Marco Introini. Padova e altri paesaggi, a cura di Cinzia Simioni, Alessandro Tognon

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progetti di architettura 08



marco introini | padova e altri paesaggi

a cura di Cinzia Simioni Alessandro Tognon

ILPOLIGRAFO


progetti di architettura collana diretta da Cinzia Simioni, Alessandro Tognon comitato scientifico Alberto Ferlenga Università Iuav di Venezia Gino Malacarne Università di Bologna Carlo Moccia Politecnico di Bari Antonio Monestiroli Politecnico di Milano Uwe Schröder Università di Aquisgrana

Pubblicazione realizzata in occasione della mostra Marco Introini. Padova e altri paesaggi ideata e promossa da Di Architettura associazione culturale a cura di Cinzia Simioni, Alessandro Tognon in collaborazione con il Comune di Padova Padova, Palazzo della Gran Guardia 15 settembre - 28 ottobre 2018 ideazione e allestimento Andrea Achiluzzi, Cinzia Simioni, Alessandro Tognon in collaborazione con il Comune di Padova fotografie Marco Introini si ringraziano per la collaborazione alla mostra Settore Urbanistica e Servizi Catastali del Comune di Padova produzione dell’evento Di Architettura associazione culturale via Marsala, 59 - Padova tel. +39 049 9818992 e-mail: info@diarchitettura.org www.diarchitettura.org

progetto grafico di collana Il Poligrafo casa editrice copyright © settembre 2018 Il Poligrafo casa editrice 35121 Padova piazza Eremitani - via Cassan, 34 tel. 049 8360887 fax 049 8360864 e-mail casaeditrice@poligrafo.it ISBN 978-88-9387-068-9

in collaborazione con

con il contributo di


indice

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introduzione cinzia simioni

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padova e le altre i ritratti urbani di marco introini alberto ferlenga

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bianco e nero a colori massimo ferrari

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l’esperienza dei luoghi alessandro tognon

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padova_2018

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altri paesaggi

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biografia di marco introini



L’Amministrazione comunale della città di Padova ha accolto con entusiasmo la mostra fotografica di Marco Introini che si colloca all’interno di “Padova 2018 Architettura”, un ampio lavoro programmatico che il Settore Urbanistica e Servizi Catastali svolge con l’Associazione Culturale Di Architettura. Obiettivo di questa mostra è di elevare la conoscenza della nostra città e delle sue architetture, così amate da noi padovani e così apprezzate dai turisti che con curiosità e interesse visitano le attrazioni artistiche, percorrono le strade, vivono le piazze del centro storico. Crediamo che dare per scontato il grande patrimonio culturale, artistico e ambientale che la storia ci ha tramandato sia un errore da evitare e che una mostra con le immagini di un fotografo così interessato alla città come Marco Introini possa rivelare ed esserci d’aiuto per capire come certi spazi urbani abbiano saputo mantenere, con il passare degli anni, un ruolo sociale ancora attivo e funzionante per le dinamiche che sostengono la nostra città e il nostro patrimonio. Attraverso queste fotografie possiamo davvero vedere e non solo guardare in modo superficiale – come spesso ci accade con i luoghi che frequentiamo tutti i giorni – la nostra città, cogliendo le relazioni tra gli spazi, gli edifici e le funzioni che talvolta diamo per scontate. I cittadini modificano le loro esigenze, le città stesse quindi cambiano e si trasformano. Le sue architetture, questi grandi oggetti che tutti noi cittadini di Padova conosciamo e nei quali ci riconosciamo rivelano sempre un grande fascino e per certi versi rappresentano la nostra identità, che con orgoglio dobbiamo conservare. Sergio Giordani Sindaco di Padova



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introduzione cinzia simioni

Gabriele Basilico, Architetture, città, visioni, a cura di Andrea Lissoni, Bruno Mondadori, Torino 2007.

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Questo volume – ottavo della collana “Progetti di Architettura”, ideata dall’Associazione Culturale Di Architettura – nasce in occasione della mostra di fotografia “Marco Introini. Padova e altri paesaggi”, che l’autore dedica alla nostra città. È il secondo volume della collana rivolto alla fotografia, dopo il lavoro di Stefan Müller dal titolo L’architettura della città di Padova. L’Associazione, fin dalla sua fondazione, ha ideato “Progetti di Architettura” come una collana in cui volumi monografici su importanti architetti italiani e tedeschi, nei quali è possibile conoscere e approfondire i loro progetti e le loro teorie, sono intervallati da pubblicazioni dedicate alla fotografia dell’architettura. I volumi della collana sono strettamente legati tra di loro, molte delle foto delle architetture costruite di Uwe Schröder sono di Stefan Müller e molte delle architetture di Antonio Monestiroli sono state fotografate da Marco Introini. È stato proprio con la mostra e il volume dedicati al maestro Antonio Monestiroli, nel 2012, dal titolo Antonio Monestiroli. Prototipi di architettura, che abbiamo conosciuto il lavoro del fotografo Marco Introini: fin da subito capimmo che, in qualche modo, avremmo iniziato un percorso di ricerca condiviso. Questa ricerca si è concretizzata in una mostra e con questa monografia, che vuole raccontare il suo modo discreto – ma chiarissimo – di raccontare le città e le metropoli. L’approccio di Marco Introini su Padova parte dalle origini della città, ovvero da quello che fu il suo decumano fondativo, asse che guarda a Venezia. Per questo la Serenissima volle nella Pianta di Giovanni Valle del 1784, orientata a nord. Proprio lungo questo asse stradale, muovedosi dalla periferia al centro, Introini ha voluto raccontare una Padova moderna, rilevandone cambiamenti e trasformazioni, osservando la Città nuda, senza movimento. Penso che il vuoto e l’assenza dell’uomo negli scatti che raccontano la città, come la scelta del bianco e nero, siano frutto dell’insegnamento del suo maestro Gabriele Basilico, a cui deve una passione che diventa mestiere. Il fotografo milanese lo ha aiutato a scegliere tra la professione dell’architetto e quella del fotografo, o, come preferisco dire, del “fotografo architetto”, del fotografo delle grandi indagini, dei censimenti delle architetture del ‘900, dei racconti delle periferie, delle aree industriali e delle metropoli. Proprio il suo maestro scriveva: “Non penso di fotografare il vuoto nel senso di una mancanza di presenza, ma fotografo il vuoto come protagonista di se stesso, con tutto il suo lirismo, con tutta la sua forza, con tutta la sua umanizzante capacità di comunicazione, perché il vuoto nell’architettura è parte integrante, persino strutturale del suo essere”1. Il volume raccoglie inoltre fotografie scattate in anni diversi e in diverse città del mondo e proprio questo gruppo di immagini si inscrivono nel grande tema del paesaggio urbano. 11


Piacenza: dal progetto fotografico “Piacenza 2003�di Marco Introini


bianco e nero a colori massimo ferrari

Una fotografia che è quindi una forma di atteggiamento critico e risolutivo nei confronti dei dogmi e delle profezie che si auto rivela dalla conoscenza e dagli obblighi del percorso della rappresentazione figurativa. Enzo Carli 1

Non manca nessun grigio nella gamma dei colori di Marco Introini, nessuna tonalità è assente nella ricercata capacità propria della tinta neutra di raccontare lo spazio attraverso la sua differente gradazione, la sua intensità, la sua evidenza resa per contrasto. Non esiste il bianco, non esiste il nero in assolo, nel suo lavoro, ma uno spettro infinito che partendo dagli estremi citati elegge la tinta mediana quale unico colore ammissibile. Un colore ricco e denso, prezioso, opaco, eloquente nel descrivere lo spazio, memore della più alta lezione della pittura che ben conosce il valore del grigio quando scaturisce, nella sua più elegante varietà, non dalla somma teorica delle due tinte opposte – bianco e nero appunto – ma da una sapiente e dosata quantità di blu di Prussia e di ocra che attraverso variazioni microscopiche consegnano irripetibili nuance. Nessun grigio è uguale ad un altro. La luce si perde volentieri in questa varietà di toni, precisa e tagliente, eterogenea nel delineare i contorni, così efficace da far emergere irrimediabilmente la forma. Sembra di immaginare gli anni dello sviluppo fotografico eseguito a mano, l’epoca appena passata ma già remota dei grandi provini a contatto, quel tempo determinato che nell’attesa, piano piano, vedeva emergere la spazialità ricercata a partire dal buio che prima di tutto avvolgeva la stanza dello sviluppo. Forse è proprio questa la prima e più importante qualità nella fotografia di Introini, che padroneggia da anni la questione tecnica interpretandola come un alchimista, questo saper far emergere la forma dalla realtà che indaga, questa capacità critica che sostanzia un lavoro che da subito ti colpisce per la sua chiarezza accattivante, ma appena dopo ti abbatte per la complessità della riflessione sulla natura antropizzante dell’uomo. Un lavoro complesso, un progetto fotografico, che svela da subito una precisa formazione culturale e, solo alla fine, ammicca a un’eclettica personalità che, come ogni artista, conserva nascosta se non ricercata con occhi attenti all’interno di ogni scatto. Marco è un architetto prestato all’immagine; tutti lo pensano, ma nessuno lo riesce a definire chiaramente perché il confine tra le due sensibilità è cosi labile che spesso le discipline si stemperano l’una nell’altra, ovvero costruiscono una nuova categoria che immagina architettura da dietro l’obiettivo. Un’attenzione maniacale al taglio e al tempo che, senza ancora affrontare il tema caro della composizione, stabilisce i confini fisici e culturali di un lavoro poetico. Una vicinanza così stretta che confonde la ricerca dell’uno e dell’altro interesse,

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altri paesaggi


los angeles river

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chicago

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ormea, segni del paesaggio

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Finito di stampare nel mese di settembre 2018 per conto della casa editrice Il Poligrafo presso le Grafiche Callegaro di Vigonza (Padova)



progetti di architettura

01 jan kleihues | progetti per la città 02 gianni braghieri | architetture senza tempo 03 uwe schröder | sugli spazi della città 04 stefan müller | l’architettura della città di padova 05 antonio monestiroli | prototipi di architettura 06 klaus theo brenner | stadtarchitektur - città architettura 07 paolo zermani | architettura, la luce del sacro 08 marco introini | padova e altri progetti




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