Il Castello di Maletto. Dal rilievo integrato alla fruizione virtuale del territorio
Sommario Il presente studio si confronta con una preesistenza dal carattere storicoarcheologico, i resti del castello Svevo – Aragonese di Maletto. Partendo da un excursus dei castelli ricadenti nell’itinerario federiciano dell’Etna, così chiamati perché edificati, o riadattati, sotto l’impero di Federico II, sono stati individuati: la logica costruttiva delle fortezze di questo periodo, le vicende storiche che le videro coinvolte, gli eventi che ne determinarono il crollo o la rovina, indagando fino alle diverse funzioni che assolsero nel corso della storia e al rapporto con l’Etna, perno attorno al quale si configura il sistema. Individuato il panorama generale, si è scesi nel dettaglio concentrandosi sull’esempio malettese, nel riordino delle fonti storiche finora raccolte a riguardo, ivi inserite focalizzandosi sulle notizie inerenti alla costruzione del castello e alle vicende che lo coinvolsero, determinando modificazioni importanti alla comprensione delle odierne fattezze. Passando da una descrizione degli ambienti che lo costituivano prima del crollo ad una constatazione dello stato di fatto, sono stati analizzati i mutamenti più recenti verificatisi sui resti, volgendo l’attenzione sui limiti e sulle potenzialità riscontrabili nell’area. Quindi si è conclusa la fase di analisi studiando il rapporto della preesistenza con il sito della rocca e con il continuo mutare dell’abitato e riflettendo sulla validità della predominante componente panoramica. Il valore identitario e paesaggistico del Castello, infatti, è rimasto immutato nei secoli fino ai nostri giorni. Consequenzialmente ha preso avvio la fase di raccolta ed elaborazione dei dati utili al rilevo dell’area. Questo è stato realizzato tramite il ricorso a due differenti tecnologie, la cui integrazione ha permesso la restituzione quanto più dettagliata dello stato di fatto. Dapprima si è effettuato il rilievo laser scanning 3D, successivamente supportato dal ricorso all’Aerofotogrammetria; i dati ottenuti sono poi stati elaborati ed integrati, interfacciandosi con tutti i software necessari alla resa fedele e attendibile del modello tridimensionale. Infine, il trasferimento del modello tridimensionale in realtà virtuale ha consentito la svolta progettuale del lavoro di tesi, determinando nuove opportunità
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