Speciale scuola
inAspromonte Novembre 2013
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La
MONTAGNA
va a SCUOL A
«L’Aspromonte riparte dai bambini, ad essi si mostra, da essi trae nuova linfa vitale»
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a lettura in classe dell’articolo “L’esercito nascosto” di Rocco Mollace, pubblicato dal nostro giornale nel mese di ottobre 2013, è stata altamente motivante per gli alunni della 5^C della scuola primaria di Bovalino capoluogo. Memori di una bellissima escursione a Gambarie d’Aspromonte, realizzata qualche tempo fa, grazie alla preziosa collaborazione del dottor Rocco Mollace e del Corpo Forestale dello Stato, i bambini, sotto la guida attenta e sensibile delle loro insegnanti, hanno voluto contestualizzare le conoscenze apprese, integrandole nei loro insiemi. In un raccordo interdisciplinare sulla tematica “l’Aspromonte”, ne è nato un lavoro al di sopra di ogni nostra aspettativa, che troverete rappresentato nelle pagine seguenti. Un segnale forte per chi, come noi, ama la montagna: l’Aspromonte che riparte dai bambini, che ad essi si mostra, che da essi trae nuova linfa vitale. Il nostro giornale passa dunque il testimone alle scuole dei più piccoli, che invita a partecipare al progetto “La montagna va a scuola”, scrivendoci tramite posta elettronica, o chiamando ai numeri della redazione. La speranza è che il valido contributo dei bambini della scuola primaria di Bovalino sia per altri di esempio e, per noi tutti, l’inizio di un nuovo cammino che dal mare riporti tra i boschi che furono dei nostri avi. Ringraziamo dunque le docenti che per prime ci hanno seguito in questo iniziativa (ad esse vanno i nostri complimenti per l’incredibile risultato grafico ottenuto), e ringraziamo di già le scuole che vorranno abbracciare il progetto nei prossimi mesi.
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Da
«L’esercito nascosto» di Rocco Molla ce
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’humus, lo strato più importante del terreno, è formato da animali morti, foglie secche ed escrementi. Viene attaccato da microrganismi e piccoli animali come ragni, lombrichi, millepiedi che lo trasformano, gradatamente, in nutrimento e energia per le piante. Sotto questo profilo l’humus funziona come un distributore di fertilizzanti. Nelle zone calanchive, cioè dove manca la vegetazione e ci sono rocce, l’humus manca quasi completamente perché i microrganismi non si sviluppano. Questi cosiddetti “decompositori” sono importanti per la natura perché respirando mandano anidride carbonica che, viene a sua volta assorbita dalle piante attraverso le foglie; le piante la usano per la fotosintesi clorofilliana, indispensabile per la produzione di ossigeno necessario a tutti gli essere viventi. È molto importante salvaguardare il terreno perché così si protegge la flora, la fauna e la vita stessa degli uomini. Fumetti Francesco S. Benedetta B. Giorgia C. Aurora G. Katia P. Disegno Humus Giuseppe L. Giorgia C. Testo Emanuele A. Lorenzo C. Pasquale M. Domenico S.
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THE MOUNTAIN OF ASPROMONTE
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spromonte is a mountain in the province of Reggio Calabria, rich of trees and extraordinary natural places. The name means “bitter mountains”, because is difficult to cultivate. The Massif of the Aspromonte is situated between the Ionian an the Tyrrhenian Sea. The highest peak is the Montalto (1955 m); Aspromonte i salso an area rich of rivers. The climate of the Aspromonte (rainy and snowy in the winter and wet summer), favors the presence of a rich and various vegetation (beech, chestnut, pines and firs). Many animal species have found their ideal habitat in Aspromonte such as the different species of birds and the lovely squirrels. The mountains of Aspromonte offers also an ideal shelter for the wolfs. Aspromonte is famous for citrus fruits, vine, olives and also for the rare bergamot. Points of attraction is Gambarie (1311 m) and the Sanctuary of Polsi where thousands of pilgrims go there every yaer to prey the Madonna della Montagna. In the northern-western area of Aspromonte, the plains of Zervò and Zomaro are beautiful place to visit.
Testo inglese Domenico S.,Emanuele A., Marco M., Francesco R. Disegno albero Marco M., Francesco R.
La ricetta TORTA DI CASTAGNE Testo e disegni Angelica A. Laura C. Aurora G. Katia G.
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Ingredienti 600 g di castagne, 200 g di zucchero semolato, 100 g di burro, 100 g di mandorle, 3 uova, 1/2 limone grattugiato (scorza), sale quanto basta, farina quanto basta Sbucciate le castagne e fatele lessare in acqua leggermente salata, scolatele, togliete loro la pellicina e passatele fino ad ottenere una purea.
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I BRUZI
dalla Lucania all’Aspromonte
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Bruzi o Bruttii erano un popolo italico di pastori nomadi che hanno abitato l’Aspromonte in tempi antichissimi. Provenivano forse dall’Italia centrale. Prima di arrivare in Aspromonte furono schiavi dei Lucani, ma si ribellavano spesso perché volevano la libertà. Alla fine ci riuscirono, per questo motivo i Lucani li chiamarono “Bruzi” che vuol dire “ribelli”. Loro erano divisi in tribù e abitavano in tanti piccoli villaggi, ma poi, per essere più forti, si riunirono in una confederazione e formarono un potente esercito di guerrieri. Così cominciarono a conquistare i territori vicini. La loro città più importante fu Consentia
(l’attuale Cosenza). Loro non occuparono solo i territori della Sila, ma si spostarono ancora più a sud fino ad arrivare in Aspromonte. Poi, tra la metà del IV secolo e del III secolo a.C., i Bruzi attaccarono pure diverse città della Magna Grecia tirrenica e ionica. I Romani si preoccuparono di quello che stavano facendo i Bruzi e decisero di intervenire. Così i Bruzi per difendersi dai Romani, si allearono contro Roma prima con Pirro, re dell’Epiro,
poi con Annibale, generale di Cartagine; alla fine furono sconfitti e puniti da Roma: il loro territorio diventò una colonia romana.
Sbattete i tuorli e montate gli albumi a neve. Aggiungete ai tuorli il burro, la scorza di limone, le mandorle tritate e il passato di castagne, amalgamate bene il tutto con gli albumi montati a neve. Imburrate e infarinate una tortiera. Versate il composto e mettetelo in forno già caldo a 180° per 40 minuti circa.
Testo Lorenzo L. Vincenzo C. Katia P. Francesca R. Martina R. Cartina Francesca R. Antonella S. Guerriero bruzio Francesco S. Vincenzo C.
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Dialogo
L’albero e la foglia
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ra arrivato l’autunno, ma solo un albero non se n’era accorto… tutto intorno era molto triste. Una mattina l’albero chiese alla foglia: «Come mai sei gialla?». La foglia gli rispose: «Perché è arrivato l’autunno!». «Hai ragione tu! Non me n’ero accorto! esclamò l’albero – E perché comincio ad avere freddo?» chiese alla foglia… e lei ribattè: «Perché le foglie in autunno cadono e lasciano i tuoi rami senza protezione… presto cadrò anch’io a terra, seccherò e i bambini si divertiranno a schiacciarmi e a sentire lo scricchiolio sotto le loro scarpe». «Dunque, mi lascerai nudo al freddo dell’inverno?» si lamentò l’albero. «Tu dovrai aspettare un po’ di tempo – rispose la foglia – in primavera ti rispunteranno le foglioline lucide e verdi e non sentirai più freddo…».
L’intervista
Dialogo Lorenzo L. Disegno albero Miriam G.
Intervista Francesca S. Antonella S. Miriam G. Benedetta B.
CICCIO GAGLIARDI e la sua Africo S
ignor Gagliardi, lei è nato ad Africo vecchio? Si, sono nato proprio in questo paese ormai disabitato.
munità lungo la costa. A molti chilometri di distanza da Africo vecchio sorse Africo nuovo, esattamente sulla costa ionica tra Bianco e Ferruzzano.
Ci racconta la storia? C’erano due paesi vicini: Africo e Casalinuovo di Africo. Nel mese di Ottobre del 1951 furono colpiti da una violenta alluvione che causò danni irreparabili. Così fu indetto un referendum per decidere se abbandonare il vecchio paese distrutto, oppure no. Si decise per lo spostamento delle due co-
Ha nostalgia del suo paese? Si, ho molta nostalgia del mio paese perché quelli erano bei tempi. Come si svolgeva la vita ad Africo vecchio? Gli uomini si alzavano presto e andavano a coltivare la terra, ma l’attività principale era la pastorizia: allevavano soprattutto gli
ovini. Le donne badavano alla casa e allevavano i bambini, li preparavano per farli andare a scuola, cucinavano e inoltre aiutavano i mariti a coltivare i campi. La sera d’estate si sedevano sull’uscio di casa ad aspettare i mariti che tornavano dal lavoro. C’era la scuola elementare? Com’era? Si, c’era ed era una scuola normale, solo che c’era un solo maestro per ogni classe e in ogni classe c’erano dieci o dodici bambini. Com’era la vita dei bambini? I bambini al mattino andavano a scuola per imparare a leggere e a scrivere; il pomeriggio prima studiavano e poi giocavano all’aria aperta. I maschi giocavano al campanaro con i sassolini e le femmine con le bambole di pezza oppure con la corda.
Le scuole di Africo
UNA TARGA PER ESSERE STATI DIMENTICATI
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na frase, tratta dal libro Tra la perduta gente, è riportata sulla targa dedicata all’archeologo Zanotti Bianco e affissa sul muro delle scuole elementari di Africo Antico lo scorso 18 ottobre. Un modo per tenere viva la memoria dell’uomo che, nel 1928, fu in contatto con contadini, pastori, mugnai, vecchi e madri, raccogliendone sfoghi e invocazioni, affinché l’Italia contribuisse alla costruzione di strutture indispensabili per una condizione di vita dignitosa. L’iniziativa, autofinanziata dall’associazione Santu Leu Apricus e dal C.P.C. Mediterranea, è un messaggio forte alle Istituzioni territoriali, presenti al contrario solo al cospetto di mass-media e passerelle, per snocciolare l’elenco già pronto di buoni, almeno quanto inesistenti, propositi.
Nella foto sopra la scuola elementare di Africo Antica. Nella foto in alto la targa affissa su essa dall’Associazione Santu Leu Apricus e dal C.P.C. Mediterraneo