Army motors n4 2011

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- Capitolo Italiano del M.V.P.A. - Anno XIX - N4/2011 Registrazione Tribunale di Mantova N. 3/93 del 1.2.1993 - Poste Italiane Spedizione in A.P. - 70% - Milano

Army Motors

ITALIA CAR AND WAR : LA STORIA CONTINUA

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army motors I T A L I A

Festa Liberazione Cannes Album Cannes Rievocazione Principato di Monaco Il Club informa Mercatino Motociclisti d'assalto Car and War Foto archivio Command Car Raduno Sardegna I parte Raduno Sardegna II parte

Giornale dell’M.V.C.C. Capitolato Italiano del M.V.P.A. Trimestrale - anno XIX - N.4/2011 Direttore responsabile Jolanda Croesi Registrazione Tribunale di Mantova N.3/93 del 1.2.1993 TMB Grafiche s.r.l. Via C.Cattaneo 19/21 Gorgonzola

Proprietario - Editore M.V.C.C. Sede Legale: P.zza Biade, 12 36100 Vicenza

M.V.C.C. Segreteria Via Mantova 13 - 10153 Torino - tel. 011/859526 fax/segreteria telefonica 011/2486590 E-mail: imvcc@imvcc.it

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SOMMARIO

Realizzazione editoriale E.C. Editing Direzione e redazione E.C. Editing Responsabile trattamento dati (Legge 675/96): Jolanda Croesi

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Raduno Sardegna

Liberazione di Cannes

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PRESIDENTE Piero Brezza VICEPRESIDENTE Lorenzo Scarlata CONSIGLIERI Giulio Caimi, Enzo Caniatti (rivista sociale), Gustavo CappaBava (consulenza tecnica), Aurelio Sanmartino, Filippo Spadi (forum)

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C A N N E S F E S TA D E L L A L I B E R A Z I O N E

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CANNES 2011

CLASSICO APPUNTAMENTO CON LA FESTA PER LA LIBERAZIONE DELLA PERLA DELLA COSTA AZZURRA, HA VISTO COME AL SOLITO LA GRANDE PARTECIPAZIONE DI MEZZI, ABITANTI E TURISTI ARMY MOTORS ITALIA


M ECZAZNI N S TEO S RFIECSITA D E L L A L I B E R A Z I O N E

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Altra particolarità di Cannes è l'entusiastica partecipazione femminile. Figlie, madri e persino nonne indossano abiti d'epoca, mentre non è raro vedere condurre mezzi militari di ogni genere da avvenenti signore e signorine.

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eve, pioggia, freddo, il caldo, l'estate e le vacanze sono un lontano ricordo, per questo abbiano voluto aprire Army Motors con un pò di sole, quello della Costa Azzurra, teatro anche quest'anno di una impareggiabile manifestazione diventata un must anche per

molti nostri soci che non ne perdono un'edizione: la rievocazione della Liberazione di Cannes. Sarà perché si svolge d'estate, in uno dei luoghi più ameni, celebri e lussuosi della Costa Azzurra gremito da vacanzieri provenienti da tutto il mondo, sta di fatto che l'atmo-

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sfera di festa e gioia che si respira non ha eguali. Alain Sauvan, presidente del Club Cannes Groupe Véhicules Historiques (segretario Alex Marocco e coordinatore Jean Paul Ghigo) ha trovato una formula vincente. Il 67° anniversario della Liberazione di Cannes ha bissato


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M ECZAZNI N S TE O S RF IECSITA D E L L A L I B E R A Z I O N E

LA LIBERAZIONE DI CANNES

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I carri sono stati come sempre i grandi protagonisti della Kermesse francese. il rombo in avvicinamento dei loro giganteschi motori ha messo sul chi vive anche i pi첫 distratti.

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C A N N E S F E S TA D E L L A L I B E R A Z I O N E

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il successo degli anni precedenti. Solita imponente parata di mezzi pesanti con i carrarmati Sherman in primo piano che sono ormai un classico della manifestazione ed uno dei suoi punti di forza per richiamare l'interesse del numerosissimo pubblico che gremisce i boulevards imbandierati a festa. Ciò che stupisce l'osservatore è la davvero unica e straordinaria partecipazione della gente, tale da coinvolgere anche i turisti, prima stupiti e poi entusiasti di trovarsi al centro di una simile incredi-

bile festa che di colpo li proietta nell'agosto del 1944 e più precisamente alle cinque del pomeriggio del 24 quando la folla scese per le strade a festeggiare le avanguardie americane che penetravano in città. Poi arrivarono i francesi del generale De Gaulle e fu l'apoteosi. La città parve impazzire dalla gioia, i bui anni della guerra e dell'occupazione erano finiti. Cannes aveva sofferto meno di altre città francesi, ma ebbe pure essa i suoi martiri. Per questo ogni anno l'imponente colonna non manca

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di rendere omaggio ai monumenti che ricordano i numerosi caduti per la Libertà. Come al solito tutto è filato liscio come l'olio, merito di un eccellente servizio d'ordine e della perfetta manutenzione dei mezzi che non hanno dato alcun problema. La Kermesse ha avuto ancora una volta come protagonisti anche noi italiani, non soltanto per la qualità dei mezzi portati dai nostri soci, ma anche per il classico appuntamento con la cucina italiana del nostro Lorenzo.


ALBUM

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CLICK!! ARMY MOTORS ITALIA


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COMMEMORAZIONI

MONACO IN FESTA D

urante la seconda guerra mondiale il Principato di Monaco fu occupato dalle forze dell'Asse, ma il Principe Luigi riuscì abilmente a mantenere integra la neutralità del piccolo Stato che divenne una sorta di zona franca non dichiarata utilizzata dalle diverse forze nemiche per trattative segrete e scambio di prigionieri. Nel 1944 dopo avere liberato la Costa Azzurra gli Alleati entrarono, senza colpo ferire nel Principato, accolti con grande gioia dalla popolazione. Il 3 settembre si è tenuta la commemorazione dell'avvenimento con la partecipazione anche di equipaggi italiani dell'IVMCC guidati dal nostro Vice presidente Lorenzo Scarlata. La colonna si è formato sulla strada di Mentone per poi dirigersi verso Beausoleil e compiere un pellegrinaggio alle numerose stele che

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COMMEMORAZIONI

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ricordano i caduti per la Libertà . Dopo il doveroso omaggio e la deposizione di corone di fiori, la colonna è entrata nel Principato e i partecipanti hanno potuto assistere alle cerimonie ufficiali di commemorazione tenutesi all'interno del Palazzo del Principe. Clou della manifestazione la sfilata dei veicoli e dei figuranti lungo la via principale, imbandierata a festa, tra ali di folla plaudente in un'atmosfera che ricordava da vicino quella del settembre '44.

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il club

INFORMA Cari Amici

anche quest’anno mi rivolgo a Voi, attraverso queste pagine, per formulare i migliori Auguri di Buone Feste. Il periodo che viviamo non si può certo definire roseo, ognuno di noi è costretto a confrontarsi con problemi economici sempre più impellenti ed il fatto che la più parte continui ad alimentare la nostra passione è il miglior segno di quanto questa sia radicata in tutti noi. Permettetemi di tracciare un breve elenco dell’attività svolta: dal Raduno di Forte dei Marmi, tenutosi in Aprile in collaborazione con i Soci della Gotica Tirrenica, a cui va il mio ringraziamento, alla Adunata degli Alpini tenutasi in Maggio a Torino, ad ASIMILISHOW celebrato in Giugno nella Tenuta di Ternavasso (Torino) ed infine al Raduno di Alghero, organizzato dai soci Sardi a fine settembre con ottimo risultato. L’anima ed il motore di tutte queste attività è stato Lorenzo Scarlata, Vicepresidente del nostro Club, a Lui ed alla sua Famiglia, il mio più grande apprezzamento per quanto svolto e, sono certo di interpretare il pensiero di quanti hanno partecipato a queste manifestazioni, il più caloroso ringraziamento. Sul nostro Sito e sul Forum troverete una interessante proposta di assicurazione della Soc. ASSILOGOS per i nostri veicoli, è la stessa della convenzione stipulata con l’ASI, inoltre quanto prima vi sottoporremo un'altra interessante offerta per la fornitura di antifurto-localizzatoresegnalatore di guasti per i nostri veicoli messo a punto da una importante società a condizioni particolarmente vantaggiose. Rinnovo gli Auguri a Voi ed alle vostre Famiglie con il più cordiale arrivederci alle prossime Manifestazioni. Piero Brezza Presidente IMVCC

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IL GENERAL GRANT

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urante una recente visita dall'amico Davide abbiamo potuto ammirare l'ultimo acquisto in fase di restauro, un carro M3, noto anche come General Grant, in configurazione veicolo di soccorso M31. L’M3 è stato il primo carro medio costruito in fretta e furia dagli americani allo scoppio del conflitto. Per ridurre i tempi, in attesa che fosse completato lo sviluppo del futuro Sherman, fu montato sul carro sperimentale T5 E2 un pezzo da 75 corto,

posto in una casamatta anteriore sul lato destro. Al disopra di questa fu installata una torretta, girevole su 360°, armata di un cannoncino da 37 mm e di una mitragliatrice Browning da 7,62 mm a esso coassiale. Altre due Browning dello stesso calibro furono poste sullo scudo frontale e una quarta nella cupola del capocarro. Il risultato fu un corazzato dall’aspetto impressionante, ma di non esaltanti caratteristiche, penalizzato soprattutto dal limitato brandeg-

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gio in orizzontale di soli 30° del cannone principale. Alla discesa in campo degli Sherman, 509 M3 furono trasformati in carri soccorso. Fu modificato l’abitacolo e vennero dotati di un verricello e una gru. Per confondere la ricognizione aerea nemica al posto dei cannoni veri furono montati dei simulacri. Parecchi furono inviati in Italia ma, a quanto è dato sapere, uno solo, ridotto a una carcassa, sopravvisse: quello che Davide sta per “resuscitare”.


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VENDO COMPRO SCAMBIO

IL NOSTRO MERCATINO Annunci gratuiti per i soci dell’IMVCC. I non soci dovranno pagare euro 12.91 per ogni annuncio e ogni uscita. Attenzione, le inserzioni gratuite verranno ripetute per soli due numeri, salvo esplicita richiesta del socio. VENDO 704 Vendo GMC 353 chiuso senza vericello. Mussale 16.000 Euro - Dodge VC52 bellissimo. 16.000 Euro Dodge canadese bellissimo. 21.000 Euro. Cel. 3354527589. 705 Vendo stazione radio M/K3 completa, funzionante, nuova. Ceppi freni nuovi per GMC e altro. Pompe benzina nuove per GMC e Gippone. Albero motore per Half-track nuovo. Galleggiati benzina nuovi. GMC trattore in ottimo stato: il telegrafico. Autocarro Brok Way orginale, in ottimo stato, km 2370, cabina aperta. Tel uff. 0516335060 - cel. 3332466718 - ab. 051841641.

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706 Vendo Land Rover SW mod.88 III serie, benzina, anno 1976, perfetta. Monoblocco albero motore, bielle e pistoni nuovi di fabbrica, cambio nuovo, differenziali, pompa dell'olio nuovi. Carrozzeria e tappezzeria interna come nuove, parabrezza, sportello posteriore e centine per la versione telonata. Iscitta ASI, percorsi poche centinaia di chilometri. Chiedo Euro 10.000. Tel. 065755487 707 Vendo monoblocco albero motore, bielle e pistoni da revisionare relativi a un motore Land Rover mod. 88 III serie benzina, anno 1976. Tel. 065755487 708 Vendo moto BSA WM20 II GM completamente originale, restauro ad alto livello, manopole originali in stoffa, porta borse laterale, cavalletto laterale ecc. Peri informazioni 3473276933 709 Vendo Chevrolet C8A, carrozzeria 1C7 Personal, 4x4, anno 1943, pneumatici originali 9.25-16 (molto rari), meccanica ottima, carrozzeria ottima. Immatricolabile tramite ASI. Tel. 0532892056 710 Vendo M151 A Mutt hard top completo nuovo imballato 1800 euro. Riscaldatore originale a ben-

zina 400 euro. Capotte in cotone 300 euro, Sedili anteriori originali 200 euro. Tel. 3358079839 Marco.

BSA M20, moto Norton, moto Triumph 350, Dodge WC 63. Telefono 3483413660 Luciano.

711 Vendo Jeep Willys MB 1944 - Bellissima base per restauro. Telaio carrozzeria meccanica in ordine. Sanissima, funzionante, completa al 90%. Targhe originali del 1947, radiata. Telef. 335 6535099

719 Vendo documenti (targa e libretto) GMC immatricolato nel 1954. Libretto molto vecchio scritto a penna da gente che non sapeva. Con scheda tecnica ASI e adattabile su GMC 353 o GMC 352. Targa + estratto cronologico per moto Bianchi 500. M37 targato, restaurato, telaio, motore e cambio perfetti. Da verniciare (US Navy) cabina da montare sul telaio. Targhe e libretto Fiat 1100 E 1952. Documenti (dispaccio militare + fattura + vidimazione dal notaio) per Dodge 3/4. Documenti (dispacci militari + fatture) per immatricolare rimorchietti per jeep. Moto militare Bianchi 500 del 1941, restaurata, bellissima, targata, targa ASI 11954. MB Ford (non scritta) anno 1942 provenienza Slovenia con documenti pronti per immatricolazione (targa slovena da passare italiana) Capestano originale (verricello) a fungo, completo per jeep. Willys M38, restaurato nel 1988, targata, targa ASI 3025. WC 53 Carryhall restaurato maniacalmente, targato, targa ASI 27541. WC 56 Commad Car completo, da restaurare con i relativi documenti per immatricolazione, e ancora con le scritte americane. Numero 3 rimorchietti 1/4 Ton americani, due con dispacci e fatture + uno già targato. Numero 1 rimorchietto targato per Mutt M151. Telefono 333-2959254 720 Vendo, per problemi di spazio, JEEP Willys "SCRIPT" con targhe e documenti. La Jeep è completamente smontata in quanto in corso di restauro. È completa al 90%, mancano alcuni particolari. Si trova a Torino. Dispongo anche di un telaio Willys, con assali ma senza documenti. Tel. ore serali: 3386861020.

712 Vendo Steyr-Puch Haflinger 700 AP, passo corto, anno 1974, revisione fino 3/2009, verde militare. Prezzo: Euro 6200. Telefonare ore serali Sergio 335.5731445. 713 Vendo per Opel Blitz: cabina completa di porte; motore; cambio; cruscotto; guarnizioni testa nuove; ruote dentate distribuzione nuove e vari ricambi per motore. Giampaolo tel. 041.966657. 714 Vendo per Horch Type 40: differenziali; transfer; cambio; semiassi; due cerchioni; capotta telalaiatura; finestrini laterali originali; parabrezza; sedili; mezzo telaio parte posteriore completo di mozzi tamburi e sospensioni. Possibilmente in blocco. Giampaolo tel. 041.966657. 715 Vendo GMC CCKW 352 passo corto (2 disponibili 1941 e 1942) completi; carte grise francese, uno con targhetta orginale con delivery date. Cabina chiusa e aperta. Il cabina chiusa è restaurato all'80%. Visibili a Imola. Paolo tel. 3448.6946603 - Fax 0542.50098. 716 Vendo rimorchio per BMW R75. Rimorchio per GMC come nuovo. Telefonare ore ufficio solo se veramente interessati. Tel. 339.1369410 Adriano. 717 Vendo per Mutt M151 A2 hard-top nuovo imballato. Euro 1200. Telefono 335-8079839 Marco. 718 Vendo seguenti veicoli militari: Dodge M37, Dodge WC 53 Carriol 3/4 Ton, Dodge WC 21 1/2 Ton, Dodge D 60S Dumper, moto

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721 Vendo moto Hercules K125 BW tipo 1 aggiornato tipo 2. Anno 1970. Borsa porta documenti originale. Conservato in ottimo stato, Senza documenti ma omologabile TUV. 2500 Euro. Tel Enzo ore pasti. 039513536. 722 Vendo moto DKW NZ 350, 1943 perfettamente restaurata con attachi sidecar originali, verniciata tono mimetico 3 toni. Targata LW più pezzi ricambio originali. 8000 Euro. Sergio Siviero 3356147040. 723 Vendo Command Car WC56 anno 1944, targa PG, omologato ASI, completo di cappottina e portiere originali, copertura pianale in cuoio. Tel 3482688551. 724 Vendo parti di carrozzeria e meccanica per jeep Willys (telalaio, parafanghi, parte di scocca, cerchi "combat", ponti ecc.), verricello per GMC WC 52, tromba 6 Volts per GMC. Cerco selleria per Willys anche usata ma in buone condizioni. Per info. 3452323317 Federico. 725 Unimog: vendesi motore revisionato a zero ore + cambio completo in ottime condizioni per Unimog 170 Diesel. Vendo il tutto in blocco a 2.500 Euro. Telefonare allo 0461-604213 ore pasti. COMPRO. 683 Cerco Moto Guzzi Alce 500 militare o Moto Guzzi Ercole possibilmente già restaurati ed a posto con i documenti. Non Superalce. Cell. 347.41.40.191 – Uff. 011.46.45.248. 686 Cerco maniglia (e) per sportello vano posteriore Dodge Command Car. Tel 333.6885284 702 Cerco per Fiat 508 C Coloniale quattro cerchi 16x4 in buone condizioni. Renzo Tel. 02.38100084


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I MOTOCICLISTI D'ASSALTO La Leibstandarte SS fu la prima a dotarsi di una compagnia motociclisti fucilieri appositamente addestrata e strutturata per l'impiego come truppa d'assalto. Furono i primi ad aprire il fuoco sul fronte polacco

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itler immaginò le SS come una sorta di Pretoriani, una guardia d’élite a protezione della sua persona e questo furono sino a quando conquistò il potere il 30 gennaio 1933. Meno di due mesi dopo, il 17 marzo, 117 giovani raggiungevano la Friesenstrasse nel quartiere di Berlino-Kreuzberg. Davanti a loro si spalancava il massiccio portone della Kaiserin-Augusta-Victoria Kaserme (caserma dell’imperatrice Augusta Victoria). Quei ragazzi, tutti volontari tra i 17 e i 22 anni, dall’aspetto atletico, alti oltre un metro e ottanta, costituivano

il primo nucleo della futura Leibstandarte SS. Nonostante lo sfoggio di un potente apparato paramilitare, Hitler e il partito nazista non avevano a disposizione delle vere unità combattenti. Gli armamenti pesanti, come mitragliatrici e cannoni, erano in mano all’esercito regolare. Le rissose SA erano essenzialmente armate di bastoni, coltelli e qualche pistola ed erano in gran parte formate da operai, contadini e disoccupati che non avevano ricevuto alcun addestramento militare. Le stesse SS, al cui comando era stato posto nel 1929 Heinrich Himmler, erano in fase di organizzazione, non avevano ARMY MOTORS ITALIA

ancora una vera uniforme e le armi individuali erono spesso di proprietà. Esisteva un’unica unità permanente di stanza a Monaco, affidata a Josef Dietrich (più noto come “Sepp” Dietrich). Proprio a questo bavarese tutto d’un pezzo, eroe della prima guerra mondiale, temprato dalla militanza nei Corpi franchi durante il turbolento dopoguerra, Hitler affidò la creazione di quella che, nel suo sogno di grandezza, doveva essere la trasposizione moderna dei Langen Kerlen, la Guardia imperiale di Federico il Grande. Per fondare questo supercorpo, il Führer ordinò che ogni formazione SS fornisse

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Fin dalla sua costituzione la Leibstandarte SS Adolf Hitler si dotò di un reparto motociclisti di pronto intervento. Questo fu trasformato nel 1934 nella 13 Kradshützen Kompanie, che qui vediamo durante una dimostrazione alla presenza del Führer, quando la LSSAH aveva la consistenza di un reggimento ed era solo la guardia personale di Hitler.

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La BMW R 12, prima dell'entrata in campo della R 75, fu la grande protagonista della travolgente avanzata delle armate hitleriane nelle prime fasi del conflitto. Punti di forza erano la sospensione anteriore telescopica e le ruote intercambiabili. Sul tachimetro la zona rossa indicava la velocitĂ da non superare.

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tre uomini fidati, di età non superiore ai 25 anni, in ottima condizione fisica, alti più di un metro e ottanta, iscritti alle SS prima del 30 gennaio 1933 e senza conti in sospeso con la giustizia. In tutto vennero reclutati 117 uomini che iniziarono l’addestramento nella Augusta Victoria Kaserme. Lo stesso edificio ospitava anche gli Schupos (poliziotti in uniforme) al comando del maggiore Wecke, corpo di polizia volontaria nazista istituito da Hermann Göring per “estirpare” la malapianta comunista dai quartieri popolari berlinesi. Come istruttore della neonata SS-Stabswache Berlin (Guardia SS dello Stato maggiore Berlino) fu scelto un Polizeiispektor (ufficiale di polizia). A dispetto dell’altisonante nome, la SS-Stabswache Berlin fu armata soltanto con pistole Luger P08 e qualche fucile. La prima apparizione ufficiale del nuovo corpo avvenne l’8 aprile 1933, in occasione del discorso che Hitler tenne alle SA nel Palazzo degli sport di Berlino. I giganti,

nelle nuove uniformi nere dai fregi d’argento, formarono la guardia d’onore schierata, in perfetto ordine, ai piedi del palco, quasi a simboleggiare un netto distacco tra la massa delle SA e la nuova élite guerriera del Führer. Alla fine del mese, l’unità si trasferì nella Hauptkadettenanstalt (antica accademia militare dei cadetti prussiani), un imponente e massiccio complesso in pietra di stile medievale a Lichterfelde, sobborgo di Berlino. L’insieme era suddiviso in tre parti: il terreno per le manovre a ovest, al centro la spianata per le parate, e a est i campi di ricreazione. Qui era posto un superbo leone in pietra in ricordo della battaglia di Idstedt, avvenuta il 25 giugno 1850 tra i danesi e i prussiani. Dopo la vittoria, questi ultimi si impossessarono, come trofeo di guerra, del leone danese. Nella nuova sede l’unità cambiò nome, diventando SS-Sonderkommando Berlin (Distaccamento speciale SS Berlino), e venne suddivisa, grazie all’arrivo di nuovi effettivi, in

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più compagnie (Sturm), compresa una compagnia motorizzata (Motor-Sturm). Anche la formazione di polizia del maggiore Wecke fu rinforzata e, a partire dal 30 agosto 1933, cambiò nome in Landespolizeigruppe (LPG) General Göring. Da questa unità nacque, in seguito, il 1° reggimento paracadutisti. L’alto comando dell’esercito, costretto dal trattato di Versailles a limitare gli effettivi a soli 100.000 uomini, vide nella nascita delle unità SS paramilitari una possibilità di aggirare il divieto; accettò, quindi, di formare i quadri delle SS Sonderkommando, che, nel frattempo, erano diventate tre: Berlin, Zossen e Juterborg. Il 3 settembre 1933, in occasione del congresso di Norimberga, le tre formazioni furono fuse assieme e diedero vita alla Adolf-Hitler-Standarte (reggimento Adolf Hitler). Gli uomini di Sepp Dietrich furono autorizzati, da quel momento, a portare, cucito sulla manica della giacca, un polsino con la scritta “Adolf Hitler”. Il 9 novembre 1933 a mez-

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K R A D S C H Ü T Z E N S T O RY Hitler passa in rassegna gli uomini della 15 Kompanie durante la visita dopo la conquista della Polonia. I militi indossano il soprabito in tela gommata realizzato per i motociclisti.

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zanotte, nella spianata di fronte alla Feldhermhalle a Monaco, alla luce delle torce, l’Adolf-HitlerStandarte al gran completo prestò giuramento al Führer. Nel corso della cerimonia l’unità ricevette il suo nome pressoché definitivo: Leibstandarte Adolf Hitler (Reggimento-guardia del corpo Adolf Hitler). Nessuno si rese conto che quel giorno un reggimento in armi aveva prestato giuramento di fedeltà a un uomo e non alla propria patria: Hitler aveva creato i suoi soldati. Nei primi mesi del 1934 la Leibstandarte aumentò

ulteriormente i propri effettivi. Il 13 aprile Himmler ordinò che le iniziali SS fossero introdotte nel nome del reggimento, che divenne così Leibstandarte SS Adolf Hitler, abbreviato LSSAH, per mettere in evidenza l’appartenenza alle SS e, pertanto, la dipendenza dagli ordini del Reichsführer-SS. Con un abile mossa, Himmler era riuscito ad approriarsi dei soldati di Hitler. Il Reichsführer-SS volle subito dimostrare l’assoluta fedeltà al Führer della nuova unità suggerendo a Hitler di utilizzare la Leibstandarte per catturare e giustiziare i “tradiARMY MOTORS ITALIA

tori” delle SA e il loro capo Ernst Röhm nella celebre Notte dei lunghi coltelli. Hitler approvò l’idea e dopo il massacro premiò gli uomini dei plotoni d’esecuzione della Leibstandarte passandoli di grado. Non furono, però, soltanto i nazisti ad approvare la mattanza delle SA: l’epurazione fu giustificata come necessaria anche dalle alte gerarchie militari, che fornirono alla Leibstandarte le armi e l’appoggio logistico per portare a termine l’operazione. Tuttavia nonostante l’alto comando tedesco appoggiase apertamente i progetti di riarmo


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Sopra, Adolf Hitler si congratula con Sepp Dietrich, comandante della LSSAH, per il lavoro svolto dalla 15 Kompanie durante l'attacco in Polonia. A fianco mitraglieri motociclisti.

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Sopra, i motociclisti della LSSHA entrano a Sochaczew in Polonia il 15 settembre 1939. I combattimenti per prendere la cittĂ furono estremamente aspri. A lato, siamo invece in Bulgaria durante l'attraversamento di un villaggio. Nella pagina accanto, la compagnia in marcia verso Olimpia durante la campagna greca,

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del Führer, Hitler non si fidava dei militari. Spalleggiato da Himmler, riteneva che soltanto un esercito formato da SS poteva garantire ai nazisti il controllo in caso di necessità del territorio di fronte a un tentativo di colpo di stato militare. La Leibstandarte doveva trasformarsi in una potente unità di combattimento, in grado di affrontare qualsiasi tipo di situazione. Divennero quindi basilari – oltre al rafforzamento degli organici, che raggiunsero nel 1935 i 3.000 uomini – l’armamento e l’addestramento. Se per il primo bastò ordinare all’esercito di aprire i propri arsenali, per il secondo fu determinante l’apporto di un uomo, Paul Hausser, nominato da Himmler il 1° ottobre 1936, ispettore delle Verfügungstruppen (Truppe SS a disposizione), come vennero definite le unità della Leibstandarte a iniziare dal 28 maggio 1935. Quel giorno, la guardia personale di Hitler fu, di fatto, trasformata in forza armata. A partire da quel momento, i giovani di leva poterono,

infatti, scegliere se compiere il servizio militare in seno all’esercito, o entrare a far parte, come volontari, delle Verfügungstruppen. Paul Hausser al momento della nomina aveva 56 anni, era ufficiale di carriera ed era stato congedato nel 1932 con il grado di generale di divisione, guadagnato sul campo durante la prima guerra mondiale e la militanza negli Stahlhelm “Elmi d’acciaio”. Quando questi ultimi erano confluiti nelle SA, anche Paul Hausser era entrato nelle camicie brune. Tuttavia, le rissose e indisciplinate truppe di Röhm non piacevano al rigido ufficiale prussiano, che le aveva abbandonate per aderire all’Ordine Nero. Himmler affidò a Hausser la direzione della scuola degli ufficiali SS, la Junkerschule, nel Braunschweig, e la formazione militare delle VT, che nel frattempo avevano dato vita a gruppi di combattimento anche al di fuori della Leibstandarte. Il primo atto di Hausser fu di riunire i battaglioni VT, sparpagliati nel paese in due reggimenti di tre

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battaglioni ciascuno: a Monaco, il 1° reggimento SS (Deutschland) e ad Amburgo il 2° reggimento SS (Germania). La Leibstandarte restò, invece, a Berlino, diventando un reggimento completamente motorizzato. In questo quadro fu sviluppata la Kradschützen-Kompanie che era stata creata nel 1934 come unità mobole di pronto intervento formata da fucilieri motociclisti montati su sidecar. Una notevole evoluzione si ebbe con la fornitura al reparto delle BMW R12 dotate di forcella anteriore telescopica , motore irrobustito con albero a gomiti rinforzato, cambio a quattro marce e, grazie all'impego di un freno a tamburo per la ruota posteriore, con ruote intercambiabili. Le moto erano dotate di carrozzino e su questo poteva essere montato l'affusto per la mitragliatrice MG 34, rendendo il mezzo una temibile postazione di fuoco mobile. Grazie a questa possibiltà si decise di trasformare l'unità in reparto esplorante d'assalto. Gli uomini furono addestrati

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Sopra, momento di tenerezza nel tentativo di trovare qualche attimo di serenitĂ tra un combattimento e l'altro. A lato, motociclisti SS su BMW R12 osservano gli addetti alla segnalazione apporre nuovi cartelli stradali in tedesco nei pressi di Smolensk (URSS). Nella pagina precedente, la compagnia in marcia. Notare gli ingombranti fucili K98.

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K R A D S C H Ü T Z E N S T O RY Primo piano per il motociclista mitragliere di questo sidecar BMW R 12 armato con una mitragliatrice MG 34 che consentiva grande maneggevolezza e volume di fuoco.

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a balzare a terra con la massima rapidità e addirittura ad aprire il fuoco in movimento. Le acrobazie da parata furono utili per impratichirli nell'uso dei sidecar in condizioni estreme. Fu anche studiato un soprabito per lo specifico uso motociclistico. Era di tessuto di cotone gommato, con cuciture a tenuta d'acqua e poteva essere indossato sopra l'uniforme. Alla guida della motocicletta i suoi lembi potevano essere abbottonati intorno alle gambe. Altro accessorio specifico erano gli occhiali di protezione dotati di lenti oscuranti di ricam-

bio. I motociclisti della Leibstandarte furono tra i protagonisti delle prime fasi del conflitto. Dalla invasione della Polonia alla Blitzkrieg in Europa occidentale. Spesso precedevano le più lente truppe corazzate compiendo attacchi di sorpresa che lasciavano basiti gli avversari che se li trovavano addosso quando ancora erano convinti che le avanguardie tedesche fossero ancora distanti decine di chilometri. Tra le azioni più eclatanti vi fu l'incredibile galoppata in Olanda della 15 Kompanie. Il 10 maggio 1940 alle 5,30 i motocilisti ARMY MOTORS ITALIA

della Leibstandarte piombarono sulle postazioni di confine olandesi conquistandole. Poi fu una incredibile corsa a tutta velocità verso Zwolle sorprendendo via via e disarmando i presidi avversari. Alle 11,30 avevano percorso oltre 80 chilometri, giungendo alla periferia della città. Il comandante della piazzaforte olandese e il rappresentante della regina si arresero ai motociclisti, senza colpo ferire, convinti che fossero le staffette di un imponente corpo corazzato che invece distava ancora decine di chilometri. EC


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La storia a puntate delle auto con le stellette: dai primi tentativi di impiego bellico, al debutto nella Prima Guerra Mondiale, alla consacrazione nella Seconda. Mezzo secolo di auto fuori dall'ordinario Un impulso importante alla evoluzione dell'auto militare lo diede l'uso nelle colonie africane e asiatiche. Nelle foto, Ford T messe a dura prova dalle truppe coloniali britanniche sulle impegnative piste tracciate tra le dune dei deserti nordafricani.

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ra il 20 novembre 1917, la fitta nebbia che avvolgeva la campagna di Cambrai stentava a dissolversi nella livida luce dell’alba. Erano da poco passate le sette quando l’artiglieria inglese aprì il fuoco sulle posizioni tedesche, costringendo i fanti della 54a Jäger a rintanarsi nei ricoveri sotterranei, lasciando di vedetta soltanto le sentinelle. L’intensità del fuoco faceva prevedere un attacco massiccio del nemico. Fidando sull’esperienza conseguita negli attacchi precedenti, l’artiglieria tedesca si limitò a un debole

fuoco di sbarramento convinta che fosse necessaria qualche ora prima che le truppe inglesi apparissero all’orizzonte. All’improvviso le infreddolite sentinelle scorsero nella nebbia mattutina indistinte sagome nere che rapidamente si trasformarono in mostruosi giganti d’acciaio che, sputando fuoco, schiacciarono come fuscelli sotto i loro cingoli reticolati e sbarramenti. Vanamente i fanti della 54a Jäger tentarono di difendersi mitragliando i carri nemici. Le spesse corazze erano soltanto scalfite dai colpi delle Spandau. Gli SmK non si dimostravano poi tanto efficaci, ma soprattutto i

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32 Sopra, uno dei primi cannoni mobili britannici. La sua importanza sul campo di battaglia non fu però capita. Nella pagina a fianco: terrorizzante per i fanti in trincea vedersi piombare addosso i giganti d'acciaio. Tuttavia i carri non erano invulnerabili, i lanciafiamme potevano farne scempio.

carri nemici non avanzavano come in passato uno alla volta: la loro linea si estendeva invece per chilometri! In poche ore l’intera linea difensiva tedesca si sfaldò, i reggimenti della 54a Jäger furono travolti. Guidato dai carri, l’attacco inglese aprì un’ampia breccia di oltre 16 chilometri e si spinse nelle retrovie tedesche per più di 9 chilometri. Per avere ragione della 54a Jäger, il 3°Corpo d’armata inglese schierò la 12a divisione (2 battaglioni con 48 carri in prima linea, 24 in seconda e 12 di riserva), la 20a divisione (2 battaglioni meno una compagnia, con 30 carri in prima linea, 30 in seconda e 12 di riserva), la 6a divisione (2 battaglioni con 48 carri in prima linea, 24 in seconda e 23 di riserva), la 29a divisione (in riserva – una compagnia con 12 carri in terza linea e 2 di riserva). Il 4° Corpo d’armata inglese scese in campo con la 52a divisione (2 battaglioni con 42 carri in prima linea e 28 in seconda) e la 62a divisione (1 battaglione con 42 carri in prima linea e 14 in seconda). La linea d’attacco si estendeva da Ribécourt-la-Tour al Bois

des Neufs. Sul lato orientale di tale linea vennero schierate la 12a, la 20a e la 6a su quello occidentale la 51a e la 62a. La 56a dovette effettuare un attacco simulato tra Quéant e Inchy. Sfondate le linee difensive tedesche con i carri, spettò alla 2a e alla 3a divisione di cavalleria sfruttare il successo. Per attraversare le trincee più larghe, i carri “maschi” (quelli armati di cannoni, anziché di sole mitragliatrici) dovettero mantenere sotto il fuoco il nemico, mentre i carri “femmina” scaricavano nelle trincee grosse fascine trasformate in ponti mobili. La battaglia di Cambrai del 20 novembre 1917 segnò la nascita di una nuova forza, quella corazzata che nel secondo conflitto mondiale avrebbe definitivamente cambiato le strategie belliche sul campo di battaglia e decretato la fine della cavalleria come arma principe degli schieramenti a favore di altri cavalli, quelli d'acciaio. Prima però che le Panzer Divisionen tedesche dimostrassero nella Blitzkrieg la loro straordinaria efficacia autoblindo e carri armati furono a lungo osteggiati dagli

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Sopra, un Tank inglese catturato e riutilizzato dai tedeschi. Nella pagina a fianco: anche gli italiani realizzarono carri armati come questo Fiat 2000 del 1918 con torretta che ruotava a 360°. I carri tedeschi furono solo 20, ma erano, come questo A7V, delle vere fortezze irte di cannoni.

alti comandi militari che vedevano nel carro un eccellente mezzo di supporto e protezione negli attacchi della fanteria, ma non certo in grado di sostituire le cariche della cavalleria. Lo stesso ostracismo si ebbe nei confronti degli altri mezzi a motore, auto e camion, ritenuti utili, ma non indispensabili per rendere più razionale ed efficiente il trasporto delle truppe. Non è un caso che tutti gli eserciti belligeranti, compreso quello tedesco, entrarono in guerra con gran parte della fanteria appiedata, squadroni di cavalleria e reparti di artiglieria, non soltanto quelli di montagna, someggiati. Infatti alla fine del primo conflitto autocarri, auto e moto tornarono ad essere impiegati prevalentemente per uso civile e lo sviluppo militare, fatta qualche debita eccezione, restò per così dire al palo o ebbe una trascurabile

rilevanza. Tuttavia fu tra le due guerre che le diverse tipologie di veicoli militari a motore scaturite durante il conflitto presero ognuna strade diverse dando vita a famiglie specifiche come quella dei corazzati della quale entrarono a fare parte anche le autoblindo, mentre alle auto fu riservato il ruolo di veicolo di supporto con specifiche di modello molto simili a quelle delle versioni civili. In linea generale per l'impiego militare si utilizzavano vetture normali semplicemente irrobustite per sopportare il gravoso uso su terreni difficili. Un decisivo svilIuppo alle auto militari lo diedero gli avventurosi viaggiatori che negli anni Venti si spinsero nei luoghi più remoti della Terra. I fabbricanti d'auto capirono l'importanza commerciale di queste imprese. E iniziarono a elaborare vetture in grado

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Il Trattato di Versailles vietò all'esercito tedesco di possedere mezzi corazzati. I veicoli superstiti furono smontati e trasformati in macchine agricole. Tuttavia i trattori servirono alla Reichswehr per sperimentare nuove soluzioni per i futuri Panzer.

di affrontare qualsiasiasi tipo di terreno. L'apice lo raggiunse André Citroën che nei primi anni Venti, forte di avere acquisito la licenza di poter applicare alle proprie vetture il sistema a cingoli ideato da Adolphe Kégresse, organizzò una serie di spettacolari spedizioni. Furono successivamente la traversata del Sahara, la Croisière Noire in Africa, la Croisière Jaune in Cina, l'Expedition Byrd in Antartide e la Croisière Blanche in Canada. L'enorne eco che ebbero nel modo spinse l'esercito francese a chiedere a Citroën di studiare una serie di auto-

chenilles in grado di svolgere sul campo di battaglia diversi compiti: da quelli logistici al trasporto dei feriti, al traino dei pezzi di artiglieria. Furono realizzati diversi prototipi, ma nessuno riuscì a superare i severi test. Le autochenilles erano delle auto dotate di cingoli, adatte sì per affrontare i terreni più insidiosi, ma incapaci di sostenere i gravosi compiti dell'impiego militare, come per esempio trainare il pezzo da 75 mm in dotazione all'esercito. Per questo ci voleva un camion, ma Citroën iniziò a produrli non prima del 1934. (5 continua)

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FOTO ARCHIVIO CITROEN KÉGRESSE

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38 André Citroën cercò on tutti i modi di pubblicizzare l'autochenille. Sopra, due Kégresse risalirono e scesero le scale che conducevano alla città alta di Laon. A lato, lo stesso Citroën si mise in gioco, eccolo a Saint-Moritz alla guida di una autochenille B-14. Nella pagina a fianco, turisti a spasso sulla battigia di Trouville. Citroën è accanto al conducente. Presentazione alla stampa dei veicoli per la traversata Sahariana.

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Sopra, la Croisière Noire, ovvero la traversata dell'Africa via Madagascar. A fianco, un prototipo per la Croisière Jaune in prova in Tunisia. Notare la cabina anteriore ricavata tagliando la parte ateriore di una berlina C-4. Nella pagina a fianco, oltre alle celebri crociere ufficiali, ci furono anche spedizioni organizzate dai concessionari, come questa dell'importatore finlandese nell'estremo Nord. Una C-4 F impegnata nella Croisière Jaune sull'Himmalaya.

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Nelle foto le vetture appositamente attrezzate per la CroisiĂŠre Blanche orgnaizzata dal cotrammiraglio americano Byrd nell'Antartico.

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MEZZI STORICI

COMMAND CAR Celebre veicolo in dotazione alle forze alleate, fu realizzato espressamente per il trasporto degli ufficiali. Questa particolarità lo rese il bersaglio preferito del nemico e costrinse a rivederne l'impiego

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efinirlo un bel veicolo è forse eccessivo, ma il fascino che esercita sulla maggior parte degli appassionati è notevole, sicuramente non lascia indifferenti. Nonostante le dimensioni ragguardevoli non è in grado di trasportare più di quattro persone, massimo sei se ci si stringe. La configurazione più piacevole è col parabrezza abbassato, ma in meno di cinque minuti è possibile chiuderlo completamente

(incluse le quattro porte, previste come dotazione standard e riposte in una tasca di lamiera solidale al portellone posteriore). Questa peculiarità lo rende un mezzo molto versatile e adatto a qualsiasi stagione. Chi ha avuto la fortuna di accomodarsi sul sedile posteriore e di farsi scorazzare su una strada non eccessivamente dissestata avrà sicuramente apprezzato la comodità e la piacevolezza di marcia. Chi l’ha guidato probabilmente avrà impiegato qualche

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decina di chilometri per adattarsi alla seduta, molto lontana dal potersi definire ergonomica e paradossalmente più scomoda rispetto agli altri Dodge. Consuma il 30% in più di una jeep, e con un litro percorre dai quattro ai cinque chilometri indipendentemente dalla velocità di marcia, che comunque non deve superare i settantacinque chilometri l’ora perché al di sopra diventa molto rumoroso. Il Command Car è il tipico esempio di veicolo tatticamente sbagliato:

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Le immagini storiche mettono in evidenza la grande versatilitĂ d'impiego del veicolo che poteva affrontare anche percorsi impegnativi, come la marcia tra la fitta vegetazione o i guadi poco profondi. A lato, primo piano sul blocco porta primo tipo, ricavato da fusione. Nella pagina a fianco, il sedile marrone del primo tipo. Il coperchio del vano batteria.

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Nella pagina a fianco in alto, il voltmetro era posto a sinistra dell'amperometro. In basso, il pioneer kit, imbullonato al cofano posteriore. Sopra, la sirena Mars Signal Light SL60 non era montata di serie. A fianco, la scatola di connessione radio, posta sul lato destro, dietro la panca anteriore.

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MEZZI STORICI Porta carte e tavolo ribaltabile fissati dietro alla panca anteriore. Sotto, il tavolo ribaltabile in posizione aperta.

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concepito come un mezzo dedicato al trasporto ufficiali, in realtà invogliava il nemico a selezionarlo come bersaglio prioritario. Per questa ragione fu costruito solo da maggio 1942 fino a metà del 1944 e quasi da subito, fino alla

fine del conflitto, adibito anche ad altre mansioni. Nonostante la modesta utilità in combattimento era un mezzo che si prestava molto bene per l’utilizzo in parate: probabilmente non esiste alto ufficiale delle forze alleate che non ARMY MOTORS ITALIA

sia stato immortalato a bordo di un Command, ed è forse questo il motivo per cui gode ancora oggi di tanta popolarità. Resta fra i veicoli più ambiti dai collezionisti e, seppur non raro, mantiene quotazioni piuttosto elevate.


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Sopra e a lato, il WC 56 e il WC 57. Nel corso dei circa due anni di produzione furono apportate poche modifiche. Sulla maggior parte degli esemplari i cuscini erano rivestiti di un materiale rosso/ marrone molto simile alla pelle.

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MEZZI STORICI Cuscini secondo tipo in canvas. Sotto, struttura articolata del telo.

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Ne furono costruiti 27.166, per la maggior parte senza verricello. Il telaio e la meccanica (motore, cambio, transfer, ponti) subirono la stessa evoluzione dei modelli cassonati, ben descritta dai “testi sacri” come ad esempio il Becker. Nel corso dei circa due anni di produzione alla carrozzeria furono apportate poche modifiche:la finestra posteriore del telo sulle

prime serie aveva una cornice rigida e avvitata,sugli ultimi esemplari di PVC trasparente cucita. Esistono due modelli di leva bloccaggio porte, uno realizzato di fusione e l’altro di lamiera stampata. Rimangono alcuni dubbi sul materiale utilizzato per la copertura dei sedili: sulla maggior parte degli esemplari i cuscini erano rivestiti di un materiale rosso/marroARMY MOTORS ITALIA

ne molto simile alla pelle, mentre alcuni testi riportano l’utilizzo di canvas verde da fine 1943. L’impianto elettrico, a 12 volt con dinamo da 55 Ampere, rimase lo stesso per tutto il corso della produzione. Gustavo Cappa Bava Per chi volesse saperne di più consiglio il sito http://www.commandcar.com


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SUI MONTI DI ALGHERO

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Primo raduno in Sardegna di mezzi militari. Il pretesto la visita ai forti, ancora in ottimo stato realizzati durante la guerra, che costellano la linea di contenimento antisbarco di Porto Conte

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n raduno dalle forti emozioni, sono le uniche parole appropriate per definirlo. Tre giorni di raduno per giustificare il viaggio in nave dal “continente” erano pochi e quindi partenza da Genova il mercoledì e rientro il mercoledì successivo. I primi sorrisi dei partecipanti, arrivati stanchi al porto di Genova, si sono sciolti davanti a due vassoi di focaccia ligure, poca cosa ma sufficiente per riprendere le forze e ribadire la voglia di

stare insieme anche contando la presenza di non pochi equipaggi francesi. In tutto 14 mezzi a cui poi in Sardegna nei giorni successive se ne sono aggiunti un’altra decina. Ottima la sistemazione nel campeggio in riva al mare; bungalow che hanno stupito tutti per comodità e pulizia. Bellissimo il mare della Sardegna, ma questo non l’aveva mai messo in dubbio nessuno. Bellissimi i posti visitati dove siamo sempre stati assistiti da dettagliate spiegazioni, una mo-

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stra di divise, i nuraghe, la presentazione di un libro, deposizioni di fiori ai monumenti ai caduti e alle vittime delle Foibe. Anche pranzi e cene sono stati all’altezza della situazione, alcuni a base di pesce, altri di carne ma sempre in linea con le tradizioni locali. La scorta, fornita durante i 3 giorni ufficiali del raduno vero e proprio, si è dimostrata ben oltre le aspettative; due Carabinieri presenti a rotazione tutti i giorni ma anche, che Carabinieri ! chi ha mai visto,


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durante un raduno, fermare una macchina civile che ha sorpassato la colonna minacciando loro il ritiro della patente, 10 minuti dopo fare le foto seduti sui mezzi con gli elmetti d’epoca in testa tra le risate della gente, e poi in una frazione di secondo intervenire con

decisione e professionalità per un bambino che si sta soffocando per grande ingordigia di fronte a un prosciutto crudo troppo buono! … Grazie da parte di tutti! Ma la parte delle emozioni “più forti” è stata fatta dalla gente del posto, dalla loro accoglienza, dai loro sorrisi,

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dalla loro curiosità. Dal balletto in abiti caratteristici Sardi fatto in un paese dell’entroterra, non in una piazza come al solito, ma lungo la strada principale chiusa al traffico non disponendo di un altro luogo più adatto. La faccia della dozzina di ragazzini che si sono


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letteralmente fiondati sul sidecar e sugli altri mezzi perché non gli sembrava vero di poter salire su dei veicoli militari. La partenza da Alghero della colonna al grido di “tieni alto l’onore delle donne” urlata da una signora sessantenne al passaggio del sidecar guidato da una graziosa ragazza, sorrisi e battimani entrando nei vari paesi.. il tutto motivato, forse, anche da “abitudini” per noi “d’altri tempi”. Il pianto silenzioso di un Reduce della “Campagna di Russia” alla vista delle divise contro le quali aveva combattuto (forse solo ricordi, forse rabbia, ma sicuramente

tanta tristezza!), ma 10 minuti dopo la presenza di una signora distinta che a chi indossava la stessa divisa ha voluto stringere la mano sfoggiando un raggiante sorriso e che alla mia timorosa richiesta del perché ha dignitosamente solo risposto "il cuore". E poi non solo, la voglia sempre di stare insieme, di darsi una mano se qualche mezzo era in difficoltà, il condividere le cabine della nave tra italiani e francesi, alcuni bungalow condivisi magari per poterne contenere il costo. E poi forse altro ancora.. Grazie a chi ha partecipato… perché ha fatto si che tutto queARMY MOTORS ITALIA

sto avvenisse. Grazie a chi ha dato al raduno "quel qualcosa in più". Grazie (molto grosso ) agli organizzatori e anche a un certo Lorenzo e Famiglia (forse voi tutti capite a chi mi riferisco) che con la sua dittatorial-democrazia ha fatto sì che tutto si svolgesse nel migliore dei modi. Forse ho esagerato... ma se non mi credete avete solo due possibilità: chiedere a chi c’è stato o venire la prossima volta a verificare di persona, sempre che gli organizzatori ci facciano il piacere di organizzarlo nuovamente. Claudio Bentivoglio


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LA PAROLA ALL'ORGANIZZATORE

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opo aver partecipato per anni a raduni, mercatini e manifestazioni varie sul territorio italiano, nella mia mente si faceva sempre più strada la voglia di organizzare un raduno di mezzi militari anche qui in Sardegna, dove abito felicemente da oltre trent'anni, ed ora che sono oramai quasi in “ferie perenni”mi sono deciso, stimolato anche dal presidente Piero Brezza e dall'instancabile Lorenzo Scarlata a fare il grande salto, da semplice partecipante ad organizzatore. Conscio dei mal di testa e notti insonni che mi sarei procurato nonché delle invettive di mia moglie, abbiamo messo in calendario, dopo tante riunioni il I°Raduno di Mezzi Militari ad Alghero. Sì, ho detto

abbiamo (al plurale, poiché sono il vicepresidente del Circolo collezionisti di Alghero) un'associazione che negli ultimi trent'anni si è fatta conoscere in tutta la regione per le sue iniziative culturali e mostre di ogni sorta che hanno coinvolto le varie sezioni del collezionismo. Il circolo, spaziando dalla filatelia alla numismatica, dal modellismo alla militaria, con divise, armi e documenti d'epoca ha visto in questi ultimi anni aumentare il numero degli interessati. Quindi, con il logo del Circolo e con un piccolo gruppo di amici sempre pronti e disponibili a condividere l'impegno con me, ho iniziato questa che per noi era una sfida. Sfida verso quelli, ed erano tanti sia in continente che sull'isola, che non crede-

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vano nelle nostre capacità organizzative. È vero, abbiamo avuto qualche incomprensione e molte porte sbattute in faccia, ma grazie alla perseveranza e alla caparbietà che contraddistingue il popolo sardo quelle porte le abbiamo sfondate, a volte a spallate e la gioia di vedere il primo gruppo di jeep sbarcare ad una ad una dalla nave ed andarsi ad allineare sulla banchina di Porto Torres, credetemi è stata una grande emozione del valore di una vittoria. Al primo contingente continentale, di cui faceva parte anche il gruppo francese capitanato dal simpatico Jean Paul, si è ben presto aggiunto il resto del gruppo isolano, provenienti da ogni angolo della Sardegna, e alla fine ci siamo contati. Ben 26 equipaggi,

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non male per essere il primo raduno su di un isola cosi lontana e così scomoda da raggiungere. Peccato per gli altri 7 mezzi di cui 2 di Cagliari, 2 di Torino e 3 francesi che per cause varie non sono potuti partire proprio all'ultimo momento, un plauso comunque per quelli che sono venuti lo stesso con le loro auto civili. Il primo giorno: partenza da Alghero alla volta del paese di Villanova Monteleone scortati da due

carabinieri motociclisti messi a disposizione dal Comando di Sassari per tutta la durata della manifestazione, due ragazzi entrati subito in sintonia con tutto il gruppo e che hanno svolto il loro lavoro in modo encomiabile guadagnandosi da subito simpatia e ammirazione da tutti noi. Il nostro obbiettivo è a circa 700 m di altitudine e per raggiungerlo abbiamo percorso prima la panoramica sud di Alghero tra rocce a ARMY MOTORS ITALIA

strapiombo su di un mare blu cobalto per poi arrampicarci su per una stradina immersa nei profumi della macchia mediterranea fino a raggiungere il nuraghe “Appiu”, dove ad attenderci c'erano due graziose archeologhe, di cui una di lingua francese, per raccontarci la storia di quell'antico complesso nuragico. Dopo un ora di sosta culturale il convoglio è ripartito verso il paese di Villanova Monteleone dove ha fatto il suo ingres-


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so “trionfale” snodandosi fra le strette stradine che portano alla piazza, preceduto dalle moto dei carabinieri che con i loro lampeggianti e le urla delle sirene hanno contribuito non poco ad attirare l'attenzione aumentando lo stupore della gente che affacciata alle finestre o addossata contro i muri non riusciva a capacitarsi di ciò che stava accadendo. Dopo il rituale omaggio ai caduti, il sindaco ha voluto offrirci l'aperitivo con due enormi tavolate imbandite da ogni genere di cibarie, dai salumi ai formaggi, da ricottelle a dolci dalle forme più svariate, il tutto bagnato da vini

rossi e bianchi dai sapori decisi. Come se non bastasse quel ben di dio mangereccio vediamo arrivare un folto gruppo di ragazzi e ragazze vestiti con bellissimi e variopinti costumi locali che, accompagnati da un bravo e famoso fisarmonicista del paese iniziano a interpretare quei famosi balli sardi creando spettacolari coreografie. Ben presto la musica e i ritmi si impadroniscono delle gambe dei presenti e in men che non si dica ci troviamo a ballare in un ampio cerchio tra costumi sardi misti a GI americani, ausiliarie e fanti Africa korps, insomma una sarabanda che, nonostante i miei ARMY MOTORS ITALIA

espliciti gesti dovuti al rispetto dei tempi di marcia ormai sforati sembrava non finire mai. Il fisarmonicista preso dall'estasi musicale e vedendo i sorrisi incontenibili dei convenuti non mi dava più retta da tempo, e alla fine ho dovuto simpaticamente aprire il fodero della mia finta Colt '911 alla vista della quale con un sorriso e tre note ha chiuso subito le danze. Il secondo giorno ha visto invece impegnare gli equipaggi su carrareccie militari costruite nel '42 per edificare i numerosi fortini che costellano la linea di contenimento antisbarco del golfo di Porto Conte. Dopo aver visi-


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tato alcuni di essi, la lunga fila di mezzi, costituita prevalentemente da Willys e da AR 51 e 59 è arrivata alla ex colonia penale ora sede del Parco di Porto Conte dove alla presenza di autorità civili e militari nonché un folto pubblico accorso per l'occasione, è stato presentato il libro “Fortini a Porto Conte” di cui peraltro sono coautore, frutto di ricerche condotte in archivi e sul campo oltre che da me anche e sopratutto da Beppe Carro e Daniele Grioni giunti da Cagliari anche loro per l'occasione su di una bellissima Alfa Matta. In alcuni saloni messi a nostra disposizione dall'ente Parco, i soci del nostro circolo hanno allestito una mostra di militaria composta da documenti, oggettistica varia del periodo 1920-1945 e da una ventina di manichini tra i quali molti di donne e bambini italiani in bellissime divise del ventennio, un omaggio rivolto al gentil sesso ed ai bimbi spesso trascurato nelle mostre e nei musei. Nel pomeriggio gli equipaggi hanno potuto godere degli splendidi panorami

che solo le alte falesie di Capo Caccia possono offrire, mentre la visita alle batterie della marina costruite tra le due guerre mondiali sul promontorio di Punta Giglio hanno concluso l'escursione. La sera, la cena di gala ci ha visti riuniti intorno ai tavoli del ristorante Barbagia il quale nome non lascia dubbi sull'origine della sua cucina, di cui il porcetto arrosto ne è la principale specialità. L'ultima giornata del raduno, senz'altro più rilassante delle precedenti, ha riunito gli equipaggi nel centro giuliano di Fertilia per la deposizione di fiori e la benedizione del parroco alla statua dedicata alle vittime delle foibe, monumento troppo spesso dimenticato. Dopo la sfilata per le vie della città la colonna dei mezzi si è disposta su due file sotto le suggestive mura davanti al porto di Alghero dove ad attendere gli equipaggi c'era una folla di cittadini e turisti curiosi e stupiti della novità apparsa per la prima volta in città. La gioia festosa dei bambini e gli scatti a ripetizione delle ARMY MOTORS ITALIA

fotocamere si sono protratti fino al tardo pomeriggio, mentre noi dall'alto delle mura sotto grandi ombrelloni gustavamo una paella catalana che i cuochi del ristorante Movida ci avevano sapientemente preparato. Ringraziamenti, complimenti e scambio di numeri telefonici hanno concluso questa prima manifestazione in Sardegna, dove credo, a nome del Circolo collezionisti di aver accontentato un po' tutti. Quindi ci rivedremo senz'altro. È doveroso infine ricordare i soci del circolo i quali pur non essendo collezionisti di mezzi militari o di militaria si sono adoperati al massimo per la buona riuscita di questa che sicuramente non sarà l'ultima manifestazione del genere nella città sardo-catalana della Sardegna. Quindi un grazie di cuore a Gianni Bardino, a Uccio Piras, ad Antonio Recchia, a Giuseppe Salvatore, a Gianni Scognamillo e a tutti quelli che ci hanno creduto e che ci hanno teso una mano. Rolando Galligani


APPUNTI DI VIAGGIO Settembre, mese delle vacanze per me. Sarebbe bello la Sardegna quest'anno. Non si può, costa troppo. Forse no, c'è un raduno di mezzi militari storici, informati. Non è molto caro, e poi andarci con la Willys, vuoi mettere! Avviso mio figlio, ci stà. Sento i carissimi amici Giorgio e Carmen, valenti video operatori. No. Non so. Forse. Quasi quasi. È fatta, vengono. Si parte dall'alto Piemonte, dopo sei ore le tre Willys raggiungono Genova, tutto è andato liscio. L'incontro con il gruppo già arrivato, l'imbarco, l'arrivo a Porto Torres. Non mi

sembra vero, questo significa unire il "diletto" al dilettevole. Una ventina di mezzi, molte Willys e Ford, qualche AR59, qualche M151, un Dodge Ambulanza, una AR 51 Matta. Sotto la guida di Rolando e Lorenzo e con la scorta della "Benemerita" la colonna dei mezzi, in tre giorni, visita siti incantevoli percorrendo strade sterrate e non. I fortini di Porto Conte, le batterie di Punta Giglio, Argentiera, l'accoglienza calorosa degli abitanti di Villanova Monteleone con i balli in costume Sardo che ha coinvolto i partecipanti, l'allegria si diffon-

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de. La socialità è la parte trainante del raduno, la "Benemerita" si integra nel gruppo con la guida del sidecar russo. Unico rammarico, i tre giorni finiscono troppo in fretta, ma per fortuna abbiamo ancora a disposizione due giorni per il nostro tempo libero. Un po' di sole sulla spiaggia e qualche nuotatina. La partenza mi sembra meno pesante. Ritorno a casa con alcuni amici in più, qualcuno italiano e qualcuno francese, e tante emozioni da mettere nel cassetto dei bei ricordi. Nadia Azzalin


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