la matita, la gomma e il tappeto

Page 1

Angelo Noce

la matita, la gomma e il tappeto “un tappeto per la fine del mondo�

fotografie di Gianluigi Tagliabue


energie in transito collana numero 2

la matita, la gomma e il tappeto “un tappeto per la fine del mondo”

ideazione e progetto grafico Gianluigi Tagliabue testo introduttivo Angelo Noce fotografie Gianluigi Tagliabue in copertina “Un tappeto per la fine del mondo”: il centro

© ilmonteanalogo / gennaio 2016

info@ilmonteanalogo.com www.ilmonteanalogo.com

Opera della vista è compiuta, compi ora l’opera del cuore sulle immagini prigioniere in te, perché tu le hai sopraffatte ma non le conosci ancora. Vedi, uomo interiore, la fanciulla in te racchiusa ... Rainer Maria Rilke “Poesie sparse”: 49. Svolta


la matita, la gomma e il tappeto di Angelo Noce

Dalla mia esperienza d’infanzia, poi nel tempo della vita, non mi ha mai abbandonato il tracciare aste come facevo su un foglio quadrettato all’asilo. Il foglio bianco è una definizione di uno spazio scandito da segno geometrico, il rettangolo che lo delimita. La struttura a maglia del foglio quadrettato era un invito didattico a occupare con ordine lo spazio, a costruire un valore aritmetico di somma e riduzione e una funzione di aiuto a entrare nel campo del foglio, superando l’insicurezza che produce il vuoto. Il multiplo o la ripetizione regolare ci insegna a mantenere un’attenzione mentale del campo, prima visivamente osservativa e poi gestuale. In questa regolarità indotta o scelta mi ricollego quindi a un filo mai interrotto tra la mia infanzia e il mio presente. I cartoncini -in formato cm 6x9, che richiesi fossero tagliati per qualche centinaio- iniziarono a sollecitarmi un intento contaminante di segno e di colore. Così si aprirono le prime finestre o porte (come le chiama Gaetano Barbarisi) interne-esterne di un viaggio poetico estetico-espressivo attraverso la materia-colore-segno, un gesto infine diventato appuntamento quotidiano che si esprimeva senza soluzione di continuità sullo stesso modulo. Si costituiva così, giorno dopo giorno, lo sviluppo di porte-finestre verso un viaggio che sembrava infinito, determinato da una condizione e da un’opportunità che chiamerei ossessiva in senso creativo. A ogni rientro nel mio studio, su quel piccolo formato si polarizzava la mia attenzione, condizionandomi. Dal mio gesto e dalla mia postura da amanuense scaturivano piccole opere che citavano famiglie di poetiche da me espresse negli ultimi trent’anni: materia muta, terre grafiche, frammento poetica, cifre arcaiche, semi di memoria e altre in embrione che annunciavano nuove aperture d’orizzonte. Per mesi, assecondai la mia opportunità ossessiva, nella solitudine e nel silenzio del mio studio, interrotto talvolta da musiche di Arvo Pärt.


Poi feci costruire dall’amico Riccardo una grande tavola con all’interno delle nicchie regolari a nido, verticali e orizzontali, che avrebbero in seguito accolto le tessere. Era un tempo in cui si annunciava la “profezia Maya della fine del mondo”. Dopo aver realizzato le 361 tessere, cominciai a farle girare all’interno della tavola che le avrebbe contenute tutte e, attraverso l’accostamento dell’una con l’altra, cercai sintonie o contrasti di segno e colore, fino a giungere nel sentire che il tutto aveva trovato una propria vita d’insieme. Il gesto di composizione fece apparire un centro dinamico espresso da una luce e intorno asperità, oscurità, dense vibrazioni cromatiche. Pensai, quindi, per autoironia, che se chiamato dalla divinità a rendere conto del mio operato, mi sarei presentato con questa opera, fatta di trama e ordito, “Un tappeto per la fine del mondo”. L’opera vive di una sua autonomia, ma è il vedere e il sentire a riaccenderla da una solitudine. La mia necessità creativa, realizzandosi sopra moduli di piccola dimensione, sembra mantenere una direzione contraria a occupare grandi spazi (per esempio, con l’installazione delle mie grandi carte) e frequentemente adottati dalla pittura contemporanea che nutre espansione. L’insieme di “Un tappeto per la fine del mondo”, visivamente parlando, per dimensione e densità di segni, viene verso chi guarda, ma potenzialmente solo la vibrazione qua e là tra le tessere ci accompagna dentro un viaggio intellettuale, visivo, poetico ed emozionale. Si è portati dalle tessere contaminate a entrare in un’avvenuta gestazione che fa emergere attraverso l’alchimia della materia, segno, colore, nascite d’immagini scritturali, antropomorfe, astratte contenenti nella tabula accenti linguistici e poetici riconosciuti, come tracce riemerse delle mie poetiche e contemporaneamente semi di segno per potenziali altre speculazioni estetiche. Come un’asta d’infanzia trepidamente e felicemente tracciata, ogni tessera mantiene una tensione risolta, ma anche dinamica, espressa, in senso armonico o per contrasto, dalla composizione totale. L’insieme del tutto ci parla di una eterna necessità espressa attraverso il mezzo creativo affinché si possa rispondere nel tratto di vita a segnare, in forma possibile, un intimo e collettivo tributo al mistero che ci contempla e che contempliamo.

“un tappeto per la fine del mondo” - 2011, polimaterica su tavola, cm 181x124



... chi sono, io? mi dicon spesso che esco dalla mia cella calmo e lieto e saldo come il padrone dal suo castello ... Dietrich Bonhoeffer, Chi sono, io?, 8 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo�: tessere 1-2-3-20-21-22



... chi sono, io? mi dicon spesso che parlo alle mie guardie libero e amichevole e chiaro come fossi io a comandare ... Dietrich Bonhoeffer, Chi sono, io?, 8 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo�: tessere 42-43-44-61-62-63



... chi sono, io? mi dicon anche che sopporto i giorni della sventura impavido e sorridente e fiero come chi è avvezzo alla vittoria ... Dietrich Bonhoeffer, Chi sono, io?, 8 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo�: tessere 83-84-85-102-103-104



... io, in realtà, son ciò che gli altri dicono di me? o sono solo ciò che so io di me stesso? ... Dietrich Bonhoeffer, Chi sono, io?, 8 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo”: tessere 118-119-120-137-138-139



... inquieto, nostalgico, malato come un uccello in gabbia bramoso d’un respiro vivo come mi strozzassero la gola ... Dietrich Bonhoeffer, Chi sono, io?, 8 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo�: tessere 153-154-155-172-173-174



... affamato di colori, di fiori, di voci d’uccelli assetato di parole buone, di presenza umana ... Dietrich Bonhoeffer, Chi sono, io?, 8 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo”: tessere 17-18-19-36-37-38



... tremante di collera davanti all’arbitrio e alla più meschina umiliazione roso per l’attesa di grandi cose ... Dietrich Bonhoeffer, Chi sono, io?, 8 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo”: tessere 52-53-54-71-72-73



... impotente e preoccupato per l’amico ad infinita distanza stanco e vuoto per pregare, per pensare, per creare esausto e pronto a prendere congedo da tutto? ... Dietrich Bonhoeffer, Chi sono, io?, 8 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo�: tessere 87-88-89-106-107-108



... chi sono, io? questo o quello? oggi uno, domani un altro? sono tutt’e due insieme? ... Dietrich Bonhoeffer, Chi sono, io?, 8 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo”: tessere 128-129-130-147-148-149



... davanti agli uomini un simulatore e davanti a me stesso uno spregevole, querulo rottame? ... Dietrich Bonhoeffer, Chi sono, io?, 8 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo�: tessere 169-170-171-188-189-190



... o ciò che in me c’è ancora rassomiglia all’esercito sconfitto che si ritira in disordine prima della vittoria del già vinto? ... Dietrich Bonhoeffer, Chi sono, io?, 8 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo”: tessere 180-181-182-199-200-201



... chi sono, io? domandare solitario che m’irride chiunque io sia, tu mi conosci, tuo sono io, o Dio! ... Dietrich Bonhoeffer, Chi sono, io?, 8 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo”: tessere 191-192-193-210-211-212



... se parti a ricercar la libertà, allora impara innanzi tutto la disciplina dei sensi e dell’anima tua, affinché le brame e le tue membra non ti conducano ora qui ora là ... Dietrich Bonhoeffer, Stazioni sulla via della libertà, 21 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo”: tessere 232-233-234-251-252-253



... casti siano il tuo spirito e il corpo tuo: a te stesso pienamente sottomessi ed ubbidienti, nel cercare la meta che per loro è posta ... Dietrich Bonhoeffer, Stazioni sulla via della libertà, 21 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo”: tessere 273-274-275-292-293-294



... nessuno apprende il mistero della libertà se non da disciplina ... Dietrich Bonhoeffer, Stazioni sulla via della libertà, 21 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo”: tessere 308-309-310-327-328-329



... non il qualsivoglia, ma il giusto fare e osare non ondeggiare nelle possibilità, ma afferrare il reale audacemente ... Dietrich Bonhoeffer, Stazioni sulla via della libertà, 21 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo”: tessere 324-325-326-343-344-345



... non nella fuga dei pensieri, solo nell’azione è la libertà l’angosciato titubare lascia fuori ed entra nella tempesta degli eventi ... Dietrich Bonhoeffer, Stazioni sulla via della libertà, 21 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo”: tessere 203-204-205-222-223-224



... sostenuto solo dal comando di Dio e dalla tua fede e la libertà accoglierà il tuo spirito festante ... Dietrich Bonhoeffer, Stazioni sulla via della libertà, 21 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo”: tessere 243-244-245-262-263-264



... trasformazione miracolosa le tue forti, attive mani sono legate impotente, in solitudine vedi la fine della tua azione ... Dietrich Bonhoeffer, Stazioni sulla via della libertĂ , 21 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo�: tessere 277-278-279-296-297-298



... ma tu respiri e affidi il giusto, quieto e consolato nella più forte Mano e ti dichiari pago ... Dietrich Bonhoeffer, Stazioni sulla via della libertà, 21 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo”: tessere 318-319-320-337-338-339



... per un batter d’occhi la libertà hai sfiorato beato e poi l’hai consegnata a Dio, che Lui le desse glorioso compimento ... Dietrich Bonhoeffer, Stazioni sulla via della libertà, 21 luglio 1944

“un tappeto per la fine del mondo”: tessere 340-341-342-359-360-361



Angelo Noce

la matita, la gomma e il tappeto “un tappeto per la fine del mondo�

energie in transito collana numero 2


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.