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N. 166 | € 2,00
Ryan Trecartin, Stills from Waives Back (Whether Line), 2019-24. Courtesy the artist and Fondazione Prada
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MOSTRA DI LIZZIE FITCH E RYAN TRECARTIN
Prada Aoyama presenta la mostra di Lizzie Fitch e Ryan Trecartin
L’edificio di Herzog & de Meuron ospita la prima presentazione del duo di artisti americani in Asia e la loro prima esposizione in Giappone
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MOSTRA DI LIZZIE FITCH E RYAN TRECARTIN
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MOSTRA DI LIZZIE FITCH E RYAN TRECARTIN
Ryan Trecartin. Stills from Waives Back (Whether Line), 2019-2024
redazione
Ryan Trecartin. Stills from Waives Back (Whether Line), 2019-2024
Ryan Trecartin. Stills from Waives Back (Whether Line), 2019-2024
Ryan Trecartin, Lizzie Fitc. Ph Ugo Dalla Porta
L’esposizione Lizzie Fitch | Ryan Trecartin “It
le sculture presenti in mostra, sono parte di un
Waives Back” è stata organizzata con il sup-
corpus assai più ampio di lavori iniziato già nel
porto di Fondazione Prada, a Prada Aoyama
2016 quando la poliedrica artista visiva ame-
Tokyo e sarà visibile sino al 13 gennaio 2025.
ricana Lizzie Fitch e il regista Ryan Trecartin
Ad ospitare la presentazione del progetto arti-
hanno trasferito la loro residenza e il loro stu-
stico del duo, è il sesto piano dell’edificio, pro-
dio d’artista nelle campagne dell’Ohio.
gettato da Herzog & de Meuron. I nuovi film e
Ryan Trecartin. Stills from Waives Back (Whether Line), 2019-2024
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MOSTRA DI LIZZIE FITCH E RYAN TRECARTIN
La loro ricerca artistica infatti indaga il concetto
namento dalla propria comfort zone, come oc-
tipicamente americano di “ritorno alla terra” e
casione per riflettere sui concetti di proprietà e
di “terra promessa”: sfruttando la propria fuga
appartenenza a un territorio, di confine e co-
in Ohio, analizzano ed esperiscono il rapporto
munità, e dunque sul rapporto tra sé e l’altro, il
conflittuale con i nuovi vicini di casa e l’allonta-
familiare e l’estraneo.
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Lizzie Fitch | Ryan Trecartin with Kenny Curran PanderSun, 2024
Lizzie Fitch | Ryan Trecartin Fish Sticks, 2024
Lizzie Fitch | Ryan Trecartin ReRun, 2024
MOSTRA DI LIZZIE FITCH E RYAN TRECARTIN
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MOSTRA DI LIZZIE FITCH E RYAN TRECARTIN
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MOSTRA DI LIZZIE FITCH E RYAN TRECARTIN
Ryan Trecartin, Stills from TITLE WAIVE, 2019-2024. 4K 60fps color video with stereo audio Lizzie Fitch | Ryan Trecartin with Kenny Curran Blank Fire,, 2024
Come spesso ribadito dal duo «il lavoro in Ohio è prima di tutto un “progetto di vita” per dare spazio alla sperimentazione e alla collaborazione. L’obiettivo è permettere che lo scopo di questo luogo evolva e si estenda ulteriormente. Siamo interessati a prenderci cura e far crescere questo spazio e le sue caratteristiche così come ci prendiamo cura e coltiviamo le piante che crescono in questo territorio. Immaginiamo il progetto come un ambiente dinamico che si espande e muta nel tempo in un reciproco scambio con la rete più ampia delle persone che collaborano con noi».
Ryan Trecartin, Stills from TITLE WAIVE, 2019-2024. 4K 60fps color video with stereo audio
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INSIDEART 11 MOSTRA DI LIZZIE FITCH E RYAN TRECARTIN
L’esposizione a Tokyo
go. Il processo di rielaborazione del proprio
Nel concepire la mostra giapponese, il duo
lavoro, già affrontato in progetti precedenti,
di artisti ha riesaminato centinaia di ore di fil-
approfondisce la nozione di “version hood”,
mati girati durane la realizzazione di Whether
secondo cui molte verità possono coesistere
Line, dove personaggi, tempo ed espedienti
nello stesso momento.
narrativi sono associati a un determinato luo-
Ryan Trecartin, Stills from TITLE WAIVE, 2019-2024. 4K 60fps color video with stereo audio
Exhibition view, Courtesy PradaPhoto: © DAICI ANO
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INSIDEART 13 MOSTRA DI LIZZIE FITCH E RYAN TRECARTIN
Gli stessi concetti sono stati sviluppati in It
tivo e i limiti delle strutture e dei sistemi sociali
In particolare, lo sculptural theater, è un am-
e fuori, spettatore e partecipante, tempo libero
Waives Back: i protagonisti occupano simul-
che simulano le dinamiche dei videogiochi. Gli
biente abitabile dagli spettatori – parte fonda-
e lavoro. I due schermi su cui sono proiettati i
taneamente spazi esistenziali a livello fisico e
artisti presentano cos’ un’installazione di gran-
mentale nel processo artistico di – ed assume
film sono invece collocati sui lati opposti della
simbolico, con opere che utilizzano gli ambienti
di dimensioni, due film e una serie di sculture.
le sembianze di uno spazio ibrido composto da
della parete, offrendo molteplici punti di vista
una struttura in legno e una serra buia. Ciò che
attraverso cui gli spettatori sono osservati.
del gaming per esplorare il potenziale genera-
ne deriva è un’esplorazione sul confine, dentro
Exhibition view, Courtesy Prada Photo: © DAICI ANO
Exhibition view, Courtesy Prada Photo: © DAICI ANO
Exhibition view, Courtesy Prada Photo: © DAICI ANO
Exhibition view, Courtesy Prada Photo: © DAICI ANO
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INSIDEART 15 MOSTRA DI LIZZIE FITCH E RYAN TRECARTIN
Ogni film in mostra approfondisce un aspetto
delle immagini stesse. Elemento fondamentale
A completare l’itinerario espositivo, una serie
nettersi a livello visivo e psicologico con le altre
chiave per gli artisti: in TITLE WAIVE ad esem-
in questo progetto è il sound design, con musi-
di sculture inedite: rappresentazioni plastiche
opere in mostra, tra riflessioni oscure, ironiche
pio, il protagonista è il tempo. Le scene, gira-
che e performance dal vivo che sono elementi
composte da piccoli gruppi di figure umane
e talvolta anche banali.
te tra il 2017 e il 2024, indagano l’evoluzione
fondamentai nei lavori di Fitch | Trecartin.
che rimandano a un immaginario fantascien-
continua dei personaggi, delle ambientazioni e
tifico e che permettono allo spettatore di con-
Dal 24 ottobre al 13 gennaio 2025 info: Prada Aoyama
Exhibition view, Courtesy Prada Photo: © DAICI ANO
INSIDEART 16 ESPOSIZIONI PER FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
Tripletta di esposizioni internazionali per la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Lo scultore Bekhbaatar Enkhtur con il poliedrico Mark Manders e l’artista visiva Stefanie Heinze, aprono la stagione autunnale
INSIDEART 17 ESPOSIZIONI PER FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
INSIDEART 18 ESPOSIZIONI PER FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
Lavinia Peruzzi
Sono tre le inaugurazioni che interesseranno
5 gennaio del prossimo anno. Per Manders,
la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
l’esposizione celebra la lunga relazione con
il 31 ottobre: Silent Studio, la mostra per-
la Fondazione, iniziata con la partecipazione
sonale di Mark Manders; Your Mouth Co-
dell’artista a Guarene Arte 97 con l’opera Fox
mes Second e Stefanie Heinze visibili sino
/ Mouse / Belt del 1992. Inoltre, nel 1997 ha
al 16 marzo 2025 ed Hearsay di Bekhbaa-
ricevuto il Premio Regione Piemonte per il
tar Enkhtur, che sarà invece visitabile sino al
suo progetto Autoritratto come edificio.
INSIDEART 19 ESPOSIZIONI PER FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
Mark Manders in Silent Studio © Mark Manders
Mark Manders, artista olandese, è uno scultore che nel corso degli ultimi anni è riuscito ad affermarsi sulla scena internazionale. Silent Studio è una mostra che si concentra sulla ricerca di lungo corso dell’artista, dedicata all’idea dell’autoritratto come edificio.
INSIDEART 20 ESPOSIZIONI PER FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
© Mark Manders
INSIDEART 21 ESPOSIZIONI PER FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
© Mark Manders
L’itinerario espositivo si articola in oltre 20
do nella vita quotidiana dello studio d’artista.
ca artistica. Ognuno dei suoi lavori, come Dry
rentemente non finita e l’impiego di materiali
opere, tra sculture, installazioni, mobili alle-
L’arte scultoria di Manders trabocca di lirica
Clay Head o Unfired Clay Figure trasmetto-
solidi, come il bronzo, che simulano la fragilità
stite all’interno di un ambiente architettonico
drammaticità e di una bellezza decadente, che
no infatti un’idea di transitorietà e vulnerabilità,
dell’argilla.
immersivo che offre allo spettatore uno sguar-
costituisce il punto di partenza della sua ricer-
resa attraverso la loro conformazione appa-
Marco Angelini
INSIDEART 22 ESPOSIZIONI PER FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
Stefanie Heinze in Your Mouth Comes Second
INSIDEART 23 ESPOSIZIONI PER FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
della tenerezza e della vulnerabilità, la compagnia e l’integrazione dello spiritualismo antico
Your Mouth Comes Second è la prima mo-
e urbano. La sua pratica nasce da disegni e
stra personale dell’artista newyorkese Ste-
collage di piccolo formato, poi tradotti in gran-
fanie Heinze. L’esposizione riunisce una
di tableaux in pitture che abbracciano confu-
selezione di opere recenti che riflettono le pre-
sione ed incertezza.
occupazioni centrali dell’artista: l’esplorazione
© Stephanie Heinze
© Stephanie Heinze
Una selezione di opere recenti in mostra alla
ne e figurazione. In mostra, Heinze si immerge
Fondazione, riflettono le principali tematiche
nel regno dell’osservazione, della sensibilità,
indagate dall’artista, che da sempre – nella
dell’appropriazione, della goffaggine e dell’in-
sua ricerca artistica – rifiuta di prendere una
certezza, canalizzando la sua curiosità verso
posizione univoca nella posizione tra astrazio-
l’ignoto attraverso l’atto della pittura.
INSIDEART 24 ESPOSIZIONI PER FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
INSIDEART 25 ESPOSIZIONI PER FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
Bekhbaatar Enkthur in Hearsay
arsay, la personale di Bekhbaatar Enkthur,
La nuova serie di opere di Enkhtur indaga il
sorilievo metallico come immagine e forma,
vincitore del Premio illy Present Future 2023,
potenziale simbolico e metonimico degli ani-
essere figurativo e figura del discorso. Attento
In occasione di Artissima 2024, la Fondazio-
in occasione della 24a edizione dell’iniziativa
mali e degli esseri umani per esplorare il rap-
all’energia potenziale intrinseca nei materiali,
ne Sandretto Re Rebaudengo presenta He-
sostenuta da illycaffè e Artissima.
porto tra rappresentazione visiva e linguistica,
la pratica scultorea di Benkhbaatar Enkhtur
particolarmente interessato a come le icono-
abbraccia il flusso costante, cambiando le for-
grafie e le mitologie della regione vengano
me, ma non l’essenza, per dissolverle, trasfor-
interpretate attraverso frammenti, memorie e
marle e acquisire nuovi infiniti significati.
simboli. Creature fantastiche appaiono in bas-
Matèria at Artissima, 2023 Photo courtesy Perottino Piva Peirone © Artissima
Courtesy Matèria, Roma
Courtesy MAGMA. Photo Marco Parollo
Courtesy Fondazione Elpis, Milano. Photo Fabrizio Vatieri
INSIDEART 26 ESPOSIZIONI PER FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
Courtesy Materia, Rom. Photo Roberto Apa
info: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
INSIDEART 27 ESPOSIZIONI PER FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
INSIDEART 28 LA NUOVA GNAM DI CRISTINA MAZZANTINI
La nuova GNAM di Cristina Mazzantini
Dal Futurismo all’Artista dell’anno, ecco gli indirizzi del rilancio
INSIDEART 29 LA NUOVA GNAM DI CRISTINA MAZZANTINI
INSIDEART 30 LA NUOVA GNAM DI CRISTINA MAZZANTINI
Guido Talarico
INSIDEART 31 LA NUOVA GNAM DI CRISTINA MAZZANTINI
Ma per avere una visione più articolata forse
il tempo che le necessitava e fare vedere il
è più utile partire da febbraio di quest’anno
proprio piglio con tranquillità a partire dalle
Per capire quale indirizzo la nuova direttrice
dire dalla mostra dedicata al Futurismo che
quando la curatrice di “Quirinale Contempo-
attività del 2025. Ma né la lentezza e neppure
della Galleria Nazionale di Arte Moderna e
inaugura a dicembre. Una delle mostre più
raneo” si è insediata alla GNAM. Entrando in
l’opportunismo rientrano nelle caratteristiche
Contemporanea di Roma, Renata Cristina
ambiziose e articolate mai dedicate a questo
corsa nella gestione, come sempre in questi
di questa architetta e docente universitaria
Mazzantini, abbia voluto dare a ciò che co-
movimento, realizzata in occasione dell’ot-
casi, e trovandosi le attività del 2024 in buona
(Luiss) che ha fatto valere le sue doti di cura-
munemente viene considerato il più bel mu-
tantesimo anniversario della scomparsa del
parte già programmate Mazzantini avrebbe
trice in istituzioni come la Camera dei Depu-
seo d’Italia potremmo partire dalla fine, vale a
fondatore Filippo Tommaso Marinetti.
potuto, come fanno in molti, prendersi tutto
tati e la Presidenza della Repubblica.
INSIDEART 32 LA NUOVA GNAM DI CRISTINA MAZZANTINI
INSIDEART 33 LA NUOVA GNAM DI CRISTINA MAZZANTINI
Poi c’è il tema altrettanto importante del
data l’obiettivo di riportare gli artisti viventi
network, cioè costruire una rete con altre
in Galleria. È così nato il Progetto “Artista
istituzioni culturali per avviare sinergie, mi-
dell’Anno”, che nel 2024 è Emilio Isgrò: un
gliorando la qualità dell’offerta e il conto eco-
modo esemplare di rifocalizzare lo sguardo
nomico. La direttrice in pochi mesi è riuscita
sulla nostra contemporaneità. Tutto questo
così a firmare accordi di collaborazione con i
senza perdere di vista la struttura. Intanto
Musei Reali di Torino, le Gallerie dell’Um-
la sicurezza. Sfruttando la sua esperienza di
bria, Brera e la National Gallery di Londra.
architetto, ha puntato a colmare una stori-
Tutte iniziative di successo che, tanto per
ca lacuna della Galleria che era il Certificato
fare un esempio, hanno portato a Roma un
Prevenzione Incendi e, più in generale, alla
magnifico Picasso. Mazzantini si è anche
messa a norma dello stabile.
Umberto Boccioni, Cavallo+cavaliere+caseggiato, 1913, olio su tela courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, ph. Studio Idini
Così il debutto di Mazzantini alla GNAM no-
istituzioni come il Quirinale, il suo modo di in-
nostante un calendario degli eventi già fis-
terpretare la missione della Galleria è quello
sato, è stato contrassegnato da velocità ed
del servizio alla collettività (senza pregiudizi)
innovazione. La direttrice insomma ha voluto
e della valorizzazione del patrimonio. Quin-
da subito rimarcare una certa discontinui-
di dal primo giorno di lavoro ha voluto fare
tà dalla gestione alquanto chiusa ed elitaria
capire che quella era la direzione da pren-
della sua predecessora, Cristiana Collu, che
dere. Vediamo dunque cosa è successo in
pure, verso la fine del suo mandato, forse nel
questi primi mesi di attività. Il primo obiettivo
tentativo di ottenere una riconferma, aveva
che Mazzantini si è data è di incrementare la
allentato la sua intransigenza accontentando
collezione del museo tramite PAC, donazio-
l’allora Ministro Gennaro Sangiuliano con
ni, acquisizioni e tramite sponsor. Un’attività
una mostra dedicata a Tolkien e acconsen-
fondamentale per la prospettiva di un museo
tendo ad ospitare alla GNAM proprio la mo-
nazionale come la GNAM i cui primi risultati,
stra sul Futurismo. Mazzantini ha una visio-
alcuni clamorosi, verranno annunciati nelle
ne diversa sia del museo che della funzione
prossime settimane.
pubblica della cultura. Provenendo da grandi
Umberto Boccioni, Stati d’animo – Quelli che vanno, 1911, olio su tela courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, ph. Studio Idini
INSIDEART 34 LA NUOVA GNAM DI CRISTINA MAZZANTINI
INSIDEART 35 LA NUOVA GNAM DI CRISTINA MAZZANTINI
Mazzantini ha inoltre avviato un piano di ri-
vazioni scientifiche e tecnologiche abbiano
percorso espositivo, arricchito da circa 350
provenienti da tutta Italia e appunto dall’e-
qualificazione della sede storica migliorando
radicalmente rivoluzionato la sensibilità uma-
opere d’arte e 150 oggetti scientifici, rivi-
stero. Tra i musei stranieri, spiccano i prestiti
l’accessibilità, la sicurezza e la fruibilità del
na e influenzato questo straordinario movi-
ste e libri, include automobili, motociclette e
del MoMA di New York, che ha concesso
museo e dei suoi giardini. E poi ha aperto le
mento artistico. La mostra sul Futurismo alla
persino un idrovolante, per esplorare come
in mostra l’iconica “Lampada ad arco” di
porte del Museo come forse mai in prece-
GNAM si presenta dunque come un evento
i mezzi di locomozione abbiano trasforma-
Giacomo Balla. La GNAM, già custode di
denza dando spazio a chiunque avesse temi
di straordinaria importanza culturale, capace
to profondamente il concetto di velocità e lo
una vasta collezione futurista (circa 100 pez-
e progetti culturali di interesse per la GNAM.
di rileggere il movimento in chiave contem-
spazio. Questi cambiamenti antropologici e
zi), avrà così l’opportunità di mettere in luce
Anche noi, con The Art Symposium, con
poranea, in un dialogo tra arte e scienza che
tecnologici, che hanno riconfigurato il pae-
i suoi capolavori e di ricevere il prestigioso
The Art Film Fest e con il Talent Prize, ab-
risuona particolarmente nel nostro tempo.
saggio esterno e interiore dell’uomo, sono
supporto delle principali istituzioni italiane
biamo avuto modo di dare il nostro contri-
Grazie all’impegno di Mazzantini, del curato-
fondamentali per comprendere l’essenza del
e internazionali. Ricercato anche il percor-
buto. Insomma, Mazzantini ha impresso un
re, Gabriele Simongini, e alla collaborazione
Futurismo. La collaborazione con il Museo
so espositivo, distribuito su 26 sale e qua-
cambio di direzione e di velocità alla GNAM
di numerosi enti, questa rassegna promette
Nazionale della Scienza e della Tecnologia
si 4000 metri quadrati, che sarà suddiviso
che, aldilà delle polemiche esogene, proiet-
di essere una pietra miliare nella storia delle
“Leonardo da Vinci” di Milano ha permesso
in dieci sezioni tematiche che guideranno il
tano verso una direzione di rilancio anche in-
esposizioni futuriste, e un’occasione unica
di portare in mostra oggetti scientifici d’epo-
visitatore attraverso i vari aspetti del Futu-
ternazionale una delle strutture museali più
per riscoprire un’avanguardia che ha saputo
ca, offrendo un dialogo tra arte e scienza che
rismo, dall’analisi della sensibilità dinamica
prestigiosa e ammirata del Paese. In questo
immaginare un mondo nuovo, sempre pro-
illumina il contesto storico in cui il Futurismo
e plastica, all’aeropittura, fino all’eredità la-
solco si inserisce la mostra sul Futurismo.
iettato verso il futuro.
è nato e si è sviluppato.
sciata dal movimento nel secondo dopoguerra. Non mancheranno sezioni dedicate
Dopo molti anni, la GNAM torna a ospitare
La mostra punta infatti a contestualizzare le
Non secondario il rilievo internazionale di
al cinema, all’architettura e una sala dossier
una rassegna di ampio respiro, che non solo
opere futuriste attraverso una “sociologia”
questa mostra realizzata con il contributo
su Guglielmo Marconi, considerato dal cu-
espone capolavori del Futurismo, ma offre
culturale che collega l’arte con le scoper-
di circa 75 prestatori tra musei, fondazio-
ratore Simongini un autentico futurista per
una riflessione approfondita su come le inno-
te scientifiche e tecnologiche dell’epoca. Il
ni, banche, biblioteche e collezionisti privati,
il suo contributo alle scoperte tecnologiche.
INSIDEART 36 LA NUOVA GNAM DI CRISTINA MAZZANTINI
Due installazioni multimediali coinvolgeranno
epocale che ha ispirato il Futurismo, una ri-
direttamente il pubblico. La prima, curata da
voluzione artistica che non solo ha celebra-
Magister Art, offrirà un’esperienza immersi-
to la velocità e la tecnologia, ma ha anche
va nei cambiamenti percettivi del Novecen-
anticipato molte delle questioni che oggi ri-
to. La seconda, firmata da Lorenzo Marini,
guardano la digitalizzazione e l’intelligenza
proporrà una rivisitazione del paroliberismo
artificiale. Infine segnaliamo Il catalogo edi-
futurista attraverso un nuovo alfabeto di let-
to da Treccani, che, oltre ai testi istituziona-
tere e caratteri futuristi. Uno dei momenti più
li e all’ampio saggio di Simongini, conterrà
simbolici della mostra sarà il dialogo diretto
i contributi di Gunther Berghaus, Elena
tra “Il Sole” di Pellizza da Volpedo (1904) e
Gigli, Claudio Giorgione, Giovanni Lista,
“Lampada ad arco” di Balla, due opere che
Francesca Barbi Marinetti, Ada Masoero,
segnano il passaggio tra un’Italia rurale e la
Ida Mitrano, Riccardo Notte, Francesco
modernità elettrificata.
Perfetti, Marcello Veneziani. Questo è il pri-
INSIDEART 37 LA NUOVA GNAM DI CRISTINA MAZZANTINI
mo anno della nuova GNAMC. Questo confronto riflette il cambiamento
Renata Cristina Mazzantini, portrait
INSIDEART 38 MAXXI BVLGARI PRIZE
MAXXI BVLGARI PRIZE: al via la mostra dei tre finalisti
Accanto alla rassegna dedicata ai finalisti del MAXXI BVLGARI PRIZE anche due esposizioni a tema architettura
INSIDEART 39 MAXXI BVLGARI PRIZE
INSIDEART 40 MAXXI BVLGARI PRIZE
INSIDEART 41 MAXXI BVLGARI PRIZE
Martina Esposito
L’autunno espositivo al MAXXI comincia con
espressioni estetiche che si fanno portavoce
una tripla inaugurazione. Nella mattina del 24
delle nuove frontiere creative. «È un premio di
ottobre 2024 sono state presentate tre mostre,
riferimento per la giovane arte italiana – ha di-
tra cui la rassegna dedicata alla quarta edi-
chiarato il direttore artistico del MAXXI Fran-
zione del MAXXI BVLGARI PRIZE, in cui i tre
cesco Stocchi – ed è interessante come un
finalisti Riccardo Benassi (Cremona, 1982),
museo riesca a valorizzare un’intera filiale ar-
Monia Ben Hamouda (Milano, 1991) e Binta
tistica». «I tre artisti – ha aggiunto – hanno oc-
Diaw (Milano, 1995) hanno realizzato opere si-
cupato lo spazio monumentale di Zaha Hadid
te-specific esposte nella sala Gian Ferrari del
in modo diverso, riflettendo la ricchezza dei
museo. Accanto a questa, hanno preso il via
linguaggi dell’arte contemporanea».
anche altre due esposizioni: La Torre Velasca dei BBPR, che racconta attraverso materiali
Ad aprire il percorso espositivo è ASSEN-
d’archivio la storia dell’edificio che dal secon-
ZAHAH ESSENZAHAH (2024) di Riccar-
do dopoguerra ha trasformato lo skyline mila-
do Benassi. All’interno del montacarichi del
nese, e Architettura instabile, in cui lo studio
MAXXI due cani robotici eseguono delle vere
newyorchese Diller Scofidio + Renfro (DS+R)
e proprie coreografie create dall’artista, muo-
esplora il movimento come qualità intrinseca
vendosi nello spazio accompagnati da un
dell’architettura.
componimento musicale e da un testo laser proiettato sulle pareti. L’installazione apre pro-
Al MAXXI uno spettro dei linguaggi contemporanei dell’arte
spettive inedite sulle nostre esistenze e sull’impatto delle nuove tecnologie che investono i Riccardo Benassi, photo MUSA
Riconoscimento ormai iconico nel panorama artistico odierno, il MAXXI BVLGARI PRIZE porta in una mostra a cura di Giulia Ferracci
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INSIDEART 42 MAXXI BVLGARI PRIZE
INSIDEART 43 MAXXI BVLGARI PRIZE
MAXXI BVLGARI PRIZE: un premio che «lavora per l’inaspettato»
di New York.
La mostra romana, che aprirà al pubblico dal
ci ispiriamo alla nostra città, ma dobbiamo fare
il percorso della mostra. L’opera è composta
25 ottobre, è l’esito di un progetto che unisce
anche in modo che il gioiello non guardi solo
ne. Sette sono infatti le donne del villaggio se-
da dieci pannelli di ferro intagliati a laser con
ormai da tempo MAXXI e Bulgari nel sostegno
al passato: per partecipare al futuro valorizzia-
negalese di Nder che morirono dandosi fuoco
motivi ispirati alla calligrafia islamica e alle mo-
e nella promozione dei giovani artisti in Italia
mo giovani artisti che hanno avuto uno stretto
per evitare la schiavitù a seguito dell’invasione
schee. Le lastre, dipinte con spezie tra cui la
e nel mondo. La rassegna si concluderà nel
contatto con l’Italia», ha dichiarato l’ammini-
dei Mori. Intorno alle sculture trecce di capelli,
paprika, l’ibisco e la cannella, sono installate
2025, quando verrà annunciato il vincitore
stratore delegato di Bulgari Jean-Christophe
suoni e voci in lingua Wolof accompagnano il
sulla parete di fondo della galleria, creando un
del premio, che non solo vedrà la propria ope-
Babin nel corso dell’inaugurazione al museo
visitatore in una riflessione sulle forme di resi-
effetto di collasso che rievoca la fragilità delle
ra entrare nella Collezione permanente del
romano. «Con il MAXXI – ha aggiunto – oltre a
stenza agli abusi.
identità contemporanee.
MAXXI, ma potrà anche iniziare un percorso di
collaborare per una Roma del futuro, che non
residenza all’American Academy con il vin-
sia solo un museo a cielo aperto, lavoriamo
citore della Biennale del Whitney Museum
per l’inaspettato».
Al centro dello spazio c’è poi l’opera immersi-
Con Theology of Collapse (The Myth of
va di Binta Diaw, intrisa di memoria personale
Past) I-X (2024) di Monia Ben Hamouda ci
e collettiva: si intitola Juroom ñaar (2024) ed è
si confronta con un linguaggio visivo colmo
ispirata a un evento storico del 1819 comme-
di simbologia culturale e rituale e si conclude
morato dall’artista con sette colonne di carbo-
Binta Diaw, photo MUSA
Monia Ben Hamouda, photo MUSA
«Anche noi di Bulgari siamo artisti. Da 140 anni
INSIDEART 44 MAXXI BVLGARI PRIZE
Nato nel 2001 come Premio per la Giovane Arte, a partire dall’edizione 2018 è diventato
artistico contemporaneo.
INSIDEART 45 MAXXI BVLGARI PRIZE
I veri protagonisti sono infatti i materiali d’ar-
da uno tra gli studi di progettazione più celebri
chivio: una ricchissima collezione di fotogra-
e influenti al mondo, il newyorchese Diller Sco-
fie, migliaia di elaborati grafici e documenti
fidio + Renfro (DS+R). La mostra, che apre al
MAXXI BVLGARI PRIZE, rafforzandosi grazie
Architetture al MAXXI
al prezioso supporto di Bulgari. Il Premio costi-
Accanto alla mostra dei finalisti del MAXXI
che ripercorrono le tappe della Torre Velasca,
pubblico il 25 ottobre e occupa la galleria KME
tuisce il nucleo fondante della collezione d’arte
BVLGARI PRIZE hanno preso il via altre due
dalle fasi iniziali alla lettera di incarico, dagli
del museo, è il risultato di una ricerca ampia
del MAXXI e negli anni è stato un importante
rassegne, entrambe dedicate all’architettu-
studi preliminari per torri che non sarebbero
e approfondita sul movimento come proprietà
trampolino di lancio per molti artisti, valoriz-
ra. Negli spazi del Centro Archivi MAXXI Ar-
mai nate all’inizio del cantiere, fino allo studio
interna dell’architettura e come punto di con-
zandone le espressioni artistiche innovative
chitettura, che ha curato la mostra, è esposta
degli interni e i particolari degli arredi. I ma-
tatto con l’arte, la tecnologia, le dinamiche
e sperimentali. Tra le novità di quest’anno, il
La Torre Velasca dei BBPR, un’esposizione
teriali d’archivio coesistono e si integrano per
sociali. La mostra rappresenta l’occasione per
MAXXI BVLGARI PRIZE for Digital Art, che
che ripercorre la storia dell’edificio simbolo del
tutto il percorso espositivo con altri due livelli
implementare il patrimonio della Collezione di
ha assegnato la menzione speciale per il mi-
boom economico e della Milano sulla via della
di narrazione paralleli, uno virtuale e uno tatti-
Architettura del museo che si arricchisce con
glior progetto digitale a Roberto Fassone. Il
ricostruzione. Il meticoloso lavoro di cataloga-
le, funzionali all’approfondimento di specifiche
l’iconico progetto The Shed, proprio dello stu-
17 gennaio 2025, data di annuncio del vinci-
zione e studio portato avanti dal Centro Archivi
tematiche restituite al pubblico con linguaggi
dio Diller Scofidio + Renfro e la Nakagin Cap-
tore, l’artista presenterà nella hall del Museo
del MAXXI Architettura – reso possibile grazie
nuovi.
sule Tower di Kisho Kurokaw, in perfetta coe-
il progetto And we thought (2021 – ongoing),
al comodato d’uso dell’archivio BBPR – mette
una produzione Sineglossa, con il quale esplo-
in luce, dettaglio per dettaglio, la storia di un
Architettura instabile è invece il titolo del
ra il rapporto tra autorialità e intelligenza arti-
edificio simbolo dell’architettura italiana degli
nuovo progetto del Dipartimento di Architettu-
ficiale, indagando i limiti dell’immaginazione e
anni ’50.
ra e Design contemporaneo del MAXXI, curato
renza al programma di acquisizioni del MAXXI Architettura e Design contemporaneo. info: maxxi.art
sfidando le logiche autoreferenziali del sistema
Torre Velasca, photo Vincenzo Labellarte
Architettura instabile, photo Vincenzo Labellarte
INSIDEART 46 ULTIIME MOSTRE AL MACRO
Macro,
ultimo atto
Luca Lo Pinto ha terminato il suo mandato. Il bilancio? Doppio. E inevitabile
INSIDEART 47 ULTIIME MOSTRE AL MACRO
INSIDEART 48 ULTIIME MOSTRE AL MACRO
INSIDEART 49 ULTIIME MOSTRE AL MACRO
Adriana Polveroni
E tutti questi artisti e tutte le mostre, oltre a
da Luca Lo Pinto non sono mai state banali
parlare per se stessi e possibilmente al pub-
o rimasticamenti di cose più o meno già vi-
Il museo è pieno, vivo, carico di energia. Ci
Hamishi Farah, Simone Forti, Pippa Garner,
blico, esprimono anche un’altra cosa: il saluto
ste. A cominciare dalle prime indicazioni pro-
sono mostre ovunque: primo, secondo piano
Alberto Garutti, Isa Genzken, Lenard Giller,
del direttore Luca Lo Pinto alla fine del suo
grammatiche: proporre la collezione in quel-
e nella grande sala – quando fu realizzata si
Felix Gonzalez-Torres, Adam Gordon, Pier-
mandato di cinque anni. Sì, stiamo parlando
la maniera che, a prima vista, sembrò un po’
parlò della più grande sala espositiva d’Eu-
re Guyotat, Sohrab Hura, Thomas Hutton,
del Macro, dove venerdì 4 ottobre si sono
una scorciatoia con una fotografa, Giovanna
ropa – del piano terra. Sono di scena: Tolia
Allan Kaprow, KUKI, Rosemary Mayer, San-
inaugurate le ultime mostre della direzione Lo
Silva, chiamata a raccontare i depositi per im-
Astakhishvili, Absalon, Vincenzo Agnetti,
dra Mujinga, Charlemagne Palestine, Paolo
Pinto, occasione per fare una grande festa,
magini, senza vedere i pezzi veri e propri. E
Maurizio Altieri, Alex Bag, Beatrice Boni-
Pallucco & Mireille Rivier, Lorenzo Silvestri,
forse di addio, ma anche occasione per fare
che invece si è rivelato un modo convincente
no, Victor Cavallo, Francesca Cefis, Alas-
Diane Simpson, Lukas Wassmann, Gillian
un bilancio di questi cinque anni di direzione
per ripercorrere quella collezione: non tanto i
san Diawara, Buck Ellison, Luciano Fabro,
Wearing, Issy Wood.
fortemente autoriale. Cominciamo subito col
pezzi, ma i volti degli autori, le casse.
dire che le mostre pensate, e spesso curate,
BPost Scriptum, exhibition view, MACRO, Roma
Sandra Mujinga,Love Language (1), 2023. Courtesy Croy Nielsen, Vienna
Post Scriptum, exhibition view, MACRO, Roma
Post Scriptum, exhibition view, MACRO, Roma
INSIDEART 50 ULTIIME MOSTRE AL MACRO
INSIDEART 51 ULTIIME MOSTRE AL MACRO
La vita sotterranea del museo, insomma, pro-
delle arti contemporanee, e sempre più prati-
Insomma, una programmazione dove c’era
nuti diversi: l’editoriale, le rubriche, gli appro-
tagonista anche nella versione underground,
cato dagli artisti. Ma, soprattutto, grimaldello
sempre qualcosa da imparare, come dissi una
fondimenti, le notizie flash e altro. E per cui si
che non diventa un feticcio, qualcosa di stati-
per scardinare l’idea canonica della mostra.
volta a Lo Pinto (osservazione che, mi sem-
capisce anche il titolo dell’ultima mostra: Post
co e insomma, per dirla con Adorno, più mau-
Poi le personali, quasi sempre delle offerte
brò, lo fece molto contento) e di cui, rivista a
Scriptum. Un museo dimenticato a memo-
soleo che museo. Deriva evitata anche con
nuove per la platea romana, e non solo. E an-
posteriori, colgo meglio il senso del magazine
ria, direi la firma esplicita di un direttore il cui
l’innesto di energie nuove: di volta in volta il
cora le proposte in campo editoriale: le vec-
tridimensionale, l’idea di trasformare il museo
forte non è stata la comunicazione. By the way:
piano dove erano esposti i depositi in foto si
chie riviste, i giornali, le fanzine e un po’ tutto
in una sorta di palinsesto, dove di volta in vol-
non sono la sola a non aver amato il polipo
aggiungevano interventi di giovani artisti. Fino
il variegato mondo della comunicazione che
ta ritrovare le stesse sezioni, ma con conte-
rotante che ci raccontava la programmazione.
a fare di quella eccentrica collezione un’oc-
ruota intorno all’arte, ma anche la storia della
casione per guardare oltre, e altro. Poi l’intro-
scena alternativa romana e non solo, che vi-
duzione del suono tra le proposte espositive,
sta da oggi sembra malinconicamente lonta-
medium relativamente recente nel panorama
na anni luce.
Post Scriptum, exhibition view, MACRO, Roma
Post Scriptum, exhibition view, MACRO, Roma
Post Scriptum, exhibition view, MACRO, Roma
Post Scriptum, exhibition view, MACRO, Roma
INSIDEART 52 ULTIIME MOSTRE AL MACRO
INSIDEART 53 ULTIIME MOSTRE AL MACRO
E qui veniamo al secondo aspetto di questa
che, elitaria, fatta per palati fini o meno, non
Indubbiamente, tutto questo al Macro è av-
siepavano nel cortile a bere e chiacchierare.
direzione che, penso, abbia lasciato il segno
c’era l’intenzione di allacciare un rapporto con
venuto più che altrove. Le sue inaugurazioni
È uno snodo fondamentale come trasformare
accanto a tutte le proposte positive che ho
la città. Per dirne una: solo le ultime due per-
sono state sovraffollate di giovani (bel segna-
questo pubblico che lievita perché l’arte con-
elencato. Il Macro di Luca Lo Pinto non ha
sonali sono state dedicate ad artisti romani,
le! mi dicevo), facce, corpi che però poi rara-
temporanea è cool (sarà ancora vero, poi?) in
brillato, anzi ha faticato molto, nel rapporto
Emilio Prini ed Elisabetta Benassi. Rappor-
mente si vedevano a partire dal giorno dopo.
vero pubblico dell’arte e, forse dicevamo, per
con la città. Non l’ha cercato e, come spesso
to che sappiamo essere difficile, con una città
Ma anche la sera stessa dell’inaugurazione
il Macro la scommessa è ancora più sfidan-
accade, specie a Roma, la città non ha cer-
che risponde fin troppo alle inaugurazioni, sal-
le centinaia, migliaia di ragazze e ragazzi non
te perché parliamo di un museo nato sfigato
cato il museo. Troppo elitaria la programma-
vo poi dileguarsi quando la mostra è in corso.
sciamavano tra i piani delle mostre, ma si as-
quanto basta.
zione? Forse, ma non solo. L’impressione era
Post Scriptum, exhibition view, MACRO, Roma
Post Scriptum, exhibition view, MACRO, Roma
INSIDEART 54 ULTIIME MOSTRE AL MACRO
INSIDEART 55 ULTIIME MOSTRE AL MACRO
Con amministrazioni comunali che hanno
chiamare a raccolta tutti i direttori del Macro
Ecco dove sta forse la profonda anomalia del
sessore alla cultura. Anomalia – il famoso
cambiato colore e quindi con il museo che
in occasione dei vent’anni del museo, com-
Macro, che solo cinque anni fa, ad esempio,
braccio di distanza dalla politica che è man-
cambiava direttore, giravolte e ribaltoni conti-
pleanno che si è celebrato in ritardo causa
varò un bando per la ricerca del nuovo diret-
cato – che spesso l’ha reso appendice della
nui, nato parente povero del MAXXI lo stesso
covid, al quale hanno aderito tutti, portando
tore – fino al 15 ottobre erano aperte le candi-
politica. E poi, poi quando si cerca di mettere
anno di nascita del MAXXI: il 2010, con dire-
la propria esperienza, ma dove sono comple-
dature del successore di Lo Pinto – essendo
fine a tutto questo forse il percorso si fa pa-
zioni una diversa dall’altra, fino alle ultime due
tamente mancati – benché invitati – i politici:
stato fino allora il direttore chiamato dall’as-
recchio in salita.
agli antipodi: la pentastellata, e populista, di
assessori e sindaci, che quel museo pare l’a-
Gianfranco de Finis e la sofisticata di Luca
vessero voluto e di cui hanno disposto vita,
Lo Pinto. Merito di quest’ultimo è stato anche
morte e miracoli.
Lorenzo Silvestri, youth youth youth, 2024, Post Scriptum, exhibition view, MACRO, Roma
Post Scriptum, exhibition view, MACRO, Roma
Tutte le foto: Piercarlo Quecchia – DSL Studio Vincenzo Agnetti, Dimenticato a memoria, 1972. Courtesy Archivio Vincenzo Agnetti, Milano. Post Scriptum, exhibition view, MACRO, Roma
INSIDEART 56 PRIMA OPERA DI UN ROBOT UMANOIDE
All’asta la prima opera d’arte realizzata da un robot umanoide
Entro fine mese Sotheby’s realizzerà la prima vendita assoluta di un’opera d’arte realizzata dal robot umanoide Ai-Da, nome della pittrice artificiale
INSIDEART 57 PRIMA OPERA DI UN ROBOT UMANOIDE
INSIDEART 58 PRIMA OPERA DI UN ROBOT UMANOIDE
Adriana Polveroni
INSIDEART 59 PRIMA OPERA DI UN ROBOT UMANOIDE
Alan Turing che sarà protagonista dell’asta a
ring, traducendo le informazioni assimilate, in
Londra, segnando un momento storico nell’e-
un ritratto complessivo oscuro e distorto che
Grazie ad un connubio fra arte e tecnologia
inoltre a relazionarsi con i suoi interlocutori, ri-
voluzione dell’arte contemporanea. Lo scien-
esplora la natura della tecnologia e dell’uma-
sempre più concreto, Sotheby’s mette all’a-
spondendo a svariate domande. Dietro al pro-
ziato ha rappresentato un personalità di spic-
nità.
sta l’opera A.I. God, creata da Ai-Da, un ro-
getto vi è il gruppo di ricercatori guidato da
co per lo sviluppo dell’informatica moderna e
bot davvero speciale sviluppato nel 2019, che
Aidan Meller in collaborazione con gli spe-
ricordato per il suo fondamentale contributo
L’obiettivo della prestigiosa casa d’aste è
rappresenta un connubio tra intelligenza artifi-
cialisti della AI delle università di Oxford e di
alla sconfitta dei nazisti scoprendo il codice
quella di attirare l’attenzione non solo degli
ciale e arte, pittura in questo caso.
Birmingham.
delle loro macchine Enigma per le trasmissio-
appassionati d’arte tradizionali, ma anche dei
ni cifrate.
collezionisti di arte digitale e di chi è interessato al potenziale delle opere NFT, che mano a
L’incredibile Ai-Da detiene quindi un record, quello di essere la prima artista robotica
La data prescelta per la vendita – che durerà
Attraverso la combinazione di software avan-
mano stanno rivoluzionando il concetto stes-
della storia dell’arte: dietro i suoi tratti fem-
una settimana – è il 31 ottobre 2024. Con un
zati di machine learning e una precisione
so di proprietà artistica.
minili si cela infatti un vero e proprio talento,
prezzo stimato tra 100.000 e 150.000 sterli-
meccanica data dal braccio robotico proget-
dal disegnare al dipingere, fino allo scolpire e
ne, (120.000-180.000 euro) l’opera dell’uma-
tato per creare veri e propri dipinti, l’A.I. God,
compiere delle performance artistiche; riesce
noide in questione è l’affascinante ritratto di
ha elaborato numerose immagini di Alan Tu-
info: Sotheby’s
Rembrandt, il capolavoro ritrovato
I documentari di Guido Talarico li trovi su www.raiplay.it
Una produzione FAD e Lilium Distribution