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Direttore Antonella Italiano
UNA TERRA FACCIA AL MURO
inAspromonte
Ottobre 2013 numero 002
A Saline? La centrale a carbone! A Gioia Tauro? Il rigassificatore! A Caulonia? La centrale idroelettrica! E ORA MIRATE... L’analisi
pag. 2- 3
AREA GRECANICA
MACERIE SOCIALI
Aspromonte occidentale
Cultura
Ombre e luci
di Federico Curatola
Il Calivi e le sue cascate
Chi di noi farà ritorno?
Assalto al Municipio
N
on riesco a capire se c’è una strategia dietro tutte le scelte e le angherie imposte a questo povero territorio, oppure se, in quanto ventre extra-molle della già supermolle Calabria e della arcimolle Provincia di Reggio, sia naturale che ogni provvedimento assuma al tempo stesso le caratteristiche di un improvviso terremoto e di un mare calmo e piatto. Sto parlando dell’Area Grecanica. Un’area che dopo secoli di continuo e forzato nascondimento della propria storia e della propria identità, stava riaffondando le mani nel proprio passato e pian piano, eliminando gli strati e le incrostazioni, stava cercando faticosamente di far riemergere quel patrimonio di lingua, di culture, di tradizioni ormai sommerso dall’abusivismo edilizio, dall’abbandono dei centri interni, dalla corsa alla sviluppo (ma non al progresso). E poi? Un black-out. Tutta la dottrina derivante da Agenda 21, tutti i programmi concertati con la base, lo sviluppo proveniente dal basso… dove va a finire? Sbatte contro un colosso industriale che propone di realizzare una Centrale a Carbone, in un luogo che ha già rigettato, come un trapianto mal riuscito, ipotesi di industrializzazione lasciandoci cattedrali arrugginite pag. 3
pag. 16
Aspromonte orientale
Platì, 1956 “Spartenza” pag.11
pag. 22
“Pompa”. I ragazzi dell’Aspromonte muoiono in galera pag. 9
pag. 8
Speciale Aspromonte Le mappe
Aspromonte grecanico
L’intervento
Una lingua che non deve morire
L’ululato del lupo non ha eco
pag. 5-6-7
pag. 12
LA CHANSON D’ASPREMONT E IL DOCU-FILM DI SCARFO’ Dopo i fumetti dell’assessore Caligiuri, arriva il docu-film di Giovanni Scarfò. I Cantari della nostra montagna non necessitano di queste banalizzazioni
pag. 19
di Antonella Italiano
«
Quanti siamo, secondo te, ad ammirare il paesaggio in questo preciso momento?» «Beh ci sarà qualcun altro, l’Aspromonte è grande». Seduta su una roccia, a centinaia di metri di altezza, guardai le vallate sottostanti. Il presepe, pensai. Sembra proprio la carta pesta del presepe. Le montagne sotto il sole, infatti, parevano fatte di morbida pesta accartocciata. Verde scura e marrone, come quella che papà compra a natale. Fissai con attenzione i piani e le mulattiere e, a parte qualche capra, non mi parve di vedere nessuno. Bene, l’Aspromonte era solo il nostro. Eravamo soli. Anzi, era il mio, perché tu non ci credevi veramente. Era chiaro, anche se zittisti le mie domande, sorridendo, e mi lasciasti risucchiare da quella mia improvvisa possessività. pag. 2-3