Technopolis 44

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CYBERSECURITY

LE NUOVE PRIORITÀ DEL LAVORO SMART Nella nuova quotidianità del post pandemia, le aziende hanno bisogno di ripensare al modo in cui difendono i propri dati e le proprie reti.

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a trasformazione dei modelli di lavoro, con il generale ricorso allo smart working a partire dall’inizio della pandemia di covid-19, ha avuto conseguenze pesanti in termini di utilizzo di tecnologie digitali. Ma non solo: sta comportando un importante ripensamento delle priorità in termini di cybersecurity. Il lavoro da casa, spesso organizzato facendo ricorso a strumenti personali, ha richiesto un ripensamento delle misure di sicurezza, ripensamento improntato però il più possibile a garantire una buona user experience. Produttività, semplicità d’uso

e sicurezza hanno dovuto andare avanti di pari passo, in modo da non sacrificare ulteriormente le condizioni di lavoro delle persone, già provate da una situazione fuori dall’ordinario. In un contesto in cui gli accessi avvenivano in gran parte da remoto e con strumenti e i dati spesso posizionati in cloud, si è potuto verificare che i vecchi paradigmi della sicurezza tradizionale non avrebbero più funzionato. Ecco quindi uno spostamento d'interesse verso ambiti come l’autenticazione multifattore, l’endpoint security, le soluzioni anti-phishing, ovviamente le

L’IGNORANZA A VOLTE È IL PRIMO RISCHIO Mobile phishing, chi era costui? Si pone questa domanda senza saper rispondere ben il 43% dei dipendenti d’azienda, facendo la media sui 1.200 interpellati in un recente sondaggio di MobileIron, condotto in Regno Unito, Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda. Lo studio, titolato “Everywhere Enterprise", si è focalizzato sugli effetti dei lockdown sulle aziende con particolare riferimento alle modalità e agli strumenti del lavoro da remoto, ma ha anche indagato il fenomeno del phishing. Un tipo di attività cybercriminale che nel 2020 ha approfittato alla grande

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NOVEMBRE 2020

delle paure della gente, delle curiosità e del bisogno di informazioni sul coronavirus. Ebbene, il 72% degli intervistati ha detto che smartphone e tablet sono stati strumenti importanti per garantire la produttività durante i periodi di forzata lontananza dall’ufficio. Una significativa percentuale, il 43% appunto, non ha però saputo dire che cosa sia il mobile phishing. Preoccupante, inoltre, è un altro fatto: un terzo dei dipendenti considera la sicurezza informatica come una “bassa priorità”, nonostante il diffuso ricorso allo smart working aumenti oggettivamente il rischio di violazioni e furti di dati aziendali. V.B.


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