Immagine Valsassina Autunno 2022

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PREMANA - Sabato 8 ottobre e domenica 9 Premana si è “rivestita” a festa mettendo in scena il suo lato più tradizionale, un misto fra ricordi, folclore e passione. Dopo la pandemia è infatti tornata in scena la rappresentazione, ormai mitica di “Premana rivive l’antico”. Una partecipazione corale di massa dove il paese più alto del territorio, collocato a mille metri di quota e famoso in tutto il mondo per le sue tradizioni, per il suo lavoro locale, ha messo in mostra le proprie radici in una rievoca zione storica che ha pochi precedenti nelle vallate alpine. Attraverso un itinerario che dal fondo valle, dove sono visibili i resti dell’an tico centro siderurgico, si risale verso il centro storico di Premana tra piazze, vicoli e case addossate, immergendosi nell’atmosfera del primo novecento.

Lungo il percorso si incontrano contadini occupati nei lavori di campagna, personaggi dediti a mestieri ormai scomparsi (carbo nai, stagnini, minatori), donne impegnate a cucire e tessere, famiglie riunite a sera nelle stalle, gli antichi passatempi e molto altro. I visitatori hanno potuto vivere un vero viaggio a ritroso nel tempo. Nelle foto di Alessia Bergamini alcuni aspetti della kermesse.

I SAPORI D’AUTUNNO DI MOGGIO Anche quest’anno il Comune di Moggio ha riproposto “Moggio Profumi e Sapori d’au tunno” giunto alla sua 19° edizione. L’evento ha avuto inizio sabato 8 ottobre con la castagnata e a seguire giochi e animazione per bambini. La manifestazione è poi proseguita domenica 9 ottobre con la distribuzione di un kit per la degustazione: la tradizionale festa enoga stronomica che ha portato alla scoperta della cucina valsassinese alla quale sono stati abbi nati i migliori vini delle cantine italiane.

PREMANA HA RIVISSUTO L’ANTICO
- Di Paolo Cagnotto, Foto di Alessia Bergamini
BAR UMBERTO I - Di Tagliaferri Giordano Tutte le scommesse sportive Ricevitoria Via Umberto I, 1 - 23815 Introbio (LC) | Tel. 0341 981590 VR46 3

Ingredienti per quattro persone

• due chili di trippa cruda

• grammi 200 di cuore di vitello

• grammi 500 di polmone di vitello

• un chilo di carne per bollito di manzo

• un quarto di gallina

• 500 grammi di cipolla bianca

• 100 grammi di grasso di reni di vitello

• 150 grammi di burro

• sei foglie di alloro secche

• una carota

• una gamba di sedano

• tre chiodi di garofano

• tre foglie di salvia

• Q.B. Sale e pepe.

Preparazione

IL VINO CONSIGLIATO DA “DIVINO” PER QUESTO PIATTO

GUTTURNIO FRIZZANTE

Colore: Rosso rubino intenso con sfumature violacee. Olfatto: Intenso e fruttato. Gusto: Armonico, fresco, sapido, piacevolmente frizzante.

Abbinamenti consigliati: Piatti tipici della cucina piacentina, salumi, gnocco fritto e formaggi di media stagionatura, costine di maiale, arrosti, busecca.

Temperatura di servizio: 16/18 °C

Preparare il bollito misto con la carne di manzo, la gallina, la carota, il sedano, una cipolla con inseriti chiodi di garofano ed una foglia di alloro.

In una pentola far cuocere per circa 40 minuti la trippa ed acqua salata con aggiunta di due foglie di alloro, mentre in un’altra pentola fare altrettanto per il polmone ed il cuore di vitello. Raffreddare la trippa cotta, il cuore ed il polmone e tagliare tutto a dadini.

Filtrare il brodo di carne e mettere in una pentola il brodo, i dadini di trippa, cuore e polmone di vitello e portare il tutto ad ebollizione. Nel frattempo tritare finemente le cipolle. Rosolare ben bene il burro, il grasso di vitello battuto su un tagliere, le cipolle e la salvia, finché non assumono una consistenza oscura.

Versare il tutto nella padella con la trippa quando è in ebollizione e far cuocere per almeno quattro ore. Aggiun gere il pepe e servire il tutto caldo compare leggermente raffermo e abbondante formaggio latteria o casera.

Divino S.a.s. di Bassani Stefano & C

Vini sfusi ed etichettati - Grappe & distillati - Confetture e Miele Cioccolato Calcagno - Prodotti artigianali

Viale della Vittoria n. 32/A – 23815 Introbio (LC) Tel. 3400842682 - 3481716632 | Mail: divinosas@email.it

Lunedì - Sabato: 9.30-12.30 | Domenica 10-12.30 | Mercoledì chiuso

LA BUSECCA VALSASSINESE - Ricetta tratta da “Tipicità & novità a tavola” di P. Cagnotto e D. Manzolini, Immagine Valsassina editore

MORTERONE ALLA VETTA DEL RESEGONE -

Il percorso breve ma ripido che porta in cima al Resegone, montagna celebre per la sua forma, che parte dal comune più piccolo d’Italia: Morterone.

MORTERONE – E’ una Domenica di fine Agosto, il Sole è ancora caldo e il traffico in Valsassina è come al solito nei weekend note vole, decidiamo alle 16 di partire in auto da Introbio direzione Morterone per salire sul Resegone

La strada per raggiungere Morterone è unica e parte da Bal labio, sono circa 17km, ma il navigatore indica 37 minuti senza traffico, si è una strada decisamente stretta tortuosa, con tor nanti e curve insidiose ma appagante, ogni metro offre pano rami unici da mozzare il fiato per ogni appassionato di natura e geologia, sembra di andare in auto dalla Grignetta al Grignone talmente sono le guglie che circondano il poco asfalto. Arriviamo in basso all’altezza della pista atterraggio elicotteri 1070m dopo aver superato la Forcella di Olino, si parcheggia e da qui subito parte il percorso che ci porterà in cima alla mon tagna divisa tra le province di Lecco e Bergamo, un cartello riporta il sentiero 16 Rifugio Azzoni e indica 2 ore. Infiliamo scar poncini e zaini in spalla si parte subito in salita su un prato ripido che ci introduce in un bellissimo bosco anch’esso scosceso. Superato il lungo percorso nel primo bosco arriviamo su uno spiazzo con dei tavolini, prendiamo prima a sinistra fino alla Sorgente Forbesette appena superata si sale sulla destra in un altro bosco che gira intorno alla montagna lungo il sentiero 17, (attenzione NON seguite le indicazioni Rifugio Resegone che è da tutt’altra parte), arriviamo finalmente all’aperto per affrontare l’ultimo tratto di salita quello più impegnativo su sassi aguzzi che porta direttamente in vetta dal versante Est della montagna. Ormai è fatta la vetta del Resegone e il Rifugio Azzoni appena sotto ad essa sono visibili, affrontiamo questi tornanti in compagnia di alcuni ungulati che ci osservano e raggiungiamo prima il Rifugio e subito sopra la croce di vetta 1875m, appena in cima ci si apre il panorama sulla città di Lecco e poi tutto intorno a noi le Grigne il Due Mani i Piani di Artavaggio e tutte le altre vette valsassinesi. Ci abbiamo messo 1h35m nonostante l’orario e la quota il caldo si faceva ancora sentire e l’allenamento non è mai abbastanza, ma mi sento di poter consigliare a chiunque questo percorso che è decisamente il più comodo per raggiungere questa meta.

INFORMAZIONI UTILI:

Percorso totale andata e ritorno 6,9 km dislivello massimo 815m difficoltà: E (escursionismo)

In foto: cima del Resegone e panorama dalla vetta

ESCURSIONE DA
Di
Gabriele
Ardemagni
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I NUMERI UTILI DI IMMAGINE VALSASSINA 6

SINDROME DA LETARGO? - A cura di Reginella Panzeri

L’estate è ormai solo un ricordo e con il cambio di stagione non fai altro che sbadigliare a causa di stanchezza e sonnolenza autunnale? Accusare il colpo è assolutamente normale, al punto che si parla di una vera e propria “sindrome da cambio di stagione”, soprattutto quando si passa dal caldo al freddo. Ma perché è così difficile ripartire con lo sprint giusto per affrontare un nuovo anno denso di impegni, e quali sono i rimedi più efficaci?

PERCHÉ L’AUTUNNO CI METTE KO?

ECCO COME DIRE ADDIO A STANCHEZZA E SONNOLENZA PER RIPARTIRE ALLA GRANDE

La sonnolenza autunnale non è solo una suggestione e non è neanche provocata dalla poca voglia di tornare ai ritmi incessanti di lavoro, scuola, sport e così via. Ad assicurarlo, infatti, sono sia medici che nutrizionisti: i repentini sbalzi di temperatura e il cambiamento della luce, che avvengono nelle mezze stagioni e, in partico lare nel passaggio dall’estate all’autunno, causano un vero e proprio shock al nostro organismo, che ha bisogno di tempo per adattarsi.

Le conseguenze psicologiche e fisiologiche non sono solo stanchezza e sonnolenza, ma tra le più comuni troviamo:

• Insonnia. Ci si sente stanchi, ma allo stesso tempo non si riesce a dormire bene: un circolo vizioso davvero debilitante!

• Depressione e stress. Si parla di “Disturbo Affettivo Stagionale”, ovvero di un’alterazione psicofisica che causa sbalzi d’umore, sintomi depressivi come sonnolenza diurna, ma anche appetito eccessivo, astenia e ansietà.

• La fluttuazione del numero di ore di luce e buio provoca dei mal di testa, perché l’ipotalamo regola anche i ritmi biologici.

• Problemi intestinali. I cambiamenti climatici variano la produzione di acido a livello gastrico, aggravando una gastrite preesistente o facendola insorgere. Non sono rari anche episodi di stitichezza e diarrea.

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PASTURO/INTROBIO – Che edizione quella di quest’anno alle Manifestazioni Zootecniche Valsassinesi. Folla dovun que, per fortuna non ressa. Novantacinque anni di tradizione delle manifestazioni zootec niche valsassinesi nella Piana di Pasturo in centro Valsassina. Un evento che continua a richiamare gente e appassionati, curiosi e turisti domenicali per scoprire e conoscere la Val sassina più vera, quella fatta dai contadini, dai prodotti tipici e dagli animali, ma soprattutto dei lavori dedicati alla montagna. Nella competizione delle vacche della razza bruna, per il 2022, vincitrice è risultata l’azienda agricola bergamasca Locatelli Guglielmo & C. con la prima classificata Loca Giulia Jongleur e la seconda Loca Gaia Vileno. Al terzo posto Ginger Et dell’al levatrice sondriese Pedrini Maddalena. Moltissime le attività da vedere e sperimentare durante il corso della manifestazione: gara di mungitura, di sfalcio, delle scul ture lignee realizzate con le motoseghe, il tree climbing. Poi il Country Festival della Valsassina, i battesimi della sella, le mostre degli animali a quattro zampe. E la premiazione delle regine delle Zootecniche le vacche brune; le migliori valutate da giudici esperti.

Per la prima volta ha fatto capolino alla manifestazione la vacca pezzata rossa, quest’anno all’esposizione hanno partecipato gli allevatori valsassinesi, ma è possibile che già dalla prossima edi zione le presenze si estendano ad aziende provenienti da altre province, seguendo l’attuale trend in crescita delle vacche brune. L’organizzazione è stata della Cooperativa di Comunità della Valsassina e della Montagna Lecchese con il patrocinio degli enti locali e dei comuni di Pasturo e Barzio, nonché della Comunità Montana della Valsassina.

ZOOTECNICHE VALSASSINESI 2022
In foto: alcuni momenti della manifestazione
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I NUMERI UTILI DI IMMAGINE VALSASSINA 10

GIORNATE

PATRIMONIO. La bellezza nascosta della Valsassina si mostra

Buona la prima per le Giornate Europee del Patrimonio in Valsassina. Un centi naio i partecipanti alle quattro aperture straordinarie a Cremeno, Barzio, Primaluna e Taceno organizzate dalle associazioni culturali La Fucina e Gli Amici della Torre e dalla famiglia Pavoni

In altopiano la banca del territorio e la parrocchia hanno aperto agli appassionati spazi altrimenti non accessibili proponendo al pubblico i preziosi dipinti. Federico Oriani, storico e animatore culturale locale, ha ben valorizzato i dipinti dei Todeschini – Giovanni Battista, Piero e Lucio – e di Riccardo Galli conservati alle pareti della sala assemblee dell’istituto di credito, affiancandoli ad altre opere concesse da don Lucio Galbiati e da collezionisti privati. A disposizione anche un ricco corredo documentale – da collezione privata – all’interno della quale spiccavano le illustrazioni del Grandi. Occasione speciale anche per l’asilo parrocchiale di Barzio dove è conservata la pala del celebre pittore romano Francesco Grandi “Riposo durante la fuga in Egitto“. Una storia peculiare quella dell’arrivo dell’opera in Valsassina, legata tanto agli albori del turismo in paese quanto al fermento culturale dell’ex parroco don Alfredo Comi. Focus sull’archeologia industriale a Taceno, con la famiglia Pavoni che per l’oc casione ha riaperto la vecchia officina dove per generazioni si è lavorato il rame. Il mulino, operativo sino a vent’anni fa quando la produzione venne trasferita in uno spazio più moderno, convogliava l’acqua del torrente Maladiga e tramite una ruota attivava il maglio ottocentesco.

Finché funzionante il maglio è stato meta di scolaresche da tutta Italia, oggi la bottega conserva tutti gli attrezzi necessari alla lavorazione artigianale del rame facendo della struttura una realtà rara, se non unica, in Europa.

Infine non è stata certo la pioggia a scoraggiare i partecipanti alle Giornate Europee del Patrimonio. Sotto gli ombrelli Marco Sampietro, professore e storico, ha concluso la serie di appuntamenti con la visita guidata al borgo e alla torre medievale di Pri maluna. Tra le vie dove è ancora vivo il ricordo della famiglia nobile dei Della Torre, si è giunti al terrapieno del manufatto militare: in decadimento già nel Quattrocento, l’acquisto da parte del Comune ha consentito la realizzazione di iniziali interventi di valorizzazione.

Piccola curiosità, nonché motivo di vanto per il nostro territorio, le quattro iniziative valsassinesi sono state inserite tra le undici preposte italiane, oltre alle centinaia d’ol treconfine, pubblicizzate dal sito internet ufficiale della manifestazione, promossa dal 1991 dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea e che si è imposta come la più partecipata degli eventi culturali in Europa.

DEL
all’Europa
In foto: alcuni momenti
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PRIMALUNA AI MONDIALI

Si è chiusa con un quarto posto l’esperienza mondiale delle MoonLi ght Majorettes di Primaluna. Lo scorso luglio, infatti, quattro atlete del sodalizio valsassinese hanno partecipato ai Campionati Mondiali di Twirling che si sono disputati a Eindhoven (Olanda) Noemi Costadoni, Francesca Agostoni, Daniela Canepari e Gloria Invernizzi si sono esibite con la squadra nazionale Nbta Italia Pompons che, sul capo di gara dell’Indoor-Sportcenter Eindhoven, ha proposto una coreografia alquanto impegnativa e complessa. Per la formazione azzurra, composta in totale da 38 atlete, la competizione si è chiusa con un quarto posto, alle spalle delle nazionali di Olanda, Stati Uniti e Francia “Il campionato mondiale era stato inizialmente programmato per aprile 2020, la pandemia aveva, però, costretto gli organizzatori al rinviospiega il presidente delle MoonLight Majorettes Domenico Melesi - Per quella prima data la nostra delegazione era composta da otto atlete, ma in questi due anni alcune hanno dovuto rinunciare alla nuova convocazione per impegni scolastici e lavorativi sopraggiunti nel tempo. La partecipazione a questo campionato mondiale per le nostre ragazze è stata un’esperienza indimenticabile, di là dal risultato sportivo finale. A tutta la squadra vanno i nostri complimenti per l’impegno profuso nella preparazione di questo appuntamento. Non bisogna dimenticare che le ragazze si sono preparate a questa sfida per più di due anni, con tutte le difficoltà dovute alla pandemia, portando avanti, in contemporanea, gli impegni dei singoli gruppi di appartenenza. Siamo davvero orgogliosi delle nostre ragazze, che tanto impegno hanno dedicato alla prepa razione. A loro e alle loro famiglie, che non hanno mai mancato di dare sostegno, va il nostro più grande ringraziamento”. Lasciata alle spalle l’esperienza internazionale, tutto il gruppo è tornato al lavoro per preparare i prossimi appuntamenti e per proseguire l’at tività formativa con le nuove leve. Per chi volesse scoprire di più sul gruppo, le MoonLight Majorettes si allenano tutti i martedì e venerdì sera, dalle 20.15 nella palestra delle scuole elementari di Primaluna.

In foto: la formazione al completo e le atlete che hanno partecipato ai mondiali.

MOONLIGHT MAJORETTES DI
DI TWIRLING.
Di Alessia Bergamini
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DI SPORT E DI UMANITÀ. Di Oscar Malugani

MARGNO - Dopo aver regalato all’Italia due titoli mondiali nella categoria Trial 2, tre titoli europei e ben tredici campionati italiani nella massima categoria il pilota di Margno Matteo Grattarola conquista una importante vittoria in un gran premio mon diale, il primo dopo ben 27 anni. Ma non contento dopo la vittoria nella prima gior nata del Gran Premio d’Italia a Ponte di Legno, il “Gratta” aggiunge anche un secondo posto con la Nazionale italiana delle Maglie Azzurre nel Trofeo delle Nazioni, il cam pionato del Mondo di trial dove erano presenti a Monza, sede della kermesse, ben 29 nazioni. Insomma un Grattarola che a 34 anni suonati e un bimbo di soli nove mesi torna in partita nel mondiale sia su ostacoli artificiali (indoor) e al naturale (outdoor). Ma quella datata 2022 per il poliziotto di Margno è stata una stagione davvero da incorniciare perché quello che doveva vincere, l’alfiere della Beta, lo ha fatto toglien dosi delle belle soddisfazioni. E così dove negli scorsi anni, chissà, per quale motiva zione il valsasinese non c’era riuscito, eccolo inanellare una serie di risultati positivi non solo a livello nazionale ma specialmente nelle tappe e sfide internazionali dove non solo il suo nome e quello della Valsassina hanno trovato ampio risalto. Ma c’è di più perché tutti coloro che conoscono il trialista di Margno sanno che oltre ad essere una grande, anzi grandissimo campione, il “Gratta” è anche un uomo di cuore che si è reso disponibile per la sua terra e per dare una mano al Soccorso Alpino mettendo a disposizione tutta la sua esperienza nella conoscenza dei luoghi e del territorio som mandoli alla sua indiscussa bravura nell’andare in moto. Infatti solo qualche giorno fa fra il Soccorso Alpino della Valsassina e Valvarrone, il Moto club Valsassina intitolato a Vittorio Ciresa e la Federmoto lombarda, è stato siglato un accordo che permette così che i trialisti appositamente scelti possano dare in moto il loro contributo al Soc corso Alpino in caso di bisogno per la ricerca di persone scomparse, per il trasporto in quota velocemente di attrezzature per il pronto intervento e il trasporto di materiale medico o addirittura del medico per un più veloce e sicuro intervento in caso di infor tunio sui nostri monti. Quando i due enti hanno visto che tra le persone che si sono messe a disposizione per questa nobile iniziativa c’era il nome di Matteo Grattarola sono rimasti tutti positivamente sorpresi mentre lui sorridendo ha solo esclamato : “Se posso essere d’aiuto per la mia terra e lo posso fare, sappiate che tutta la mia esperienza e le moto da trial saranno a disposizione del Soccorso Alpino.”

GRATTAROLA CAMPIONE
In foto: Matteo Gattarola
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Orgoglioso proprietario di una ferramenta, un tipo solido, senza grilli per la testa, mai un giorno di vacanza: è l’eroe di questo romanzo. Sembra impossibile che gli sia toccata in sorte una simile progenie. Eppure... Lo spaccato ironico e preciso di una certa società italiana. Una commedia amara che, con garbo, prende in giro un modello maschile ormai sempre piú raro. O almeno si spera Provincia lombarda, tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta del secolo scorso. Un padre tutto casa e lavoro ripercorre la storia del proprio rapporto con i figli, che non sono venuti esattamente come si aspettava. L’Alice, maestrina frustrata, malinconica e sognante, che rimpiange di non essere andata all’università – manco studiare servisse – ed è incapace di fare l’unica cosa che una donna deve saper fare: la moglie. L’Alberto, che i libri, bisogna rendergliene merito, li ha tenuti a debita distanza, ma in compenso si rivela un ingrato. Infine l’Ercolino, che apre bocca solo per mangiare voracemente, anche se è magro quanto un chiodo; e, pensa tu, a scuola pare sia un genio. Insomma, un disastro, cui si aggiunge una moglie pronta in ogni occasione a difendere quei tre disgraziati. Troppo, davvero troppo, anche per un uomo di ferro come lui.

Edizione: Einaudi. Stile libero big, 2022 | Pagine: 176, Brossura

LA GITA IN BARCHETTA - Andrea Vitali

Nella Bellano insolitamente ventosa di inizio 1963, Annibale Carretta dovrebbe essere conosciuto come ciabattino. Dovrebbe, perché la sua indole è sempre stata un’altra. Nato «strusciatore di donne», uno che approfitta della calca per fare la mano morta, nella vita ha rimediato più sganassoni che compensi per le scarpe che ha aggiu stato. Ed è finito in miseria, malato e volutamente dimenticato dai più. Ma non dalla pre sidentessa della San Vincenzo, che sui due locali di proprietà del Carretta, ora che lui sembra più di là che di qua, ha messo gli occhi. Vorrebbe trasformarli nella sede della sua associazione. Per questo ha brigato per farlo assistere da una giovane associata, Rita Cereda, detta la Scionca, con il chiaro intento di ottenere l’immobile in donazione. E in parte ci riesce anche, se non fosse che quelle due stanze del Carretta ora a Rita farebbero parecchio comodo. Le vorrebbe dare alla madre per il suo laboratorio di sar toria, e alleviarle così il peso della vita grama che fa: vedova e col pensiero di una figlia zoppa, Rita, appunto; una malmaritata, Lirina, che non sa come liberarsi del muratore avvinazzato che ha sposato; e poi Vincenza, bella ma senza prospettive, che seduta sul legno di una barchetta vede riflesso nello specchio del lago il destino che l’attende e al quale non sa sottrarsi. Su queste prime note si intona la sinfonia di voci e di vicende che hanno fatto di Bellano il paese-mondo in cui tutti possono ritrovare qualcosa di sé, e che nella Gita in barchetta interpreta una delle migliori partiture composte dalla penna leggera e tagliente di Andrea Vitali. Per i lettori è l’irresistibile occasione di immergersi ancora una volta nell’intreccio sorprendente di storie che è la vita.

Edizione: Garzanti, 2021 | Pagine: 272, Brossura

SONO MANCATO ALL’AFFETTO DEI MIEI CARI - Andrea
Vitali
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Leggende valsassinesi. LA TOMBA DI TAINO, di Angelo Sala

Sotto Comasira, frazione inferiore della Muggiasca, la Pioverna, incanalan dosi fra due strette sponde e accelerando il suo corso in rigurgiti spumosi, incrocia un vallone che scende alla sua destra con un altissimo e imponente strapiombo della roccia. Attorno a quel luogo, detto “Tomba di Taino”, aleggia una leggenda in tutto simile a quella di re Alarico e del suo seppellimento nel letto del Busento, cantato dalla celebre ballata di August von Platen e rie cheggiata da Giosuè Carducci. Narrasi, infatti, che Taino fosse un signore che aveva residenza in Comasira: valoroso guerriero, egli era il terrore dei nemici ai quali aveva saputo predare molte ricchezze. La sua gente lo amava e quando egli venne a morte volle seppellirlo col suo tesoro in una tomba che nessuno potesse più toccare. Ne trasportò le spoglie alla Pioverna, allora ancor più paurosa e ricca di acque di oggi, scavò un avello nella roccia, ve le pose, le coperse con una gigantesca pietra e deviò il corso del fiume. Quale briciola di vero abbia ispirato tale tradizione non si sa; certo è, tuttavia, che il toponimo Comasira presenta due radici germaniche, probabilmente longobarde, homa e hiro (si trovano entrambe evolute nell’odierna tedesco, la prima in heim, casa, la seconda in herr, signore), ed ha quindi il significato di “residenza del signore”. È da ricordarsi, poi, che il piccolo villaggio, negli ultimi decenni del tutto abbandonato e solo da poco tempo raggiunto da una strada agibile, si trovava sulla via antica che congiungeva la Valsassina a Bellano; una costruzione medioevale, ancora in questo secolo denominata “pretorio” aveva un grande stanzone che si assicurava essere stato una prigione. Nulla ho potuto trovare di documentato; la posizione di Comasira lascia, ciò nono stante, aperte molte supposizioni. Un sentiero portava alcuni anni orsono sino alla “tomba di Taino”; ora è crollato nell’ultimo tratto e il passaggio, col fiume sotto spumeggiante tra i fianchi di roccia, è assai pericoloso. È peccato, perché la grandiosità del luogo meriterebbe un sicuro e comodo approccio.

Testo di ANGELO SALA (pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it)

Cagnotto

+39 329 6884658 paolo.cagnotto@email.it

Hanno collaborato a questo numero Alessia Bergamini, Ivo Buttera, Sandro Marongiu, Gabriele Ardemagni, Daniele Invernizzi, Egidio Magni, Stefano Gilardi, Alessio Gilardi, Oscar Malugani.

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E mail info@immaginevalsassina.com Web www.immaginevalsassina.com
Distribuzione
In foto: luogo dove si troverebbe la tomba di Taino, nelle acque della Pioverna. 15

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