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ghiaccio che si sta sciogliendo

to globale faccia parte dei cicli del pianeta e quanto sia opera dell’uomo, ma certamente il fattore umano incide (per l’Ipcc 1,1°C dal periodo pre-industriale), per questo è comunque importante un nostro intervento correttivo.

GLI ENORMI INTERESSI

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A frenare gli interventi necessari non è solo lo scetticismo, ma an- che una serie di interessi economici molto rilevanti. Si pensi solo alle compagnie petrolifere, chiamate a gestire un processo sulla carta svantaggioso (ma da tempo hanno orientato i loro interessi verso la produzione elettrica), agli allevatori che si oppongono a prescindere alla produzione di carne prodotta in vitro (le emissioni dovute agli allevamenti sono rilevanti). Costa anche investire in ricerca, ma se si trovasse una soluzione percorribile riferita all’idrogeno (al momento la sua produzione prevede comunque l’utilizzo di energia) avremmo vantaggi molto significativi. Costa al cittadino comune rinunciare all’auto e anche all’aereo a favore di soluzioni condivise, mezzi pubblici o la semplice bicicletta, costa anche sollecitare comportamenti sostenibili da parte dei cittadini (ad esempio nella raccolta rifiuti, nell’utilizzo di energie alternative e negli incentivi all’adozione di altre soluzioni che sarebbero più onerose senza l’intervento pubblico).

LA SICCITÀ che non ci sono altri modi per agire non è giustificabile e, come dimostrano tanti esempi passati, non porta nemmeno consenso.

SEMI INVECE CHE ALBERI

Prefetto, presidente della Provincia, rappresentanti dell’agricoltura e dei consorzi di bonifica a confronto

LE ARMI SBAGLIATE

Un fattore che ci dà fiducia riguarda la sensibilità spiccata delle giovani generazioni verso il tema della sostenibilità ambientale. Sensibilità che a volte trovano modi discutibili per esprimersi, come per chi deturpa (sia pur in modo non irreparabile) opere d’arte. Affermare

Come ci scrive il lettore Leonardo Del Priore, capita anche che gli alberi siano piantati solo sulla carta, in modo da intercettare fondi destinati ad uno scopo nobile. Il pasticcio è stato svelato alcuni giorni fa dalla Corte dei Conti, e anche in questo caso ci sono di mezzo i fondi europei del Pnrr. Il Piano comprende risorse per ben 330 milioni di euro destinati alla “tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano”: l’obiettivo è piantumare 6 milioni e 600mila alberi entro il 2024. I controlli dei Carabinieri hanno messo in luce gravi inadempienze in 14 città metropolitane, tra ritardi della piantumazione con soldi già incassati, l’inefficienza della messa a dimora e piante già secche, addirittura la piantumazione di semi invece che alberi (come emerso nella maggior parte dei casi). Il rischio a questo punto è quello di veder sfumare i fondi europei. “La verità - ci scrive Del Priore, ed è difficile dargli torto - è una sola: molti progetti nascono e si fanno per avere soldi, la destinazione di questi ultimi poi non ha mai una vera e propria progettualità fino all’ultimo euro”.

Quanto accaduto ci mostra però che alla base c’è una scarsa sensibilità di chi amministra il bene pubblico sull’importanza di raggiungere gli obiettivi stabiliti per ovviare alla crisi climatica. Come conclude amaramente il nostro lettore, è il “Pnrr all’italiana, spaghetti e mandolino”.

VERTICE SICCITA’

Ad inizio settimana il Prefetto Corrado Conforto Galli e il presidente della Provincia di Cremona Paolo Mirko Signoroni hanno incontrato i rappresentanti dell’agricoltura e dei consorzi di bonifica e irrigazione per discutere della crisi idrica e della necessità di intervenire con risposte concrete ed efficaci. Tutti i rappresentanti intorno al tavolo hanno evidenziato la gravità della situazione, che si prefigura peggiore di quella dello scorso anno. Rispetto alle soluzioni nel medio-lungo periodo, si è espressa la necessità di una revisione normativa relativa al Deflusso ecologico e di una revisione della regolamentazione di gestione degli invasi alpini. L’incontro si è chiuso con l’impegno di formalizzare già nei prossimi giorni le essenziali richieste del mondo agricolo in tema di crisi idrica, affinché il Prefetto se ne faccia portavoce nelle più alte sedi istituzionali. Anche il Governo giovedì si è mosso: il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge per contrastare gli effetti della siccità. Verrà istituita una cabina di regia interministeriale presieduta da Giorgia

Meloni

IN CONCLUSIONE

Le ultime generazioni hanno preso l’abitudine di avere benefici immediati pagandoli a debito, cioé rinviando gli oneri a chi verrà dopo. Gli esempi sono molteplici, dalle baby pensioni all’esplosione del debito pubblico. Siamo abituati insomma a consumare al bar dicendo che a pagare sarà chi passerà dopo di noi: un caffé sospeso al contrario. Sarebbe il massimo se, dopo aver compromesso il futuro delle nuove generazioni, gli togliessimo pure la Terra sotto i piedi.

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