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Le edicole faranno la fine delle cabine

ta, e ora svolge ulteriori attività rispetto alla classica vendita di quotidiani e periodici che resta comunque prevalente. La ricerca dice che più di un italiano su tre va in edicola ogni settimana con una spesa media di quasi 10 euro; di questi, la maggior parte ha un punto vendita di fiducia (per l’81,8%) e facile da raggiungere

(per l’89,3%), oltre la metà preferisce le edicole chiosco.

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Il presidente di Snag Confcommercio, Andrea Innocenti, dice di augurarsi che esecutivo e Parlamento confermino e rafforzino anche per il 2023 gli strumenti di sostegno al settore «che sono fondamentali per tutta la filiera della stampa ma soprattutto

Romano Luca Bocchi è seduto all’edicola di San Luca, all’inizio di viale Trento e Trieste. Chiosco come quelli di una volta. Bocchi è lì da sedici anni.

«Quasi sedici, tra qualche mese. Sedici anni di sveglia alle quattro e mezza del mattino».

Come stanno le edicole?

«Rispetto a un paio d’anni fa sono meno, quindi di lavoro ce n’è di più. Certo non vedo un futuro roseo. Guardi cosa ho fatto per riuscire ad andare avanti». Non solo giornali, vedo.

«Ormai con i giornali non si guadagna più. I ricavi arrivano da giocattoli, articoli per bambini e libri. E dalle figurine, per il resto...».

Cioè? Quanto si guadagna con la sola vendita dei giornali?

«Prenda un quotidiano da un euro e trenta. Il cliente paga 1,30€, noi guadagniamo il 20%, quindi 26 centesimi. Lordi, ovviamente. E di quotidiani se ne vendono sempre meno, faccia lei i suoi conti...».

C’è qualche misura che potrebbe aiutarvi a sopravvivere?

«No. Non c’è speranza ormai. L’informazione ora è cambiata, ci si informa sui cellulari, le persone non per garantire l’accesso alla carta stampata di tutti i cittadini su tutto il territorio nazionale». E aggiunge: «La sfida per il futuro è raggiungere la sostenibilità economica dei punti vendita attraverso l’effetto sinergico di forme di sostegno pubblico, sviluppo tecnologico e diversificazione dei prodotti e servizi in edicola».

Per Innocenti «dobbiamo smettere di pensare alle edicole come un residuo del passato, come una sorta di “cabina telefonica” nell’epoca dei cellulari. Possiamo avere un futuro e i dati che oggi presentiamo ce lo confermano». Altri numeri. Per la quasi totalità dei clienti (96,2%) le edicole rappresentano un presidio sociale e comprano più i giornali. E quei pochi che lo fanno ormai i quotidiani e i periodici li trovano persino al supermercato...». Un danno?

«Certo. La grande distribuzione li vende senza guadagnarci, perché non segue i nostri passaggi: la distribuzione, le rese... Per loro è solo un servizio alla clientela. Ma a noi fanno un bel danno». Quanta vita hanno ancora le edicole, in definitiva?

«Poca. Quando la nostra generazione andrà in pensione, non ci sarà un ricambio. Le dico dieci anni, ma sono ottimista».

Ileana Volpari è dietro al banco dell’edicola di Porta Romana. Ci va tutti i giorni. «Da diciassette anni. Sveglia all’alba, anche il sabato e la domenica. Se cerchi qualcuno che ti sostituisca non lo trovi. Intanto non te lo puoi permettere, e poi chi accetta di fare questa vita? Vai a prendere i giornali alle cinque, parti per la distribuzione agli abbonati, alle sei si comincia in negozio. Comincio ad essere stufa, comincia a non

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