Technopolis 52

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ITALIA DIGITALE

IL DIGITALE RESISTE ALLE AVVERSITÀ Nonostante l’inflazione e la revisione delle agende politiche imposta dalla crisi bellica, quest’anno gli investimenti in Ict nazionali cresceranno ancora, sfiorando gli 82 miliardi di euro di valore.

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opo due anni di pandemia, il sistema economico europeo è stato travolto da un altro terremoto, di differente natura. Il conflitto russo-ucraino ha determinato non solo un disastro umanitario ma anche l’urgenza di rivedere le politiche energetiche e la destinazione di investimenti che, su base europea e nazionale, avrebbero dovuto imboccare altre strade. Transizione ecologica, trasformazione digitale e parità di genere non possono però essere messi nel cassetto, come slogan già passati di moda: sono, invece, i pilastri su cui dovrebbe reggersi l’idea di società non solo pacifica ma sostenibile, egualitaria e “smart”, a cui punta, con suoi 17 obiettivi, l’Agenda 2030 dell’Onu. E a cui punta anche, su scala più piccola, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del governo italiano. Ma quanto, realisticamente, potremo andare avanti come da programma, nonostante la crisi geopolitica? E il digitale che ruolo avrà? “L’Europa sconta alcuni errori, come quello di essere poco indipendente dalle forniture russe, ma abbiamo 24 |

MAGGIO 2022

sempre pensato che fare commercio con la Russia significasse mantenere la pace”, ha dichiarato Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo, in occasione di un evento organizzato da The Innovation Group a Milano. La guerra, ha spiegato, si riflette in particolare sugli investimenti, sugli scambi commerciali e soprattutto sul forte rialzo del prezzo dell’energia, che determina inflazione. “Stimiamo per l’economia italiana una crescita del 3% per il 2022, dato inferiore al 4% previsto prima della guerra, e dell’1,6% per il 2023. L’inflazione sarà al 6,2% quest’anno e al 2,5% l’anno prossimo”, ha detto De Felice. “Siamo stati abituati a vedere la nostra vecchia Europa pigra, lenta, non sempre capace di prendere le giuste decisioni di fronte agli shock esterni”, ha proseguito De Felice. “Con la reazione alla pandemia e il piano Next Generation Eu, qualcosa di buono l’ha fatto. Che cosa succederà ora? Credo che gli investimenti energetici debbano aumentare, bisognerà vedere se saranno portati avanti a livello nazionale o internazionale”.

Il digitale non è in una bolla

Sul legame fra digitale e transizione ecologica è intervenuto Luciano Floridi, professore di filosofia ed etica dell’informazione dell’Università di Oxford, autore del saggio Green & Blue. “Che cosa significa parlare di verde e di blu in un mondo dominato da tensioni geopolitiche, inflazione e crisi del commercio?”, ha detto. “Bisogna smettere di pensare al digitale come se fosse un tema di comunicazione. Per molti anni non abbiamo capito che con il digitale stavamo costruendo un nuovo ambiente. Ma questo ambiente digitale come si collega con quello ordinario delle città, delle piazze, dell’ufficio, delle abitazioni, della guerra in Ucraina? Sarebbe un errore considerarli come spazi separati, privi di connessioni tra loro. Siamo costantemente nell’infosfera, uno spazio unificato che è fatto anche di carri armati così come di videogiochi che in pochi giorni hanno raccolto in supporto dell’Ucraina una quantità di fondi superiore a quella mobilitata da qualsiasi altro soggetto”. A detta di Floridi, se il mercato digitale crea polarizzazione (di ricchezze, potere, accesso alle infor-


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