Immagine Valsassina Inverno 2020-21

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LA BANCA DELLA VALSASSINA HA CELEBRATO 110 ANNI DI STORIA. Una banca solida, in costante crescita al fianco di imprese e famiglie. CREMENO - La Banca della Valsassina Credito Cooperativo ha compiuto i suoi primi 110 anni al fianco del territorio. Un traguardo storico per l’istituto oggi presieduto da Giovanni Combi, la banca fu fondata, infatti, nel 1910, a Cremeno, su iniziativa dell’allora parroco don Giacomo Spreafico. Il 5 settembre di quell’anno davanti al notaio Guido Manzoni firmò l’atto costitutivo, insieme ad altri sei compaesani: Mauro Spreafico, Martino Valsecchi, Teresa Combi, Giuseppina Combi, Giuseppe Combi e Giuseppe Invernizzi. Il 1 agosto 1960 venne aperta la prima sede a Cremeno, posta in piazza Europa, ufficio che venne poi spostato in un edificio vicino, poi trasferito definitivamente, nel 1968, nell’attuale sede di via 25 aprile. Nel 2012 ci fu la fusione con la Bcc Premana-Cortenova, da allora la Banca della Valsassina è cresciuta arrivando a 13 filiali (Cremeno, Ballabio, Introbio, Barzio, Lecco, Galbiate, Mandello, Cortenova, Primaluna, Premana, Delebio, Casargo, Bellano), raggiungendo i 55 dipendenti e i 2865 soci, oggi fa parte del Gruppo Bancario Iccrea. Il Consiglio di Amministrazione attuale è guidato da Giovanni Combi con il Vicepresidente Davide Rizzi e dai consiglieri Giuseppe Monticelli, Carla Paroli, Flavio Scaioli, Elena Invernizzi, Diego Mascheri, Francesco Migliore e Giovanni Gianola. Il Collegio Sindacale è composto da Giorgio Corti, Francesco Galli e Jessica Gianola. Direttore generale è Ivana Ciresa affiancata dai due Vice direttori Francesco Ruffinoni e Moris Fazzini. Giovanni Combi, Presidente di Banca della Valsassina e Presidente di BCC Risparmio&Previdenza di Iccrea riassume così l’operato e la filosofia della Banca valsassinese: “Una Banca solida capace di difendere il risparmio dei cittadini e ridistribuire sui Comuni coperti il suo prodotto. Una filosofia che ha permesso nel corso degli anni di promuovere la nascita, la crescita e lo sviluppo di tante sane e fiorenti piccole e medie attività imprenditoriali. Una Banca che guarda anche al futuro come dimostrano i numeri dell’ultimo bilancio 2019 chiuso con una raccolta diretta pari a 328milioni di euro e indiretta di 201milioni di euro. Oltre alla tradizionale attività bancaria – aggiunge Combi - banche come la nostra devono assolvere anche un’altra funzione: la finalità mutualistica. Istituti come il nostro, solidamente ancorati al territorio in cui operano, che forniscono credito a condizioni vantaggiose, che reimpiegano le risorse nelle zone in cui sono raccolte anche attraverso interventi sociali, favoriscono la coesione della comunità. Pur essendo una realtà molto locale, oggi copre tutta la Valsassina, la bassa Valtellina e buona parte del lago fino alla città di Lecco”.

In foto: La sede di Cremeno

In foto: in alto Giovanni Combi e qui sopra Ivana Ciresa



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I NUMERI UTILI DI IMMAGINE VALSASSINA


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RAVIOLI AGLI AMARETTI (RAVIOLI DOLCI) di Beatrice Bergamini Ingredienti ravioli: • 250gr farina semola rimacinata • 2 uova • 1 pizzico di sale Ingredienti ripieno: • 100 gr amaretti • 100 gr pane grattugiato • 100 gr grana grattugiato • 50 gr uvetta • 1 uovo • 4 cucchiai di latte • Q. B prezzemolo tritato • 1 pizzico di sale Procedimento Mettere la farina sulla spianatoia formando una fontana con un buco in centro, aggiungere le due uova intere e il sale e mischiare gli ingredienti con le mani fino ad ottenere un impasto omogeneo se il risultato dell’impasto dovesse risultare poco elastico aggiungere poco alla volta dell’acqua tiepida. Lasciare riposare l’impasto per 30 minuti coperto da un canovaccio. Nel frattempo preparare il ripieno. Tritare gli amaretti e poi metterli in una ciotola e aggiungere il grana, il pane grattugiato, il prezzemolo, il sale, le uova, il latte e l’uvetta precedentemente lasciata a mollo nell’acqua. Passati i 30 minuti di riposo dell’impasto tirare la sfoglia ottenuta sulla spianatoia infarinata ottenendo 2 strisce rettangolari il più fine possibile. Una volta tirata la pasta a sufficienza, adagiare delle palline di ripieno a distanza di circa 3 cm l’uno dall’altro. Successivamente adagiare sopra la striscia di pasta vuota e chiudere bene i bordi, per poi tagliarli con l’apposita rotella. Cottura Immergerli nell’acqua bollente salata per circa 7-8 minuti. Scolare e condire con burro e salvia tostati. A piacere aggiungere grana grattugiato.


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LA STORIA DEGLI SCAPINASC DI CRANDOLA E LA TRADIZIONE DI S. ANTONIO Lo Scapinasc è il piatto principe della tradizione Valsassinese, si presenta come un grande raviolo condito con un’abbondante spolverata di parmigiano reggiano e burro fuso aromatizzato con salvia e aglio. Il nome “Scapinasc” è legato alla forma del raviolo piuttosto che al suo ripieno: come la nonna ci spiegava da bambine, questo nome deriva dal dialetto “scapiin”. Gli “scapiin” erano dei calzettoni di lana grezza filata a mano cuciti utilizzando 4 aghi e poi rinforzati sulla pianta mediante una soletta rudimentale formata da delle pezze e venivano utilizzati in casa come delle moderne pantofole. In passato gli Scapinasc venivano cucinati soltanto nei giorni di festa, soprattutto il giorno della festa patronale: a Crandola si preparavano il giorno di Sant’Antonio, ma erano caratteristici anche della maggior parte dei paesi della valle e non solo. Di paese in paese sono presenti delle piccole sfumature, fino ad arrivare alle “patole” di Esino Lario che presentano alcune varianti come l’aggiunta di insaccati e di patate. Secondo la tradizione di Crandola, gli Scapinasc presentano un ripieno dolce di amaretti, pan grattato, parmigiano reggiano, prezzemolo, scorza di limone e uvetta sultanina, ma in alcuni paesi vengono aggiunti anche noce moscata o caffè. Il primo a sperimentare la variante degli Scapinasc con ripieno di carni miste selezionate fu nostro papà Gigi e furono da subito molto apprezzati dalla clientela fino a diventare bandiera gastronomica del nostro ristorante; la nostra versione con ripieno dolce viene preparata solo su ordinazione e in occasione della festa di Sant’Antonio Abate. Gli Scapinasc sono da sempre piatto fisso nel nostro menù e da allora noi portiamo avanti la sua versione e ci fa molto piacere raccontare ai nostri ospiti incuriositi la storia di questo raviolo che racconta della nostra tradizione.

A cura del Ristorante “Da Gigi” di Crandola Valsassina


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La storia dei ravioli di sant’Antonio è riportata anche tra le pagine di “Ricordando com’eravamo”, il terzo libro firmato da Gianclaudio Ferraroli. L’autore scrive: “Quando San Carlo Borromeo (cardinale della Diocesi di Milano) visitò Esino nel 1565 le due chiesette di Esino Superiore ed Esino Inferiore, che allora erano due distinti paesi, erano cadenti e malmesse. Diede l’ordine di rifarle. Iniziò allora una gara tra i due paesi a chi finisse prima il restauro. Per la chiesetta di San Giovanni (Esino Inferiore) si sopraelevarono solo le fondamenta già esistenti, mentre per quella di Sant’Antonio la restaurazione fu fatta con intendimenti vasti: furono costruite fondamenta nuove e più ampie, cosicché ne risultò una chiesa migliore di molte parrocchiali. Nel 1611 la chiesetta di San Giovanni fu terminata, mentre la chiesetta di Sant’Antonio fu terminata nel 1628 (sotto la dominazione spagnola). Per festeggiare l’ultimazione dei lavori, il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio, gli abitanti di Esino Superiore, pur avendo “perso” la gara, invitarono un loro compaesano, un certo Antonio Bertarini, che era emigrato in Emilia Romagna, di professione pastaio. Questi venne a Esino con una bottiglia di anice e una scatola di biscotti amaretti. Con gli ingredienti esistenti in quel periodo (latte, burro, pane, uova, farina bianca, salvia, impasto delle salsicce, anice e biscotti amaretti) fece dei ravioli. Per consumare i ravioli gli abitanti di Esino Superiore invitarono anche gli abitanti di Esino Inferiore. Alla pasta di farina del raviolo originale, successivamente, si aggiunse, per rendere il prodotto più saziante e meno costoso, alcune patate lessate, coltivate a Esino dal 1846-48. Sull’anno esatto di questa aggiunta mia nonna mi raccontava che nel 1915, prima che partisse per l’Argentina, erano pochissimi coloro che li preparavano con le patate, di solito le famiglie più povere, e questi ravioli erano considerati scadenti. Quando è ritornata a Esino, nel 1923, i ravioli con le patate nella pasta erano ormai affermati e usati da tutti; potenza della miseria provocata dalla Prima guerra mondiale, per cui i “nuovi” ravioli, non tradizionali del 1628, sono fatti con la sfoglia di farina e patate lessate, e sono un adattamento ai prodotti locali più economici […]. Oggi la tradizione si è allargata e gli invitati provengono da tutto il nord Italia. Dopo la messa, vengono benedetti gli animali, cavalli, capre e pecore presenti in piazza”.


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BIKE ITINERARI: VAL FRAINA (PREMANA) A cura di Gabriele Ardemagni Pomeriggio inoltrato, sono le 15:30 circa quando raggiungo Premana, il noto paese dell’alta Valsassina. Voglio farmi un giro in E-Mtb dove sono stato qualche volta a piedi, la Val Fraina. Si parte scendendo dai 1000m di Premana e si risale poi raggiungendo in breve tempo l’Alpe Rasga a 1090m, da lì si prosegue cominciando a salire in maniera costante e più marcata sulla piccola carrabile percorsa perlopiù da quad. Al bivio che a sinistra sale all’Alpe Capreccolo (ci si può passare al ritorno facendo un piccolo anello), vado a destra passando su un ponte che attraversa il torrente Fraina, altro tratto di salita no-stop e finalmente appare il fondovalle con le stupende cascine rifatte a nuovo. Pausa alla fontana e mi rimetto in sella, il ritorno stanca più dell’andata con sassi impietosi che costringono a correggere di continuo le traiettorie, una delle cose che mi piace di più del fuoristrada. In poco tempo si ritorna a Premana con il desiderio di tornare ancora in questa bellissima piccola valle.


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I NUMERI UTILI DI IMMAGINE VALSASSINA


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CALENDARIO CIASPOLATE - INVERNO 2021 Ecco il Calendario delle Ciaspolate con guida alpina per l’inverno 2021 organizzato da Montagne del Lago di Como. Le escursioni ancora disponibili sono accompagnate dalle Guide Alpine del Lario e delle Grigne e si possono acquistare direttamente on line sul nuovo ecommerce (non è possibile prenotare in altra modalità via telefono, email ecc). Attenzione, per rispettare le norme covid, i posti sono limitati. Vi invitiamo inoltre a leggere con attenzione le condizioni di prenotazione e annullamento che trovate all’interno della scheda di ciascuna escursione, oltre che i programmi e i menù dei rifugi. Escursioni personalizzate: se avete necessità di organizzare per un piccolo gruppo (da 5 partecipanti in su) in un’altra data o meta, contattateci via emal a info@montagnelagodicomo.it per un preventivo. 1 - Ciaspolata all’Alpe Giumello con salita al Monte Muggio, accompagnata dalle Guide Alpine del Lario e delle Grigne. Pranzo presso il Rifugio Capanna Vittoria. Data dell’escursione: 24 gennaio 2021 Livello di difficoltà: facile Partecipanti: numero minimo 5 partecipanti, numero massimo 20 partecipanti. Costi: € 30 adulto, € 10 bambino (da 8 a 14 anni). L’escursione non è adatta ai bambini al di sotto degli 8 anni. Noleggio attrezzatura: facoltativo Servizio prenotazione pranzo: compreso Menù pranzo: Primo a scelta tra pizzoccheri casalinghi o crespelle di chiaro, secondo a sceltra tra maialino nostrano al forno o brasato al Chianti, dolce, 1/2 acqua, 1/4 di vino, caffè. Prezzo € 18. Pagamento in loco. 2 - Ciaspolata nella natura incontaminata dei Piani di Artavaggio, accompagnata dalle Guide Alpine del Lario e delle Grigne. Pranzo presso il Rifugio Nicola. Data dell’escursione: 20 gennaio 2021 Livello di difficoltà: facile Partecipanti: numero minimo 5 partecipanti, numero massimo 20 partecipanti. Costi: € 30 adulto, € 10 bambino (da 8 a 14 anni). L’escursione non è adatta ai bambini al di sotto degli 8 anni. Noleggio attrezzatura: facoltativo Servizio prenotazione pranzo: compreso 3 - Ciaspolata al Pian delle Betulle e alla Cima di Olino, accompagnati dalle Guide Alpine del Lario e delle Grigne. Pranzo presso l’Albergo Baitock. Data dell’escursione: 30 gennaio 2021 Livello di difficoltà: facile Partecipanti: numero minimo 5 partecipanti, numero massimo 20 partecipanti. Costi: € 30 adulto, € 10 bambino (da 8 a 14 anni). L’escursione non è adatta ai bambini al di sotto degli 8 anni. Noleggio attrezzatura: facoltativo Servizio prenotazione pranzo: compreso Menù pranzo: Piatto unico, dolce, caffè, acqua e vino. Per piatto unico si intende la possibilità di scegliere tra: polenta di grano saraceno con carne o salsiccia ai ferri. Prezzo € 15. Pagamento in loco.

NUOVA GESTIONE PER LA FARMACIA DI INTROBIO Dalla fine del 2020, la farmacia di Introbio ha una nuova titolare, si tratta della Dottoressa Chiara Gentili Spinola, che è subentrata al Dottor Turconi. La nuova titolare però è un volto conosciuto dai clienti della Farmacia di Via Vittorio Emanuele, è stata per anni collaboratrice del Dottor Turconi. Con lei le due collaboratrici che posano all’interno della Farmacia, Antonella Invernizzi ed Erica Spiga. Il nuovo nome è Farmacia G.S. e fra le innovazioni figura anche la possibilità di prenotare tramite whatsapp al numero 3356640862.


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GLI ITINERARI SU UNICA TV di Alessandro Rigamonti La scorsa estate, nel corso della registrazione della trasmissione ITINERARI di Unica TV, siamo andati alla scoperta degli alpeggi di Bellano. Ne abbiamo visitati ben tre, tutti nel territorio di Vendrogno, Comune a sé fino alla fine del 2019, poi unitosi dal primo gennaio 2020 al più popoloso Comune di Bellano. La nostra gita è cominciata già in quota, alle prime luci dell’alba, giusto in tempo per assistere alla mungitura delle mucche. Abbiamo lasciato l’auto a Giumello e raggiunto a piedi l’Alpe Chiaro (1550 m.), caratteristico alpeggio di circa trenta baite, un tempo usate come stalle. Qui una volta c’era una latteria con diversi soci, ognuno dei quali conferiva il proprio latte per fare il formaggio. Oggi invece il Comune ha costruito una nuova casera, che viene data in gestione tramite apposito bando. I nuovi malgari sono giovanissimi, poco più che ventenni, si chiamano Oscar e Paola, dell’azienda agricola Fondrini di Tartano (SO). A Chiaro durante la stagione della monticazione si producono Grasso d’Alpe, formaggio Semigrasso, ricotta, burro e primo sale. Qui tradizione e modernità si intrecciano, per non dimenticare il passato e allo stesso tempo rimanere al passo coi tempi: alla classica caldaia in rame oggi si affianca anche quella in acciaio. Scomparsi spianatoio e fascere in legno per lo sgocciolamento delle forme di formaggio, sono stati introdotti quelli fatti in acciaio e in plastica, più igienici. Rimangono però gli irrinunciabili attrezzi della nonna come la “rondella” e la “basletta” per voltare la cagliata. Da Chiaro siamo scesi di quota godendoci ampie vedute sul lago fino ad arrivare a Camaggiore (1200 m.), la “perla della Muggiasca” come recita il cartello posto all’ingresso del piccolo borgo, costituito da vecchie case oggi ristrutturate, una Chiesetta e una croce in ferro affacciata su Dervio e Bellano. Poco distante dalle case, lo scenario cambia: Il lago cede lo spazio ad un’ ampia vista sulla Valvarrone, dominata dalle cime del Legnone e del Legnoncino. Si aprono ampi pascoli erbosi che circondano l’alpeggio di Camaggiore battezzato quest’anno “l’alpeggio delle donne”. Per tutta l’estate la mamma Pia e le figlie Veronica e Simona hanno curato una cinquantina di mucche, le hanno munte, fatte pascolare e hanno fatto il formaggio nella nuovissima casera sistemata dal Comune proprio nel 2020. Ma a chi si


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stupisce del fatto che queste tre donne per tutta l’estate abbiano fatto da sole “lavori da uomini”, Pia risponde che non c’è nulla di strano. Le donne, del resto, hanno da sempre lavorato al pari degli uomini. Il nuovo Comune di Bellano, ci fa sapere il sindaco Antonio Rusconi, sta investendo in modo massiccio nella riqualificazione degli alpeggi, sia in un’ottica di recupero di spazi da restituire alle attività rurali, che in chiave turistica. In questa direzione si va anche per il sottostante alpeggio di Tedoldo (1200 m.), che abbiamo raggiunto subito dopo a conclusione della nostra gita, e che nel 2021 vedrà alla luce una nuova casera per la produzione di formaggio. Chiaro, Camaggiore, Tedoldo. Tre alpeggi sui monti di Vendrogno ancora oggi vivi e testimonianza del fatto che non è del tutto vero che i giovani hanno abbondanato la montagna. Tutt’altro. Itinerari è la trasmissione storica di Teleunica. Da oltre 15 anni ogni mercoledi racconta il territorio lecchese e valtellinese, attraverso la voce di chi in questi posti ci vive. Una trasmissione nata quasi per gioco. Io e l’amico Donato Moretti abbiamo unito due nostre passioni, quella delle riprese video e quella della montagna, e cosi è nato ITINERARI. Il format è quello della gita in montagna. E proprio il percorso della gita è stato il pretesto per raccontare il territorio, mostrando i suoi paesaggi, e parlando della storia della cultura e delle tradizioni dei luoghi attraversati. Tutto ciò attraverso interviste realizzate in loco con la gente del posto. Interviste studiate e preparate prima, ma il più delle volte improvvisate e a sorpresa, a seconda di chi si trovava lungo il sentiero. Abbiamo ascoltato la voce di molti anziani, per fissare i loro ricordi e valorizzare la loro memoria. utto con un linguaggio naturale, mai costruito, Spontaneo e vero. Meglio se in dialetto. Merito della storica direttrice di Teleunica Katia Sala che sin da subito ha creduto nel progetto. Ricordo ancora la puntata numero zero. Il sentiero delle Vasche di Valmadrera, verso San Tomaso. Siamo partiti in sordina, con pochi mezzi, vecchie telecamere. Abbiamo fatto parecchia strada in questi anni, e molta ne dobbiamo ancora fare. Non abbiamo la pretesa di doppiare le grandi produzioni TV. Non ci interessa. Noi lo vogliamo continuare a fare con i pochi mezzi tecnici che abbiamo a disposizione. Perché quello che conta non è avere la telecamera o il mezzo tecnologico di ultima generazione. Serve solo il cuore per farlo. E noi ce lo abbiamo. E’ difficile. Non è il nostro vero lavoro. Ma Lo facciamo anche perché ci divertiamo a farlo. E perché ogni volta scopriamo sempre qualcosa di nuovo. Ogni volta conosciamo sempre gente nuova che ci arriccisce. Ci piace ascoltare le loro storie.



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LA PANDEMIA NON FERMA IL PROGETTO “ACCUMOLI NEL CUORE” Sottoscritto il contratto per l’acquisto della cucina che sara’ collocata nella struttura polifunzionale del comune reatino. Purtroppo l’emergenza sanitarialegata alla pandemia ci ha impedito di celebrare la chiusura della raccolta fondi del progetto “Accumoli nel cuore” con il momento conviviale che avevamo programmato per lo scorso 28 marzo, per incontrare tutti coloro che hanno contribuito all’iniziativa solidale, in favore della popolazione di uno dei comuni maggiormente colpiti dal terremoto del 2016 in Centro Italia. Nonostante ciò il progetto, ideato dal Corpo musicaleSanta Cecilia di Barzio e sostenuto dalla Banca della Valsassina e dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese, non si è fermato e, nelle scorse settimane, è stato sottoscritto il contratto per l’acquisto della cucina che verrà collocata all’interno della struttura polifunzionalein via di realizzazione ad Accumoli (Rieti), sotto l’egida dell’Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Roma. Grazie alla generosità di privati cittadini, aziende,associazioni valsassinesi e non solo,è stato possibile raccogliere ben 62.833,48 euro, somma che permetterà di allestire la cucina e la zona bar della costruenda struttura polifunzionale in Accumoli (Ri). A ciò si aggiunge la fornitura di coltelli donata dalle Coltellerie Sanelli di Premana. “A tutti va il nostro grandissimo ringraziamento per aver creduto nel progetto “Accumoli nel cuore” - afferma Mario Tagliaferri, presidente del Corpo Musicale Santa Cecilia – Insieme abbiamo raggiunto un grande obiettivo. Ora l’augurio e di poter superare al più presto questa difficile situazione, per poter riabbracciare i nostri amici di Accumoli e con loro celebrare questo traguardo”.

Nell’immagine in alto: Pianta della collocazione della cucina


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UN NUOVO SERVIZIO IN VALSASSINA: LA PARAFARMACIA DI PASTURO PASTURO – Dal 3 agosto 2020la Valsassina ha scoperto un nuovo servizio, un attrezzato punto vendita di prodotti farmaceutici: la Parafarmacia Valsassina. Un punto di riferimento gestito dalla dott.ssa Reginella Panzeri, già titolare della Farmacia di Primaluna, situato proprio a centro valle sulla via Provincialecon ampio parcheggio, dove è disponibile una colonnina per la ricarica dei veicoli elettrici. “Abbiamo voluto ampliare il servizio sul territorio – precisa la dottoressa – aprendo questo esercizio dedicato ai prodotti non strettamente legati alla farmacia tradizionale, sevizio che continuiamo comunque a svolgere nella sede di Primaluna. Qui i nostri clienti possono trovare diversi prodotti per l’infanzia, ad esempio alimenti perlo svezzamento, giochi, igiene del corpo per neonati e bambini, ma anche prodotti veterinari, di ortopedia, tra i quali una vasta gamma di dispositivi anche di grandi dimensioni per la riabilitazione. Qui trovano largo spazio anche la cosmesi, con un’ampia scelta di quanto offre il mercato, ma anche la serie di fitoterapici, calzature, prodotti per lo sport e tutti i farmaci ad uso umano vendibili senza obbligo di ricetta. Insomma – precisa la Dottoressa Panzeri – tutto quello che può servire per il benessere della persona e degli animali”. Un altro servizio è il distributore 24ore fruibile dalla vetrina centrale. Questa nuova apertura è avvenuta anche grazie alla fiducia mostrata negli anni trascorsi sul territorio non solo verso la farmacia di Primaluna, ma anche durante i sette anni di gestione dell’ormai ex Dispensario di Pasturo.

In foto: alcune panoramiche della parafarmacia

MEDAGLIE D’ORO AGLI INTERNATI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE Grazie al lavoro di Augusto Beppe Amanti a 59 internati verrà consegnata una medaglia PREMANA/CASARGO - Sarà Castrese De Rosa, il Prefetto di Lecco, a consegnare le 59 medaglie d’oro riconosciute ai deportati della seconda guerra mondiale, molti dei quali caduti nei campi di concentramento. Ha iniziato prima a Premana mercoledì 27 gennaio per 19 internati: Lodovico Ambrosioni, Nicola Bertoldini, Taddeo Bertoldini, Guido Caverio, Arrigo Codega, Rocco Fazzini, Bernardo Gianola, Dionigi Gianola, Gioachino Gianola, Gian Battista Gianola, Mario Gianola, Silvio Gianola, Luigi Sanelli, Placido Tagliaferri, Gabriele Vittori, Giovanni Oltramonti, Antonio e Dionigi Gianola, due fratelli deeduti in due lager diversi e Battista Giovanni Todeschini, tenente. Poi, nella stessa giornata a Casargo per 3 internati: Rinaldo Cresseri, classe 1910, deceduto a Flossemburg, Domenico Pensotti, classe 1927 e Felice Pensotti, classe 1923. Questi ultimi due liberati nel 1945. In foto: premiazione del 2020 con Augusto Giuseppe Amanti e Alessandro Le cerimonie si terranno presso i rispettivi palazzi Ambrosini di Premana. Vista della medaglia. Comunali alla presenza delle autorità cittadine e dei familiari degli interessati. Nei prossimi giorni, con calendario ancora da definire, il Prefetto si recherà negli altri quattordici comuni valsassinesi e della Provincia di Lecco. Il merito di questa operazione di riconoscimento ai deportati va ad Augusto Giuseppe Amanti di Barzio, ex direttore delle Casse Rurali valsassinesi (ora BCC Valsassina) e appassionato della materia, per la quale ha dato alle stampe un volume che è uscito a ridosso delle festività natalizie: “Valsassinesi internati nel terzo Reich”, realizzato con la collaborazione di Angelo Pavoni. L’iniziativa fa seguito a quanto realizzato gli scorsi anni su una ricerca che ha visto tornare alla luce i nomi e le date di prigionia di 82 fra militari e civili internati. Nei prossimi giorni verranno ricordati e premiati a Barzio: Mario Buzzoni e Pietro Elli. A Cassina Valsassina: Angelo Bergamini, Luigi Fanciosti, Natale Locatelli e Rinaldo Combi. A Cortenova Custode Federico Acquistapace, Giuseppe Galperti e Abramo Rizzi. A Cremeno Angelo Invernizzi. A Malgrate: Mario Maggi. Nel comune di Morterone: Battista Invernizzi, Fedele Amabile Valsecchi. A Parlasco Costante Beri e Clemente Busi. Undici gli internati di Pasturo: Giovanni Bergamini, Pietro Bergamini, Raul Bianchi, Antonio Galbani, Giovanni Invernizzi, Enrico Orlandi Arrigoni, Rodolfo Orlandi Arrigoni, Pietro Pigazzi, Giuseppe Platti e Dionigi Ticozzelli. A Lecco: Giuseppe Corti e Natale Spada. A Lomagna Pietro Pirovano. A Primaluna: Andrea Buzzoni, Abele Maroni, Paolo Maroni, Renato Melesi, Lino Pomi e Bixio Manzini. Mario Ripamonti a Valgreghentino.


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SCI - OTTIME PRESTAZIONI PER LE ATLETE E ATLETI VALSASSINESI: ARGENTO PER ANNA ROSSI. Di Sandro Marongiu ALFEDENA – Primo campionato italiano della stagione e prime soddisfazioni per i nostri fondisti, week end abruzzese dove lo Sci Club Alfedena ha organizzato sulla pista “La Montagnola” a Pianoro Campitelli, i Campionati Italiani Giovanili di sci di fondo di distanza. A vincere il primo titolo in 23’19”8 è stata Elisa Gallo portando al successo lo Sc Alpi Marittime, in gara anche la valsassinese Elena Rossi con i colori dello Sci Club Alta Valtellina, dove si è trasferita per studio seguendo le orme della sorella maggiore. Rossi ottiene un 11° posto fermando il crono sul tempo di 24’53”5. Nel maschile, nella pari categoria, in gara due Valsassinesi, Aksel Artusi (Sporting Livigno) al traguardo al 21° posto in 32’22”5 sui 9,9km e Federico Bergamini (Sc Primaluna) con 32’25”8 arriva subito dietro in 22^ posizione. A vincere è stato Davide Ghio (Sc Alpi Marittime) con il tempo di 29’55”8. Nella categoria Junores, grande gioia per l’argento di Anna Rossi in gara con i colori del Cs Carabinieri, l’atleta di Primaluna supera i problemi che l’avevano frenata a inizio stagione e parte libera da pressioni e i risultati la confortano. Argento sui 6,6km con 23’21”7 preceduta dalla sola Veronica Silvestri dello Sporting Club Livigno che ferma il cronometro a 23’15”5, solo 8” a fare la differenza. In gara nella categoria Senior anche la valsassinese Laura Colombo alla ricerca di conferme dopo un’ottima preparazione estiva. La rappresentante del Cs Esercito si piazza al 12° posto in 36’50’7 sui 9,9km lontano dalla compagna di club Emilie Jeantet che vince in 33’55”3, questa categoria era in gara solo come coppa Italia Rode e non ha gareggiato per il titolo italiano. Nella seconda giornata di gare nella categoria Juniores, Anna Rossi sfiora il podio podio piazzandosi al 4° posto in In foto: l’atleta Anna Rossi in gara 19’47”1 contro il 19’05”2 di Veronica Silvestri che bissa il successo della prima giornata. Tra le Seniores, sensazioni nettamente migliori per Laura Colombo che riesce ad agganciare il treno della vincitrice, riducendo subito il distacco alla partenza andando a riprenderla. Per due giri riesce a stare in scia ottenendo tempi in linea con le migliori, purtroppo anche per lei una caduta le è stata fatale, giungendo al traguardo in 11^ posizione col tempo di 31’13’1 contro i 29’30”8 di Sara Pellegrini delle Fiamme Oro di Moena.

A POCHI MESI DALL’INAUGURAZIONE, I PRIMI GRUPPI AL LAVORO Un’opportunità in più per i valsassinesi appassionati di corsa INTROBIO – Erano i primi di agosto, precisamente domenica 2, e un insolito movimento si notava a Prà Baster a Introbio: tutto era pronto per inaugurare quello che si appresta a diventare un fiore all’occhiello del comune valsassinese, il Centro sportivo con pista di atletica (dimensioni ridotte) dedicata al compianto Ezio Artusi. Anello asfaltato e sterrato, campetto di calcio già operativi Siamo a dicembre, ma ormai già da qualche settimana il centro è a disposizione di chi ha voglia di allenarsi, che sia calcio o atletica la struttura è a disposizione. Da quando è stata data la disponibilità di poter riprendere gli allenamenti anche fuori dal comune, il Team Pasturo ne ha fatto sede dei suoi allenamenti, le scuole la usano regolarmente per fare attività motoria. La pista asfaltata di quasi 200 metri (in attesa di essere completata col manto in gomma) e l’anello esterno sterrato (poco meno di 350m) sono diventati metro di giudizio per gli alunni che effettuano test cronometrati il cui esito darà loro un punteggio differente.

In foto: Il compianto Ezio Artusi, a cui è dedicata la pista di atletica.


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UN LIBRO RICERCA DI AUGUSTO AMANTI E ANGELO PAVONI: Valsassinesi internati nel III Reich La ricerca effettuata da Augusto Giuseppe Amanti, in collaborazione con Angelo Pavoni sui valsassinesi prigionieri di guerra durante il secondo conflitto mondiale del Novecento è diventata un volume di oltre quattrocento pagine. Nella minuziosa ricerca di nomi e fatti, scaturita in Augusto Amanti da una lettera di ringraziamento a seguito della pubblicazione, da parte della Banca di credito cooperativo della Valsassina (nel periodo in cui Amanti era direttore) del volume “1935-1945: Valsassina anni difficili”. Da allora la sua passione per il periodo storico, per la ricerca e la frequentazione dell’Archivio di Stato di Como lo hanno portato a raccogliere documenti, per riportare alla memoria i nomi e le vicende degli internati e dei deportati valsassinesi nei campi di prigionia e di lavoro in Germania. Come scrive lo stesso Amanti nella prefazione al volume: Il lavoro è andato oltre ogni mia previsione, essendomi imbattuto in oltre 450 nomi e storie e in 47 morti, ciascuno con le proprie vicissitudini, in molti casi incredibili, tra fame, freddo, maltrattamenti, umiliazioni, malattie, morte in un lavoro forzato durissimo. Si tratta in maggior numero di giovani e giovanissimi che hanno risposto “no” alle lusinghe, anche materiali, delle SS e della RSI, proponendosi come attori di una vera “resistenza passiva”, purtroppo solo recentemente riconosciuta”. Negli ultimi decenni sono state conferite, anche a molti valsassinesi, medaglie d’Onore del Presidente della Repubblica e la storiografia si è arricchita ulteriormente con studi approfonditi sull’argomento. Un volume che il Lions Club Valsassina ha voluto contribuire finanziariamente alla realizzazione del volume e alla sua diffusione.

In foto: la copertina e un particolare della foto del retro copertina.


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SINOSSI DEL ROMANZO “FIGLIO DI UNA REAZIONE CHIMICA” Il romanzo, ambientato sulla sponda orientale del lago di Como, è imperniato sul rifiuto di un padre, il professor Samuele Martiglio, a riconoscere il figlio fin dal momento del concepimento ed al respingimento brutale della fidanzata. Un problema, purtroppo ancora attuale, che peserà come un macigno sul figlio, a cui la madre ha voluto dare lo stesso nome del padre, che crescerà senza il sostegno e l’amore della figura paterna. Il romanzo si apre con un incidente automobilistico nel quale perdono la vita la moglie e le due figlie del professor Martiglio. È un incidente strano che non convince gli investigatori che non vogliono archiviarlo come un semplice incidente stradale. Le indagini sono affidate ad una task force della polizia ed in particolare all’ispettore Tortorella che si avvale della collaborazione di altri suoi colleghi, di un tecnico esterno e di una psicologa. La direttrice del giornale e della radio locale, giornalista capace e tenace, fiuta lo scoop e dedica particolare attenzione all’evento. Ripercorre le tappe della vicenda che ha visto Samuele figlio portare sul banco degli imputati il padre, il professor Martiglio, per chiedere il riconoscimento della paternità, dei danni per gli alimenti non versati e dei danni morali. La vicenda giudiziaria, durata quasi un decennio, ha scavato un solco invalicabile nei rapporti tra padre e figlio. Gli inquirenti decidono di lasciare spazio alla giornalista pensando che potrebbe essere utile per acquisire informazioni che spesso la gente è restia a rilasciare alle forze dell’ordine. Molte sono le piste da seguire, molti i segreti che emergeranno. Durante tutto il racconto vengono sottoposti al lettore numerosi elementi di riflessione.

BRUNO MAGLIA

BruNo Maglia

FIGLIO DI UNA REAZIONE CHIMICA

Bruno Maglia è nato a Perledo nel 1956. Vive in campagna, nel paese che gli ha dato i natali. Perito commerciale, da oltre 40 anni si occupa della gestione amministrativa di aziende. Ha ricoperto ruoli elettivi presso il suo Comune dal 1978 al 1993, periodo nel quale ha anche ricoperto la presidenza della locale Pro Loco. Fin da bambino ha cullato il sogno di scrivere e veder pubblicato un suo libro.

E mail info@immaginevalsassina.com Web www.immaginevalsassina.com Registrazione Trib. Lecco/Aut. 6 del 17.2.1989 s.m.i.

Parte del ricavato dalla vendita di questo libro sarà destinato alla realizzazione e al sostegno dei laboratori solidali di scrittura LetterariaMente.

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Hanno collaborato a questo numero Alessia Bergamini, Sandro Marongiu, Gabriele Ardemagni, Alessandro Rigamonti, Egidio Magni, Stefano Gilardi, Alessio Gilardi.

Grafica e impaginazione Quadrifolium Group Srl - Lecco

In copertina: Paola Rota Brusadelli Madame La Nuit acrilico su tela, 2011.

euro 00,00

Direttore Responsabile Paolo Cagnotto Tel +39 329 6884658 paolo.cagnotto@email.it

Concessionaria per la pubblicità Quadrifolium Group Srl - Lecco info@quadrifoliumgroup.com

FIGLIO DI UNA REAZIONE CHIMICA

È il 1 Aprile nella piccola cittadina di Mandello del Lario, quando un’auto, un grosso fuoristrada Hummer Adventure sfonda a tutta velocità il guardrail e precipita nelle acque gelide del fiume Adda. L’intera famiglia del Professor Martiglio, moglie e due figlie muoiono, solo lui si salva. È uno strano incidente dove non viene rilevata nessuna frenata e nessun altro veicolo è coinvolto. Gli inquirenti cominciano ad indagare. L’autore ci dona un racconto avvincente, denso, in cui lo svelamento della verità è affidato da una parte ad una giornalista abile e tenace, pronta a dare in pasto al lettore ogni notizia per tenere alta l’attenzione, e dall’altra ad una task force di poliziotti tra cui l’ispettore Tortorella, “uomo preciso e dal pensiero schematico, il cui motto era: non aspettare ad agire, il tempo gioca contro di te”. Molte le piste da seguire, molti i segreti da portare a galla, e numerosi spunti di riflessione corrono lungo tutta l’opera.

Anno XXXIV - N° 1 Inverno 2021

INTROBIO (Lc) - Via alle Prade 5a - Cell. 340.9417929 - info@centrograficocg.it



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