STARTUP
LA MARCIA IN PIÙ DEI CHATBOT È L’EMPATIA Carmine Pappagallo e Gianfranco Fedele, fondatori della startup campana Mazer, raccontano gli ingredienti vincenti del loro progetto: Laila, un software per piattaforme conversazionali che adatta il suo modo di parlare all’utente.
L’
intelligenza artificiale pura e semplice ai chatbot non basta più. Serve un ingrediente ulteriore, che da esseri umani potremmo chiamare “empatia” ma che dal punto di vista tecnologico è anch’esso il frutto di algoritmi di machine learning. Per l’utente che si ritrovi a chattare dall’altra parte dello schermo assomiglierà piuttosto a una dote emotiva, che rende il chatbot quasi (o del tutto) indistinguibile da un interlocutore umano. Questa è la caratteristica di Laila, una piattaforma software per la creazione di interfacce conversazionali “dal tocco umano”, come le definiscono in Mazer, la startup campana che ha messo a punto tale tecnologia. l programma non interagisce con l’utente attraverso scelte multiple o risposte preimpostate, bensì è padrone di un registro linguistico che si adatta di volta in volta all’azienda che ne fa uso. Laila monitora continuamente il sentiment della persona con cui sta dialogando, cioè gli stati d’animo che trapela24 |
APRILE 2020