ITALIA DIGITALE
NEXT GENERATION ITALIA: UN PIANO DA RISCRIVERE? Anche l’ultima bozza del Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “Next Generation Italia”, presentata lo scorso 13 gennaio, in pratica l’ultimo respiro del Governo Conte, non ha suscitato grandi entusiasmi.
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ario Calderini, Professore del Politecnico di Milano, l’ha definito “un documento composto ed educato, ma sicuramente non brillante, …totalmente anaffettivo, sideralmente distante da un’idea di società attiva, partecipe e protagonista su cui riporre la fiducia». Fabrizio Barca, Economista e Presidente del Gruppo Coordinamento del Forum Disuguaglianze Diversità, ha rilevato che «La prima grave lacuna è il fatto che la maggioranza dei progetti è priva dell’indicazione dei risultati attesi (in termini dei benefici per la popo24 |
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lazione)”. Giovanni Tria, ex Ministro dell’Economia, ha espresso un giudizio ancor più articolato. Secondo lui il piano descrive principalmente bisogni e non progetti; l’allocazione delle risorse non deriverebbe tanto dalla selezione dei progetti in base al al rendimento atteso in termini di benefici e risultati chiaramente definiti, ma più che altro si tratterebbe di una ripartizione di risorse disponibili; mancherebbe un progetto industriale complessivo, in cui gli investimenti pubblici possano servire a incrementare gli investimenti privati per alimentare la crescita necessaria a finan-
ziare il pagamento del debito; e infine, dopo sette mesi non si sarebbe ancora capito chi dovrebbe fare che cosa. Insomma tutto bene, solo che il Piano non è un piano. Mancano obiettivi precisi, milestone chiaramente definite, chiara definizione delle responsabilità. E allora spetterà al Governo Draghi riscrivere questo Piano ovviando alle carenze della bozza precedente. Dopo la “pars destruens”, la “pars construens”: che cosa ci aspettiamo dal “Nuovo Pnrr”? Alfonso Fuggetta, Ceo Cefriel, in particolare è intervenuto a una recente Web