Technopolis 44

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IN EVIDENZA

l’analisi

PASSARE DALLA TEORIA AI FATTI PER UN PAESE DIGITALE Nel “Digital Italy Summit 2020” di The Innovation Group, l’appello alla collaborazione e all’interconnessione tra Paesi e tra pubblico e privato.

Tre giorni di confronto, 14 sessioni, 30 ore di diretta streaming con oltre 130 relatori e più di 900 spettatori. Bastano i numeri a descrivere il successo dell’edizione 2020 di “Digital Italy Summit”, organizzata in forma ibrida e poi convertita in “total digital” in extremis a causa del Dpcm emanato domenica 18 ottobre. Ma i numeri non dicono una cosa importante. Non dicono che quest’anno, ancora più che nelle altre edizioni, l’evento è stato un vero e unico momento di confronto tra tutti i leader dell’italia digitale: ministri, amministratori delegati, responsabili delle organizzazioni più coinvolte nella trasformazione del nostro Paese hanno risposto all’appello di The Innovation Group per discutere di come realizzare questo ambizioso ma indispensabile progetto. Non per niente la “call to action” pensata da Roberto Masiero, presidente di Tig e padre del Digital Italy, era “Execution: l’innovazione digitale del Paese. Dai piani ai fatti.” Ha aperto i lavori lunedì 19 il Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano, che tra le altre cose ha messo l’accento sulla necessità di operare in modo interconnesso tra settori e Paesi diversi, oltre a stimolare la crescita del “capitale umano”, che in Italia deve colmare un gap con le nazioni più avanzate per poter efficacemente supportare il cambiamento. Anche il professor Carlo Alberto Carnevale Maffè ha sostenuto

Roberto Masiero

l’importanza di una crescita e di un percorso omogenei, almeno in Europa: “Il digitale è come il socialismo, non si può costruire in un solo Paese”, ha detto, usando una delle sue apprezzate ed efficaci metafore. Una nota di ottimismo, anche se con prudenza e con il consueto rigore per le cifre, è arrivata da Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo, che ha mostrato come la ripresa industriale in Italia sembri più forte rispetto a quella di altri Paesi e ha messo in evidenza il ruolo fondamentale della Pubblica Amministrazione come trigger della risalita (prevista comunque in tempi molto lunghi), ovviamente utilizzando nel modo giusto il fondo Next Generation Eu. Una reazione, quella alla pandemia, che per Enrico Giovannini, economista e docente all’Università di Tor Vergata, dovrebbe diventare sistemica in tutta Europa, in previsione di altri shock che

potrebbero colpire l’economia e la società. Un concetto molto vicino a quello di resilienza, che coinvolge non solo gli aspetti tecnologici ma anche quelli organizzativi dell’intera struttura delle imprese e della Pubblica Amministrazione. A proposito di energie, secondo JeanBernard Auby, professore emerito della Science Po Paris, le smart city sono la base su cui ricostruire un’idea di società digitale e intelligente, facendo molta attenzione però alle interconnessioni tra infrastrutture. Il fattore umano è stato, infine, il focus dell’intervento di Sabino Cassese, giurista e giudice emerito della Corte Costituzionale, secondo cui l’inerzia all’interno della PA è l’ostacolo principale alla trasformazione. Un’inerzia che però, secondo Cassese, potrebbe essere vinta ricorrendo alle stesse “energie positive” già esistenti all’interno dell’apparato statale. La prima giornata del “Digital Italy Summit” è stata chiusa dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, che ha ribadito il ruolo centrale delle competenze (già in parte presenti nei gangli della PA) che possono essere incentivate a crescere da un più intenso dialogo tra pubblico e privato. Emilio Mango Sul prossimo numero di Technopolis il racconto più dettagliato e la sintesi delle altre giornate di lavoro del Digital Italy Summit.

NOVEMBRE 2020 |

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