Inside Art 152

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INSIDEART online

Concert by Moor Mother and Olof Melander on Tuesday, June 13 (Courtesy of Art Basel)

N. 152 | € 2,00


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ADDIO A LUCA MARIA PATELLA

Addio a Luca Maria Patella, artista multimediale lontano da ogni etichetta

Attivo sin dagli anni ’60 è stato un punto di riferimento per lo sviluppo dell’arte concettuale del secondo Novecento

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ADDIO A LUCA MARIA PATELLA


INSIDEART 4

ADDIO A LUCA MARIA PATELLA

redazione

È morto a Roma Luca Maria Patella, uno dei pri-

guaggio e azione sono le colonne portanti di un

mi artisti a condurre ricerche sperimentali usan-

percorso artistico fatto di pensiero e riflessione.

do il multimediale come forma d’arte. Ci lascia

Impossibile etichettare l’arte di Patella, è stato

così uno dei grandi del nostro contemporaneo

tra i primi artisti europei a realizzare una mostra

che fin dagli anni ’60 ha operato in un ampio

come visione di diapositive ed ha anticipato in-

spettro di ricerche sperimentali. Dalla grafica alla

tuizioni tra la Land Art, il “Comportamentismo” e

fotografia, dal libro d’artista al “film-opera” e al

il Concettualismo, pur restando un artista “tota-

video, all’uso del gesto e del corpo nelle per-

le”, autonomo e incatalogabile.

formance, dall’indagine psicoanalitica all’analisi interdisciplinare tra arte e scienza, ha operato

Ha fatto parte del gruppo della Galleria L’Atti-

anche come regista e letterato (saggio, roman-

co di Roma con opere come Ambiente proiet-

zo, poesia).

tivo animato (1966-68) e film quali Terra animata

Il suo uso del linguaggio verbale in tutte le sue

(1967) e SKMP2 (1968). L’attività successiva si è

possibilità espressive, a volte fino alla scompo-

indirizzata soprattutto alla creazione di articolate

sizione in fonemi, ne mostra la complessità dei

installazioni con un’interazione tra i vari linguag-

significati molteplici. Azione e linguaggio, lin-

gi espressivi e la loro complessa simbologia.

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ADDIO A LUCA MARIA PATELLA


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LACHAPELLE E CERUTI ALLA PINACOTECA TOSIO MARTINENGO

LaChapelle e Ceruti per la Pinacoteca Tosio Martinengo, dalla parte degli ultimi

L’immaginario dell’uno incontra l’universo classico dell’altro, in una sinergia museale tra Fondazione Brescia Musei e il Getty Center di LA

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LACHAPELLE E CERUTI ALLA PINACOTECA TOSIO MARTINENGO


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LACHAPELLE E CERUTI ALLA PINACOTECA TOSIO MARTINENGO

redazione

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nengo la serie Jesus is my homeboy (2003),

LACHAPELLE E CERUTI ALLA PINACOTECA TOSIO MARTINENGO

poraneità afflitta dall’aridità relazionale.

accompagnata dall’ultima opera inedita Allestita presso la Pinacoteca Tosio Mar-

Giocando con una smaccata ambivalen-

Gated Community di LaChapelle. Ispirata

Nelle immagini del fotografo americano

tinengo e inserita nel palinsesto di Berga-

za di linguaggi, la mostra curata da De-

alla produzione di Giacomo Ceruti e scat-

si respira una drammaticità che trascen-

mo Brescia Capitale Italiana della Cultura

nis Curti si pone l’obiettivo di strutturare

tata a Los Angeles nel mese di dicembre

de l’aspetto esteriore, spesso carico e

2023, Nomad in a Beautiful Land è una

un’architettura espositiva e itinerante, nella

2022, l’opera rappresenta una messa in

volutamente provocatorio, per calarsi in

mostra fotogafica che s’inserisce all’inter-

quale l’universo classico di Giacomo Ceruti

scena ideologica del sacro e del profano,

una dimensione reale. Gli ultimi assumo-

no del progetto espositivo Miseria & No-

incontra l’immaginario di David LaChapel-

in cui una lunghissima tendopoli, rifugio dei

no le sembianze filosofiche di una chime-

biltà, proponendo un incontro tra l’imma-

le, in una sinergia museale tra Fondazione

senzatetto, affolla i marciapiedi della città,

ra dell’emotività terrena: corpi plastici, ir-

ginario di David LaChapelle e il lavoro di

Brescia Musei e il Getty Center che vede le

colorandosi di opulenza hollywoodiana.

realmente perfetti, portatori di una felicità

Giacomo Ceruti, con uno sguardo rivolto

opere pauperistiche di Ceruti approdare a

Arte classica e fotografia si aprono al dia-

apparentemente insindacabile, espressa

verso gli ultimi.

Los Angeles. Questa sinergia ha permesso

logo, mettendo in campo le loro differenze

da occhi sinceri e inconsolabili allo stesso

di fa arrivare alla Pinacoteca Tosio Marti-

formali allo scopo di scuotere una contem-

tempo. In tutto il suo corpus fotografico,

David LaChapelle, Gated Community, 2022 © David LaChapelle


INSIDEART 10 LACHAPELLE E CERUTI ALLA PINACOTECA TOSIO MARTINENGO

INSIDEART 11 LACHAPELLE E CERUTI ALLA PINACOTECA TOSIO MARTINENGO

David LaChapelle per Giacomo Ceruti, Nomad in a Beautiful Land, installation view, Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia, 2023, photo Alberto Mancini

Giacomo Ceruti, Miseria&Nobiltà, installation view, Museo Santa Giulia, Brescia, photo Alberto Mancini

da Deluge (2006) fino al recente e profetico

contemporaneità. Sulle esagerazioni del

seo italiano. È soprattutto lo strumento di

di Los Angeles, illustra le due subculture

Revelations (2019), passando per Heaven

lusso. Sulle differenze delle classi sociali. È

Fondazione per affrontare un tema capita-

della danza clowning e krumping, esplose

to Hell (2006), LaChapelle s’impegna a ri-

così che nasce Gated community, un rac-

le, quale la marginalità sociale, attraverso

nei ghetti neri della città, distrutti nei giorni

svegliare il pubblico da un torpore castran-

conto potente. Una “messa in scena” cru-

la traduzione simbolica che l’artista mette

dei violenti disordini razziali scaturiti dopo il

te, mostrando come la povertà sia il frutto

dele e sincera, capace di arrivare dritta al

in scena nell’opera Gated community, che

verdetto del caso di Rodney King.

avariato di una società altrettanto malata e

cuore di tutti».

Fondazione gli ha commissionato e che entrerà a far parte delle Collezioni Civiche»,

quindi destinato a restare insito in tutti noi. Il progetto è vincitore di Strategia Fotogra-

parla Francesca Bazoli, presidente Fonda-

«La capacità di sintesi di David LaChapelle

fia 2022, promosso dalla Direzione Genera-

zione Brescia Musei.

mi sorprende sempre», racconta il curatore

le Creatività Contemporanea del Ministero

Giacomo Ceruti, Miseria&Nobiltà, instal-

Curti. «Abbiamo molto discusso di questo

della Cultura, e promosso dal Comune di

lation view, Museo Santa Giulia, Brescia,

progetto e David, all’inizio, ha confessato

Brescia, Fondazione Brescia Musei, Alle-

photo Alberto Mancini

una certa preoccupazione. Quella di essere

anza Cultura, in collaborazione con David

In occasione della mostra, il 21 aprile alle

all’altezza del confronto con Giacomo Ce-

LaChapelle. «Il progetto David LaChapelle

ore 21.00 il cinema Nuovo Eden propone

ruti. Poi la decisione di fare un passo late-

per Giacomo Ceruti. Nomad in a Beautiful

la proiezione del film Rize – Alzati e bal-

rale. I paragoni possono essere devastanti.

Land per Fondazione Brescia Musei non è

la (USA 2005, 86’), il documentario diret-

Ecco allora che nasce l’idea di “costruire”

soltanto la mostra site specific di un mae-

to da David LaChapelle, premiato al Sun-

un pensiero critico forte. Tutto teso sulla

stro della fotografia che lavora per un mu-

dance Film Festival, girato nei sobborghi

David LaChapelle per Giacomo Ceruti Nomad in a Beautiful Land a cura di Denis Curti fino al 10 novembre Pinacoteca Tosio Martinengo - piazza Moretto 4, Brescia tutte le info: bresciamusei.com


INSIDEART 12 SIAMO FORESTA, PARLA GRAZIA QUARONI

Triennale Milano e Fondation Cartier insieme per Siamo Foresta. La parola a Grazia Quaroni

Siamo Foresta: «Una grande sinergia che si trasforma in energia», l’intervista alla direttrice delle collezioni di Fondation Cartier

INSIDEART 13 SIAMO FORESTA, PARLA GRAZIA QUARONI


INSIDEART 14 SIAMO FORESTA, PARLA GRAZIA QUARONI

INSIDEART 15 SIAMO FORESTA, PARLA GRAZIA QUARONI

Camilla Giaccio

Figura di spicco nell’arte contemporanea, Gra-

tier le opere invadono tra gli spazi di Triennale e

schi che la società capitalistica sta affrontando.

D’altra parte, Triennale Milano fondata negli anni

zia Quaroni è la direttrice delle collezioni di Fon-

invitano il pubblico a entrare all’interno di universi

Questo progetto promuove altresì una visione

Venti, è un centro culturale in cui arte e design,

dation Cartier pour l’art contemporain. Impe-

intimi di connessione con la natura e lo spazio

più complessa di una società le cui identità de-

creatività e tecnologia, tradizione e innovazione

gnata nella promozione di artisti provenienti da

sociale racchiuso all’interno della foresta come

gli individui sfumano in un dialogo transculturale

si incontrano per promuovere opere di architetti,

tutto il mondo, il suo approccio curatoriale è vol-

luogo simbolico di ritrovamento di valori e rela-

e interistituzionale. Non a caso, nel corso degli

designer e artisti italiani e internazionali. Come

to a rendere l’arte accessibile a un pubblico più

zioni.

anni la Fondation ha stabilito un rapporto specia-

afferma ancora Quaroni: «La Triennale è da sem-

le con artisti delle comunità indigene provenienti

pre in prima linea su architettura, design, arte, ma

vasto, stimolando riflessioni su tematiche attuali e universali. Il suo impegno per la collaborazio-

L’obiettivo del progetto è di ampliare lo spazio

da tutto il mondo come Huni Kuin e Yanomami

anche fotografia, cinema e teatro. Siamo felici

ne tra istituzioni culturali la rende una delle pro-

dell’arte contemporanea e favorire incontri tra

dell’Amazzonia, e artisti come Nivaklé e Guara-

di contribuire ad arricchire ulteriormente la pro-

tagoniste della partnernship tra la Fondation

diverse culture e allo stesso tempo promuovere

ni del Chaco paraguaiano.

grammazione culturale dell’istituzione riguardan-

Cartier e Triennale Milano. La mostra Siamo

una posizione ambientalista, consapevole dei ri-

te l’arte contemporanea attraverso proposte che

Foresta, inaugurata il 22 giugno 2023 nella sede della Triennale, è uno dei tanti esempi di collaborazione culturale tra le due istituzioni. Unite dal desiderio di sviluppare un programma artistico che rifletta le urgenze politiche, filosofiche e ambientali della contemporaneità, le due istituzioni hanno avviato una partnership nel 2020 basata sulla circolazione di idee. Connesse da valori e interessi comuni, Triennale e Fondation Cartier lavorano alla progettazione di mostre, eventi, workshop e incontri multiculturali, influenzandosi reciprocamente nella programmazione artistica. Come afferma Quaroni: «Non ci sono differenze, solo peculiarità di ciascuna istituzione. C’è una grande sinergia che si trasforma in energia». Con la direzione artistica dell’antropologo Bruce Albert e del direttore artistico della Fondation Cartier, Hervé Chandès, Siamo Foresta riunisce i lavori di ventisette artisti provenienti principalmente dall’America Latina, alcuni dei quali appartengono a comunità indigene. Provenienti dalla collezione della Fondation CarJaider Esbell, Makunaimî cria o espelho universal (Makunaimî creates the universal mirror), 2021. Collezione Jaider Esbell Galleria di arte indigena contemporanea. © Jaider Esbell and Jaider Esbell Galleria di arte indigena contemporanea


INSIDEART 16 SIAMO FORESTA, PARLA GRAZIA QUARONI

INSIDEART 17 SIAMO FORESTA, PARLA GRAZIA QUARONI

nascono sempre da un dialogo e uno scambio

le conoscenze e condividere idee. Attraverso

neità e rappresentare creazioni artistiche sempre

comune. Per la Fondation Cartier è una nuova

questa sinergia, entrambe le istituzioni hanno

diverse e innovative. Per questo siamo felici che

sfida presentarsi al pubblico milanese, esigente,

ampliato la loro portata e raggiunto un pubblico

questa relazione sia così efficace», afferma Carla

attento, informato, cosmopolita». Dedicata a co-

più vasto, contribuendo alla promozione dell’arte

Morogallo, Direttrice Generale della Triennale di

struire rapporti solidi e duraturi con gli artisti da

contemporanea e alla diffusione della cultura a

Milano durante la conferenza stampa di Siamo

oltre vent’anni, Quaroni spiega come la Triennale

livello europeo e mondiale.

Foresta.

rappresenti un nuovo passo, una sfida diversa ri-

Ad esempio, la mostra Nouveau Musée del 2011,

Conclude la curatrice con una visione positiva

spetto alla sede parigina della Fondation Cartier,

curata dalla Triennale di Milano e ospitata dal-

per il futuro di una collaborazione come questa,

accolta dagli artisti con curiosità ed entusiasmo.

la Fondation Cartier, ha presentato una selezio-

basata sulla condivisione sulla trasformazione.

ne di oggetti di design italiano contemporaneo,

«Sono in programma non solo mostre ma anche

Le due istituzioni sono anche impegnate nell’or-

offrendo al pubblico parigino l’opportunità di

conferenze, dibattiti, conversazioni e spettacoli

ganizzione di un dinamico public program che

scoprire l’innovazione e la creatività dell’eccel-

sorprendenti della serie Soirées Nomades, in col-

coinvolge artisti, critici d’arte, curatori e studiosi.

lenza italiana. «In questa reciprocità riusciamo

laborazione con il Teatro di Triennale, altro punto

Queste occasioni hanno favorito stimolanti dia-

a trasferire una passione comune. Il ruolo delle

di forza di questa istituzione. In Triennale, grazie

loghi su temi artistici e culturali contemporanei,

istituzioni culturali oggi è quello di essere una

agli artisti invitati, si continuerà a parlare tutte le

creando un’opportunità unica per approfondire

scuola, intercettare i bisogni della contempora-

lingue».

Milano, con il suo prezioso spazio architettonico,


INSIDEART 18 SIAMO FORESTA, PARLA GRAZIA QUARONI

Siamo Foresta, exhibition view, Triennale Milano, 2023, photo Andrea Rossetti

INSIDEART 19 SIAMO FORESTA, PARLA GRAZIA QUARONI


INSIDEART 20 A ISGRÒ LA CITTADINANZA ONORARIA DI SAN PIER NICETO

A Emilio Isgrò va la Cittadinanza Onoraria di San Pier Niceto: «Se l’arte non suscita domande alla società non serve a niente»

Un gigantesco tir che trasporta una formica, ecco l’opera che Emilio Isgrò ha donato al paese del messinese durante la celebrazione

INSIDEART 21 A ISGRÒ LA CITTADINANZA ONORARIA DI SAN PIER NICETO


INSIDEART 22 A ISGRÒ LA CITTADINANZA ONORARIA DI SAN PIER NICETO

INSIDEART 23 A ISGRÒ LA CITTADINANZA ONORARIA DI SAN PIER NICETO

tore, drammaturgo e intellettuale a tutto ton-

Loredana Ricci

È questa una delle ragioni per le quali il pa-

do è stato celebrato in tutti gli aspetti della

Quando aveva 18 anni Emilio Isgrò ha la-

mai realmente lasciata. «Mi sento siciliano

ese nel messinese di San Pier Niceto, dove

sua attività passata e presente: “Si conferi-

sciato Barcellona Pozzo di Gotto per trasfe-

e milanese insieme», ha affermato in più di

sono nati i suoi nonni e suo padre, gli ha di

sce la Cittadinanza Onoraria all’artista, scrit-

rirsi al Nord e da quel momento, tranne un

un’occasione e, difatti, il suo legame con la

recente conferito la Cittadinanza Onoraria.

tore e drammaturgo Emilio Isgrò – recitano

breve periodo veneziano come responsabile

terra d’origine e gli elementi identitari della

Con una cerimonia solenne, accompagnata

le volontà del Consiglio Comunale, presie-

delle pagine culturali del Gazzettino, vive a

sua formazione attraversano in modo tangi-

da una tavola rotonda nella chiesa di San

duto dalla dott.ssa Chiara Catanese – per

Milano. Nonostante questo la Sicilia non l’ha

bile tanti dei suoi lavori.

Francesco, il 22 luglio l’artista, poeta, scrit-

avere contribuito con le sue opere a diffon-


INSIDEART 24 A ISGRÒ LA CITTADINANZA ONORARIA DI SAN PIER NICETO

dere la cultura, per i numerosi e prestigiosi

Commosse le parole dell’artista che ha così

riconoscimenti, ricevuti in campo nazionale

commentato il riconoscimento: «Quando mi

ed internazionale, ricordando sempre e con

è stata prospettata questa cittadinanza ono-

orgoglio le proprie origini, e per aver man-

raria, l’ho accolta con grande felicità, come

tenuto negli anni un affettuoso legame con

se finalmente mi venisse dato il premio che

la comunità sanpietrina, accrescendone il

desideravo». Al di là degli interventi che

prestigio”. Tra le personalità che hanno par-

hanno toccato diversi aspetti del suo lavo-

tecipato alle celebrazioni Gino di Maggio

ro, il Maestro ha avuto modo di parlare del

(direttore di una prestigiosa fondazione per

rapporto tra l’arte e la società, evidenziando

l’arte contemporanea), Nino Sottile Zumbo

problemi quanto mai attuali che riguardano

(critico d’arte e scrittore, la storica dell’arte

l’abbassamento culturale che progressiva-

Valentina Certo e Antonella Nuccio Presi-

mente sta interessando il nostro paese. «Se

dentessa dell’Associazione Terreforti. A mo-

l’arte non suscita domande alla società – ha

derare l’incontro il giornalista Vincenzo Bo-

affermato – non serve a niente. L’arte può

naventura. A dare il via ai lavori l’Assessore

essere prensile ma bisogna farne buon uso.

alla Cultura Giuseppe Ruggeri ed il Sindaco

È necessario tornare indietro, non verso i

Domenico Nastasi. Nello svolgimento della

localismi, provincialismi ed integralismi del

tavola rotonda sono stati inoltre proiettati al-

passato, ma verso quella dimensione identi-

cuni estratti dal documentario Emilio Isgrò.

taria caratterizzata dall’amore: perché da un

Come cancellare l’inutile, diretto da Guido

piccolo amore nasce una grande fiamma e

Talarico, editore e direttore di Inside Art e

solo amando si produce cultura».

dedicato al maestro Isgrò.

INSIDEART 25 A ISGRÒ LA CITTADINANZA ONORARIA DI SAN PIER NICETO


INSIDEART 26 A ISGRÒ LA CITTADINANZA ONORARIA DI SAN PIER NICETO

INSIDEART 27 A ISGRÒ LA CITTADINANZA ONORARIA DI SAN PIER NICETO

Per l’occasione, Isgrò ha donato un’opera a San Pier Niceto che è stata svelata al pubblico nella piazza Luigi Certo, una scultura viaggiante, a cura di Claudio Lucchesi e Nino Sottile Zumbo. Un camion che parla a chi lo osserva quel linguaggio universale delle cancellature che ha reso l’artista riconoscibile negli anni. «Bisogna far diventare grandi le cose piccole e non piccole le cose grandi – così ha commentato l’artista

nel testo che peraltro cita un altro elemen-

sua vita. Dopo la sosta nel paese siciliano,

mostra Sillogismo del cavallo con 48 cele-

l’intervento – il rapporto tra l’infinitamente

to chiave della sua produzione, le formiche,

l’installazione speciale si dirigerà verso altri

bri cancellature create dagli anni Sessanta a

grande e l’infinitamente piccolo, tra il globo

elemento minimo in continuità con le can-

luoghi ancora sconosciuti.

oggi. Sarà poi in autunno a Roma, al Maxxi,

internazionale del grande mondo e la picco-

cellature, segno mobile che va a occupare

la San Pier Niceto mostra le possibilità di un

lo spazio visivo dei suoi interventi. Si leggo-

Nei prossimi mesi Isgrò sarà al Festivalfilo-

menti, e poi a Milano, a Venezia e ancora in

dialogo». E difatti “Questo veicolo trasporta

no inoltre i nomi di due città Milano e San

sofia a Carpi, dove, dal 16 settembre, sotto

giro per l’Italia.

una formica” si legge in italiano e in inglese

Pier Niceto, due delle principali tappe della

il loggiato di Palazzo dei Pio presenterà la

con la Cancellazione dei Dieci Comanda-


INSIDEART 28 A ISGRÒ LA CITTADINANZA ONORARIA DI SAN PIER NICETO

INSIDEART 29 A ISGRÒ LA CITTADINANZA ONORARIA DI SAN PIER NICETO


INSIDEART 30 QUANTO CONSUMA UNA FIERA? RISPONDE DE BELLIS

Quanto consuma una fiera? La parola al direttore di Art Basel Vincenzo de Bellis

Arte&Sostenibilità: tante le iniziative messe in campo per ridurre gli sprechi e l’impatto sull’ambiente, ma la strada è ancora lunga

INSIDEART 31 QUANTO CONSUMA UNA FIERA? RISPONDE DE BELLIS


INSIDEART 32 QUANTO CONSUMA UNA FIERA? RISPONDE DE BELLIS

INSIDEART 33 QUANTO CONSUMA UNA FIERA? RISPONDE DE BELLIS

Ginevra De Pascalis

Il progresso cresce e con esso le proble-

è ancora lunga. Ne abbiamo parlato con

matiche legate all’impatto dei suoi mezzi

Vincenzo de Bellis, direttore di Art Basel,

e delle sue infrastrutture. Il mondo dell’ar-

la fiera più imponente a livello globale, per

te non ne è immune. Come industria del

capire meglio quanto e come consuma

settore culturale, ricopre un ruolo enorme

una fiera d’arte e per sapere quali strate-

nell’impatto ambientale che spesso viene

gie sono state messe in campo negli ultimi

negato, diventando l’elefante nella stanza

anni per avviare un processo volto alla so-

che nessuno vede. Dalle abitudini errate

stenibilità degli eventi del settore.

del singolo artista agli sprechi delle fiere, c’è ancora molto da cambiare per ridurre

Quanto una fiera di mole internazionale

ad esempio le emissioni di carbonio che,

come Art Basel impatta sull’ambiente?

durante eventi come le fiere internazionali,

Il problema ambientale è una questione

prendono un’impennata vertiginosa. Aerei,

urgente per le fiere d’arte internazionali e

treni, jet privati accompagnano i ricchi col-

per il mondo dell’arte in generale. Art Basel

lezionisti d’arte a visionare opere già viste

è impegnata in iniziative volte a promuo-

online e nella maggior parte dei casi già

vere e diffondere modelli di produzione e

acquistate, rimanendo una parte indispen-

consumo sostenibile. Ciò include la quan-

sabile di un lifestyle di lusso da ostentare.

tificazione in tempo reale delle emissioni di anidride carbonica delle nostre quattro

Molti passi sono già stati compiuti, anche

fiere, che quest’anno è effettuata da MCH

grazie all’ente internazionale Gallery Cli-

Group, la nostra società madre, e da my

mate Coalition che lavora per ridurre gli

climate, una società di consulenza per le

impatti ambientali del settore e ottenere

strategie climatiche.

Vincenzo de Bellis, Director, Fairs and Exhibition Platforms. Courtesy of Art Basel. Photo by Noé Cotter

un cambiamento sistemico, ma la strada

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INSIDEART 34 QUANTO CONSUMA UNA FIERA? RISPONDE DE BELLIS

INSIDEART 35 QUANTO CONSUMA UNA FIERA? RISPONDE DE BELLIS

Questa analisi in tempo reale ci consentirà

Grazie alla collaborazione con una società

con le azioni stabilite dall’iniziativa Scien-

determinati a diminuire la nostra impronta

di sviluppare strategie di sostenibilità mi-

di consulenza sulla strategia climatica e

ce Based Targets (SBTi). Come dicevo gia’

di carbonio.

rate, basate su dati solidi e aggiornati. In

con una task force dedicata, stiamo lavo-

prima siamo membri attivi di GCC, il cui

qualità di membro attivo della Gallery Cli-

rando a una strategia di riduzione, a lungo

obiettivo è quello di ridurre le emissioni di

Alla fine della fiera, che fine fanno gli

mate Coalition (GCC), un’importante inizia-

termine, per le nostre quattro fiere e altre

CO2 del settore artistico di almeno il 50%,

scarti dei booth? Vengono smaltiti o riu-

tiva fondata da galleristi e altri professioni-

attività, che comprenda la riduzione delle

nonché di ridurre in modo sostanziale la

tilizzati nelle successive edizioni?

sti del mondo dell’arte, operiamo, in stretta

emissioni di anidride carbonica in linea con

produzione di rifuti da qui al 2030, siamo

Il sistema di pareti per le nostre quattro

collaborazione con il collettivo, per adottare le migliori pratiche per ridurre il nostro impatto ambientale e contribuire ad un futuro più sostenibile. In che modo si possono arginare i danni di un dispendio energetico e quali sono gli obiettivi a lungo termine di Art Basel in termini di sostenibilità? Per ridurre il nostro impatto ambientale abbiamo adottato misure concrete per le nostre fiere e abbiamo compiuto importanti passi avanti, tra cui evidenziare l’importanza delle fonti di energia rinnovabili e della riduzione dei consumi energetici nelle discussioni con le sedi delle nostre manifestazioni, tenendo conto della diversità dei luoghi geografici. Per esempio, per la nostra fiera a Basilea, la cui sede è di nostra proprietà, l’80% del fabbisogno energetico complessivo è coperto da energie rinnovabili. La struttura di Messe Basel copre inoltre il suo fabbisogno di energia elettrica con il 100% di energia rinnovabile generata da parchi eolici europei. Allo stesso modo, la seconda edizione della nostra fiera a Parigi si terrà al Grand Palais Éphémère, un edificio temporaneo la cui costruzione modulare utilizza un design ecosostenibile fin dalle fondamenta.

Courtesy Art Basel


INSIDEART 36 QUANTO CONSUMA UNA FIERA? RISPONDE DE BELLIS

INSIDEART 37 QUANTO CONSUMA UNA FIERA? RISPONDE DE BELLIS

fiere è completamente riutilizzabile e viene

promuovere viaggi consapevoli tra i nostri

vere il car sharing tra i nostri ospiti. Abbia-

rare attivamente con il CCG per affrontare

spedito in ogni luogo con una nave. La du-

interlocutori, dagli espositori al pubblico in

mo preso a carico i costi del parcheggio

questi problemi insieme ai nostri colleghi e

rata di vita è di 7-10 anni, dopodiché viene

generale.

per coloro che hanno condiviso l’auto con

partner nel mondo dell’arte.

2 o più persone e abbiamo offerto loro un

riutilizzato per altre fiere/eventi del gruppo. Lavoriamo inoltre con specialisti del rici-

L’anno scorso, ad esempio, in occasione

biglietto giornaliero gratuito per la fiera.

Le infrastrutture, anche quelle apparen-

claggio e dei materiali, per comprendere al

della fiera di Miami Beach, abbiamo lancia-

Naturalmente ci sono ancora molti pro-

temente invisibili della tecnologia, han-

meglio come ridurre i rifiuti prodotti dalle

to un’iniziativa di car pooling per promuo-

gressi da fare e ci impegniamo a coope-

no di fatto un peso in termini di consu-

fiere, con lo scopo di arrivare ad un livello di rifiuti quasi pari a zero entro il 2030, quando le strutture lo permettano. A questo proposito, in occasione dell’ultima edizione di Basilea, in collaborazione con GCC e reusecity, abbiamo implementato un protocollo di differenziazione e riciclaggio dei rifiuti, insieme a un webinar educativo destinato alle gallerie e ai trasportatori sulla gestione dei rifiuti e sugli imballaggi sostenibili. I rifiuti prodotti da Messe Basel confluiscono nella SRS (Swiss Recycling Services), una società di proprietà di Helvetia Environment. Una fiera muove anche un numero esorbitante di persone, addetti ai lavori e visitatori del flusso turistico. Ciò comporta un incremento di spostamenti con auto, treni e aerei. L’istituzione fieristica può in qualche modo intervenire in questa situazione? Sebbene le fiere d’arte, per loro natura, attirino un gran numero di persone provenienti da tutto il mondo, contribuendo in modo positivo al turismo e all’economia della città che le ospita, arricchendo la scena culturale locale e il mercato dell’arte in generale, il loro impatto ambientale è innegabile. Ci siamo quindi impegnati a

Courtesy Art Basel


INSIDEART 38 QUANTO CONSUMA UNA FIERA? RISPONDE DE BELLIS

mo e impatto ambientale elevatissimo.

piattaforma digitale che si impegna per una

Come venire a patti col progresso?

configurazione tecnica efficiente dal punto

Storicamente le attività digitali non sono

di vista informatico e sostenibile dal pun-

state al centro della nostra attività, ma se

to di vista ambientale, indipendentemente

pensiamo all’evoluzione delle fiere d’arte e

dalle sue dimensioni.

del nostro settore in generale, è essenziale valutare attentamente la loro integrazione e il loro impatto ambientale. Il settore dell’arte e le fiere d’arte in particolare, essendo ancora incentrati sulla presenza fisica e sull’aggregazione, hanno un ruolo unico in questo processo di sviluppo ed è fondamentale che la questione ambientale sia al centro di queste discussioni. Eseguiamo audit di sostenibilità sia per le nostre iniziative fisiche che per quelle digitali, ed è importante che consideriamo l’impatto ambientale del nostro lavoro nello spazio digitale come parte delle nostre strategie di riduzione a breve e a lungo termine. Il mondo dell’arte prosegue nel suo percorso di innovazione digitale e, laddove Art Basel collabora con infrastrutture digitali, ci assicuriamo che le problematiche di sostenibilità siano integrate nel loro modello. Ad esempio, nel 2022 la nostra società madre MCH Group e la LUMA Foundation hanno lanciato Arcual, una blockchain privata che offre contratti intelligenti per le royalties di artisti e gallerie, pagamenti efficienti e registrazioni digitali di autenticità, con l’obiettivo di mettere al centro gli artisti nell’ecosistema dell’arte. Arcual lavora per implementare la tecnologia blockchain tenendo conto dell’impatto ecologico, evitando algoritmi di consenso ad alto consumo energetico o di risorse, come ad esempio il proof-of-work. È un esempio di

Courtesy Art Basel

INSIDEART 39 QUANTO CONSUMA UNA FIERA? RISPONDE DE BELLIS


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