Il Castello di Maletto. Dal rilievo integrato alla fruizione virtuale del territorio
Nel medesimo periodo, inoltre, si è realizzata la complessa rimozione della colata lavica del 16698; si è scavato in profondità per quasi 13 metri, sebbene il basalto sia uno dei materiali più duri, preservando allo stesso tempo le mura, sommerse e cristallizzate dalla colata lavica, e le ulteriori testimonianze storiche pian piano rinvenute. Questa grande opera, secondo quanto affermato dall’assessore ai Beni culturali, allora in carica, Nicola Leanza, ha restituito a Catania “un luogo straordinario, probabilmente unico al mondo, dove sarà possibile creare eventi e manifestazioni anche di rilevanza nazionale”.
I.1.2 La disposizione architettonica Il castello si presenta come un grande blocco quadrato monolitico, in pietra lavica, delle dimensioni 50 x 50 e dagli spessori murari di 2,50 metri per gli esterni, 2 metri per gli interni. La rigida continuità del perimetro è rotta dall’inserimento di torrioni angolari di forma circolare fuoriuscenti dal filo della facciata e maggiormente slanciati in altezza, oltre che da due torri poste a metà dei lati nord ed ovest ribassate rispetto ai prospetti (Fig. 3). La superficie della facciata risulta quasi totalmente priva di aperture, in particolare sul fronte settentrionale, soluzione adottata per evitare eventuali invasioni dalla parte più esposta alla terraferma. Pertanto la luce penetra dall’atrio centrale sul quale si affacciano tutte le finestrature realizzate a contrasto in materiale calcareo, quattro al piano superiore (due per semifacciata), mentre per le torri si spargono numerose feritoie. L’ingresso, posto sul fronte nord-ovest, è costituito da una porta archiacuta affiancata a destra da un’edicola contenente la scultura di un’aquila, emblema del potere federiciano, con negli artigli inferiori una lepre.
8 Gli interventi sono stati condotti dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Catania, guidata dall’architetto Gesualdo Campo, progettati e diretti dall’architetto Fulvia Caffo, dirigente del servizio per i Beni architettonici, sono stati finanziati con fondi Por Sicilia 2000-2006.
19