Immagine Valsassina Inverno 2022

Page 1



3

SONO ARRIVATI I MERCANTI DELLA NEVE Di Mariagrazia Vitali Finalmente i mercanti della neve hanno fatto capolino e hanno imbiancato Comasira. Chi sono i mercanti della neve? Ve lo spiego subito, anche se per molti non è una novità. La leggenda è molto antica e la tradizione vuole che si attribuiscano le abbondanti nevicate ai seguenti Santi: San Mauro (15 Gennaio) protettore di tutti gli ammalati e di quelli che corrono seri pericoli. Sant’Antonio Abate (17 Gennaio) protettore degli animali, viene festeggiato a Vendrogno con la benedizione degli animali, il falò e la “busecca” (trippa in brodo con verdure), Parlasco e Introbio. Poi abbiamo Il nostro San Sebastiano (20 Gennaio) patrono di Comasira appunto, il giovane martire milanese viene raffigurato legato e trafitto da frecce. Santa Agnese (21 Gennaio) patrona delle giovani dei giardinieri e degli ortolani, Santa Agata (5 Febbraio) viene festeggiata a Tremenico in Valvarrone. San Vincenzo (22 Gennaio) patrono di Ombriaco molto sentito e festeggiato con fuochi pirotecnici. San Biagio (3 Febbraio) protettore della gola patrono di Bindo in Valsassina. A questi Santi si attribuiva anche l’arrivo della primavera con il proverbio “San Sebastian con la viola in man, viola o non viola dell’inverno sem fora” (San Sebastiano con la viola in mano, viola o non viola dall’inverno siamo fuori). Ma questo detto nel contempo si contrappone con quest’altri: “San Maur un frec de diaul, Sant Antoni un frec de demoni, San Sebastian un frec de can” (San Mauro un freddo del diavolo. Sant’Antonio un freddo del demonio, San Sebastiano un freddo da cani) anche perché i Santi elencati compaiono sul calendario dopo la metà di Gennaio a cavallo dei “Dii de la merla” (i giorni della merla) il 29-30-31 del primo mese dell’anno. I giorni della merla, solitamente erano i più freddi e portavano copiose nevicate e per questo venivano abbinati ai Santi Mercanti della Neve. Questi giorni erano considerati dai contadini come un almanacco, in base al tempo che si verificava nei tre giorni si ipotizzava il tempo per il resto dell’anno. Tratto dal sito di Comasira, già frazione di Vendrogno, ora frazione di Bellano e Vendrogno, dopo l’unificazione dei due comuni. https://comasira.wordpress.com

In foto: Lares Brusaa, GABRIELE ARDEMAGNI


GLI GNOCCHI DI CASTAGNE E LE LASAGNE DI CASTAGNE A cura di Roberto Bonati Il Museo del Latte e della Muggiasca attento alle tradizioni del territorio ha raccolto due ricette che contemplano l’utilizzo del latte (e derivati) e delle castagne. La ricetta degli gnocchi di castagne (e la sua variante lasagne di castagne) è particolarmente interessante perché l’ingrediente castagna è utilizzato intero e non sotto forma di farina come normalmente si trova nei ricettari nazionali. A riprova di una cucina poverissima inventata con prodotti di sussistenza che non poteva permettersi strutture e mezzi che trasformassero le castagne secche in un prodotto più universale come la farina. Gnocchi di castagne (Gnocch de castègn) Ingredienti: • 500 g di castagne secche, • 150 g farina bianca 0, • 2 uova, 5 g sale, • 30 g burro, • Formaggio grattugiato. Lessare le castagne in abbondante acqua. A cottura ultimata, scolarle, togliere eventuali residui della pellicina. Passarle nello schiacciapatate, aggiungere le uova, la farina, il sale e formare un impasto omogeneo ed elastico. Formare degli gnocchetti come per gli gnocchi di patate. Cuocerli in acqua bollente, scolarli e condirli con burro fuso e abbondante formaggio. Variante in Lasagne di castagne (Lesagn de castègn) Seguire le indicazioni sopra riportate fino ad ottenere l’impasto, poi formare col mattarello una sfoglia di circa 1 mm di spessore; tagliare la sfoglia a piacere, anche in modo irregolare. Cuocere in acqua bollente e condire con abbondante burro fuso e formaggio.


5

GRANDI PRESTAZIONI PER I GIOVANI SCIATORI VALSASSINESI Di Sandro Marongiu Quarto posto in coppa Italia per Laura Colombo e due podi per Axsel Artusi e Aurora Invernizzi nei regionali di sci nordico. Dopo i risultati della prima giornata dedicata alle gare sprint, ecco che nella seconda giornata Laura Colombo ritrova sensazioni che in gara, mancavano da tempo e col 4° posto ottenuto in 29’54”8 chiude i 4 giri da 2,5km ciascuno. A vincere Stefania Corradini in 27’32” per il Sottozero Nordic Team, dietro nell’orine Elisa Broccard, Ilenia Defrancesco (tutte e due del Cs Esercito) a completare il podio, meno di 6” sono il distacco da Laura dalla terza, 11^ Anna Rossi in 30’18”3, Aurora Invernizzi per il Nordik Ski, conclude 13^ in 33’05” 5. Al maschile i km diventano 15 con 6 giri da completare, a vincere dopo 36’34”8 per il Cs Esercito Mikael Abram, nelle prime dieci posizioni occupate quasi esclusivamente da atleti dei corpi militari, solo due civili riescono ad inserirsi ed entrambi sono dell’orobica Under Up Ski Team BG. Presenti anche alcuni atleti lecchesi con Carlo Bellati del Nordik Ski al 22° posto in 47’06”9, a seguire in 25^ Stefan Goretti per lo Sc Comunità Montana in 48’58”7, in 27^ Francesco Ticozzelli del Nordik Ski in 49’16”7e al 35° il compagno di club Angelo Pepe con 55’03”5. SCHILPARIO (BG) – Seconda giornata di gare a Schilpario per i campionati regionali, stessa location della giornata precedente, stessa cabina di regia e anche stessa tecnica (libera), cambiano solo le distanze e il format che vede gli atleti partire in simultanea (Mass Start) e non più individuale a cronometro, un format questo che permette di avere sempre sotto controllo la classifica reale senza doversi affidare al cronometro e vedere la classifica con continui cambi di posizioni all’arrivo dei concorrenti. In gara tutte le categorie partendo dai Super Baby (Under 8) per finire con i Giovani (Aspiranti e Juniores) raggruppato in un’unica gara e con un unico titolo in palio anche se essendo quattro anni dal 2003 al 2005 i più giovani si trovano in difficoltà. Aksel Artusi non ha guardato in faccia nessuno nella categoria Giovani, essendo del 2004 quindi trovandosi a lottare con atleti di un paio di anni più grandi, non ha avuto timori referenziali e dopo il titolo conquistato nella prima giornata si ripete anche nella seconda andando a vincere la volata a cinque dopo 15km sciati in perfetto controllo, 39’52”0 il suo tempo con l’intero podio racchiuso nel breve spazio di 9 decimi.

In foto: Aksel Artusi sul podio

In foto: Laura Colombo


6

I NUMERI UTILI DI IMMAGINE VALSASSINA


7

UN ALTRO PLASTICO REALIZZATO DA PAOLO CUCCIA: INTROBIO PRIMI DEL NOVECENTO INTROBIO – Alcuni anni fa Paolo Cuccia, introbiese da alcuni anni, ma nativo di Bivona in Sicilia, ora pensionato, anni fa regalò alla Comunità Montana e al Comune di Pasturo due plastici che ricostruivano, stando ai disegni e ai ritrovamenti, l’aspetto originario della Rocca di Baiedo, di Pasturo, ricostruzione molto vicina all’originale perché Cuccia ricostruisce i dettagli dei suoi plastici partendo dai disegni originali, dai documenti che si trovano e lascia poco spazio alla fantasia. Qualche anno fa Cuccia si impegnò a ricostruire il suo paese d’origine in miniatura, Bivona, in Sicilia, così come appariva a fine 800. Un lavoro certosino che regalò al suo comune nativo con tanto di festeggiamenti e collocazione del plastico, di una certa dimensione, in appositi locali del centro siciliano. Dall’anno scorso Paolo Cuccia è impegnato a riportare invece il suo paese d’adozione, Introbio, com’era ad inizio del secolo scorso. Fatte le dovute ricerche con foto, disegni e manoscritti dell’epoca ecco pronto Introbio così com’era, con il Pretorio ancora sede del Municipio, le due chiese parrocchiali, quella sconsacrata e ora diventata abitazione e quella attuale che era appena stata costruita. Il suo intento è quello di donarlo al Comune affinché trovi una sistemazione consona così che tutti possano ammirarlo e vedere i cambiamenti che ci sono stati nel corso di un secolo e quasi un quarto… in foto: Paolo Cuccia mentre mostra in anteprima la sua nuova opera.


I NUMERI UTILI DI IMMAGINE VALSASSINA


9

30° EDIZIONE DELLA MOSTRA REGIONALE DELLA CAPRA OROBICA O DI VAL GEROLA Di Claudio Baruffaldi CASARGO - Nel novembre 1991, 30anni fa tondi tondi, ho avuto il piacere di essere invitato dalla “Cooperativa Centro Zootecnico della Valsassina” alla Prima Mostra Interprovinciale della razza Orobica o di Val Gerola e al convegno che si svolse nella accogliente sala del comune di Casargo: fra gli autorevoli relatori gli indimenticati Giancarlo Gallarati Scotti dell’Istituto di Zootecnia della Facoltà Agraria di Milano e Roberto Osio, Assessore all’Agricoltura della nostra Comunità Montana. Ero allora giovane sindaco a Primaluna e non persi l’occasione per avvicinarmi al mondo della zootecnia locale conoscendo di persona i protagonisti di questo mondo faticoso e di apprendere al contempo preziose nozioni e contenuti che mi sarebbero stati utili, di lì a poco, nella mia esperienza di pubblico amministratore in Comunità Montana Valsassina. Fui subito colpito dalla passione degli operatori del settore che, giovani e meno giovani, erano presenti con i loro animali che orgogliosamente presentarono alle valutazioni degli esperti, prima della sfilata finale e della meritata premiazione. Negli anni la manifestazione è cresciuta e si è fatta conoscere e apprezzare ben oltre i confini locali e provinciali e dunque fu promossa a Mostra di interesse Regionale che è giunta fino ai nostri giorni in un crescendo di consensi. L’evento attrae infatti un numero sempre maggiore di visitatori ma anche di appassionati che attendono questo appuntamento annuale per aggiornare le proprie conoscenze proprio grazie alle novità tecniche che vengono illustrate durante i convegni e i sempre apprezzati laboratori didattici. Fin dall’inizio la preoccupazione degli Organizzatori si è focalizzata sulla conservazione dei patrimoni genetici delle razze autoctone e sulla loro valorizzazione. La capra Orobica è originaria della Val Gerola ma si è poi diffusa nelle aree limitrofe e la si ritrova infatti anche in Alto Lario e in Valsassina pur essendo allevata anche nella vicina Val Brembana. Non a caso al convegno di sabato 9 novembre 1991 erano presenti e hanno portato il loro contributo le Associazioni Provinciali Allevatori delle province di Bergamo, Como e Sondrio. Non mancai a molte delle edizioni successive e con piacere appresi dei passi in avanti fatti da questa razza autoctona, la cui purezza ancora resiste e prospera in un’area già ricordata e ben definita del territorio lombardo: ciò é potuto avvenire grazie al prezioso e appassionato e quotidiano apporto degli allevatori ma anche grazie al continuo lavoro di selezione, unitamente alla collaborazione e al sostegno garantito dalle istituzioni locali, Regione Lombardia in primis. Ricordo anche che, nel 1995, gli interventi dell’annuale convegno si incentrarono sul altre razze di interesse regionale in particolare l’attenzione dei relatori si concentrò sulle Razze: Frisa Valtellinese, Verzasca e Bionda dell’Adamello, illustrando le problematiche anche di carattere socio-economico incontrate per la loro valorizzazione e conservazione sui territori montani. In quell’anno venne distribuito ai visitatori l’estratto dal volume “Atti del I Convegno Nazionale dei Biologi della Selvaggina”: il fascicoletto trattava dei dati storici della presenza della lince nell’Italia Nord-Occidentale e anche questa situazione fu oggetto di dibattito con gli allevatori di montagna, molto interessati all’argomento.


10

A PIEDI E CON LA EMTB AI PIANI D’ARTAVAGGIO PARTENDO DALLA CULMINE S.PIETRO IN TUTTE LE STAGIONI E CONDIZIONI METEO RAGGIUNGENDO IL RIFUGIO NICOLA Di Gabriele Ardemagni MOGGIO – Da Moggio parte la funivia, per chi vuole salire comodo o deve andare a sciare e un sentiero che porta ai Piani d’Artavaggio. Proseguendo sulla strada che porta alla Culmine San Pietro, si incontrano, dopo l’ultimo tornante, alcune casette e uno spiazzo per parcheggiare; da qui una sbarra segna l’inizio della carrabile che sale fino alla meta finale del nostro trekking (o pedalata): il Rifugio Nicola a m1900 circa. Culmine San Pietro – In questi anni sono salito varie volte in questo posto stupendo, la strada che preferisco è quella che parte dalla Culmine, un percorso lungo, ma graduale nel salire, che dà la possibilità, a quasi tutti, di potersi fare una bella escursione. Sono salito in tutte le stagioni. Ogni volta lo spettacolo per gli occhi è garantito, sia che si salga a piedi, sia che si opti per la Mtb/EBike: prati verdissimi e fioriti in estate e neve bianchissima in Inverno, giocando ad alternare gli stessi nelle stagioni di mezzo. Raggiunta la piana, dove si trovano la maggior parte dei rifugi e l’arrivo della funivia, dove in Inverno sono in funzione gli impianti sciistici, ci si ritrova al cospetto del Monte Sodadura, una vera e propria piramide naturale. Da questo punto ci sono moltissime possibilità per proseguire con l’itinerario, scendendo a destra si raggiunge la bergamasca, oppure proseguendo dritti, dopo la bella chiesetta (e ignorando il tristemente vuoto e massiccio ex Albergo degli Sciatori), si prosegue verso il rifugio Gherardi, oppure salendo verso il Sodadura, si raggiunge per primo il Rifugio Nicola con le sua caratteristica costruzione a doppia piramide e, poco oltre, il Rifugio Cazzaniga. Giunti qui si può salire sul Sodadura in pochissimo tempo, oppure raggiungere i Piani di Bobbio attraverso il sentiero degli Stradini. In foto: in alto il Monte Sodadura visto dal Rifugio Nicola, in basso il Rifugio Nicola ai Piani d’Artavaggio. Foto di Gabriele Ardemagni.


11

SALUTE: I CONSIGLI PER L’INVERNO - A cura Reginella Panzeri L’inverno è un momento delicato per chi soffre di malattie reumatiche. “Le malattie reumatiche sono una grossa famiglia di patologie che comprende sia malattie di degenerazione articolare, come l’artrosi, sia malattie più infiammatorie, in cui l’infiammazione precede il danno articolare. L’infiammazione, per definizione, tende a migliorare con le temperature più calde o con l’utilizzo dell’articolazione interessata. Molti dei pazienti con artrite reumatoide e con artrosi dichiarano di stare peggio quando il clima è freddo, soprattutto ad alcune latitudini. Certamente, il peggioramento durante l’inverno è più comune nei pazienti con artrosi, quel dolore più meccanico che può colpire ginocchia, pollice e alluce e che aumenta proprio con il freddo”, ha spiegato lo specialista. Il coinvolgimento delle mani “Le mani sono estremamente importanti in Reumatologia, la temperatura fredda può causare, per esempio, il fenomeno di Raynaud, una costrizione dei vasi che porta le dita di mani o piedi a diventare prima bianche, poi blu, poi rosse; un disturbo frequente soprattutto nelle giovani donne. Le mani sono poi spesso sede sia di artrite sia di artrosi ed è tipica la manifestazione più iniziale dell’artrite reumatoide a livello delle articolazioni delle mani. Quello che distingue queste due condizioni è il tipo di dolore: nel caso dell’artrite il dolore migliora con l’uso dell’articolazione, mentre nel caso dell’artrosi è l’esatto opposto e dunque l’uso delle articolazioni – per scrivere o per afferrare qualcosa – porterà a un aumento del dolore”, ha precisato il prof. Selmi. Freddo e mal di schiena Nel corso della stagione invernale può essere comune anche il mal di schiena: “Innanzitutto nella maggior parte dei casi il messaggio è rassicurante, tutti soffriamo di mal di schiena almeno una volta all’anno. Quello che deve destare più preoccupazione è un mal di schiena che esordisce in giovane età, che dura per più di tre mesi e che peggiora nettamente con il riposo (soprattutto notturno), migliorando con il cammino e con l’utilizzo della schiena. Nel caso del mal di schiena oltre al problema articolare, contribuisce anche la componente muscolare; in questo senso il freddo è un pessimo compagno di viaggio per quanto riguarda le contratture muscolari che possono essere alla base di alcuni mal di schiena, soprattutto in regione cervicale. Il mal di schiena in genere passa nel giro di qualche giorno; l’utilizzo di antinfiammatori è raramente giustificato, meglio ricorrere agli antidolorifici. Laddove perduri per più di qualche giorno è bene consultare il medico.



13

OLIVICOLTURA 2030 – Al frantoio di Biosio: Scenari futuri e prospettive dell’olivicoltura di qualità a cura del Gal dei Quattro Parchi Ai primi di dicembre, presso il frantoio di Biosio, si è svolto un convegno da parte del Gal dei Quattro Parchi per presentare agli addetti ai lavori Il progetto di costruire una rete di Gal e quindi di operatori economici, che possano collaborare sul tema degli scenari futuri dell’olivicoltura italiana di qualità, con particolare focus sui territori al limite settentrionale dell’area di produzione anche in considerazione delle nuove sfide ambientali, generate dagli effetti dei cambiamenti climatici sulla vitalità delle colture- in particolare di alcune varietà- e dalla presenza di patologie importanti. Il Presidente del Gal Giacomo Camozzini ha fatto intervenire numerosi operatori per presentare l’iniziativa, con l’occasione si è svolta una piccola degustazione dei nuovi prodotti.


14

TATIANA SELVA: UNA NUOVA POETESSA PER LA VALSASSINA INTROBIO – A sorpresa ci imbattiamo in due nuove pubblicazioni di poesie e liriche, una edita da Dantebus per la Collana Poetica, l’altra è “Poesia”, più recente, è “Luci sparse” per l’editore “Poeti e Poesie” nella collana “Pagine”. In entrambi i volumi, che sono una raccolta di poesie di autori diversi, spiccano le liriche di una ragazza introbiese, Tatiana Selva, classe 1986, sposata e madre di un bimbo simpaticissimo. Tatiana confessa di aver sempre amato la poesia sin da quando era piccola. Ha cominciato a scrivere a vent’anni con l’aiuto di un collega operatore sanitario come lei e da allora ha cominciato a “sciorinare” versi. Nel primo volume sono presenti oltre una dozzina di liriche, una dedicata al figlioletto, la sua gioia e le altre si dividono fra aspetti poetici dedicati al territorio o tristi considerazioni legati alla morte dei propri cari, ma anche delle sofferenze vissute nel suo operare quotidiano. Oltre alla copertina di Poesie, pubblichiamo la foto di Tatiana con il secondo volume e un box di un suo componimento fra i più significativi: Sospirando.

SOSPIRANDO Quando l’ultima mela cadrà dal ramo e l’ultima goccia d’acqua disseterà le gole, le ossa dei vecchi, come polvere fastidiosa sui camini accesi, sdegnerà il giorno che volge a spegnersi, tutto avrà sapori e ricordi di ciò che fu, che sfuggì incurante alle dita artigliate del tempo, lasciando un sapore amaro nelle bocche aperte. Saremo Lune calanti, in golfi lontani, dove le onde nere, di schiume verdastre, disegnano solchi infiniti di ciò che fu e che sarà, imbrigliando un destino cieco, che cala su di noi come mannaia di macellaio. Nel vento ululante, saremo granelli di sabbia nera, macchie indistinte in libri impilati in uno scaffale polveroso, in fondo a un corridoio buio, dove come lame di coltello i raggi del Sole entrano immobili, squarciando la tenebra; lasciando accadere ciò per cui siamo destinati e condannati.


15

IL PESTIFERO E IL PROFESSORE Un libro di Guido Quarzo Siamo a Lecco, nell’anno 1888. Un pronipote davvero pestifero mette in difficoltà il professor Stoppani, illustre scienziato, geologo, paleontologo, patriota nonché autore del libro “Il bel paese”, best seller dell’epoca. Non a caso questo nipote si chiama Giannino e somiglia molto a quel Giannino Stoppani che sarà protagonista del Giornalino di Gianburrasca, pubblicato nel 1912. Gli scherzi e le monellerie di Giannino mettono a dura prova la pazienza dell’abate Stoppani, il quale chiede aiuto alla giovane nipote, Maria Montessori, allora appena diciottenne. Nel tentativo di educare e far maturare il carattere di Giannino, si decide infine di organizzare una escursione in montagna: partono in quattro, l’abate Stoppani, il naturalista Begatti, Maria e, ovviamente, Giannino. Ma sui sentieri di montagna non sempre si fanno incontri graditi. Pipistrelli, briganti e una pistola che spara a casaccio rendono la gita più movimentata e drammatica del previsto. Un divertente romanzo di formazione in bilico tra verità storica, invenzione e avventura, con un piccolo debito nei confronti di Jules Verne.

Anno XXXV - N° 1 Inverno 2022 Direttore Responsabile Paolo Cagnotto Tel +39 329 6884658 paolo.cagnotto@email.it Hanno collaborato a questo numero Alessia Bergamini, Ivo Buttera, Mariagrazia Vitali, Roberto Bonati, Claudio Baruffaldi, Sandro Marongiu, Gabriele Ardemagni, Daniele Invernizzi, Egidio Magni, Stefano Gilardi, Alessio Gilardi Concessionaria per la pubblicità Quadrifolium Group Srl - Lecco info@quadrifoliumgroup.com Grafica e impaginazione Quadrifolium Group Srl - Lecco E mail info@immaginevalsassina.com

IL PESTIFERO E IL PROFESSORE

Web www.immaginevalsassina.com

Guido Quarzo

Registrazione Trib. Lecco/Aut. 6 del 17.2.1989 s.m.i.

A

STAMPA DIGITALE STAMPA OFFSET

FICO

& PA

GR

N

TR O

Distribuzione gratuita

ST AM

Centro Grafico CG

STAMPE DA FILE

FOTOCOPIE FOGLI LETTERA BIGLIETTI DA VISITA

VOLANTINI DEPLIANT CATALOGHI

BUSTE LOCANDINE

MANIFESTI

TIMBRI BIGLIETTI PER EVENTI LIBRI CALENDARI

FOTORITOCCO

STRISCIONI SU CARTA E PVC

PROGETTAZIONE GRAFICA

CE

120 pagine, 12,00 € Teka Edizioni, 2018

INTROBIO (Lc) - Via alle Prade 5a - Cell. 340.9417929 - info@centrograficocg.it



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.