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e 24,00
ISBN 978-88-7115-896-9
ilpoligrafo
PierAntonio Val is on the faculty of the Università Iuav di Venezia, where he teaches architectural design. From 2000 to 2003 he taught at the School of Architecture at the Politecnico di Milano (“Milano Leonardo” Campus). He has participated in various educational endeavors and held conferences in Italy and at universities abroad. His research focuses on the relationship between architecture and context, between theory and practice, between educational goals and professional demands. It incorporates the perspectives of diverse disciplines and strives to address the rapidly changing tradition of architecture. He has collaborated with various magazines in Italy and abroad, and participated in numerous national and international competitions, as well as various architecture exhibitions in Italy and Europe. Many of his built projects have been published and exhibited at Italian and foreign venues. His major publications include: Venezia città del moderno / Venice: City of the Modern (“Rassegna”, 22, Bologna 1985), Quale architettura all’interno della prassi (Venice 1989), Relazione e distanza (Padua 2007), Per una architettura della Costruzione (Padua 2011).
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il progetto costruito
Designing new buildings, conserving/restoring cultural heritage, preserving/converting the existing building stock – the productive interplay of these fields in architectural education and research has given life to the projects in this volume. A historical approach overlays the use of new technologies, respect for the built environment merges with modern building science, the legacy of the past lives alongside the kaleidoscopic demands of today’s world. Multidisciplinarity – paralleled by civic responsibility and rigor – becomes the fundamental cornerstone of architectural education at the Department of Architecture, Construction and Conservation of the Iuav in Venice. Design research is centered around a new idea of “constructiveness” that responds to the project’s needs and objectives – especially today when the architect’s role tends to dissipate in a “creative” figure and the fragmented plurality of different “specialisms”. The designers’ creativity has been deployed in various areas: from cities with rich histories (Padua and Venice) to areas requiring substantial intervention (Porto Marghera and Martigues in Marseille), from buildings to be refurbished (the Flambruzzo villa-castle in Friuli) to completely new scenarios (the third Garibaldi Repubblica tower in Milan, the horizontal skyscraper in New York). The book establishes an ideal continuity with Per una architettura della Costruzione (For an architecture of construction, for a construction of architecture, Padua 2011), addressing architectural science from a innovative and dynamic perspective deeply imbued with civic values. It maps fertile ground on which varied skills and fields of knowledge constructively meet, converse, and interact, engaging in international debate through innovative means of communication.
a cura di PierAntonio Val
La progettazione del Nuovo, la conservazione e il restauro dell’Antico, la rigenerazione e la trasformazione dell’Esistente rappresentano ambiti di didattica e ricerca della contemporaneità dal cui fecondo intreccio hanno preso vita i progetti raccolti nel presente volume. Nelle proposte elaborate l’approccio storico si sovrappone all’utilizzo delle nuove tecnologie, il rispetto delle preesistenze si combina con la moderna scienza dei materiali, l’eredità del passato vive accanto alle caleidoscopiche esigenze del mondo attuale. La multidisciplinarità – non disgiunta da responsabilità civile, rigore – viene a rappresentare un caposaldo irrinunciabile nella formazione dell’architetto, all’interno del dipartimento costruzione e conservazione dello Iuav di Venezia. La ricerca pone così al centro del progetto una nuova idea di costruttività come necessità e finalità politica del progetto, specialmente oggi quando il ruolo dell’architetto tende a dissolversi all’interno della figura del “creativo” e in una parcellizzante pluralità di “specialismi” diversi. Variegati gli ambiti in cui si è dispiegata la creatività dei progettisti: da città ricche di storia come Padova e Venezia ad aree che necessitano di profondi interventi, come Porto Marghera e Martigues a Marsiglia; da costruzioni da modificare, come la villa-castello di Flambruzzo in Friuli, a scenari tutti da ipotizzare, come la terza torre di Garibaldi Repubblica a Milano e il grattacielo orizzontale a New York. Dopo Per una architettura della Costruzione (Padova 2011) – con cui viene stabilita un’ideale continuità –, un volume che racconta una scienza della progettazione innovativa, dinamica, profondamente permeata di valori civici, terreno privilegiato in cui competenze e saperi eterogenei si incontrano, dialogano, interagiscono felicemente e si confrontano con il dibattito internazionale anche attraverso strumenti innovativi di dialogo. PierAntonio Val insegna Progettazione architettonica presso la Facoltà di Architettura dell’Università Iuav di Venezia. Dal 2000 al 2003 ha insegnato alla Facoltà di Architettura “Milano Leonardo” del Politecnico di Milano. Ha svolto attività didattica e conferenze in Italia e in diverse università straniere. I suoi interessi di studio hanno approfondito il rapporto tra architettura e contesto, teoria e prassi, intenzionalità didattica e concretezza della pratica, confrontandosi con la pluralità delle descrizioni offerte dalle varie discipline e, contemporaneamente, con una tradizione architettonica in rapida trasformazione. Ha collaborato con diverse riviste specializzate in Italia e all’estero e ha partecipato a numerosi concorsi nazionali e internazionali, oltre che a diverse esposizioni di architettura in Italia e in Europa. Molti suoi progetti costruiti sono stati pubblicati ed esposti in varie mostre in Italia e in altri paesi. Tra le sue principali pubblicazioni: Venezia città del moderno («Rassegna», 22, Bologna 1985), Quale architettura all’interno della prassi (Venezia 1989), Relazione e distanza (Padova 2007), Per una architettura della Costruzione (Padova 2011).
ilpoligrafo
Architettura Costruzione Conservazione 3
ArchitetturaCostruzione Conservazione 3
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ilprogetto costruito a cura di PierAntonio Val
ilpoligrafo
Università Iuav di Venezia
Il volume è stato realizzato con il contributo del Corso di Laurea Magistrale Architettura per il Nuovo e l’Antico Facoltà di Architettura - Università Iuav di Venezia a cura di PierAntonio Val
Editing Francesco Tessaro Revisione grafica Il Poligrafo, Laura Rigon English text Marlene Klein
copyright © maggio 2015 Il Poligrafo casa editrice 35121 Padova piazza Eremitani – via Cassan, 34 tel. 049 8360887 – fax 049 8360864 e-mail casaeditrice@poligrafo.it ISBN 978-88-7115-896-9
Un ringraziamento per la realizzazione della pubblicazione va a tutti i colleghi dei laboratori integrati della Laurea Magistrale per la pazienza dimostrata nel raccogliere e fornire il materiale e per l’atteggiamento di reale collaborazione. Cogliamo l’occasione per formalizzare un particolare saluto e ringraziamento ai professori Roberto Sordina, Pasquale Lovero, presenti nella pubblicazione, che nell’anno 2013/14 hanno terminato la propria attività accademica all’interno dell DACC e dell’ateneo. Un ultimo speciale ringraziamento e saluto va al professor Angelo Villa, che nello stesso anno ha terminato la propria attività, per aver coordinato i corsi della Laurea magistrale in Architettura per la Costruzione insieme al professor Robero Di Marco.
In copertina Carlo Scarpa, Ferruccio Franzoia Rilievo della zona archeologica di Feltre, 1976 Le Corbusier Sopraelevazione del Padiglione Church, Villa d’Avray, Francia, 1927-1928, prospetto sud-ovest
Indice
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Prefazione Renzo Dubbini
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Introduzione. Architettura come realtĂ costruita Armando Dal Fabbro
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Il progetto tra/sul/nel costruito PierAntonio Val
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Architettura per il Nuovo e l’Antico Laboratori della laurea magistrale
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English text
il progetto costruito
Prefazione Renzo Dubbini direttore DACC
Il volume che raccoglie alcuni tra i progetti più significativi dei Laboratori integrati della laurea magistrale Architettura per il Nuovo e l’Antico si pone come sintesi di esperienze didattiche e di applicazioni metodologiche realizzate all’interno del Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione (DACC), costituitosi nel 2012. Si tratta di un ventaglio di proposte progettuali che nella loro varietà illustrano intenzioni e possibilità diverse, ma che hanno in comune l’attitudine a intendere il “momento” didattico come occasione di confronto critico e di ricerca. Idealmente il volume stabilisce una continuità con una pubblicazione precedente – Per una architettura della costruzione – ove venivano espresse quelle tensioni intellettuali che avevano animato un indirizzo di studi fondamentale dello IUAV di Venezia1. In quell’ambito veniva precisamente enunciato l’obiettivo di una “didattica del progetto capace di riconquistare alle ragioni della forma architettonica le acquisizioni dell’innovazione tecnico-scientifica e i vincoli della necessità civile, in un quadro di realistica compatibilità tra risorse e obiettivi”. Ora, dopo quasi tre anni di una nuova esperienza dipartimentale, questa raccolta esprime un ulteriore livello di maturazione, in relazione a un inedito assetto didattico. I casi-studio proposti riguardano contesti di città storiche (Vicenza e Venezia), aree che necessitano di un processo di trasformazione tramite specifiche scelte funzionali (Porto Marghera, l’area di Martigues a Marsiglia), o ancora lo studio di possibili elaborazioni tipologiche (la terza torre di Garibaldi-Repubblica a Milano, il grattacielo orizzontale a New York) e il riuso e l’ampliamento della villa-castello di Flambruzzo in Friuli. Dunque la più grande attenzione viene attribuita all’oggetto architettonico nelle sue caratteristiche morfologiche e costruttive; nel suo “divenire” tramite appropriate modalità di intervento, in quanto sistema di spazi che assorbe le esigenze funzionali del nostro tempo, per costituirsi come dispositivo ordinatore in una dimensione urbana e paesaggistica. Ciò è riconoscibile negli obiettivi e nei valori programmatici del DACC, nella volontà di cogliere (e realizzare) la complessità di intrecci disciplinari ove le modalità proprie del progetto di architettura interagiscono con le tecniche costruttive, con gli aspetti della conservazione, con l’analisi dei siti, le trasformazioni e le stratificazioni storiche. Sia nel caso di edifici che appartengono al passato, sia nel caso di edifici concepiti ex novo, si evidenzia un grande rispetto nell’utilizzo di modalità compatibili con una corretta genesi interna dell’oggetto e con le caratteristiche del luogo. Nei confronti dell’edificio storico è evidente l’intenzione di giungere a una sua trasformazione in senso innovativo: di farne un oggetto contemporaneo, percepibile e utilizzabile secondo i canoni della nostra sensibilità e cultura. In questo senso va ricordato quanto Alois Riegl affermava in Il culto moderno dei monumenti: l’opera, a qualsiasi epoca appartenga, se osservata secondo i parametri del tempo e 8
dell’esperienza individuale e collettiva in una società intellettualmente sviluppata, è sempre un’opera contemporanea2. Coerentemente, le scelte dell’operare rientrano in un articolato sistema di valori e l’azione del progettista e del costruttore non può essere sganciata dalle “leggi” e dalle “necessità” del mondo in cui si trova immerso. La sua azione implica responsabilità rispetto alla forma e rispetto alla tecnica. I lavori progettuali qui presentati sono altrettanti esempi di questo atteggiamento. Testimoniano della necessità del rigore metodologico, dell’accurata scelta dei materiali e del loro utilizzo, delle possibilità tecnologiche, di fondate basi culturali. Come Salvatore Settis ha osservato, risalendo alle origini vitruviane della pratica architettonica, conoscenza dei luoghi, di storia e tradizioni, di tecniche e consuetudini sono imprescindibili; in questo lavoro e in questa prospettiva, tutti i campi del sapere possono essere connessi, “ma solo a patto che l’architetto venga educato in tutte le discipline necessarie al suo mestiere. La formazione dell’architetto è dunque funzionale alla qualità del suo lavoro, nonché alla deontologia propria del suo mestiere”3. Non è certo un processo facile da realizzarsi. Molte e complesse sono le condizioni che consentono a una “ricerca paziente” di trasformarsi in architettura. Certamente nei progetti raccolti in questo volume si rivela con chiarezza il percorso di una formazione, progetto e responsabilità alimentano prefigurazioni e attese che diventeranno ancor più concrete nel momento in cui città e paesaggi saranno pronti ad accoglierli.
1 P.A. Val, Per una architettura della costruzione, Il Poligrafo, Padova 2011. Cfr. il risvolto di copertina. 2 A. Riegl, Der Moderne Denkmalkultus. Sein Wesen und seine Entstehung, Vienna-Lipsia 1903, trad. it. di Sandro Scarrocchia, Il culto moderno dei monumenti. Il suo carattere e i suoi inizi, Nuova Alfa Editoriale, Bologna 1985, pp. 57 ss. 3 S. Settis, Se Venezia muore, Einaudi, Torino 2014, p. 139.
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Introduzione. Architettura come realtà costruita Armando Dal Fabbro direttore del corso di laurea magistrale
In questi due anni di sperimentazione del nuovo corso di laurea magistrale Architettura per il Nuovo e l’Antico, si è rafforzata la convinzione che Didattica e Ricerca – benché distinte nei loro ruoli di formazione e di indagine scientifica – debbano trasmettere e sviluppare le discipline dell’architettura come insieme di Saperi e di Pratiche progettuali; e a loro volta Didattica e Ricerca possano interrogarsi, attraverso un processo di conoscenza, sulle ragioni di una nuova quanto antica consapevolezza dell’operare in presenza di una realtà costruita. In una situazione particolarmente critica per l’architettura italiana come quella attuale, il significato dato all’architettura come realtà costruita assume un doppio valore: da un lato la volontà di riconfigurare i limiti intrinseci alla disciplina in quanto tecnica, con propri strumenti di analisi e di progetto e con proprie regole e procedure; dall’altro l’intento di condividere e indagare operativamente i diversi ambiti che riguardano la condizione contemporanea dell’architetto. In questo senso gli indirizzi di ricerca su cui si innestano gli insegnamenti della magistrale, che attraverso il lavoro didattico sono esplicitati in questa pubblicazione, considerano in particolare tre categorie di intervento: la progettazione del Nuovo, la conservazione e il restauro dell’Antico, la conservazione e la trasformazione dell’esistente come bene economico, urbano, edilizio ecc. da rigenerare. A partire da tali assunti il progetto scientifico-culturale della laurea magistrale compendia e coinvolge tutte le aree disciplinari presenti nel Dipartimento, valorizzandone sia la loro interazione, sia la specificità di ciascuna, come espressione condivisa e univoca della capacità di formulare un processo progettuale complesso, multiscalare e multidisciplinare che colloqui costantemente con l’esistente e con i manufatti di nuova costruzione. Gli obiettivi rispondono agli assunti espressi dal progetto scientifico che ha dato l’abbrivio al DACC, e li riproponiamo così come riportati nel manifesto degli studi della Magistrale: “ – trasmettere e sviluppare le discipline dell’architettura – saperi e pratiche progettuali – come consapevolezza della propria Storia e identità culturale, e al tempo stesso come capacità di misurarsi criticamente con le condizioni storico-materiali dell’operare; – assumere e indagare, come propri ambiti tematici, le questioni del progetto contemporaneo: i nuovi manufatti per la modernizzazione infrastrutturale e la dotazione sociale: abitazioni, servizi, attrezzature; la conservazione-restauro del “cultural heritage”, che dei territori italiani costituisce identità e patrimonio; la conservazione-rigenerazione dell’esistente: edifici e insediamenti, secondo una politica che valorizzi l’utilizzo del suolo urbano; – formare una figura di architetto progettista capace di rispondere alle domande della necessità civile in termini di cultura dell’insediamento, ovvero, capace di trasporre politiche e bisogni in opere che valorizzino le ragioni dell’Architettura e il perseguimento di un’utilità pubblica. 10
In funzione di questi obiettivi, il corso propone i seguenti assunti e contenuti: – superare l’inadeguatezza tra saperi suddivisi in discipline convenzionali e problemi crescentemente multidisciplinari e trasversali; – intendere il progetto (conoscenze e pratiche per la definizione di manufatti socialmente utili) come “setting and solving problems” in un’ottica di praticabili trasformazioni: ciò significa che “l’Architettura come realtà costruita” deve essere declinata alla luce di conoscenze culturali e tecniche riferite a diversi ambiti tematici: la progettazione del Nuovo, la conservazione-restauro dell’Antico (cultural heritage), la conservazione-trasformazione dell’esistente come bene economico da rigenerare; – superare la separazione tra saperi formali e saperi tecnici, trasmettere cognizioni e metodologie per cui l’esito del progetto (nuova progettazione, conservazione, restauro) viene inteso come esito di un percorso intellettuale che implica scelte costruttive nel processo che conduce dall’ideazione alla realizzazione; – trasmettere cognizioni e metodologie per cui i saperi tecnici interagiscono con la forma e il significato di un’opera; – integrare le discipline della conoscenza con quelle della prassi: storia delle tecniche e delle forme con indagini delle tematiche di intervento ovvero metodi di analisi e di valutazione tecnica ed economica”1. In termini globali la questione degli specialismi è stata affrontata da più parti, in tempi diversi e da angolazioni particolari come nel caso di José Ortega y Gasset, il grande filosofo spagnolo, il quale sosteneva che la missione dell’Università fosse di opporsi alla “dispersione” e alla “complicazione” del lavoro scientifico, con la “concentrazione” e la “semplificazione” dei saperi. Semplificare per creare ricchezza: ricchezza intellettuale; concentrare per fare sintesi: sintesi come progetto2.
Università Iuav di Venezia, laurea magistrale in Architettura della costruzione e conservazione, Laboratorio integrato La terza torre, Milano - Garibaldi Repubblica. Celeste Da Boit, Luisa Maria Viero, esploso assonometrico della struttura. Collegio docenti: A. Dal Fabbro, M. De Miranda, V. Manfron
Così oggi pare ancor più attuale la lezione precognitiva di Edgar Morin che alla fine degli anni Novanta, denunciando la supremazia di una conoscenza troppo frammentata e specialistica, segnalava: “l’inadeguatezza sempre più ampia, profonda e grave tra i nostri saperi disgiunti, frazionati, suddivisi in discipline da una parte, e realtà o problemi sempre più polidisciplinari, trasversali, multidimensionali, transnazionali, globali, planetari dall’altra [...]”. La separazione delle discipline rende incapaci di cogliere “ciò che è intessuto insieme”, cioè, secondo il significato originario del termine, il complesso3. Un tema che ritorna prepotentemente attuale nelle scuole di Architettura all’interno dei saperi scientifici, delle specializzazioni e della loro trasmissibilità, dove la relazione fra contesti disciplinari diversi concorre alla formazione di un nuovo modo di fare scuola, ridefinendo lo stesso concetto di apprendimento e presupponendo, nel nostro caso, una diversa didattica meno autoriale e lontana dall’autoreferenzialità disciplinare. Convergere e rafforzare il lavoro multidisciplinare, coordinare e sviluppare un iter progettuale articolato in più momenti condivisi di verifica e di approfondimento interdisciplinare che vede il progetto, nelle sue 11
diverse sfaccettature, condensarsi sempre più in una realtà costruita, equivale a considerare il processo progettuale come sintesi di un percorso intellettuale di conoscenza e di apprendimento. Gli obiettivi caratterizzanti la magistrale sono riconducibili alla trasmissione di metodi che permettono di cogliere le mutue relazioni e le influenze reciproche tra le parti e il tutto. I principali contenuti formativi confluiscono nei laboratori di progettazione e trovano ulteriore applicazione nei corsi teorici monodisciplinari che possono convergere e rafforzare il lavoro interdisciplinare. Per esempio, la progettazione e l’intervento sull’Antico trova la sua connotazione applicativa attraverso tutta la filiera magistrale, consolidandosi nel progetto architettonico che si presenta come esperienza significativa di intervento e di progettazione sull’esistente. A tale esperienza corrisponde uno sguardo ampio e aperto alle componenti globali del fare architettura con una particolare attenzione alla dimensione ideativa, costruttiva e materiale dell’architettura, e delle sue connaturate relazioni con i valori reali dei luoghi, della città e del territorio. Ciò detto le conoscenze storico-umanistiche sono base e discriminante di una figura professionale completa, con capacità tecniche e conoscenze storiche dell’evoluzione dell’architettura per comprenderne le qualità del costruito e la capacità di affrontare, diagnosticare e sviluppare consapevolmente qualsiasi processo progettuale. Una formazione, quindi, tesa alla trasmissione della conoscenza storica non solo dell’architettura nei diversi periodi storici, ma anche degli studi urbani sull’architettura della città, del territorio e del paesaggio. Risulta in tal modo evidente che le discipline tecnico-scientifiche, la storia dell’architettura e le discipline compositive costituiscono il fondamento per lo sviluppo e il controllo di processi progettuali che appartengono sia alle necessità del Nuovo che alla realtà dell’Esistente.
1 Alcuni concetti basilari contenuti nel presente scritto sono espressione di un lavoro collettivo e interdisciplinare che ha dato vita al progetto scientifico del DACC e in particolare alla laurea magistrale in Architettura per il Nuovo e l’Antico. Il testo citato è un estratto del Manifesto degli studi e del Regolamento didattico del corso di laurea magistrale in Architettura per il Nuovo e l’Antico del Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione (DACC), a.a. 2014-2015. 2 J. Ortega y Gasset, La missione dell’Università, Guida editori, Napoli 1991. 3 E. Morin, La testa ben fatta. Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero, Raffaello Cortina, Milano 2000, pp. 5, 6.
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Università Iuav di Venezia, laurea magistrale in Architettura per il Nuovo e l’Antico, Laboratorio integrato 3a Il canevon a Precenicco. Matteo Corazza, Stefano Moresco, Davide Scalco, Simone Soligo; stato di fatto: esploso assonometrico; progetto: dettaglio costruttivo del percorso sopraelevato. Collegio docenti: P. Grandinetti, E. Vassallo, A. Saetta.
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Porto Marghera: vivere tra i cantieri navali Marghera, Venezia Laboratorio integrato 2b S. Campeotto, A. Pagan Collegio docenti: S. Maffioletti, O. Mazzarella, M. Rigo Collaboratori: F. Alberti, S. Gravili, L.M. Mazza, C. Mistura, A. Pesce, M.M. Reina; L. Boaretto; R. Salchner
L’esperienza didattica si è mossa nella ricerca costante di un equilibrio fra dimensione urbana e architettonica, fra potenzialità della composizione e progettazione degli edifici e delle nuove centralità territoriali e valore performativo delle discipline della costruzione, fra tradizione dei tipi insediativi e architettonici e innovazione culturale, sociale ed estetica, fra scelta di una didattica elettiva, maieutica e vincoli di una scuola di massa. All’attuale profonda modificazione del contesto industriale di Porto Marghera si è risposto stabilendo nuove relazioni tra le sue parti e i suoi materiali attraverso la complessità, la densità e la mixité sociali, funzionali, figurative. [s.m.] Il modulo di Progettazione strutturale si prefiggeva di far acquisire la consapevolezza della necessità di elaborare il progetto portando in conto le problematiche strutturali simultaneamente a quelle architettoniche e
impiantistiche. Particolare attenzione è stata posta nella scelta delle tipologie strutturali più adeguate alle tipologie architettoniche oggetto del progetto e ai materiali idonei a realizzare tali scelte. La buona collaborazione tra i docenti ha consentito agli studenti di assimilare il concetto di “integrazione”, giungendo nella maggior parte dei casi a ottimi risultati. [o.m.] Il progetto qui presentato ha realizzato la completa integrazione tra l’involucro dell’edificio e gli impianti tecnologici. L’involucro è stato infatti pensato in modo intelligente così da ridurre, tramite opportune schermature e l’attento studio dell’orientamento, i fabbisogni invernali, ma soprattutto quelli del periodo estivo, oggigiorno sempre più importanti. Questo primario risultato ha dato la possibilità di esaltare al massimo l’impiego, nelle tecnologie impiantistiche progettate, di fonti energetiche alternative e rinnovabili quali gli apporti gratuiti, il free-
cooling, il solare termico e, data la collocazione, anche l’energia termica scambiata direttamente con la laguna. Gli impianti progettati consentono quindi di contenere i consumi energetici, accentuando il carattere d’intervento a elevata sostenibilità ambientale. [m.r.] Il progetto rappresenta l’interazione tra il contesto industriale e un nuovo sistema di residenze, atelier, spazi per i giovani e per l’arte. Poiché l’area è segnata da un imponente manufatto industriale da demolire, si è mantenuto l’impatto volumetrico attraverso un insieme di edifici alti, il cui carattere monolitico si commisura al contesto industriale, aprendosi verso la laguna: gli spazi pubblici che contrappuntano l’insieme connettono i due nodi di scambio intermodale per il collegamento Venezia-Marghera tramite il trasporto integrato terra/ acqua. [s.c. e a.p.]
Prospetto lungo il canale Nella pagina a fianco Assonometria dell’inserimento territoriale
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Planivolumetrico dell’intervento Pianta del terzo piano + m 12,00 Sezioni
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Prospetto nord Prospetto ovest Prospetto sud Prospetto est
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Piante dell’edificio residenziale per artisti Piante dell’edificio residenziale per studenti Nella pagina a fianco Piante degli alloggi tipo dell’edificio residenziale per studenti Partito architettonico: prospetto e sezione trasversale dell’edificio residenziale per studenti
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Modificare e conservare il passato prossimo Grattacielo orizzontale e rigenerazione Greenbuilding, New York Laboratorio integrato 3b G. Fasolo, G. Malvestio Collegio docenti: P.A. Val, A. Benedetti, P. Foraboschi Collaboratori: A. Petrone, G. Mantia, F. Tessaro; A. Gatto; A. Vanin
Il terzo laboratorio integrato conclude il percorso formativo del progetto. L’esperienza ha, per questo, una valenza non solo didattica, ma soprattutto critica e sperimentale, per le tematiche disciplinari affrontate e per la stessa strutturazione didattica del corso. Nell’arco del laboratorio si è voluto realizzare con gli studenti un confronto critico con altre analoghe esperienze didattiche internazionali, che si sono tenute in contemporanea in altri atenei stranieri – grazie a un opportuno coordinamento, su temi e aree, utilizzando Skype e Wiki durante tutte le lezioni. Tre aree – rispettivamente di Venezia, New York e Marsiglia – formano il comune oggetto dell’esercitazione laboratoriale, condiviso con i due corsi (dell’ultimo anno della magistrale) tenutisi in contemporanea, nello stesso giorno, alla Cooper Union di New York e all’ENSAM di
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Marsiglia. Tutto allo scopo di illustrare e comprendere che il costruire non è solo procedura tecnica, ma anche e soprattutto questione logica. Nello specifico i corsi hanno affrontato il tema della modificazione: urbana, e in particolare del manufatto, declinata nei tre diversi contesti condivisi, che presentano – nella loro estrema differenziazione – questioni problematiche comuni e che riteniamo strategiche nel dibattito disciplinare contemporaneo. Con questi presupposti, il laboratorio tratta il tema indagando la poliedrica natura del progetto: la sua dimensione costruttiva, quella figurativa e relazionale – il rapporto con la preesistenza e con il contesto storico: in particolare quello del passato più recente. Tutto questo nella dialettica tra nuovo e antico. Per questo il corso ha assunto il titolo Modificare e conservare il passato prossimo.
Il significato dato al titolo del laboratorio è sicuramente quello di porre in relazione dialettica due azioni apparentemente contrapposte (conservazione e modificazione); rispetto a queste la disciplina del restauro mette a disposizione procedure e metodologie di analisi per raccogliere e individuare i valori dell’esistente, indirizzando scelte che instaurino (di volta in volta) originali equilibri tra valori di memoria e valori contemporanei. Ma per la disciplina del restauro lavorare su manufatti relativamente recenti (il passato prossimo) vuol dire anche esercitarsi sul limite, dove non hanno ancora attecchito i tradizionali canoni della conservazione. Vuol dire stimolare un’esperienza didattica in cui sperimentare il senso stesso e le motivazioni delle azioni di tutela.
Progetto di rigenerazione dell’area: planivolumetrico, lato nord nuovo sistema residenziale low cost e intermodale tra la ferrovia e il nuovo parco sull’East River; lato sud rigenerazione dell’edificio del Greenbuilding Nella pagina precedente Edificio tardo ottocentesco da rigenerare, dettaglio analisi del degrado della facciata Vista del progetto dall’Empire State Building
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Sezione prospettica del Greenbuilding, sullo sfondo lo skyline di Manhattan Sezione prospettica della parte dello stesso che si affaccia sull’East River Nella pagina a fianco Vista prospettica dello stesso Strategie rigenerative del progetto Esploso assonometrico del Greenbuilding
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