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Me.Com, un percorso lungo 35 anni
La storia di Me.Com è la storia di una azienda a conduzione familiare che fin dagli inizi della sua attività ha saputo guardare al futuro, compiendo scelte lungimiranti e innovative per il settore della carpenteria meccanica. La cura della produzione, il coraggio di rischiare, il dinamismo gestionale, la volontà di investire nelle persone e non soltanto nei macchinari, hanno fatto di Me.Com una grande famiglia che, dopo 35 anni, festeggia la sua lunga attività in onore e in memoria del suo fondatore Giuseppe Mezzadri, scomparso dodici anni fa. All’evento, organizzato sabato scorso dalla famiglia Mezzadri nella sede dell’azienda e dedicato al “profumo del ferro” di Me.Com, hanno partecipato circa duecento persone tra amici, dipendenti, ex collaboratori, clienti e fornitori. Un’occasione per ripercorrere un’avventura nata nel 1988 nella campagna cremonese di San Lorenzo de’ Picenardi, frazione del Comune di Torre de’ Picenardi, dove tutto ebbe inizio. Soltanto quattro anni dopo, nel 1991, la ditta artigianale abbandona la prima sede di soli 800 metri quadrati per trasferirsi a Cremona nell’attuale stabilimento situato all’interno del capannone di via degli Artigiani n.3 che conta una superficie di 5mila metri quadrati. Dalla prima punzonatrice, all’acquisto della cesoia e della calandra da cui hanno preso forma le prime lavorazioni fino al
AGRICOLTURA moderno taglio laser e alle nuove tecniche di piegatura delle lamiere, sono trascorsi oltre tre decenni e Me.Com, oggi, è una realtà di rilievo del tessuto produttivo cremonese. Un lungo percorso di sviluppo industriale che ha portato l’azienda di lavorazione della lamiera per conto terzi a specializzarsi nella produzione di carpenterie medio pesanti realizzate con materiali antiusura innovativi per rifornire set- tori di primaria importanza: meccanica, componentistica per trasporti su gomma, tessile, sanitario, alimentare e agricolo. Nicoletta Mezzadri, dal 2010 alla guida dell’azienda in qualità di socio unico, ha svelato il segreto che da 35 anni accompagna la famiglia di Me.Com: «Il coraggio di fare impresa, di farlo con il cuore e la ragione e di stare al passo con i cambiamenti e l’evoluzione del lavoro che si nobilita grazie alla visione illuminata e alla fatica di puntare sempre all’eccellenza». Guardando al futuro Nicoletta, che ricopre anche il ruolo di vicepresidente di Apindustria Cremona e di membro della giunta nazionale Donne Imprenditrici Confimi Industria, non ha nascosto la sua preoccupazione per la mancanza di un ricambio generazionale che ritiene fondamentale: «Da tempo non riceviamo un curriculum vitae di un giovane. Me.Com è alla ricerca di persone volenterose, disponibili a imparare un mestiere nuovo con un atteggiamento mentale positivo e soprattutto con il desiderio di fare tesoro della grande esperienza dei nostri collaboratori storici, depositari della nostra tradizione che è l’arte della lavorazione del metallo». All’evento celebrativo, durante il quale è stata celebrata la santa Messa in suffragio di Giuseppe Mezzadri e che si è concluso con un momento conviviale, sono intervenute anche Sonia Cantarelli, presidente di Apindustria Cremona, e Vincenza Frasca, presidente nazionale Donne Imprenditrici Confimi Industria.
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Coldiretti Insegna Il Corretto Stile Di Vita Nelle Scuole
Doppio appuntamento firmato Coldiretti che unisce l’agrcoltura alla scuola.
Le alunne e gli alunni delle classi seconde della Scuola Secondaria di Primo grado di Ostiano hanno ufficialmente dato avvio ai lavori che li vedranno impegnati nei prossimi mesi a coltivare il campo ricevuto dal Comune. Il lavoro è iniziato con l’aratura, spostando le prime zolle e raccogliendo il terreno, così da analizzarlo. Proseguirà con la semina, con la cura delle pianticelle che cresceranno, con l’introduzione e l’utilizzo di strumenti tec- nologici, che consentiranno il risparmio d’acqua, la lotta biologica ai parassiti, le migliori scelte agronomiche. Il campo accoglierà e vedrà crescere ortaggi e cereali.
“Latte, a tutto calcio!” è invece fra i temi de “Lo sviluppo so- stenibile e l’educazione alimentare”, il progetto di educazione agroalimentare proposto da Coldiretti Cremona che sta appassionando gli alunni delle scuole primarie della provincia.
Realizzato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territo- riale di Cremona, il progetto vede Coldiretti Donne Impresa e Giovani Impresa in prima linea nell’impegno di promuovere sani stili di vita coniugati alla sostenibilità ambientale. Nella foto sopra l’allevatrice Michela Feroldi coi ragazzi.
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La commissione del concorso: da sinistra Ottolini, Vicentini, Biolchi, Gualandris, Arrighi, Lanfranchi e Gilardi
In attesa dell’annuncio dei vincitori, che avverrà il 22 marzo in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, si è riunita presso la sede di Padania Acque la commissione del concorso “Storie d’acqua e sviluppo sostenibile” per valutare gli elaborati realizzati dagli oltre 400 alunni delle scuole elementari e medie della provincia di Cremona che hanno aderito alla proposta educativa del gestore unico dell’idrico cremonese con l’obiettivo di promuovere la “cultura dell’acqua” e della sostenibilità in ambito scolastico. Gli studenti sono stati chiamati a realizzare a livello di classe un collage artistico-creativo con materiali da riuso per proporre un suggerimento o un impegno di azioni in linea con uno a scelta tra i seguenti Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni
Unite: n. 6 Acqua pulita e servizi igienico-sanitari (promuovere l’accesso universale ed equo all’acqua potabile; migliorare la qualità dell’acqua, consumare l’acqua in modo più efficiente e promuovere il suo riutilizzo); n. 12 Consumo e produzione responsabile (conoscere i corretti comportamenti che fanno bene all’ambiente, ridurre l’impronta idrica ovvero l’acqua dolce utilizzata in ambito industriale); n. 14 Rispettare e tutelare la vita sott’acqua (proteggere e risanare gli ecosistemi legati all’acqua, ridurre l’inquinamento da plastica e rifiuti dei mari e dei corsi d’acqua).
La giuria del concorso composta da professionisti del settore idrico (Cristian Chizzoli, Alessandro Lanfranchi e Stefano Ottolini, rispettivamente Presidente, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Padania Acque insieme a Paolo Vicentini, responsabile della funzione Qualità, Sostenibilità, Sicurezza e Ambiente e Matilde Biolchi, responsabile Haccp e Autocontrollo, e dell’informazione (Paolo Gualandris, direttore del quotidiano La Provincia di Cremona; Nicola Arrigoni, giornalista de La Provincia di Cremona; Simone Arrighi, giornalista di Cremona1 e Filippo Gilardi, giornalista e coordinatore Redazionale di TeleRadio Cremona Cittanova) ha valutato i lavori in base ai criteri di originalità, efficacia del messaggio e coerenza dell’opera ai temi assegnati.
Ogni alunno iscritto al contest ha già ricevuto la nuova borraccia Goccia di Padania Acque, mentre le classi vincitrici riceveranno un buono spesa per l’acquisto di materiale didattico.
GLI UOMINI CHE FECERO L’ITALIA/ 7
Negli anni precedenti la II guerra mondiale venne pubblicato Il “Diario Intimo” di Niccolò Tommaseo. Solo allora la figura del grande scrittore dalmata si disvelò nelle notazioni umane poste a piè di pagina, fino allora sconosciute e oscure, soffocata dai clichés dominanti. Attraverso quelle annotazioni si capì il travaglio ed il curriculum spirituale sfociato nel romanzo “Fede e Bellezza”, colpito da una troppo severa critica.
Il Tommaseo, nel Risorgimento, rappresenta il punto d’incontro tra il cattolicesimo tradizionale e la cultura moderna. Una posizione molto “attuale”. Egli riflesse nelle sue contraddizioni, nei suoi malumori e ardori, disperazioni e aperture alla coscienza contemporanea, quel senso drammatico della vita che si identificava con una nuova visione del mondo. Mentre l’idealismo giobertiano rimase sempre un fatto intellettuale, lo spiritualismo del Tommaseo indagò gli atteggiamenti più intimi dell’uomo, visse nell’intransigenza dell’apostolo e non entrò in contrasto con la visione politica e l’impegno del patriota. “Fede e Bellezza”, che comparve nel 1840, appena prima dell’esperienza neo guelfa, si può considerare una “confessione di un figlio del suo secolo” con la quale si ribella alle convenzioni e alle menzogne del proprio tempo, quando imperava ancora un’educazione cortigiana ed ecclesiastica. Il Manzoni lo definì “pasticcio mezzo giovedì grasso e mezzo Venerdi Santo”, ma quell’incontro tra sensualità e misticismo rifletteva le insoddisfazioni e le amarezze della coscienza cattolica che poi avrebbero influenzato la letteratura cattolica fino al secolo XX. Rispettoso dei dogmi, difensore dell’ortodossia, indifferente agli slanci della scienza, patriota sincero ma contrario allo stato unitario di logica giacobina, nemico del dominio temporale ma devoto alla Roma del Papa, Tommaseo porterà nel cattolicesimo italiano del suo tempo un segno distintivo inconfondibile, scevro dello spirito dei neoguelfi, dei cattolici liberali. Il messaggio riguardava quella sincerità con se stessi, quella spontaneità di linguaggio che contrastavano con la pedagogia conformista e creava le basi