Technopolis 42

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ARTIFICIAL INTELLIGENCE

L’EUROPA NON SARÀ IL FAR WEST DELL’A.I. Un documento programmatico della Commissione Europea elenca i principi da rispettare: regole chiare, trasparenza sull’uso dei dati, privacy. Ma la realtà non è troppo idilliaca.

L’

intelligenza artificiale non può più essere un territorio senza regole, in cui ognuno fa ciò che vuole in base alla propria coscienza e onestà. O almeno non in Europa. Servono regole chiare, definite, e l’obbligo di maggiore trasparenza e tracciabilità sull’uso dei dati, specialmente in ambiti che toccano da vicino la privacy, la sicurezza e i diritti civili, come la salute, i poteri delle forze dell’ordine e i trasporti. Questo è il succo del documento programmatico con cui la Commissione Europea lo scorso febbraio ha presentato le proprie linee guida sull’adozione dell’intelligenza artificiale, accanto a quelle riguardanti la “strategia sui dati” dell’Ue. I due temi naturalmente sono intrecciati e rientrano sotto a un’unica visione: quella di realizzare un’Europa, si legge nella nota stampa diffusa, “alimentata da soluzioni digitali che mettano al primo posto le persone, che apra nuove opportunità per le aziende e acceleri lo sviluppo di una tecnologia degna di fiducia, per alimentare una società aperta e democratica e un’economia vivace e sostenibile”. In questa visione il digitale non è solo un propulsore dell’economia ma anche un fattore cruciale per “combattere il cambiamento climatico e raggiungere una transizione green”. Opportunità e rischi da valutare

Nel white paper si illustra lo scopo di incentivare lo sviluppo dell’AI anche nelle aziende di medie e piccole dimensioni, 36 |

APRILE 2020


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