relativo alle esportazioni di formaggi pari a +1,7 per cento. Nei primi sei mesi del 2021, invece, il dato cumulato è stato pari a +12%: un risultato davvero eccezionale. Quel che più ci sorprende è che siamo riusciti a crescere anche in Europa, così come sono riprese le vendite negli Usa, come effetto della sospensione dei superdazi di Trump. È essenziale mantenere gli ottimi rapporti di collaborazione che ormai da diversi anni abbiamo instaurato con Ice Agenzia, che ci ha permesso di implementare diversi progetti all’estero per la promozione delle nostre eccellenze casearie.
Con il lockdown abbiamo trovato nuovi modi per comunicare: il digitale è diventato prioritario. Abbiamo realizzato numerose videointerviste ai medici, rinsaldando così il rapporto di credibilità che da ormai diversi anni abbiamo raggiunto con la comunità medico-scientifica. Abbiamo realizzato diversi comunicati sui temi che stanno diventando sempre più il perno della comunicazione legata al mondo del food, e che sono destinati a rimanere anche nell’era post-pandemia, come il benessere – fisico e mentale –, l’export, la sostenibilità e la lotta alle fake news.
COMITATO INTERNAZIONALIZZAZIONE ED EXPORT
COMITATO COMUNICAZIONE & IMMAGINE
GIUSEPPE DE PAOLI GRUPPO BURRO
La continua escalation dei prezzi delle materie prime desta non poche preoccupazioni, perché ci pone in una condizione sfavorevole quando ci interfacciamo con la grande distribuzione. Incremento che, peraltro, non riguarda solo il nostro settore. Dobbiamo sperare che le istituzioni abbiano un occhio di riguardo nei nostri confronti, in virtù del ruolo di primo piano che rivestiamo all’interno del tessuto produttivo nazionale.
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PIERCRISTIANO BRAZZALE
PRESIDENTE FEDERAZIONE INTERNAZIONALE LATTERIE Nei Paesi in via di sviluppo, la sostenibilità è affrontata più dal punto di vista socioeconomico, mentre in quelli sviluppati è maggiormente declinata in termini ambientali. Durante l’ultimo “Food Systems Summit” delle Nazioni Unite è stato posto l’accento su tre temi fondamentali: assicurare cibo nutriente e sano a tutti; garantire un livello economico adeguato a tutti gli operatori della filiera; realizzare una filiera alimentare sostenibile. A livello della Federazione Internazionale del Latte, di cui sono il presidente, stiamo lavorando alla definizione di linee guida per raggiungere la carbon neutrality del settore: un obiettivo certamente ambizioso, ma alla nostra portata.
ANDREA PINNA
GRUPPO NAZIONALE DEL PECORINO In Sardegna è come se fossimo sulle montagne russe: dalle stalle alle stelle, e viceversa. Dalle cisterne riversate per la strada da parte dei soci delle cooperative nel 2019, alla situazione decisamente positiva di quest’anno. È aumentato il gradimento e, di conseguenza, il consumo del Pecorino Romano, che si conferma prodotto caseario di qualità eccelsa. Inoltre, siamo in costante collaborazione con i Consorzi di tutela per il raggiungimento di un equilibrio produttivo che, ci auspichiamo, possa essere duraturo sul lungo periodo.
GIOVANNI POMELLA COMITATO SOSTENIBILITÀ
Un elemento che durante la pandemia si è accentuato è la crescita degli acquisti presso i discount, fenomeno che in Italia è stato spesso sottovalutato, ma che diventerà di estrema rilevanza nei prossimi anni. La pandemia ha impattato anche la frequenza degli acquisti domestici, privilegiando i prodotti a lunga conservazione. È anche vero, però, che la dinamica dei consumi fuori casa non è ancora pienamente ripartita. Preoccupano, invece, gli aumenti dei costi di produzione. Se è vero che il prezzo dei prodotti è destinato ad aumentare, è altrettanto vero che il potere d'acquisto dei consumatori potrebbe non adeguarsi di conseguenza.
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MARCO FREY
BRIGITTE MISONNE
La transizione verso un’economia sostenibile è necessaria, ma deve essere equilibrata e tenere insieme i tre pilastri: sociale, ambientale ed economico. Le imprese sono attori importanti per il cambiamento, ma occorre il contributo di tutta la collettività. È un processo che richiede il tempo necessario, che non deve lasciare indietro nessuno e per il quale occorrono interventi di politica economica che mettano a disposizione risorse pari al doppio di quelle stanziate per la ricostruzione dell’Europa nel secondo dopoguerra. Una visione equilibrata del futuro non può prescindere dal garantire efficienza economica e reddito per le imprese, altrimenti non si reggerebbe in piedi.
Il comparto lattiero-caseario ha mostrato una notevole capacità di ripresa alla crisi pandemica, in particolar modo trovando nelle vendite alla grande distribuzione e nell’export due strumenti privilegiati per fronteggiare questa situazione emergenziale. Riguardo al complesso tema della sostenibilità, occorre sottolineare che l’agricoltura dell’Ue contribuisce solo per il 10% all’emissione di gas nocivi nell’atmosfera. Inoltre, dagli anni ’90 al 2013 siamo stati in grado di ridurre tali emissioni del 24 per cento. Contestualmente, solo il 14% della materia secca impiegata per l’alimentazione del bestiame avrebbe potuto essere consumata dagli umani. Ecco che quindi gli animali costituiscono una parte rilevante per la soluzione di problemi come lo spreco alimentare. Allo stesso tempo, ci sono aree in cui la presenza di allevamenti è essenziale per il mantenimento del loro equilibrio ecosistemico. Tuttavia, bisogna prestare attenzione alle disposizioni presenti nell’action plan della strategia Farm to Fork, per ognuna delle quali è prevista una consultazione pubblica: un’ottima occasione per le aziende della trasformazione del latte di far sentire la propria voce.
SCUOLA SUPERIORE SANT'ANNA DI PISA
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PREMIO GIORNALISTICO LATTENDIBILE
I VINCITORI DEL 2021
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onsegnati nel corso dell'assemblea Assolatte i riconoscimenti della nona edizione del Premio Giornalistico Lattendibile. «Come presidente della Giuria, desidero ringraziare tutti i membri della commissione esaminatrice per il prezioso lavoro svolto – ha precisato Adriano Hribal –. Siamo arrivati alla nona edizione del concorso con immutato entusiasmo e orgoglio, e abbiamo tutta l’intenzione di proseguire negli anni a venire. Riteniamo infatti doveroso offrire un riconoscimento al giornalismo vero, professionale e documentato». Sette i riconoscimenti di questa nona edizione. Tre per le categorie tematiche – il ruolo dell'industria lattiero-casearia italiana nello scenario economico; il settore lattiero-caseario e la sicurezza alimentare; i prodotti lattiero-caseari: salute, nutrizione e benessere – e quattro premi per i migliori articoli dedicati a latte, yogurt e latti fermentati, formaggi, burro e panna.
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Per la categoria
L’industria lattierocasearia e la sicurezza alimentare CHIARA CAMMARANO Per l’articolo:
Una cabina di regia Pubblicato su:
Food
In data: marzo 2021 Motivazione:
Anche se in piena pandemia le imprese lattiero-casearie non si sono fermate un solo giorno, la vita in azienda è stata estremamente complessa. L’articolo si focalizza su come, per continuare a garantire il regolare rifornimento di latte, yogurt, formaggi e burro ai punti vendita, la sicurezza dei lavoratori sia stata la sfida primaria affrontata dall’industria.
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Per la categoria
Il ruolo dell’industria lattiero-casearia italiana nello scenario economico MICAELA CAPPELLINI Per il servizio:
Polo formaggi a Mosca, imprese in allarme
Pubblicato su:
Il Sole 24 Ore
In data: 4 febbraio 2021 Motivazione: L’articolo esprime con chiarezza le preoccupazioni delle imprese italiane per l’avvio del nuovo distretto caseario russo. Realizzato anche grazie a tecnologie e knowhow italiani, il maxi polo, prodotto dell’embargo imposto da Mosca nel 2013, riduce ulteriormente le speranze di recuperare un mercato che si era dimostrato in forte ascesa per i grandi formaggi italiani.
Per la categoria
I prodotti lattierocaseari: salute, nutrizione e benessere GIULIA MASOERO REGIS Per la guida:
Latte e latticini Pubblicato su:
Salute di Repubblica In data: 4 marzo 2021
Motivazione: Una guida ampia ed esaustiva che affronta le accuse che negli ultimi anni hanno cercato di offuscare l’immagine salutare del latte. Con le testimonianze dei migliori esperti e alla luce delle più recenti verità scientifiche, l’autrice restituisce al latte e ai latticini il ruolo chiave nell’alimentazione umana che compete loro in tutte le fasi della vita.
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Per la categoria
LATTE
ANGELA COTTICELLI Per il servizio:
Ansia da Covid e cibo consolatorio: come sconfiggerla e non ingrassare
Pubblicato su:
Iodonna.it del Corriere della Sera In data: 9 novembre 2020
Motivazione: Un ampio servizio che prende spunto dalle conseguenze del lockdown per proporre alcune semplici ma efficaci soluzioni “alimentari” per recuperare sia la forma fisica che quella psicologica. Tra i rimedi naturali il latte e i suoi derivati, ricchi di sostanze che contrastano gli stati d’animo negativi, combattono la depressione e favoriscono il buonumore.
Per la categoria
FORMAGGI
RICCARDO LAGORIO Per il servizio:
Formaggi di pecora
Pubblicato su:
Sale&Pepe
In data: maggio 2020 Motivazione: “All’inizio era il formaggio di pecora”. Da questo incipit prende l’avvio un suggestivo giro d’Italia alla scoperta dei formaggi pecorini. Così intimamente legati alla cultura dei nostri territori, ma al contempo moderni e attuali, il nostro Paese deve molto della sua storia gastronomica di successo proprio a questi formaggi. Come mostra l’allettante corollario di ricette.
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Per la categoria
YOGURT E LATTI FERMENTATI MARIA RITA MONTEBELLI Per l’articolo:
Mai più senza yogurt, il cibo che protegge
Pubblicato su:
Il Messaggero
In data: 7 ottobre 2020 Motivazione: Un articolo che ripercorre e aggiorna la storia dello yogurt. Da sempre ritenuto un alimento dalle indiscusse proprietà curative, la pandemia lo ha rimesso al centro dell’attenzione. Nuove ricerche ne confermano le proprietà benefiche e immunostimolanti, fornendo un motivo in più per aumentarne il consumo.
Per la categoria
BURRO
CRISTINA GAMBARINI Per l’articolo:
Il burro… in tutte le salse
Pubblicato su:
Lacucinaitaliana.it
In data: 8 ottobre 2020 Motivazione: Ingrediente fedele delle migliori salse al mondo, il burro è un compagno eclettico e irrinunciabile che regala delicatezza e consistenza. Il servizio invita il lettore a una prova pratica, illustrando, passo dopo passo, gli esatti procedimenti per realizzare le più rinomate e gustose salse con il burro.
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ATTUALITÀ
CON CIBUS RIPARTONO LE FIERE IN PRESENZA. IL RACCONTO DELL’EVENTO di Andrea Stretti
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ra dubbi e problemi organizzativi, tra fine agosto e i primi di settembre si è svolta la XX edizione di Cibus. Quest’anno l’evento ha avuto un duplice valore, trattandosi della prima grande fiera internazionale “in presenza”. Una sfida, quella del ritorno a una dimensione fisica, dall’esito non scontato, ma che può dirsi vinta. I numeri confermano il successo della manifestazione: 2.000 aziende espositrici, oltre 500 nuovi prodotti, 40.000 visitatori, di cui 2.000 stranieri, risultati più che positivi, alla luce delle aspettative più ragionevoli, che necessariamente tenevano conto delle restrizioni sanitarie, di ostacolo soprattutto gli arrivi extra-Ue. Anche le valutazioni degli espositori – alcuni dei quali si erano detti perplessi – confermano il successo.
Soddisfatto Paolo Zanetti, presidente di Assolatte, che oltre ad aver apprezzato l’organizzazione della manifestazione, la qualità delle presenze e dei momenti di incontro, ha fatto propria la voce di tanti colleghi presenti. «Una vera e propria scommessa sul futuro, quella di Fiere di Parma» ha affermato Zanetti. «Una scommessa che abbiamo fatto insieme, lanciando un messaggio importante, positivo e ottimistico. Tutti quelli che ho sentito o visto erano contenti di questo ritorno alla normalità. E tanti di quelli che non sono riusciti a venire con i propri stand sono pronti a farlo a maggio, quando si terrà l’edizione 2022». Sensazioni condivise da Giuseppe Ambrosi, presidente degli industriali europei del latte (Eda): «Abbiamo partecipato con lo spirito di dimostrare fiducia al
sistema fieristico e a una ripresa economica. A consuntivo si è dimostrata una buona edizione, con un’importante presenza di operatori italiani e una discreta partecipazione di operatori stranieri. Certo, mancavano quelli del Far East, ma era previsto. Un’ottima occasione per incontrare gli operatori del nostro sistema economico, a dimostrazione della necessità e volontà di tornare ad avere contatti personali». «A essere sincero ero scettico su questa edizione del Cibus per il periodo di coda pandemica», ha ammesso Alberto Auricchio, che ha confessato però di essersi dovuto ricredere: «L’edizione di quest’anno è risultata molto positiva, con un buon numero di visitatori e, soprattutto, tutti addetti ai lavori e interessanti clienti potenziali. Chi non ha partecipato, ma comunque si aggirava per gli stand, credo che oggi si mangi un po’ le mani». Positivo anche il commento di Davide Pizza, di Saviola Spa: «La sfida nel partecipare a Cibus ha dato un riscontro positivo inaspettato e per questo a tutti i nostri collaboratori che si sono prodigati durante l’evento voglio esprimere un plauso all’organizzazione per l’ottima riuscita del primo evento post Covid in presenza». Soddisfatti, infine, i commenti dei tanti rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni e dell’imprenditoria. «Cibus è una scommessa vinta», ha dichiarato Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo Economico, in visita agli stand.
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Giuseppe Ambrosi Tour che hanno fatto anche Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, e Carlo Maria Ferro, presidente Ice. Nel contesto della “quattro giorni” di fiera si sono susseguite iniziative, meeting e presentazioni. Eventi nell’evento, occasioni di confronto e di dibattito su alcune delle tematiche più attuali. Molto interessante è stato il convegno inaugurale dedicato a industria e retail chiave per competere, sia sul mercato interno che su quello internazionale, con il capitolo dell’omnicanalità, l’integrazione tra i canali distributivi online e fisici, all’insegna di quel mix tra e-commerce e negozi di prossimità inaugurato con la pandemia. Importante, poi, il convegno Il Made in Italy agroalimentare e le Indicazioni geografiche: le strategie per spingere la crescita, alla presenza del ministro Patuanelli, con alcuni attori della filiera agroalimentare, della distribuzione, del settore finanza, e i rappresentanti di Afidop, Origin e Qualivita. Cibus è stata anche occasione per ridare centralità al food service, settore tra i più colpiti, ma che sembra stia per uscire dal periodo più nero. Non potevano mancare
riferimenti alla sostenibilità, tema ampio, variamente declinabile e non privo di alcuni punti fonte di timori e controversie. Uno di questi è il Nutriscore. Al riguardo, hanno tutti applaudito la presa di posizione di netta contrarietà all’algoritmo francese del gruppo Conad, tramite il suo ad Francesco Pugliese. «Una presa di posizione chiara che rafforza il sistema di etichettatura adottato dall’Italia, nell’interesse delle imprese agroalimentari e dei consumatori», ha commentato Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, anche lui presente a Cibus. La sostenibilità legata alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica è stata invece affrontata dai Giovani imprenditori di Confagricoltura e Federalimentare, organizzatori di un convegno sugli strumenti dedicati nel Pnrr. «Il Pnrr può contribuire a rilanciare il mondo agroalimentare, oggi abbiamo rilevato che gli strumenti sono adatti, abbiamo solo bisogno di pragmatismo e tempi certi» ha dichiarato Francesco Mastrandrea, presidente dei Giovani di Confagricoltura. Pragmatismo che deve spingere a riconoscere anche gli oneri che la sostenibilità può comportare per le imprese. Il rischio, come ha rilevato Alessandro Squeri, presidente dei Giovani di Federalimentare, è che sostenibilità diventi sinonimo di decrescita, mentre occorre sempre più declinarla nei termini del grande motore di sviluppo chiamato “innovazione”. Proprio dedicato all’innovazione è stato il seminario di chiusura di Cibus intitolato “Innovare o decrescere? Quale strada imboccare per la sostenibilità alimentare?” che si è concentrato sulle start-up e sul loro contributo alle trasformazioni nella filiera agroalimentare. La presenza a Cibus di imprese della trasformazione e della
Paolo Zanetti distribuzione è stata occasione per discutere anche di costi della produzione, tema delicato che, per colpa del forte incremento nei prezzi delle materie prime, minaccia direttamente la sostenibilità economica delle imprese di trasformazione. Le posizioni sembrano ancora distanti, ma bisognerà pur trovare una soluzione nell’interesse delle imprese della filiera. Per quanto riguarda più da vicino il comparto lattiero-caseario, oltre ai più noti brand industriali, erano presenti molti dei grandi Consorzi di tutela. Dal padiglione 2, il Consorzio del Grana Padano ha parlato dei suoi programmi in materia di sostenibilità, dal sistema di controllo nelle stalle di alcuni parametri del benessere animale all’adesione al marchio Made Green in Italy. Il Parmigiano Reggiano, dal canto suo, si è focalizzato sulla biodiversità, con il progetto Prodotto di Montagna – Progetto Qualità Consorzio. Il Consorzio di Tutela ha presentato inoltre Parmelier, corso di degustazione per conoscere meglio questo grande formaggio. Si sono poi notate le presenze del Consorzio Gorgonzola, della Mozzarella di Bufala Campana, del Pecorino Romano e del Toscano. Tanti hanno risposto all’appello di chi vuole ripartire.
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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
IN VETTA ALLE CLASSIFICHE I TORI RIPRODUTTORI DI INTERMIZOO Intermizoo conquista i primissimi posti nelle classifiche sulle performance dei tori di razza Frisona (riproduttori di vacche da latte) dell’Associazione Allevatori di Razza Frisona Bruna e Jersey (Anafibj). Su questi bovini, Intermizoo –
società controllata da Veneto Agricoltura e fiore all’occhiello regionale, nonché punto di riferimento nazionale – sta svolgendo un’importante attività di ricerca e selezione che, dopo un lavoro durato anni, ha dato i suoi importanti frutti.
Ne abbiamo parlato con il direttore generale, Francesco Cobalchini. Ci racconta come è andata? Da diversi anni Intermizoo, nata proprio con lo scopo di aiutare gli allevatori veneti a migliorare la propria attività
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dal punto di vista genetico e produttivo degli animali allevati, sta scalando con ottimi risultati queste speciali classifiche zootecniche nazionali e internazionali. Nelle scorse settimane, però, è stato raggiunto un traguardo davvero straordinario. Quanti dei vostri tori provati si sono classificati tra i primi dieci? Nella classifica GPFT, che è l’indice generale, abbiamo vonque tori tra i primi dieci, ma è negli indici di tipo economico, IES e ICS-PR, che abbiamo ottenuto i risultati più importanti. IES, Indice Economico Salute/Sostenibilità, stima un bilancio economico dell’intera vita produttiva dell’animale tenendo conto dei ricavi attesi (latte, grasso, proteine) e dei costi per farlo crescere. I primi otto tori della classifica IES sono tutti targati Intermizoo. ICS-PR è l’Indice Caseificazione Sostenibilità Parmigiano Reggiano ed è stato costruito con la base economica dello IES, ma con conteggi specifici per chi produce formaggi a lunga stagionatura, ad esempio per il Piave, l’Asiago o il Grana Padano. Nella classifica ICS-PR ne abbiamo sei nei primi dieci e il nostro toro Nebula è al primo posto rispetto a tutti i tori del mondo.
In testa alle classifiche PFT e IES troviamo Miura, nato alla GO-Farm, un allevamento di Cremona e cresciuto nel vostro Centro Tori di Vallevecchia a Caorle (Ve). Perché è così speciale? È arrivato qui che aveva un anno, assieme ad altri quaranta giovani animali e già il suo Dna ci suggeriva che sarebbe stato un ottimo riproduttore di vacche da latte. Quando le sue figlie hanno cominciato a essere munte, ne abbiamo avuto la conferma. Miura vive in un ambiente ventilato, a temperatura controllata e tutto è studiato per garantire il benessere dell’animale: viene alimentato con il foraggio prodotto in maniera sostenibile e senza chimica nell’azienda sperimentale Vallevecchia e tutti i giorni viene lavato, tosato e portato a saltare. Cosa è successo dopo la pubblicazione delle classifiche Anafibj? Abbiamo subito avuto un’impennata di richieste. Un distributore pachistano prima voleva altri tori, poi, dopo che sono usciti gli indici, voleva Miura a tutti i costi. Dall’Olanda ci è arrivato un ordine di diecimila dosi, mille al mese. Calcoliamo che Miura arriverà a produrne
centoventimila all’anno. Come ha fatto Intermizoo a raggiungere risultati così importanti? Abbiamo previsto le esigenze del mercato e le abbiamo azzeccate. Le vacche 10-15 anni fa facevano potenzialmente più latte, ma erano meno sane, meno fertili e meno facili da gestire. In realtà dieci anni fa non esistevano gli indici di oggi, ci siamo affidati un po’ all’intuito. Ci ostinavamo ad andare in giro per le stalle a vedere com’erano le vacche, a sentire le esperienze degli allevatori per capire quali erano le caratteristiche più importanti e abbiamo lavorato sulla base di indici/obiettivi di selezione che ancora non erano stati introdotti. Cosa non misurano ancora questi indici? L’unica cosa che manca è la misura diretta della caseificabilità del latte, quello che abbiamo brevettato noi insieme all'Università di Padova, cioè Pro Caseus, l'indice genomico di attitudine casearia che per noi è già una realtà. Questa è la nuova frontiera: il miglioramento genetico che coinvolge per la prima volta anche l’industria della trasformazione.
Intermizoo S.p.A. - Sede Sociale Via Po 21 - 35135 - Padova Tel 049 8724757 - Fax 049 8724868 - Email: info@intermizoo.it IL MONDO DEL LATTE 27
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PROBIOTICI NELLO SPAZIO: UNA STORICA COLLABORAZIONE TRA YAKULT E L’AGENZIA SPAZIALE GIAPPONESE (JAXA) Dal 2014 Yakult collabora con la Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA), per studiare l’effetto del ceppo probiotico – L. casei Shirota (LcS) – sul sistema immunitario umano e sul microbiota intestinale, nelle condizioni di microgravità della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). La prevenzione e il controllo delle infezioni durante i soggiorni prolungati nello spazio sono fattori estremamente rilevanti. Il forte stress a cui sono sottoposti gli astronauti, insieme all’assenza di gravità e a una dieta particolare a base di alimenti disidratati e sterilizzati, porta a un’alterazione dell’equilibrio del microbiota intestinale (disbiosi), condizione associata all’aumento di rischio di insorgenza di alcune malattie infiammatorie. Per preservare il benessere psicofisico degli astronauti, sin dall’aprile 2007 JAXA ha aperto un laboratorio di biologia e medicina dello spazio e ha studiato a lungo l’utilizzo di alimenti funzionali contenenti probiotici specificatamente sviluppati per le missioni spaziali.
Nel frattempo, a febbraio 2012, Yakult ha preso parte al Kibo Utilization Forum, relativo all’utilizzo del modulo sperimentale giapponese “Kibo” presso la stazione spaziale internazionale, e ha dato vita al Gruppo di ricerca sul miglioramento dell’ambiente intestinale. Lo scopo era quello di studiare l’effetto, nello spazio, dei probiotici nel favorire l’equilibrio della flora intestinale. È nata così la collaborazione tra l’azienda giapponese Yakult e JAXA, al fine di promuovere una ricerca d’avanguardia per studiare gli effetti del consumo regolare di L. casei Shirota nello spazio e in particolare i benefici sulla funzionalità immunitaria e sul microbiota intestinale. Con queste premesse, un gruppo di ricercatori dello Yakult Central Institute in Giappone (Sakai T et al., 2018), ha testato e dimostrato come un prodotto liofilizzato, contenente LcS, dopo un mese presso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), potesse conservare le sue caratteristiche proprietà probiotiche e la sua capacità di resistere alle condizioni di microgravità1. Inoltre, questi risultati sono riassunti in
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una recente review (Turroni S et al., 2020)2, a conferma dell’incessante lavoro di ricerca che si sta svolgendo e della visione lungimirante di Yakult nell’affrontare una tematica quanto mai attuale, come quella dei viaggi nello spazio. Tuttavia, non c'è solo lo scopo di migliorare la salute degli astronauti, ma anche quello di contribuire all’avanzamento della medicina e della scienza della nutrizione, utilizzando le conoscenze acquisite per il mantenimento della salute nella popolazione generale. 1. Sakai T, Moteki Y, Takahashi T, Shida K, Kiwaki M, Shimakawa Y, Matsui A, Chonan O, Morikawa K, Ohta T, Ohshima H, Furukawa S. Probiotics into outer space: feasibility assessments of encapsulated freeze-dried probiotics during 1 month's storage on the International Space Station. Sci Rep. 2018 Jul 16;8(1):10687 2. Turroni S, Magnani M, Kc P, Lesnik P, Vidal H, Heer M. Gut Microbiome and Space Travelers' Health: State of the Art and Possible Pro/ Prebiotic Strategies for Long-Term Space Missions. Front Physiol. 2020 Sep 8;11:553929
Le tre referenze di Yakult Bevanda di latte scremato fermentato, oggi presente in tre versioni: Yakult Original, Yakult Light e Yakult Plus, tutti e tre contenenti almeno 20 miliardi di fermenti probiotici L. casei Shirota per ciascuna bottiglietta da 65 ml. Yakult Original ricetta originale, gusto classico. Yakult Light contiene una quantità ridotta di zuccheri e, conseguentemente, di calorie rispetto a Yakult Original, con in aggiunta le vitamine D ed E. La vitamina D aiuta a mantenere la salute delle ossa e il buon funzionamento muscolare, mentre la vitamina E contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo. Yakult Plus contiene anch’esso una quantità ridotta di zuccheri e, conseguentemente, di calorie rispetto a Yakult Original, con in aggiunta le fibre e la vitamina C, che contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario.
Via Vincenzo Monti, 51 - 20123 Milano - Italia numero verde 800.987.000 - e-mail info@yakult.it IL MONDO DEL LATTE 29
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I PALATI PIÙ ESIGENTI SONO SERVITI! In questi ultimi anni abbiamo lavorato tanto per portare sulle tavole nuovi prodotti speciali, eleganti, pensati per soddisfare anche i palati più delicati ed esigenti. Sono nati così il Pecorino Romano a ridotto contenuto di sale, il Riserva a lunga stagionatura e il Prodotto di Montagna. Sapori delicati ma decisi, che conservano forte l’impronta della tradizione ma strizzano l’occhio all’innovazione. Chi li ha assaggiati, giura che è impossibile dimenticarli.
Il latte non è tutto uguale...
...ma il PET delle bottiglie
SI
MILANO - Via S. Maurilio 23 info@coripet.it www.coripet.it
Per proteggere il loro latte sempre più aziende scelgono la bottiglia in PET. Versatile, leggera, sicura e, per Coripet, riciclabile sia nella versione trasparente che opaca. Per questo le aziende iscritte al consorzio Coripet pagano un unico contributo di riciclo che, per il 2021, sarà di € 198 la tonnellata (per le bottiglie, mentre per tappi ed etichette sarà di 460 €/t). I vantaggi per gli associati Coripet continuano anche nella seconda vita della bottiglia: potranno avere accesso all’ R-PET idoneo al diretto contatto alimentare per produrre nuove bottiglie a costi fissi e concordati.
Scoprite di più sul sito www.coripet.it nella sezione “il consorzio”.
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ATTUALITÀ_NEWS GRANA PADANO CAMMINA PER SOLIDARIETÀ Includere tutti e dare un significato concreto alla solidarietà sono obiettivi che la pandemia ha fatto conoscere a milioni di persone che hanno avuto bisogno di essere sostenute, ma soprattutto che hanno sentito la necessità di mettersi a disposizione. L’Asd Rosa Running Team e la Lamu, Libera Accademia del Movimento Utile, da anni li pongono al centro della loro attività, con il sostegno del Consorzio Tutela Grana Padano, che è stato ancora al loro fianco in “Insuperabile”, la staffetta dell’inclusione per superare ogni disabilità che dal 14 agosto al 12 settembre ha percorso i mille chilometri della Via Francigena dal Gran San Bernardo a Roma. «Nella storia millenaria del Grana Padano Dop la solidarietà è una scelta di vita di chi lo produce, partendo dai monaci benedettini che lo crearono proprio per dare cibo ai poveri e ai più deboli – sottolinea il presidente del consorzio, Renato Zaghini – e i produttori del formaggio a denominazione d’origine protetta più consumato nel mondo da anni sostengono le associazioni e le istituzioni che in numerose situazioni sono impegnate a favorire l’inclusione di chi si trova in difficoltà o condizioni di fragilità».
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CONSORZIO TUTELA TALEGGIO, PROGETTI CON GIALLO Assolatte DEF-2.indd 1 ZAFFERANO E LA CUCINA Inserzione ITALIANA Partiti due progetti speciali web realizzati da Consorzio Tutela Taleggio in collaborazione con Giallo Zafferano, una delle realtà italiane dedicate alla cucina più seguite online, e La Cucina Italiana, storica e prestigiosa testata dedicata alle eccellenze della gastronomia italiana. Grazie a queste partnership il consorzio ha sviluppato operazioni dedicate, in grado di incrementare l’engagement nei confronti dei consumatori e di aumentare la notorietà dei canali digital e social media. I progetti speciali web hanno previsto: Adv domination, realizzazione di foto ricette e video ricette ad hoc da parte delle blogger di Giallo Zafferano e della redazione de La Cucina Italiana,
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promo-box, posizionamenti editoriali e social activity sui canali delle due testate. L’intento è promuovere e valorizzare il Taleggio Dop stimolandone l'utilizzo in cucina e creando nuove occasioni di consumo grazie a soluzioni innovative e inedite dedicate a un target giovane. La creatività nasce dalla volontà di promuovere e raccontare tutte le qualità del Taleggio Dop, destagionalizzandolo e proponendolo all’interno di ricette in continuità con la strategia digital e social media. Per coinvolgere il pubblico più giovane, che Taleggio ha individuato come nuovo potenziale target, il progetto con Giallo Zafferano ha previsto l'utilizzo di Tik Tok, piattaforma che propone linguaggi e contenuti diversi dal solito.
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ATTUALITÀ _NEWS CONSORZIO TUTELA PROVOLONE VALPADANA, CAMPAGNE DI INFORMAZIONE SU DOP E IGP IN ITALIA E AUSTRALIA Tre italiani su quattro conoscono almeno uno dei loghi dei regimi di qualità dell’Unione Europea in ambito agroalimentare (Dop, Igp, Stg), ma quanti ne conoscono il reale significato e la stretta correlazione con l’Unione Europea? Il Consorzio Tutela Provolone Valpadana ha commissionato due indagini con interviste Cawi all’istituto di ricerca NielsenIQ per raccogliere utili indicazioni da utilizzare per la comunicazione del prossimo triennio, riservata al territorio nazionale e all’Australia, uno dei paesi extra Ue più importanti per l’esportazione del Provolone Valpadana Dop. In Italia il 74% degli intervistati conosce almeno uno dei tre loghi, con un’accentuazione per la Dop e l’Igp, ma solo il 46% è consapevole del reale
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significato e del legame con l’Unione europea, attribuendo invece a tali grafiche concetti legati alla sostenibilità e al solo legame con l’Italia. L’80% degli intervistati dichiara inoltre di aver conosciuto i loghi attraverso le confezioni dei prodotti alimentari, mentre
rimane marginale il contributo di internet, della tv e dei volantini distribuiti dalle diverse catene di supermercati. In Australia, in particolare nelle tre città interessate dall’indagine (Sidney, Melbourne e Brisbane), i conoscitori dei loghi dei regimi europei di qualità si attestano al 37% con le confezioni dei prodotti che rappresentano, anche qui, la principale fonte di conoscenza, affiancate dai social media e dai siti web. Quasi la metà degli intervistati conosce il logo e/o la denominazione di Provolone Valpadana (43 per cento). Sulla base di questi elementi, il Consorzio Tutela Provolone Valpadana avvierà due campagne di informazione realizzate con il contributo dell’Unione europea, utilizzando come prodotto testimonial il Provolone Valpadana Dop.
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ATTUALITÀ _NEWS LA DOP MONTASIO RIPRENDE QUOTE DI MERCATO E VALORIZZA IL MARCHIO “QUALITY GOLD” L’assemblea annuale dei soci del Consorzio di Tutela del Formaggio Montasio Dop ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo del 2020. Confermato l’incremento delle vendite e della produzione in crescita del 10,35% con 925.365 forme prodotte per 56 milioni di euro di fatturato al consumo. Un 2020 che, nonostante la pandemia, si è rivelato l’anno migliore dell’ultimo quinquennio. Le attività messe in campo dal Consorzio nella Gdo hanno contribuito ad incrementare il consumo di Montasio anche nelle aree
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della Lombardia e dell’Emilia Romagna. Aumenta la richiesta del formaggio Pdm (Prodotto di Montagna) e di quello biologico, ma a essere sempre più richiesta è la media stagionatura, quando il formaggio con oltre cento giorni di maturazione raggiunge una perfetta armonia di gusto e sapori. Una spinta, questa, che porta il Consorzio a voler valorizzare maggiormente il sigillo “Quality Gold”, il marchio di qualità “superiore” impresso a fuoco da parte degli esperti del Consorzio di tutela che dopo cento giorni di lenta e controllata stagionatura del formaggio ne certificano la “perfezione” in ogni singola forma. Un elemento di valorizzazione ulteriore che va a esaltare il carattere di unicità della Dop friulana e del Veneto orientale. «I risultati raggiunti gratificano il percorso di rinnovamento intrapreso – ha detto il presidente del consorzio, Valentino Pivetta – abbiamo lavorato su più fronti focalizzandoci su mercato nazionale, vigilanza e lotta alla contraffazione per tutelare l’identità del nostro prodotto».
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PARMALAT, TUTTO IL BUONO DEL LATTE Da oggi Parmalat dà più valore al suo latte classico di sempre, arricchendolo con la vitamina D. Questa preziosa vitamina contribuisce al normale assorbimento e utilizzo del calcio, ai suoi normali livelli nel sangue e al mantenimento di ossa e denti normali. La vitamina D contribuisce anche alla normale funzione del sistema immunitario e in molti altri processi dell’organismo. Tutto questo, mantenendo il buon gusto di sempre del miglior latte selezionato.
Parmalat ti ricorda l’importanza di una dieta varia, equilibrata ed uno stile di vita sano.
Nutriamo insieme l’oggi e il domani
ATTUALITÀ _NEWS BITTO E VALTELLINA CASERA, NUOVA CAMPAGNA DI PROMOZIONE PER I 25 ANNI DEL CONSORZIO Le Dop Bitto e Valtellina Casera compiono un quarto di secolo. Per celebrare i 25 anni della registrazione dei due formaggi simbolo della Valtellina tra le denominazioni di origine protetta, il Consorzio di tutela ha lanciato la nuova campagna di promozione “Alle origini del Gusto” e un piano strategico di investimenti sul territorio per il biennio 2021-2022 del valore complessivo di 600mila euro. Le iniziative, finanziate grazie ai fondi del Psr 2014-2020, prevedono attività promozionali e turistiche sul territorio (tra cui la partenza a luglio del primo cammino del Bitto e del Valtellina Casera Dop), press tour, spot televisivi e radiofonici su scala nazionale e locale, azioni sui social media e iniziative di marketing nei supermercati e nei punti qualità nazionali per tutto il biennio 2021-2022.
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«Con questa campagna – ha spiegato il vicepresidente del Consorzio Franco Marantelli Colombin – vogliamo rilanciare al grande pubblico due formaggi espressione di un’antica tradizione casearia, tramandata sul nostro territorio fin dal tempo dei Celti. Bitto e Valtellina Casera sono due produzioni strategiche per la Valtellina, che generano un fatturato di 13 milioni di euro e ogni anno danno lavoro a 650 persone. Due formaggi ancora poco conosciuti dal grande pubblico – ha continuato Colombin – se non al Nord Ovest dell’Italia, ma apprezzati da chi li conosce. Sei conoscitori su 10, infatti, ne diventano consumatori. Secondo una recente indagine commissionata dal Consorzio, solo il 23,5% degli italiani conosce queste produzioni. La campagna nasce con l’obiettivo di far conoscere
maggiormente queste eccellenze, che hanno tutte le potenzialità per essere apprezzate anche fuori dalla Lombardia, perché in linea con le richieste dei consumatori che cercano sempre più prodotti Dop e con materia prima italiana. Alla campagna si aggiungeranno anche le celebrazioni per il 25ennale del consorzio – ha concluso il vicepresidente – che ricorreva nel 2020 e che, causa Covid, siamo stati costretti a rimandare».
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ATTUALITÀ _NEWS MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA DOP, ECCO L'IDENTIKIT DEL CONSUMATORE TIPO NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI Ha un titolo di studio elevato, reddito medio-alto, figli minori di 12 anni, ama viaggiare, è stato in Italia almeno una volta e cerca il valore aggiunto del marchio Dop come garanzia di qualità elevata. È l’identikit del consumatore tipo di Mozzarella di Bufala Campana Dop in Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, emerso da uno studio condotto da Nomisma per il Consorzio di tutela. I risultati confermano l’appeal internazionale della Bufala Dop, con notevoli potenzialità di crescita. «Considerando le previsioni di crescita del Pil stimate dalla Commissione europea per il biennio 2021-22 (+4,2% nel 2021 e +4,4% nel 2022) si prevede un incremento dei redditi medi e del numero di famiglie appartenenti alle middle-upper class, soprattutto
SCELTE 24-09 News ottobre SPFP.indd 42 n 10 ottobre 2021 interno.indd 42
nei Paesi target dello studio» sottolinea il responsabile del settore agroalimentare di Nomisma e autore dell’indagine, Denis Pantini. «Le prospettive di mercato per la Mozzarella di Bufala Dop, dunque, non possono che essere positive. Anche la maggior diffusione dei consumatori di Mozzarella Dop tra Gen Z, Millennials, e Gen X rappresenta una garanzia di continuità per le vendite, con ulteriori prospettive di crescita». I Paesi presi in considerazione dall'indagine sono anche i principali mercati per l’export della Bufala Campana, che nel 2020 ha raggiunto il 37%, pari a quasi 20mila tonnellate di prodotto (+9,7% rispetto al 2019). All’estero la mozzarella a marchio Dop rappresenta un sinonimo di maggior qualità per i consumatori: in un confronto tra gli user dei quattro mercati
target, la percentuale di chi dichiara superiore per qualità il prodotto Dop rispetto al non Dop va da un 60% nel Regno Unito e in Germania fino all’80% in Francia e Spagna.
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LA POESIA
ATTUALITÀ _NEWS CIBUS TEC RADDOPPIA: NUOVO FORUM A OTTOBRE 2022, LA FIERA NEL 2023. E INTANTO NASCE “CIBUS TEC LAB” Cibus Tec, l’appuntamento organizzato da Fiere di Parma e Koelnmesse, dedicato alle tecnologie per il settore alimentare e delle bevande, presenta un nuovo progetto: “Cibus Tec Forum”, la cui prima edizione si terrà a Parma il 25 e 26 ottobre 2022. Invece, la rassegna Cibus Tec si terrà dal 24 al 27 ottobre 2023. Uno slittamento di 12 mesi reso necessario da un calendario fieristico disarmonico, nel quale peraltro è già previsto lo svolgimento della rassegna consorella “Anuga FoodTec”, organizzata da Koelnmesse, dal 26 al 29 aprile 2022. Concordi Antonio Cellie e Thomas Rosolia, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Koeln Parma exhibitions, braccio operativo di Cibus Tec, che non hanno avuto dubbi nel decidere la nuova
SCELTE 24-09 News ottobre SPFP.indd 44 n 10 ottobre 2021 interno.indd 44
strategia: «Da sempre il nostro obiettivo principale è dare agli espositori della rassegna ciò di cui hanno bisogno, come concrete opportunità di business in un calendario armonizzato di appuntamenti di settore. Da qui, la nostra decisione di posticipare Cibus Tec di dodici mesi, trovando una collocazione temporale ideale nel 2023, per poi riprendere dal 2025 il nostro classico ritmo triennale». Sarà dunque Anuga FoodTec a Colonia il primo grande salone internazionale delle tecnologie alimentari post Covid, un appuntamento al quale la rassegna partner Cibus Tec non farà mancare il proprio supporto, valorizzando le soluzioni delle
aziende tech della propria community e sostenendo la presenza di visitatori italiani e internazionali. Cibus Tec Forum 2022 e Cibus Tec 2023 saranno affiancati da “Cibus Tec Lab”, il nuovo progetto educational che si tradurrà in una serie di webinar che accompagneranno l'industria alimentare e tecnologica fino alla rassegna del 2023.
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DA TRE GENERAZIONI LA RICERCA DELL’ECCELLENZA
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02/09/14 16:49
MERCATI
IL MADE IN ITALY PIACE SEMPRE DI PIÙ di Andrea Stretti
I
l Bello e Ben Fatto (Bbf), formula che identifica quanto di meglio offre il made in Italy in termini di qualità, eleganza e senso estetico, vale 135 miliardi di euro di export e ha un potenziale per ulteriori 82 miliardi di spedizioni. Nel 2020, inoltre, l’export di eccellenze nostrane ha tenuto meglio rispetto a quello di altri grandi Paesi manifatturieri europei. È quanto emerge dall’undicesima edizione del rapporto Esportare la Dolce Vita, realizzato dal Centro Studi Confindustria in collaborazione con Unicredit e con il contributo di Sace, Netcomm e Fondazione Manlio Masi. L’eccellenza made in Italy, secondo la fotografia 2020 scattata dal rapporto, è trasversale a svariati settori
e comparti, ma con una netta prevalenza delle cosiddette 3 “F”: Fashion, Food (in primis i formaggi), Furniture. Quasi l’85% del valore (144 miliardi), è generato nei mercati avanzati, dove i nostri prodotti sono ormai consolidati e godono di un prestigio di lungo periodo. In termini di trend sono invece i Paesi emergenti a offrire il maggiore dinamismo e i più elevati margini di crescita, sebbene le economie avanzate non siano ancora sazie di made in Italy. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno il più alto potenziale in termini assoluti di assorbimento di nuove esportazioni, pari a 15,5 miliardi. Anche Francia, Germania e Regno Unito valgono complessivamente
ulteriori 13,7 miliardi. Sul fronte Paesi emergenti il primo è la Cina. L’export attuale di Bbf (4,7 miliardi di euro) potrebbe qui aumentare addirittura del 40% (+3,9 miliardi), un dato che tiene in gran conto le dimensioni e le prospettive (imponenti) di espansione della classe media benestante e dei nuovi ricchi: 265,5 milioni di individui, con proiezioni di crescita nel prossimo quinquennio per ulteriori 70,2 milioni. Guardando al futuro, un segnale forte proviene anche dai nuovi accordi di libero scambio. Una menzione particolare va al Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep), che ha creato la più grande area di free trade al mondo, riunendo i dieci Paesi Asean
BERTOZZI Strada Roma, 1/A
GENNARO AURICCHIO
GLI ESPORTATORI
AMBROSI
SPA
Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta.
Via Ottorino Ambrosi,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811 Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it www.ambrosi.it
SPA
43044 Collecchio (PR) Tel. 0521/333911 Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it www.bertozzi.com
AGRIFORM Via Rezzola, 21
SPA
Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, Mozzarella, Ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.
SCA
37066 Sommacampagna (VR) Tel. 045/8971800 Fax 045/ 515974 export@agriform.it www.agriform.it
Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it
48 IL MONDO DEL LATTE
14-9 mercati 2021 exportinterno.indd MSPF.indd 48 48 n 10 ottobre
27/09/21 13:14 14:34 29/09/21
LA TUA SCELTA
CONTA
Le sfide globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.
Ottima scelta.
MERCATI
040620
04064050
1.686 3.448 350 17 144 382 23 210 14.509 4.541 304 279 30 164 359 312 1.004 896 221 886 1.184 553 335 1.615 440 429 34.321
1.280 1.422 64 38 103 826 16 139 3.443 8.175 815 325 12 10 93 79 1.461 653 164 324 334 117 117 1.603 1.509 144 23.266
571 1.204 79 10 93 279 9 121 5.827 6.251 216 158 3 13 64 74 670 295 81 254 327 118 94 1.054 222 123 18.210
335 422 20 3 33 317 12 4 2.179 2.880 30 21 4 20 11 11 507 385 29 100 215 35 34 610 156 63 8.436
1.240 4.056 110 26 142 662 76 275 14.489 4.432 256 515 47 67 440 153 854 329 271 177 287 46 339 2.194 1.437 199 33.119
BRAZZALE
SPA
Burro delle Alpi, Burro Superiore Fratelli Brazzale, Gran Moravia, Verena, Asiago, Provolone dolce e piccante, Pasta filata, Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com Stabilimento di via Giovanni XXIII, 2 36030 Monte di Malo (VI) Stabilimento di via Torrerossa, 30 35010 Campodoro (PD)
04069075 - 04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 - 04069074 - 04069079 - 04069076 - 04069089
18 14 2 1 5 3 3 44 75 1 1 1 1 6 6 2 5 1 5 4 2 10 18 2 2 232
101 161 2 1 13 22 1 7 249 1.552 94 14 2 17 27 141 108 48 15 11 50 3 659 163 65 48 3.574
04069099
040630
251 276 38 2 9 56 5 17 1.836 1.034 25 40 1 12 7 41 338 162 26 7 81 4 26 191 93 8 4.586
52 224 14 4 10 36 5 26 496 685 32 22 1 3 12 16 207 163 6 45 27 11 8 70 59 6 2.240
42 23 36 4 1 32 28 5 390 347 9 12 1
25 145 2 1 6 15
2 14 20 31 30 9 21
1 168 168 1 15 22 12 45 68 20 73
78 228 78 20 30 170 41 23 409 858 173 25 11 7 19 157 488 99 13 210 272 23 217 699 61 29 4.438
FORGRANA CORRADINI
SPA
5 185 29 4 1.280
PROVOLONE
186 17 2 1
993
TOTALI
04069063
FORMAGGI FUSI
04069069 04069018 04069021 04069050 04069039 9082-9084 04069081 04069092 9093 04069086 04069013 04064010 4090 04069015 04069017
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI DURI
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
04069061
ALTRI FORMAGGI
AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REP. CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE
0406 1030 - 04061050 - 04061080
PECORINO
CODICE DOGANALE
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
MOZZARELLA
(IN TONS)
RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (1 gennaio - 31 maggio 2021)
04069073 04069001
13 128 3 3 7 25 1 2 203 680 34 11 1 1 7 17 82 60 4 21 10 1 14 972 4 14 2.318
SAVIOLA
70
107 17 1
1 168 2 589 42 21 10 1.028
5.762 11.751 798 130 596 2.932 220 829 44.277 31.528 1.991 1.423 115 315 1.048 1.190 6.077 3.129 876 2.071 3.413 1.000 1.926 9.415 4.150 1.079 138.041
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Parmigiano Reggiano, Grana Padano. Confezionamento. Produzione grattugiati freschi disidratati. Produzione shaker. Pecorino Romano,Taleggio, Gorgonzola, pecorini, provoloni, mozzarella.
Produzione, stagionatura e confezionamento Grana Padano e Parmigiano Reggiano.
Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla (RE) Tel. 0522/833818 Fax 0522/833426 forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it
Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it
50 IL MONDO DEL LATTE
14-9 mercati 2021 exportinterno.indd MSPF.indd 50 50 n 10 ottobre
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CODICE DOGANALE
EUROPA UNIONE EUROPEA REGNO UNITO SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO
04061030
04061050 04061080
42.328 33.119 5.711 2.803 217 478 46 227 64 163 47
40.813 34.321 3.664 2.175 430 223 93 1.117 47 1.070 103 10
47 2.613 1.339 163
93 4.885 866 1.921 5 116 102 1.875 272 226 46 9
54 48 1009 246 202 44 45.507 12.388 228.709
47.292 12.971 190.133
04069061
040620
04064050
04069063
28.720 23.266 2.814 2.119 167 354 152 8.484 1.819 6.665 479 41 187 251 2.034 557 81
21.398 18.210 1.829 1.088 41 230 8 248 77 171 23 23 695 256 131
9.261 8.436 175 543 74 33 13 170 19 151 14 2 1 11 256 166 4
43 61 1.292 965 928 37 1
49 11 248 121 120 1
4 2 80 139 136 3
2.676 2.240 327 97 7 5 19 4.247 204 4.043 64 31 12 21 236 106 11 1 4 4 110 121 115 6
40.835 22.493 4.283 17.569 450.179 200.317
9.853 1.417 60.574
7.363 5.123 67.224
ALTRI FORMAGGI
FORMAGGI FUSI
PROVOLONE
ALTRI FORMAGGI
ALTRI FORMAGGI DURI
PECORINO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
MOZZARELLA
ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (1 gennaio - 31 maggio 2021)
(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
MERCATI
04069099
04069073
040630
04064010 04064090
5.098 4.440 274 131 171 82 191 647 101 546 137 37 4 96 1.059 106 203 54 37 7 652 228 210 18
2.204 1.280 125 391 50 358 14 262 2 260 21 5 1 15 478 90 38 2 54 24 270 85 84 1
2.506 2.318 76 102 6 4 11 270 61 209 54 1 2 51 118 10 3
1.071 993 5 35
1.410 1.241
8 2 95 306 294 12
124 1 134 0
7.360 2.920 51.688
3.064 1.784 19.883
3.265 947 19.182
1.353 360 4.915
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017
38 11 1 1 3 3 267 8
1.511 9.482
GLI ESPORTATORI
BERNERI CIRESA
SPA
SRL
Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it
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MARIO COSTA SPA
Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it
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AZIENDA CASEARIA SPA Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com
52 IL MONDO DEL LATTE
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27/09/21 13:14 14:34 29/09/21
14-9 merc
1.410 1.241 126 18 12 13 16 8 8 2 2 72 26
2.047 1.665 20 346 16
13 7 6 4 4 63 2 10
3 26 1 1
2 549 534 10
8 59 3 2
2
11 10 1 9 2
4 46 3 2 1
47 1 1
1.511 270 9.482
2.077 117 15.689
3 16 16
24 2 2 6 1.431 317 12.012
TOTALI
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
FONTINA FONTAL
ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO, RAGUSANO
04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069050 04069082 04069084
1.297 1.114 100 79 2 2 6 91 23 68 3
1.996 1.960 9 22 4 1
ITALICO TALEGGIO
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI
CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
04064010 04069092 04069089 04069023 04069025 04064090 04069093 04069074 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085
2.635 970 14.012
201 140 2 58
1.073 1.028
1 2 210 15 195 3
2
3 13
1 2
768 656 51 46 1 14 1 92 2 90 4
453 232 5 211 2 3 1 189 33 156 12
1 3 5 1
7 5 15 5 2
3 1 50 10 1 9
4
4 22 21 1
1 1 6 41 40 1
1.886 504 16.303
892 236 6.367
711 479 4.918
431 291 3.053
1.682 1.382 154 121 23 2 1 126 126 8
43
0 1
2
7 2 2
1 1 2 2
167.002 138.041 15.467 10.428 1.223 1.843 550 16.412 2.475 13.937 984 127 215 642 13.445 4.067 2.591 62 507 265 5.953 2.582 2.402 180 16
1.078 201.037 62.996 50 2.108 1.376.748
più Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda. Una fondamentale compresenza, quindi, di vari mercati-chiave, in un’area dove il made in Italy cresce d’importanza e ha complessivamente tenuto durante la pandemia. Attenzione, però. Nelle categorie di interesse per l’Italia, molti dei Paesi target – in primis Germania, Stati Uniti, Francia e Spagna – sono al tempo stesso concorrenti. E anche i prodotti cinesi e di altri Paesi Rcep sono sempre più in grado di competere, in particolare nell’ambito alimentari e bevande. Infine, venendo alla pandemia, i suoi effetti non hanno risparmiato il Bbf. Tuttavia, l’Italia ha dimostrato di essere forte. Vari segmenti di Food e di Furniture sono apparsi resilienti, rispondendo bene alle sfide del 2020. Tra queste, diventa sempre più importante, alla luce del Covid-19, rafforzare i canali di vendita digitale, stabilizzare le relazioni internazionali, oltre a preservare e aumentare la riconoscibilità del made in Italy nel mondo.
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9/21 14:34
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IL MONDO DEL LATTE 53
14-9 mercati 2021 exportinterno.indd MSPF.indd 53 53 n 10 ottobre
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MERCATI
L’E ORT DELL’ITALIA CRE CE A DO IA CI RA L
e esportazioni di formaggi Ue nel primo semestre 2021 hanno mostrato una lieve contrazione (-1,6%), attestandosi a quasi 670mila tonnellate. A livello di variazione percentuale, spiccano le performance registrate dall’Italia (+11,5%), dal Belgio (+10,7%) e dal Portogallo (+51,1 per cento). Degni di nota sono anche i numeri negativi messi a segno dall’Irlanda, che ha rilevato una flessione del 19,7 per cento. Per quanto riguarda i volumi, invece, la Germania conferma il suo primato, avendo venduto circa 110mila tonnellate di formaggi al di fuori del mercato unico. Al secondo posto si posiziona l’Olanda (96mila tonnellate esportate), seguita dalla Francia (88mila) e dall’Italia (77mila).
A seguito della Brexit, il Regno Unito è diventato la principale meta per le esportazioni casearie europee: nel periodo gennaio-giugno 2021, le tonnellate acquistate sono state infatti più di 185mila (sebbene in diminuzione del 18,6% rispetto allo stesso periodo del 2020). Seguono gli Stati Uniti, che – come scrivevamo nel numero di settembre della rivista – grazie alla sospensione dei super dazi trumpiani hanno ripreso a importare quantità significative di formaggi Ue (un quantitativo pari a poco meno di 62mila tonnellate, una crescita del 18 per cento). Al terzo e al quarto posto si posizionano, rispettivamente, il Giappone (59.500 tonnellate, -7%) e la Svizzera (38.100 tonnellate, +7%). A livello di categorie di prodotto, le tipologie
I PRINCIPALI PAESI UE ESPORTATORI DI FORMAGGI (GENNAIO-GIUGNO 2021, TONS) 110.365 95.909
88.011 77.369 67.395
65.827 43.625 30.185
GERMANIA
OLANDA
FRANCIA
ITALIA
IRLANDA
DANIMARCA
I PRINCIPALI PAESI EXTRA-UE IMPORTATORI DI FORMAGGI
POLONIA
BELGIO
(GENNAIO-GIUGNO 2021, TONS)
185.150
61.849
59.585 38.100
REGNO UNITO
USA
GIAPPONE
SVIZZERA
26.419
COREA DEL SUD
23.781
UCRAINA
22.296
ARABIA SAUDITA
21.708
CINA
54 IL MONDO DEL LATTE
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mercato p
9/21 14:53
di formaggio più esportate sono stati i freschi (più di 199mila tonnellate), seguiti dai fusi (70mila tonnellate) e dai grattugiati (21mila tonnellate). La mozzarella (quasi 98mila tonnellate, +6% rispetto al 2020), il Gouda (circa 72mila tonnellate), il Cheddar (62mila tonnellate, segnando un significativo -28%) e l’Edam (28.600 tonnellate) sono stati, invece,
I FORMAGGI UE PIÙ ESPORTATI
i prodotti caseari più venduti al di fuori dei mercati comunitari. Infine, è da segnalare la contrazione significativa rilevata per le esportazioni di burro (-21%), mentre le vendite extra Ue di latte scremato in polvere sono rimaste sostanzialmente stabili, attestandosi a quasi 415mila tonnellate.
(GENNAIO-GIUGNO 2021, TONS)
EDAM
28.638
CHEDDAR
62.243
GOUDA
71.813
97.861
MOZZARELLA
L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI In crescita, e su livelli decisamente superiori rispetto a quelle dello scorso anno, le quotazioni delle principali commodity lattiero-casearie.
BURRO
500 450
€/100 KG
400 350 300 250 200 5
10
15
20
25 30 SETTIMANE
35
40
45
50
SIERO IN POLVERE
LATTE SCREMATO IN POLVERE 125
280 260
€/100 KG
€/100 KG
220 200 180
Fonte: Mmo – Reg. Ue n. 2017/1185
100
240
75 50
160 140
25
120 100
0 0
5
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SETTIMANE
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MERCATI
ESPORTAZIONI ITALIANE
IL MONDO DEL
L AT T E
DI LATTE
N. 10
OTTOBRE
2021 -
ANNO
IL LATTE NEL MONDO
LXXV -
MENSILE
0401 1090 2019 2099
19 2 6 1 2
1.121 2 1
PAESI AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REP. CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE
TOTALE PAESI TERZI di cui: ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG EMIRATI ARABI
TOTALE GENERALE - TONNELLATE - MIGLIAIA DI EURO
1
8 48 24 228
11 1.266 46
20 4 1.812 16 1
5 3
25 12
1
214 3 5 21 2.471
1 5 28 2.491
18.648
1.371
1.739 13.078 767 45 510
13 523 393 2 58
21.119 15.220
3.862 2.758
–
0401 1010 2011 2091
ROMA
LATTE SFUSO IN CISTERNA
70%
LATTE IN CONFEZIONI
POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
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DAL 1 GENNAIO AL 31 MAGGIO 2021 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
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56 IL MONDO DEL LATTE
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BORSA PREZZI
ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO (€/Kg) BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA 16 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA 9 MESI GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA FINO A 3 MESI PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA OLTRE 3 MESI LATTE SPOT ITA (€/1000 Kg) PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE DI PARMA) €/Kg PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >30 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >12 MESI
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VAR.
2021 AGOSTO MEDIA
2020 AGOSTO MEDIA
VAR.
1,59 3,19 3,34 1,39 8,07 6,15 5,12 9,53 8,73 7,46 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12 352,00
32,70% 16,30% 15,57% 37,41% 5,58% 15,12% 16,80% 31,16% 34,02% 36,73% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 13,07%
2,15 3,75 3,90 1,95 8,52 7,08 5,98 12,50 11,70 10,20 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12 392,00
1,60 3,20 3,35 1,40 8,07 6,15 5,12 9,81 9,01 7,73 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12 344,00
34,38% 17,19% 16,42% 39,29% 5,58% 15,12% 16,80% 27,42% 29,86% 31,95% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 13,95%
10,865 9,815 9,015 7,990
20,02% 25,27% 28,34% 33,42%
13,150 12,375 11,650 10,8
11,175 10,125 9,325 8,300
17,67% 22,22% 24,93% 30,12%
2021 LUGLIO MEDIA
2020 LUGLIO MEDIA
2,11 3,71 3,86 1,91 8,52 7,08 5,98 12,50 11,70 10,20 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12 398,00 13,040 12,295 11,570 10,66
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MERCATI
QUOTAZIONI AL PALO C
ome si ricorderà, dopo aver registrato notevoli perdite di valore, nell’ultimo quadrimestre dello scorso anno le quotazioni mercuriali dei due più importanti formaggi italiani a denominazione di origine protetta, Grana Padano e Parmigiano Reggiano, avevano mostrato un’ottima ripresa, che ha portato i loro valori su livelli di gran lunga più interessanti. In particolare, il prezzo del Grana Padano a nove mesi di stagionatura era aumentato del 20,6%, mentre il 16 mesi aveva registrato un incremento del 7,4 per cento. Notevole la ripresa nel segmento del Parmigiano Reggiano, con il 12 mesi che aveva messo a segno un importante +32,1%, e il 24 mesi un +27,5 per cento. Anche se in modo non identico (il Grana Padano ha perso qualche punto percentuale da inizio anno), i primi otto mesi del 2021 hanno sostanzialmente consolidato i valori di fine 2020. Così, rispetto ad agosto 2020, il prezzo del Parmigiano Reggiano a 12 mesi di stagionatura evidenzia una variazione del +26,4% (10,27 €/kg), e il valore medio del 24 mesi si è attestato sui 12,5 €/kg, con un incremento del 20,3 per cento. Per quel che riguarda il Grana Padano, il prezzo medio del nove mesi è
stato pari a 7,23 €/kg (+9,2%), mentre il 16 mesi ha registrato un incremento più contenuto (+4,1%), posizionandosi sugli 8,58 €/kg. C’è da dire, però, che in entrambi i casi le quotazioni 2021, per quanto superiori a quelle dell’anno scorso, sono lontane dai valori del 2019. I prezzi all’ingrosso degli altri
formaggi Dop quotati alla Camera di Commercio di Milano sono invece rimasti fermi, con la sola eccezione del Pecorino Romano che, da alcuni mesi, registra molto interesse, tant’è che nella prima settimana di settembre le quotazioni hanno raggiunto i 9 €/kg (+22,4% sul 2020 e +33,3% sul 2019).
LE QUOTAZIONI MERCURIALI DEL GRANA PADANO (€/kg) 9,00 8,50 8,00 7,50 7,00 6,50 6,00 19
20
21
9 MESI
16 MESI
LE QUOTAZIONI MERCURIALI DEL PARMIGIANO REGGIANO (€/kg) 14,00 13,00 12,00 11,00 10,00 9,00 8,00 7,00
19
20
21
12 MESI
24 MESI
L’ANDAMENTO PRODUTTIVO DEI PRINCIPALI FORMAGGI DOP ITALIANI
3,5%
1,8% -0,6%
-6%
-6,8% ASIAGO
GORGONZOLA GRANA PADANO GENNAIO
FEBBRAIO
MARZO
1,5%
1,5%
MONTASIO APRILE
-5,2% PARMIGIANO REGGIANO
MAGGIO
GIUGNO
PROVOLONE VALPADANA LUGLIO
TALEGGIO
AGOSTO
QUARTIROLO
MEDIA 2021
60 IL MONDO DEL LATTE
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N
egli ultimi dieci anni i consumatori hanno manifestato una maggiore attenzione alla sicurezza dei prodotti alimentari, alla sostenibilità, alla provenienza degli alimenti, al benessere animale e all’uso degli antibiotici negli allevamenti, considerandoli elementi essenziali nel valutare la “qualità di un alimento”. Se il concetto di qualità può sembrare astratto, legato a scelte e gusti personali e alla capacità di soddisfare le esigenze espresse o implicite del consumatore, oggi più che mai è possibile misurare, sulla base di evidenze scientifiche, il livello di impatto ambientale che può avere un allevamento, il benessere animale e il consumo di antibiotici nelle stalle. L’industria alimentare non poteva non tener conto di queste esigenze dei consumatori, consapevole dei benefici che avrebbe potuto apportare un miglioramento dei sistemi d’allevamento sia
per una questione etica, sia per rispondere alle richieste dei consumatori. Pertanto, è intervenuta secondo le regole del marketing, approfittando anche di norme nazionali ed europee che lasciavano spazio a possibili claim da utilizzare in etichetta, proponendo una serie di informazioni che hanno finito per generare confusione nel del consumatore attento. Sono stati etichettati e pubblicizzati alimenti con l’indicazione “non contiene antibiotici”, “prodotto che viene da allevamenti che rispettano il benessere animale”, ecc., come se gli altri prodotti potessero contenere antibiotici o gli animali non fossero stati allevati nel rispetto delle norme sul benessere. La comunicazione pubblica non ha avuto la forza, o meglio non è stata messa nelle condizioni di informare i consumatori che le norme di sicurezza alimentare prevedono specifiche disposizioni sull’uso dei farmaci negli allevamenti
e che i farmaci devono essere impiegati sotto controllo veterinario quando servono, in caso di malattia. L’uso degli antibiotici come additivi nei mangimi è stato bandito dall’Unione europea dal 1976 e c’è una fitta rete di controlli pubblici. Ha sempre prevalso nell’immaginario collettivo, grazie anche all’amplificazione dei media, l’idea di allevamenti lager solo perché allevatori, che non possono definirsi tali, senza scrupoli, che per ottenere il massimo guadagno con il minimo sforzo hanno leso i diritti degli animali e dei consumatori, non rendendosi conto che un animale in buona salute consuma meno farmaci e produce di più e con maggior qualità. Il ministero della Salute per accrescere il livello di sicurezza degli alimenti, combattere l’antimicrobico resistenza e aumentare il livello di benessere animale, in collaborazione con l’Izs di
62 IL MONDO DEL LATTE
16-9 ig&sic SQNBA MSPF.indd 62 62 n 10 ottobre 2021 interno.indd
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C
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CY
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K
1
07/10/20
18:12
IGIENE & SICUREZZA Brescia, ha messo a punto un sistema di classificazione degli allevamenti sulla base del rischio, denominato ClassyFarm, anticipando di fatto quelli che erano gli obblighi derivanti dal nuovo regolamento di sanità animale (Reg. (UE) n. 2016/429). ClassyFarm consente la raccolta, rilevazione ed elaborazione dei dati relativi alle seguenti aree di valutazione:
Forestali e da quello della Salute, con la collaborazione dell’Istituto zooprofilattico di Brescia e di Accredia (Ente nazionale di Accreditamento), istituito ai sensi dell’art. 224 bis della Legge n. 77 del 17/07/2020. La struttura del Sistema di qualità nazionale per benessere animale (Sqnba) era stata presentata nei mesi scorsi dai due ministeri e da Accredia alle associazioni di categoria, è stato tradotto in un provvedimento normativo la cui bozza è ora disponibile come Decreto interministeriale (Agricoltura e Salute).
I dati dell’allevamento, convertiti attraverso coefficienti scientificamente validati in un indicatore numerico, forniscono un’informazione puntuale e oggettiva del livello di rischio dell’allevamento stesso. L’indice di rischio, per ciascuna categoria dei dati raccolti, permette alle Autorità di controllo (Ac) di programmare anche l’attività di controllo sulla base del rischio di ciascun allevamento e all’allevatore di avere una chiara fotografia, non soggettiva, della reale situazione del suo allevamento, dandogli nel contempo la possibilità di confrontare – nel rispetto della privacy – le informazioni aggregate provenienti dagli altri allevamenti appartenenti alla stessa tipologia (es. bovine da latte della medesima area geografica e dell’intero Paese). Il Sistema Classyfarm può essere integrato, dove necessario, con la raccolta dei dati ambientali e con eventuali altri dati che possono interessare gli allevatori, quali le produzioni di latte, altri dati sull’autocontrollo (conteggio delle cellule somatiche ecc.). Il sistema Classyfarm, per la sua scientificità e per l’applicazione pratica, costituisce la base del “Sistema di qualità nazionale per benessere animale-Sqnba”, messo a punto dal ministero delle Politiche Agricole e
Che cosa è il Sqnba? Il Sqnba è un sistema di certificazione volontaria, basato su regole tecniche ben definite su basi scientifiche, che permette a coloro che vi aderiscono di valorizzare i propri prodotti agli occhi dei consumatori, riconosciuto e regolamentato dai due ministeri che hanno competenza nel settore alimentare (Agricoltura e Salute). Inoltre, l’adesione al Sqnba, per gli operatori interessati, costituisce una via d’accesso prioritaria ai contributi comunitari specifici previsti dalla Pac. L’emanando decreto disciplina innanzitutto i requisiti di salute e benessere animale e di gestione degli allevamenti al fine di poter accedere al sistema di certificazione, nonché le procedure e le modalità con cui i singoli allevatori e gli operatori del settore alimentare, singoli o associati od organizzati in filiera produttiva, possono commercializzare animali o prodotti di origine animale provenienti da un allevamento certificato. Il testo del decreto – costituito da 14 articoli e quattro allegati – in questa prima fase non riguarda tutte le specie e le categorie degli animali destinati alla produzione di alimenti, ma ha preso in considerazione solo i suini. Infatti, solo per questa
specie, negli allegati 3 e 4 vengono definiti i requisiti per gli operatori che allevano suini al coperto (oltre 30 Kg) e all’aperto (oltre 50 Kg), per almeno gli ultimi quattro mesi di vita. Con successivo provvedimento saranno predisposti ulteriori requisiti di certificazione relativi all’allevamento delle altre specie e tipologie produttive. Riteniamo che un’ulteriore sforzo poteva essere fatto dalle amministrazioni competenti nel definire i requisiti sanitari per le bovine da latte, per il valore che i prodotti lattiero-caseari hanno nell’alimentazione e per il contributo che questi prodotti danno al mercato dell’export. Infatti, sul sito di ClassiFarm sono già presenti le checklist, ancorché in fase di revisione, per la valutazione del benessere dei bovini da latte a stabulazione fissa e libera. Comunque, è importante che gli allevatori e l’industria di trasformazione del latte siano tempestivamente messi al corrente degli scenari che si prospettano in tema di etichettatura e certificazione volontaria, per potersi organizzare ed essere pronti quando il decreto interministeriale sarà modificato e integrato come sopra specificato. Accesso al Sqnba Per poter accedere al Sqnba è necessario essere: persona fisica o giuridica che ha la responsabilità degli animali o prodotti primari di origine animale come latte, uova e miele, identificato mediante codice fiscale e numero di stabilimento registrato nella alimentare: come definito dal Reg. (CE) n. 178/2002, con gli obblighi previsti dal Reg. (CE) n. 852/2004 e n. 853/2004CE, compresi coloro che trasportano animali vivi. Entrambe queste figure sono titolari, per la parte di
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IGIENE & SICUREZZA competenza, del certificato di conformità rilasciato dall’organismo di certificazione da far valere nelle transazioni commerciali o nell’etichettatura del prodotto destinato al consumatore. La bozza di decreto prevede che gli operatori del settore alimentare possano tra loro costituire un gruppo, avente la stessa finalità di certificazione, definito come “Gruppo di operatori del settore alimentare”, gestiti da un coordinatore, persona fisica o giuridica definito “Organizzazione” che si assume la responsabilità della conformità del gruppo rispetto ai requisiti del Sqnba. Il certificato di conformità viene rilasciato all’organizzazione. Sembra evidente – ma nel provvedimento non è specificato – che se anche un solo operatore facente parte del gruppo non rispetta gli standard Sqnba, all’organizzazione viene sospesa o revocata la certificazione. Nel provvedimento è evidente una sostanziale differenza tra operatori della produzione primaria e quelli delle fasi successive. Infatti, i primi devono agire come entità uniche senza la possibilità di aggregazione e costituzione di un gruppo, per i secondi è reso possibile attraverso “l’organizzazione”, e sinceramente non ne comprendiamo la motivazione. Chiaramente un processo di adesione al sistema di certificazione ha dei costi, in particolare per gli allevatori che devono aderire al sistema ClassyFarm e, per farlo, devono avere un veterinario per “l’inserimento dei dati nel sistema” ma su questo ritorneremo successivamente. Inoltre, dovranno sostenere una serie di oneri burocratici che difficilmente possano essere gestiti da un piccolo allevatore. Nel provvedimento, a mio avviso, scompare anche il concetto
di filiera, nel momento in cui si esclude l’operatore della produzione primaria, ma viene relegato al semplice ruolo di partecipante alla “catena di custodia”. O ’ L’allevatore deve: domanda di iscrizione a un Organismo di certificazione, scelto tra quelli iscritti nell’elenco istituzionale del Mipaaf; riconosciuto ai sensi della specifica normativa Ue dell’Unione; e rispondere ai requisiti fissati nel sistema di classificazione del rischio per l’allevamento, specie e tipologia produttiva per il quale si chiede l’iscrizione, con l’indicazione del codice di allevamento Bdn (Banca dati nazionale); di vendita diretta in azienda dei prodotti certificati Sqnba; del veterinario autorizzato dall’operatore a inserire i dati nel portale di Classyfarm. A riguardo dell’ultima condizione, la domanda che ci si pone è: che fine ha fatto il veterinario aziendale previsto dal decreto del ministero della Salute del 07/12/2017 citato nelle premesse del decreto interministeriale? La figura del veterinario aziendale, nata per essere parte integrante della rete di sorveglianza delle malattie animali e anello di congiunzione tra l’allevatore e l’autorità competente, è l’unica titolata, autorizzata e responsabile della corretta immissione dei dati nel sistema informativo, gestito dalle Ac, per l’epidemiosorveglianza relativa agli stabilimenti presso cui svolge la propria attività professionale. Il veterinario autorizzato dall’allevatore a inserire i dati, come citato nel decreto,
sembra una figura diversa da quanto ci eravamo immaginati, avulsa dal contesto aziendale e priva di qualsiasi responsabilità, se non quella derivante dalla deontologia professionale, nei confronti dell’allevatore e dell’Ac. Se così fosse, verrebbe a essere sminuito il ruolo professionale del veterinario, ridotto a “operatore informatico” e non colui che ha un ruolo e compiti ben precisi come definiti dall’art. 4 del Dm 07/12/2017 (vedi tabella nella pagina seguente). O O Gli operatori del settore alimentare (Osa) devono: individuare e presentare domanda di iscrizione a un Organismo di certificazione, scelto tra quelli iscritti nell’elenco istituzionale del Mipaaf; essere registrati o riconosciuti ai sensi della specifica normativa dell’Unione europea e nazionale vigente; adottare il sistema della “catena di custodia” per il Sqnba. Nella domanda di adesione, devono essere riportati almeno: a) i dati e i riferimenti legali dell’Osa richiedente; b) gli estremi relativi alla registrazione dell’attività effettuata dall’Osa, con specificazione della sua tipologia e la fase o le fasi di interesse nella filiera coinvolta; c) una breve descrizione dell’Osa. Se l’adesione al Sqnba avviene attraverso un’“Organizzazione responsabile di un gruppo di filiera”, devono essere specificati per ogni Osa le relative informazioni sopra riportate. Non sono assoggettati alla certificazione gli autotrasportatori che trasportano esclusivamente prodotti in imballaggi preconfezionati ed etichettati. Gli Osa, ottenuta la certificazione, hanno l’obbligo
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IGIENE & SICUREZZA del rispetto dei requisiti previsti dal Decreto interministeriale e dai suoi allegati. Nel caso in cui la certificazione venga sospesa dall’Organismo di certificazione, gli allevatori e gli Osa sono tenuti a continuare ad applicare le disposizioni del provvedimento, ma è fatto loro divieto di utilizzare qualsiasi riferimento, anche in pubblicità, all’Sqnba per animali e prodotti non conformi, ancorché già immessi sul mercato. Riteniamo che questa misura sia fortemente penalizzante soprattutto per i prodotti a lunga stagionatura, in particolare se già commercializzati anche all’estero. Il ritiro dal mercato è previsto solo in presenza di un rischio per la salute del consumatore (art. 19 Reg. (CE) n. 178/2002). Comunque, per tali prodotti, a nostro avviso, si potrà procedere a una rietichettatura, dove possibile e con tutte le complicazioni del caso. La sanzione del ritiro dal mercato può e deve essere applicata contestualmente alla comunicazione della sospensione o revoca della certificazione, ma non per i prodotti che sono stati già oggetto di commercializzazione. Oneri e responsabilità ’O L’Organismo di certificazione deve essere accreditato alla norma Uni Cei En Iso Iec 17065, secondo lo schema per la specie animale e orientamento produttivo di certificazione Sqnba ed essere iscritto in un elenco tenuto dal Mipaaf. Gli Organismi di certificazione, ricevuta la domanda da parte degli operatori o gruppi di operatori, valutato il soddisfacimento dei requisiti stabiliti per l’adesione al Sqnba, rilasciano un certificato che attesta l’inserimento del soggetto nel sistema di certificazione. La valutazione di conformità
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viene effettuata attraverso l’esame della documentazione e un audit presso gli stabilimenti per verificare il sistema di autocontrollo, l’identificazione e tracciabilità di animali e prodotti, le modalità di registrazione delle informazioni e il relativo sistema di trasferimento di quest’ultime al successivo anello della catena o in etichetta e il rispetto della catena di custodia. Ai fini del mantenimento della certificazione, l’Organismo di certificazione procede, almeno una volta all’anno, alla verifica della documentazione degli allevatori e degli Osa e, con ispezione, in allevamento almeno una ogni tre anni e presso gli stabilimenti del settore alimentare ogni anno. A campione, se appartenenti a un’Organizzazione responsabile del gruppo. Nel caso in cui vengano riscontrate carenze, l’Organismo può sospendere la certificazione fino a quando queste non vengano risolte o, nel caso di recidiva, la può revocare. L’organismo di certificazione, oltre a fornire all’Ac le informazioni delle attività
svolte e dei provvedimenti adottati, pubblica sul proprio sito istituzionale l’elenco dei soggetti certificati aderenti al Sqnba e assoggettati al proprio controllo, distinti fra operatori e dell’operatore del settore alimentare. E I documenti d’accompagnamento, in fase di commercializzazione di animali vivi, o l’etichettatura dei prodotti della produzione primaria, devono riportare le seguenti informazioni: a) “Sistema Qualità Nazionale Benessere Animale” o, in alternativa, “Sqn benessere animale”; b) Specie dell’animale o indicazione della specie da cui il prodotto è ottenuto (es. carne di bovina, latte di pecora ecc.) e metodo di allevamento; d) Numero di allevamento, certificato Sqnba, in cui l’animale è stato allevato riferito al ciclo di produzione secondo requisiti, modalità e tempistiche previste dagli schemi di certificazione indicati negli allegati al decreto interministeriale.
COMPITI E RESPONSABILITÀ DEL VETERINARIO AZIENDALE 1. Il veterinario aziendale è deputato a: a) fornire all’operatore informazioni e assistenza affinché siano adottate misure e iniziative volte a garantire la qualifica sanitaria dell’azienda [...] le buone condizioni igieniche e di biosicurezza dell’allevamento, il benessere animale e la salubrità dei prodotti b) assicurare il rispetto delle disposizioni riguardanti la notifica obbligatoria delle malattie infettive degli animali e la comunicazione di qualsiasi altro fattore di rischio per la salute e il benessere degli animali e per la salute umana [...]; c) offrire assistenza nella tenuta delle registrazioni obbligatorie e nei rapporti con i servizi veterinari ufficiali; d) fornire assistenza e supporto per la redazione di piani aziendali volontari per il controllo delle malattie a impatto zoo-economico; e) offrire supporto nella gestione dell’identificazione e della registrazione degli animali; f) assicurare [...] l’accertamento della causa di morte degli animali e fornire assistenza e supporto per il corretto smaltimento delle spoglie animali; g) fornire supporto all’operatore per il rispetto delle disposizioni in materia di impiego dei medicinali veterinari e per assicurare buone pratiche a garanzia di un uso prudente e responsabile degli stessi, anche ai fini del controllo dello sviluppo dell’antimicrobico-resistenza. 2. Il veterinario aziendale inserisce nel sistema informativo le informazioni in merito alla gestione sanitaria dell’allevamento presso il quale opera, all’attività sanitaria svolta, agli accertamenti eseguiti e ai trattamenti farmacologici prescritti ed effettuati da lui o da altri professionisti. 3. Il veterinario aziendale incaricato dall’operatore assume la responsabilità relativa alle scorte farmaceutiche, di cui al D. Lgs. n. 193 del 06/04/2006, e alla gestione dei piani volontari di risanamento e controllo delle malattie infettive ( art. 4).
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IGIENE & SICUREZZA È possibile riportare in etichetta la dicitura “Da allevamento italiano certificato Sqnba” o “Proveniente da allevamento italiano certificato Sqnba” nel caso in cui l’animale sia nato, allevato e macellato in Italia; l’informazione può essere fornita anche nella forma cumulativa “Origine Italia”, eventualmente accompagnata dall’indicazione di una regione geografica. Nulla viene detto per quanto riguarda il latte e i prodotti lattiero-caseari. Riteniamo che in questo caso valgano le indicazioni obbligatorie già previste dal Decreto 9 dicembre 2016 “Indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari, in attuazione del Reg (UE) n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. Sui prodotti di origine animale confezionati, nel campo visivo principale, sono riportate, oltre alle indicazioni già previste da norme vigenti, quelle riferite al sistema di certificazione Sqnba, se costituite da un solo ingrediente o se i componenti di origine animale sono presenti nel loro insieme in percentuale superiore al 75%. Non possono essere etichettati i prodotti ottenuti con lo stesso ingrediente certificato e non certificato. È ancora da definire, da parte dei due ministeri, il logo identificativo del Sqnba utilizzabile dagli operatori. Periodo transitorio Il provvedimento ha previsto un periodo transitorio di un anno per l’adeguamento alle disposizioni previste per la certificazione Sqnba, per gli operatori e per gli Osa che alla data di entrata in vigore del decreto che, in virtù di norme tecniche, disciplinari, etichettavano i loro prodotti con claim riferiti al benessere animale a seguito di certificazioni volontarie.
Una domanda sorge spontanea: i due ministeri o Accredia sanno quante sono le certificazioni volontarie sul benessere animale oggi utilizzate? A noi non sembra che Accredia abbia mai accreditato organismi di certificazione per il benessere animale. Piuttosto sono state utilizzate per disciplinari le checklist emanate dal CReNBA (Centro di referenza nazionale per il benessere animale) dell’Istituto zooprofilattico della Lombardia ed Emilia-Romagna per rilasciare attestazioni sul benessere animale per l’una o altra specie o tipologia produttiva. Catena di Custodia (CoC): Sistema atto a garantire ’
Conclusioni Il lavoro che è stato svolto dai due ministeri, Accredia e dall’Istituto zooprofilattico sperimentale di Brescia è senz’altro meritorio per porre fine a una babele di claim che confondevano il consumatore o lo invogliavano all’acquisto sulla base di dichiarazioni, talvolta non sostenute da un rigore scientifico e difficilmente controllabili e controllate, in barba al Reg. (UE) n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. Come già evidenziato, questo primo provvedimento permetterà di certificare ed etichettare – fino a quando saranno pubblicati i nuovi allegati – i suini allevati al chiuso e all’aperto, per almeno gli ultimi quattro mesi
di vita e i prodotti da essi derivati. L’auspicio è che la certificazione Sqnba possa essere estesa tempestivamente alle altre specie animali e prodotti di origine animale, altrimenti il consumatore non ne capirebbe il perché e finirebbe per penalizzare prodotti di largo consumo quali latte e uova. Si è persa, inoltre, l’occasione per disciplinare anche i claim relativi all’utilizzo dei farmaci negli allevamenti e ciò è possibile utilizzando i dati ClassyFarm e della ricetta elettronica. Non vorremmo ancora vedere in circolazione etichette che fanno riferimento ad assenza di residui di antibiotici. Quello che vogliamo è che passi il messaggio che la salute dell’animale nasce anche dal corretto uso dei medicinali veterinari, quando questi vengono utilizzati e – lo ripetiamo – sotto il controllo e previa prescrizione responsabile del veterinario. Inoltre, riteniamo debba essere riconsiderata la possibilità che anche gli operatori della produzione primaria possano associarsi tra loro e farsi coordinare da un organismo/ associazione che assuma la responsabilità del rispetto dei requisiti del sistema di certificazione; ciò, a nostro avviso, permetterebbe di aumentare la platea dei produttori inglobando i piccoli allevatori che, da soli, sarebbero impossibilitati a sostenere i costi dell’intera procedura. Non possiamo poi sottacere sulla figura del veterinario “incaricato dall’operatore a inserire i dati...”, figura che non dovrebbe essere accettata dalla categoria veterinaria, ma si dovrebbe avere il coraggio di tornare alla previsione del veterinario aziendale, così come era stato previsto originariamente e inutilmente citato nelle premesse del Decreto interministeriale.
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NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE a cura di Leonardo Graverini
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LA NOSTRA AZIENDA REALIZZA UN FORMAGGIO COMMERCIALIZZATO CON LA DENOMINAZIONE DI “PROVOLA”. UN CLIENTE CHE HA SEDE E INTENDE COMMERCIALIZZARLO IN UN PAESE EXTRA UE CI CHIEDE DI POTER ACQUISTARE TALE PRODOTTO DENOMINANDOLO, PERÒ, “PROVOLONE” PER RICORRERE A UN TERMINE PIÙ CONOSCIUTO NEL MERCATO IN CUI OPERA. È UNA RICHIESTA CHE PUÒ ESSERE LEGALMENTE SODDISFATTA?
Se sia possibile o meno commercializzare nel Paese extra Ue di destinazione il prodotto da voi denominato “provola” usando la denominazione “provolone” dipenderà dalla normativa di quel Paese e dagli eventuali standard di riferimento esistenti. La valutazione su quale sia la denominazione più idonea di un prodotto dipende solitamente, nelle diverse normative nazionali, anche da quello che il consumatore destinatario del prodotto si A livello nazionale o europeo non esistono normative che attende di acquistare con tale denominazione; definiscono cosa si intenda per provola o – fatto salvo il valutazione che riteniamo possa essere fatta solo riconoscimento del Provolone Valpadana Dop – per provolone. dall’operatore sulla base delle caratteristiche Comunque sia, le due espressioni – anche dal punto di vista specifiche del prodotto con l’aiuto del proprio della tecnologia casearia – sono comunemente utilizzate importatore, che sarà in grado di fornire indicazioni in Italia per designare prodotti che non sono esattamente sulle disposizioni e interpretazioni locali. equivalenti, per esempio quanto alla maturazione (le Segnaliamo che alcune sentenze della Corte di provole si consumano generalmente fresche o dopo breve Cassazione non hanno escluso l’applicabilità dell’art. invecchiamento, mentre il provolone è normalmente una 515 del Codice Penale (Frode in commercio) nel caso pasta filata dura stagionata; il tema della stagionatura di consegna all’acquirente di un prodotto diverso da è normalmente un fattore da tenere in considerazione), quello dichiarato, ancorché tale prodotto sia destinato consistenza della pasta, aspetti organolettici e forma. all’esportazione. Si tratta però di normativa italiana ed europea.
CHIEDIAMO SE SIA CORRETTO RIPORTARE IN ETICHETTA LA SEGUENTE DICITURA: "PRODOTTO E CONFEZIONATO PER XXX (NOME E INDIRIZZO DITTA GDO) DA YYY (NOME E INDIRIZZO DELLA NOSTRA AZIENDA)", NEL CASO DI UN FORMAGGIO DA NOI PRODOTTO A MARCHIO DI UNA DITTA DELLA GDO. CON QUESTA DICITURA POTREBBERO ESSERCI RESPONSABILITÀ LEGALI PER LA NOSTRA AZIENDA NEL CA O C E L’ETIC ETTA CONTENE E IN OR A IONI ERRATE (AD ESEMPIO SUL CALCOLO DEI VALORI NUTRIZIONALI)?
Il tema è stato affrontato dal ministero dello Sviluppo economico con nota Prot. n. 0170164 del 30/09/2014, dove si è confermato che nel caso delle private label (e di alimenti la cui produzione è comunque realizzata da terzi): l’Osa responsabile è il distributore e che è pertanto obbligatoria in etichetta, ai sensi dell’art.9.1.h del Reg. (UE) n. 1169/2011, solo l’indicazione del suo nome/ragione sociale e del suo indirizzo. Ciò sia nel caso in cui il distributore sia direttamente produttore dell’alimento, sia nel caso in cui la produzione sia delegata a terzi; che si può aggiungere, come informazione aggiuntiva al
consumatore, anche il nome e/o l’indirizzo del produttore, purché tale informazione volontaria non sia sostitutiva dell’indicazione obbligatoria in etichetta di cui al punto precedente e sia riportata in modo da non essere confusa con essa. Per quanto concerne la responsabilità in tema di etichettatura vanno considerati invece i paragrafi 3 e 5 dell’art. 8 del Reg. (UE) n. 1169/2011, i quali dispongono rispettivamente: “3. Gli operatori del settore alimentare che non influiscono sulle informazioni relative agli alimenti non forniscono alimenti di cui conoscono o presumono, in base alle informazioni in loro possesso in qualità di professionisti, la non conformità alla normativa in materia di informazioni sugli alimenti applicabile e ai requisiti delle pertinenti disposizioni nazionali”; “5. Fatti salvi i paragrafi da 2 a 4, gli operatori del settore alimentare, nell’ambito delle imprese che controllano, assicurano e verificano la conformità ai requisiti previsti dalla normativa in materia di informazioni sugli alimenti e dalle pertinenti disposizioni nazionali attinenti alle loro attività”.
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