Breviloquium Mirra, Il Poligrafo

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Subsidia Mediaevalia Patavina

BONCOMPAGNO DA SIGNA

BREVILOQUIUM MIRRA Edizioni critiche a cura di ElEna Bonomo e luca corE Introduzione di

DaniEla GolDin FolEna

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Subsidia Mediaevalia Patavina collana del Centro Interdipartimentale per Ricerche di Filosofia Medievale “Carlo Giacon” Università degli Studi di Padova diretta da Francesco Bottin 12



BONCOMPAGNO DA SIGNA

BREVILOQUIUM MIRRA Edizioni critiche a cura di Elena Bonomo e Luca Core Introduzione di

Daniela Goldin Folena

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Comitato scientifico Luca Bianchi, Università del Piemonte Orientale Francesco Bottin, Università di Padova Stefano Caroti, Università di Parma Giovanni Catapano, Università di Padova Donato Gallo, Università di Padova Giovanna Gianola, Università di Padova Alain de Libera, Université de Lausanne Gregorio Piaia, Università di Padova Papers submitted for publication in the series are subjected to a double blind peer-review

Il presente volume viene pubblicato con un contributo del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell’Università di Padova nell’ambito del Progetto Strategico di Ricerca Bando 2008 “Medioevo Veneto - Medioevo Europeo. Identità e Alterità” / “Medieval Veneto - Medieval Europe: Identity and Otherness” - STPD08XMXP, Unità di Ricerca n. 2, responsabile prof. Francesco Bottin © Copyright dicembre 2013 Il Poligrafo casa editrice s.r.l. 35121 Padova piazza Eremitani - via Cassan 34, tel. 049 8360887 - fax 049 8360864 e-mail poligrafo@tin.it ISBN 978-88-7115-833-4


Indice

9 Su Boncompagno da Signa: considerazioni preliminari Daniela Goldin Folena 19 I manoscritti del Breviloquium e della Mirra Elena Bonomo, Luca Core Boncompagno da Signa, Breviloquium introduzione ed edizione critica a cura di Elena Bonomo 29

Introduzione al Breviloquium

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Boncompagno da Signa, Breviloquium

Boncompagno da Signa, Mirra introduzione ed edizione critica

a cura di Luca Core

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Introduzione alla Mirra

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Boncompagno da Signa, Mirra

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Glossario

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Bibliografia



Boncompagno da Signa

Breviloquium Mirra



Daniela Goldin Folena

Su Boncompagno da Signa: considerazioni preliminari

Che cosa può motivare l’edizione in un unico volume di due opere di uno stesso autore? Per lo più, l’affinità dei rispettivi contenuti o la loro immediata successione cronologica. Le due opere di Boncompagno da Signa pubblicate in questo volume, Breviloquium e Mirra, hanno in comune soprattutto lo sfondo culturale, e più precisamente quell’esigenza di codificazione dei rapporti istituzionali, o meglio delle forme di comunicazione di fatti o di atti o di prescrizioni, necessaria tra i membri di ogni comunità, che caratterizza l’epoca e l’opera di Boncompagno e che l’autore avverte come esigenza insieme personale e professionale. Siamo negli anni a cavallo tra XII e XIII secolo, e siamo soprattutto entro l’orizzonte dello Studium di Bologna, già frequentato da giovani studenti-clerici in cerca di una propria prestigiosa professionalità e da magistri che a loro volta basano la loro sopravvivenza professionale (e quindi economica) sul prestigio del loro insegnamento, ma anche sul loro successo individuale tra gli stessi studenti. A giudicare dalle sue opere, Boncompagno poteva contare su ambedue e in misura particolare: in qualità di dictator sapeva non solo istruire con particolare efficacia gli aspiranti dictatores nelle loro varie funzioni, ma anche elaborare lettere e documenti per le istituzioni pubbliche o i signori del tempo (splendide, da questo punto di vista, le lettere scritte a nome di Beatrice d’Este e della “buona Gualdrada”). Va anche detto che siamo di fronte a un autore tanto sicuro della propria eccellenza e della propria inconfondibile individualità da titolare originalmente, come non era mai successo prima,


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Daniela Goldin Folena

la creazione a cui tiene di più al culmine della propria carriera (tra il 1215 e il 1226) con il proprio nome: Boncompagnus. Ma nella sua prospettiva tutta la sua produzione doveva avere un valore per così dire esemplare, come si evince anche da un gusto del tutto inedito per la titolazione “trasparente”: si vedano, per così dire al grado zero, lo stesso Breviloquium o l’Ysagoge, ma prima le V Tabulae salutationum, che forse all’inizio dovevano essere addirittura X, perché ne fosse più evidente l’ispirazione; fino alle opere che rivelano sin dall’epigrafe – così biblicamente evocativa – i modelli e insieme le ambizioni di Boncompagno, come la Palma o l’Oliva o la nostra Mirra. Più prevedibile forse l’hors-d’œuvre, per così dire, della sua produzione cioè la Rota Veneris, da associare all’onnipresente – per la cultura medievale – rota Fortunae o alla più colta rota Vergilii, ma imparentata piuttosto, nei suoi scherzosi contenuti, con l’altrettanto allegorico Roman de la Rose. Da questo ampio repertorio manca il Liber de obsidione Ancone, eccellente prova di cronachista, osservatore della realtà quotidiana, reporter sia pure indiretto di una situazione sociale, economica, persino alimentare, “estrema”; Liber tanto estraneo al rimanente repertorio inventivo di Boncompagno, da non essere nemmeno nominato nell’elenco delle sue opere che lo stesso autore pone a inizio del proprio Boncompagnus; ma quel Liber-Cronaca mostra pure quale abilità non strettamente tecnico-retorica potessero comunque favorire la competenza e la pratica dettatoria. Va notato subito che, a parte l’eccezione or ora ricordata, tutta l’opera di Boncompagno è il risultato e insieme il supporto della sua attività didattica; è anzi tanto vicina a quest’ultima da far supporre talvolta che alcuni testi siano nati a ridosso delle sue lezioni, e da farci interpretare un’operina, la cosiddetta Corona, riconosciuta da poco (ed edita da Franco Schiavetto) in un testimone di sole opere di Boncompagno, come l’interferenza o l’inserimento indebito di un “quaderno d’appunti” di un allievo dei corsi del nostro Magister dentro un codice (conservato ora nella Biblioteca Municipale di Salamanca) paragonabile ai suoi Opera omnia. E si torna sempre all’Università, anzi alle Università prima quella di Bologna e subito dopo quella di Padova, teatro ambedue e successivamente della promulgazione pubblica del Boncompagnus, con tanto di presenza delle massime autorità cittadine, laiche e religiose, come si legge alla fine del testo:


Su Boncompagno da Signa

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Recitatus equidem fuit hic liber, approbatus, et coronatus lauro, Bononie [...] anno domini M.CC.XV, septimo kalendas Aprilis, coram universitate professorum iuris canonici et civilis, et aliorum doctorum et scholarium moltitudine numerosa. [...] Item datus et in comune deductus fuit Padue in maiori ecclesia, in presentia domini Alatrini summi pontificis cappellani, tunc apostolice sedis legati, venerabilis Jordani paduani episcopi, Ciofredi theologi cancellarii mediolanensis, professorum iuris canonici et civilis, et omnium doctorum et scholarium Padue commorancium, anno Domini M.CC.XXVI, ultimo die mensis Marcii.

Tanto basta per confermare l’interesse attuale per questo autore nella prospettiva di una storia delle Università, dei loro rapporti e dell’Università di Padova in particolare. A proposito della quale si ricorderà anche che lì giunse Rolandino da Padova, allievo proprio di Boncompagno. A conferma pure, si direbbe, dello stretto legame tra ars dictandi e ars notaria, anche se per il nostro autore tutto rientrava nella madre di tutte le arti e le scienze, cioè la Retorica, della quale lo stesso Boncompagno si considerava interprete privilegiato, come si legge ancora all’inizio del suo Boncompagnus, ricco come sempre di rinvii scritturali oltre che di termini per così dire tecnico-accademici: statuo et preordino quod soror eius [il dictamen eponimo] que Rhetorica vocabitur Boncompagni progrediatur de philosophie cubili, exornetur velud similitudo templi, auro et preciosis lapidibus coronetur, deambulet inter pomeria rosarum et lilia convallium, flagret balsami et ambre mixtura, pandat secretissima secretorum, sit artium liberalium imperatrix et utriusque iuris alumpna.

Nella nostra prospettiva vale la pena di insistere sullo stretto legame tra diritto e retorica, di cui del resto tanta critica si è occupata; retorica che nasce certo nel grembo del diritto (utriusque iuris alumna), ma che va intesa nella sua nuova accezione civile, vale a dire come arte dell’argomentazione e della persuasione, giunta tanto in alto nella considerazione della civiltà comunale – quella in cui opera anche Boncompagno – da essere posta emblematicamente al gradino più alto delle arti liberali (liberalium artium imperatrix, abbiamo appena letto), in quelle del trivio più precisamente, cosicché persino nelle rappresentazioni iconografiche della progressione culturale e civile di quei secoli si vedono in successione Gramatica Dialectica e in cima Rhetorica.


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Daniela Goldin Folena

Il rilievo di quell’Ars è un’ulteriore giustificazione dell’accostamento in questo volume del Breviloquium e della Mirra; tanto vicine nella prospettiva di Boncompagno che all’inizio della sua produzione retorico-normativa, quale possiamo considerare le ipotizzabili e incompiute X Tabule salutationum, addirittura nel Prologo di quelle, l’uno e l’altra dovevano far parte, in successione e con funzioni ovviamente diverse, di un unico ampio Opus maximum, comprensivo di parti teoriche e di altre più propriamente normative, distinte per ambiti di pertinenza. Insomma negli ultimissimi anni del XII secolo per Boncompagno la Mater o persino la Dea Rhetorica ormai fuori della sua originaria fruizione orale doveva e poteva portare gradualmente all’elaborazione di comunicazioni interpersonali, cioè di lettere tra corrispondenti gerarchicamente disposti (papa, imperatore, re, fino a mercanti ma anche amici o parenti), e poi di atti ufficiali come gli statuti cittadini o i testamenti, per esempio. Così Breviloquium e Mirra, apparentemente distanti nella forma e negli obiettivi, vanno interpretati come tappe di un iter formativo, finalizzati sì ad ambiti professionali diversi, ma accomunati appunto dalla stessa origine e da un metodo inventivo (nel senso tecnico dell’inventio) molto affine. L’uno e l’altra sono lo specchio di esigenze avvertite dalla comunità culturale oltre che civile dei secoli che qui interessano; l’uno e l’altra davano gli strumenti per una corretta esecuzione di documenti pubblici e privati; l’uno e l’altra, soprattutto ai nostri occhi, sono testimoni eccezionali di un’epoca, delle relazioni sociali e dei rapporti di potere in essa sviluppati. Il tutto, sia detto ancora, entro l’alveo della Rhetorica – come scrive la maggior parte dei testimoni delle opere di Boncompagno, rispettando con ogni probabilità la grafia autorale. Che si elencassero tutte le varianti possibili di exordium della narratio, cioè della parte centrale di una lettera (il Breviloquium), o che si esemplificassero le varie formulazioni testamentarie (la Mirra), il punto di partenza era sempre una perfetta competenza retorica dei redattori di quelle e di queste, perché solo la retorica conteneva in sé gli strumenti per un’adeguata espressione o scrittura; la quale per altro – come insegnava ancora la retorica – doveva sempre essere commisurata ai soggetti e ai destinatari dei testi, disposti sempre secondo una rigorosa gerarchia. E non è un caso che a inizio della Mirra, liber testamentorum, trattato per la composizione dei te-


Su Boncompagno da Signa



stamenti, prevedibilmente di competenza strettamente notarile, proprio il doctor utriusque iuris Boncompagno da Signa ci tenga ad affermare: «In hoc autem libro proposui non iuris periti sed oratoris officium exercere». Sorprende semmai il livello stilistico delle due opere qui edite: la brevità o meglio l’essenzialità dei modelli d’exordia snocciolati nel Breviloquium non farebbero prevedere tanta cura nella scelta delle espressioni che si dispongono in modo da creare sempre delle ben riconoscibili clausole ritmiche, riconducibili alle norme del cursus, o in quella di sintagmi che hanno prestigiose ascendenze scritturali, ma anche possibili riscontri con la letteratura classica e coeva; la base sostanzialmente formulare dei testamenti esemplificati nella Mirra mal si concilierebbe con ricercatezze linguisticostilistiche quali invece si mostrano nelle folte ricorrenze, all’interno di ciascuno di essi, di clausole ritmico-prosodiche da far risalire pure alle norme del cursus, o nelle frequenti auctoritates, sacre e profane, di cui si orna la volontà dei testanti. Boncompagno ripete spesso e fin dalle Tabule salutationum che il suo modello sono le Scritture e lo stile della Curia; ma il controllo formale delle due opere qui edite criticamente per la prima volta ci porta insomma a vedere in esse dei precoci esempi di prosa d’arte. Eppure la relativa ricercatezza formale, la sostanziale componente testamentaria, del Vecchio e del Nuovo testamento, o curiale lì riscontrabili non oscurano l’elemento che caratterizza e percorre tutta l’opera di Boncompagno: il saldo legame con l’attualità. Anche i minimi inizi di lettera proposti nel Breviloquium e non solo le raccomandazioni finali, sottoscritte da testimoni e notai, di personaggi più o meno abbienti contenute nella Mirra ci permettono di ricostruire tempi, luoghi, milieux frequentati da Boncompagno o a lui noti, di immaginare a distanza di secoli personaggi ben reali, di riconoscere nelle vicende di studenti in balia delle disavventure e degli imbrogli più vari, nella venalità degli eredi prefigurati in quei testamenti e nelle relative preoccupazioni di padri e mariti in prossimità della morte situazioni non del tutto cancellate nell’epoca contemporanea. Di qui il grande interesse degli storici moderni, inizialmente – cioè fin dall’Ottocento – soprattutto tedeschi e poi sempre più italiani, per l’opera di Boncompagno. Ma quell’interesse si materializzò subito dopo la morte dell’autore e nei secoli successivi, se



Boncompagno da Signa

Breviloquium

introduzione ed edizione critica a cura di Elena Bonomo



Introduzione al Breviloquium

1. Premessa Nella sezione iniziale del Boncompagnus, opera didascalica centrale nella produzione di Boncompagno da Signa, si legge a proposito del Breviloquium: «doctrinam exibet inchoandi». Tale definizione, inserita nell’elenco degli scritti che l’Autore pone all’inizio del proprio Boncompagnus, consente di fissare la peculiarità di questo testo rispetto ai rimanenti: si tratta di una raccolta di modelli canonici da applicare all’incipit della narratio epistolare.

. Cfr. L. Rockinger, Briefsteller und Formelbücher des elften bis vierzehnten Jahrhunderts, «Quellen und Erörterungen zur bayerischen und deutschen Geschichte», IX, I, München 1863 (in seguito Rockinger e p.), pp. 132-133 (con la variante del corsivo, non adottato da Rockinger, per i titoli delle opere): Libri quos prius edidi sunt XI. Quorum nomina hoc modo specifico, et doctrinas que continentur in illis ita distinguo: Quinque nempe salutationum tabule doctrinam conferunt salutandi. Palma regulas initiales exibere probatur. Tractatus virtutum exponit virtutes et vitia dictionum. In Notulis aureis veritas absque mendatio reperitur. In libro qui dicitur Oliva privilegiorum et confirmationum dogma plenissime continetur. Cedrus dat notitiam generalium statutorum. Mirra docet fieri testamenta. Breviloquium doctrinam exibet inchoandi. In Ysagoga epistole introductorie sunt conscripte. Liber amicitie viginti sex amicorum genera pura veritate distinguit. Rota Veneris laxiva et amantium gestus demonstrat.


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Elena Bonomo

La successione delle undici opere elencate nel Boncompagnus riproduce il processo di apprendimento graduale dell’ars dictandi da parte dello studente, poiché ciascuno di questi testi tratta di un singolo aspetto della teoria e della prassi compositiva epistolare (le Quinque Tabule espongono la dottrina dei saluti, la Palma illustra le regole di base per il dictamen, la Mirra istruisce sul modo di comporre i testamenti ecc.). Come notava già Gaudenzi, nel Breviloquium non è possibile individuare riferimenti storici che consentano di stabilirne l’anno di composizione, ma la datazione (1203) suggerita dal Pini, immediatamente posteriore al Cedrus e alla Mirra, pare troppo tarda. Nel formulare nuove ipotesi su una eventuale datazione, soccorre la struttura peculiare che accomuna Quinque Tabule  e Breviloquium, opere caratterizzate dall’assenza di un proemio. D’altra parte l’esigenza di Boncompagno di giustificare la scelta del titolo e il contenuto dell’opera, motivo che spinge in genere a inserire il prologo all’inizio di un testo, si rileva solo a partire da un certo punto della produzione del maestro. Risulta pertanto difficile credere che, una volta consolidata questa tecnica epigrafica, l’Autore l’abbandoni e preferisca addentrarsi direttamente, senza alcuna spiegazione, nel cuore della narrazione. Si comprende fin dall’esordio che il fine cui è volto il Breviloquium è essenzialmente didattico: i destinatari dell’opera sono infatti gli studenti e quanti si dispongano ad apprendere i rudimenta dictaminis. Lo stesso andamento sintattico e le scelte lessicali operate dall’Autore confermano una precisa volontà didattica: l’esemplificazione si realizza in sintagmi spesso minimi, costruiti su un lessico semplice, essenziale, ripetitivo.

. Cfr. D. Goldin, B come Boncompagno. Tradizione e invenzione in Boncompagno da Signa, Centro Stampa Palazzo Maldura, Padova 1988, p. 16 n. 10. . Cfr. A. Gaudenzi, Sulla cronologia delle opere dei dettatori bolognesi da Buoncompagno a Bene di Lucca, «Bullettino dell’Istituto Storico Italiano», XIV (1895), p. 105. . Sulla cronologia delle opere di Boncompagno, cfr. V. Pini, Boncompagno da Signa, in Dizionario Biografico degli Italiani, II, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 19862, sv, pp. 720-725. . Più specificatamente si allude allo stato di conservazione delle Quinque Tabule, che si differenziano dalle X Tabule proprio per la mancanza del prologo, ma che sono certo le uniche completate dall’Autore. . Cfr. Goldin, B come Boncompagno, cit., p. 23.


Introduzione al Breviloquium

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La suddivisione corretta e completa del Breviloquium in trentaquattro capitoli è riportata soltanto da due dei sei manoscritti che appartengono alla tradizione di quest’opera (il Monacense e il Vallicelliano). In merito al contenuto e alla struttura del testo si possono individuare le tre seguenti sezioni: 1. Capp. I-VIII, che presentano modelli di inizi narrativi suddivisi per argomento e per così dire, antitetici (ad es. viaggi felicemente intrapresi, cap. I, e relative risposte di gioia, cap. II; o viaggi sfortunati, cap. III, e relativo compatimento, cap. IV; ecc.), e sono così rubricati: I. De prosperitatibus itinerum. II. De responsionibus cum expressionibus gaudiorum. III. De adversitate itinerum. IV. De responsionibus cum expressionibus. V. De omnibus refugiis inchoandi. VI. De responsionibus quibus adhibetur fides ex toto. VII. De responsionibus quibus non adhibetur fides. VIII. De bono et malo lingue. 2. Cap. IX-XVII, che raccolgono esempi di raccomandazioni, domande, suppliche e ringraziamenti fra persone di uguale o diverso livello sociale (ad es., modi differenti di raccomandarsi a persone superiori usando il caso dativo, cap. X; o richieste particolari in accusativo, cap. XI; ecc.), a loro volta così intitolati: IX. De commendationibus ad illos quos non vidimus. X. De commendationibus ad maiores per dativum. XI. De rogaminibus ad maiores per accusativum cum variatione. XII. De supplicationibus. XIII. De actionibus gratiarum inter pares. XIV. De actionibus gratiarum minorum ad maiores. XV. De inceptionibus commissionum. XVI. De inceptionibus illorum quibus cause committuntur. XVII. De inceptionibus maiorum ad minores et parium inter se.

. Per le notizie sulla tradizione manoscritta del Breviloquium si veda alle pp. 19-26, 50-61.



Boncompagno da Signa

Breviloquium



I. De prosperitatibus itinerum

Postquam ire cepi ad studia litterarum cuncta michi prospere successerunt. Postquam iter arripui omnia fuere michi prospera et iocunda. In ipso procinctu itineris habui optatum egressum, quem 5 semper fortuna prospera comitatur. Cum iter arripui risit michi fortuna que semper meum propositum roboravit. Prosperum fecit Dominus iter meum, quia in omnibus fortuna michi respondit ad votum. 10 Vestra benedictio super me descendit, quoniam apud omnes inveni gratiam et favorem.

1. De prosperitatibus itinerum] M Pe R Inceptiones prosperum itinerum et cetera T om. P2 Sa   2. ad studia litterarum] M P2 Pe R T ad litterarum studio Sa  cuncta] P2 R T cucta M omnia Pe cunta Sa   prospere] P2 Pe R sprospere M prospera Sa T   3. successerunt] M Pe R T succurerunt P2 Sa  4. iter] M P2 Pe R T om. Sa  arripui] M P2 Pe R T aripui Sa   omnia fuere michi] M Pe R omnia michi fuerunt P2 Sa cuncta fuere michi T  5. procinctu] P2 R Sa T procintu M protractu Pe  optatum] P2 Pe R T opptatum M operatum Sa  quem] M P2 R T quod Pe quandoque Sa  6. comitatur] Pe R committatur M commitatur Sa P2 sequebatur T   7. arripui] M P2 Pe R T aripui Sa   fortuna] M P2 Pe Sa T fortunam R   9-10. fortuna michi] M Pe fortunam R michi fortuna P2 Sa T   11. Vestra] M P2 R Sa T vera Pe   super me descendit] M Pe R descendit super me P2 super me descedit Sa super me sedit T


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Boncompagno da Signa II. De responsionibus cum expressionibus gaudiorum

Tuarum visio litterarum nos fecit alacres plurimum et iocundos. Quando tuarum inspeximus seriem litterarum, cepimus omnimode iocundari. Gaudium quod cepimus de tuarum litterarum tenore, lingua carnis exprimere non valeret. Iocundari nos fecit tuarum visio litterarum. Letati sumus in hiis que nobis tuis litteris intimasti. 20 Non sunt loquele neque sermones quibus exprimere valeremus gaudium quod habuimus de tuarum serie litterarum. Ineffabile gaudium et letitiam peroptatam nobis attulit tuarum visio litterarum. Desiderata prosperitate potimur ex quo te intelleximus in 25 omnibus prosperari. Pre nimio gaudio cepimus lacrimari. 15

III. De adversitate itinerum

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Infortunata fuit hora qua iter arripui, quia michi omnia in contrarium evenerunt. Tali hora iter arripui quod si quesivissem aquam in flumine vel arenam in litore nullo modo invenissem.

13. De responsionibus cum expressionibus gaudiorum] M R De responsionibus gaudiorum Sa Revisiones iocunditatis et letitie et cetera T om. P2 Pe   14. Tuarum] P2 Pe R uarum M T tyarunt Sa   visio] M P2 Pe R Sa series T  fecit] M P2 R Sa T facit Pe   plurimum] M P2 Pe R Sa om. T   15. inspeximus seriem] M P2 Pe R Sa seriem inspeximus T   litterarum] M P2 Pe R T litterarum tenore Sa  15-16. omnimode] M P2 Pe R Sa omnimodius T   17. Gaudium] M P2 Pe R Sa baudium T  cepimus] M P2 Pe R accepimus Sa concepimus T   litterarum tenore] M P2 R Sa T tenore litterarum Pe   18-19. Iocundari ... litterarum] M R om. P2 Pe Sa T  18. tuarum] M P2 Pe R T tua Sa  visio] M P2 Pe R T viscio Sa   20. Letati] M P2 Pe R T lectati Sa  hiis] M Pe R T his P2 Sa hys T   nobis tuis litteris] M P2 Pe R T tuis litteris nobis Sa  intimasti] M P2 Pe R Sa om. T Iocundari ... litterarum add. P2 Pe Sa T   21. valeremus] M P2 Pe R T valeamus Sa   22. gaudium] M P2 Pe R Sa om. T  tuarum] M P2 Pe R T tuarunt Sa   23-24. Ineffabile ... litterarum ] M P2 Pe R Sa om. T   23. letitiam] M P2 R leticiam Pe lectiam Sa   27. nimio] M P2 Pe R Sa om. T   lacrimari] M P2 Pe R Sa gloriari T   28. De adversitate itinerum] M R Sa Inceptiones infortunarum T om. P2 Pe   29. arripui] M P2 Pe R T aripui Sa  michi omnia] M P2 R T modo omnia michi Pe omnia michi Sa  29-30. in contrarium] M P2 Pe R Sa inique T   30. evenerunt] M P2 Pe R Sa evenere T  31-32. Tali hora ... invenissem] M P2 Pe R Sa om. T   31. arripui] M Pe R aripui Sa arripui (quia michi omnia in contrarium evenerunt exp.) P2   32. arenam] M R Sa ab arena P2 harenam Pe  litore] M P2 Pe littore R Sa


Breviloquium

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Pereat dies qua ire cepi quia omnia michi fuere adversa. De infortunato egressu et infelici progressu vos possum reddere certiores quia in persona et rebus omnimodam sum passus 35 iacturam. Mirabile immo potius miserabile infortunium vobis enarro, quoniam decem diebus et totidem noctibus flante borea cum omni prosperitate de Brundusio usque ad portum acconensem navigavimus, sed cum ingredi portum velis depositis deberemus, circeus 40 proram perculit et in tribus diebus nos usque in Cretam reduxit. IV. De responsionibus cum expressionibus

Si linguis angelorum et hominum loqueremur, dolorem exprimere non possemus quem de tuarum serie concepimus litterarum. Dolor inenarrabilis nos invasit quando intelleximus tuarum 45 seriem litterarum. A plantis pedum usque ad vertices in nostris corporibus sanitas non remansit quando intelleximus tuarum litterarum tenorem. 33. Pereat] M P2 Pe R T deat Sa  cepi] M R T incepi P2 Pe Sa  omnia michi fuere] M R omnia fuere michi Pe michi omnia fuerunt P2 omnia fuere Sa omnia fuerunt michi T  34. infelici] M P2 Pe R Sa infeliciori T  34-35. reddere] M P2 Pe T redere R Sa   35. persona] M P2 Pe Sa T personam R  omnimodam] M P2 Pe R Sa omnimodius T   37. immo] M P2 Pe R T imo Sa  potius] M P2 R Sa T pocius Pe  38. quoniam] M P2 Pe R quando Sa quoniam et cetera T   38-41. decem ... reduxit] M P2 Pe R Sa om. T   38. decem] M Pe R XI P2 Sa  noctibus] M P2 Pe R noctis Sa   flante] P2 Pe R Sa flanter M   38-39. cum omni prosperitate] M R om. Pe cum omni prosperita P2 concepi prosperitate Sa  39. Brundusio] P2 Pe R Brunduxia M Brundisio Sa  acconensem] M Pe R ambonense P2 ancone Sa  40. sed] M P2 Sa set Pe R  cum] M P2 Pe R om. Sa   ingredi] P2 Pe R Sa ingrediendi M    velis] M R vellemus velis P2 Pe Sa  deberemus] M haberemus R om. P2 Pe Sa  circeus] M R eurus P2 Sa circius Pe  41. diebus] M P2 Pe R om. Sa   nos usque in Cretam reduxit] M Pe Sa usque in Cretam nos reduxit R nos usque in Gretam reduxit P2   42. De responsionibus cum expressionibus] M R Revisiones itinerum cum dolore et cetera T om. P2 Pe Sa   43. angelorum et hominum] M Pe R hominum et angelorum P2 Sa T  44. possemus] M P2 Pe R T posscemus Sa  quem] M P2 Pe T que R quam Sa   serie concepimus litterarum] M Pe R concepimus serie litterarum P2 serie litterarum cepimus Sa concepimus serie litterarum T  45. quando] P2 Pe R Sa T quoniam M    46. litterarum] M P2 Pe R T si linguis hominum et angelorum loqueremus dolorem exprimere non possemus quam de tuarum serie concepimus litterarum. Dolor inenarrabilis nos invasit quoniam intelleximus sanitas tuarum seriem litterarum rep. Sa  47. plantis pedum] M P2 Pe R planta pedis Sa T   vertices] M P2 Pe R Sa verticem T  corporibus] M Pe R Sa T cordibus P2   sanitas] P2 Pe R T om. Sa santitas M  48. non] M P2 Pe R T om. Sa   intelleximus ... tenorem] R tuarum intelleximus litterarum tenorem M Pe Sa tuarum intelleximus seriem litterarum P2 tuarum seriem si inspeximus litterarum T


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Boncompagno da Signa

Dum legeremus tuos infelices eventus, lacrime de nostris oculis 50 tamquam gutte sanguinis emanabant. Corda nostra plurimum conturbavit tuarum visio litterarum. Tuarum visio litterarum corda nostra plurimum conturbavit. Cum amaritudine animarum et afflictione spirituum tuarum intelleximus seriem litterarum. 55

V. De omnibus refugiis inchoandi

Paternitati vestre sit cognitum. Paternitati vestre harum serie innotescat vobis clareat manifeste. Harum vobis tenore clarescat. Presentium serie vobis facio manifestum. Pro constanti dico et nullatenus dubito. Sine dubitatione noveritis et nullatenus dubitetis. 60 Nulla dubitatio animo vestro inhereat. Absque omni mendacii rubigine verum esse noscatis. In veritate que Deus est vobis patefacio veritatem. Nemo dubitat et ubique notorium iam existit. Divulgatum est et ubique scitur. Non est novum quod refero, sed vetustum.

49-51. lacrime ... litterarum] M Pe R Sa T om. P2   49. Dum] M P2 Pe R T dym Sa   eventus] M P2 Pe R T evenctus Sa  nostris] M Pe Sa T meis R   oculis] M Pe Sa T occulis R   50. gutte] Pe R Sa T gute M   emanabant] M Pe R Sa (tua visio litterarum exp.) T   51. tuarum visio litterarum] M Pe R Sa visio litterarum tuarum T  52. Tuarum ... conturbavit] M P2 R T Sa om. Pe   tuarum] M P2 R T tyarunt Sa  visio] M P2 R viso Sa series T  corda] P2 R Sa T cordam M  conturbavit] P2 R Sa T exturbavit M   53. Cum] M P2 Pe R T cym Sa   animarum] M P2 R Sa T animorum Pe  et] M P2 Pe R T om. Sa   afflictione] P2 Pe R Sa T aflictione M  tuarum] M P2 Pe Sa T tuorum R  55. De omnibus refugiis inchoandi] M Inceptiones per dativum et alios diversos casus T om. P2 Pe R Sa   56. Paternitati] M P2 Pe R Sa fraternitati T  harum] M P2 R Sa T horum Pe  serie] M P2 Pe R Sa seriem T   57. innotescat] M P2 R Sa T innotesco Pe   vobis clareat manifeste] M P2 Pe R Sa om. T   harum] M P2 Pe R T harunt Sa  vobis tenore] M Pe R T tenore vobis P2 Sa  clarescat] M P2 Pe R clareat Sa innotescat T   58. presentium serie] M P2 Pe R presentium scerie Sa vobis ubicatur manifeste presentium serie T  facio] M P2 R Sa T facimus Pe  manifestum] M P2 Pe R T manifestus Sa  58-59. nullatenus] M P2 Pe R T nulatenus Sa   59. dubito] M Pe R Sa T dubitetis P2  Sine ... dubitetis] M Pe R T Sa om. P2  Sine] M Pe R T Sj Sa  dubitatione] M Pe R T dubitationem Sa  dubitetis] M Pe R T dubitatis Sa   60. vestro] M P2 Pe R T nostro Sa  inhereat] M P2 Pe R T inheret Sa   61. mendacii rubigine] M P2 Pe R Sa mendatio et turbine T  noscatis] M P2 Pe R T nosscatis Sa   62. patefacio] M P2 Pe R T pactefatio Sa   63. notorium iam] M P2 Pe R T iam notorium Sa  existit] M P2 Pe R Sa existat T  scitur] M P2 R Sa T iam scitur Pe   64. est] M P2 Pe R T om. Sa  refero] M P2 Pe R Sa referat T  sed] M P2 R Sa set Pe se T


Breviloquium



Probatione non indigent manifesta, unde mirum est. 65 Sonus per universas partes Ytalie iam exivit. In hore omnium iam plebescit. Per famam publicam evolavit. Quod ignorare asseritis iam pervenit ad tabernarios et tonsores. Antiquus rumor vobis novam attulit vetustatem. Vobis pro novitate refertur quod conversum est in fabulam populorum. 70 Rumor antiquus apud vos novitate clarescit. Rumor iste ad aures omnium iam devenit. VI. De responsionibus quibus adhibetur fides ex toto

Non dubitamus esse vera que nobis vestris litteris intimastis. Antequam ad nos vestre littere devenirent fuit nobis a plurimis 75 relatum. Pro constanti habemus et nullatenus dubitamus. Assertioni vestre fidem plenarie adhibemus. In veritate scimus quod nisi essent vera que nobis vestris litteris intimastis, nulla ratione talia vel consimilia dixissetis. 80

65. Probatione ... mirum est] M P2 R Sa T om. Pe  non] M P2 R Sa nunc T  indigent] M P2 R T indiget Sa   66. Sonus] M P2 Pe R Sa concivimus T  Ytalie] M P2 Pe R Italie Sa om. T  iam] M Pe R Sa T om. P2   exivit] M P2 Pe R Sa exivisse T  67. hore] M R Sa ore P2 Pe T  omnium] M P2 Pe Sa T hominum R   plebescit] M P2 Pe R T plebexit Sa   publicam] M P2 Pe R T plubica Sa   68. Quod] M R T Quod nos Sa P2 Quod vos Pe   ignorare] M P2 Pe Sa T ingnorare R   asseritis] M P2 Pe R T assceritis Sa  ad] P2 Pe R Sa T et ad M   69. Antiquus] M P2 Pe R T Antiquis Sa   vobis] M P2 R Sa T nobis Pe   novitate] M Pe R T veritate P2 vonitate Sa  70. refertur] M Pe R T referunt P2 Sa   fabulam] M P2 R Sa T famam Pe   71. Rumor ... clarescit] M P2 Pe R Sa om. T  antiquus] M Pe R om. P2 anticus Sa   vos] M P2 Pe R nos Sa   72. ad aures omnium iam] M Pe R T iam ad aures omnium P2 Sa   devenit] R pervenit M P2 Pe Sa T sonuit in auribus angulorum terre quod vobis occultum esse ostendistis add. P2 Sa   73. De responsionibus quibus adhibetur fides ex toto] M De communibus refugiis inchoandi R Revisiones per 74. vera] M P2 adverbia plurimis numeri sine dubitatione et cetera T om. P2 Pe Sa   Pe R T verba Sa   nobis] M P2 Pe R T om. Sa   vestris] M P2 Pe R Sa tuis T  intimastis] M P2 Pe R Sa intimasti T   75. nos] M P2 Pe R T vos Sa   devenirent] R pervenirent M P2 Pe Sa T   plurimis] M P2 Pe R Sa pluribus T   76. relatum] R revelatum M P2 Pe Sa T   77. Pro] M P2 Pe Sa T in R   nullatenus] M P2 Pe R T nullo modo Sa   78. Assertioni ... adhibemus] M P2 Pe R T om. Sa   Assertioni] M P2 Pe R Affectioni T  adhibemus] M P2 Pe R dedimus T   79. essent] M P2 Pe R T esset Sa  vera] M P2 Pe R T verba Sa   nobis] M P2 Pe R vobis Sa nobis in T   que nobis] M P2 Pe Sa T que di nobis (di exp.) R   80. intimastis] M R intimare curastis P2 Pe intimare curatis Sa insinuare curastis T   ratione] M P2 Pe R Sa esse T   dixissetis] M P2 Pe dississetis R dixistis Sa diceretis T


Boncompagno da Signa, magister fiorentino vissuto a cavallo tra XII e XIII secolo, fu professore e dictator nello Studium bolognese. Dalle sue opere, tuttora parzialmente inedite, emerge la vastità di interessi e di conoscenze di una personalità eclettica, il più originale e versatile fra i maestri dell’ars dictandi della sua apoca. Se ne propongono qui, per la prima volta in edizione critica, due opere, Breviloquium e Mirra, affini per il comune intento retorico-normativo e contigue nella successione cronologica della produzione di Boncompagno. Nate entrambe dall’esigenza di dare forma prestigiosa a documenti pubblici e privati, esse sono specchio di un particolare habitus mentale, di quella necessità tipica della cultura e insieme della società medievale di codificazione delle modalità di espressione e di comunicazione interpersonale secondo una precisa distribuzione gerarchica degli interlocutori. L’essenzialità dei numerosi modelli di exordia di narrationes proposti nel Breviloquium o la formularità dei testamenti esemplificati nella Mirra non impediscono a Boncompagno di esprimere appieno le proprie attitudini stilisticoinventive che hanno, per sua stessa dichiarazione, ascendenze scritturali e curiali, ma che consentono anche riscontri con la letteratura classica e coeva. Ne emerge l’ampio sostrato culturale dell’autore e la creatività lessicale di una lingua vivacissima, ben evidenziata nel Glossario che correda il volume. Elena Bonomo, laureata presso l’Università di Padova in Filologia medievale e umanistica con una tesi su Boncompagno da Signa, ha conseguito una seconda laurea presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Verona su Girolamo Pompei. È docente di ruolo nei licei di Verona. Luca Core, laureato presso l’Università di Padova in Filologia medievale e umanistica con una tesi su Boncompagno da Signa, sta svolgendo il dottorato in Scienze linguistiche, filologiche e letterarie nello stesso ateneo. È docente di ruolo nella scuola secondaria.

e 28,00

ISBN

978-88-7115-833-4


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