Networking EXECUTIVE ANALYSIS | Networking
LE RETI AZIENDALI SI ADATTANO ALL’IBRIDO L’irruzione del lavoro remoto, la migrazione verso il cloud e i cambiamenti organizzativi nelle aziende stanno influenzando l’evoluzione delle modalità di connessione e accesso ai sistemi IT. Il 2020 ha portato con sé una pandemia che nessuno avrebbe voluto, ma è stato per molti versi anche il punto di svolta per processi innovativi che hanno coinvolto le reti aziendali, inizialmente per assicurare a tutti i dipendenti la possibilità di lavorare da remoto, ma anche di interagire e collegarsi senza degrado di qualità da qualunque location. Entrati nel terzo anno della “nuova era”, quale scenario si sta delineando? La “Digital Business Transformation Survey 2022” di The Innovation Group evidenzia come in Italia stia prendendo piede la modalità di lavoro ibrido immaginata come naturale sbocco dell’uscita dalla fase emergenziale della pandemia. Per il 2022, infatti, il 50% delle aziende prevede una diminuzione del peso dello smart working, ma solo il 16% intende ritiene di poter ritornare a un organico operativo in sede al 100%. Il 38%, in particolare nel mondo dei servizi, dei media e dell’Ict, prevede di non variare l’equilibrio organizzativo raggiunto. Un cammino iniziato
La convergenza del mondo digitale e fisico e le interazioni, ora più strette, tra le persone e i loro dispositivi mobili stanno facendo emergere sistemi incentrati sull’utente e paradigmi di rete diversi, in cui il comportamento umano diventa un fattore chiave nella progettazione di protocolli informatici e di networking. L’attuale paradigma, incentrato sull'in40 |
MAGGIO 2022
frastruttura, non appare più corretto per far fronte allo scenario emergente. Il passaggio apparentemente inevitabile è verso un modello people-centric, nel quale gli esseri umani e i loro dispositivi personali non sono visti solo come utenti finali, ma diventano elementi attivi di un traffico spostato su Internet. Su questi temi Technopolis ha costruito una ricerca qualitativa cross-settoriale, che ha coinvolto una quindicina di aziende di grandi e medio-grandi dimensioni. L’iniziativa ha voluto approfondire l’impatto dei cambiamenti generati dalla fase pandemica, lo stato di avanzamento dei processi di virtualizzazione e migrazione al cloud, l’adozione di nuovi modelli di sicurezza soprattutto di tipo cosiddetto “Zero Trust” (nel quale si eseguono verifiche continue sull’identità e sui privilegi di accesso da concedere). Come già accennato, per capire l’evoluzione infrastrutturale delle aziende non si può non partire dagli effetti della fase emergenziale scattata nel 2020, che ha portato al successivo consolidamento del lavoro ibrido. Quasi tutte le realtà coinvolte nella ricerca hanno affrontato il lockdown e la conversione repentina e massiccia al lavoro remoto con cognizione di causa, efficienza e, quindi, ripercussioni quasi nulle sull’operatività del business. A misure di potenziamento delle Vpn e della banda utilizzata si sono aggiunte misure di sicurezza in accesso, a partire dall’autenticazione multifattoria-
le. Quest’ultima evoluzione solo in poche realtà era già stata adottata su larga scala, mentre nella maggior parte dei casi era pianificata su tempi medi o addirittura fuori dalla programmazione evolutiva già definita per gli anni successivi. I percorsi d’innovazione delle reti
Ci sono comunque due ambiti che, proprio a partire dall’inizio della fase pandemica, hanno subìto una forte accelerazione: la migrazione verso il cloud e dell’adozione di tecnologie Sd-Wan (cioè software-defined Wan, reti locali gestite in base a regole dinamiche). Nel primo caso, dobbiamo riferirci a realtà che, in linea di massima, avevano già effettuato una scelta di campo, in diversi casi però limitata ad alcune tipologie di applicazioni. Un po’ diverso è lo scenario se si esamina il tasso di adozione di una vera e propria cloud strategy. Per molte realtà, soprattutto nel campo del finance o del retail, qui non si tratta della semplice decisione di intraprendere un percorso di tipo lift & shift, ma di adottare una visione di lungo termine. La sicurezza resta un elemento destabilizzante in qualche contesto, ma sono i costi (talvolta stimati superiori a quelli dell’on-premise), una certa carenza di competenze interne e i cambiamenti organizzativi a consigliare un passaggio ben strutturato, anche a discapito della velocità di esecuzione. Sul fronte della migrazione verso tecnologie SD-Wan, in diverse aziende il