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ECCELLENZE

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EXECUTIVE ANALYSIS

EXECUTIVE ANALYSIS

DA OGGI IN CITTÀ I DATI SONO PIÙ SICURI

Per rispettare il Gdpr e per rispondere in tempi più rapidi alle minacce informatiche, gli uffici del comune di Avezzano si sono dotati di un’infrastruttura di sicurezza completamente basata su tecnologia Check Point.

LA SOLUZIONE

Il Comune di Avezzano utilizza Check Point Ngtx 5200 con funzionalità di firewall, Vpn, filtering Url, Ips, anti-bot, anti-virus, controllo delle applicazioni, identity e content awareness, threat emulation and extraction. Protegge circa 30 server e oltre 300 client, mentre Check Point SandBlast Mobile viene inoltre utilizzata per proteggere gli smartphone dei dirigenti.

Con i suoi oltre 43mila abitanti, Avezzano è un importante comune della provincia de L’Aquila, in Abruzzo. Utilizza due diversi data center (uno per l’erogazione dei servizi, l’altro come centro di disaster recovery) che servono circa 300 postazioni di lavoro operanti su nove diverse sedi. È una struttura complessa, che consente di gestire attività molto diverse tra loro, come la Protezione Civile, gli eventi culturali e sportivi, la gestione della pianificazione edilizia e commerciale, la polizia locale e gli sportelli dell’anagrafe e dello stato civile. Il volume di dati gestiti dall’infrastruttura IT è di circa 30 TB. “Non c’è bisogno di spiegare perché la sicurezza dei dati sensibili dei cittadini e la continuità operativa dei servizi erogati dal comune siano fondamentali,” dice Giacomo Calisse, amministratore di rete del Comune di Avezzano, “negli ultimi tempi però, a causa dell’evolversi dei cyberattacchi ma anche delle sempre più stringenti norme del Gdpr, è diventato importante affidarsi a soluzioni di sicurezza efficaci.” Nel recente passato il sistema informativo del Comune di Avezzano è stato colpito sia attraverso attacchi di phishing con Criptolocker, sia attraverso attacchi di tipo “bruteforce” che hanno parzialmente bloccato l’operatività delle caselle di posta elettronica. In tutti i casi, la tecnologia Check Point ha consentito al comune di superare l’emergenza senza gravi ripercussioni, ma i responsabili IT avevano necessità di elevare il livello di sicurezza per garantire la continuità dei servizi anche in futuro. Utente soddisfatto delle soluzioni Check Point da più di tre anni, il Comune di Avezzano ha deciso di utilizzare la tecnologia della multinazionale per tutta l’infrastruttura di sicurezza, eliminando gli apparati di altri brand. “Abbiamo analizzato le soluzioni top del mercato”; racconta Calisse, “partecipando a diverse dimostrazioni. La tecnologia Check Point ci è sembrata fin da subito la più efficace, sia sul fronte della protezione dai cyberattacchi sia su quello del monitoraggio e reporting”. Grazie alla tecnologia Check Point, ora il Comune di Avezzano può reagire in tempi più rapidi alle minacce, analizzando il traffico Https, controllando gli allegati di posta elettronica e implementando sofisticate funzionalità antiphising (verificando in tempo reale se il sito su cui si stanno inserendo dati è potenzialmente pericoloso). “Check Point”, dice Alberto Diberardino, amministratore di rete del Comune di Avezzano, “ci ha permesso di mettere in sicurezza, rispettando tra l’altro le normative Gdpr, i dati sensibili dei cittadini (ricordiamo che un comune gestisce, ad esempio, l’operatività dei Servizi Sociali), consentendoci anche di dare continuità al funzionamento della complicata e delicata macchina degli uffici e degli sportelli”.

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE TRA LE MURA DI UN CONVENTO

Il cambio di passo imposto dalla pandemia ha accelerato un processo iniziato dal Gruppo Meregalli nel 2018 e destinato a portare l’alta tecnologia nel settore dei vini e distillati. Cuore del sistema è Microsoft 365 e in particolare la soluzione Teams.

Si dice che nelle stanze della sede storica di Meregalli a Monza abbia dimorato la Monaca raccontata dal Manzoni. Gli uffici del Gruppo e i muri del museo Vinarte poggiano infatti sulle fondamenta dell’antico convento, e le cantine del quartier generale, caratterizzate da umidità e temperatura uniche al mondo, conservano ancora la struttura del quindicesimo secolo. Meregalli nasce nel 1856 e resta, negli anni, un’impresa di famiglia, anche se oggi sfiora i 66 milioni di euro di fatturato e fa lavorare 120 dipendenti e circa 330 agenti. In Meregalli la pandemia e il relativo lockdown arrivano nel pieno di un percorso di trasformazione digitale centrato sugli strumenti di collaborazione, smart working (ma sarebbe più appropriato dire smart enterprise) ed e-commerce. L’ottimizzazione dei diversi processi di business grazie alla tecnologia, già avviata con un progetto di tracciamento dei prodotti che sfruttava l’IoT, prosegue con l’utilizzo avanzato del sito Web per attività rivolte ai clienti professionali e agli utenti finali. Ai primi segnali di lockdown la società,

LA SOLUZIONE

Forte di un’infrastruttura potenziata recentemente a seguito di un pesante attacco hacker, Meregalli sfruttava già il cloud Microsoft Azure per la maggior parte delle operazioni IT e aveva anche rinnovato il parco dei device presenti in azienda, oltre ovviamente a utilizzare le soluzioni di produttività individuale e di posta elettronica di Microsoft 365. L’adozione di Teams, oggi utilizzato da tutti i 20 dipendenti della sede centrale, è stata quindi decisamente indolore, e ha garantito la continuità del servizio anche nella fase emergenziale del lockdown. aiutata dal partner Si-Net, accelera l’adozione di Microsoft 365 e in particolare della piattaforma Teams, individuata subito come la soluzione ideale per implementare lo smart working ma anche per restare efficacemente in contatto con clienti e partner. “Abbiamo subito cercato una soluzione che ci permettesse di avvicinarci ai clienti del canale Ho.re.ca ma anche agli utenti finali”, racconta Marcello Meregalli, Ceo del Gruppo Meregalli, “avevamo bisogno di mantenere quel contatto e quel calore che ha sempre caratterizzato il nostro lavoro e la nostra comunicazione”. Abituato a pensare in grande (Meregalli ha creato nel tempo tutte le infrastrutture necessarie a competere sul proprio mercato, dalla logistica, alla commerciale, per arrivare alla tecnologica) il Gruppo ha scelto Teams con un’ottica di ampio respiro, pensando anche alle attività di training verso i dipendenti, gli agenti e i clienti, fondamentali quando si diffonde non solo un prodotto ma anche una cultura, come nel caso del vino. Passata l’emergenza, sempre affiancato da Microsoft e Si-Net, il Gruppo si appresta a proseguire nel suo percorso di trasformazione digitale, ultimando il progetto di rinnovamento del sito Web che, interfacciato con il Crm e contando su algoritmi di intelligenza artificiale, offrirà ai visitatori preziose statistiche e suggerimenti. Il progetto Meregalli Premium, questo è il nome della nuova “avventura” del Gruppo, presentato nella primavera del 2020, è un grande portale informativo e di shop online. Anche questo progetto verrà realizzato grazie all’integrazione con il CRM di Microsoft Dynamics.

L’EMERGENZA? SI SUPERA ANCHE CON LA VIDEO-CONFERENZA

Durante il lock-down, Ali, la lega delle Autonomie Locali Italiane, ha scelto Avaya Spaces per mantenere l’operatività degli organi dell’associazione anche da remoto e poter continuare a svolgere la sua attività.

Legautonomie è un’associazione di circa 1.400 comuni, province, regioni, comunità montane, costituitasi nel 1916 e da sempre impegnata per la crescita democratica e civile del Paese attraverso un processo di rinnovamento istituzionale fondato sulla valorizzazione delle amministrazioni locali e regionali.. Durante il lock-down, anche gli organi dell’associazione, così come quelli degli associati (gli enti locali, quindi regioni, province e comuni) dovevano garantirsi e garantire la continuità operativa da remoto, in un contesto che, prima della pandemia, vedeva solo una piccola frazione dei soggetti coinvolti già attrezzati dal punto di vista tecnologico. “Durante l’emergenza, le esigenze erano molteplici”, racconta Bruno Manzi, Presidente del Consiglio Nazionale Legautonomie e Presidente Legautonomie Lazio, “dovevamo implementare un sistema di video-conferenza per i nostri organi, mettere a disposizione una piattaforma efficace per i nostri associati (visto che il decreto cura Italia prevedeva le riunioni di giunta anche on-line) e, in parallelo, affrontare il tema dello smart working”. Ovviamente gli enti associati sono indipendenti nelle loro determinazioni, ma ad Ali spettava il compito di suggerire

e fare da guida, in un’area, quella tecnologica, dove le amministrazioni si erano mosse poco e in ordine sparso prima del Covid-19. “Abbiamo così messo a disposizione dei nostri associati”, dice Manzi, “l’accordo con Avaya, che prevedeva la disponibilità di 40.000 licenze d’uso della piattaforma Avaya Spaces per un periodo limitato (quello dell’emergenza relativa al lockdown). Abbiamo poi spiegato come secondo noi si potevano svolgere le riunioni degli organi collegiali, preservando la tracciabilità e la legittimità delle riunioni degli organi”. “Abbiamo scelto Avaya”, prosegue Manzi, “per la versatilità dello strumento e la capacità di rispondere alle esigenze degli enti locali, ma anche per la disponibilità di Avaya a misurarsi con implementazioni che venivano man mano richieste dagli utenti senza una pianificazione anticipata. Nella prima fase sono stati coinvolti circa 50 utenti interni e sono state realizzate riunioni con più di 100 partecipanti. Space è apparsa da subito facile da usare, es estendibile anche per soddisfare le esigenze di tracciabilità e trasparenza”. Per quanto riguarda l’utilizzo interno da parte di Ali, la collaborazione costante nei mesi dell’emergenza tra l’Associazione e Avaya ha portato al rilascio di una seconda versione della piattaforma, che sfrutta la tecnologia blockchain per soddisfare le esigenze di conservazione delle registrazioni, tracciabilità (dei processi decisionali) e di conferimento di valore legale a riunioni e documenti (ad esempio le slide). Le applicazioni della piattaforma come elemento di smartworking (che non è il tele-lavoro) viene vista da Ali non solo come aspetto di back-office, ma anche per le attività di rapporto con il cittadino. “Questo sviluppo”, dice Manzi, “non attiene solo alla fase di lock-down, ma è visto come un acceleratore per una fase di riorganizzazione del sistema della PA locale, che è anche una riorganizzazione sistemica. Noi, che siamo utenti ma anche partner di Avaya, possiamo costruire insieme un’idea di strumento adeguato al mondo degli Enti Locali, uno strumento che potrebbe costituire un elemento portante per la PA di domani”.

LA SOLUZIONE

Avaya Spaces, la piattaforma per l’organizzazione di riunioni virtuali e collaborazione in cloud, è stata scelta per avviare in videoconferenza le riunioni dei consigli e delle giunte comunali, come stabilito dalle norme per le semplificazioni in materia di organi collegiali. Lo strumento offerto da Avaya è attivabile a titolo gratuito (per 60 giorni) dalle amministrazioni associate ad Ali.

NEI DUE DATA CENTER DELL’ATENEO C’È SOLO NUTANIX

Ca’ Foscari doveva semplificare la gestione dell’infrastruttura, velocizzare l’accesso ai dati e mettere in sicurezza tutti i servizi. C’è riuscita puntando sull’iper-convergenza.

L' Università Ca’ Foscari è un ateneo storico, tra i più prestigiosi in Italia. Strutturato su otto diversi dipartimenti, è dislocato in una ventina di centri e ha un totale di circa 22mila studenti attivi. La sede principale si trova a Venezia, con un campus a Mestre, mentre a Treviso si trova quella secondaria. Globalmente, l’ateneo è composto di una trentina di edifici e lo staff conta circa 1.500 persone. Dal punto di vista informatico, l’Università Ca’ Foscari dispone di due data center. Quello principale è nel centro storico di Venezia, mentre il secondo è collocato presso il campus di Mestre, dove si trova tutta la parte scientifica dell’ateneo. Per risalire alle origini della collaborazione tra l’Università e Nutanix bisogna arrivare al 2013, quando il sito di Mestre era utilizzato solo come infrastruttura di backup. La gestione di un sempre più elevato numero di utenti finali, per il 90% situati nel palazzo di Venezia, era diventata complicata. Con un personale It sempre più ridotto, per alleggerire l’attività di manutenzione si decise di far partire un progetto Vdi (Virtual Desktop Infrastructure), cercando una soluzione in grado di erogare questo servizio a circa 300 persone. “Il vero problema non era quello della potenza di calcolo, per la quale erano disponibili numerose soluzioni,” spiega Stefano Claut, Cto dell’Università Ca’ Foscari, “ma di velocità di accesso ai dati, che era limitata dai supporti di memorizzazione. Le specifiche erano quindi molto stringenti, prevedendo memorie full-flash ad alte prestazioni”. La proposta migliore si è rivelata quella di Nutanix, perché in grado di “astrarre” lo storage, gestendo al meglio il mix di flash e dischi tradizionali. Nella fase iniziale, ci si è concentrati sul corretto dimensionamento dell’infrastruttura. “Sulla carta, Nutanix poteva gestire fino a 100 macchine virtuali con un solo nodo,” dice Claut.

LA SOLUZIONE

“Oggi l’Università Ca’ Foscari ha infrastrutture totalmente Nutanix, con due data center cluster, uno dedicato alla Vdi e uno per i servizi replicati e sincronizzati,” spiega Tommaso Piazza, Cio dell’Università Ca’ Foscari. “In totale, sono attivi 32 nodi, di cui 14 a Mestre e 18 a Venezia”. Oltre ai nodi hardware, l’architettura comprende i software Prism e Acropolis e l’hypervisor Ahv.

“Per avere un po’ di ridondanza abbiamo quindi deciso di installarne quattro, e le aspettative sono state soddisfatte. I primi sei mesi si sono rivelati impegnativi, ma poi siamo riusciti a dare il via all’erogazione dei servizi molto velocemente”. Un anno dopo si è deciso per una prima espansione, installando quattro nodi a Mestre e inaugurando così un secondo data center. Con questa implementazione è stata attivata la “metro availability”, ovvero la capacità di eseguire una replica sincrona di tutti i dati. Il terzo passo è stato quello di acquisire tre ulteriori nodi per erogare anche servizi Web ai docenti e all’amministrazione. Infine, sono stati acquisiti nodi Nutanix ad alte prestazioni da dedicare al calcolo parallelo nella Facoltà di Economia, cogliendo l’occasione per migrare l’infrastruttura dei servizi server su Ahv. L’attuale architettura, inoltre, è realizzata in modo da funzionare anche con un solo data center operativo.

SPS ITALIA DIGITAL DAYS

quando: 28-30 settembre

perché partecipare: andranno in scena le migliori soluzioni di automazione; protagonisti di questa decima edizione anche cloud, IoT, intelligenza artificiale e Big Data.

DIGITAL BANKING SUMMIT LIVE

quando: 8-9 ottobre in streaming

perché partecipare:

l’evento di The Innovation Group (Tig) presenterà tendenze, dibattiti e testimonianze sulla trasformazione tecnologica delle banche.

DIGITAL ITALY SUMMIT

dove: Centro Congressi Fontana di Trevi, Roma e in streaming

quando: 19-20-21 ottobre

perché partecipare: Tig radunerà rappresentanti delle istituzioni, della politica e della Pubblica Amministrazione per parlare della trasformazione digitale italiana.

FUTURE MOBILITY EXPOFORUM

dove: Centro Congressi Lingotto, Torino

quando: 20-21 ottobre

perché partecipare: saranno due giornate di convegni dedicati alla mobilità condivisa, sostenibile e alternativa, tra innovazioni di design, componenti e servizi.

SMAU MILANO

quando: 20-21 ottobre

perché partecipare: è un appuntamento storico, il principale dell’anno per Smau, ed è la migliore occasione per conoscere le novità dei vendor Ict e una selezione di startup.

ITALIA 5G

dove: Spazio Novecento, Eur, Roma

quando: 28-29 ottobre

perché partecipare: si parlerà delle tecnologie, delle questioni di sicurezza e delle strategie nazionali per il lancio dei nuovi servizi di rete mobile di quinta generazione.

SMART MANUFACTURING SUMMIT LIVE

quando: 16 settembre in streaming

perché partecipare: quello di Tig è il primo evento progettato per far incontrare i Cio, gli IT manager e gli altri interlocutori coinvolti nei processi d’innovazione della manifattura.

In vista di possibili variazioni di data, suggeriamo ai lettori di consultare i siti Web degli organizzatori.

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