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TRADIZIONE E TRASFORMAZIONE VANNO A BRACCETTO

L’azienda lodigiana ha trasformato il proprio modo di lavorare grazie al supporto di Insight, autore del progetto, e al cloud di Microsoft Azure.

Con i suoi packaging ben riconoscibili, i metodi di lavorazione tradizionali e la qualità delle materie prime usate, L’Erbolario è un punto di riferimento per chi ama la cosmesi e la cura del corpo. Nato a Lodi nel 1978 da una piccola azienda artigiana, il marchio oggi ha conservato nei propri prodotti e metodi una sua artigianalità, nonostante i grandi volumi distribuiti in una rete composta da 190 negozi diretti e cinquemila punti vendita affiliati in tutta Italia, senza contare i molti clienti internazionali e il sito di e-commerce. Un’organizzazione di questo tipo negli ultimi anni ha obbligato L’Erbolario a cogliere nuove sfide tecnologiche. In particolare, con il primo lockdown del 2020 la quotidianità dell’azienda è stata rapidamente stravolta: l’impossibilità di recarsi in ufficio impattava non solo sulle attività di produzione, ma anche sulla gestione dei dati. Permettere al personale di collegarsi da casa era in quel momento una necessità contingente, da cui però è nata una trasformazione più ampia verso un modo di lavorare più flessibile, moderno e collaborativo, non meno sicuro. L’azienda lodigiana, dunque, ha voluto creare una infrastruttura cloud al passo con i tempi e per far ciò si è rivolta al suo partner tecnologico di fiducia. “Insight era il nostro fornitore software di riferimento”, racconta Fabrizio Dal Passo, responsabile sistemi e sicurezza IT di L’Erbolario. “Qualche anno fa però abbiamo capito di aver bisogno di un servizio di consulenza più stretto, più approfondito e che richiedesse una conoscenza particolare della nostra realtà. Insight è stata capace di aiutarci, conoscerci e fornire quelle soluzioni che sarebbero state strategicamente importanti, soprattutto per quanto riguarda il lavoro remoto, la sicurezza in quell’ambito e la procedu-

LA SOLUZIONE

L'Erbolario ha adottato il cloud di Microsoft Azure e le applicazioni di Office 365 (inclusa Teams), in abbinamento alle tecnologie di Active Directory Azure App Proxy e autenticazione multi-fattore per l’accesso remoto sicuro. L’uso di Azure Functions e le attività di SQL Consolidation hanno permesso di svolgere nel cloud alcune attività di data processing. ralizzazione delle attività svolte”. Insight ha dunque creato e configurato un ambiente IT nel cloud di Microsoft e un tenant Office 365 per L’Erbolario, ma ha anche aiutato l’azienda a progettare un percorso di trasformazione digitale. Grazie a desktop remoto, Active Directory in cloud e autenticazione multi-fattore sono state create le condizioni per uno smart working produttivo, efficace e anche sicuro. Il reparto IT, peraltro, ha potuto ottenere maggiori possibilità di controllo e maggiore visibilità su dati e applicazioni. “A valle del progetto, abbiamo ottenuto grandi cambiamenti in azienda”, assicura Dal Passo. “Abbiamo iniziato a lavorare in remoto, cosa che prima spaventava l’azienda e che invece adesso viene vista come un’ottima opportunità di lavoro. Abbiamo migliorato la sicurezza e permesso ai colleghi di interagire molto meglio con i propri uffici grazie alle tecnologie di Teams. Insight in questo ci è sempre stata a fianco, permettendoci un’ottima governance di tutti i sistemi introdotti”. Inoltre l’attività di scaffolding sull’infrastruttura di Azure ha permesso di implementare le Virtual Network che sono alla base anche di diversi progetti futuri riguardanti per esempio Azure Functions e Power BI. “Il fatto che questa partnership abbia portato a conoscerci profondamente, porta Insight a proporre progetti che siano compatibili con le nostre esigenze e noi a seguirli in totale fiducia”, sottolinea Dal Passo.

SICUREZZA, PERNO DELLA RICERCA SCIENTIFICA

L’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale, parte del Crn, ha bisogno di potenza di calcolo, connettività veloce e cybersicurezza. Obiettivi raggiunti anche grazie a Palo Alto Networks.

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) è il più grande ente pubblico di ricerca italiano e oggi conta su uno staff formato da oltre 8.500 persone, per il 63% ricercatori. La struttura opera nell'ambito di una rete che include oltre 100 istituti di ricerca e 224 laboratori distaccati. Uno di questi è l'Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale (Imaa), che si avvale nel proprio lavoro di tecnologie di osservazione della Terra da satellite, da aereo e dal suolo, finalizzate allo studio dei cambiamenti che avvengono nei processi ambientali e geofisici. La tecnologia è alla base di quasi tutti gli aspetti delle attività del Cnr-Imaa ed è pertanto necessario che il data center dell'istituto disponga di un'infrastruttura per la sicurezza di rete ad alta velocità, scalabile e flessibile, con configurazione high availability. La partecipazione al programma di ricerca paneuropeo Actris, che studia le condizioni atmosferiche nei componenti climatici temporanei, riflette questa esigenza. Il data center dell’istituto, infatti, si occupa della raccolta, dell’analisi, dell'accesso e del provisioning dei dati di rilevamento remoto dell'aerosol per Actris provenienti da una trentina di siti in tutto il Continente. Le informazioni ottenute sono rese disponibili attraverso vari portali di ricerca. I dati vengono forniti in near real time a Cams, il servizio di monitoraggio atmosferico di Copernicus. “Actris è solo uno dei numerosi servizi di ricerca esposti su Internet”, spiega Ermann Ripepi, head of infrastructure and networks di Cnr-Imaa. “La mia missione è proteggere l’infrastruttura del data center da attacchi esterni e interni. La nostra rete è basata su una Evpn-Vxlan Ip Fabric e tutti i servizi sono eseguiti in un ambiente Vmware virtualizzato. Ecco perché dobbiamo proteggere sia il traffico nord-sud che quello est-ovest tra le varie zone di sicurezza”. In termini di infrastruttura tecnologica, l’istituto gestisce più di 2 petabyte di storage e 2.000 computing core interconnessi grazie a una rete resiliente ad alta velocità, scalabile e a bassa latenza (2x100 Gbps per ogni collegamento). Per contrastare efficacemente gli attacchi informatici diretti al data center, è stato pertanto necessario stabilire vari requisiti che hanno improntato la scelta della nuova piattaforma per la sicurezza della rete e tra questi si possono citare la prevenzione del furto di credenziali, la definizione di policy dinamiche

LA SOLUZIONE

Cnr-Imaa utilizza quasi per intero la suite Palo Alto Networks di servizi di sicurezza distribuiti tramite cloud (Cloud-Delivered Security Services) e si avvale di GlobalProtect come gateway Von per la protezione dell'accesso remoto. Viene utilizzato anche AutoFocus come servizio di threat intelligence basato sul cloud. La standardizzazione della piattaforma connessa nel data center avvicina l’istituto a una strategia Zero Trust. per carichi di lavoro virtuali altrettanto dinamici e l’utilizzo dell’automazione integrare la sicurezza e prevenire minacce in rapida evoluzione. Il Cnr-Imaa ora dispone di una soluzione Palo Alto Networks completa basata su due Ml-Powered Ngfw in un cluster ad alta disponibilità (HA) con doppio uplink 40 Gbps per ogni dispositivo. “I nostri firewall sono configurati in modalità attiva/passiva per garantire l’alta disponibilità”, descrive Ripepi. “Nell’improbabile eventualità di guasto di uno dei dispositivi attivi o durante le operazioni di manutenzione, il traffico si sposta automaticamente sul dispositivo passivo, garantendo la continuità delle attività”. Il Livello 7 e la visibilità delle applicazioni consentono inoltre a Ripepi di identificare e filtrare policy, servizi e applicazioni.

IN VIAGGIO CON IL CLOUD VERSO UN FUTURO PIÙ GREEN

La holding attiva nella gestione di reti autostradali e aeroporti ha ottenuto maggiore agilità grazie all’offerta Rise with Sap in combinazione a servizi di Aws.

Le sue radici affondano negli anni Cinquanta, e da allora attraverso acquisizioni e rebranding Atlantia è arrivata fino a un presente fatto di 21mila dipendenti, quasi diecimila chilometri di autostrade a pedaggio e cinque scali aeroportuali gestiti, in Italia e all’estero. Anche dopo la cessione di Autostrade per l’Italia, Atlantia continua a essere un colosso delle infrastrutture di trasporto presente in undici Paesi. Ed è anche un’azienda che ha cercato di trasformare i propri processi e attività attraverso la tecnologia, come dimostra il recente progetto di migrazione in cloud, teso a ottenere maggiore scalabilità e agilità e a semplificare la gestione dell’ambiente IT. La scelta è ricaduta su Rise with Sap, l’offerta di Sap che racchiude soluzioni tecnologiche (per esempio Erp, database, analytics) con servizi di supporto, benchmark e pratiche di settore. L’obiettivo è quello di facilitare la migrazione in cloud con un progetto completo, calato nell’ambito di riferimento e scalabile in qualsiasi momento. Per la propria migrazione in cloud, Atlantia ha adottato questa offerta in combinazione con risorse di Amazon Web Services (Aws), dal momento che già in precedenza si appoggiava a questo fornitore. “Rise with Sap risponde perfettamente alle esigenze di Atlantia”, spiega il chief information officer della società per azioni, Angelo Spalluto, “perché ci consente di non doverci focalizzare sull’infrastruttura ma di occuparci di piccole modifiche a livello applicativo. Inoltre, la combinazione con Aws si è dimostrata da subito un fattore vincente, che non ha creato alcun problema a livello infrastrutturale, permettendoci di adottare un ambiente completamente in cloud, demandando all’esterno tutto l’aspetto di gestione e manutenzione. Grazie al supporto di Sap e Aws siamo riusciti ad andare live in tempi molto più brevi rispetto a quelli preventivati, con un vantaggio non trascurabile in termini di time-to-market ed economici”. Dal go live della nuova infrastruttura, Atlantia ha potuto beneficiare da subito di nuovi processi di business, adattandoli alle esigenze di tutte le società controllate, a quelle dei propri fornitori e degli enti pubblici con cui si interfaccia. “Il miglioramento dal punto di vista dello snellimento dei processi aziendali è stato

LA SOLUZIONE

Atlantia ha realizzato la propria migrazione tecnologica in cloud attraverso l’offerta Rise with Sap e appoggiandosi a risorse infrastrutturali di Amazon Web Services (Aws), già suo fornitore di riferimento. notevole”, aggiunge Spalluto. “Abbiamo rivisto e ottimizzato il modo in cui lavoriamo tutti i giorni e soprattutto destinato più tempo alla gestione della componente applicativa che richiede maggiore attenzione e sforzo da parte del nostro team IT”. Accanto ai vantaggi di efficienza e quotidiana gestione, va citata la spinta verso obiettivi di sostenibilità. “Atlantia ha sviluppato la sua infrastruttura IT su Aws considerando la disponibilità dei data center della nostra Regione Aws Europe (collocata a Milano) in Italia e la strategia comune di sostenibilità nelle operazioni”, afferma Carlo Giorgi, managing director di Amazon Web Services Italy. “Le aziende in Europa possono ridurre il consumo di energia di quasi l’80% migrando i loro carichi di lavoro di calcolo dai data center on-premise ad Aws. Le aziende, inoltre, potrebbero potenzialmente ridurre ulteriormente le emissioni di carbonio derivanti da un carico di lavoro medio fino al 96%, una volta che Aws raggiungerà il suo obiettivo di essere alimentata al 100% da energia rinnovabile”. Un traguardo che la multinazionale punta a raggiungere entro il 2025. “Con Aws condividiamo l'impegno verso l’ambiente”, sottolinea Spalluto. “Per questo siamo entrati a far parte del Climate Pledge, impegnandoci a raggiungere zero emissioni nette di CO2 entro il 2040, con dieci anni di anticipo rispetto agli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi”. Nel 2021 l’azienda ha ridotto del 14% le proprie emissioni di CO2 dirette e, sul totale dell’energia utilizzata, è arrivata a una quota del 32% di rinnovabili.

IL MONDO DELLA SANITÀ S’INTRECCIA CON IL DIGITALE

I portali Web realizzati con Liferay e Reply hanno messo a disposizione dei pazienti diversi servizi self-service di monitoraggio delle terapie, di prenotazione e di acquisto.

Nel complesso mondo della sanità, le tecnologie mediche e biotecnologiche sempre più si intrecciano con quelle digitali. Ne è esempio Gruppo Sol, storica realtà italiana nata nel 1927, oggi multinazionale, che produce ossigeno medicinale e altri gas tecnici, servizi e impianti. La sua controllata Vivisol, fondata nel 1986, eroga prestazioni sanitarie (assistenza domiciliare e telemedicina) e terapie ad alta complessità tecnologica (ossigenoterapia, ventiloterapia, aerosolterapia, nutrizione artificiale) a più di mezzo miliardo di pazienti nel mondo. L’azienda può contare su una squadra di duemila addetti, fra tecnici specializzati e operatori sanitari, divisi tra Europa, Turchia, Brasile e Cina. Per rispondere al meglio ai propri clienti e partner, Vivisol ha voluto sviluppare una piattaforma digitale che comprendesse i siti istituzionali della società ma anche una serie di portali self-service rivolti a pazienti, medici e personale del sistema sanitario. La scelta è approdata sulla Digital Experience Platform (Dxp) di Liferay, una piattaforma basata su tecnologia open-source con cui è possibile realizzare siti Web o altri prodotti rivolti a clienti, fornitori, partner o dipendenti. Per la realizzazione del progetto è stata coinvolta Open Reply, società del gruppo Reply specializzata (come il nome suggerisce) in consulenza e creazione di soluzioni basate su open-source. “Abbiamo scelto Liferay come tecnologia”, racconta Giulio Fumagalli Romario, presidente di Vivisol, “perché sapevamo bene che le potenzialità della Dxp, unite all’esperienza di Open Reply, avrebbero potuto aiutarci ad accelerare il nostro progetto di trasformazione digitale, sviluppando una piattaforma in grado di rispondere alle necessità di comunicazione e trasparenza di Vivisol nei confronti di tutti i portatori di interesse interni ed esterni all’azienda”. La prima fase del progetto si è focalizzata sulla realizzazione e sull’avvio di alcuni siti Web di carattere informativo, cioè il sito corporate e quelli delle società Vivisol presenti sul territorio italiano e all’estero. Inoltre è stato rilasciato sul Web il portale attraverso cui i pazienti che usano tecnologie di Vivisol potranno accedere per monitorare i parametri della propria terapia, seguire lo stato delle attività e interagire direttamente con il centro clinico remoto Vivisol (tramite il team di supporto pazienti di riferimento). Grazie alla piattaforma, ospitata nativamente su Liferay Dxp Cloud, gli utenti possono in autonomia controllare le terapie e i servizi fruiti, ma anche prenotare prestazioni

LA SOLUZIONE

Liferay Dxp (Digital Experience Platform) è una piattaforma open-source che permette di creare esperienze personalizzate per clienti, fornitori, partner e dipendenti aziendali. È utilizzabile per realizzare siti di e-commerce B2B, portali cliente, Intranet, piattaforme di integrazione per applicativi e ambienti diversi.

Foto di Darko Stojanovic da Pixabay

e acquistare prodotti. “Per Open Reply, aver preso parte alla prima fase di questo progetto di Digital Transformation al fianco di Vivisol è motivo di grande orgoglio”, commenta Nicola Scarmozzino, partner di Open Reply. “Abbiamo contribuito a dotare il sito della country Italia di un’area riservata, migliorata sia nelle funzionalità sia nella user experience, con un portale che consente a pazienti, medici e istituzioni di avere accesso a tutte le informazioni sulla propria terapia e di gestire i propri servizi. Questo traguardo è il primo di una serie di passi che nei prossimi mesi porteranno Vivisol a migliorare sempre più l’esperienza digitale dei propri clienti, sia in Italia sia in altri Paesi, grazie al supporto del nostro team e all’efficace collaborazione con Liferay”.

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