remoti intimi volti

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Gianluigi Tagliabue

remoti intimi volti incontri di energie sottili al cimitero vantiniano

con testi di Henri Thomasson e Paul ValĂŠry


energie in transito collana numero 6

remoti intimi volti

Incontri di energie sottili al Cimitero Vantiniano

ideazione e progetto grafico Gianluigi Tagliabue testi Henri Thomasson e Paul Valéry fotografie Gianluigi Tagliabue in copertina Cimitero Vantiniano di Brescia, 10 febbraio 2018 ore 16:33:26

© ilmonteanalogo / marzo 2018

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Stan bene i morti al caldo in questa terra Che ne asciuga il mistero e in sé li serra. Meriggio in alto, senza movimento In sé si pensa e a se stesso conviene... Testa completa e perfetto diadema, Io sono in te il segreto mutamento. Paul Valéry “Il cimitero marino”, XIII (Giulio Einaudi editore 1966, p. 17)


Fa’ pure ciò che vuoi, o bell’Istante! Testo di Paul Valéry

Fa’ pure ciò che vuoi, o bell’Istante! Anima, fa’ il tuo lavoro! è forse la speranza più pura, la più sottile al mondo, libera da me stesso - eppure pienamente in suo possesso - quella che trovo ancor prima dell’alba, in un momento iniziale di proposta e di riunione delle mie forze, quando il solo desiderio dello spirito, che precede tutti i pensieri particolari, sembra scegliere di sorprenderli ed essere l’amore di ciò che ama? L’anima gode della propria luce senza immagini. Il silenzio è l’esito del suo parlare, e la somma dei suoi poteri si manifesta in questa quiete. L’anima si sente ugualmente lontana da ogni nome e da ogni forma. Nessuna immagine ancora la turba o la condiziona. Un minimo giudizio intaccherà poi tale perfezione. In virtù del mio corpo riposato, ignoro tutto ciò che non è potenza, e la mia attesa è una delizia che basta a se stessa: prefigura, ma procrastina, quello che si può immaginare. Quale meraviglia che un istante universale si costruisca grazie a un uomo, e che la vita di un individuo esali questo frammento di eternità. Non è forse in uno stato così distaccato che gli uomini hanno inventato le parole più misteriose e più temerarie del loro linguaggio? o istante, diamante del Tempo... Io non sono che dettagli insignificanti e preoccupazioni miserabili fuori da te. Sul piano più alto dell’Essere, respiro una potenza indefinibile come quella che c’è nell’aria prima di un temporale. Ne percepisco l’imminenza... Non so che cosa succederà, ma sento bene quello che c’è: Rendere semplicemente possibile ciò che esiste. Ricondurre ciò che si vede al puro visibile, questa è l’opera essenziale.



Una proprietà essenziale di un pensiero è il potere che ha di attraversare altri pensieri senza confondersi con loro, come le immagini o le voci di convitati messi uno di fronte all’altro si attraversano senza mescolarsi. I pensieri appaiono anche nelle circostanze meno confacenti, dove sembrano del tutto inattesi. Il corpo talvolta passa attraverso l’anima; un desiderio vola come una freccia scagliata da un punto della nostra carne verso il cielo stesso del nostro spirito. Un dolore, un lampo squarcia la sostanza del presente, la verità si mostra e fugge attraverso un sogno; il tempo passato risplende, si rivela e si cancella una volta ancora in una fessura del giorno: e a me - mentre respiravo senza consapevolezza il profumo sufficiente a rendermi vana ogni cosa non infinita, nell’istante stesso dove mi sarebbe bastato dimenticare per essere, lasciarmi andare per agire - a me è apparsa un’idea pura, una luce sconosciuta al desiderio, del tutto inconsueta per la tenerezza. Poi, accanto a sé ha fatto posto a un singolare sentimento quasi anacronistico. Tra un istante così dolce, un po’ confuso e giunto in modo tanto misterioso, e quel pensiero dalla purezza del tutto inumana, la mancanza di una relazione mi ha fatto sorridere, mi ha fatto sentire sia bene che male.

[da: Paul Valéry, Alphabet, 1924-1945 (traduzione di Gianluigi Tagliabue). I brani che accompagnano le immagini nelle pagine seguenti sono tratti da: Henri Thomasson, Ce que le temps épargne, Lione 1983 (traduzione di Gianluigi Tagliabue)]


Questa partita a nascondino con la coscienza, il doppio gioco con la vita, la pulsazione tra la pressione delle attitudini abituali e la sensazione nuova che ho del mondo, la gioia e la sofferenza che ne sono le conseguenze, tutto ciò vive in me dopo l’incontro, e non posso piĂš rigettarlo o accettarlo senza storcere il naso... [p. 115]

cimitero vantiniano di brescia, 18 gennaio 2018 ore 16:48:28



Quando la rappresentazione mentale delle cose si cancella davanti alla sensazione vivente che provo, quando smetto di soppesarle, di cercare spiegazioni, allora entro in relazione con il loro contenuto e, cosĂŹ, tra gli esseri e le cose si costituisce in me un mondo nuovo pieno di calore e vibrante di movimento... [p. 115]

cimitero vantiniano di brescia, 31 gennaio 2018 ore 11:11:19



All’apice del tempo della mia infanzia, ecco che appare la sostanza di cui è costituita la mia vita, intatta, permanente, immutabile, come un frammento di eternità che il tempo non ha consumato e che, benché sprofondato nell’oblio dove giace quasi costantemente, mi appartiene per sempre... [p. 115]

cimitero vantiniano di brescia, 31 gennaio 2018 ore 11:07:27



La domanda «Chi sono?» si pone in un altro modo. Vedo che la consueta risposta: «io», non è più sufficiente e la domanda si apre in uno spazio nuovo. Non posso più limitare questo «io» all’armamentario di pensieri, di conoscenze, di sentimenti, di capacità immaginativa, di talenti, di deformazioni che ostento o che potrei manifestare... [p. 115]

cimitero vantiniano di brescia, 15 gennaio 2018 ore 16:38:20



La domanda risuona in altre dimensioni, si espande in alto e in basso, al di qua e al di lĂ del mondo sensibile dove il tempo e lo spazio percepiti formano una coppia menzognera che nasconde la realtĂ profonda delle cose... [p. 115]

cimitero vantiniano di brescia, 10 febbraio 2018 ore 16:34:16



«Io sono» tutto ciò che vivo costantemente, ma «io sono» anche il gusto del frammento di vita deposto in me, la sensazione di certi istanti che il tempo incosciente e volubile lascia che si decantino sul sistema di forze complesse che strutturano il mio essere, le sfumature differenti con cui posso affrontare il mondo dove esisto provvisoriamente... [p. 115]

cimitero vantiniano di brescia, 18 gennaio 2018 ore 16:07:31



Ho la sensazione di trovarmi tra due porte: quella che vorrebbe richiudersi su un passato doloroso che la mia fedeltà ancora trattiene, e un’altra che si apre su una vita nuova la cui speranza brilla in fondo al tunnel come un impossibile miracolo... [p. 118]

cimitero vantiniano di brescia, 18 gennaio 2018 ore 16:46:02



Forse m’illudo che qui la mia avidità di felicità potrà essere soddisfatta, che finalmente si fisseranno le immagini erranti inseguite fin dall’adolescenza e si allargherà la prospettiva con la quale osservo i mondi differenti cui appartengo... [p. 118]

cimitero vantiniano di brescia, 18 gennaio 2018 ore 16:49:31



Qualcosa che fortemente si percepisce è stato qui depositato per aiutare l’essere umano a mettersi di fronte a se stesso. I muri tuttavia sono incapaci di per sĂŠ di farci ritrovare il cammino seguito in altri tempi da individui che hanno saputo sacrificare i propri interessi ordinari per accedere a un mondo nascosto dietro quello in cui esistiamo... [p. 119]

cimitero vantiniano di brescia, 15 gennaio 2018 ore 16:46:50



L’atmosfera insolita del mondo così come qui si presenta mi tocca profondamente. Il silenzio acquisisce una nuova risonanza ed è molto differente da quello che abitualmente risulta dall’assenza di ogni rumore. Si è come liberato da quella secchezza che appare quando si fuoriesce d’improvviso dai rumori artificiali del mondo... [p. 120]

cimitero vantiniano di brescia, 31 gennaio 2018 ore 11:03:45



Tento di dare alle manifestazioni della vita soltanto l’energia di cui hanno bisogno. Mi sforzo di essere vigile, calmo, e di contenere ogni mio movimento interiore in un cerchio d’intensità limitata dove nulla di trascendente accade, ma anche dove nulla viene distrutto... [p. 121]

cimitero vantiniano di brescia, 31 gennaio 2018 ore 11:11:06



Da quando un solido asse centrale si è stabilito in me, sento vacillare i personaggi che affollano la mia esistenza esteriore, quelli che mi rappresentano davanti agli altri e hanno in carico la mia vita materiale. Una deviazione, dapprima impercettibile, prende corpo nella relazione con le molteplici forme dell’esistenza... [p. 121]

cimitero vantiniano di brescia, 15 gennaio 2018 ore 16:33:27



L’amore verso la vita solleva la pietra tombale che i miei sensi mettono su ogni cosa; nel vuoto stridente dei pensieri associativi di cui la testa è piena, le mie impressioni di bambino espandono i ricordi e germinano come semi, riempiendo quei giardini che un tempo furono i miei paradisi... [p. 123]

cimitero vantiniano di brescia, 15 gennaio 2018 ore 16:41:32



La sua persistenza fa sorgere un mondo d’impressioni nel quale la vibrazione delle vite scomparse diviene percettibile. Le loro tracce s’irradiano attraverso gli oggetti e ognuna lascia trasparire un po’ del gusto indefinibile di cui, un tempo, queste vite li avevano saturati... [p. 123]

cimitero vantiniano di brescia, 31 gennaio 2018 ore 11:22:26



Sentiamo di essere cambiati, rigenerati, il rilievo che crea la nuova dimensione del mondo alla quale qui abbiamo accesso si fa più profondo in ogni oggetto che il nostro sguardo coglie, l’aria si riempie di sensazioni sorte al di là della memoria, le apparenze arretrano dinnanzi all’ordine differente in cui la nostra visione dispone le cose... [p. 124]

cimitero vantiniano di brescia, 18 gennaio 2018 ore 16:02:21



In questo universo chiuso dove la disposizione degli spazi, i volumi, la luce soffusa, hanno influenzato pesantemente quelli che qui hanno vissuto, condizionato i loro atti e determinato il loro destino, proprio qui sono preservate le emanazioni benefiche... [p. 124]

cimitero vantiniano di brescia, 31 gennaio 2018 ore 11:09:47



Il sangue pulsa piÚ velocemente, il corpo mobilita le sue difese e, nell’esercitare quel potere meraviglioso che ha di superare anche le condizioni di vita piÚ difficili, ritrova una forza potente che ci tiene svegli e attenti... [p. 125]

cimitero vantiniano di brescia, 10 febbraio 2018 ore 16:37:43



Talvolta, nella mia veglia lucida, accade che arrivi pure un sogno: la mia vita di ieri e quella di domani, le attitudini invincibili, il nome delle cose, la torbida melma dei desideri e delle opinioni, le sensazioni che ho di ÂŤmeÂť. Un tumulto assordante occupa di colpo lo spazio angusto dove di solito ÂŤpensoÂť... [p. 127]

cimitero vantiniano di brescia, 10 febbraio 2018 ore 16:36:15



Nel silenzio, l’altro mondo rimane presente dietro le forme ordinarie che per un istante si sono ripresentate, il mondo della mia attenzione vivente, della mia libertà , il mondo dei miei primi anni, della vita reale che, fin dall’adolescenza, avevo completamente dimenticato... [p. 127]

cimitero vantiniano di brescia, 18 gennaio 2018 ore 16:13:14



Il presente non appartiene al mondo dove vivo ordinariamente. Per quest’ultimo il presente non è che un limite, una linea ideale che separa i momenti impercettibili che scivolano istantaneamente dal futuro nel passato. Per esso, è un miracolo. Eppure un tale miracolo è quotidiano... [p. 128]

cimitero vantiniano di brescia, 31 gennaio 2018 ore 11:24:07



Quando rimango ancorato alla superficie di me stesso, nulla esiste delle ore, degli esseri e dei luoghi incontrati nella mia infanzia, ne percepisco soltanto un’immagine sbiadita. Devo lasciare la superficie, aprire una porta, accendere la fiamma del «presente» per oltrepassare la soglia dell’«altro mondo»... [p. 128]

cimitero vantiniano di brescia, 10 febbraio 2018 ore 16:28:28



Gianluigi Tagliabue

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