Immagine Valsassina Inverno 2022

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ITINERARIO DI PRIMAVERA, ALLA SCOPERTA DEI PAESI VALSASSINESI I muri dipinti di Taceno: perché il ricordo non sbiadisca Non solo Parlasco può vantare muri dipinti con affreschi, anche il piccolo paese di Taceno, al confine fra la media e l’alta Valsassina esiste un percorso di “muri dipinti” che rievocano le arti e i mestieri del paese. Nel vecchio nucleo tredici «finestre sul passato» perché il ricordo non sbiadisca. Immagini, volti e lavori che rimandano ad un lungo periodo della cultura alpina. Gli affreschi sui muri del paese raccontano la storia di Taceno, ma il paese, con i suoi cinquecento abitanti circa, ha però una sua storia da raccontare: da Taceno, in epoca romana, passava la via Spluga, strada romana che metteva in comunicazione Milano con Lindau passando dal passo dello Spluga. Durante le dispute territoriali tra il Ducato di Milano e la Serenissima e fino al 1577 Taceno ospitò sia una sede di podestà, sia una viceprefettura. Fra i luoghi di interesse figura ovviamente la Parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta, eretta nel XIII secolo come Santa Maria in Taceno, la chiesa dell’Assunta espleta le funzioni di parrocchiale dal 1406. Internamente, oltre ad alcuni confessionali risalenti al XVIII secolo, la chiesa ospita un Crocifisso dipinto da Giovanni Bellati (XX secolo) e, nella cupola, un affresco di Giovanni Maria Tagliaferri (1684).Il campanile, dotato di loggia, fu edificato in tre anni a partire dal 1631. Da vedere anche l’Oratorio del Santissimo Sacramento, in stile neoclassico, collocato di fronte alla parrocchiale. Taceno è conosciuto anche per le antiche Fonti e Terme di Tartavalle, ormai in disuso.


INSALATINA CON PORCINO CONSERVATO, NOCI E UVETTE IN SALSA AL MIELE DELLA VALSASSINA - Ricetta di Alessandro Biavaschi Ingredienti per 4 persone • Funghi Porcini: 6, di piccola o media grandezza • Carote: nere, 100gr • Insalata: foglie di varietà diverse (red chard, spinacino, lattughino, rucola etc) • Noci: qb. • Uvetta: qb. • Miele: un cucchiao • Aceto, olio, sale, pepe: qb. • Uova: 4 albumi e 2 tuorli • Farina: 40gr. IL VINO CONSIGLIATO PER QUESTO PIATTO DA “DIVINO” PINOT GRIGIO D.O.P. (12,5% vol.) E’ un vino di medio corpo, morbido e fresco, dal colore giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli. Il profumo ricorda il fieno secco, il mallo di noce, la mela. Al palato è sapido ed elegante. Ottimo per accompagnamento di funghi, antipasti, minestre, piatti a base di pesce. Servire alla temperatura di 10-12°C.

Preparazione Mondare i porcini e sbollentarli in acqua e aceto, lasciarli raffreddare e conservarli in una marinatura di olio e odori a piacimento (alloro, timo, etc) cuocere le carote nere in acqua fino a renderle morbide (a fine cottura aggiungere un cucchiaio di aceto per stampare un colore viola acceso),passare il tutto in un bicchiere da frullatore, aggiungendo sale, pepe ed olio a filo. Passare la crema al setaccio, montare la vinagrette con olio, aceto (pochissimo), limone ed il miele che servirà per condire all’ultimo l’insalatina. Mettere gli albumi, le uova intere, la farina, sale, pepe e dei funghi porcini i(anche secchi rinvenuti in acqua) in un bicchiere da frullatore e amalgamare il composto. Trasferire il tutto in un sifone da panna e caricare molto (3 cariche dovrebbero bastare), sifonate in bicchieri di carta bucati sul fondo e mettete in microonde per 40 sec. avete creato una spugna di porcino! A questo punto impiattate a vostro piacimento i aggiungendo dei rapanelli a lamelle passati in ghiaccio per dare un tocco di fresco piccante, le noci tostate, le uvette rinvenute e la spugna di porcino a pezzetti al posto del pane tostato.

Divino S.a.s.

di Bassani Stefano & C Vini sfusi ed etichettati - Grappe & distillati - Confetture e Miele Cioccolato Calcagno - Prodotti artigianali Viale della Vittoria n. 32/A – 23815 Introbio (LC) Tel. 3400842682 - 3481716632 | Mail: divinosas@email.it Lunedì - Sabato: 9.30-12.30 | Domenica 10-12.30 | Mercoledì chiuso


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UNA PERLA IN VALVARRONE: L’ECOMUSEO L’Ecomuseo della Valvarrone ha la propria sede operativa presso il Centro Scolastico della Valvarrone in via Dervio n. 225/3 a Valvarrone Loc. Vestreno (LC). Si avvale di tre locali per uffici, centro di prima accoglienza, saletta d’informazione (infopoint) e di una sala polifunzionale “Adele Orsenigo in Galperti”, condivisa con il Centro scolastico. Presso la sede ecomuseale è allestito anche il Centro di documentazione e interpretazione della Valvarrone. “Quello che più impressiona a prima vista è la collocazione dei vari centri abitati su uno dei più ingrati terreni che si possa mai immaginare, ancor più come una non piccola comunità abbia potuto resistere vittoriosamente su quella isolata costa montana per tanti secoli”. (A. Fumagalli, 1982) La bassa Valvarrone è storicamente conosciuta come la “Montagna d’Introzzo”. L’area comprende i Comuni di Valvarrone Sueglio ed è delimitata a nord-est dai gruppi montuosi del M. Legnone e M. Legnoncino, a sud dal M. Croce di Muggio; nel fondovalle dal Torrente Varrone. Superiormente le strade di culmine uniscono fra di loro i valichi di montagna e, a mezza costa, la strada SP 67 (Dervio-Pagnona-Premana). Dalla strada, punto di passaggio nel tempo per mercanti, soldati e viaggiatori, si distacca la mulattiera che raggiunge le linee fortificate della “Linea Cadorna” (M. Legnoncino, M. Legnone) per il trasporto in quota di armamenti e vettovagliamenti durante la Guerra mondiale del 1915-18.

Nella foto in alto: Vestreno, Monte Piazzo. In basso il lavatoio.

“I monti della Valsassina sono i più alti della provincia di Como ed il Legnone è il più alto anche dello Stelvio. “Il Legnone poi è quello che mostra maggior perpendicolo fra tutti i monti d’Europa”. (I. Cantù, 1837). “Il Torrente Varrone scende dal Pizzo Varrone (m. 2332) e corre al Lario, nel quale entra presso Dervio dopo un percorso di 20 chilometri”. (F. Magni, 1926). L’area è interessata dai rilievi montuosi del M. Legnone, del M. Legnoncino, del M. Croce di Muggio e dal Fiume Varrone, unitamente ad alcuni torrentelli alimentati da sorgenti e laghi in quota. Sui versanti esposti a sud il clima è mite e vi si ritrovano le specie vegetali tipiche della montagna. Presidente: Luca Buzzella Coordinatore: Flavio Cipelli Email: info@ecomuseodellavalvarrone.it Sede legale: Via Roma Loc. Introzzo, 6 23836 Valvarrone Tel. 0341.875040 -0341807896 Centro di documentazione e interpretazione: Via Dervio, n. 225/3 – Loc. Vestreno 23836 Valvarrone

OTTICA VALSASSINA Via Vittorio Emanuele, 44/A – 23815 Introbio (LC) (di fronte alla Farmacia) Tel: 0341.98.16.20 Da Martedì a Sabato: 9.30-12.00 / 15.15-19.00 Lunedì e Domenica: chiuso


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EBIKE - LA VAL BIANDINO SI PRESENTA ANCORA PIÙ AFFASCINANTE DI BIANCO VESTITA E CON UN CIELO TERSO CHE SOLO LE STAGIONI FREDDE POSSONO RESTITUIRE. Di Gabriele Ardemagni INTROBIO – E’ un itinerario fatto ai primi di novembre: sono passate da poco le 11 quando decido di salire, ho un appuntamento nel primo pomeriggio, metto nello zainetto un eventuale cambio più pesante per il ritorno che so essere quasi tutto in ombra e parto. La strada carrabile si presenta umida nelle zone in ombra e ricoperta di foglie, superato il secondo ponte il paesaggio inizia ad essere visibile e restituisce i caldi colori dell’Autunno che emergono dal manto nevoso. Poco prima della Baita Magni trovo già la prima neve, seguo le tracce lasciate dai fuoristrada spostandomi nel centro sulla neve quando l’acqua è ghiaccio, monto pneumatici più estivi che invernali. Se resto dritto riesco ad avere trazione sulla neve ma appena ci si inclina l’assenza di tasselli laterali porta alla perdita rapida del controllo del mezzo, cosa che voglio ovviamente evitare. Scordatevi le marce troppo spinte o l’aderenza viene meno, si sfrutta il motore della pedalata assistita per gestire al meglio le forze. e le energie scaricate sulla ruota posteriore. Appena si raggiunge la Bocca di Biandino si viene colpiti in pieno dallo spettacolo di questa valle, uno scenario unico che solo la montagna sa restituire. Proseguo verso la chiesetta Madonna della Neve, appena dopo la neve alta circa 20 cm non è tracciata, sono le ore 12 circa mi fermo e mi godo il silenzio assoluto spezzato solo da un forte e gelido vento che proviene dal Pizzo dei Tre Signori, un vero Paradiso! Buona parte del ghiaccio si è sciolta rispetto a quando sono salito, fatti i primi 2 km circa si scende dalla quota neve, non mi fermo vado dritto verso il fondovalle, al prossimo giro in primavera!

In foto: la splendida vista sul Pizzo Tre Signori



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LEGGENDE VALSASSINESI: IL DIAVOLO E SAN MARTINO E IL MORTO SCOMPARSO SULLA “SPINERA” - Da uno scritto di Pietro Pensa Lungo la mulattiera che da Introbio sale alle cascine della pineta di Mezzacca sulla destra orografica del torrente Acquaduro, si leva un roccione in cui sembrano impresse le costole di una figura umana: ancor oggi vengono chiamate “Cost de San Martin”. Raccontano che quel santo, mettendo come posta le anime degli Introbiesi, facesse una volta scommessa col Diavolo di chi dei due sarebbe riuscito con un balzo dalla vetta del Monte The a raggiungere il versante opposto della valle. San Martino saltò per primo e tale fu l’impeto che finì col battere contro la montagna, lasciandovi impresso il segno del costato. Il Diavolo, invece, non riuscì a superare il tragitto e precipitò in verticale, cadendo sul letto del torrente e aprendovi un baratro che i locali chiamarono poi “Puzz d’oldiavul”, vera e propria marmitta dei giganti. Sempre in Valsassina, prendendo come scenario il ponte di Chiuso in una stretta della valle, si narra che un tale malvagio quanti altri mai, ma tanto impostore da essere ritenuto uomo dabbene, era morto a Pasturo. La sua salma era stata seppellita nel cimitero del villaggio; il giorno seguente, però, il becchino, trovò la bara fuori dal tumulo; stupito dal fatto, la risotterrò, ma il caso tornò a ripetersi. Avvertito, il parroco, dopo aver raccomandato il silenzio sull’accaduto, andò di notte al cimitero con quattro uomini robusti e fidati. Li lasciò fuori dal cancello ed avanzò da solo nel camposanto. Buon esorcista, scongiurò il morto con strano linguaggio, favellando a lungo con lui e richiedendogli alla fine dove avsse dovuto condurlo. “Alla Spinera”, rispose l’anima in pena, assicurando che non avrebbe fatto alcun male ai portatori purché non sì voltassero indietro durante il ritorno. I quattro uomini si caricarono la bara sulle spalle e si misero in cammino verso il luogo indicato, che si trova alla base del Pizzo Angelone. Senonché, attraversato il ponte di Chiuso e, svoltati a destra verso Barzio, sentendosi alleggerire le spalle essi compresero che il morto era scomparso. Il parroco, che li seguiva, li invitò allora a ritornare. Mentre procedevano verso il paese si udirono venir dalla Spinera alti lamenti, nefande bestemmie, frastuoni e invocazioni disperate. Uno dei quattro non seppe resistere alla curiosità e si volse; gli apparve una scena infernale: un incendio avviluppava la Spinera e le balze inferiori dell’Angelone. In quelle vampe il morto veniva sospinto verso la cima del monte da una folla di diavoli furibondi che lo andavano tormentando. Si racconta che il povero portatore morì di spavento tre giorni dopo la terrificante visione, per non aver rispettato il volere del trapassato.


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SALUTE: ALLERGIA AI POLLINI – A cura di Reginella Panzeri Quali sono i sontomi più comuni che fanno riconoscere di essere allergici? Ecco qualche esempio: • rinorrea acquosa e congestione nasale, tipici della rinite allergica; • prurito al palato, al naso e agli occhi; • congiuntivite allergica accompagnata da bruciore, arrossamento e sensazione di sabbiolina nell’occhio; • tosse secca o stizzosa, spesso notturna, accompagnata dai sibili propri dell’asma bronchiale. L’apparato respiratorio e quello dell’occhio sono i più colpiti dalle allergie primaverili. La rinite allergica, che colpisce principalmente le vie respiratorie, riduce spesso la qualità della vita ed è in aumento nei paesi industrializzati. Tra le cause principali infatti c’è l’inquinamento che modifica la struttura dei pollini rendendoli più allergizzanti. La congiuntivite allergica invece provoca lacrimazione, arrossamento e prurito della congiuntiva, la membrana che riveste e protegge esternamente il nostro bulbo oculare. Recenti dati statistici evidenziano che dal 3% al 15% della popolazione italiana soffre di congiuntivite allergica, specie i giovani in età scolare. Rimedi erboristici e integratori alimentari possono supportare il trattamento sintomatico dell’allergia ai pollini. Ecco un breve elenco dei principali prodotti naturali che aiutano ad alleviare gli effetti della malattia: • Perilla: antiallergico ed immunomodulatore. Uso terapeutico: utile nei disturbi su base infiammatoria, comprese le allergie ai diversi antigeni; allevia i sintomi della rinite allergica e può essere adatta alla prevenzione dell’asma bronchiale. • ribes nero: Proprietà del fitocomplesso: antinfiammatorio antistaminico ed analgesico. Uso terapeutico: Svolge un’azione specifica antiallergica: è indicato contro il raffreddore da fieno, le congiuntiviti e la bronchite allergica. • Rosa canina: Proprietà del fitocomplesso: antinfiammatorio e antiossidante. Uso terapeutico: svolge un’importante azione nelle flogosi acute che comportano alterazioni delle mucose, soprattutto se associate a componenti allergico-asmatiche. Per tali proprietà è un rimedio nella prevenzione delle allergopatie respiratorie. Inoltre, i frutti della Rosa Canina sono fonte di vitamina C concentrata, in grado di contribuire al rafforzamento delle difese naturali dell’organismo. • Adatoda: Proprietà del fitocomplesso: broncodilatatore, antistaminico, espettorante-mucolitico e antisettico. Uso terapeutico: aiuta a respirare meglio in caso di tosse, bronchiti acute e croniche e allevia le manifestazioni allergiche a carico dell’apparato respiratorio.


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MASSIMO MAZZOLENI, GIÀ SINDACO DI PASTURO E PROPRIETARIO DELL’ALPE DI CAMPIONE È AUTORE DI UN NUOVO LIBRO SU LEONARDO DA VINCI. Scritto a quattro mani con lo studioso leonardesco Christopher H. Brown Lecco –La Grigna e l’Alpe di Campione nei segreti di Leonardo, svelati da uno studioso americano di Leonardo, Christopher H. Brown e da un ex sindaco di Pasturo, Massimo Mazzoleni Nel Passaggio Segreto di Leonardo, gli autori ripercorrono le orme di Leonardo da Vinci attraverso le Alpi Basse a nord di Milano, sulla base delle sue dettagliate descrizioni nel Codice Atlantico e dei suoi numerosi schizzi e disegni. Lungo il percorso del “passaggio segreto” di Leonardo da Vinci, gli autori sono in grado di identificare molti dei punti di riferimento che lascerebbero una profonda impressione su Leonardo, tra cui formazioni rocciose, grotte, cascate e viste mozzafiato sul Massiccio della Grigna che ispirerebbero lo sviluppo di Leonardo della prospettiva atmosferica. Soprattutto, gli autori identificano la grotta che servì da modello per l’enigmatico dipinto di Leonardo della Vergine delle Rocce, di cui oggi esistono due versioni. Numerosi simboli ed emblemi nelle chiese locali e in altre strutture medievali portano anche gli esploratori a scoprire l’importante ruolo dei Cavalieri Templari in questa regione, comprese le indicazioni che il dipinto di Leonardo potrebbe essere servito da misteriosa mappa di un passaggio segreto in un’area della catena montuosa della Grigna detta Alpe di Campione. Il volume è acquistabile solo su Amazon ed è, per il momento, solo in lingua inglese.

Copertina del libro


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NASCE IL LECCO CLUB VALSASSINA INTROBIO - Si è costituito presso il Bar Umberto I di Introbio, già sede dell’Inter Club, il “LECCO CLUB VALSASSINA”. Un direttivo nutrito e un folto numero di associati per il via al Lecco Club, un gruppo di tifosi, sempre presenti al Rigamonti Ceppi per assistere alle partite dei blucelesti. Emilio Castelli è stato nominato presidente e lo stesso è lieto di annunciare che, dopo varie riunioni, il direttivo ha scelto, e lo vuole condividere con tutti i valsassinesi, il logo che li rappresenterà. “Abbiamo voluto scegliere l’animale piu significativa: la giraffa, che si scorge quando la nostra GRIGNA si riempie di neve ma che peri più attenti la si vede anche quando non è innevata. Un simbolo che ci vuole innestare nel nostro territorio non solo calcisticamente ma anche per i nostri simboli. Cogliamo l’occasione per annunciare che a breve partirà una lotteria che servirà per poter organizzare successivamente delle iniziative a favore dei colori blicelesti. Ricordiamo poi che e aperta l’iscrizione al nostro club presso la nostra sede in Via Emanuele 1 Introbio (Bar da Giordj)”.


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ELISABETTA AMICI CAMPIONESSA ITALIANA MASTER SCI NORDICO Domenico Invernizzi e Severino Venini al terzo posto, soddisfazione per lo S.C. Comunità Montana. Di Sandro Marongiu. (Da Lecco Notizie) PASSO COE (TN) – Partenza mass start e tecnica libera, ingredienti dei campionati italiani distanza che i Master e Amatori hanno disputato sabato sulla pista “Passo Coe” dell’omonima località sciistica dove lo Sc Gronlait Orient ha organizzato i campionati italiani dedicati alle categorie Master e Amatori col trofeo “Madonna delle Nevi” in palio. 15km per le categorie femminili, unica gara e successivamente le atlete sono state classificate a seconda della categoria di appartenenza. Elisabetta Amici è ancora campionessa italiana, sua la vittoria tra le Master F3, un successo limpido ottenuto in 47’30”6 con un vantaggio di quasi 3’ sulla più immediata inseguitrice. Due le medaglie di bronzo al maschile, la prima la mette al collo tra i Master M4 Domenico Invernizzi dopo 15km si arrende per soli 4”4 al vincitore Guido Masiero dello Sc Valdobbiadene che arriva in 40’34” contro i 40’38”6 del lecchese, una volata per il titolo con i primi quattro classificati racchiusi nello spazio di 7”9. L’altra medaglia lecchese è ancora di color bronzo e la mette al collo nella M5 maschile Severino Venini che impiega 1h20’35” a completare la gara. Gli altri lecchesi presenti si prendono il 4° posto con Luana Merenda nella 15km riservata alle Master F1 con 51’23”4, 15° posto nella M3 maschile con Stefano Aldè in 1h30’18” ottenuto su 30km.

In foto: il podio femminile


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L’UOMO DELLE PAROLE INCROCIATE Un libro di Giorgio Spreafico Il primo a pubblicare le Parole Incrociate fu lui: Giuseppe Airoldi, impiegato del Comune di Lecco. Era il 14 settembre del 1890 e il gioco – basato su definizioni numerate verticali e orizzontali – uscì senza firma sul “Secolo Illustrato” di Milano. Solo ventitré anni dopo il giornalista inglese Arthur Wynne propose su un giornale di New York il “Word-Cross Puzzle” per il quale divenne famoso come padre del passatempo enigmistico più amato e diffuso nel mondo. Un titolo usurpato? In molti in Italia non ebbero dubbi quando nel 1960 si scoprì finalmente l’identità del profetico precursore, tuttavia la fiammata di notorietà postuma non bastò a ribaltare la situazione in favore di Airoldi. A oltre un secolo dalla morte, che lo colse a 53 anni nel 1914, oggi questo personaggio ingiustamente dimenticato esce finalmente dall’ombra grazie a “L’uomo delle Parole Incrociate”, un libro del giornalista e scrittore lecchese Giorgio Spreafico pubblicato da Teka Edizioni. È un romanzo ancorato a una approfondita ricerca storica. Un sorprendente viaggio nel passato, che fa rivivere in modo palpitante la Lecco di fine Ottocento e che ha come segnavia i giochi enigmistici del tempo, riscoperti e capaci di sfidare e divertire anche i lettori dei nostri giorni.

Anno XXXV - N° 2 Primavera 2022 Direttore Responsabile Paolo Cagnotto Tel +39 329 6884658 paolo.cagnotto@email.it Hanno collaborato a questo numero Alessia Bergamini, Ivo Buttera, Sandro Marongiu, Gabriele Ardemagni, Daniele Invernizzi, Egidio Magni, Stefano Gilardi, Alessio Gilardi Concessionaria per la pubblicità Quadrifolium Group Srl - Lecco info@quadrifoliumgroup.com Grafica e impaginazione Quadrifolium Group Srl - Lecco E mail info@immaginevalsassina.com

L’UOMO DELLE PAROLE INCROCIATE

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Giorgio Spreafico

Registrazione Trib. Lecco/Aut. 6 del 17.2.1989 s.m.i.

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336 pagine, 15,00 € Teka Edizioni, 2018

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