"in Aspromonte" numero 10

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Direttore Antonella Italiano

inAspromonte

Giugno 2014 numero 010

La guerra, dopo l’invasione della Sicilia, arrivò fin dentro l’Aspromonte. Il popolo sopravvisse tra allarmi e raid aerei: poi la ritirata dei tedeschi, gli abusi, la distruzione. E quando a nulla valsero le preghiere dalla gente si fece strada un coraggio scellerato. Di guerrieri senza spada e senza nome che salvarono l’intero borgo aspromontano. Furono umili. Furono grandi eroi Ombre e luci La ‘ndrangheta di Barillaro

Il ritratto Beppe Fabiani. Il fotomodello di Gianni Favasuli

pag. 4

di Cosimo Sframeli

Aspromonte greco I cowboy aspromontani pag. 5

di Salvino Nucera

Vipere e bisce. Insidiosi in apparenza

servizio e foto di Leo Criaco

pag. 12-13

LA NOSTRA STORIA

Casignana. La grotta di S. Florio servizio e foto di Domenico Stranieri

pag. 19

di PINO MACRÍ

La provocazione

Vivere come Zanotti, morire come Strati pag. 8

R

TRA I BOSCHI

occo Mollace (nella foto), durante un’escursione sul sentiero che dal monte Perre porta al casello di Canovai, incontra l’aquila reale: «Stava lì, accovacciata tra le rocce, sembrava un bambino messo di spalle. Poi aprì le ali, coi suoi due metri di apertura, e maestosa salì nel cielo». Una testimonianza importante per la nostra montagna. Il video dell’avvistamento sarà consultabile on line sul sito inaspromonte.it a partire dal 20 giugno 2014 pag. 13

pag. 2 - 3

LA SIGNORA DEL CIELO

di Antonella Italiano

C

amminando, di notte, lungo il sentiero che da San Luca porta a Polsi, mi raccomandarono di non puntare la torcia fuori dalla strada. Perché? Non ricordo nemmeno se lo domandai, conoscevo già la risposta. Ma dei pastori, dei massai, degli aspromontani incontrati durante il percorso nessuno riuscì a farmi più paura di quella gente bigotta che, nonostante l’istruzione certificata, permetteva il proliferare del luogo comune: il triangolo della morte, i terribili sequestratori, i briganti armati di kalashnikov. E poi ancora la morte inflitta, la morte subita, la morte cercata. Ma la morte più feroce mi parve, allora, quella dell’intelletto. Se la signora con la falce fu davvero di casa probabilmente era fuori mentre risalivo i torrenti, dove trote grassocce, laghetti e giacigli di roccia regalavano un po’ di paradiso. O mentre passeggiavo per le strade di Alvaro, di

pag. 2-3


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